Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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bianco, incamiciato, il salvatore.
bianco, incamiciato, il salvatore.
'''DISTANZE'''
''Di Alberto Cristini''
Non ci sarà’ mai un muro,
una distanza
un velo
a dividere due occhi che si incrociano
che si cercano per un viaggio che duri all’ infinito
'''CINQUANTA LUNE FA'''
''Di Angioletta Masiero''
Marciscono i giorni
senza il conforto di un abbraccio.
Anche le campane tacciono.
Forse è stato cinquanta lune fa
che potevamo uscire,
trovarci con gli amici,
prendere l’aperitivo insieme,
cenare al ristorante…
Cinquanta lune fa è stato,
eppure sembra ieri che ci guardavamo
negli occhi e stavamo vicini.
Ora i sogni si aggrumano sui muri
mentre Covid 19 ha oscurità d’eclisse
e ci risucchia l’aria
con sibili di serpe.
Nei ritmi del silenzio
fluisce un sangue d’attesa.
Ogni giorno i camion dell’esercito
portano via le bare a Lodi,
Bergamo, Milano…
Sembra non aver fine
il numero dei positivi.
In Italia e nel mondo
ogni giorno tuona
la guerra silenziosa.
Crollano vite ogni ora, ogni notte
mentre il cielo è seminato di stelle
e i prati di marzo
sono pieni di violette.
Come marea
il silenzio ci sommerge.
'''FILO INVISIBILE'''
''Di Barbara Ramazzina''
Primavera di risvegli,
vuota di quotidiane voci,
di echi lontani
mentre l'aria si riempie
d'immagini di vita oggi:
il dolore, in silenzio, scorre
superando confini
attraversando il nostro essere
profondamente
da togliere il fiato.
Spauriti e costretti alla distanza
un filo invisibile ci avvicina
e srotolandosi con dolcezza
genera una parola:
amore.
'''O TUTTI O NESSUNO'''
''Di Arnaldo Pavarin''
Arrivato dalla Cina/come non si sa/
da uno strano morbo/
siamo stati contagiati/
vivendo da giorni/come segregati/
senza capire se/ e quando finirà./
Previsti tempi neri,/tempi brutti:/
una sfida che riguarda tutti./
Praticamente all'insaputa/
sian finiti dentro/una cosa brutta./
Con più equilibrio e lucidità/
stiamo riducendo la mobilità./
La salute resti al primo posto/
sempre e comunque, ad ogni costo./
Dalle tante immagini/
si è notata un'Italia/
praticamente blindata:/
la Lombardia al centro/
e Bergamo epicentro./
Di tanti medici e volontari/
uno sforzo imponente/
per far si che viva la nostra gente/
sperando di vedere l'orizzonte./
Quando tutto passerà/
un modo di vivere/diverso ci sarà/:
ne usciremo rinati/
decisamente cambiati./
Imparato in fondo avremo/
che è possibile a questo mondo/
ammalarsi tutti e alla stessa ora./
Scopriremo pure/ l'essenza vera/
d'un fiore che sboccia a primavera/
l'amico vero da quello virtuale/
e la paura non sarà più uguale.
A tutti rimarrà nella memoria/
questa brutta storia.
Prima o poi, se Iddio vorrà,/
questa notte, la più nera passerà./
Nessuno dovrà  restare solo:/
tutti insieme,/riprenderemo il volo.
'''STRADE DESERTE'''
''Di Brunello Gentile''
Da giorni chiusi in casa,
strade deserte,
fra insegne create
per un traffico svanito
nel suo gioco d’imponenza.
Serrande abbassate
su negozi e locali,
un silenzio diffuso
ti porta impressione
d’aver perso la scena.
Temi respiro di aria
che sa di virale, fra
sconosciute trasparenze,
dove manca frastuono
per distinguere vita.
Angoscia di azzurro
In un cielo senza scie,
per scomparsi segnali,
che disegnano rette
lungo viaggi lontani.
Percepisci abbandono
di abitudini umane,
forse mai condivise,
ma che temi disperse,
ritrovandoti solo.
'''SPIRALE'''
''Di Carla Patergnani''
In figure scandite e similari
quasi con inganno,
l'uomo rincorre se stesso.
Acquisire coscienza
è accettare o negare
la lotta dall'esito incerto.
Ritratto d'uomo che va alla disgregazione
ma difficile è accettare la fine
e il moto diventa spirale.
E raggiunto l'abisso più nero
quando tutto è punta di roccia
che strazia e frantuma,
inizia di nuovo l'ascesa
e quando la notte è più nera
e l'alba si fa più vicina,
risorto da ceneri pure,
sciolte al fin le catene,
nuovo ciclo potrà cominciare.
