Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...
lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...
'''A MEDICI ED INFERMIERI'''
''Di Gabriella Paci''
Braccati dalla paura,restiamo nella tana
dell’attesa  nella sospensione della vita
A tanti, non è dato neppure tanto…
Sono  astronauti di terra spinti a
combattere su un pianeta sconosciuto:
hanno l’arma dell’altruismo che li rende
coraggiosi e forti anche se il piede cede
e violento è l’attacco. Non c’è tempo per
la  stanchezza e il timore che mordono
corpo e cuore ma solo per qualche lacrima
dietro lo schermo su mani tese a dire l’addio.
Sono angeli  di terra chiamati eroi: non
hanno onori e neppure medaglie ,il loro
nome è confuso tra tanti …
A tanti, invisibili e alati guerrieri
nelle corsie del dolore e della solitudine
va il merito di esserci stati nei giorni neri;
di averci donato insieme alla lotta per la vita
la pazienza dell’attesa e la speranza
insopprimibile della ripresa.
'''ANGELI CUSTODI'''
''Di Norberto Mazzucchelli''
Combattere il Corona
con la forza dei pensieri
seduto in poltrona
mentre medici e infermieri
si contagiano in trincea …
Che risibile idea!
Eppure vivaddio
voglio dare pure io
un esiguo contributo
e rivolgere un saluto
con i miei versi modesti
a individui come questi:
sanitari e volontari
stanno al fronte senza orari,
commercianti e farmacisti
vigili e carabinieri
anche se coi volti tristi
si sacrificano ai doveri
come autentici prodi,
veri angeli custodi.
Un esercito agguerrito
luminoso come un mito …
Mentre tutto il mondo esplode
per la storica infezione
li promuovo con la lode,
vinto dalla commozione.




===Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine===
===Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine===
Saranno presto pubblicate le Dediche Poetiche
 
 
'''BUONUMORE'''
 
''Di Giuseppina Porro''
 
 
Il buonumore m'inebria la testa.
 
Il sole ride e profuma questo dì di festa.
 
Corre su e giù per nerbi un'energia amplificata e bella allo specchio l'immagine riflessa
 
mi fa un occhiolino, le piaccio,
 
non nasconde con me la sua timidezza.
 
Vago per il vial al pari d'una principessa un amico si inchina un altro riverente mi stringe la mano, io sorrido felice
 
di ricevere così tanto calore umano
 
Nella notte mi sento una stella nel cielo che brilla accanto ad un'altra più bella la sua mano che mi sfiora leggera
 
un brivido freddo sulla mia pelle nera
 
Chiedo al tempo di bloccar l’ore,
 
mi pizzico piano per capir se è vera, questa fiaba che dolce mi inebria.
 
 
 
'''LA VITA E' OVUNQUE'''
 
''Di Leonardo Manetti''
 
 
Su un muro
 
cresce l'erba,
 
una pietra sull'altra
 
creano un mosaico
 
dall'incastro perfetto.
 
Sotto terra
 
abita un insetto,
 
esperto di architettura
 
costruisce una città
 
dalla magia geometrica.
 
Sull'asfalto
 
nasce un fiore
 
e tra i grattacieli
 
un tramonto rosso
 
colora il cielo.
 
Nel deserto
 
vive una pianta,
 
la sabbia è dipinta
 
di giallo, bianco,
 
rosso o nero.
 
Sui ghiacciai
 
un batterio respira,
 
l'acqua è blu
 
assorbe la luce
 
degli altri colori.
 
Negli abissi
 
nuota un pesce,
 
il sole non arriva
 
ma la bioluminescenza
 
fa i fuochi d'artificio.
 
 
 
'''LA MIA PREGHIERA'''
 
''Di Patrizia Cavallo''
 
 
Abbi cura di te
 
di ogni tuo singolo granello
 
sei di polvere d’oro
 
tu vali un regno.
 
Insisti nel tuo spazio
 
come mai è stato,
 
reinventalo fortezza,
 
sii soldato.
 
E, quando avrai voglia,
 
certo che ne avrai,
 
di disertare il campo,
 
apri una finestra per viaggiare
 
su una nuvola, sai, si può volare!
 
E, per ricaricare la speranza
 
cerca un ramo di gemme
 
ne coglierai tanta.
 
Abbi cura di te,
 
non trascurare!
 
