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== Biografia ==
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Giuseppe Ungaretti. (27 maggio 2019). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 27 maggio 2019, 20:22 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giuseppe_Ungaretti&oldid=105144608.
=== Gli anni giovanili ===
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Giuseppe Ungaretti nacque ad [[Alessandria d'Egitto]], nel quartiere periferico ''Moharrem Bek''<ref name="Vita d'un uomo LVII">G. Ungaretti, ''Vita d'un Uomo'' (Tutte le poesie), [[Arnoldo Mondadori Editore]], Milano, 1969, p. LVII.</ref>, l'8 febbraio del [[1888]] (ma venne registrato all'anagrafe come nato il 10 febbraio, e festeggiò sempre il suo compleanno in quest'ultima data) da genitori [[italia]]ni originari della [[provincia di Lucca]]. Il padre Antonio ([[1842]]-[[1890]]) era un operaio, impiegato allo scavo del [[Canale di Suez]], che morì due anni dopo la nascita del futuro poeta a causa di un'[[idropisia]], malattia contratta negli anni di estenuante lavoro. La madre, Maria Lunardini ([[1850]]-[[1926]]), mandò avanti la gestione di un [[forno]] di proprietà, con il quale riuscì a garantire gli studi al figlio, che si poté così iscrivere presso una delle più prestigiose scuole di [[Alessandria d'Egitto]], la svizzera ''[[École Suisse Jacot]]''.<ref name="Vita d'un uomo LVII"/> Alla figura materna dedicherà la poesia ''La madre'', scritta nel [[1930]], a quattro anni dalla morte della donna.<ref>Maria Grazia Di Filippo, Chiara Smirne, [https://books.google.it/books?id=IMJNoEOuv34C&pg=PA115 ''Poesia italiana del Novecento''], De Agostini, 2011, p. 115.</ref>
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==Biografia==
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===Gli anni giovanili===
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Giuseppe Ungaretti nacque ad [[Alessandria d'Egitto]], nel quartiere periferico ''Moharrem Bek''<ref name="Vita d'un uomo LVII">G. Ungaretti, ''Vita d'un Uomo'' (Tutte le poesie), [[Arnoldo Mondadori Editore]], Milano, 1969, p. LVII.</ref>, l'8 febbraio del [[1888]] (ma venne registrato all'anagrafe come nato il 10 febbraio, e festeggiò sempre il suo compleanno in quest'ultima data) da genitori [[italia]]ni originari della [[provincia di Lucca]]. Il padre Antonio ([[1842]]-[[1890]]) era un operaio, impiegato allo scavo del [[Canale di Suez]], che morì due anni dopo la nascita del futuro poeta a causa di un'[[idropisia]], malattia contratta negli anni di estenuante lavoro. La madre, Maria Lunardini ([[1850]]-[[1926]]), mandò avanti la gestione di un [[forno]] di proprietà, con il quale riuscì a garantire gli studi al figlio, che si poté così iscrivere presso una delle più prestigiose scuole di [[Alessandria d'Egitto]], la svizzera ''[[École Suisse Jacot]]''.<ref name="Vita d'un uomo LVII" /> Alla figura materna dedicherà la poesia ''La madre'', scritta nel [[1930]], a quattro anni dalla morte della donna.<ref>Maria Grazia Di Filippo, Chiara Smirne, [https://books.google.it/books?id=IMJNoEOuv34C&pg=PA115 ''Poesia italiana del Novecento''], De Agostini, 2011, p. 115.</ref>
    
L'amore per la [[poesia]] sorse in lui durante questo periodo scolastico, intensificandosi grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del [[Sudan]], una domestica [[Croazia|croata]] ed una badante [[argentina]].
 
L'amore per la [[poesia]] sorse in lui durante questo periodo scolastico, intensificandosi grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del [[Sudan]], una domestica [[Croazia|croata]] ed una badante [[argentina]].
    