'''31 MARZO 2020'''
''Di Claudio Pavarin''
Due passi oltre il vetro
il cielo é ovunque
a farsi spiare i misteri
di qualche azzurro.
Lo specchio riflette
quel che io non voglio essere.
In silenzio ascolto il silenzio :  si flette sulla ninnananna di mia madre
e vola tra l'inospitale "chiuso"  di pareti.
La sento forte
come mai prima.
'''AL TEMPO DEL CORONA VIRUS'''
''Di Diletta Pavanati''
Il mio paese è piccolo, poco più di una
Borgata. Ci conosciamo tutti, vita , morte,
miracoli di ognuno. Le porte delle case
sempre aperte. Là il municipio, la piazza,
il bar, il medico, il farmacista,
la chiesa, il cimitero.
Si lavora e si chiacchiera, poco altro.
Alla fiera d’estate si suona, si canta,
si balla. Ci conosciamo tutti,
si sta insieme, si sta in allegria.
Ma oggi no!
Oggi da lontano ci si racconta di morte,
di paure, di affanno. Oggi
nelle nostre case le porte sono chiuse,
le finestre basse guardano la strada
silenziosa. Non passa nessuno,
ci si ritira, si teme il vicino.
L’amico, il parente si guardano con
Sospetto… e se fosse?...
E’ giunta una triste notizia: Ultimo,
il calzolaio, in fondo alla strada,
non è seduto davanti al suo banchetto,
oggi, la finestra è chiusa, ognuno ha
notizie, notizie diverse.
Ma la levatrice Benedetta, che viene
Dall’ospedale porta un’altra notizia:
sono nati un bambino e una bambina,
li hanno chiamati: Primo e Speranza.
'''VIRUS'''
''Di Dionisio Schiavone''
Un virus non ha ragione
di essere molto aggressivo
perché se uccide l’ospite
uccide se stesso
non potendo più contare su nessuno
che lo aiuti a replicarsi.
Un virus, quattro geni in un sacco,
conosce questa banale verità.
Un virus addestrato
alla suola dei cani mordaci
un virus formato in un laboratorio
di guerra non può saperlo.
Ma sia da monito
ai nuovi signori della terra
i grandi padroni di tutte le ricchezze
quando avranno oppresso
tutti i poveri della terra
resteranno da soli sterili a seccare
appesi a un picciolo senza linfa
che non ci sarà più nessuno
ad alimentare il loro inutile grasso
il loro insaziabile ventriglio.
'''DONNE'''
''Di Enzo Fuso''
Resterà qualcosa di noi?
Resterà qualcosa di questo tempo ?
Sopravvissuti saremo
in tutti i sensi
se colpiti dal male
e sapremo tirarci fuori
se immuni
muti testimoni di tragedie
consumate intorno  a noi
Tra cavalieri erranti
in cerca di gloria eterna
e madonne perdute
nell'amore del prossimo
su mani tese
e su occhi che implorano
protese.
Divine creature
nell'orgia del dolore
che tutto comprime
e tutto trasforma
sentiero di morte
immerso nella luce
di un mondo che muore
e che nell'amore
più forte risorge.
'''IL DRAGO D’ORIENTE'''
''Di Flavia Altieri''
Arriva come un tornado,
dalla bocca e dalle fauci
manda un'invisibile veleno.-
Come un mantello
sparge funesta la morte
senza pietà porta il silenzio
fra le genti del mondo
che si tendono  le mani
in un unico girotondo.-
Strade deserte, negozi chiusi
uffici, treni, servizi....
in forzata sosta.-
Il terrore nelle case chiuse
piene di bimbi, nonni, genitori
nessuno esce, nessuno entra...
Il sospetto, la paura
nascosto nell'aria
tiene lontani gli amici, gli affetti.-
E' una guerra sconosciuta
una storia senza trama.-
Come sarà quando finirà?
Non si sa.....
Ci leccheremo le ferite,
chi è rimasto uscirà di casa
e ricominceremo,  forse …
a sorridere al sole!
'''ALL’ ITALIA CHE SOFFRE'''
''Di Gianna Patrese''
In sogno travagliato
ora vivi
Patria Mia
e di speranza
è tuo risveglio agognato.
Dai monti al mare
con fatale falce invisibile
sei martoriata
e sollievo di respiro, lontan appare.
In tuo soccorso,
schiere d’Angeli deposte han le ali,
per indossar bianchi camici ed uniformi,
e, a sera ,
da lacrime e fatica i volti son segnati.