Questa la mia preghiera
 
che anche tu per me
 
dovrai pregare.
 
 
 
'''CORONAEROI'''
 
''Di Cinzia Pachioli''
 
 
Gli zoccoli incalzano e la terra trema,
 
sono uno di loro ed ergerò il poema.
 
Nelle moderne gesta vedo antichi fasti,
 
una mascherina non credo basti;
 
lacrime e sangue scorron nelle vene,
 
nulla di più  vuoto  di quelle vite piene.
 
Chiamati a vincere senza vedere cosa,
 
chiude le bare in cui nessuno riposa,
 
la gendarmeria le traghetterà lontano,
 
un pugno di sabbia resterà nella mano;
 
urla disperate squarciano le stelle,
 
vite appese come cordicelle.
 
La paura negli occhi degli operatori,
 
imprigionata per giorni nei nostri cuori,
 
lontani dalle case e dalla famiglia,
 
ma duemila euro nessuno li piglia.
 
credete non sono più Ercole o Achille ,
 
gli infermieri di prove ne han superate mille.
 
I veri eroi di questa nuda guerra,
 
per accorgersi di noi han dovuto fermare la terra,
 
così il mio elogio termina in disparte,
 
a cose finite non rimaneggiate le carte;
 
del nostro lavoro cercate di carpire ,
 
la solerzia con cui usiamo agire,
 
nell'anno del signore duemilaventi ,
 
fate ammenda di tali eventi.
 
 
 
'''MANI'''
 
''Di Federica Russo''
 
 
Mani che raccolgono altre mani
 
per far inspirare la vita
 
espirano così la stanchezza che devasta l’anima.
 
Mani che credono al futuro
 
ma che abbracciano il presente
 
per respirare la vita che scorre.
 
Mani che si uniscono
 
e con il loro battito di vento caldo
 
ridonano aria alla terra che rinasce
 
a nuova vita.
 
Quelle mani che raccolgono sorrisi e lacrime
 
che si donano infinite.
 
 
 
'''IL NOSTRO FUTURO'''
 
''Di Cesare Nicoletti''
 
 
La mia vita scorre sempre uguale a prima
 
nessuna novità, nessun grande gesto
 
ma d'improvviso tutto cambia quel clima
 
tutto diventa incerto, confuso e funesto
 
 
la storia di un virus che mette paura
 
all'uomo, alla società e al mondo intero
 
e ci troviamo dentro questa sventura
 
dall'oggi al domani come un prigioniero
 
 
che cerca di capire cosa ha sbagliato
 
s'interroga, si sdegna ma non riesce
 
a farsi un'idea e sta rassegnato
 
e allora in questo stato l'ansia si accresce
 
 
Eppur tra la sfortuna di questo caso
 
il cuore grande degli italiani ama
 
soffre la reclusione ma persuaso
 
che tutto finirà come in una trama
 
 
Popolo di eroi, di santi e di poeti
 
popolo di artisti e di navigatorio
 
dimostra nobiltà e gesti concreti
 
sceglie la fratellanza senza clamori
 
 
e ogni giorno vive, soffre e spera
 
in solidarietà, senza confini
 
dal capo dello stato all'infermiera
 
tutti collaborano e sono affini
 
 
Sarebbe troppo lungo scrivere i nomi
 
di uomini e di donne, di nuovi eroi
 
c'oggi fanno l'Italia, hanno i diplomi
 
di ambasciatori dell'amore, dei suoi
 
 
tanti sacrifici per il nostro bene
 
per questa umanità che sembra aver perso
 
il senso della ragione, come un gene
 
impazzito che ammorba l'universo
 
 
Se l'uomo ha smarrito il suo divin lume
 
dobbiamo ringraziare i nostri eroi
 
e questi eventi che sono come un nume
 
per ritornare ai veri valori, a noi,
 
 
all'essenza che siamo, alla verità
 
dove l'origine, la Luce, Dio Padre
 
che abbiamo in comune, che è nostro Padre
 
ci ha reso fratelli e sorelle e sarà
 
il futuro eccelso dell'umanità
 
 
'''L’INCERTEZZA DEL DOMANI'''
 
''Di Beatrice Mihaela Vieru''
 