In questi anni, attraverso la [[rivista]] ''[[Mercure de France]]'', il giovane si avvicinò alla [[letteratura francese]] e, grazie all'abbonamento a ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'', anche a quella [[letteratura italiana|italiana]]. Inizia così a leggere, tra gli altri, le opere di [[Arthur Rimbaud]], [[Stéphane Mallarmé]], [[Giacomo Leopardi]], [[Friedrich Nietzsche]] e [[Charles Baudelaire]], quest'ultimo grazie all'amico [[Moammed Sceab|Mohammed Sceab]].<ref>Muḥammad Shihāb, di famiglia egiziana piuttosto benestante (Ungaretti lo qualificava, con enfasi poetica, come "''figlio di Emiri nomadi''"), era nato ad [[Alessandria d'Egitto]] il 23 gennaio del [[1887]] da Ibrāhīm Shihāb e da ʿĀʾisha, di cui tuttavia non ci è pervenuto il nome di famiglia. Fu grande amico del futuro poeta, in quanto entrambi frequentavano il liceo Jacot, dove si appassionarono dei testi di Baudelaire e Nietzsche. Nel [[1912]], appena venticinquenne, emigrò in [[Francia]], a [[Parigi]], dove fu ben presto raggiunto da Ungaretti.
 
In questi anni, attraverso la [[rivista]] ''[[Mercure de France]]'', il giovane si avvicinò alla [[letteratura francese]] e, grazie all'abbonamento a ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'', anche a quella [[letteratura italiana|italiana]]. Inizia così a leggere, tra gli altri, le opere di [[Arthur Rimbaud]], [[Stéphane Mallarmé]], [[Giacomo Leopardi]], [[Friedrich Nietzsche]] e [[Charles Baudelaire]], quest'ultimo grazie all'amico [[Moammed Sceab|Mohammed Sceab]].<ref>Muḥammad Shihāb, di famiglia egiziana piuttosto benestante (Ungaretti lo qualificava, con enfasi poetica, come "''figlio di Emiri nomadi''"), era nato ad [[Alessandria d'Egitto]] il 23 gennaio del [[1887]] da Ibrāhīm Shihāb e da ʿĀʾisha, di cui tuttavia non ci è pervenuto il nome di famiglia. Fu grande amico del futuro poeta, in quanto entrambi frequentavano il liceo Jacot, dove si appassionarono dei testi di Baudelaire e Nietzsche. Nel [[1912]], appena venticinquenne, emigrò in [[Francia]], a [[Parigi]], dove fu ben presto raggiunto da Ungaretti.
   
Patì la frustrante condizione dell'esule (s'era dato, nel vano tentativo d'integrazione nella società parigina, persino il nome di Marcel), mantenendosi come contabile. Morì suicida il 9 settembre del [[1913]], nella medesima pensione di ''Rue des Carmes 5'' in cui viveva con Ungaretti. Moammed Sceab fu seppellito nel cimitero di [[Ivry-sur-Seine]], come in una sua poesia ricorda il suo memore e affezionato compagno di scuola e amico di gioventù.</ref>
 
Patì la frustrante condizione dell'esule (s'era dato, nel vano tentativo d'integrazione nella società parigina, persino il nome di Marcel), mantenendosi come contabile. Morì suicida il 9 settembre del [[1913]], nella medesima pensione di ''Rue des Carmes 5'' in cui viveva con Ungaretti. Moammed Sceab fu seppellito nel cimitero di [[Ivry-sur-Seine]], come in una sua poesia ricorda il suo memore e affezionato compagno di scuola e amico di gioventù.</ref>
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Iniziò a lavorare come corrispondente commerciale, attività che svolse per qualche tempo, ma realizzò alcuni investimenti sbagliati; si trasferì poi a [[Parigi]] per intraprendere gli studi universitari.
 
Iniziò a lavorare come corrispondente commerciale, attività che svolse per qualche tempo, ma realizzò alcuni investimenti sbagliati; si trasferì poi a [[Parigi]] per intraprendere gli studi universitari.
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=== Il soggiorno in Francia ===
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===Il soggiorno in Francia===
 
Nel 1912, dopo un breve periodo trascorso al [[Cairo]], lasciò dunque l'Egitto e si recò in [[Francia]]. Nel tragitto vide per la prima volta l'[[regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] ed il suo [[Montagna|paesaggio montano]]. A [[Parigi]], frequentò per due anni le lezioni tenute dal filosofo [[Henri Bergson]], dal filologo [[Joseph Bédier]] e da [[Fortunat Strowski]], presso la [[Sorbona]] ed il ''[[Collège de France]]''.
 
Nel 1912, dopo un breve periodo trascorso al [[Cairo]], lasciò dunque l'Egitto e si recò in [[Francia]]. Nel tragitto vide per la prima volta l'[[regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] ed il suo [[Montagna|paesaggio montano]]. A [[Parigi]], frequentò per due anni le lezioni tenute dal filosofo [[Henri Bergson]], dal filologo [[Joseph Bédier]] e da [[Fortunat Strowski]], presso la [[Sorbona]] ed il ''[[Collège de France]]''.
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In [[Francia]], Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le conoscenze letterarie e lo stile poetico. Dopo qualche pubblicazione su ''[[Lacerba]]'' (16 componimenti), avvenute grazie al sostegno di Papini, Soffici e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], decise di partire volontario per la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]].
 