Italia bella,, che d’ogni flagello or piangi,
nell’ora più triste
fiero arde il tuo animo latino
in slancio di sacrificio e generosità,
e, dai balconi in fiore,
con canti e balli
paure sai esorcizzare.
Italia triste, che in gramaglia a Primavera vesti,
per onorare tanti figli persi,
in concento di solidarietà ti stringi,
e,pur il mio verso, anche se mesto,
al coro dei poeti
per Te Italia amata,
in preghiera silenziosa
oggi s’unisce.
'''MORTE E SPERANZA'''
''Di Franco Rancani''
Non restare a piangere sulla mia tomba:
non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano,
sono la scintilla diamante sulla neve
la luce del sole sul grano dorato,
sono la spiaggia d’autunno,
la rugiada sull’erba verde dei prati.
Sono il fruscio di un albero
mosso dal vento, io sono
nel sorriso puro dei bambini,
nel tramonto di ogni giorno.
Sono le stelle che brillano di notte
o l’alba che ti sveglia il mattino.
Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
'''COVID 19'''
''Di Gabriella Legnaro''
Vento rabbioso, fughi le nubi
e squarci il silenzio.
Lassù lembi di cielo turchino
piangono il sole che non scalda.
Glaciale è l’atmosfera intorno.
Bollettini di guerra
descrivono Ospedali – Accampamento.
Aria di morte invade l’Universo.
Sfilano a passo misurato
i mezzi militari.
Rompono la quiete di strade vuote.
Trasportano feretri
verso mete ignote.
Sofferenza e disperazione
come macigni
colpiscono gli animi e flagellano.
Perchè tanto dolore?
COVID 19 è la risposta.
Subdolo nemico;
colpisce a bruciapelo
in men che non si dica.
Toglie la speranza di passare
ad altra vita con la carezza
di una mano amica.
A consolare, in siffatto strazio,
schiere di medici e aiutanti.
Volontari di ogni sorta
sfidano la loro vita
per salvare la nostra.
Ordunque se il silenzio cala
ad onorar le tante amate salme,
salga alta e forte
la preghiera a ringraziare
chi ci dà speranza.
A chi ci aiuta a tradurre
il dolore in amore
e in gesti quotidiani di solidarietà.
'''LA VISITA CORONAVIRUS'''
''Di Giovanni Papuzzi''
Quando sei arrivato Coronavirus
hai trovato la terra
in difficoltà:
inquinata,  senz’alberi
le mascherine già in uso
per l’ aria irrespirabile.
Fiumi inquinati
terre disseminate
da polveri tossiche.
Una umanità
che ha fatto guerre
fratricide ed altro
ha creato ingiustizie
e povertà per molti
benefici per pochi.
L’egoismo è prevalso.
Coronavirus
il tuo grido ha favorito
il silenzio e la paura dell’ uomo.
Il terrore della morte
ci ha fatti diventare
amici e fratelli.
E’ iniziata la primavera
i fiori dei giardini
profumano l’aria
e le strade desolate.
L’ uomo nascosto.
Gli angeli del soccorso
si sono prodigati per la salvezza
diventando eroi
nel ricordo perenne.
Finirà il castigo.
Saremo in futuro più buoni
Più generosi,  più amici e fratelli
saremo più cittadini
degni di abitare sulla terra madre.
Ci saranno meno ricchi
e meno poveri.
Ci sarà un sussulto di dignità
da veri uomini
di avere rispetto
ed amare
per l’ umanità e per la terra
che da millenni ci ospita
e ci aiuta a vivere.  
'''MA NOI NON ERAVAMO CON LORO'''
''Di Luciana Bernardinelli''
Ospedali senza giorno e senza notte
medici e infermieri sfiancati dalla fatica,
dolore, buio e solitudine
chiedendosi il perché di questo nostro abbandono.
Ci hanno molto amati
e ora privati di tenerezza, affetto
e di un ultimo sguardo d’amore nei loro occhi persi.
Una generazione di persone e non numeri
patrimonio di conoscenza memorie e abbracci
vite intrecciate ad altre vite.
Se ne vanno di nascosto questi nonni
trasportati lontano in colonne funebri su strade deserte
senza i loro cari con un segno della croce e un addio,
e noi impotenti rinchiusi come il mondo in una stanza.
Chissà com’erano i loro pensieri
e quante volte avranno sussurrato la parola mamma
che anche i vecchi invocano.
Avremo rimorsi che ci seguiranno nel tempo
per averli abbandonati al loro destino
in questa guerra dove hanno dato il sacrificio più grande
ma noi non eravamo con Loro.