 
Com’è difficile colmare quel strazio d’incertezza esistenziale, vedo il silenzio nell’attesa del domani
 
sento il dolore come i carboni ardenti nel focolaio
 
tocco le immagini senza sagome
 
oggi nemmeno il sole sorride come del solito
 
il cielo triste abbandona le nuvole nelle strade vuote accompagnano le ceneri sottili nere nei prati aridi
 
nell’aere quel silenzio taglia le risposte lontane
 
in lontananza un stormo di uccelli vagabondano
 
nella profondità della libertà umana,
 
ora tutto ha un senso adesso la paura è diventata la nostra pelle lottando con l’incapacità del viver sereni
 
l’unica strada possibile è l’amore Divino che ci farà ricominciare
 
 
 
'''RISVEGLIO DEL 2020 E DOMANI'''
 
''Di Sandro Perillo''
 
 
E’ arrivata la sera,
 
tra poco l’oscurità
 
spegnerà le delusioni
 
che mi soffocano.
 
 
Amarezze mai assopite
 
per non aver saputo amare
 
e non solo dare.
 
 
Ora è tardi,
 
raccolgo gli ultimi stracci
 
di questa vita frammentata
 
in un doloroso silenzio di echi.
 
 
Domani, un ricordo, forse,
 
resterà nei pensieri distratti
 
che presto svanirà nel quotidiano.
 
 
La vita, la morte
 
un unico insieme
 
di invisibili algoritmi
 
oscuri e incomprensibili.
 
 
 
'''L’EROE, IL CAVALIERE ERRANTE'''
 
''Di Armando Maiolica''
 
 
Ho paura, ho tanta paura!
 
Nei tuoi occhi questo ho letto
 
se pur di tal patema nulla dici
 
tanto da sembrar disinvolto.
 
E’ una dolorosa e celata angoscia
 
quella che ti opprime
 
nel mentre cerchi di salvar
 
chi dal male è stato preso.
 
La paura che ti prende
 
è perché a lottar ti trovi
 
contro un male oscuro,
 
contro un essere invisibile,
 
nemico perverso e spietato,
 
che chiunque può colpire
 
come ha fatto con chi lo
 
con tanto amor stai curando.
 
Però proprio la paura,
 
il timor che anche tu
 
puoi soccombere, perire,
 
a reagir ti spinge
 
e ti dà la forza di lottare.
 
Ti invoglia ad esser presente
 
in questa trincea desolata
 
dove una metamorfosi avviene
 
che la tua paura diventa coraggio
 
e per quanti ti guardano
 
non sei più il curatore
 
ma l’eroe, il cavaliere errante.
 
 
 
'''LA QUARANTENA'''
 
''Di Antonino Biancorosso''
 
 
-Gli occhi chiusi
 
dentro la tua stanza buia
 
-L'orecchio ode
 
il silenzio del tuo cuore
 
-Fredde le mani
 
accarezzano il tuo caldo viso
 
-Il tuo odore di zagara
 
profuma nel tuo triste sorriso
 
-In un giorno di sole!
 
 
 
'''PROSERPINA'''
 
''Di Diego Baldassarre''
 
 
Una volta i vecchi giocavano
 
a carte
 
al bar: li osservavo
 
 
Sono loro che mi guardano
 
fissando
 
i punti scuri delle pupille
 
 
Parole soffocate
 
sole
 
aggrappate al camice verde
 
 
Non sapevo
 
che sarei stata io la Proserpina
 
che taglia
 
il capello fatale
 
 
 
'''MARGHERITE DORATE'''
 
''Di Maria Giovanna Bonaiuti''
 
I
 
n quel giorno di febbraio,un raggio di sole coraggioso
 
Lottava contro una nebbia neghittosa,
 
che sembrava zucchero filato,
 
per regalare una piccola carezza di calore
 
ai cuori ingrigiti dalla solitudine.
 
Camminavo irrilevante,
 
lungo la via della mia melanconia irriverente,
 
quando l’ho vista,
 
abbandonata nel suo vaso striminzito,
 
con le sue foglie rinsecchite,
 
ma con una speranzosa macchia di verde.
 
L’ho portata nel mio balcone,
 
tra le mie piante senza nome,
 
i cui semi senza nome  ,
 
sono stati trasportati dal vento
 
sfuggendo a terre inospitale.
 
