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=== Raccolte epistolari ===
 
=== Raccolte epistolari ===
{{Vedi anche|Epistole}}
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Di estrema importanza sono le epistole latine. Raccolte "d'autore" delle lettere inviate da Petrarca, disposte in ordine cronologico, le epistole contribuiscono a costruire l'immagine autobiografica che il poeta stesso ha voluto offrire di sé ai posteri e quindi la sua eternizzazione. Basate sul modello ciceroniano-senecano ricavato dalla scoperta delle ''Epistulae ad Atticum'' a Verona del 1345<ref name="PacCap" />, le epistole (che si dividono, a parte la ''Epistola posteritati'' che è rimasta intenzionalmente esclusa dalle raccolte epistolari, nei gruppi delle ''Familiares'', delle ''Seniles'', delle ''Sine nomine'' e delle ''Variae''<ref>{{Cita|Amaturo|pp. 167-168}}.</ref>) spaziano dagli anni bolognesi fino alla fine della vita del Petrarca<ref>Le ''epistolae'' retrodatate al 1345 furono, secondo {{Cita|Santagata|p. 45}}, probabilmente scritte ''ex novo'' perché fossero aderenti al progetto culturale-esistenziale idealizzato dal Petrarca.</ref>. Delle lettere petrarchesche, indirizzate a vari personaggi suoi contemporanei (a [[Ludwig Van Kempen|Ludwig van Kempen]], sotto lo pseudonimo di ''Socrate'', è dedicata la raccolta delle ''Familiares''; a [[Francesco Nelli]], sotto lo pseudonimo di ''Simonide'', sono dedicate le ''Seniles'', iniziate dopo la morte di Ludwig van Kempen nel 1361<ref>{{Cita|Santagata|p. 45}}.</ref>) e, nel caso del XXIV libro delle ''Familiares'', le lettere sono rivolte a vari personaggi dell'antichità. Delle ''Familiares'', è celebre in particolar modo la ''Familiare'' IV, 1 incentrata sull'ascesa del Monte Ventoso.
      
=== Opere in volgare ===
 
=== Opere in volgare ===
[[File:Francesco Petrarca, Rime.jpg|thumb|Francesco Petrarca, ''Rime'', codice membranaceo ms. I 12, c. 1r. conservato al Museo Petrarchesco Piccolomineo, [[Trieste]], risalente ai secoli fine XV, inizio [[XVI secolo|XVI]]. Il particolare riporta il primo [[sonetto]] del ''Canzoniere''.]]
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==== Il ''Canzoniere'' ====
 
