Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “[[Solidarietà Poetica]]”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.
Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “[[Solidarietà Poetica]]”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.


Vi ringraziamo ancora una volta per le vostre Poesie!
Ringraziamo ancora una volta i Poeti, per i propri versi, e coloro che affrontano questa emergenza, per il loro coraggio.
 


Vincenzo De Lucia
Vincenzo De Lucia
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Io tendo la mano!
Io tendo la mano!


=== Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza e Varese ===
===Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza e Varese===




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et sa solidarité, seulement, virtuelle.
et sa solidarité, seulement, virtuelle.
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===Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile===
===Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile ed al Personale Sanitario nazionale===




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Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.


TU!
 
 
'''TU!'''


''Di Franco Frijio''
''Di Franco Frijio''


Quando ci si sente soli
Quando ci si sente soli
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perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
'''IL MALEFICO CORONA VIRUS'''
''Di Renzo Brandalise''
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.
Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,
e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
E tra un macero di cose     da anni    disuse.
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .
Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
'''LA BATTAGLIA'''
''Di Enrico Chiastra''
È arrivata,
Ed in modo molto inaspettato,
Ha preso in un'attimo il sopravvento
Al nostro ragionamento,
E, per il momento, siam molto impreparati,
Chissà se avremo dei buoni risultati.
Nonostante il lungo andamento
Ci stiamo prodigando a tempo pieno,
Non c'è tempo per pensare
E nemmeno per dormire,
E sempre all'erta bisogna stare
Perché questo è un nemico invisibile,
Che ti aggredisce
Quando meno te lo aspetti,
Anche se hai addosso le protezioni
E stai attento alle occasioni
E non ti scopri mai,
Ma il pericolo che corri è alto,
Molti altri colleghi lo han provato,
A loro insaputa, è penetrato,
Ed hanno dovuto lottar per la vita.
Noi agli altri bisogna dar supporto,
Mettendoci anche lo spirito
E il cuore nel nostro lavoro,
Che è quello di aiutare il prossimo
Che è in difficoltà, a guarir da questo,
Poi siam felici, quando almeno una persona,
Che si è fidata della nostra esperienza
E ci ha donato la sua anima,
Guarisce, allora sprigiona gioia,
Festeggiando per la Vittoria
Che abbiam ottenuto contro l'impossibile,
Però dobbiamo far molta attenzione,
Perché se è finita una battaglia
La guerra è sempre aperta,
Ma forse un giorno finirà, e saremo contenti,
Abbiam lavorato sodo, ma con i risultati
Siam vincitori assoluti,
Nonostante i morti
'''RISVEGLIO'''
''Di Vittorio Brancatelli''
Senti profumo
di primavera nell’aria
le verdi foglioline
sui rami, i germogli
le margherite nei prati.
Il letargo invernale
è finito.
Riprende tenace
e prepotente la vita,
si svegliano gli animi
a nuovo vigore,
nuovi slanci
nuove passioni,
l’amore fiorisce.
Ritorna la gioia
nei cuori
'''PANDEMIA'''
''Di Giovanni Minio''
Crisantemi impazzano,
Su camion militari
Che trasportano salme in quantità.
Liberano centri urbani che non ne contengono più.
Muoiono come mosche, ogni giorno, Genti.
Noi, inermi, attoniti,
Stiamo a sentire numeri,
Macabre migliaia di numeri
Che sfilano sotto i nostri occhi umidi,
Attraverso le immagini televisive.
Sillabe più non fuoriescono,
Dalle bocche impietrite,
Ne i cuori riescono più a capire la realtà.
Non è una catastrofe bellica,
Dove alla fine il nemico s’arrenderà,
Ne una guerra lampo,
Dove presto, tutto finirà.
E’ qualcosa di più infimo e subdolo
Che colpisce tutta l’Umanità.
E’ la Pandemia Universale,
Arrivata quest’anno qua!
Ma ugualmente  vinceremo
e supereremo  questa calamità!
La vita, grazie a tutti, trionferà!
'''EROI SENZA GLORIA'''
''Di Marina Rigolizzo''
Ragazzi, giovani.
I più diligenti. I migliori.
Non vi si vede per strada.
Timorosi e spaventati.
Chiusi nelle vostre case,
vi aggirate come fantasmi.
Visi abbattuti, sguardi spenti.
A volte nervosi, spesso irritati.
Alcuni ribelli, altri rassegnati.
Come degli animali selvaggi in gabbia.
Nel pieno del vostro viaggio di libertà.
Non chiedete niente.
Nessuno vi chiede niente.
Alcun parere, né un coinvolgimento.
Restate lì, senza percepire alcuna gratificazione.
Non è questa una “prima linea”?
I vostri occhi vorrebbero risposte
ma ricevono solo regole da dover seguire.
Vittime di un sistema costretti ad accettare,
colpevolizzati perché non si riesce a cambiarlo.
Come pretesto la vostra mancanza di impegno.
Sempre giudicati.
Sopportate tutte le nostre frustrazioni.
Come sapete fare,
come potete fare.
A voi, quante richieste,
una follia!
Ma siete luce di speranza
Che possiate capire.
Che possiate ricordare.
Che possiate ritrovare il giusto percorso da noi perduto.
Eroi senza gloria.
'''ORA CHE CI TROVIAMO NEL LATO OSCURO DELLA VITA'''
''Di Gennaro Saccone''
Questa non è una guerra,
combatto contro un esercito di ombre
e la paura  risveglia il coraggio.
Il mattino si alza e dà luce
a un sole malato,
e c’ç un nemico nell’aria che ruba il respiro
e fa della morte un luogo abitato.
Mai conoscemmo primavera come questa,
e la vita che langue e va via.
Guardami non scappo,
l’inferno vero è per pochi eletti.
Guardami sono un angelo  dalle mani stanche
e dal cuore forte,
soldato che non cerca gloria,
richiamato per una guerra di trincea,
Gli altari sono cambiati:
divinità malvagie tra noi.
Riuscirò a fermare
la volta celeste che sta scivolando?
C’è silenzio, c’è assenza,
persino i morti non hanno linguaggio
e così facilmente, ancora una volta,
intreccio la mia mano alla tua
per celebrare un vago frammento d’amore
e un corpo d’argilla riprende fiato.
Fragile e confuso, candido vessillo.
custode della tua vita,
ora è tempo di giocarmi la mia:
sono un Camice Bianco in corsia.