In [[Francia]], Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le conoscenze letterarie e lo stile poetico. Dopo qualche pubblicazione su ''[[Lacerba]]'' (16 componimenti), avvenute grazie al sostegno di Papini, Soffici e [[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]], decise di partire volontario per la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]].
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=== La Grande Guerra ===
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===La Grande Guerra===
 
[[File:Ungaretti Giovane.jpg|thumb|Ungaretti durante il servizio militare]]
 
[[File:Ungaretti Giovane.jpg|thumb|Ungaretti durante il servizio militare]]
 
Quando nel [[1914]] scoppiò la [[prima guerra mondiale]], Ungaretti partecipò attivamente alla campagna [[Interventismo|interventista]], arruolandosi in seguito, come volontario, nel 19º [[Reggimento]] di [[fanteria]] della [[Brigata meccanizzata "Brescia"|Brigata "Brescia"]], quando, il 24 maggio del [[1915]], l'[[Italia]] entrò in guerra. A seguito delle battaglie sul [[Carso]], cominciò a tenere un taccuino di poesie, che furono poi raccolte dall'amico [[Ettore Serra]] (un giovane ufficiale) e stampate, in 80 copie, presso una tipografia di [[Udine]] nel [[1916]], con il titolo ''Il porto sepolto''. Collaborava a quel tempo anche al [[giornale di trincea]] ''[[Sempre Avanti]]''. Trascorse un breve periodo a [[Napoli]], nel [[1916]] (testimoniato da alcune sue poesie, per esempio ''Natale'': ''"Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo di strade...") ''<ref>G.Ungaretti ''Tutte le poesie, cit.'' p.62</ref>. Il 26 gennaio del [[1917]], a [[Santa Maria la Longa]], in [[provincia di Udine]], scrisse la nota poesia ''[[Mattina (Ungaretti)|Mattina]]''.
 
Quando nel [[1914]] scoppiò la [[prima guerra mondiale]], Ungaretti partecipò attivamente alla campagna [[Interventismo|interventista]], arruolandosi in seguito, come volontario, nel 19º [[Reggimento]] di [[fanteria]] della [[Brigata meccanizzata "Brescia"|Brigata "Brescia"]], quando, il 24 maggio del [[1915]], l'[[Italia]] entrò in guerra. A seguito delle battaglie sul [[Carso]], cominciò a tenere un taccuino di poesie, che furono poi raccolte dall'amico [[Ettore Serra]] (un giovane ufficiale) e stampate, in 80 copie, presso una tipografia di [[Udine]] nel [[1916]], con il titolo ''Il porto sepolto''. Collaborava a quel tempo anche al [[giornale di trincea]] ''[[Sempre Avanti]]''. Trascorse un breve periodo a [[Napoli]], nel [[1916]] (testimoniato da alcune sue poesie, per esempio ''Natale'': ''"Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo di strade...") ''<ref>G.Ungaretti ''Tutte le poesie, cit.'' p.62</ref>. Il 26 gennaio del [[1917]], a [[Santa Maria la Longa]], in [[provincia di Udine]], scrisse la nota poesia ''[[Mattina (Ungaretti)|Mattina]]''.
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[[File:Casa sinistrata Piave.jpg|left|thumb|La raccolta poetica ''[[Allegria di naufragi]]'' è dedicata alla guerra.]]
 
[[File:Casa sinistrata Piave.jpg|left|thumb|La raccolta poetica ''[[Allegria di naufragi]]'' è dedicata alla guerra.]]
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=== Tra le due guerre ===
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===Tra le due guerre===
 
Dopo la guerra, Ungaretti restò nella [[Parigi|capitale francese]], dapprima come corrispondente del [[giornale]] ''[[Il Popolo d'Italia]]'', diretto da [[Benito Mussolini]], ed in seguito come impiegato all'ufficio stampa dell'[[Hôtel de Boisgelin|ambasciata italiana]]. Nel [[1919]] venne stampata, a Parigi, la raccolta di versi in [[Lingua francese|francese]] ''La guerre - Une poésie'', che sarà poi inclusa nella sua seconda raccolta di versi ''[[Allegria di naufragi]]'', pubblicata a [[Firenze]] nello stesso anno.
 
