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− | Severino Ferrariè nato a Molinella il 26 marzo 1856 ed morto a Pistoia il 24 dicembre 1905. | + | Severino Ferrari. (3 ottobre 2019). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 22 ottobre 2019, 09:44 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Severino_Ferrari&oldid=108072161. |
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− | == Biografia == | + | |
− | Nacque a [[San Pietro Capofiume]] (piccola località nel comune di [[Molinella]]), nella contrada detta ''Alberino''<ref>F. Felcini, ''Nota biografica'', in S. Ferrari, ''Tutte le poesie'', a cura di F. Felcini, Bologna, Cappelli, 1966, p. 76</ref> dal padre Luigi, di professione medico, e dalla madre [[Giuseppina Sarti]]. | + | '''Severino Ferrari''' è nato a Molinella il 26 marzo 1856 ed morto a Pistoia il 24 dicembre 1905. |
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| + | ==Biografia== |
| + | Nacque a San Pietro Capofiume (piccola località nel comune di Molinella), nella contrada detta ''Alberino''<ref>F. Felcini, ''Nota biografica'', in S. Ferrari, ''Tutte le poesie'', a cura di F. Felcini, Bologna, Cappelli, 1966, p. 76</ref> dal padre Luigi, di professione medico, e dalla madre Giuseppina Sarti. |
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| Benché dotato di una propria originalità, Severino Ferrari è stato continuamente paragonato (con risultati per lui svantaggiosi)<ref>Benedetto Croce riteneva superiore la poesia pascoliana a quella del Ferrari (cfr. B. Croce, ''Giovanni Pascoli'', Bari, Laterza, 1956, pp. 37-38).</ref> a [[Giovanni Pascoli]], conosciuto nel 1873<ref>A. Colasanti, ''Cronologia della vita e delle opere'', in G. Pascoli, ''Tutte le poesie'' a cura di A. Colasanti, Roma, Newton Compton, 2001, p. X.</ref> in seguito alla richiesta di alcune ripetizioni di latino.<ref>Michele Tortorici, ''La letteratura italiana nell'orizzonte europeo'', Oberon, 1993, vol. 2, p. 119.</ref> Fra Pascoli e Ferrari nascerà un'amicizia fraterna durata tutta la vita:<ref>L. Torraca, ''Giovanni Pascoli'',Istituto Padano di arti grafiche, 1954 p. 48: ''l'affettuosa amicizia di Severino Ferrari: amicizia che solo la morte riuscirà a troncare''</ref> Pascoli chiamava scherzosamente ''Ridiverde'' il Ferrari (vedi la poesia pascoliana ''Epistola a Ridiverde'') che a sua volta lo chiamava Gianni Schicchi.<ref>M. Pascoli, ''Lungo la vita di Giovanni Pascoli'', Milano, Mondadori, 1961, p. 70).</ref> | | Benché dotato di una propria originalità, Severino Ferrari è stato continuamente paragonato (con risultati per lui svantaggiosi)<ref>Benedetto Croce riteneva superiore la poesia pascoliana a quella del Ferrari (cfr. B. Croce, ''Giovanni Pascoli'', Bari, Laterza, 1956, pp. 37-38).</ref> a [[Giovanni Pascoli]], conosciuto nel 1873<ref>A. Colasanti, ''Cronologia della vita e delle opere'', in G. Pascoli, ''Tutte le poesie'' a cura di A. Colasanti, Roma, Newton Compton, 2001, p. X.</ref> in seguito alla richiesta di alcune ripetizioni di latino.<ref>Michele Tortorici, ''La letteratura italiana nell'orizzonte europeo'', Oberon, 1993, vol. 2, p. 119.</ref> Fra Pascoli e Ferrari nascerà un'amicizia fraterna durata tutta la vita:<ref>L. Torraca, ''Giovanni Pascoli'',Istituto Padano di arti grafiche, 1954 p. 48: ''l'affettuosa amicizia di Severino Ferrari: amicizia che solo la morte riuscirà a troncare''</ref> Pascoli chiamava scherzosamente ''Ridiverde'' il Ferrari (vedi la poesia pascoliana ''Epistola a Ridiverde'') che a sua volta lo chiamava Gianni Schicchi.<ref>M. Pascoli, ''Lungo la vita di Giovanni Pascoli'', Milano, Mondadori, 1961, p. 70).</ref> |
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− | Nell'estate del [[1876]] conosce [[Giosuè Carducci|Carducci]]: ne diverrà allievo all'[[Università di Bologna]] e con il maestro curerà l'edizione commentata del [[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]] di [[Petrarca]]. | + | Nell'estate del 1876 conosce [[Giosuè Carducci|Carducci]]: ne diverrà allievo all'Università di Bologna e con il maestro curerà l'edizione commentata del Canzoniere di [[Petrarca]]. |
