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===La Resistenza e il campo di sterminio di Auschwitz=== | ===La Resistenza e il campo di sterminio di Auschwitz=== | ||
[[File:Arbeit macht frei sign, main gate of the Auschwitz I concentration camp, Poland - 20051127.jpg|thumb|L'ingresso al campo di concentramento di Auschwitz in inverno.|sinistra|263x263px]] | [[File:Arbeit macht frei sign, main gate of the Auschwitz I concentration camp, Poland - 20051127.jpg|thumb|L'ingresso al campo di concentramento di Auschwitz in inverno.|sinistra|263x263px]] | ||
Dopo l'8 settembre 1943 si rifugiò in montagna, unendosi a un nucleo partigiano operante in Val d'Aosta. Il periodo di militanza fra i partigiani del Col de Joux è stato quello che Levi stesso ha giudicato un'esperienza di giovani ben intenzionati, ma sprovveduti, privi di armi e di solidi contatti come Levi afferma in una lettera a Paolo Momigliano Levi | Dopo l'8 settembre 1943 si rifugiò in montagna, unendosi a un nucleo partigiano operante in Val d'Aosta. Il periodo di militanza fra i partigiani del Col de Joux è stato quello che Levi stesso ha giudicato un'esperienza di giovani ben intenzionati, ma sprovveduti, privi di armi e di solidi contatti come Levi afferma in una lettera a Paolo Momigliano Levi. La sua esperienza partigiana è stata oggetto di due saggi usciti a pochi mesi di distanza nel 2013 e di una dura polemica giornalistica<ref>Si tratta de ''Il lungo viaggio di Primo Levi'' di Frediano Sessi (Marsilio) e ''Partigia. Una storia della Resistenza'' di Sergio Luzzatto (Mondadori). La polemica ha riguardato i giornalisti Gad Lerner, Paolo Mieli, Francesco Borgonovo, Edoardo Castagna e gli storici Giovanni De Luna, Guido Crainz, Guido Bonfiglioli, Alberto Cavaglion e verteva sull'opportunità di rivangare una vicenda definita dallo stesso Levi un "segreto brutto", dimenticato per oltre 38 anni, cioè l'esecuzione di due compagni partigiani da parte dei capi della banda per ruberie e grassazioni commesse dai due. Secondo la tesi di Luzzatto, all'esecuzione assistette probabilmente lo stesso Levi e la vicenda lo gettò in un profondo sconforto, togliendogli la voglia di combattere. Levi accennò a questo episodio solo in ''Oro'', uno dei 21 racconti della raccolta ''Il sistema periodico'' (1975)</ref>. Poco dopo, il 13 dicembre 1943, venne arrestato dalla milizia fascista nel villaggio di Amay, sul versante verso Saint-Vincent del Col de Joux (tra Saint-Vincent e Brusson). Interrogato, preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano e per questo fu trasferito nel campo di Fossoli, presso Carpi, in provincia di Modena. | ||
Il 22 febbraio 1944, Levi e altri 650 ebrei, donne e uomini, vennero stipati su un treno merci (oltre 50 persone in ogni vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Levi fu qui registrato (con il numero 174.517) e subito condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come Auschwitz III, dove rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Fu uno dei venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani arrivati con lui al campo.[[File:Cartina La tregua - Primo Levi.gif|thumb|L'avventuroso viaggio di ritorno, descritto nel romanzo ''La tregua'', da Auschwitz a Torino|sinistra|266x266px]] | Il 22 febbraio 1944, Levi e altri 650 ebrei, donne e uomini, vennero stipati su un treno merci (oltre 50 persone in ogni vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Levi fu qui registrato (con il numero 174.517) e subito condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come Auschwitz III, dove rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Fu uno dei venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani arrivati con lui al campo.[[File:Cartina La tregua - Primo Levi.gif|thumb|L'avventuroso viaggio di ritorno, descritto nel romanzo ''La tregua'', da Auschwitz a Torino|sinistra|266x266px]] | ||