'''ANGELI IN CORSIA'''
''Di Giovanna Iacovone''
Non saranno mai famosi
i loro nomi ,
ma offrono loro stessi
fino allo stremo
nelle corsie di ospedale ,
sempre in prima linea ,
sacrificando la propria vita
per salvare quella altrui …
Sono gli angeli di corsia ,
che, con le loro ali ,
con il loro sorriso ,
cercano di rendere
meno doloroso
il calvario di un virus
subdolo , invisibile ,
che distrugge vite
a catena ;
perciò, non mettiamo in quarantena
il nostro amore per la vita ,
restiamo a casa ,
distanti ,
sempre attenti
ai decreti,
ai gesti concreti
che potrebbero salvare l’umanità
dal vortice letale :
ecco quanto vale
una vita, lo avevamo dimenticato,
ce lo hanno ricordato
quegli angeli in corsia
quel valore inestimabile
in un mondo psicolabile.
'''I TEMPI DEL CUORE'''
''Di Elisa Mariotti''
Un velo sterile,
una bocca contratta
nasconde.
Occhi stanchi,
dietro pese palpebre
ciò che impossibile sembrava,
ora vedono.
Tutto.
Troppo.
Il cuore batte
a due ritmi.
Un adagio
per chi è andato.
Un rapido
per chi lotta ancora.
'''MEMORIA CORTA'''
''Di Emanuele Pisanell''o
Pure la Lupa piange, silenziosa,
rinchiusa in gabbia coercitivamente,                                             
perché rifugga il morso del serpente,                       
insinuato in maniera misteriosa.
Fa rievocare, serpe sì insidiosa,                   
procedendo a ritroso con la mente,                                                         
la bestia del centennio precedente,                                   
svelatasi oltremodo perniciosa
proprio sul volger della grande guerra;                                                         
che operò con simile furore                                                               
da decimare allor l'intera Terra.
E nonostante il morbo vessatore,                 
tra incuria e trasgressioni d'ogni sorta,             
palesiamo oggi di memoria corta.         
'''PANDEMIA 2020'''
''Di Davide Caputa''
Malinconia
Mascherine accarezzano
Volti stanchi
Camici e divise
Oscillano tra buio e luce
Giorni di cristallo
Si diffonde il virus
La vita scivola via
Il cielo impallidisce
Primavera in quarantena
Città deserte
'''NUOVI OCCHI'''
''Di Vespina Fortuna''
Chiusa nella mia gabbia dorata
guardo il merlo volare libero sul ramo
la città è vuota
gli alberi rifioriscono di novella primavera.
Riconquistati i miei antichi pensieri
li ascolto andare
al ritmo lento del tamburo africano.
Non ho alcun piano per oggi
né per domani
nessun desiderio
se non riabbracciare chi non posso
e rifiorire
con nuovi occhi
e vecchi amori
'''LABORATORIO'''
''Di Andrea Giuseppe Graziano''
Subornato da luci
Squillanti nel bianco
Asettico ripassa a memoria
Periziali processi di Tékhne
Cercatore e cacciatore
solo Nei pistilli di un fiore Mortale
Delle radici del male
Senza il sorriso grato
Degli infermati
La compagnia d’Infermieri Stremati.
Nutre in segreto l’agone Come missione
Claustrofobica ipossia Ricerca inesausta Senza gloria
Sublime dono di una Superna Consumazione
'''ISOLAMENTO'''
''Di Antonio D’Auria''
Questa luce scroscia
e sorprende stamani,
indugiante già nei socchiusi fumi
intorno a un’emicrania.
Se poi sei ad un passo dal mare,
destarsi prende forma dal suo umore.
Dunque sole d’aprile,
aria meno affilata di ieri.
Facile sconfiggere le coltri
più difficile immaginare
quando le pareti torneranno
ad avere un varco.
Ancora
confettura di ciliege e caffè amaro?
Ti spiazza palpabile
il disagio che scivola verso la rabbia
per la morte del tuo frigorifero,
per l’acquitrino nel freezer,
per il perché proprio ora.
Ma l’affanno presto rallenta
perché indietreggi in penombra
e respiri sincrono
sul risveglio delle sue labbra.
Lei è con te.
L’angoscia di chi annega da solo
zavorrato da morbo,
non per dolce naufragio,
è ora lontana?
'''ATTESA'''
''Di Maria Gabriella Conti''
Tramonta il sole sui tetti
rosso nella sera
e per quanti pensieri metti
bel tempo si spera,
un aereo lascia la bianca scia
finisce il giorno e sarà domani,
qualcosa ancora si porta via,
penso al lavoro di buone mani
che ci fa ben sperare,
non c’è nessuna resa
bisogna solo aspettare
e che sia una breve attesa.
'''FIAMMELLE'''
''Di Luciano Delucchi''
I vecchi, sospirando
soffiano via la vita,
bevendo l’ultimo respiro
piegano con dolcezza
le fiammelle delle candele
infilzate sui candelabri,
gocce di cera  
alate di preghiera
cadono sui pavimenti
luccicanti di dolore.
E’ il tempo che ci raggiunge
con le sue dita grifagne spegne
quello che eravamo, il mistero
che non saremo mai,
srotolano ombre nei corridoi
avviluppandosi come lenzuola
fasciano nascite e morti.
Il tempo fa bene il suo lavoro
ha l’eternità per imparare
fiorisce mute nostalgie
colonizza terre di rimpianto
senza mai ammorbidirsi,
si culla al ritmo degli estremi
- vita – morte -
'''SPERANZA DI VITA'''
''Di Pasquale Laurenza''
Nell’assordante silenzio
di questi giorni senza vita,
orizzonti sereni l’anima brama.
Anela il cuore spazi immensi,
giochi di bimbi,
abbracci e baci di donna.
Ci allontana,
questo vuoto da noi stessi,
spegne l’anima e ne cancella i sogni
lasciandoci morire dentro.
Ma la speranza non muore,
rimane viva e selvaggia.
Speranza di vita.
'''PASQUA CORONATA'''
''Di Roberto Lasco''
Cristo di Passione
hai voluto che anche noi
portassimo sul capo chino,
il sacrificio eterno,
della tua Corona di spine.
Attraverso un Virus invisibile,
dalla chiara similitudine,
hai deciso di fermare
il Mondo globale
e di fargli abbracciare
la Tua stessa Croce.