Dopo la guerra, Ungaretti restò nella [[Parigi|capitale francese]], dapprima come corrispondente del [[giornale]] ''[[Il Popolo d'Italia]]'', diretto da [[Benito Mussolini]], ed in seguito come impiegato all'ufficio stampa dell'[[Hôtel de Boisgelin|ambasciata italiana]]. Nel [[1919]] venne stampata, a Parigi, la raccolta di versi in [[Lingua francese|francese]] ''La guerre - Une poésie'', che sarà poi inclusa nella sua seconda raccolta di versi ''[[Allegria di naufragi]]'', pubblicata a [[Firenze]] nello stesso anno.
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Nel [[1936]], durante un viaggio in [[Argentina]] su invito del [[Pen Club]], gli venne offerta la cattedra di letteratura italiana presso l'[[Universidade de São Paulo|Università di San Paolo del Brasile]], che Ungaretti accettò; trasferitosi quindi con tutta la famiglia in [[Brasile]], vi rimarrà fino al [[1942]]. A [[San Paolo]], morirà il figlio Antonietto nel [[1939]], all'età di nove anni, per un'[[appendicite]] mal curata, lasciando il poeta in uno stato di acuto dolore e d'intensa prostrazione interiore, evidente in molte delle sue poesie successive, raccolte ne ''Il Dolore'', del [[1947]], e in ''Un Grido e Paesaggi'', del [[1952]].
 
Nel [[1936]], durante un viaggio in [[Argentina]] su invito del [[Pen Club]], gli venne offerta la cattedra di letteratura italiana presso l'[[Universidade de São Paulo|Università di San Paolo del Brasile]], che Ungaretti accettò; trasferitosi quindi con tutta la famiglia in [[Brasile]], vi rimarrà fino al [[1942]]. A [[San Paolo]], morirà il figlio Antonietto nel [[1939]], all'età di nove anni, per un'[[appendicite]] mal curata, lasciando il poeta in uno stato di acuto dolore e d'intensa prostrazione interiore, evidente in molte delle sue poesie successive, raccolte ne ''Il Dolore'', del [[1947]], e in ''Un Grido e Paesaggi'', del [[1952]].
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=== La seconda guerra mondiale e il dopoguerra ===
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===La seconda guerra mondiale e il dopoguerra===
 
[[File:Giuseppe Ungaretti e Arnoldo Mondadori archivi Mondadori AA205209.jpg|thumb|Giuseppe Ungaretti (a sinistra) con l'editore [[Arnoldo Mondadori]] (al centro) all'ingresso della sede Mondadori di Milano]]
 
[[File:Giuseppe Ungaretti e Arnoldo Mondadori archivi Mondadori AA205209.jpg|thumb|Giuseppe Ungaretti (a sinistra) con l'editore [[Arnoldo Mondadori]] (al centro) all'ingresso della sede Mondadori di Milano]]
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Nel [[1958]] il poeta fu colpito da un grave lutto: l'amata moglie Jeanne si spense in seguito a una lunga malattia.
 
Nel [[1958]] il poeta fu colpito da un grave lutto: l'amata moglie Jeanne si spense in seguito a una lunga malattia.
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=== Gli ultimi anni ===
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===Gli ultimi anni===
 
Nei suoi ultimi anni, Giuseppe Ungaretti intrecciò una relazione sentimentale con l'italo-brasiliana [[Bruna Bianco]] (più giovane di lui di cinquantadue anni), conosciuta casualmente in un hotel di [[San Paolo (Brasile)|San Paolo]], dove si trovava per una conferenza. Della loro appassionata storia d'amore restano, come testimonianza, quattrocento lettere. Nel [[1968]] Ungaretti ottenne particolare successo grazie alla televisione: prima della messa in onda dello sceneggiato televisivo l'''[[Odissea (miniserie televisiva)|Odissea]]'' di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]], il poeta leggeva alcuni brani tratti dal poema omerico, suggestionando il pubblico grazie alla sua espressività di declamatore. Sempre nel '68, per i suoi ottant'anni, Ungaretti venne festeggiato in [[Campidoglio]], in presenza del Presidente del Consiglio [[Aldo Moro]]; a rendergli onore i poeti [[Eugenio Montale|Montale]] e [[Salvatore Quasimodo|Quasimodo]]<ref>[http://www.letteratura.rai.it/articoli/ungaretti-quasimodo-montale-l%E2%80%99unica-volta-insieme-in-tv/2250/default.aspx] Gli ottant'anni di Ungaretti</ref>.  
 
