Domodossola: differenze tra le versioni

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== Origini del nome ==
== Origini del nome ==
Il geografo greco Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) è il primo a citare la città quale probabile capitale dei Leponzi, chiamandola ''Oksela Lepontiorum''<ref name=Mandolei>{{Cita testo|autore=Alessandro Mandolei|capitolo=Domodossola|titolo=Paesaggi archeologici del Piemonte e della Valle d'Aosta|editore=Regione Piemonte|anno=2007|città=Torino|p=270}}</ref> [[Johann Georg Graeve|Joannes Georgius Graevius]], nel ''Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu Genuensium et Mediolanensium'' pubblicato nel 1704, identifica Domodossola come Ocella. Nel [[VII secolo]] l'[[Cosmografia ravennate|Anonimo Ravennate]] la definisce come [[civitas]] e la chiama ''Oxilla''<ref name=Mandolei />. Intorno all'[[XI secolo]] la città assume il nome di ''Domus Oxile'', in riferimento alla presenza della chiesa [[collegiata]]. Nel [[XII secolo]] compaiono ''Burgus Domi'' e ''Burgus Domi Ossule'': la dicitura [[borgo (geografia)|borgo]] deriva dalla presenza oltre che della chiesa collegiata, anche del [[castello]] e del [[mercato]]. Il nome successivamente si trasforma in ''Domiossola'', ''Duomo d'Ossola'' ([[Giovanni Capis]]), ''Domo d'Ossola'' nell'[[XIX secolo|Ottocento]] e infine l'attuale Domodossola<ref>{{cita|Capis|3}}.</ref><ref>{{cita|Ferrari|6}}.</ref>.
Il geografo greco Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) è il primo a citare la città quale probabile capitale dei Leponzi, chiamandola ''Oksela Lepontiorum''.
Intorno all'[[XI secolo]] la città assume il nome di ''Domus Oxile'', in riferimento alla presenza della chiesa [[collegiata]]. Nel [[XII secolo]] compaiono ''Burgus Domi'' e ''Burgus Domi Ossule'': la dicitura [[borgo (geografia)|borgo]] deriva dalla presenza oltre che della chiesa collegiata, anche del [[castello]] e del [[mercato]]. Il nome successivamente si trasforma in ''Domiossola'', ''Duomo d'Ossola'' ([[Giovanni Capis]]), ''Domo d'Ossola'' nell'[[XIX secolo|Ottocento]] e infine l'attuale Domodossola<ref>{{cita|Capis|3}}.</ref><ref>{{cita|Ferrari|6}}.</ref>.


== Storia ==
== Storia ==
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=== Onorificenze ===
=== Onorificenze ===
Domodossola è tra le [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] perché è stata insignita della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]] il 21 settembre [[1945]] per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18427 Info su www.quirinale.it]</ref>
Domodossola è tra le [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] perché è stata insignita della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]] il 21 settembre [[1945]] per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18427 Info su www.quirinale.it]</ref>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Domodossola centro storico.jpg|upright=1.5|thumb|Piazza Mercato]]
=== Piazza Mercato e il centro storico ===
{{Citazione|Disposta in forma di trapezio, la piazza del Mercato di Domodossola è piuttosto pittoresca, con le sue arcate sostenute da colonne, i suoi balconi protesi in avanti, i suoi tetti sporgenti, i suoi colonnati e i suoi padiglioni ornati di banderuole|[[Théophile Gautier]], ''Journeys in Italy'', [[1902]]|''The square market-place of Domo d'Ossola is quite picturesque with its arcade supported by columns, its jutting balconies and overhanging roofs, its pillared galleries, and its pavilions surmounted by weather vanes''|lingua=en}}
Simbolo della città, piazza Mercato è caratteristica per i [[portico|portici]] [[XV secolo|quattrocenteschi]] a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]]. I [[capitello|capitelli]] delle colonne, che sostengono archi [[Architettura romanica|romanici]] e [[gotico|gotici]] scompagnati, sono finemente scolpiti e nelle testate recano [[stemma|stemmi]] delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari. Nel centro della piazza si ergeva l'antico palazzo [[XIV secolo|trecentesco]] del [[Comune]], demolito nel [[1805]] per aprire la [[strada statale 33 del Sempione|strada napoleonica del Sempione]]<ref name=mercato>{{cita|De Maurizi|62}}.</ref>. Sul lato settentrionale era localizzato anche il palazzo del [[vescovo-conte]] con la relativa [[torre]], mentre a sud si impone ancor oggi il Teatro Galletti. La concessione del [[mercato]] settimanale al borgo di Domodossola, secondo la targa posta nel [[1891]] in piazza, sarebbe stata fatta da [[Berengario I]] il 19 dicembre [[917]]. In realtà il diploma originale è stato alterato: certo è che tuttavia il mercato sia assai antico, probabilmente presente già all'epoca dei [[Leponzi]]<ref>{{cita|Ferrari|19}}.</ref>.