Pasqua giunta
in un anno speciale,
coronata e in attesa
del Tuo giudizio,
annuncerà la Risurrezione,
che ci giungerà propizia
nell’ora in cui vorrai
per redimerci dal peccato
e condurci per mano
verso la strada
della gloriosa salvezza.
'''FORZA ITALIANI'''
''Di Francesco Capozza''
Le città son tutte deserte
colpite da una infame sorte
con animo inerte
siam tutti in disparte
con il pensier rivolto alla morte
Seduti sui divani
ad ascoltar le notizie immani
noi poveri e fragili umani
nel cor siam tutti Italiani
Siam duri e non molliamo
e di speranza noi ardiamo
perché la vita noi amiamo
'''SIAMO NOI'''
''Di Sergio Santoro''
Le notti angosciose
vissute nel tormento dell’impotenza
le membra stanche
ma sempre pronte alla chiamata
i volti disfatti
ma sempre sorridenti nel cuore dell’altro
mute presenze
che parlano con i gesti dell’amore
vite dedicate
perché la vita abbia sempre a vincere
attese sfibranti
per un verdetto che sa di speranza.
Non siamo gli eroi
di una obsoleta retorica
siamo le mani
di chi non può afferrare
siamo gli occhi
di chi non può piangere
siamo il respiro
di chi ha fame di esistenza
siamo noi
che soffriamo con chi lotta col dolore
che amiamo chi non ha affetti da dare
che stringiamo le membra silenziose
che lottiamo col nemico più subdolo
che crolliamo quando il corpo ha dato tutto.
E il ricordo
di questo tempo di ansie e di paure
scolpito nel cuore di chi non si è nascosto
è il nostro compenso
per un lavoro che mai rinnegheremo.
'''GRAZIE A VOI TUTTI'''
''Di Patrizia Albanesi''
E’ grazie a voi che lottate col nemico
ne conoscete forza e pericolo
e lo sfidate con coraggio umano
che non mi sento sola
non ci sentiamo soli
Voi medici ed infermieri e di altre mansioni
avete la nostra stima
il nostro affetto
il nostro pensiero costante
Un immenso grazie a tutti voi che ci date speranza
a voi che date un traguardo a questo improvviso e tragico momento
a voi che con forza non cedete pur tra molte difficoltà
a voi che sapete affrontare con un cuore di squisita bontà
gli occhi di chi ha paura, di chi ha capito
di chi è stato più sfortunato di altri
Dal profondo del cuore
vorrei abbracciarvi uno ad uno
ma non so dire altro che
GRAZIE INFINITE A TUTTI VOI
'''TRABALLANTI MA IN PIEDI'''
''Di Martina Rita Villani''
Io vi vedo, sapete?
Vedo la stanchezza,
la preoccupazione,
negli occhi.
I vostri lineamenti
tesi e non più dolc.
Io vi vedo, sapete?
Determinati e forti
a far fronte all’emergenza.
Non vi dico solo
“Ce la faremo”,
ma aggiungo:
“Grazie a voi”.
È solo così
che siamo in piedi,
traballanti,
ma in piedi.
'''NAUFRAGHI D’AMORE'''
''Di Marco Astegiano''
Silente,
asciugo questi rimorsi di pioggia.
Mi dolgo  
di questa esistenza beffarda:
non v’è porto alcuno
per la mia anima raminga,
solitaria, ma duale.
Nemmeno ricordo quante vite annegai in te,
tempeste di folle amore,
che troppo impetuoso mi travolse
da attraversare secoli di marosi,
ere di oceani profondi,
e infine approdare ancora a te:
la baia più sinuosa;
e, sfibrato, giacere tra le tue sabbie
di bianco corallo …
'''UNO SPECCHIO RIFLESSO'''
''Di Giuseppe Milella''
Mi guardo riflesso
in quel vetro appannato
una finestra socchiusa
realtà cruda e angusta,
guardo nel vuoto
un silenzio irreale
e penso perplesso:
ormai è la fine.
Oltre quell’improvvisato
ed impalabile specchio,
scorgo un ombra
rarefatta e sfumata,
è la mia immagine
opaca e sbiadita
stantia come il tempo,
che scorre e passa;
l’ieri è già vecchio
superato e dimenticato,
tutto sembra lontano
così inutile e frivolo,
solo un ricordo sgualcito,
perché adesso
di tutto quel che già stato
nulla più ha alcun senso
e nessuna importanza.
'''UNA ROSA GENTILE'''
''Di Mattia Cattaneo''
Scrivo
righe che non leggo
ma costruisco
una casa di parole.
Non conosco la mia mano
ma di notte apro un libro.
In questo padiglione tremante
di una terra addolorata
cade il freddo
sulle zagare abbandonate.
Una luna sottile,
non insanguinata,
ci raggiungerà
sul grande fuoco
e lo saprà spegnere con una rosa gentile.
'''ED È SERA'''
''Di Dino Rodighiero''
Ed è sera
Qui il tempo
fugge
Distratto non si ferma
Mescola vite
con quella dose d'incertezza
di spavaldo coraggio
di pietosa codardia
E non fa sconti
o regali
ma solo
come un baro
ruba sorrisi e sogni
Ed è sera
Il sole domani
forse
avrà un nuovo colore
per un cammino
tutto da scoprire
tutto da inventare
'''CORONA 2'''
''Di Marisa Monesi''
La primavera è silenziosa
quest’anno,
di occhi e cuore sopiti
macilenti d’animo e attesi.
Una volta la chimera compose
una via acuminata ed aspra e divenne
paura di volare alto in sogno.
Stando alle attese affiora malinconia,
seduta qui nella mia stanza blu,
oramai ho timore anche del respiro.
Nonostante  lontani arrivederci
implorerò una vita attenta
e sentirò tutti gli esseri gioire,
noi sempre vivendo forte,
ma non immagini quanto sia grande
l’universo mondo coronato di gloria.
'''EROI DI CORSIA'''
''Di Claudio Bizzi''
Impotenti sembrano divenir
le mani esperte
che s’adoperan a curarei
i tremolanti corpi,
le lacrime s’appropriano
dell’altrui destino.
Uomini e donne
nascondono l’ansimante fiato
protetti da mascherine,
si prestano a dar vigore
alle grida d’aiuto,
non trattengono l’ardore
facendosi coraggio,
con indomito cuore ripristinano
la speranza ai fiduciosi.