Nei suoi ultimi anni, Giuseppe Ungaretti intrecciò una relazione sentimentale con l'italo-brasiliana [[Bruna Bianco]] (più giovane di lui di cinquantadue anni), conosciuta casualmente in un hotel di [[San Paolo (Brasile)|San Paolo]], dove si trovava per una conferenza. Della loro appassionata storia d'amore restano, come testimonianza, quattrocento lettere. Nel [[1968]] Ungaretti ottenne particolare successo grazie alla televisione: prima della messa in onda dello sceneggiato televisivo l'''[[Odissea (miniserie televisiva)|Odissea]]'' di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]], il poeta leggeva alcuni brani tratti dal poema omerico, suggestionando il pubblico grazie alla sua espressività di declamatore. Sempre nel '68, per i suoi ottant'anni, Ungaretti venne festeggiato in [[Campidoglio]], in presenza del Presidente del Consiglio [[Aldo Moro]]; a rendergli onore i poeti [[Eugenio Montale|Montale]] e [[Salvatore Quasimodo|Quasimodo]]<ref>[http://www.letteratura.rai.it/articoli/ungaretti-quasimodo-montale-l%E2%80%99unica-volta-insieme-in-tv/2250/default.aspx] Gli ottant'anni di Ungaretti</ref>.  
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È sepolto nel [[Cimitero del Verano]], accanto alla moglie Jeanne.
 
È sepolto nel [[Cimitero del Verano]], accanto alla moglie Jeanne.
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== Poetica ==
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==Poetica==
 
''L'Allegria'' è un momento chiave della storia della letteratura italiana: Ungaretti rielabora in modo molto originale il messaggio formale dei simbolisti (in particolare dei versi spezzati e senza punteggiatura dei ''Calligrammes'' di [[Guillaume Apollinaire]]), coniugandolo con l'esperienza atroce del male e della morte nella guerra. Al desiderio di fraternità nel dolore si associa la volontà di ricercare una nuova "armonia" con il cosmo<ref>E. Gioanola, ''Storia letteraria del Novecento in Italia'', Torino 1976. È difficile per esempio distinguere tra il senso dell'orrore della guerra e il senso del dolore universale delle cose, come in ''Perché'': ''"Ha bisogno di qualche ristoro / il mio buio cuore disperso..."'', Carsia Giulia 1916 (''Vita d'un uomo...'' ''cit.'', p. 55)</ref> che culmina nella citata poesia ''[[Mattina (Ungaretti)|Mattina]]'' ([[1917]]). Questo spirito mistico-religioso si evolverà nella conversione in ''[[Sentimento del Tempo]]'' e nelle opere successive, dove l'attenzione stilistica al valore della parola (e al recupero delle radici della nostra tradizione letteraria), indica nei versi poetici l'unica possibilità dell'uomo, o una delle poche, per salvarsi dall'"universale naufragio".
 
''L'Allegria'' è un momento chiave della storia della letteratura italiana: Ungaretti rielabora in modo molto originale il messaggio formale dei simbolisti (in particolare dei versi spezzati e senza punteggiatura dei ''Calligrammes'' di [[Guillaume Apollinaire]]), coniugandolo con l'esperienza atroce del male e della morte nella guerra. Al desiderio di fraternità nel dolore si associa la volontà di ricercare una nuova "armonia" con il cosmo<ref>E. Gioanola, ''Storia letteraria del Novecento in Italia'', Torino 1976. È difficile per esempio distinguere tra il senso dell'orrore della guerra e il senso del dolore universale delle cose, come in ''Perché'': ''"Ha bisogno di qualche ristoro / il mio buio cuore disperso..."'', Carsia Giulia 1916 (''Vita d'un uomo...'' ''cit.'', p. 55)</ref> che culmina nella citata poesia ''[[Mattina (Ungaretti)|Mattina]]'' ([[1917]]). Questo spirito mistico-religioso si evolverà nella conversione in ''[[Sentimento del Tempo]]'' e nelle opere successive, dove l'attenzione stilistica al valore della parola (e al recupero delle radici della nostra tradizione letteraria), indica nei versi poetici l'unica possibilità dell'uomo, o una delle poche, per salvarsi dall'"universale naufragio".
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{{Citazione|Il velluto dello sguardo di Dunja<br />Fulmineo torna presente pietà|da ''L'Impietrito e il Velluto'', [[1970]]}}
 
