Giovanni Ronzoni: differenze tra le versioni

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* [dalla Prefazione al libro V I T A - EDIZIONI SETTEPONTI - 2021 - a cura di Lia Bronzi]  La “Vita” è una, unica ed irripetibile, poiché ogni essere umano è dotato, di metamorfosi e simbolismi, miracolose epifanie e dolorosi episodi, flussi creativi o silenzi infiniti, a segnare tappe, fughe e riposi, che ne scandiscono la qualità, le regole, ma anche le ''défaillance'', le assenze, andando a creare un insieme, molto affascinante, anche in presenza della certa morte. Ma quando le significanze memoriali dell’umano vivere, acquistano valore di indizio cosmico, o geroglifici di tempo d’anima satinati da limo sorgivo, ecco allora che le “vite” hanno senso propedeutico e per questo degne di ricordanza. In tal senso l’architetto, pittore, scrittore, poeta promotore culturale di alto livello, mette l’accento su coloro che hanno attraversato il Novecento, lasciando, a vario titolo traccia di sé e dedica a loro liriche significative, che assembla nella raccolta “VITA”, compiendo con ciò un’operazione morale, etica e pedagogica, ma soprattutto umana, utile per coloro che avranno la fortuna, o il piacere di leggere e ricordare versi che recitano: « …con Lei la magia del Sole_ci irraggerà con luce/ accecante_ecco…tutto diventa chiaro e fluido/ la Vita si anima nel nostro quotidiano…» dalla lirica “Amare” (dedicata a Giacomo Puccini & Luciano Pavarotti). E non sono versi vani, questi di Giovanni Ronzoni, poiché composti da parole sgranate e incisive, da sentimenti nobili che albergano nell’animo creatore dell’autore, tali da far riflettere seriamente sulla vita il fruitore. Ciò è rilevabile anche nella lirica dedicata ad “Alda Merini” per la quale brillano cristalli di parole e sentimenti di amore. La tradizione antica riporta un interrogativo significativo che si esplicita nella domanda: “Sei tu maestro?”. La risposta era: “I miei seguaci mi riconoscono come tale”. Così l’autore avverte il grande Le Corbusier, componendo versi che nell’''incipit'' recitano: «Si Maestro/ non ci sentiamo puniti_anzi/ LAVORIAMO_LAVORIAMO/ siamo regolari_nel nostro lavoro…», continuando l’omaggio in “Bonjour Monsieur” a reiterare la stima. Mentre nella lirica dedicata a “Santa Teresa di Calcutta” sono l’umiltà e la grandezza, ad essere oggetto di attenzione. Ma solo con la conoscenza e la creazione può avere senso, scrive ancora Giovanni Ronzoni in “Gioia”, dove la gioia, la stima, l’amore, posseggono reiterati riverberi di trascendenza, divenendo al contempo “conoscenza” e desiderio del fare, del realizzare sia per sé, che per gli altri. La lirica dedicata al Mare Mediterraneo è atta ad evidenziare, che è dall’acqua salsa che nasce la vita e, contemporaneamente, la civiltà, come è a accaduto sulle sponde del mare che si insinua, appunto, fra molte terre. Toccante ci appare la lirica dedicata alla “Pace” (“Terra Santa 415”), per quelle 415 croci rosse, segnate una ad una di bianco a specificare la numerazione, che ricordano la morte di bambini innocenti, da 0 a 12 anni, avvenuta per mano israeliana, nella Striscia di Gaza, dal 20 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009. Avvenimento simbolo di Cristo crocifisso, appartenente all’umanità. La vita è presente anche là dove sembra non esserci e il poeta ben riesce a dimostrarlo come nel “mare di sabbia”, dove misteriosamente tutto si muove di notte. Dunque vita è dappertutto, ma per trovarla sarà necessario viaggiare come “Ulisse per sempre”, «… solo allora/ potrai» scrive Ronzoni in “Entita’ ” (dedicata ad ogni ENTITA’_MAN_WOMAN_URLATE PAROLE white). Canto di puro lirismo cosmico è la     poesia “Elba” con versi che nell’''incipit'' recitano: «ciao_Isola/ come sempre Sei/ SORRIDENTE…», poiché le parole tutto abbracciano, quasi francescanamente, secondo versi di grande amore per il “sempre esistito”. Nella lirica “Signora”, per forza di espressioni, c’è tutto il sentore della “donna angelicata”, che racchiude tutta la purezza del mondo. Sembra quasi una Beatrice dantesca, ma la signora della quale ci parla il poeta ha cuore rosso che la rende meno fredda e più umana. ''Tempus fugit'', comunque, e l’ultimo giorno dell’anno (tema contenuto nella poesia dal titolo “31_12”) possiede il suo fascino e ad una realtà propria si ispira, tanto da meritare parole che compongono una interessante lirica esistenziale. In perfetta simbiosi d’anima, ci appare la lirica “Playa” (dedicata a Playa Salinas dell’Isla Blanca), nella quale si avverte un vivere in identità con la natura cosmica, in modo fortemente poetico. Commovente, delicata e dolcissima, ci appare la lirica “Lodovica”, dedicata alla mamma, nella quale c’è desiderio di rivedere “la forma terrena” come vuole il sogno. La poesia “Etna” (dedicata all’architetto Carlo Scarpa e al vulcano siculo) contiene i prodotti botanici, culinari ed artistici della grande isola che affascina e ci rimanda, con il suo vulcano, colori ed emozioni ineguagliabili. D’altro tenore, per aura e sacralità, ci appare la lirica “Assisi”, nella quale è presente una versificazione poetico-narrativa che contiene parole come: « …mani che manipolano materia_mani che tracciano sapienti segni_mani che scrivono poesia e scivolano su bianchi fogli…». Bellezza, musicalità semantica e simbiosi perfetta, sono presenti nel viaggio equoreo, ispirato a “Max_Maestro e Sognatore di Vita”, che arricchisce di sé la raccolta anticipando le sette liriche centrali. In modo reiterato, “Battiti di ciglia”, anticipate da opere pittoriche di Ronzoni, dal titolo “solchi dell’anima”, con versi che recitano: « …il sole che muore/ il sole che nasce… » a seguito di sigillo per tempi avvertiti, in modo eterno. Creazioni che posseggono della vita tutto l’afrore, il calore e il sapore. Quale naturale conclusione di vita è la poesia “Tango” (dedicata alla Milonga argentina), dove a prevalere sono i sensi, felicemente presenti nella vita terrena dell’uomo. Ma ad arricchire la meravigliosa raccolta “VITA”, non poteva mancare il racconto dal titolo: “Il MaRE e un uomo”, riportato nella presente pubblicazione tramite la scrittura grafica, definita “liricografia”, ad avvalorare ancora di più la locuzione latina ''ut pictura poësis'' del poeta romano Orazio, divenuta ormai un mantra per tanta letteratura contemporanea, come anche quella contemplata nella Collana delle Edizioni Setteponti dal titolo, suggeritoci dallo stesso Giovanni Ronzoni, “Verbo Visivo”, alla quale questa prestigiosa pubblicazione “VITA. Poesie e un racconto” si ascrive. Il personaggio-protagonista del racconto lascia le nebbie del Nord per raggiungere un’isola del centro Italia, insieme alla sua fedele compagna a quattro zampe Violeta. Lo scrittore dedica la prima parte alla storia della cagnolona, nata nell’Isola Bianca, la cui madre aveva partorito undici cuccioli che furono poi donati a numerose persone, desiderose di allevarli, in un caratteristico mercato della stessa isola. Violeta, ultima cagnolina rimasta, era stata donata all’uomo nel momento stesso in cui si trasferiva in un’isola meno fredda e più accogliente, dove resterà quale migliore compagna di vita. Nella seconda parte l’autore parla, in modo dettagliato e conciso, delle bellezze estetiche e geografiche dell’isola, della sua natura, dei prodotti della terra, tra cui olio e vino, e soprattutto del mare degli uccelli, delle spiagge e delle acque purissime. Ma, ''in primis'', si racconta del