[[File:Piazza Fontana Domodossola.JPG|left|thumb|Piazza Fontana]]
Di particolare interesse anche la via Briona, sovrastata dalla torre [[XIV secolo|trecentesca]] del palazzo vescovile, che, partendo dalla piazza Mercato, fungeva da via d'accesso per i principali [[passo di montagna|passi]] transalpini. Racchiusa fra case con tetti in [[piode]] e apprezzata per i balconcini sostenuti da [[cariatide|cariatidi]], era la strada dei [[mercante|mercanti]], ove vi transitava anche la [[diligenza (carrozza)|diligenza]] svizzera del [[Passo del Sempione|Sempione]]<ref name=diligenza>{{cita|Ferrari|21}}.</ref>.
Restano ormai poche tracce delle antiche [[Mura (fortificazione)|mura]] [[pentagono|pentagonali]], che già dai primi del [[XIV secolo|1300]] cingevano il borgo di Domodossola. Nucleo principale della cinta muraria era il [[castello]] (sito nei pressi dell'attuale piazza Tibaldi), il ''Castrum novum'' già citato in pergamene del [[1001]] e il [[1007]], che venne abbattuto nel [[1804]] per aprire la [[Strada statale 33 del Sempione|strada napoleonica del Sempione]]<ref>{{cita|De Maurizi|64}}.</ref>. Oggi sono ancora visibili i resti di una [[torre]] angolare unita alle mura su via Facchinetti e la Torretta, bell'esempio di torre in [[beola]] locale, cui fu aggiunto il portico e il tetto a metà [[XIX secolo|Ottocento]].
Tra i quartieri più antichi del borgo è La Motta (ossia: monticello, cumulo), probabilmente così chiamata per i depositi di detriti dovuti alle inondazioni del torrente [[Bogna]]<ref>{{cita|Veschambre|89}}.</ref>. In via Carina è possibile ammirare abitazioni con balconate in [[larice]], testimonianza dell'influenza ''[[walser]]'', mentre fulcro del quartiere è la Piazza Fontana, con al centro la [[fontana]] [[ottagono|ottagonale]] e un piccolo [[obelisco]]. Obelisco di dimensioni maggiori, proveniente da un antico [[cimitero]], occupa la posizione centrale in Piazza Chiossi. Infine è caratteristico l'[[arco a sesto acuto]] a strisce bianche e scure di Vicolo Andromia.
=== Architettura religiosa ===
[[File:Collegiata Domodossola.JPG|left|thumb|[[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Domodossola)|Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio]]]]
[[File:Tanzio Carlo Borromeo Domodossola.jpg|upright=0.5|thumb|''San Carlo che comunica gli appestati'']]
==== Chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio ====
{{Vedi anche|Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Domodossola)}}
[[Monumento nazionale]], è stata ricostruita tra il [[1792]] e il [[1798]] su disegno dell'[[architetto]] regio [[Matteo Zucchi]], a partire da una chiesa preesistente risalente al [[XV secolo]]<ref name=chiesa>{{cita|De Maurizi|66}}.</ref>.