{{Citazione|Il velluto dello sguardo di Dunja<br />Fulmineo torna presente pietà|da ''L'Impietrito e il Velluto'', [[1970]]}}
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== La fortuna di Ungaretti ==
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==La fortuna di Ungaretti==
 
La poesia di Ungaretti creò un certo disorientamento sin dalla prima apparizione del ''Porto Sepolto''. A essa arrisero i favori sia degli intellettuali de ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'', sia degli amici francesi, da [[Guillaume Apollinaire]] a [[Louis Aragon]], che vi riconobbero la comune matrice simbolista. Non mancarono polemiche e vivaci ostilità da parte di molti critici tradizionali e del grande pubblico. Non la compresero, per esempio, i seguaci di [[Benedetto Croce]], che ne condannarono il frammentismo.
 
La poesia di Ungaretti creò un certo disorientamento sin dalla prima apparizione del ''Porto Sepolto''. A essa arrisero i favori sia degli intellettuali de ''[[La Voce (rivista)|La Voce]]'', sia degli amici francesi, da [[Guillaume Apollinaire]] a [[Louis Aragon]], che vi riconobbero la comune matrice simbolista. Non mancarono polemiche e vivaci ostilità da parte di molti critici tradizionali e del grande pubblico. Non la compresero, per esempio, i seguaci di [[Benedetto Croce]], che ne condannarono il frammentismo.
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A lui, assieme a [[Umberto Saba]] e [[Eugenio Montale]], hanno guardato, come un imprescindibile punto di partenza, molti poeti del secondo Novecento.
 
A lui, assieme a [[Umberto Saba]] e [[Eugenio Montale]], hanno guardato, come un imprescindibile punto di partenza, molti poeti del secondo Novecento.
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== Opere principali ==
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==Opere principali==
=== Poesia ===
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===Poesia===
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*''II Porto Sepolto'', Stabilimento tipografico friulano, Udine, dicembre 1916;
 
*''II Porto Sepolto'', Stabilimento tipografico friulano, Udine, dicembre 1916;
 
*''Natale'', Napoli, 26 dicembre 1916;
 
*''Natale'', Napoli, 26 dicembre 1916;
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*''La guerra'', I edizione italiana, Milano, 1947;
 
*''La guerra'', I edizione italiana, Milano, 1947;
 
*''Il Dolore'', Milano, 1947;
 
*''Il Dolore'', Milano, 1947;
* ''Derniers Jours. 1919'', Milano, 1947;
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*''Derniers Jours. 1919'', Milano, 1947;
 
*''Gridasti: Soffoco...'', Milano, 1950;
 
*''Gridasti: Soffoco...'', Milano, 1950;
 
*''La Terra Promessa'', Milano, 1950;
 
*''La Terra Promessa'', Milano, 1950;
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*'' Dialogo '', Milano, 1968;
 
*'' Dialogo '', Milano, 1968;
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=== Prosa e saggistica ===
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===Prosa e saggistica===
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*''II povero nella città'', Milano, [[1949]];
 
*''II povero nella città'', Milano, [[1949]];
 
*''Il Deserto e dopo'', Milano, [[1961]];
 
*''Il Deserto e dopo'', Milano, [[1961]];
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*''Vita di Giuseppe Ungaretti'', di [[Walter Mauro]], Anemone Purpurea editrice, Roma, [[2006]];
 
*''Vita di Giuseppe Ungaretti'', di [[Walter Mauro]], Anemone Purpurea editrice, Roma, [[2006]];
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=== Traduzioni ===
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===Traduzioni===
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*''Traduzioni'', Roma, [[1936]];
 
*''Traduzioni'', Roma, [[1936]];
 
*''22 Sonetti di [[Shakespeare]]'', Roma, [[1944]];
 
*''22 Sonetti di [[Shakespeare]]'', Roma, [[1944]];
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*''Visioni di [[William Blake]]'', Milano, [[1965]].
 