'''INGANNEVOLI STAGIONI'''
''Di Laura Viaro''
Appese
agli sguardi affranti
le vite di anime mute
assopite nella candida distesa
di ansanti chimici sospiri.
Appese
alle mani stanche
di angeli discesi nell’abisso
rinchiusi nelle crepe di una terra
che ognuno ha calpestato
senza indugio.
Scorrono sbiadite
le oniriche sequenze,
inedite trame
d’ingannevoli stagioni.
Scambi di esistenze
nei matematici accordi
dove tutto si azzera
nelle affrettate vampe.
Ho nascosto il mio amore
nel cassetto,
accanto a fogli strappati
e colorati disegni di bambina,
tra le pause di sfinito dovere,
nel disordine composto
di ogni dove.
Ho lasciato il mio amore
in questo vuoto,
dentro il senso sopito
di ogni cosa,
nel domani che ancora
vi appartiene,
nella tiepida brezza che verrà.
'''NON POTEVAMO NASCERE IN TEMPI MIGLIORI'''
''Di Luana Biscaro''
Tutto è  perduto, tutti ci stiamo perdendo.
TRAVOLTI dai flutti tecno-finanziari, agitati.
Eppure oltre le figure
L'umanità, il cielo, la terra, l'aria, l'acqua, il fuoco, il vento
Gli elementi, la luce, l'uomo
Tutto il mondo si sta trasformando
Per vivere un importante salto oltre la mente.
Un’intima rigenerazione dell'universo e  del destino umano.
Le nostre vite sono come fuscelli  che danzano nel vento
Ora calmo ora tumultuoso, che procede nella tempesta.
La primavera scende nel mondo.
Io guardo attenta l’aprile senza colore fino a quando ci sarai tu, morbo
Come i boccioli  che si negano in attesa dell’ape
Sarà un ronzio a spalancarli
All’occasione della tua fine.
E allora gli uccelli si libreranno, le api voleranno di fiore in fiore
Il sole per miglia  correrà  lontano accecato dalla gioia
Il mattino sveglierà i prati fuori dai recinti
Il tempo trascorrerà è  sarà il nostro alleato e ci aiuterà a guardare senza velocità
Il quotidiano scorrere  del giorno.
Siamo forti aspettiamo che questo male muoia
Restiamo nelle case e tutti insieme aspettiamo  la pasqua del mondo
Il risveglio del bene, il fiorire della vita nuova
In ogni angolo della terra sarà l'esplosione della vita liberata e pura
Luminosità semplice nel silenzio che tutto rinnova e rigenera:  
esplosione della vita e pura felicità della liberazione del male.
'''LA CITTÀ RESISTE'''
''Di Maria Grazia Franceschetti''
Cammina solo il dolore
Per le strade della città
Nel gravitare di surreali silenzi,
tra negozi e palazzi imbalsamati
nel fiato greve della morte.
Solo il grido feroce delle sirene
Squarcia il grido dei viali.
E’ l’indefinibile peste che assedia
Le porte, affolla gli ospedali,
reclama il fiato delle vittime,
onnivoro mostro annidato
tra eroi dai bianchi camici.
Cammina solo il dolore
Nelle piazze, nei cortili, spegne
Azzurri cieli, rosate albe,
rosaviola tramonti.
Ed escono file di bare
Di ignoti giustiziati,
lunghi amari rosari
senza fine.
Ma la città resiste
Affacciata alle finestre,
canta l’ignota gioia del domani,
s’inventa giorni di quella vita
di ieri colma di stupori
e meraviglie, prega
nel terrore della notte,
alza muri di speranza,
respinge e strema
il furore della peste.
'''SOSPESI'''
''Di Marzia Santella''
Palpita il cuore di un mondo sospeso,
palpita nei corridoi dell’ospedale
dove impavidi combattono l’oscuro male
infermieri e dottori piegati dall’immane peso.
Mute conversazioni,
cuori empaticamente si parlano.
quante cose vorrebbero dire
le persone, annientate, tra turpi tubi e mascherine.
Non ci sono figli, amici e parenti.
Non ci sono calde parole a confortare,
solo freddi feretri senza preghiere
che suscitano a tutti struggenti sentimenti.
Una dura prova per il nostro mondo interconnesso
ora silenzioso, da una innaturale immobilità, oppresso.
Un tocco, una dolce carezza, saranno la vera salvezza,
una nuova occasione, e finalmente sul viso, sentire di nuovo la brezza.