Ora la sto guardando,
 
e vedo una nuvola di sorridenti margherite dorate,
 
immerse nella gioia di foglie splendenti.
 
Intorno a lei si affollano i miei amici passerotti,
 
per farle compagnia.
 
Così mi accorgo
 
Che basta una carezza ,
 
come un piccolo gesto di gioia,
 
per ridare un soffio di speranza
 
al silenzio delle anime abbandonate nell’indifferenza .
 
anche il mio cuore si accorge,
 
che quel guizzo di luce nell’inverno inospitale,
 
era anche per me.
 
 
 
'''TERRA SPACCATA'''
 
''Di Angela Ladisa''
 
 
Il dolore è un terreno arido
 
che se non viene innaffiato
 
si indurisce
 
e ti ritrovi il cuore secco.
 
E allora io ti dico:
 
piangi
 
che le lacrime non cibano il dolore
 
sono acqua che si insinua
 
tra le crepe di una terra spaccata.
 
E allora io ti dico:
 
piangi
 
che le lacrime della sofferenza sono capaci di dare la vita anche ai fiori.
 
E non ti stupire se
 
tra le crepe della tua terra spaccata
 
vedrai presto un germoglio
 
che si aggrappa con forza alla vita
 
e la inventa da capo.
 
 
 
'''E IN CERTI MOMENTI'''
 
''Di Ilaria Spes''
 
 
E in certi momenti
 
il silenzio diviene la capsula
 
che placa la paura
 
E la distrazione offerta dai fiori
 
un modo per seguire
 
un’altra linea del tempo
 
Così chiedo aiuto all’abete verde
 
ai rododendri in gemma
 
persino alla quercia australe
 
che sola migra in un tempo inverso
 
Chiedo aiuto alle radici alla linfa
 
al sangue delle piante
 
perché sia accolta la nostra pena
 
nel rifugio della loro carne
 
 
 
'''GLI ANGELI MASCHERATI'''
 
''Di Franco Calzolari''
 
 
Come travolto da folle tornado,
 
scemar ho visto la luce della vita,
 
il corpo mio sprofondar nel guado,
 
l’avventura terrestre ormai finita.
 
 
Lontano dalla casa e dagli affetti,
 
con grande amarezza dentro il cuore,
 
vedo svanire i sogni e i miei progetti,
 
mi sento soffocare dal dolore.
 
 
Ormai mi arrendo al volere del fato…
 
Con un sorriso mi porge la mano,
 
un angelo dal volto mascherato
 
che sembra giunto da un mondo lontano.
 
 
Ora che sono tornato alla vita,
 
sarà eterna la mia riconoscenza
 
a questi angeli, di bontà infinita,
 
che mai l’umanità potrà far senza.
 
 
Quando l’epidemia sarà finita,
 
ritorneremo ancora tutti insieme,
 
per prati verdi a camminar nel sole,
 
a vivere le gioie della vita.
 
 
 
'''SOFFERENZA'''
 
''Di Anna Maria Lavarini''
 
 
Si era nascosta la primavera
 
non sopportava tanta sofferenza.
 
Non portava con se la sera, tramonti dorati
 
ma solo un cielo livido e malinconico,
 
ovattato di nuvole gonfie di lacrime.
 
Silenziose e vuote le strade,
 
la grande piazza muta e sterile aspettava.
 
Avvolto da un sterminato silenzio
 
sotto la pioggia camminava solitario
 
con passo lento, il grande vecchio bianco
 
sembrava portasse sulle spalle,
 
tutta la sofferenza del mondo.
 
Quella sera dinanzi ad vuoto assoluto,
 
per la prima volta, parole e benedizioni
 
non sono state rivolte ai soli devoti
 
colorati e festanti.
 
Brillavano i raggi d’oro del santissimo,
 
per la prima volta mai benedizione,
 
ha varcato tanti confini  
 
per la prima volta
 
in questo tempo sospeso
 
all’ unisono mai così tanta gente in ascolto
 
Sotto la pioggia parole di luce
 
per alleviare tanta sofferenza
 
Suoni di campane e sirene
 
dolore e speranza
 
si confondevano con la pioggia.
 
 
 
'''IN PRIMA LINEA'''
 
''Di Simonetta Vacca''
 
 
Il passato è incerto..
 
ma il cuore infonde coraggio
 
il corpo impettito avanza oltre la linea rossa di confine.
 