==== Il ''Canzoniere'' ====
{{Vedi anche|Canzoniere (Petrarca)}}
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{{Citazione|Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond’io nudriva ’l core / in sul mio primo giovenile errore / quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono...|Petrarca, ''[[s:Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono|Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono]]'', prima [[Quartina (metrica)|quartina]] della lirica d'apertura del ''Canzoniere''}}
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Il ''Canzoniere'', il cui titolo originale è ''Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta'', è la storia poetica della vita interiore del Petrarca vicina, per introspezione e tematiche, al ''Secretum''. La raccolta comprende 366 componimenti (365 più uno introduttivo: "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono"): 317 [[Sonetto|sonetti]], 29 [[Canzone (metrica)|canzoni]], 9 [[sestina|sestine]], 7 [[Ballata (poesia)|ballate]] e 4 [[Madrigale|madrigali]], divisi tra rime ''in vita'' e rime ''in morte'' di Madonna Laura <ref group="N">{{Cita|Guglielmino-Grosser|p. 184}}. I testi sono raccolti nel codice Vaticano Latino 3195, come ricordato da {{Cita|Santagata|pp. 120-121}}. Bisogna ricordare che ''Il Canzoniere'' non raccoglie tutti i componimenti poetici del Petrarca, ma solo quelli che il poeta scelse con grande cura: altre rime (dette ''extravagantes'') andarono perdute o furono incluse in altri manoscritti (''cfr.'' {{Cita|Ferroni|p. 8}}).</ref>, celebrata quale donna superiore, senza però raggiungere il livello della ''donna angelo'' della [[Beatrice Portinari|Beatrice dantesca]]. Difatti, Laura invecchia, subisce il corso del tempo, e non è portatrice di alcun attributo divino nel senso [[Teologia|teologico]] [[Dolce stil novo|stilnovista]]-dantesco<ref>{{Cita|Guglielmino-Grosser|p. 185}}.</ref>. Anzi, la storia del ''Canzoniere'', più che la celebrazione di un amore, è il percorso di una progressiva conversione dell'anima: si passa, infatti, ''dal giovanil errore'' (l'amore terreno per Laura) ricordato nel sonetto introduttivo ''Voi ch'ascoltate in rime sparse'', alla canzone ''[[Vergine bella|Vergine bella, che di sol vestita]]'' in cui Petrarca affida la sua anima alla protezione di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] perché trovi finalmente pietà e riposo<ref group="N">L'inquietudine petrarchesca nasce, quindi, dal contrasto tra l'attrazione verso i beni terreni (tra cui l'amore per Laura) e l'aspirazione all'assoluto divino, propria della cultura medievale e della religione cristiana, come ricordato da {{Cita|Guglielmino-Grosser|p. 186}}.</ref>.
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L'opera, che richiese a Petrarca quasi quarant'anni di continue rivisitazioni stilistiche (da qui la cosiddetta ''limatio'' petrarchesca<ref group="N">Petrarca mantenne, nell'ambito della lirica volgare, quell'aristocraticismo stilistico-lessicale prima accennato, in cui si rifiutano molti usi lemmatici presenti nella tradizione poetica italiana e che Petrarca rifiuterà, accogliendone un preciso gruppo ristretto ed elitario. Come ricorda {{Cita|Marazzini|pp. 220-221}}:{{Citazione|Si delinea una tendenza del linguaggio lirico al 'vago', inteso nel senso di una genericità antirealistica (al contrario di quanto accade nel corposo realismo della ''Commedia''), testimoniato anche dalla polivalenza di certi termini, i quali, come l'aggettivo ''dolce'', entrano in un numero molto grande di combinazioni diverse [...] Eppure la lingua di Petrarca, selezionata e ridotta nelle scelte lessicali, accoglie un buon numero di varianti canonizzando un polimorfismo...in cui si allineano la forma toscana, quella latineggiante, quella siciliana o provenzale...}}</ref>), prima di trovare la forma definitiva subì, secondo gli studi compiuti da Wilkins, ben nove fasi di redazioni, di cui la prima risale al 1336-38, e l'ultima al 1373-74, che è quella contenuta nel codice Vaticano Latino 3195<ref>{{Cita|Ferroni|p. 19}}.</ref>.
      
==== I ''Trionfi'' ====
 
==== I ''Trionfi'' ====
{{Vedi anche|I Trionfi}}
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I "Trionfi" (la titolazione originale è in [[lingua latina|latino]], ''Triumphi'') sono un [[poema|poemetto]] [[allegoria|allegorico]] in [[lingua italiana|volgare toscano]], in [[terzina dantesca|terzine dantesche]], incominciato da Petrarca nel [[1351]], durante il periodo milanese, e mai portato a termine.
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Il poema è ambientato in una dimensione onirica e irreale (strettissimo, per scelta metrica e tematica, è il legame con la [[Divina Commedia|''Comedia'']]): Petrarca viene visitato da [[Eros|Amore]], che gli mostra tutti gli uomini illustri che hanno ceduto alle passioni del cuore (''Triumphus Cupidinis''). Annoverato tra questi ultimi, Petrarca verrà poi liberato da Laura, simboleggiante la Pudicizia (''Triumphus Pudicitie''), che cadrà poi per mano della Morte (''Triumphus Mortis''). Petrarca scoprirà dalla stessa Laura, apparsagli in sogno, che ella si trova nella [[Paradiso|beatitudine celeste]], e che egli stesso potrà contemplarla nella gloria divina soltanto dopo che la morte lo avrà liberato dal corpo caduco in cui si ritrova.
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La Fama poi sconfigge la morte (''Triumphus Fame'') e celebra il proprio trionfo, accompagnata da Laura e da tutti i più celebri personaggi della storia antica e recente.  Il moto rapido del sole suggerisce al poeta alcune riflessioni sulla vanità della fama terrena, cui fa seguito una vera e propria visione, nella quale al poeta appare il [[Tempo]] trionfante (''Triumphus Temporis'').  Infine il poeta, sbigottito per la precedente visione, è confortato dal suo stesso cuore, che gli dice di confidare in Dio: gli appare allora l'ultima visione, un «mondo novo, in etate immobile ed eterna», un mondo al di fuori del tempo dove trionferanno i beati e dove un giorno Laura gli riapparirà, questa volta per sempre (''Triumphus Eternitatis'').
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== Note ==
 
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