'''ED È TUTTO NEL SILENZIO'''
''Di Nivella Paronetto''
Ed è tutto nel silenzio
... anche il cielo
non ha più lacrime
Ritornano
le albe e i tramonti
derubati
degli sguardi sognanti
ora avvolti
in bianchi sudari ...
Ed è tutto silenzio
fuori
ma il rumore della solitudine
sconquassa l’anima ...
Quando sentiremo
il fiore che sboccia
il sorriso di un bimbo
e il bacio dolce sulle labbra
allora
solo allora
il bianco che imprigiona
libererà i colori
e sarà l’arcobaleno
dove si rifugerà il dolore
per ritrovare
la vita
'''NO EGOISMO, MA UN GRAZIE'''
''Di Romana Bonvento''
“Nessuno può impormi di stare in casa”
“Io posso uscire…vivo in uno stato libero”
ecco frasi che sento, frasi che fanno male.
IL Covid-19, non perdona, ti aspetta,
ha bisogno del tuo corpo per vivere,
svilupparsi  e contagiare altre persone.
Tu non lo vuoi capire, tu sei egoista,
non pensi ai tanti medici, infermieri
e operatori sanitari che negli ospedali
assistono, confortano e affiancano
contagiati fino anche al loro ultimo respiro,
dai quali invece, tu e noi dobbiamo star lontano.
Medici ed infermieri lavorano senza tregua,
mettono a rischio la loro vita
e tanti purtroppo sono stati annientati
da questo subdolo, invisibile virus
tu, invece “ non puoi rinunciare alla tua corsa ”.
A tutti piace uscire di casa,
assaporare l’aria fresca
ed il profumo di primavera,
ma in questo momento non si può,
le regole vanno rispettate
e l’egoismo  messo da parte.
Ai tanti operatori sanitari  
che in questi momenti di grande pericolo,
rischiano la vita per aiutare chi soffre
deve andare invece tutta la nostra riconoscenza
ed un grazie di cuore.
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
''Di Maurizia Braga''
Arrivò
senza farsi annunciare.
Arrivò
a nostra insaputa
invadendo,invisibile ,
le nostre strade
le nostre case
i nostri ospedali
il nostro corpo !
Noi
abituati al tutto e subito.
Noi
sorretti dalla illusione
di trovare  comunque
soluzioni.
Noi
lontani dall'altro
ma vicinissimi
per scelte comuni
non sempre adeguate.
Noi
superficiali
ospiti della Terra .
Noi
impreparati di
fronte all'incerto,
vulnerabili e stolti
manichini in preda alla paura .
Noi
diseducati
ai richiami del cuore ...
Ora
il tam tam della morte
scandisce  il tempo
ed evidenzia la nostra fragilità .
Ora
l'incapacità di affrontare l'ignoto
per non averlo  ritenuto possibile
evidenzia i limiti
frutto di ignoranza e presunzione .
Ora
quel Cuore che
tanti hanno ignorato
risorge e vuole rivivere
imponendo la sua ragione di esistere
in quegli uomini e donne
che lo hanno protetto ,
coccolato ,nutrito in silenzio !
Ora
la Sua resurrezione ,
nei luoghi di sofferenza
è Vita per l'altro ..
è energia ,sostegno
sorriso ,conforto ...
È il tempo della
ritrovata Umanità ,
è il tempo in cui
anche il Cuore deve
gridare i suoi bisogni
e indicare una strada ...
Un nuovo cammino
che ci porti a riconoscere
quelle parti di noi
sconosciute o
solo dimenticate ..
L'impossibile , ora,
potrà diventare
la unica ,vera ,
reale possibilità di salvezza !
'''LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE'''
''Di Stefania Schiesaro''
Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.
Forse non te ne sei accorto,
ma sono la tua terza guerra mondiale.
Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,
questa volta ho costretto tutti a partecipare.
Questa volta gli eroi sono diversi.
Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte
e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia
ed alla manutenzione degli ospedali.
Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.
Qui si contano i morti ed i contagiati.
Qui si festeggia per i guariti.
Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.
Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,
autotrasportatori e farmacisti.
Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili
e le cose alle quali potete rinunciare.
Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,
la più importante, è la salute
(spero non trascurerete più questo dono).
La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici
ed alla solidarietà tra le persone
(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).
La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,
il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,
l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case
senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,
per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).
La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro
e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).
L'ultima è che rinunciare a certe cose si può
(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,
possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,
possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).
Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno
sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza
… in tutte le loro forme.