La mente immagina un futuro agognato.
 
Nessuno “eletto”
 
Nessun “condannato”
 
Torneremo tutti a casa dal fronte insanguinato.
 
Nessuna medaglia a testimoniare il
 
“dovere”.
 
Nessuna corona a indicare “il potere”.
 
Solo la vita
 
Indomita
 
Battagliera
 
Sfacciata nel suo incedere
 
Baldracca nel suo perire..
 
A voi in prima linea l’onore di una magica follia!
 
In Italia, nel mondo, nell’intero universo
 
E.. così sia.
 
 
 
'''LA PRIMAVERA SENZA NOI'''
 
''Di Anna Costinela Bichis''
 
 
La procesione  quest anno l’hanno fatta solo nei cieli,
 
sono tanti i dipartiti
 
molte le lacrime versate in silenzio nella terra deserta..
 
loro abbracciati
 
noi sempre più distanti,
 
la primavera  è bella più che mai ma nessuno a guardarla,  
 
sono in letargo i monumenti,
 
le strade tacciono,
 
gli uccelli cantano,
 
gli umani piangono,
 
le stelle cadono,
 
le campane annunciano il tempo della sacra ora,
 
nei luoghi di culto non rumoreggiano preghiere,
 
si prega ai piedi del letto e si parla spesso con Dio.
 
Tra blu intenso e tiepido azzuro
 
sfumano  notte e giorno.
 
Mai guardai il cielo cosi tante volte
 
perché schiavo era lo sguardo  sui piedi nel loro cammino
 
Ora sono immobile,
 
alzo spesso gli occhi  verso l'infinito, non volano più gli aerei,
 
solo quelli di soccorso,
 
l’aria limpida e il cielo sereno sono  il regno degli uccelli,
 
finalmente liberi di rumori,
 
inquinamento.
 
Ho tempo, lo stesso tempo di prima,
 
ma ora capisco quanto ne ho sprecato.
 
Avevamo tutto il mondo ma stavamo perdendo noi stessi,
 
ora parliamo spesso con i muri delle case che ci proteggono.
 
Sai figlio,
 
in giro ci sono i supereroi, medici, poliziotti e carabinieri,
 
quelli che non ci fanno mancare il mangiare, tutti salvano le vite
 
ci proteggono dai malviventi e spesso  da noi stessi,
 
in corsia manca il tempo per fermarsi a piangere,
 
si corre come sui campi di guerra,
 
i più forti si salvano,
 
i deboli ti lasciano l’ultimo respiro
 
da raccontare a madri, padri, figli,
 
non ce modo per l’ultimo saluto,
 
le porte degli ospedali sono serrate per non far sfugire il male,
 
si gioisce per un istante quando qualcuno ce la fa tornare a casa.
 
I soldati non impugnano armi
 
ma trasportano feretri, costruiscono ospedali,
 
non ci sono messe e nemmeno funerali, non ci sono fiori d’addio
 
e nemmeno croci sotto cui riposare il sonno eterno.
 
Il mietitore  ha rotto le file  e si è portato via anche gli angeli in camice bianco,
 
gli angeli in uniforme,
 
senza pietà e senza distinzione,
 
lui prende, prende, prende
 
e non saper quando si fermerà ci logora l’animo, la mente, il corpo.
 
i preti pregano in solitaria nel chiese vuote di fedeli.
 
Ci assillano le domande,
 
ci trafigge la solitudine,
 
i pensieri in subbuglio,
 
le mani tremanti,
 
la voce incerta e fragile dietro ai copri volto.
 
Ci riconosciamo dalla voce,
 
dalle movenze,
 
salutiamo  chiunque passa
 
per paura di aver saltato il saluto ad un amico,
 
Vogliamo spesso scappare,
 
ma non ce luogo sicuro su tutta la terra, restiamo  come sassi che nessun mare si vuol portar via.
 
Sai figlio, non incolparmi anche se ho colpe,
 
l'eredità che lascio sono i miei errori e i miei ricordi.
 
Abbiamo dato troppo spesso tutto per scontato
 
ed ora, le piccole cose sono diventate bellissime.  
 
Stiamo rivalutando il concetto di libertà, di amore, di famiglia
 
e mi chiedo se la felicità avrà fiorito nel cuore di qualcuno
 
così come miliardi di fiori sono sbocciati in questa primavera di silenzio.
 