*''Visioni di [[William Blake]]'', Milano, [[1965]].
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=== Epistolari ===
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===Epistolari===
* ''Lettere a Soffici'', 1917/1930, Napoli, [[1983]];
  −
* ''Lettere a Enrico Pea'', Milano, [[1984]];
  −
* ''Ungaretti-De Robertis. Carteggio 1931/1962'', Milano, Il Saggiatore, [[1984]];
  −
* ''Lettere a Giovanni Papini 1915-1948'', Milano, [[1988]];
  −
* ''Correspondance J. Paulhan - G. Ungaretti 1921-1968'', Paris, nrf (Gallimard), [[1989]];
  −
* ''L'allegria è il mio elemento. Trecento lettere a Leone Piccioni'', Milano, Oscar Mondadori, [[2013]];
  −
* ''Lettere dal fronte a Gherardo Marone'', Milano, Collana "I Meridiani", Mondadori, [[2015]];
  −
* ''Lettere a Bruna'', a cura di [[Silvio Ramat]], Milano, Mondadori ("Oscar Baobab"), [[2017]].
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== Archivio ==
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*''Lettere a Soffici'', 1917/1930, Napoli, [[1983]];
 +
*''Lettere a Enrico Pea'', Milano, [[1984]];
 +
*''Ungaretti-De Robertis. Carteggio 1931/1962'', Milano, Il Saggiatore, [[1984]];
 +
*''Lettere a Giovanni Papini 1915-1948'', Milano, [[1988]];
 +
*''Correspondance J. Paulhan - G. Ungaretti 1921-1968'', Paris, nrf (Gallimard), [[1989]];
 +
*''L'allegria è il mio elemento. Trecento lettere a Leone Piccioni'', Milano, Oscar Mondadori, [[2013]];
 +
*''Lettere dal fronte a Gherardo Marone'', Milano, Collana "I Meridiani", Mondadori, [[2015]];
 +
*''Lettere a Bruna'', a cura di [[Silvio Ramat]], Milano, Mondadori ("Oscar Baobab"), [[2017]].
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==Archivio==
 
Il fondo Giuseppe Ungaretti<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=302627|titolo=Archivio Ungaretti Giuseppe|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=8 gennaio 2018}}</ref> è conservato presso l'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti" del [[Gabinetto Vieusseux]], donato nell'aprile 2001 da Anna Maria Ungaretti Lafragola, figlia del poeta. Il fondo, che giunge raccolto in 46 faldoni, contiene la corrispondenza del poeta, i manoscritti e i dattiloscritti della sua produzione poetica, critica e di traduttore, i ritagli di giornale con suoi testi o con articoli e saggi a lui dedicati.
 
Il fondo Giuseppe Ungaretti<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=302627|titolo=Archivio Ungaretti Giuseppe|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=8 gennaio 2018}}</ref> è conservato presso l'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti" del [[Gabinetto Vieusseux]], donato nell'aprile 2001 da Anna Maria Ungaretti Lafragola, figlia del poeta. Il fondo, che giunge raccolto in 46 faldoni, contiene la corrispondenza del poeta, i manoscritti e i dattiloscritti della sua produzione poetica, critica e di traduttore, i ritagli di giornale con suoi testi o con articoli e saggi a lui dedicati.
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== Note ==
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==Note==
 
<references />
 
<references />
   −
== Bibliografia ==
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==Bibliografia==
* [[Jolena Baldini|Berenice]], [[Italo Calvino|I. Calvino]], [[Rafael Alberti|R. Alberti]], [[Luigi Silori|L. Silori]], [[Carlo Bernari|C. Bernari]], ''Omaggio a [[Ungaretti]] nel Suo 80º compleanno''n Sciascia, 1968.
+
 
