Notturno Arcaico

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di Michele Nigro

Notturno Arcaico

Strade deserte e buie di volpi e gatti
imbambolati da fanali e vino
persi in sagre di contrade senza segnali.
Cieli stellati riportano a casa corpi, per caso
l'istinto di strani nasi geografici
spinge su acceleratori primordiali
di macchine prestate alla ricerca del buono.

Abbandoni luci sicure di paese
per uscire da mura di appartenenza,
estraneo al gruppo nonostante la rete.
Un puntino luminoso di speranza
scivola morbido e pensieroso
nelle tenebre del ritorno,
la natura avvolge serena l'ego spaventato
al passaggio su asfalti rassegnati.

Avventure di notte, senza clamori
solo musiche da restare svegli
percorsi già vissuti, necessari al sapere muto
e sentirsi in gioco nel mondo
vivendo ad oltranza
smarrendo il cammino storico cittadino
in limbi provinciali.
A motore spento diventi viaggiatore delle stelle
dal finestrino vedi l'immenso che ti è concesso,
un istante infinito.

Avrei voluto avervi qui
per pisciare tutti insieme su cespugli di fortuna,
con un sentimento cosmico in grado di superare gli orgogli
rivivendo vicende e valori condivisi
anche se la trama è cambiata.
L'umano conosciuto non viene via, come macchia ostinata
incancellabile
dai fogli stampati dell'esperienza.

L'eco di amicizie perdute ma ancora calde
raggiunge la quieta solitudine
mentre osservi le vite degli altri
simulando folle e dialoghi a distanza
di un futuro in ritardo.


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