ritrovamento di una bottiglia contenente degli scritti a mano in una carta che, per l’acqua, si erano deteriorati tanto da risultare poco leggibili. L’uomo riesce a portare all’esterno l’intero scritto e ad asciugarlo al sole per poterlo leggere, cosa che ha realizzato con la seguente ripartizione: “trasmigrazione” e “decodificazione”, poiché i messaggi erano scritti in lingua inglese, da Mariette a sua figlia Chaterine. Il poeta pubblica gli scritti nella sua raccolta, quale messaggio del mare, datato forse, comunque misterioso e affascinante, poiché capace di riportare una voce di vera vita. Il testo si mostra dunque, largamente ispirato dall’esigenza di darci conto della creatività costruttrice dell’autore, dove le tematiche offrono la loro unicità e irripetibilità di esiti affascinanti, per sacralità mistica. Un linguaggio che perpetua una legge estetica del tutto personale, fatta di suoni e significanti, secondo gli echi provenienti dall’anima stessa del poeta e dal profondo della sua psiche. Una qualità semantica originale che trae senso e ragione d’essere, all’interno di situazioni di esperienze e concreti scenari esistenziali, qualitativi e globali. Tutto il resto è “Arte pura” così nella grafica e nel disegno, che vanno ad arricchire la scrittura poetica e narrativa. In tal senso il linguaggio diviene ''ronzoniano'', in quanto esso possiede un’eleganza grafica nella sua forma architettonica d’insieme, frutto di studi e riflessioni della personalità dell’autore, quale quella di Giovanni Ronzoni. A cominciare dal modo di procedere autobiografico che non si avvale dell’io narrante, piuttosto di una pur ricca, ma terza persona, dove il “non detto” ha maggior significato di ciò che è esplicito. Ed è questo che rende la scrittura di Giovanni Ronzoni distintiva e riconoscibile. Lia Bronzi
*[dalla Prefazione al libro V I T A - EDIZIONI SETTEPONTI - 2021 - a cura di Lia Bronzi]  La “Vita” è una, unica ed irripetibile, poiché ogni essere umano è dotato, di metamorfosi e simbolismi, miracolose epifanie e dolorosi episodi, flussi creativi o silenzi infiniti, a segnare tappe, fughe e riposi, che ne scandiscono la qualità, le regole, ma anche le ''défaillance'', le assenze, andando a creare un insieme, molto affascinante, anche in presenza della certa morte. Ma quando le significanze memoriali dell’umano vivere, acquistano valore di indizio cosmico, o geroglifici di tempo d’anima satinati da limo sorgivo, ecco allora che le “vite” hanno senso propedeutico e per questo degne di ricordanza. In tal senso l’architetto, pittore, scrittore, poeta promotore culturale di alto livello, mette l’accento su coloro che hanno attraversato il Novecento, lasciando, a vario titolo traccia di sé e dedica a loro liriche significative, che assembla nella raccolta “VITA”, compiendo con ciò un’operazione morale, etica e pedagogica, ma soprattutto umana, utile per coloro che avranno la fortuna, o il piacere di leggere e ricordare versi che recitano: « …con Lei la magia del Sole_ci irraggerà con luce/ accecante_ecco…tutto diventa chiaro e fluido/ la Vita si anima nel nostro quotidiano…» dalla lirica “Amare” (dedicata a Giacomo Puccini & Luciano Pavarotti). E non sono versi vani, questi di Giovanni Ronzoni, poiché composti da parole sgranate e incisive, da sentimenti nobili che albergano nell’animo creatore dell’autore, tali da far riflettere seriamente sulla vita il fruitore. Ciò è rilevabile anche nella lirica dedicata ad “Alda Merini” per la quale brillano cristalli di parole e sentimenti di amore. La tradizione antica riporta un interrogativo significativo che si esplicita nella domanda: “Sei tu maestro?”