* [[Giorgio Luti]], ''Invito alla lettura di [[Ungaretti]]'', Mursia, 1974.
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*[[Jolena Baldini|Berenice]], [[Italo Calvino|I. Calvino]], [[Rafael Alberti|R. Alberti]], [[Luigi Silori|L. Silori]], [[Carlo Bernari|C. Bernari]], ''Omaggio a [[Ungaretti]] nel Suo 80º compleanno''n Sciascia, 1968.
* Maura Del Serra, ''Giuseppe Ungaretti'', Firenze, La Nuova Italia ("Il Castoro", 131), 1977, pp.&nbsp;127.
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*[[Giorgio Luti]], ''Invito alla lettura di [[Ungaretti]]'', Mursia, 1974.
* Rosario Gennaro, ''Le patrie della poesia. Ungaretti, Bergson e altri saggi'', Firenze, Cadmo, 2004.
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*Maura Del Serra, ''Giuseppe Ungaretti'', Firenze, La Nuova Italia ("Il Castoro", 131), 1977, pp.&nbsp;127.
* [[Alberto Asor Rosa|A. Asor Rosa]], L. De Nardis, [[Luigi Silori|L. Silori]], L. Piccioni, ''[[Ungaretti]] e la cultura romana'', Bulzoni, 1983.
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*Rosario Gennaro, ''Le patrie della poesia. Ungaretti, Bergson e altri saggi'', Firenze, Cadmo, 2004.
* ''Ungaretti entre les langues'' (con poesie inedite), a cura di [[Jean-Charles Vegliante|J.-Ch. Vegliante]], Paris, Italiques (PSN), 1987.
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*[[Alberto Asor Rosa|A. Asor Rosa]], L. De Nardis, [[Luigi Silori|L. Silori]], L. Piccioni, ''[[Ungaretti]] e la cultura romana'', Bulzoni, 1983.
* {{fr}} [[Jean-Charles Vegliante]], ''Le poète émigré - Notes sur Giuseppe Ungaretti'', in ''Gli italiani all'estero 2, Passage des Italiens'', Paris, PSN, 1988, pp. 9-25.
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*''Ungaretti entre les langues'' (con poesie inedite), a cura di [[Jean-Charles Vegliante|J.-Ch. Vegliante]], Paris, Italiques (PSN), 1987.
* Walter Mauro, ''Vita di Giuseppe [[Ungaretti]]'', Camunia, 1990.
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*{{fr}} [[Jean-Charles Vegliante]], ''Le poète émigré - Notes sur Giuseppe Ungaretti'', in ''Gli italiani all'estero 2, Passage des Italiens'', Paris, PSN, 1988, pp. 9-25.
* Maura Del Serra, ''Immagini di Ungaretti e nostre'', in "L'anello che non tiene. Journal of Modern Italian Literature", vol. 7, n. 1-2, Spring-Fall  1995, pp.&nbsp;7–17 [ed. 1999].
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*Walter Mauro, ''Vita di Giuseppe [[Ungaretti]]'', Camunia, 1990.
* Carmen Siviero, Alessandra Spada, ''Nautilus: alla scoperta della letteratura italiana, vol. III'' Zanichelli, 2000.
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*Maura Del Serra, ''Immagini di Ungaretti e nostre'', in "L'anello che non tiene. Journal of Modern Italian Literature", vol. 7, n. 1-2, Spring-Fall  1995, pp.&nbsp;7–17 [ed. 1999].
* Cesare Segre, Clelia Martignoni, ''Leggere il mondo, vol. VIII'', Bruno Mondadori, 2007. ISBN 88-424-5493-1
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*Carmen Siviero, Alessandra Spada, ''Nautilus: alla scoperta della letteratura italiana, vol. III'' Zanichelli, 2000.
* Antonio Carrannante, ''Scrittori a Roma (sulle tracce di Giuseppe Ungaretti)'', in "[[Strenna dei Romanisti]]", 21 aprile 2010, pp.&nbsp;151–158.
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*Cesare Segre, Clelia Martignoni, ''Leggere il mondo, vol. VIII'', Bruno Mondadori, 2007. ISBN 88-424-5493-1
* Massimo Migliorati, ''Ungaretti lettore di Manzoni'', in “Otto/Novecento”, XXXV (2011), n. 3, pp.&nbsp;59–74.
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*Antonio Carrannante, ''Scrittori a Roma (sulle tracce di Giuseppe Ungaretti)'', in "[[Strenna dei Romanisti]]", 21 aprile 2010, pp.&nbsp;151–158.
* Antonio D'Elia, ''«di quel giovane giorno al primo grido»: Ungaretti e la poesia dell’Eterno'', prefazione di R. Caputo, Avellino, Edizioni Sinestesie, 2016, ISBN 978-88-99541-48-4.
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*Massimo Migliorati, ''Ungaretti lettore di Manzoni'', in “Otto/Novecento”, XXXV (2011), n. 3, pp.&nbsp;59–74.
* Mirella Scriboni, ''Immagini-memoria di Alessandria d'Egitto in Ungaretti'', in ''Spazio e spazialità poetica nella poesia italiana del Novecento'', Leicester, UK, 2005 ISBN 978-1-9052-3734-0
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*Antonio D'Elia, ''«di quel giovane giorno al primo grido»: Ungaretti e la poesia dell’Eterno'', prefazione di R. Caputo, Avellino, Edizioni Sinestesie, 2016, ISBN 978-88-99541-48-4.
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*Mirella Scriboni, ''Immagini-memoria di Alessandria d'Egitto in Ungaretti'', in ''Spazio e spazialità poetica nella poesia italiana del Novecento'', Leicester, UK, 2005 ISBN 978-1-9052-3734-0

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