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− | I suoi intensi studi di letteratura, lo portano, nel [[1877]], a fondare assieme a [[Giovanni Marradi]], [[Luigi Gentile]], [[Alfredo Straccali]], [[Guido Biagi]], [[Ugo Brilli]] e altri la rivista ''I nuovi goliardi''<ref>''Strinse (Ferrari) fraterna amicizia con Guido Biagi, Ugo Brilli, Luigi Gentile, Giovanni Marradi, Alfredo Straccali e alcuni altri giovani che [...] stabilirono di pubblicare una rivista mensuale, a cui diedero il titolo di Nuovi Goliardi'', in Ferrari, ''Versi-Il Mago'', a cura di L. De Mauri, Sonzogno, 1928, p. 16</ref> della quale escono solo tre fascicoli doppi (la rivista sarà poi ripresa nel 1881). | + | I suoi intensi studi di letteratura, lo portano, nel 1877, a fondare assieme a Giovanni Marradi, Luigi Gentile, Alfredo Straccali, Guido Biagi, Ugo Brilli e altri la rivista ''I nuovi goliardi''<ref>''Strinse (Ferrari) fraterna amicizia con Guido Biagi, Ugo Brilli, Luigi Gentile, Giovanni Marradi, Alfredo Straccali e alcuni altri giovani che [...] stabilirono di pubblicare una rivista mensuale, a cui diedero il titolo di Nuovi Goliardi'', in Ferrari, ''Versi-Il Mago'', a cura di L. De Mauri, Sonzogno, 1928, p. 16</ref> della quale escono solo tre fascicoli doppi (la rivista sarà poi ripresa nel 1881). |
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− | Nel [[1884]] esce il poemetto ''Il mago'': si tratta di un'allegoria in cui si immagina che il mago (cioè Ugo Brilli che con il nomignolo di "mago" veniva chiamato dagli amici a causa di un sonetto incentrato sul mago Merlino) vada a caccia di Biancofiore (protagonista del ''Filocolo'' di [[Boccaccio]], assurta qui a simboleggiare la poesia). Il mago, accompagnato dai suoi fidi cani (i "nuovi goliardi") fa strage di numerose bestie (i nemici letterari del [[Giosuè Carducci|Carducci]], fra cui il fiorentino [[Luigi Alberti]], il milanese [[Giovanni Rizzi]], il [[Mario Rapisardi|Rapisardi]] e altri). | + | Nel 1884 esce il poemetto ''Il mago'': si tratta di un'allegoria in cui si immagina che il mago (cioè Ugo Brilli che con il nomignolo di "mago" veniva chiamato dagli amici a causa di un sonetto incentrato sul mago Merlino) vada a caccia di Biancofiore (protagonista del ''Filocolo'' di Boccaccio, assurta qui a simboleggiare la poesia). Il mago, accompagnato dai suoi fidi cani (i "nuovi goliardi") fa strage di numerose bestie (i nemici letterari del [[Giosuè Carducci|Carducci]], fra cui il fiorentino Luigi Alberti, il milanese Giovanni Rizzi, il Rapisardi e altri). |
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− | L'anno dopo, invece, vengono editi i ''[[Bordatini]]'' e in essi Ferrari sperimenta quella contaminazione fra poesia colta e poesia popolare che lo renderà famoso e che prelude ad analoghi esperimenti di [[Giovanni Pascoli]]. | + | L'anno dopo, invece, vengono editi i ''Bordatini'' e in essi Ferrari sperimenta quella contaminazione fra poesia colta e poesia popolare che lo renderà famoso e che prelude ad analoghi esperimenti di [[Giovanni Pascoli]]. |
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− | Ispiratrice di molte sue poesie è [[Ida Gini]] da lui conosciuta nel [[1886]] a [[La Spezia]] (dove il poeta era insegnante al Liceo Costa) e sposata il 23 settembre dello stesso anno. Per il loro matrimonio l'amico Giovanni Pascoli compose una corona di otto madrigali dal titolo ''L'ultima passeggiata''. | + | Ispiratrice di molte sue poesie è Ida Gini da lui conosciuta nel 1886 a La Spezia (dove il poeta era insegnante al Liceo Costa) e sposata il 23 settembre dello stesso anno. Per il loro matrimonio l'amico Giovanni Pascoli compose una corona di otto madrigali dal titolo ''L'ultima passeggiata''. |
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− | Carducci aveva scelto Ferrari come successore alla cattedra di [[eloquenza]] dell'Università di Bologna. Tuttavia, forti disturbi psichici attanagliarono la parte finale della sua vita e quando, nel [[1904]], Giosuè lasciò l'insegnamento, non era ormai in grado di ricoprire la carica, che fu affidata a Giovanni Pascoli.<ref>E. Pasquini, ''Cecco Frate (Francesco Donati)'', Firenze, Le Monnier, pp.75-76.</ref> | + | Carducci aveva scelto Ferrari come successore alla cattedra di eloquenza dell'Università di Bologna. Tuttavia, forti disturbi psichici attanagliarono la parte finale della sua vita e quando, nel 1904, Giosuè lasciò l'insegnamento, non era ormai in grado di ricoprire la carica, che fu affidata a Giovanni Pascoli.<ref>E. Pasquini, ''Cecco Frate (Francesco Donati)'', Firenze, Le Monnier, pp.75-76.</ref> |