'''IL TEMPO SOSPESO'''
''Di Stefano Caranti''
Erano giorni di marzo,
camminavo con Penelope,
“Penny” per gli amici,
il nostro cane,
scodinzolando lei fiutava l’aria,
profumi di nuova stagione,
immobile osservava
il tappeto di margherite nel prato,
quella vista mi portava sollievo
alla mia anima inquieta
in una domenica surreale,
Penny non sapeva di noi…
prigionieri in casa,
detenuti da un nemico invisibile.
Immobile ascoltava
con le orecchie tese…
nessun rumore,
solo folate di vento,
forse intuiva che mancava “qualcosa”
a quello che noi chiamiamo “normalità”
o forse abitudine.
Tra strade vuote,
tirava al guinzaglio
come volesse cercare quelle parte
di mondo che adesso non c’era,
davanti a me correva
con la freschezza degli anni
a fianco dei parchi dal profumo di fiori,
negozi chiusi,
silenzio, un’assordante silenzio
e il tempo si faceva sospeso,
la gente non correva più come prima,
la stessa terra l’aveva fermata,
forse un monito all’onnipotenza dell’uomo ?
Era arrivato il tempo di pensare
solo all’istante presente
che d’un tratto diventava prezioso.
come la corsa per salvare una vita.
C’era bisogno di unità,
sostegno, speranza,
responsabilità per onorare
i gesti quotidiani
di decine, centinaia, migliaia
di persone in prima linea
per sconfiggere il male,
e noi con il fiato sospeso
a guardare scorrere numeri,
strateghi della nostra coscienza.
La vita stava sbocciando la fuori,
la gente reclusa trovò nuove armonie,
ispirazioni, parole, coraggio,
trovò perdono, preghiera,
e un nuovo risveglio interiore,
consapevolezza,
e ritrovò anche il pianto,
per dissetare la terra arsa d’umanità.
Giorno dopo giorno
ritrovò condivisione, affetti veri,
mentre la primavera regalava colori
e faceva sbocciare la vita,
la gente imparò a regalare
una parte di sè,  
nuova rinascita del mondo.
Grazie a tutte le persone
che hanno perso la vita,
che hanno rischiato la vita,
che hanno salvato la vita.
'''RINASCITA'''
''Di Rosetta Menarello''
E le parole divennero silenzio.
Le bocche serrate esalarono passione e tenerezza.
“Polvere sei, uomo…
alla polvere tornerai…”
Babele di ordini,
esaltazione di poteri,
ricerca affannosa di verità
sacrificata sugli altari nuove certezze.
Gridò il Pianeta stridendo i denti.
E l’uomo tornò alla casa,
rifugio primordiale: grotta, capanna, castello, grattacielo.
Le madri cercarono i figli.
Li cullarono cantando perdute ninne nanne.
I padri ebbero terrore e chiusero ogni fessura.
L’INVISIBILE era in attesa.
Si acquattò nell’umido tepore della saliva.
S’impadronì dell’alito della vita
e colpì, senza tregua.
“Polvere tornerai…”
Anche le chiese furono vietate.
Forse anche Dio voleva stare solo
aspettando uomini migliori.
Molti divennero Angeli e furono presto nuvole: evocazioni di stragi bestiali.
Ancora una volta l’anima era stata dimenticata,
rinsecchita tra pagine di ricordi.
La storia si ripeteva.
Allora il tempo perse le sue ore,
mutò i suoi giorni.
Andò e tornò molte volte la luna.
Le lacrime divennero maree sugli occhi
e le mani  pregarono perché Dio tornasse.
Lui venne ancora ad accarezzare i figli
e li cullò come una madre.
Mandò la primavera con i suoi doni
e i bambini li riconobbero dai vetri delle finestre ancora serrate.
E fu un grido di gioia a squarciare l’aria.
Fu la sua acuta potenza a uccidere l’INVISIBILE.
Nulla potè più contro l’uomo tornato germoglio,
pianta nuova di un Pianeta rinato.
'''BUON COMPLEANNO ITALIA'''
''Di Fabio Salvatore Pascale''
che mi prendi per mano accompagnandomi negli ospedali tra le ferite della gente.
Buon compleanno Italia che mi parli della forza
e del coraggio di quei camici, legionari della vita
che donano con ardore quel Sì al nostro Tricolore!
Buon compleanno Italia che mi mostri in questo silenzio le palette del coraggio,
per difenderti dall’oltraggio di questo contagio!
Buon compleanno Italia che sorvoli tra le lacrime della gente nell’incertezza dei potenti, nella fede dei credenti,
risplendi raggiante negli abbracci della Patria Unita e splendente.
'''UN GIOCO'''
''Di Franco Frijio''
Lo scorrere
naturale del tempo
che
inesorabile sfugge
come aria
che pur respiriamo...