Eroi di corsia senza distinzione
di sesso,
votati a dar tutto di se stessi,
mettendo su di un piatto
d’argento la lor sorte,
pur di sottrar chi soffre
all’infausta morte.
Non ha età la vita al cospetto
dell’invisibil mostro
che la fa divenir come foglie
rinsecchite
accartocciate tra lenzuola
d’un letto.
'''MARZO 2020'''
''Di Giampiero Fenu''
E’ Marzo…
Guardo dalla finestra
Vedo il sole che illumina il cielo
i suoi raggi riscaldano la terra
e nuova vita sboccia
Vedo la neve cadere lentamente
ricopre tetti, strade, alberi e fiori
confondendosi col silenzio surreale
Vedo la pioggia cadere
col  ticchettio bagna i vetri
scorre in rivoli
e spazza via le foglie oramai cadute
Guardo dalla finestra
Vedo questo Marzo
inconsueto
con l’incredulità e le paure
che tutto questo possa a breve finire
Guardo dalla finestra
e sogno un arcobaleno
che possa presto risplendere in cielo
coi colori
di quella stessa vita che
un tempo a me stringevo
'''MOLTO PIU’ DI UN GRAZIE'''
''Di Paola Verga''
Scrivo a te
Per ringraziarti
Di quello che stai facendo.
Scrivo a te
Che metti al primo posto la vita degli altri
Anche se non puoi riposarti ormai da giorni.
Scrivo a te
Che sei lontano dai tuoi cari
Perché sei volato in soccorso dei più bisognosi.
Scrivo a te
Che sei una persona qualunque
Perché come tutti hai un cuore
Ed una vita privata,
Ma che in merito al tuo importantissimo aiuto
Ti meriteresti molto più di un semplice ringraziamento.
Scrivo a te
Che sei un vero eroe
Che al posto di un’armatura
Indossa un camice o una divisa fluorescente.
Scrivo a te
Che stringi i denti
Sotto una mascherina,
Ma che cerchi un modo
Per rassicurare gli altri anche solo attraverso il tuo sguardo.
Scrivo a te
Perché stai aiutando il paese
Che senza il tuo prezioso contributo
Farebbe molta più fatica a rialzarsi.
Scrivo a te
Per dirti
Il mio GRAZIE!
'''A TUTTI  I SILENZIOSI IN PRIMA LINEA'''
''Di Osvaldo Cai''
Sento voci e vedo facce già viste
Odo parole vecchie, altre incerte
E forse mendaci
Voi invece non dite le parole
Che non servono a nulla. Voi agite
Rischiando la vita
I vostri volti non li conosciamo
Così come ci sono ignoti i nomi
Ma salvate vite.
Vedete morire e soffrite in silenzio
E silente è la gioia dei vostri successi
Che pur sono tanti.
Io sono vecchio,ho sofferto la guerra
Ho visto morti,macerie... ed eroi,
Eroi come voi
Il cui nemico era il soffrire altrui
Erano armi competenza, cuore
E grande coraggio.
Chiamarvi tutti “Eroi” non costa niente:
soltanto parole. Meglio sarebbe
Che fossero fatti.
Come fate in corsia,per strada e ovunque
Occorra agire e non solo parlare
Per dire parole.
Io non vi chiamo Eroi, pur se lo siete
Per me siete donne e uomini veri!
Oggi tanto raro!
'''QUALCUNO'''
''Di BennyC''
Qualcuno
mi
ha
raccontato che.
Ti ricordi di tutti i tuoi amori?
Ogni storia è una storia d’amore
Ti ricordi delle sue labbra?
E del tuo cuore.
Io non mi ricordo.
Non c’ero.
Che il niente basta a stare caldi.
Ti ricordi?
Io non mi ricordo.
Non c’ero.
E la brezza?
Il mare e la sua brezza
e il sole
anche il sole
e la paura del buio
anche quella io non mi ricordo
non c’ero.
Respira!
Più forte!
Ancora.
Sono.
Parole.
Sussurrate.
Alla felicità.
La
Rrrabbia
Scri
Scri
Ve
Ve
Ve
Scrive il
fu
fu futo
Uro uro
Futuro
Più dolce.
'''GRAZIE A TE'''
''Di Valentina Simione''
Tu come stai? Te l’hanno chiesto mai?
Non c’è tempo per una parola, se non per una sola, grazie.
Grazie perché eri presente lì vicino a me.
Io ti sentivo, anche se sembrava che dormivo.
Ero stanca e il dolore era così forte al petto,
facevo fatica a respirare, ma avrei voluto dirti grazie,
non fa più male, quando eri con me.
Avrei voluto leggerti una poesia e raccontarti della vita mia,
ma non c’è stato il tempo di presentarci, io arrivai già intubata.
La tua voce m’ha spesso rincuorata senza farmi sentire sola.
Mi ricordi tanto mia nipote, sai? Sei giovane.
Sentivo che ti tremavano le mani, perché in fondo io e te eravamo uguali.
Ci separava un camice bianco, guanti che impedivano il calore
e mascherine forgiate a protezione, ma comunque sia io sentivo il tuo cuore.
Ti dico grazie anche se non lo sai e forse non lo saprai mai.
Grazie a tutti quelli come te che m’hanno accompagnata, senza saperlo verso la luce del sole.
Mentre tu piangevi, io dall’alto finalmente ti vidi, ringraziandoti.
Ma tu ora come stai? Nessuno te lo chiede mai.
Forza mio camice bianco. Io ti abbraccio forte anche se non lo potrai sentire,
ho lasciato un letto vuoto e so che ogni volta quando lo guarderai non dimenticherai mai.
Te lo dico da chi ha vissuto tanto, non fartene mai una colpa, dove c’è cuore c’è amore.
Grazie camice bianco per avermi amata come una nipote sa amare la propria nonna.
'''FIORDALISI'''
''Di Maria Grazia Vai''
S'accende così
come fosse finestra d'altri
lo sguardo triste di settembre
Non un giorno si muove
mentre tutto apparentemente
resta appeso al cielo
insieme al tuo cappello
Un balcone rimasto chiuso
delimita i contorni della pioggia
e di vecchie strade ancora assorte
a contemplare il mare
Quelle stesse dove tu
-eri e sei- l'odore inconfondibile del mosto
ed io la neve sopra il melograno
È là che ascolto i tuoi passi,
tra filari di nulla
che non sanno tacere
Laggiù, dove la musica piove dai vetri
mentre ascolto l'estate sciogliersi
dietro una pozza d'occhi
A tratti il vento, a tratti le risa lontane
e un silenzio che ondeggia ancora
e ti porta via.