L'ego dei spregevoli ora ha un volto,
 
i cattivi sono più cattivi,
 
i buoni fanno la carità,
 
i poveri insorgono,
 
i ricchi restano ricchi,
 
i ladri e i traditori di principi e di beni
 
si vendono sempre per trenta denari. Piange la dignita dei vecchi mentre chiede da mangiare,
 
angeli in unifore accorono per aiutare.
 
Si dice grazie da lontano si saluta con un cenno di capo,
 
si mandano baci e abbracci virtuali,
 
altri invece sono indifferenti ignorano la tristezza dei vivi,
 
la
 
la fila dei morti in attesa di tombe,
 
poi ci sono i folli  non curanti del pericolo che incombe.
 
A Pasqua quest’anno c’era  il sole
 
ma i nostri sguardi sono ombreggiati dalla paura e dell’incertezza,
 
risuonano canti dai balconi,
 
gridi di speranza,
 
ora crediamo  per davvero nel futuro che ci stava sfuggendo si mano,
 
credici figlio anche tu,
 
fai meglio di me,
 
impara la storia dei tuoi avi che hanno sfiorato l’apocalisse,
 
non ripetere i nostri errori
 
e anche se fa male ricorda questo momento di tristezza
 
e accedi nel tuo cuore una luce per i dipartiti .
 
Sii felice e migliore di me .
 
 
 
'''OCCHI'''
 
''Di Elisabeth Gioia Carbone''
 
 
Non ti riconosco più,
 
dietro l'ingombro che siede sopra il tuo volto.
 
Eppure i tuoi occhi hanno imparato a sorridere,
 
il loro sorriso l'ho ben colto.
 
E che differenza fa sapere chi sei,
 
se non ci si può nemmeno abbracciare.
 
Eppure i tuoi occhi, segnati da ciò che li circonda,
 
sanno bene come continuare ad amare.
 
I pianti di chi non puoi salvare li hai stampati sulla tua veste,
 
i tuoi occhi ancora non li vedono.
 
Eppure sei qui davanti a me,
 
anche se i tuoi pensieri sparsi corrono.
 
Aspettiamo dunque, lo scorrere di questi giorni funesti.
 
Che ci sarà il tempo per poter ringraziarti,
 
anche se non sarà mai abbastanza, per tutto ciò che con i tuoi occhi sgranati, anche oggi calpesti.
 
 
 
'''GIORNI SOSPESI'''
 
''Di Gabriella Vergnano''
 
 
Faccio finta
 
che le parole
 
che escono
 
dalla mia penna
 
siano quelle
 
di poco tempo fa
 
che sembra un secolo
 
i giorni
 
erano uguali
 
con il profumo
 
di caffè
 
al mattino
 
i passi tranquilli
 
i fiori nascosti.
 
Chiudo gli occhi
 
per non vedere
 
quei corpi sfilare
 
uno dietro l’altro
 
visi amati
 
fino a ieri uomini
 
come quello
 
di mio padre
 
che non vedo
 
da un mese
 
da bambina
 
mi portava
 
a pescare
 
Sguardi sbiaditi
 
aspettano
 
di rivedere
 
i giorni di prima
 
ci inventeremo
 
nuovi altari
 
per scambiarci
 
abbracci da lontano
 
vicini avremo
 
paura
 
e gli uccelli
 
volano allegri
 
per ricordarci
 
che è già primavera
 
 
 
'''ODE ALLA TECNOLOGIA'''
 
''Di Marisa Amadio''
 
 
Lode alla tecnologia
 
che ci rende liberi nella prigionia
 
in questo loop temporale
 
in cui ogni giorno è uguale.
 
 
E il sole, obsoleto orologio, ritorna
 
a scandire il tempo del giorno
 
dal suo levare sino al suo tramonto.
 
 
Sempre in contatto
 
è la parola d'ordine del coatto
 
nella cella dorata del caso
 
che piange addosso al recluso.
 
 
Ma che benedizione e che pazzia
 
lode a te oh tecnologia
 
che ci illudi d'esser vivi per sacra egemonia
 
in questa collegiale follia.
 