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− | Nel dicembre del [[1905]] si spegneva a Collegigliato (in provincia di Pistoia) in una clinica dove era stato ricoverato a causa di un inasprirsi della sua malattia mentale. La sua casa natia, visibile ad Alberino, è ancora in ottime condizioni e abitata (non da eredi né da persone a lui collegate). | + | Nel dicembre del 1905 si spegneva a Collegigliato (in provincia di Pistoia) in una clinica dove era stato ricoverato a causa di un inasprirsi della sua malattia mentale. La sua casa natia, visibile ad Alberino, è ancora in ottime condizioni e abitata (non da eredi né da persone a lui collegate). |
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| ==Note== | | ==Note== |
− | <references/> | + | <references /> |
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− | == Opere == | + | ==Opere== |
| ===Poesie=== | | ===Poesie=== |
− | * ''Il Mago'', Roma, Sommaruga, [[1884]]. | + | |
− | * ''[[Bordatini]]'', Ancona, Morelli, [[1885]]. | + | *''Il Mago'', Roma, Sommaruga, 1884. |
− | * ''Versi: raccolti e ordinati'', [[1892]]. | + | *''Bordatini'', Ancona, Morelli, 1885. |
− | * ''Primavera fiorentina : sonetti'', Bologna, Zanichelli, 1900. | + | *''Versi: raccolti e ordinati'', 1892. |
| + | *''Primavera fiorentina : sonetti'', Bologna, Zanichelli, 1900. |
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| ====Edizioni commentate==== | | ====Edizioni commentate==== |
− | * S. Ferrari, ''Tutte le poesie'', a cura di [[Furio Felcini]], Bologna, Cappelli, 1966. | + | |
| + | *S. Ferrari, ''Tutte le poesie'', a cura di Furio Felcini, Bologna, Cappelli, 1966. |
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| ===Prose=== | | ===Prose=== |
− | * ''Il canto 3° del Purgatorio, letto nella Sala di Dante in Orsanmichele il dì 31 di gennaio 1901'', Firenze, Sansoni, 1901. | + | |
| + | *''Il canto 3° del Purgatorio, letto nella Sala di Dante in Orsanmichele il dì 31 di gennaio 1901'', Firenze, Sansoni, 1901. |
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| ===Curatele=== | | ===Curatele=== |
− | * ''Canti popolari in San Pietro Capofiume'', in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'',a. 1888-91, VII 387-403, VIII 103-12, X 413-18 (ristampato per conto dell'editore Arnaldo Forni, Bologna, 1977). | + | |
− | * ''Poesie dei secoli XIX e XVIII'' scelte, annotate e corredate di notizie metriche per uso delle scuole da S. Ferrari, Firenze, Sansoni, 1897. | + | *''Canti popolari in San Pietro Capofiume'', in ''Archivio per lo studio delle tradizioni popolari'',a. 1888-91, VII 387-403, VIII 103-12, X 413-18 (ristampato per conto dell'editore Arnaldo Forni, Bologna, 1977). |
− | * ''Antologia della lirica moderna italiana'', annotata e corredata di notizie metriche a cura di S. Ferrari, Bologna, Zanichelli, 1920. | + | *''Poesie dei secoli XIX e XVIII'' scelte, annotate e corredate di notizie metriche per uso delle scuole da S. Ferrari, Firenze, Sansoni, 1897. |
| + | *''Antologia della lirica moderna italiana'', annotata e corredata di notizie metriche a cura di S. Ferrari, Bologna, Zanichelli, 1920. |
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| ==Bibliografia della critica== | | ==Bibliografia della critica== |
− | * {{Cita pubblicazione|autore=Giosuè Carducci|anno=1886|titolo=Arte e poesia|rivista=Nuova Antologia|volume=|numero=1 luglio|pp=9-15}}
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− | * {{Cita libro|autore=Italo Toscani|titolo=Severino Ferrari|anno=1910|editore=Casa Editrice Italiana|città=Firenze|p=|pp=|ISBN=}}
| + | *Emilio Pasquini, ''I nuovi goliardi'', Barga, Groppi, 1915. |
− | * Emilio Pasquini, ''I nuovi goliardi'', Barga, Groppi, 1915. | + | *Manara Valgimigli, ''Severino Ferrari e la religione delle lettere'', in ''Uomini e scrittori del mio tempo'', Firenze 1943, pp. 311–38. |
− | * Manara Valgimigli, ''Severino Ferrari e la religione delle lettere'', in ''Uomini e scrittori del mio tempo'', Firenze 1943, pp. 311–38. | + | *G. Biancardi, ''I Bordatini di Severino Ferrari'', in «Charta», n. 81, marzo/aprile 2006. |
− | * G. Biancardi, ''I Bordatini di Severino Ferrari'', in «Charta», n. 81, marzo/aprile 2006. | + | |
| + | [[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]] |
| + | [[Categoria:Poeta]] |