Vento
pioggia
nuvole tormentose
sembran essere
tutori dell'anima.
Peró  in fondo...
Ma in fondo...
Ma in fondo...
Lo schioccàr delle dita
della mano tua,
ferma
quell' implacabile
moto del tempo
e
sorridi...
sorridi...
sorridi...
'''TENEBRE'''
''Di Tina Ferreri Tiberio''
Un grido implora:
il mio, il tuo.
Affonda l’Umanità
travolta, fugge, fugge
dalla morte
che avvinghia, ghermisce
e avvolge nelle sue spire
la paura, la rabbia, il dolore.
Pandemia, Covid –19.
L’esistenza si scopre sospesa
nella quotidianità
di occhi stralunati
e pensieri contorti.
Freddo nell’aria
e freddo nel cuore.
L’ Umanità pensosa,
disorientata
sente una morsa che stringe
e tu hai paura
di guardare il cielo,
sembra così strano
che le rondini ostinate
continuino a volare, che la luna
occhieggi con Venere, che il sole
continui a tingere
di multicolori il cielo.
Ed io nell’infinito
mondo della natura cerco:
l’aria che si muove,
le piccole gocce di rugiada,
le formiche che scavano nel terreno,
l’erba inumidita.
Dove sei  Bellezza
sprofondata nel buio
delle tenebre ?
'''ANGELI TERRENI'''
''Di Antonio Torino''
Tutti siamo nella stessa barca
siamo oppressi dalla paura che questo virus
infido, invisibile e traditore
possa annientarci all’istante,
senza alcuna distinzione tra
il giusto e il più crudele dei peccatori!
Ognuno ha bisogno dell’altro…
da soli non si parte… e non si arriva
da nessuna parte!
Chiusi in casa… tutti… per provare a
non contagiarci l’un con l’altro!
Ma… il male dilaga ancora…
ospedali strapieni… che fine faremo?
Appaiono loro: medici, infermieri,
portantini che senza sosta
e solo per qualche quattrino,
restano lì… in prima fila… a soccorrere,
curare, sostenere, e tante volte…
persino ad accompagnare
coloro che da soli e senza unzione…
vanno al creatore… si chiamano operatori,
ma sono “Angeli terreni” mandati dal Signore,
che con immensa vocazione…
e dettati dall’amore per il prossimo…
invoca aiuto in questa situazione!
Chi è in casa si lamenta…
è stanco di non far niente…
ma loro senza un lamento salvano
vite incessantemente!…
non hanno orari per riposare,
annullano la propria vita personale
e spesso si ammalano proprio
lì dove lottano per curare!
Tanti di essi muoiono,
addirittura lontani e senza un
ultimo saluto da un famigliare!
Angeli… angeli speciali…
che spesso sottovalutiamo!
Cos’è l’amore vero, puro tra la gente?
Direi proprio quello di questi angeli della terra
che donano il loro sapere, il loro tempo,
e la loro vita a tutti i bisognosi indistintamente!
'''COME VUOLE IL CIELO'''
''Di Michele Aprile''
Non siamo onnipotenti,
nessun s’offenda.
Tutti uguali,
precari e mortali.
All’unisono colpire,
la grave malattia.
Nord e Sud affratellati,
poveri e ricchi, alleati.
Lontani, ma vicini,
nei recinti senza spine.
Siam davvero,
alfine italiani.
Quel metro... ancora manca,
per la completa aggregazione.
E... due muri da abbattere:
angoscia e pandemia.
E faremo il carosello,
con la bandiera.
Verde, bianco e rosso,
riscoprirci più vicini.
Il tricolore avanza!
Col verde di speranza,
il bianco camice, d’un medico
il rosso, del nostro cuore.
Tutti, mano nella mano,
da Palermo a Milano.
Cantando col cuore,
l’Italia è tanto bella.
Dalle lacrime amare,
del Sindaco di Bari,
per la città “spenta”,
spunteranno fiori.
Ma per cantar vittoria,
ci vuole tempo.
Ci vuole pazienza
e fiducia nella scienza.
Guardo il cielo,
sì, come vuole il cielo.
Ma finché vivremo,
‘sto strazio, non scorderemo.
'''CONTINUO A CHIEDERMELO'''
''Di Gianluigi Redaelli''
Arriva in silenzio
in punta di piedi
senza chiedere permesso
s'insinua come una serpe
in molti di noi...
Vile cerca i più deboli
dove restarci per sempre
o chi più s'impegna
in bianche corsie
nuovo martire eroe...
Ma anche chi è più forte
lo deve subire
con terrore e rabbia
e sperare...