 
 
'''CE LA FAREMO'''
 
''Di Anna Maria Brughitta''
 
 
Saranno attimi di vita vissuta
 
che riaffioreranno lentamente
 
nelle pagine di un libro
 
trascritte minuziosamente.
 
Fiori come segnalibro,
 
che separano quei momenti
 
racchiudendo i pensieri...
 
segnando sensazioni ed emozioni
 
che il cuore rivivrà in eterno.
 
Dove la primavera dirompe
 
con i raggi del sole
 
ed esce fuori con tutto il suo splendore!
 
Il suo calore,
 
sarà l’unica cosa che segnerà
 
dopo tutto questo terrore
 
la fine di quest’ incubo…
 
e resterà indelebile
 
nelle pagine della vita.
 
Il silenzio delle vie,
 
dove nessuno sfiora nessuno,
 
mentre le persone guardinghe
 
con mascherine e guanti
 
la distanza cercano di rispettare
 
lunghe file ovunque.
 
Il panorama è surreale.
 
Tutto è surreale.
 
Questo silenzio è surreale…
 
ma non è solo assenza di rumore
 
ma sofferenza nei cuori.
 
Ti è mancato un abbraccio…
 
un bacio…
 
una carezza…
 
una stretta di mano
 
che prima potevi dare.
 
Tutto ci è impedito…
 
finché questo ospite non gradito
 
non sarà sconfitto.
 
Negli ospedali lottano i nostri eroi…
 
Uomini dal valore
 
non sempre riconosciuto
 
ma loro un grande contributo
 
al paese hanno sempre dato.
 
Stremati per le lunghe ore ininterrotte,
 
e amareggiati per la tristezza
 
che hanno dovuto vedere,
 
nei volti delle persone che muoiono sole,
 
senza il conforto e l’ultimo saluto
 
delle persone a loro care!
 
Per loro una carezza
 
e una parola di conforto
 
mai è venuta a mancare.
 
È doveroso un grazie dover dire!
 
Assieme ce la faremo
 
Io resto a casa…
 
 
 
'''MANI INTRECCIATE'''
 
''Di Aurora Cantini''
 
 
Mani intrecciate
 
in questi giorni
 
di scura tempesta,
 
mani intrecciate
 
a creare rami e foglie
 
per un nido di sguardi,
 
mani intrecciate
 
intorno a occhi lucenti di domande,
 
smarriti,
 
spaesati.
 
 
Le mani di una mamma e di un papà
 
a far da corona e scudo
 
ai sogni di un bimbo
 
che attende la primavera
 
da dietro i vetri di una finestra.
 
 
Mani che sorreggono e scaldano,
 
accarezzano e rialzano...
 
mani che giocano, scrivono,
 
impastano, insegnano,
 
indicano.
 
 
Mani grandi come ali,
 
a cui un bimbo può afferrarsi
 
per raggiungere il cielo.
 
 
E volare alto,
 
nel cuore delle nuvole.
 
 
E volare alto,
 
senza paura di cadere.
 
 
 
'''VERRÀ ANCHE L’ALBA'''
 
''Di Rosanna Peruzzi''
 
 
È così buia la sera
 
con la luce fioca di un corridoio
 
 
e una lanterna accesa nel cuore
 
per non respirare la sconfitta.
 
 
È più forte della resa
 
il coraggio
 
di chi combatte
 
 
mentre molti cadono
 
in un sonno profondo
 
che oltrepassa la vita.
 
 
Verrà anche l'alba
 
sgombra da nubi
 
e potrai guardarti nuovamente
 
con il viso di ieri
 
 
e negli occhi il sorriso
 
della speranza
 
mai morta
 
sotto la maschera…
 
 
un sospiro
 
verde di fili d'erba
 
nati tra le mani.
 
 
 
'''DOLCE ANGELO MASCHERATO'''
 
''Di Sergio Camellini''
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Far mia
 
la tua malinconia
 
per sentire quello che senti,
 
provare
 
le tue emozioni:
 
vivere i tuoi sentimenti.
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Uscire dal tunnel
 
della paura,
 
prendere per mano
 
la vita,
 
abbracciare un sogno:
 
sì, non è finita.
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Giacché l’infinito
 
verbo dire… si tramuti
 
nel piacevole verbo fare,
 
come col tuo operato
 
a rischio
 
anche di dolore.
 
 
Dolce Angelo mascherato,
 
grazie
 
solo per amore.