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===Poetica degli opposti===
 
===Poetica degli opposti===
Le contraddizioni che attraversano gli scritti di Porto, sono però non solo metodologiche o concettuali, ma anche stilistiche e contenutistiche. A testi neoclassici, dal carattere fortemente anacronistico, si affiancano testi giullareschi, comici o fortemente sperimentali. Della silloge inedita ''Poesia D’annata'' si parla come di un testo caratterizzato da un’evidente ripresa metrica,<ref name=":2" /><ref name=":3" /> ma ''La Sindrome di Van Gogh'' presenta una ricerca ritmica volta ad esiti ben più moderni e che forse rappresenta meglio di tutti il “metro nuovo” citato in ''A Regular Poem, Canto XI''. Una sintesi tra anacronismo ed avanguardia è rinvenibile del resto nei suoi testi più conosciuti, il componimento Poemetto Liberatorio e il poema epico A Regular Poem. Per quanto riguarda i contenuti, vi è una chiara dicotomia tra i temi notturni, legati all’incubo, all’eros e all’immaginario decadente e i temi diurni, collegati all’amore, alle stelle e a temi comici.<ref name=":4" /> Tanto in libri e raccolte, quanto nei singoli componimenti, è visibile questo contrasto tematico, che talvolta si alterna senza speranza di trovare un continuum tra i due aspetti.  
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Le contraddizioni che attraversano gli scritti di Porto, sono però non solo metodologiche o concettuali, ma anche stilistiche e contenutistiche. A testi neoclassici, dal carattere fortemente anacronistico, si affiancano testi giullareschi, comici o fortemente sperimentali. Della silloge inedita ''Poesia D’annata'' si parla come di un testo caratterizzato da un’evidente ripresa metrica,<ref name=":2" /><ref name=":3" /> ma ''La Sindrome di Van Gogh'' presenta una ricerca ritmica volta ad esiti ben più moderni e che forse rappresenta meglio di tutti il “metro nuovo” citato in ''A Regular Poem, Canto XI''. Una sintesi tra anacronismo ed avanguardia è rinvenibile del resto nei suoi testi più conosciuti, il componimento Poemetto Liberatorio e il poema epico A Regular Poem. Per quanto riguarda i contenuti, vi è una chiara dicotomia tra i temi notturni, legati all’incubo, all’eros e all’immaginario decadente e i temi diurni, collegati all’amore, alle stelle e a temi comici.<ref name=":4" /> Tanto in libri e raccolte, quanto nei singoli componimenti, è visibile questo contrasto tematico, che talvolta si alterna senza speranza di trovare un continuum tra i due aspetti.
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===Stella, Gioia e Caligine: la musa a tre facce===
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Le sfaccettature dell’autore sono del resto rigettate tanto sugli ambienti descritti quanto sui suoi personaggi letterari. È questo il caso di Stella, personaggio onnipresente nella produzione di Porto e che pare corrisponda ad una persona reale. Da quello che si ricava dai testi, pare sia la destinataria della totalità degli scritti dell’autore, come egli riferì in un’intervista<ref name=":9" />. Nei Mezzi Raconti l’amore per Stella è confrontato con il sentimento provato per altre donne e più volte è descritto in termini stilnovisti e beatificanti. Si fa riferimento a Stella, presumibilmente un senhal, come a motivo di salvezza dall’incubo e dall’autodistruzione. Come una sorta di Beatrice contemporanea, essa è presentata quale incarnazione di valori perduti, entità semidivina in grado di salvare il poeta dalla propria condizione di sofferenza, dovuta alla vita, all’incubo e all’ossessione. Stella appare del resto anche in alcuni spettacoli (Astra e Lucia e Colpa di una Stella), denotandone una trasversalità totale nella produzione dell’autore. Se di Stella si parla in più punti in toni quasi angelici, è da notare che in testi come Aegri Somnia essa cambia senhal e cambia aspetto. Da musa celestiale diviene quasi un demone tormentatore, col nome di Caligine, e ci è dato riconoscerla come la stessa musa solo grazie alla descrizione che Porto fa di determinati dettagli (si veda il ricorrente “Occhi scuri, scrigni, custodi di misteri” <ref name=":1" /><ref name=":2" />). Caligine, a differenza di Stella, è raccontata come una dea oscura, portatrice di dolore e angoscia, pronta a prendersi gioco del poeta (in Aegri Somnia identificato nel figlio Caos). A questa metamorfosi maligna, fa contrasto un’altra faccia ancora della musa, Gioia, probabilmente il vero nome della ragazza. Stella appare per la prima volta con il nome Gioia in La Sindrome di Van Gogh e poi ancora in Favole Alcoliche per Bambini Extraterrestri e in A Regular Poem. Gioia, a differenza di Stella e Caligine, non viene descritta in termini metafisici, ma pare rappresentare l’essenza più umana della musa. Questa ambivalenza tra metafisico e terreno è esplicitata chiaramente in A Regular Poem<ref name=":2" />, dove si fa rifermento alla musa sia con il nome di Stella che col nome di Gioia. In particolare ci viene descritta Stella tramite gli altri personaggi come la musa celeste, mentre la ragazza si riferisce a sé stessa come Gioia, rifiutando la trasfigurazione in senso ultraterreno. Nello spettacolo Colpa di una Stella si fa riferimento ad un’ultima opera futura che avrebbe concluso e messo un punto alla presenza di Stella nella produzione di Porto; si può dedurre che quest’opera fosse A Regular Poem. A conclusione di Colpa di una Stella, Porto afferma, ricalcando la Vita Nova, di non voler più scrivere di questa donna fino a che non avrebbe avuto da dirne cose ancor più alte, quali non sono mai state dette per alcuna. Considerando la Divina Commedia come uno dei modelli principali di A Regular Poem, è chiara l’equivalenza. Stella viene del resto salutata, il A Regular Poem, Congedo<ref name=":2" />, con un addio, segnando forse la sua definitiva scomparsa dalla produzione di Porto.
    
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