'''INSONNIA'''
''Di Mariapia L. Crisafulli''
È tardi,
molto tardi.
È quasi presto.
La luna sta voltando faccia
e io dovrei già dormire,
sognare,
aver chiuso le porte e le finestre.
Ma sono sveglia,
vigile;
inseguo stelle e perdo passi.
Mi piace fare a pugni con la vita.
'''MANI'''
''Di Giovanna Alfano''
Solo queste mani
sanno il dolore
e l'amore dell'uomo.
Grumo di parole e di sangue
è l'uomo avvinghiato
sul lembo di terra,
martoriato ogni momento.
'''SOLI'''
''Di Aldo Palmas''
Era inverno, sembrava primavera. Alla sera,
li caricavano sui camion avvolti
nel sudario; soli.
C'era la luna, silenzio intorno, deserta
la città.
Ho visto
un Angelo prenderli
per mano
e, camminare insieme.
Era marzo, fioriva
la mimosa, volavano
le rondini.
'''FRATELLANZA UNIVERSALE'''
(a Walt Whitman)
''Di Annelisa Addolorata''
Una fretta militare marca il passo – che vuoi fare?!
Sulla scia di un mezzo busto,
giorni calmi, o mi offusco.
Sensazioni cicliche e permanenze diafane:
alla porta.
Una serie infinita di scale, armoniche,
resetta i nostri giorni.
Le saliamo e scendiamo, fraternamente
unite, uniti.
Senza sgomitare, sgominiamo insieme la noia,
una naja priva di etichette di genere, o ceto,
caselle e casette prestampate.
Senza armi: solo evoluzioni.
Una marcia che è una danza.
Tango, circolo circasso, sull’attenti oppure al passo,
di fronte al rispetto dei sogni di tutti quelli che,
morbidi, accarezzano un universo in pace.
Un girotondo di dimensioni galattiche,
tra frattali e opinioni di sé da teletrasportare ad libitum.
Incontrandoci di nuovo accanto a chi è come noi.
Ammettendo questa sincera
voglia di conversare a pochi metri di distanza,
di incrociare sguardi, abbracci e umori stagionali.
Il boomerang della fratellanza universale
sta proiettando le sue nuove sfolgoranti luci da ''estrenar'',
sfoderare come lo step di un’era senza tormenti,
nella tormenta di emozioni spinte verso i nostri sorrisi.
Moltiplicatori di felicità. I mistici
della galassia incontrano le mistiche di tutti gli oceani.
Solo gesti gentili sbocciano. Potenziali
perfezioni incarnate, in.cesellati attimi veri.
Di incontro, di vite umane
che cercano il conforto e il confronto.
Non far incrinare la gioia. Perpetua stanza sé-movente.
Tutte queste persone specializzate
nel non far andare in mille pezzi
le relazioni, le amicizie, i matrimoni,
i vetrai dell’anima (psicologi, counselor, terapeuti vari)
riempiono la rete di speranza.
Guru. Personal trainer. Istruttori.
Praticanti. Condividono un volo.
Una pista di decollo lunghissima. Senza fine.
Ci si saluta. Badando alla salute.
'''MEDICI EROI'''
''Di Piera Angela Cabras''
Medici eroi,
sempre instancabili,
tra paure
e fragili speranze,
sospese nel ritmo
di disperati lamenti,
rantoli di morte.
Medici eroi,
sussurrano parole
di conforto,
spezzate da grumi
di lacrime,
pianti muti,
celati da amari sorrisi.
Medici eroi,
morti lottando
contro un terribile virus,
nell’intento sublime
di salvare vite.
'''CAMICI AL FRONTE'''
Di Claudio Croce
Il vento li ha portati via con se
lontano dai ricordi e dai sogni
senza lasciare il tempo di un caffè
di dire loro ciao, a domani.
I camici sono rimasti appesi
sul filo spinato della vita
che presto ha lasciato il tempo
ma non di certo la speranza.
Gli Eroi di una battaglia aperta
non hanno disertato il fronte
ma sono stati sempre pronti
fino al destino estremo.
Ed ora grazia a loro
il tunnel dell’oblio
si apre alla salvezza
che ridona luce al mondo.
Ci sono altri Eroi pronti
a ridonar la vita e i giorni
a chi restava poco o niente
se non la preghiera e il pianto.
'''RITORNERÀ IL SOLE'''
''Di Annamaria Guidi''
Respirando il disagio del momento
dove andremo a finire,
mi chiedo.
Finirà a breve l’isolamento?
Usciremo indenni dal lockdown?
Ritornerà il sole
preambolo di una nuova primavera,
a dissolvere il grigiore del cuore
a colorare le strade desolate
di pedalate, di chiacchiericci,
di scintillanti risate?
Mirando il cielo,
vola dritto il pensiero ai nonni falcidiati,
ai tanti camici bianchi,
strappati alla vita.
Vorremmo girare veloci il calendario
e, illusoriamente,
calare sui tanti affanni il sipario.
'''OMBRE DI MARZO'''
''Di Matteo Piergigli''
ombre di Marzo
guancia-guancia
rinchiuse nella sera
sotto cieli di cemento
e strade di freddo
dove tutto può morire
'''N’ CUMPAGNIA E NULLU'''
''Di Angelo Canino''
Tanti su lli mùarti e nni mùarini ugne juarnu
duntèanu e d’amici e dde tutti i parìanti,
senza sèntari nu pocu e affettu attuarnu
nemmeni u chjantu e di chèari e lli damìanti.
D’ùnica cumpagnia c’a ss’ànimi, cci fèani
su lli mìadici e lli mpermiari, stremèati;
na maschcara alla faccia, i guanti alli mèani,
soppòrtani u stràziu e ssi pòvari sbenturèati.
Mancu na cannida, ppe nnu pocu e duci,
mancu na preghìara cumi ùrtimu sadutu,
puru doppi mùarti ppe d’illi nun c’è pèaci,
appena carrichèatu, nu càmmiu si nn’è jutu.
Accùati e nu pajisi duvi mancu ci su nnèati,
cummoglièati e terra strània cu nn’è lla sua;
“deccussì rranni èrani i vùastri pecchèati?
A cchini èati fatti mèadu tutti quanti vua”?