==== Santuario della Madonna della Neve ====
Il [[Santuario]] risale al [[XVII secolo]] e nell'atrio si presenta con un [[affresco]], dipinto da [[Carlo Mellerio]] nel [[1674]], dedicato proprio al miracolo della nevicata estiva sul colle [[Esquilino]] di [[Roma]]. La Chiesa, in passato più volte danneggiata dal torrente [[Bogna]], conserva al suo interno numerosi affreschi di pregio. Tra questi il dipinto ''Matrimonio della Vergine'' attribuito al pittore [[Firenze|fiorentino]] [[Luigi Reali]] e l'[[Pala d'altare|ancona]] di legno dorato e dipinto (che racchiude l'affresco [[XIV secolo|trecentesco]] della Madonna e del Bambino), opera di [[Francesco de Tatti]].
=== Architettura civile ===
[[File:Piazza Chiossi e Palazzo Silva Domodossola.JPG|upright=1.4|left|thumb|Palazzo Silva e l'obelisco di ''Piazza Chiossi'']]
{{Citazione|L'umiltà aspira a cose eccelse|Motto della famiglia Silva, [[XVI secolo|XVI sec.]]|''Humilitas alta petit''|lingua=la}}
==== Palazzo Silva ====
{{vedi anche|Palazzo Silva (Domodossola)}}
[[Monumento nazionale]], Palazzo Silva fu ristrutturato, a partire da una dimora [[gentilizio|gentilizia]] [[XIV secolo|trecentesca]] preesistente, intorno al [[1519]] dal [[condottiero]] Paolo della Silva, nobile al servizio di [[Francesco I di Francia]]<ref>{{cita|Veschambre|88}}.</ref>. È uno dei migliori esempi di casa patrizia [[rinascimento|rinascimentale]] della regione subalpina. Nell'anno [[1882]] l'edificio venne acquistato dalla ''Fondazione Galletti'' e successivamente ceduto al [[Comune]]. È ora sede del [[Museo di Palazzo Silva]]: in grandi sale gentilizie arredate ospita opere scultoree lignee, stemmi in marmo, reperti [[civiltà etrusca|etruschi]] e [[civiltà romana|romani]], [[incisione|incisioni]], frammenti di [[mummia|mummie]] egiziane, quadri dal [[XVI secolo|Cinquecento]] al [[XVIII secolo|Settecento]], costumi ossolani e [[armatura|armature]].
[[File:Palazzo Mellerio Domodossola.JPG|thumb|Palazzo Mellerio]]
==== Palazzo Mellerio ====
Deve il suo nome al conte Giacomo Mellerio ([[1777]]-[[1847]]), Gran [[Cancelliere]] del [[Regno Lombardo-Veneto]] . Il [[conte]], grande benefattore, affidò nel [[1816]] la costruzione del palazzo al cognato, l'architetto Gian Luca della Somaglia, con l'intento di renderlo un complesso di scuole superiori. Inaugurato il 5 novembre [[1818]], in questo palazzo Mellerio fondò il primo [[liceo classico|ginnasio]] dell'[[Val d'Ossola|Ossola]]<ref name=mercato/>. Nel [[1837]] il conte cedette il palazzo e la direzione del ginnasio all'abate [[Antonio Rosmini]], che vi aggiunse un [[convitto]]. Nel [[1874]], quando scuole e convitto passarono nel nuovo collegio Mellerio-Rosmini, di fronte al Santuario della Madonna della Neve, il palazzo fu ceduto al [[comune]]. Sulla facciata si trovano ancora il medaglione del Mellerio e un [[bassorilievo]] di Rosmini. Il palazzo, che ospitò anche la [[Pretore (ordinamenti moderni)|Pretura]], è ora sede della [[Polizia Municipale]] e di uffici comunali.
[[File:Palazzo San Francesco Domodossola.jpg|upright=1.4|left|thumb|Palazzo San Francesco]]
==== Palazzo San Francesco ====
{{vedi anche|Palazzo San Francesco (Domodossola)}}
Costruito sulla pianta di una chiesa antecedente (risalente alla fine del [[XIII secolo]]), fu acquistato nel [[1884]] dalla ''Fondazione Galletti'', che vi raccolse le proprie collezioni. Nacque così la prima parte di quello che sarebbe diventato il [[Museo di Palazzo San Francesco]]. Successivamente ceduto al [[Comune]], sono in via di completamento i lavori di restauro. È ora visitabile solamente il piano terreno con una raccolta di quadri di pittori [[Val Vigezzo|vigezzini]].