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Nel 1959, una mostra sulla deportazione a Torino incontrò uno straordinario riscontro di pubblico. Primo Levi si rese conto del grande interesse per la Shoah, soprattutto tra i giovani. Partecipò a numerosi incontri pubblici (soprattutto nelle scuole). Aveva intanto riproposto nel 1955 ''Se questo è un uomo'' a Einaudi, che decise di pubblicarlo nel giugno del 1958. Questa nuova edizione, con modifiche e aggiunte, in particolare la parte introduttiva dove Levi racconta il suo arresto, incontrò un successo immediato. | Nel 1959, una mostra sulla deportazione a Torino incontrò uno straordinario riscontro di pubblico. Primo Levi si rese conto del grande interesse per la Shoah, soprattutto tra i giovani. Partecipò a numerosi incontri pubblici (soprattutto nelle scuole). Aveva intanto riproposto nel 1955 ''Se questo è un uomo'' a Einaudi, che decise di pubblicarlo nel giugno del 1958. Questa nuova edizione, con modifiche e aggiunte, in particolare la parte introduttiva dove Levi racconta il suo arresto, incontrò un successo immediato. | ||
Dal 1959 collaborò alle traduzioni delle sue opere in inglese e in tedesco. Quest'ultima traduzione era particolarmente significativa per Levi. Uno degli obiettivi che si era proposto scrivendo il suo romanzo era far comprendere al popolo tedesco che cosa era stato fatto in suo nome e di fargliene accettare una responsabilità almeno parziale. | Dal 1959 collaborò alle traduzioni delle sue opere in inglese e in tedesco. Quest'ultima traduzione era particolarmente significativa per Levi. Uno degli obiettivi che si era proposto scrivendo il suo romanzo era far comprendere al popolo tedesco che cosa era stato fatto in suo nome e di fargliene accettare una responsabilità almeno parziale. | ||
Incoraggiato dal successo internazionale, nel 1962, quattordici anni dopo la stesura di ''Se questo è un uomo'', incominciò a lavorare a una nuova opera sul viaggio di ritorno da Auschwitz. Quest'opera venne intitolata ''La tregua'' e vinse la prima edizione del Premio Campiello (1963)<ref>[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a0741e4c-092f-4ce8-a4e3-6e7799089ef3.html?p=0 ''Intervista televisiva a Primo Levi di '']'' | Incoraggiato dal successo internazionale, nel 1962, quattordici anni dopo la stesura di ''Se questo è un uomo'', incominciò a lavorare a una nuova opera sul viaggio di ritorno da Auschwitz. Quest'opera venne intitolata ''La tregua'' e vinse la prima edizione del Premio Campiello (1963)<ref>[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a0741e4c-092f-4ce8-a4e3-6e7799089ef3.html?p=0 ''Intervista televisiva a Primo Levi di '']''Luigi Silori, RAI, L'Approdo, 1963''</ref>. | ||
Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrative. | Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrative. | ||
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==Opere== | ==Opere== | ||
*'' | *''Se questo è un uomo'', Torino, De Silva, 1947; Torino, Einaudi, 1958; con postfazione di Cesare Segre, Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17655-2. | ||