Sbrìgati a ppassèari brutta bestia muta,
supra a cuscìanzia tìani tant’animi innocenti
tanta pòvara genti chi ppe ttia si nn’è jjuta
pacìanzia n’èatru pocu, e pu un si cchiù nenti.
'''UN INFERMIERE ...'''
''Di Valerio Di Paolo''
Anche ieri è tornato  a casa disfatto
con la gobba di un giorno passato …
passato a vegliare una flebo
mentre cadeva  anche l’ultima goccia.
Sullo schermo che annuncia il finale
è rimasto solo un puntino che tace
come un’eco dell’ultimo battito.
Aveva  appeso ad un chiodo
il suo camice bianco che ancora teneva nel grembo
gli sguardi appannati di un vecchio:.
gli avevano detto in silenzio che nei giorni finiti con l’oggi
dentro un sacco di plastica nero,
si erano posati anche loro
sui papaveri ardenti nei campi di grano
L’aveva vestito del pigiama più bello,
le ciabatte di tela scozzese, la maglietta in filo di scozia,
con ancora la targhetta del prezzo sul retro.
Nella mano gli è rimasto il rollio delle ruote
di una lettiga un po’ zoppa
Scorrerà nella memoria quel giorno finito
scorrerà lungo gli androni  ormai cupi
portandosi via il peso taciuto
dentro il sacco di plastica nero.
E’ tornato alla terra quel vecchio
È tornato col suo sacco di plastica nero
senza dare nè spazio né tempo , al pianto
di chi pure l’ha amato.
E forse   quegli occhi un po’ rossi nel camice bianco
erano solo per il fumo di una sigaretta fumata
con un po’ di vento contrario.
Ma da oggi anche il camice bianco
è rimasto appeso al suo chiodo,
resterà lì appeso per giorni
fino a quando sarà anch’esso un camice vuoto
chiuso nel sacco di plastica nera.
Allora tornerà nella casa di tutti
e quegli zoccoli bianchi racconteranno di un sogno
che dorme accanto ad un chiodo rimasto da solo.
Vicino ad una aiuola di un metro per due
brilleranno una lacrima e una rosa di plastica rossa.
Una  campana lontana ci dice
che anche oggi un altro angelo ha messo le ali,
uno di quelli che sanno volare,
volare soltanto all’altezza di un essere umano.
'''DALLE SPIGHE AL TESTO DI KOS'''
''Di Giuseppe Modica''
Era da poco finito l'anno vecchio
e dopo aver solcato la nera terra,
con gesti antichi avevo sparso
semi di frumento a gran manate.
Verdi lancette coprirono i campi
ammirate da sguardi sorridenti.
Tenere spighe oggi carezzo
ch'è già iniziato il quarto mese,
ma il viso mesto è divenuto;
chissà se il biondeggiar vedrò
e se la falce tornerà a tagliar.
Come Anassàgora il pensiero
al dolore va e ai mascherati volti,
a lacrime conduce e alle carezze
di chi è andato via senza preghiere,
a chi è rimasto nella prigionìa
d'un male senza tempo e ignoto;
ed a quel giorno ancora va la mente,
di quando vigorosi riabbracciare
e baciar pure chi veder potremo,
ed osannar di morir chi ha scelto
perchè sul testo di Kos lo giurò.
'''INVOCAZIONE A UNA MADRE'''
''Di Leonardo Biagini''
“O quieta Madre,
che di dolce Verità’ m’empiesti il petto
narra a me
Uomo
di quell’Amor
che nel tuo grembo porto’ alla Vita
‘ch’io possa far del mondo
cosa infinita”
'''LA CRISI'''
''Di Antonio Caterina''
La crisi arriva in tutti i sensi
e in tutti i campi, lotte dure,
difficili,complicate,qui
ce solo gente invidiosa, ruffiana,
pettegola.
La crisi ci aspetta nell'angolo,
ma ce la farò, la crisi
si vede sui volti, negli occhi
delle persone.
Abbiamo bisogno di svago,
nella vita non bisogna
perdersi nulla.
Voliamo via di qua
la cultura è diventata un
business dove vanno avanti
sempre e solo le solite facce,
persone, personaggi, lecchini,
raccomandati.
Non voglio cibarmi più
di questa vita senza qualità
stacchiamo questa spina.
Non bisogna discriminare nessuno
in tutti i sensi e in tutti i
campi, bisogna essere umili.
Mai dire parole al vento,
qui ci stanno rubando i nostri
diritti, la nostra dignità,
stiamo nella merda, ma a nessuno
frega niente.
Le cose bisogna dirle sempre
e in faccia, mai nasconderle,
o tenersele dentro.
Che senso ha questo sole
al tramonto?
'''NUOVI PAZZI'''
''Di Chantal Mazzacco''
Ecco lo sapevo !
Non ne posso più di informazioni,
di bollettini di morte,
di quella mascherina per poter uscire,
dei guanti, e del  terrore silenzioso
delle strade, senza allegria
schivando i possibili untori
tra gli scaffali di un supermercato,
dimenticando di guardare
negli occhi e leggere quello
che la bocca non dice,
non riconoscendo molte volte
le persone amiche…mascherate.
Ecco, io non resisto, dopo un mese di clausura
Di brutti pensieri e andare nel panico
completo per due linee di febbre.
Postiamo foto di gioventù,
come dovessimo scorrere la nostra vita
facendo presto…che non c’è più tempo.
E quest’ombra di morte che si allunga,
nel silenzio degli ubbidienti,
uccide più del virus….
Diventeremo forse dei deboli sopravvissuti
o dei nuovi pazzi da manicomio!
'''LA PANDEMIA'''
''Di Salvatore Mancuso''
E' colpito
il genere umano,
non
il cinese
o il coreano,
l'inglese
o l'italiano,
il canadese
o l'americano,
il tedesco
o il francese,
il belga
o l'olandese,
lo spagnolo
o il portoghese,
il greco
o l'albanese,
il rumeno
o lo svedese,
il russo
o l'indiano,
il turco
o l'afgano,
il giapponese
o l'australiano,
l'argentino
o il brasiliano,
l'arabo
o l'africano:
il paese vicino
ed il paese lontano
devono darsi una mano,
per fronteggiare
l'attacco letale
del novello leviatano.
'''PANDEMIA'''
''Di Franco Pastore''
Ritorna l’ansia degli anni di guerra?
dolore sparso in tutta la terra.