==== Collegio Mellerio-Rosmini ====
{{vedi anche|Museo di scienze naturali del Collegio Mellerio Rosmini}}
Dedicato al beato [[Antonio Rosmini]], sorge di fronte al [[#Architettura religiosa|Santuario della Madonna della Neve]]. Il collegio, progettato dall'architetto ticinese Ghezzi, venne inaugurato il 29 settembre [[1874]]. Contiene una ricchissima [[biblioteca]] (circa 60.000 volumi) ed è sede del [[Museo di scienze naturali del Collegio Mellerio Rosmini|Museo di Scienze Naturali]], visitabile su richiesta. È annesso al collegio l'Osservatorio [[geofisica|geofisico]] eretto nel [[1876]]<ref>{{cita|Ferrari}}.</ref>.
[[File:Comune di Domodossola.JPG|upright=1.3|thumb|Palazzo di Città]]
==== Palazzo di Città ====
{{vedi anche|Sala storica della Resistenza (Domodossola)}}
Progettato dall'architetto Giovanni Leoni di [[Torino]] e recentemente restaurato, è stato edificato nel [[1847]]. Nel [[1944]] fu sede della Giunta Provvisoria di Governo della [[Repubblica partigiana dell'Ossola]]: ai nostri giorni il [[consiglio comunale]] si riunisce proprio nella [[Sala storica della Resistenza (Domodossola)|Sala Storica della Resistenza]]. Nel cortiletto interno del palazzo è presente una lapide, che ricorda il conferimento della [[medaglia d'oro al valor militare]], conferita alla Val d'Ossola nel settembre [[1945]], per i fatti resistenziali culminanti nel significativo episodio della zona liberata. Antistante il palazzo nel [[1899]] venne posto il monumento, opera di Francesco Ricci ([[scultore]] [[Val Vigezzo|vigezzino]]) dedicato a [[Gian Giacomo Galletti]], benefattore cittadino, il cui lascito diede vita alla ''Fondazione Galletti''.
==== Stazione Internazionale ====
{{vedi anche|Stazione di Domodossola}}
La stazione fu edificata quando Domodossola entrò in collegamento ferroviario con Novara nel [[1888]]. Il maggior ampliamento, su progetto dell'architetto [[Luigi Boffi (architetto)|Luigi Boffi]] di [[Milano]], avvenne nel [[1906]], con l'apertura del [[traforo del Sempione]]. La [[cornice marcapiano]] in [[granito]] di [[Baveno]] e le tre [[cimasa|cimase]] sormontate da pennoni danno notevole risalto all'imponente struttura.
=== Il Sacro Monte Calvario ===
{{vedi anche|Sacro Monte di Domodossola}}
Il [[Sacro Monte di Domodossola]] venne edificato nel 1657 per volontà dei frati [[Cappuccini]] Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho. Nel 2003 questo straordinario complesso monumentale è stato inserito dall'[[UNESCO]] nella [[Patrimoni dell'Umanità|Lista del Patrimonio dell'Umanità]] insieme ad altri sei [[Sacri Monti]] piemontesi. Il Sacro Monte di Domodossola è curato dai padri [[Rosminiani]].
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File:Sacro Monte di Domodossola.JPG|[[Sacro Monte di Domodossola]]
File:Cap. 9, La terza caduta. Cap. 11, La crocefissione.JPG|[[Sacro Monte di Domodossola]]<br />Percorso devozionale con le Stazioni 9 e 11
File:Domodossola Sacro Monte Stazione IX.jpg|[[Sacro Monte di Domodossola]]<br />Cappella contenente la Stazione IX della Via Crucis
File:Sacro Monte di Domodossola. Figure.JPG|[[Sacro Monte di Domodossola]]<br />Dionigi Bussola, ''Gesù muore sulla croce''
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== Cultura ==
== Cultura ==