*'' | *''La tregua'', Torino, Einaudi, 1963. | ||
*'' | *''Storie naturali'', come Damiano Malabaila e dal 1979 con il proprio nome, Torino, Einaudi, 1966. | ||
*'' | *''Se questo è un uomo'', versione drammatica di e con Pieralberto Marché, Torino, Einaudi, 1966. | ||
*Prefazione a | *Prefazione a Léon Poliakov, ''Auschwitz'', Roma, Veutro, 1968. | ||
*'' | *''Vizio di forma'', Torino, Einaudi, 1971. | ||
*Prefazione a | *Prefazione a Joel König, ''Sfuggito alle reti del nazismo'', Milano, Mursia, 1973. | ||
*Presentazione di | *Presentazione di Edith Bruck, ''Due stanze vuote'', Padova, Marsilio, 1974. | ||
*'' | *''Il sistema periodico'', Torino, Einaudi, 1975; con un'intervista all'autore a cura di Philip Roth, 2005. ISBN 88-06-17501-7. | ||
*''L'osteria di Brema'', Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1975; poi in ''Ad ora incerta'' | *''L'osteria di Brema'', Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1975; poi in ''Ad ora incerta'' | ||
*Prefazione a | *Prefazione a Jacob Presser, ''La notte dei girondini'', Milano, Adelphi, 1976. | ||
*'' | *''La chiave a stella'', Torino, Einaudi, 1978; n. ed. con postfazione di Corrado Stajano, 2006. ISBN 88-06-18164-5. | ||
*Prefazione a | *Prefazione a Luciano Caglioti, ''I due volti della chimica'', Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1979. | ||
*Traduzione di | *Traduzione di Mary Douglas, ''I simboli naturali. Esplorazioni in cosmologia'', Torino, Einaudi, 1979. | ||
*'' | *''La ricerca delle radici. Antologia personale'', Torino, Einaudi, 1981; con uno scritto di Italo Calvino e introduzione di Marco Belpoliti, 1997. ISBN 88-06-14393-X. | ||
*'' | *''Lilít e altri racconti'', Torino, Einaudi, 1981. | ||
*'' | *''Se non ora, quando?'', Torino, Einaudi, 1982. Premio Campiello. | ||
*'' | *''Il processo'' di Franz Kafka nella traduzione di Primo Levi, Collana Scrittori tradotti da scrittori, Torino, Einaudi, 1983. | ||
*Traduzione di | *Traduzione di Claude Lévi-Strauss, ''Lo sguardo da lontano'', Torino, Einaudi, 1984. | ||
*'' | *''Ad ora incerta'', Milano, Garzanti, 1984; nuova ed. con ''L'osteria di Brema'', 1998. ISBN 88-11-66913-8. | ||
*'' | *''Dialogo'', con Tullio Regge, Milano, Edizioni di Comunità, 1984; Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17460-6. | ||
*Prefazione a Hermann Langbein, ''Uomini ad Auschwitz. Storia del più famigerato campo di sterminio nazista'', Milano, Mursia, 1984. ISBN 88-425-1348-2. | *Prefazione a Hermann Langbein, ''Uomini ad Auschwitz. Storia del più famigerato campo di sterminio nazista'', Milano, Mursia, 1984. ISBN 88-425-1348-2. | ||
*'' | *''L'altrui mestiere'', Torino, Einaudi, 1985. ISBN 88-06-58024-8; con un articolo di Italo Calvino, 2006. ISBN 88-06-18515-2. | ||
*Prefazione a | *Prefazione a Rudolf Höß, ''Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico'', Torino, Einaudi, 1985. ISBN 88-06-58347-6. | ||
*'' | *''I sommersi e i salvati'', Torino, Einaudi, 1986. ISBN 88-06-59308-0; con prefazione di Tzvetan Todorov e postfazione di Walter Barberis, 2007. ISBN 978-88-06-18652-4. | ||
*'' | *''L'ultimo Natale di guerra'', Milano, Il triangolo rosso, 1986; Torino, Einaudi, 2000. ISBN 88-06-15393-5. | ||
*Prefazione a Anna Bravo e Daniele Jalla (a cura di), ''La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti'', Milano, Franco Angeli, 1986. ISBN 88-204-2393-6. | *Prefazione a Anna Bravo e Daniele Jalla (a cura di), ''La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti'', Milano, Franco Angeli, 1986. ISBN 88-204-2393-6. | ||