Il mostro infuria, con forza immane,
la crudeltà è quasi umana.
I giorni passano, fugge la vita,
ricerchi un senso nell’attesa infinita,
ti aggrappi al nulla, alle cose più strane:
in fondo al vicolo, abbaia un cane.
Se esco fuori, sul mio balcone,
mi guardo il mare della canzone:
è ancora bello, pur da lontano,
è l’infinito in un palmo di mano.
Su di una pianta vedo dei fiori,
son tutti bianchi, sembrano cuori,
penso alla vita, a cjò ch’è andato,
anche stanotte non ho sognato.
Come un fantasma, in una nube d’estate,
ritornerei in grembo a mia madre,
per rinascere ancora, in una nuova aurora,
in un mondo diverso, come quello d’allora.
'''C’E’ ANCORA SPERANZA'''
''Di Monica Baldini''
Eccoci mondo.
Siamo atterriti, isolati,
imbrattati di un tempo claustrale
e privati del contatto.
Siamo sempre noi, gli
umani di ieri che guardavano
alla luna e parlavano alle stelle.
Gli stessi che veloci
fagocitavano giornate
e a cui tutto era dovuto
e scontato.
Gli umani che con la tecnologia
arrivavano ovunque
e hanno abbattuto frontiere.
Gli stessi che ora soffrono
il loro progresso.
Evidente, c’è qualcosa che non va.
C’è.
C’è uno strano meccanismo
che l’inginocchia
senza scampo, dall’inizio dei giorni
allo scorrere delle stagioni
d’ora, prima d’ora.
Come una mantide,
una carestia,
una schiavitù da una male o l’altro.
2020: eccoci mondo il virus
declamato in Cina e poi imperversato
senza briglie, come un cavallo
per l’Europa ed è furente pandemia.
D’altronde c’è un buon profumo
nell’aria,
un dolce agreste
tra le vie nei passi felpati
di stretta necessità,
un cado di lode
che si innalza dai
becchi gialli dei merli,
sui tetti come spie
e guardiani a padroneggiare
e poi giù in picchiata
in meandri di volo.
Un azzurro che si spalanca
dalle finestre, aperte sulla vita
che scorre e insegna.
C’è una sagoma che nella penombra
della sera si scorge.
C’è la mascherina
che diviene filtro per
l’ossigeno puro
e le autocertificazioni per fare spesa.
La zona rossa, i decreti, i divieti, la sospensione.
L’esilio in casa.
C’è un pensiero, una riflessione.
La lista delle cose
avanzate da fare come
su un piatto non consumato.
C’è un Dio che chiama
forte, lento all’ira
che si compiace di mostrare
la Sua Misericordia.
C’è un Dio fuori la finestra
dentro di noi, nel cuore.
C’è la Messa da ripristinare.
C’è la bellezza che fiorisce,
l’Italia che si unisce,
l’immaginazione, la speranza,
i medici, gli infermieri, i volontari,
la gentilezza, ci sono i fiori
da innaffiare in un bagno di perdono
verso noi per un domani migliore.
C’è il sogno da ravvivare,
inverdire le parole
restituendoci gli accenti,
i colori, l’arte, la poesia
le matite per il viaggio
della vita da far continuare.
C’è chi in prima linea
non si è fermato,
chi ha dato tutto quello che poteva
chi ha disegnato
la solidarietà nella sua vita,
chi è stato salvezza,
chi si è donato
osservando piena fedeltà
alla sua missione.
C’è chi c’è stato
in pieno e completamente.
C’è speranza, ancora!
Sappia il domani
allora, che l’oggi si è imbruttito,
ed è stato mal menato
ma comprenda il suo peso e se lo
sollevi come le frasi fanno tra loro.
Si asciugano, si collegano, vanno avanti
le frasi, nei testi e nei versi,
nei racconti ad altro finale
e non più, indietreggiano in incavi,
fosse caduche
ed orribili, morti solitarie.
Sappia il domani,
il mondo e l’uomo
di domani, che alla
sofferenza si è contrapposta
la speranza per la tenacia
e la solidarietà.
Sappia ricordarselo e
farselo da monito e conio.
'''UNA QUARANTENA SENZA FINE'''
''Di Biagio Nardoia''
Le ali brillano d’argento
della rondine sospesa
fra cielo e sole
e resto incantato
dei suoi volteggi
mentre dalla finestra
aria di primavera
invade la cameretta
distogliendomi
dal martellar della televisione
che mi tiene compagnia
in una quarantena senza fine
'''I NOSTRI ANGELI'''
''Di Lara Tasillo''
A Voi dedico un grazie speciale,
Miei nobili eroi dal cuore leale.
Grande ruolo ha la Vostra missione
a cui vi dedicate con passione.
Costanza e coraggio ci son con Voi,
ma soli non siete, ci siam anche noi!
Insieme vinceremo la battaglia,
La speranza ogni male sbaraglia.
'''AI MEDICI'''
''Di Stefano Salvatore''
In una Guerra non ci sono mai         
vincitori né vinti;     
la libertà
è un'intima lite, e a combatterla
si porta dietro vittime...
e nella propria solitudine
ormai che tutto sia soltanto musica
nera avvertita come in disaccordo,
i medici diventano la scorta
o l'ultima carezza
o quel ricordo
quando dopo venga la cara morte...
'''PER GLI OPEROSI IN PRIMA LINEA'''
''Di Vincenzo Patierno''
Per gli operosi in prima linea
Privi di superpoteri
in campo sono scesi;
l’arma che brandiscono
è l’immensa dedizione
e sul cuor e sulla cute
segni di battaglia hanno inciso…
'''ALTRI SOGNI DI GLORIA'''
''di Giuseppe Gambini''
Pesante e greve fu la lunga attesa
trepidi aspettando le ore passare,
la rea sorte ubriaca se la rideva
vedendo l'uomo abbattuto e dolente.
Da altri passati arrivavano canti
e suoni, per accompagnare morte
e dolore mentre tristi andavano
su carri bellici all'ultimo campo.
Da pareti di casa trasudava
il muto silenzio triste e trafitto
da mugugni, tra dubbi ed incertezze,
invocando Dio e la speranza cieca.
Solo strade vuote e città deserte
attraversate dal nemico fantasma,
strage faceva di gente innocente
senza'alcun pudore, senza pietà.
La gente si chiedeva del domani
per sapere quando uscire di casa,
la vita s'era fermata, ma il tempo
correva con la solita cadenza.
