Primo Levi: differenze tra le versioni

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Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrative.
Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle proprie esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrative.


===Anni Settanta e Ottanta===
Nel [[1975]] decise di andare in pensione e di dedicarsi a tempo pieno all'attività di scrittore. Nello stesso anno uscì la raccolta di racconti ''[[Il sistema periodico]]'', in cui episodi autobiografici e racconti di fantasia vengono associati ciascuno a un elemento chimico. L'opera gli valse il Premio Prato per la Resistenza. Il 19 ottobre 2006 la [[Royal Institution]] del [[Regno Unito]] scelse quest'opera come il miglior libro di scienza mai scritto<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/science/2006/oct/21/uk.books |titolo=Levi's memoir beats Darwin to win science book title|autore=James Randerson|editore=[[The Guardian]]|data=21 ottobre 2006|lingua=en|accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190204194328/https://www.theguardian.com/science/2006/oct/21/uk.books|dataarchivio=4 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Pimo Levi al Premio Strega.JPG|miniatura|Con la scrittrice [[Francesca Sanvitale]] in occasione di un'edizione del [[Premio Strega]]|sinistra]]
Nel [[1978]] pubblicò ''[[La chiave a stella]]''. Questa raccolta di racconti il cui protagonista è il medesimo personaggio, Libertino Faussone, rappresenta un omaggio al lavoro creativo e in particolare a quel gran numero di tecnici italiani che hanno lavorato in giro per il mondo a seguito dei grandi progetti di ingegneria civile portati avanti dall'industria italiana dell'epoca ([[anni 1960|anni Sessanta]] e [[anni 1970|anni Settanta]]). In particolare dopo aver ottenuto la pensione Levi si dedicò completamente alla scrittura e agli incontri nelle scuole. Nel luglio del [[1979]] ''La chiave a stella'' vinse il [[premio Strega]].<ref>{{Cita web|url=https://premiostrega.it/PS/1979-primo-levi/ |titolo=1979 Primo Levi La chiave a stella (Einaudi)
|editore=[[Premio Strega]]|data= |accesso=31 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190416063151/https://premiostrega.it/PS/1979-primo-levi/|dataarchivio=16 aprile 2019|urlmorto=no}}</ref>
Nel [[1982]] tornò al tema della [[Seconda guerra mondiale]], raccontando in ''[[Se non ora, quando?]]'', le avventure [[Romanzo picaresco|picaresche]] di un gruppo di partigiani ebrei di origini polacche e russe che tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale e giungono ad attraversare i territori del [[Terzo Reich|Reich]] sconfitto, sino a Milano, da dove alcuni prenderanno la via della [[Palestina]] per partecipare alla costruzione dello Stato di [[Israele]]. Il libro vinse nel 1982 il [[Premio Campiello]] e il [[Premio Viareggio]].[[File:Roth e Levi.jpg|miniatura|A destra, assieme a [[Philip Roth]], Torino 1986|324x324px]] Nella raccolta di saggi ''[[I sommersi e i salvati]]'' ([[1986]]), prendendo spunto dai molti dialoghi con i giovani, in incontri pubblici e scambi epistolari, tornò per l'ultima volta sul tema dell'[[Olocausto]], cercando di analizzare con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché le persone si siano comportate in quel modo ad Auschwitz e perché alcuni siano sopravvissuti e altri no. In particolare estese la sua analisi alla "zona grigia", come egli la definì, rappresentata da tutti coloro che a vario titolo e con varie mansioni avevano partecipato al progetto concentrazionario nazista.{{citazione|È ingenuo, assurdo e storicamente falso ritenere che un sistema infero, qual era il nazionalsocialismo, santifichi le sue vittime: al contrario, esso le degrada, le assimila a sé, e ciò tanto piú quanto piú esse sono disponibili, bianche, prive di un’ossatura politica o morale. Da molti segni, pare che sia giunto il tempo di esplorare lo spazio che separa (non solo nei Lager nazisti!) le vittime dai persecutori, e di farlo con mano piú leggera, e con spirito meno torbido, di quanto non si sia fatto ad esempio in alcuni film. Solo una retorica schematica può sostenere che quello spazio sia vuoto: non lo è mai, è costellato di figure turpi o patetiche (a volte posseggono le due qualità ad un tempo), che è indispensabile conoscere se vogliamo conoscere la specie umana [...].<ref>{{cita libro| Primo | Levi | I sommersi e i salvati | 1991 | Einaudi | Torino | capitolo=La zona grigia  }}</ref>}}


===La morte===
===La morte===