*''Primo Levi per l'ANED, l'ANED per Primo Levi'', Milano, Franco Angeli, 1997. ISBN 88-464-0197-2. | *''Primo Levi per l'ANED, l'ANED per Primo Levi'', Milano, Franco Angeli, 1997. ISBN 88-464-0197-2. | ||
*'' | *''Conversazioni e interviste 1963-1987'', Torino, Einaudi, 1997. ISBN 88-06-14348-4. | ||
*''Le parole di un uomo. Incontro con Primo Levi'', di Milvia Spadi, Roma, Di Renzo, 1997. ISBN 88-86044-64-X. | *''Le parole di un uomo. Incontro con Primo Levi'', di Milvia Spadi, Roma, Di Renzo, 1997. ISBN 88-86044-64-X. | ||
*'' | *''L'asimmetria e la vita. Articoli e saggi 1955-1987'', Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-16050-8. | ||
*''Tutti i racconti'', Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17917-9. [Contiene: ''L'ultimo Natale di guerra'', due racconti sparsi mai pubblicati in volume singolo, ''Il sistema periodico'', ''Lilit e altri racconti'', ''Vizio di forma'', ''Storie naturali''] | *''Tutti i racconti'', Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17917-9. [Contiene: ''L'ultimo Natale di guerra'', due racconti sparsi mai pubblicati in volume singolo, ''Il sistema periodico'', ''Lilit e altri racconti'', ''Vizio di forma'', ''Storie naturali''] | ||
*'' | *''Il fabbricante di specchi. Racconti e saggi'', Torino, La Stampa, 2007. | ||
*''Ranocchi sulla luna e altri animali. A cura di | *''Ranocchi sulla luna e altri animali. A cura di Ernesto Ferrero'', Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 2014, ISBN 978-88-06-22159-1. | ||
*''Così fu | *''Così fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1986. Con Leonardo De Benedetti'', a cura di Domenico Scarpa, Collana SuperET, Einaudi, Torino, 2015, ISBN 978-88-06-22497-4. | ||
==Primo Levi nella cultura di massa== | ==Primo Levi nella cultura di massa== | ||
Come personaggio, Primo Levi è protagonista di tre pellicole, basate sulle sue memorie autobiografiche in '' | Come personaggio, Primo Levi è protagonista di tre pellicole, basate sulle sue memorie autobiografiche in ''Se questo è un uomo'' e ''La tregua''. Nei due film ''La tregua'' (1997) e nello spettacolo teatrale ''Primo'' (2005), a interpretare la figura dello scrittore torinese sono rispettivamente gli attori John Turturro (nel 1997) e Antony Sher (nel 2005). Nel documentario ''La strada di Levi'' (2006), che ripercorre a 60 anni di distanza l'itinerario descritto ne ''La tregua'', Primo Levi è presente come voce recitante (interpretato da Umberto Orsini). | ||
*'' | *''La tregua'', regia di Francesco Rosi (1997) | ||
*'' | *''Primo'', regia di Robin Lough – film TV (2005) | ||
*'' | *''La strada di Levi'', regia di Davide Ferrario – documentario (2006) | ||
==Note== | ==Note== | ||
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==Bibliografia== | ==Bibliografia== | ||
* | *Franco Pappalardo La Rosa, ''Le mille monadi sigillate nei Lager'', ne "L'Umanità", Roma, 10 luglio 1986. | ||
*Myriam Anissimov, ''Primo Levi o La tragedia di un ottimista'', Baldini & Castoldi, 1999 | *Myriam Anissimov, ''Primo Levi o La tragedia di un ottimista'', Baldini & Castoldi, 1999 | ||
*Sophie Nezri-Dufour, ''Primo Levi: una memoria ebraica del Novecento'', La Giuntina, Firenze 2002, ISBN 88-8057-154-0 | *Sophie Nezri-Dufour, ''Primo Levi: una memoria ebraica del Novecento'', La Giuntina, Firenze 2002, ISBN 88-8057-154-0 |