Anche il sole al tramonto mogio andava
rosso di vergogna, incredulo e ignaro
quando avrebbe potuto dare all'uomo
l'atteso annuncio della rinascita.
Così il dolore stagnava e plagiava
animi colmi di paure e speranze,
in attesa della nuova alba chiara
che donasse a tutti altri sogni di gloria.
'''BIANCO'''
''Di Ilaria De Stefano''
Ad un tratto tutto e' cambiato,
la nostra vita ha cambiato direzione, colore, sapore,abitudini e priorità.
Se potessi disegnare  la vita adesso sarebbe tutta bianca,
bianca come i muri di un ospedale,
bianca come i camici di medici ed infermieri,
bianca come ognuno di noi che oggi indossa le mascherine,
bianca come le anime innocenti che sono volate via come colombe al tramonto.
Bianco cristallo come le lacrime che non potranno mai dimenticare e consolare abbastanza.
Bianco e' il colore che cancella tutto ma e' anche il colore bianco di un foglio su cui riscrivere tutto e meglio.
Bianco luce e' il colore di una intuizione, di una scintilla che nasce quando pensavamo fosse
tutto perduto.
Il bianco di un' energica pennellata per dire ricomincio.
Il bianco cancella i sapori, gli umori, le abitudini e le priorità, o almeno li sospende e cerca di reinterpretarli.
Il valore Sacro dello stare insieme ora viene sostituito con un altro Valore "lo stare insieme a Noi stessi".
Fermarci un attimo...
rara ritualità
guardarci dentro ma davvero.
Il  sapore della vita  non è più lo stesso, ha un retrogusto amaro,
siamo sospesi  come astronauti nello Spazio.
Le nostre   vite sono sospese come nei videogiochi,
come  nei film sembra che qualcuno abbia premuto sul tasto: stop!
I rumori della città sono ora più tenui, puliti, nitidi, meno confusi dal traffico e dalle grida quotidiane, lasciano spazio quasi al silenzio,
solo si ode la Natura parlare delicatamente:
Il fruscio degli alberi,
il profumo dei peschi e dei ciliegi,
il cinguettio dei canarini ed il vento che saluta tutti con una fresca carezza.
Sembra che la mascherina,questo strano simbolo del nostro tempo, ci parli e voglia dire:
parla di meno, ascolta di più ,
fai di più, parla meno,
nota di più e godi il silenzio.
Sai la Natura l' ascolto volentieri,
Lei suggerisce note eleganti, leggere e raffinate,
sussurra ma non alza mai la voce.
Fresca, gradevole all'udito e alla vista ci ricorda che Lei c'è.
Ma i nostri eroi della TV dove sono?
Sono a casa in pantofole, sospesi come noi.
E ti accorgi allora che i veri eroi non sono dei giganti,
non sono perfetti e blasonati,
non sono dei super eroi
ma  sono esseri umani come noi,
pieni di paure e  fragilità ma determinati nella loro missione,
imperfetti ma in prima linea non solo nelle  corsie di un ospedale.
Perché il tuo Angelo lo puoi incontrare ovunque, anche alla fermata del tram,
potrà sembrarti stanco, pensieroso, un po' sgualcito
ma sempre in prima linea nella vita,
per fare del bene come lui può e sa fare.
Gli Eroi sono  Angeli bianchi che profumano di Bontà, Coraggio ed Altruismo.
'''DITTICO SUL COVID'''
''Di Izabella Teresa Kostka''
l
La follia collettiva infetta le viscere
mette una maschera sulla coscienza,
la psicosi non può essere disinfettata
è come un virus che travolge la mente.
Restiamo umani,
non siamo burattini telecomandati.
ll
Il semaforo rosso per la vita
l’ultimo respiro
recintato con la corona di spine,
Virus è come le manette
che incatenano i polmoni,
ci condanna all’apnea
dal sapore della paura.
'''NON C’E’ TEMPO PER RIPOSARE'''
''Di Ciro Todisco''
Non poss'io riposare
in quest'infide paludi
ove il morbo
come di celate sabbie mobili
tira giù ad annegare
ignari passanti
dell’italico suolo.
Di mani protese
ne afferro i polsi
per riportare nei loro corpi
l'umano respiro.
Delegare ad altri non posso
il compito mio particolare.
Quante mani!!!
Quanti polsi ho da afferrare!!!
Intrisa è la maschera
dal caldo mio sudore;
dei guanti il lattice
con la mia pelle
già si fonde.
“ Dove sei, oh Cristo?”
mi vien da gridare;
come Dio vorrei
nel corpo altrui
vita alitare.
Ad altri ho consegnato
il mio riposo
perché
non poss'io fermarmi
in quest'infide paludi.
'''UNA CANZONE TRISTE'''
''Di Fabrizio Sani''
Mia nonna è il dipinto di mia nonna.
Mia nonna è l’inquilina di mia nonna.
Per me era il volto della domenica mattina
e qualche nascita e qualche morte e qualche eternità
che rotolavano dentro le rughe di un paese
senza spingersi mai oltre la vecchia chiesa.
Mia nonna si avvicina lentamente,
molto più lentamente di ogni altra volta.
Mia nonna è il male minore di mia nonna.
Mia nonna mi mette una mano sulla spalla
e i capelli smorzano la carezza che dona.
Mia nonna è quel gesto obliquo con cui le tengo la testa
e ci insegna che niente dà più intimità della sofferenza.
Si ricorda quella canzone triste,
dice che fa: na na-na-na-na na na.
Per la prima volta in una vita intera
le sorrido per davvero.
'''LA PRIMAVERA'''
''Di Patrizia Secondi''
Bussa alla mia porta la primavera.
Ed aspetta in silenzio.
E’ paziente.
E dolce.
Come le gocce di rugiada
che sfiorano le viole.
C’è l’armonia intorno delle piccole cose
che scaldano il mio cuore.
'''UNA POESIA PER CHI È IN PRIMA LINEA'''
''Di Antonello Vanni''
Quando incastrati in un tempo ricolmo d'incertezza e di timore
scrutando in fondo al tunnel alla ricerca di un timido bagliore,
ecco sullo sfondo quel che fa cornice.
Son Angeli diversi in lindo e bianco camice.
Non hanno ali loro, son medici e infermieri,
quelli che ci restituiscono i domani,
lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...
=== Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine ===
Saranno presto pubblicate le Dediche Poetiche