. La risposta era: “I miei seguaci mi riconoscono come tale”. Così l’autore avverte il grande Le Corbusier, componendo versi che nell’''incipit'' recitano: «Si Maestro/ non ci sentiamo puniti_anzi/ LAVORIAMO_LAVORIAMO/ siamo regolari_nel nostro lavoro…», continuando l’omaggio in “Bonjour Monsieur” a reiterare la stima. Mentre nella lirica dedicata a “Santa Teresa di Calcutta” sono l’umiltà e la grandezza, ad essere oggetto di attenzione. Ma solo con la conoscenza e la creazione può avere senso, scrive ancora Giovanni Ronzoni in “Gioia”, dove la gioia, la stima, l’amore, posseggono reiterati riverberi di trascendenza, divenendo al contempo “conoscenza” e desiderio del fare, del realizzare sia per sé, che per gli altri. La lirica dedicata al Mare Mediterraneo è atta ad evidenziare, che è dall’acqua salsa che nasce la vita e, contemporaneamente, la civiltà, come è a accaduto sulle sponde del mare che si insinua, appunto, fra molte terre. Toccante ci appare la lirica dedicata alla “Pace” (“Terra Santa 415”), per quelle 415 croci rosse, segnate una ad una di bianco a specificare la numerazione, che ricordano la morte di bambini innocenti, da 0 a 12 anni, avvenuta per mano israeliana, nella Striscia di Gaza, dal 20 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009. Avvenimento simbolo di Cristo crocifisso, appartenente all’umanità. La vita è presente anche là dove sembra non esserci e il poeta ben riesce a dimostrarlo come nel “mare di sabbia”, dove misteriosamente tutto si muove di notte. Dunque vita è dappertutto, ma per trovarla sarà necessario viaggiare come “Ulisse per sempre”, «… solo allora/ potrai» scrive Ronzoni in “Entita’ ” (dedicata ad ogni ENTITA’_MAN_WOMAN_URLATE PAROLE white). Canto di puro lirismo cosmico è la     poesia “Elba” con versi che nell’''incipit'' recitano: «ciao_Isola/ come sempre Sei/ SORRIDENTE…», poiché le parole tutto abbracciano, quasi francescanamente, secondo versi di grande amore per il “sempre esistito”. Nella lirica “Signora”, per forza di espressioni, c’è tutto il sentore della “donna angelicata”, che racchiude tutta la purezza del mondo. Sembra quasi una Beatrice dantesca, ma la signora della quale ci parla il poeta ha cuore rosso che la rende meno fredda e più umana. ''Tempus fugit'', comunque, e l’ultimo giorno dell’anno (tema contenuto nella poesia dal titolo “31_12”) possiede il suo fascino e ad una realtà propria si ispira, tanto da meritare parole che compongono una interessante lirica esistenziale. In perfetta simbiosi d’anima, ci appare la lirica “Playa” (dedicata a Playa Salinas dell’Isla Blanca), nella quale si avverte un vivere in identità con la natura cosmica, in modo fortemente poetico. Commovente, delicata e dolcissima, ci appare la lirica “Lodovica”, dedicata alla mamma, nella quale c’è desiderio di rivedere “la forma terrena” come vuole il sogno. La poesia “Etna” (dedicata all’architetto Carlo Scarpa e al vulcano siculo) contiene i prodotti botanici, culinari ed artistici della grande isola che affascina e ci rimanda, con il suo vulcano, colori ed emozioni ineguagliabili. D’altro tenore, per aura e sacralità, ci appare la lirica “Assisi”, nella quale è presente una versificazione poetico-narrativa che contiene parole come: « …mani che manipolano materia_mani che tracciano sapienti segni_mani che scrivono poesia e scivolano su bianchi fogli…». Bellezza, musicalità semantica e simbiosi perfetta, sono presenti nel viaggio equoreo, ispirato a “Max_Maestro e Sognatore di Vita”, che arricchisce di sé la raccolta anticipando le sette liriche centrali. In modo reiterato, “Battiti di ciglia”, anticipate da opere pittoriche di Ronzoni, dal titolo “solchi dell’anima”, con versi che recitano: « …il sole che muore/ il sole che nasce… » a seguito di sigillo per tempi avvertiti, in modo eterno. Creazioni che posseggono