E’ un nuovo veleno
che impesta il pianeta
il suo nome impera
è il Coronavirus 19...
Ma non è arrivato
dal cielo o da Marte
no è un nostro prodotto
di una umanità beota...
Di chi avvelena la natura
e non la sa rispettare
di coloro che non vivono
in armonia con il creato...
Quegli stessi inesorabili
che anche durante il dramma
cercano il profitto
speculano sul dolore...
E c'è pure chi adombra il sospetto
che sia una nuova arma
micidiale e inesorabile
partorita dal cinismo
di chi vive di potere
e che teme di perderlo...
Ma messi di fronte
a questa nuova pestilenza
se poi se ne usciremo
cosa ne trarremo?
Sì, oggi riscopriamo
i valori dell'empatia
del cercare gli altri
cantando dai balconi...
Ma domani?
Troppo spesso l’umanità
non ha saputo apprendere
dalla storia del suo passato
e continua ebete nell’errare
'''GLI APPLAUSI PER UNA VITA'''
''Di Bruno Centomo''
La mia terra promessa, a ben guardarla
è un po' ripetitiva: ci assaliranno indiani
e magi incappati in questo sogno
che fa l'addormentato lettore,
l’attore che recita, in pensoso silenzio,
la parola che non sa scegliersi.
Ed io? Guardingo, ho voce per la luna,
ho titolo per ciascun infinito si prospetti,
ho nome per tutte le soluzioni,
e i sorrisi, e le speranze, i domani.
I cani che scodinzolano, i baci che schioccano,
il tempo che scorre, sì, ma per raccontare
la notte che insegue il giorno senza mai
raggiungerlo, il frastuono impagabile
che fanno sempre i sogni.
Come non dare aggettivi entusiastici
all’esistenza che ci aspetta,
tormentata e avara, magari, ma che sulla pelle
si ferma come una carezza, si apostrofa
come fa l’attimo cui si pensa e già tace.
'''A PIÈ PARI'''
''Di Fadi Nasr''
Papà,
ma da piccolo ti sei fatto male, questo segno di cosa è pregno? ti confido ogni pensiero emale se ricambi senza alcun ritegno
Figliolo,
è la riconoscenza di un dovere codesto segno è solo un pegno di amore e dolore, non temere di dare il meglio, te lo insegno
Papà,
ossia a quanto tempo fa risale, i nonni non ti sono stati vicino? asserraglia ogni sorriso liliale che regali a me se mi avvicino
Figliolo,
è per far sì che possa stringerti e le storie dell’aria a te donare è per far sì che possa effingerti d’olimpicità ogni sonno lunare
Papà,
cioè è l’epilogo di un sacrificio in balia di qualche ieri avverso? se ormai sarà di buon auspicio, che fine lieta quieta all’inverso?
Figliolo,
ogni luce è una poesia del buio una salita è una discesa fiorita il fratello di qualche bello fuio non del tutto è brutto, mia vita
Papà,
a seguirti ancora ora riesco no non è recente, però ancora c’è pur i grafemi col tempo escono fuori dagli scritti senza perché
Figliolo,
esiste, però il sorriso l’indossa ed i segni di ieri sono noi oggi il tempo cavalca alla disdossa memorie che con l’oblio foggi
Papà,
tutto solingo sei stato a lottare corpo a corpo colla mancanza? tutto solo hai potuto rispettare la tua alleanza colla speranza?
Figliolo,
del nemico che vuoi che ti dica: occulto fu, un’esigua polverina lo conquisi grazie ad un’amica pura e di nome fa ‘Mascherina’
Papà,
tasteggio le scie delle sue orme, dal tuo apologo vedo il passato, l’amicizia che è stata d’enorme tributo al nocumento sgrossato
Figliolo,
nella vita non si cresce errando a volte è utile restare a piè pari l’abile bruco le ali va serrando dentro attese pria dei voli alari
Papà,
e ‘Mascherina’ non ti serve più?
Figliolo,
mi bastano ‘sti segni, l’aria e tu.
'''ANDRÀ TUTTO BENE'''
''Di Rossella Parrini''
Dove il buio del tunnel chiude il portone
alla luce della speranza immerso nel silenzio
del suo universale dolore, ecco, che giunge il respiro cantato e profumato
di un uccellino lontano anche lui forse smarrito e disorientato che inneggia
fragoroso di cinguettio,
la musica del suo
nuovo risveglio
di un mondo a noi
sconosciuto e diverso,
che la strada giusta ha ritrovato.
Andrà tutto bene perché tutti assieme il buio del tunnel abbiamo lasciato