della vita tutto l’afrore, il calore e il sapore. Quale naturale conclusione di vita è la poesia “Tango” (dedicata alla Milonga argentina), dove a prevalere sono i sensi, felicemente presenti nella vita terrena dell’uomo. Ma ad arricchire la meravigliosa raccolta “VITA”, non poteva mancare il racconto dal titolo: “Il MaRE e un uomo”, riportato nella presente pubblicazione tramite la scrittura grafica, definita “liricografia”, ad avvalorare ancora di più la locuzione latina ''ut pictura poësis'' del poeta romano Orazio, divenuta ormai un mantra per tanta letteratura contemporanea, come anche quella contemplata nella Collana delle Edizioni Setteponti dal titolo, suggeritoci dallo stesso Giovanni Ronzoni, “Verbo Visivo”, alla quale questa prestigiosa pubblicazione “VITA. Poesie e un racconto” si ascrive. Il personaggio-protagonista del racconto lascia le nebbie del Nord per raggiungere un’isola del centro Italia, insieme alla sua fedele compagna a quattro zampe Violeta. Lo scrittore dedica la prima parte alla storia della cagnolona, nata nell’Isola Bianca, la cui madre aveva partorito undici cuccioli che furono poi donati a numerose persone, desiderose di allevarli, in un caratteristico mercato della stessa isola. Violeta, ultima cagnolina rimasta, era stata donata all’uomo nel momento stesso in cui si trasferiva in un’isola meno fredda e più accogliente, dove resterà quale migliore compagna di vita. Nella seconda parte l’autore parla, in modo dettagliato e conciso, delle bellezze estetiche e geografiche dell’isola, della sua natura, dei prodotti della terra, tra cui olio e vino, e soprattutto del mare degli uccelli, delle spiagge e delle acque purissime. Ma, ''in primis'', si racconta del ritrovamento di una bottiglia contenente degli scritti a mano in una carta che, per l’acqua, si erano deteriorati tanto da risultare poco leggibili. L’uomo riesce a portare all’esterno l’intero scritto e ad asciugarlo al sole per poterlo leggere, cosa che ha realizzato con la seguente ripartizione: “trasmigrazione” e “decodificazione”, poiché i messaggi erano scritti in lingua inglese, da Mariette a sua figlia Chaterine. Il poeta pubblica gli scritti nella sua raccolta, quale messaggio del mare, datato forse, comunque misterioso e affascinante, poiché capace di riportare una voce di vera vita. Il testo si mostra dunque, largamente ispirato dall’esigenza di darci conto della creatività costruttrice dell’autore, dove le tematiche offrono la loro unicità e irripetibilità di esiti affascinanti, per sacralità mistica. Un linguaggio che perpetua una legge estetica del tutto personale, fatta di suoni e significanti, secondo gli echi provenienti dall’anima stessa del poeta e dal profondo della sua psiche. Una qualità semantica originale che trae senso e ragione d’essere, all’interno di situazioni di esperienze e concreti scenari esistenziali, qualitativi e globali. Tutto il resto è “Arte pura” così nella grafica e nel disegno, che vanno ad arricchire la scrittura poetica e narrativa. In tal senso il linguaggio diviene ''ronzoniano'', in quanto esso possiede un’eleganza grafica nella sua forma architettonica d’insieme, frutto di studi e riflessioni della personalità dell’autore, quale quella di Giovanni Ronzoni. A cominciare dal modo di procedere autobiografico che non si avvale dell’io narrante, piuttosto di una pur ricca, ma terza persona, dove il “non detto” ha maggior significato di ciò che è esplicito. Ed è questo che rende la scrittura di Giovanni Ronzoni distintiva e riconoscibile. Lia Bronzi


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*http://www.artribune.com/arti-visive/2018/03/lissone-nasce-atelier-spazio-galleria/
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