Festival Internazionale della Poesia Sociale

Da WikiPoesia.
Jump to navigation Jump to search

Il Festival Internazionale della Poesia Sociale è stato fondato nel 2022 a Roma dalla poetessa Milena Cicatiello.[1]

Storia

CAPACCIO PAESTUM. Il 4 giugno 2022 è stata inaugurata a Roma, presso il Teatro del Pepe, nonché sede nazionale di Fare Ambiente, la prima edizione del “Festival Internazionale della Poesia Sociale”. La serata si è svolta alla presenza di un pubblico particolarmente attento e partecipe, sin dalla prima parte dell’evento, dedicata alla presentazione del Festival, che si terrà a Paestum con appuntamenti in programma tra luglio e dicembre 2022. Per l’occasione, la poetessa Milena Cicatiello, ideatrice e curatrice dell’iniziativa, ha dato lettura  del Manifesto della Poesia Sociale, che ha raccolto apprezzamenti e ispirato interessanti riflessioni tra i presenti sulle dinamiche sociali e sul ruolo della cultura nella realtà contemporanea: “Il pubblico ha accolto e colto pienamente l’essenza, gli intenti e le motivazioni del Manifesto, restituendomi emozioni dense e incoraggiandomi a proseguire il percorso intrapreso, definendolo una “missione” nella quale anch’essi si sono immedesimati, facendosene testimonial, in quanto il documento è stato capace di smuovere le loro coscienze, esprimendo valori di solidarietà e di convivenza civile, esaltati da una poetica che non sia solo bella ma anche socialmente utile”.

Nella seconda parte della serata, è stata presentata la raccolta di poesie “Le vite che non ho scelto”, seconda pubblicazione di Milena Cicatiello (edizioni Piavani, 2022). La profondità del tema, riguardante la violenza di genere, la carica espressiva e il linguaggio innovativo delle liriche hanno commosso e stimolato una serie di interventi, dai quali sono emerse svariate dichiarazioni di persone che, riconoscendosi nella protagonista e nella sua storia, hanno raccontato la propria esperienza di violenza e di non amore.

“Per quanto doloroso sia stato un confronto così diretto ed empatico, sono soddisfatta di aver notato che il libro ha centrato uno dei suoi obiettivi principali, ovvero quello di essere maieutico, inducendo l’animo del lettore a denudarsi da ogni opprimente condizionamento e denunciare le diverse forme di ingiustizia, di soprusi e di violenza subita. Sono stati attimi di sorprendente e inattesa condivisione, in cui si è annullata ogni distanza tra me, scrittrice, e chi ascoltava. La Poesia è uscita dal libro, ha contaminato e seminato e, alla fine, raccolto. Attraverso le testimonianze, i nostri circuiti emozionali sono stati proiettati in una dimensione più ampia, che attinge all’universalità dell’amore e del vissuto”.

Il movimento si prefigge lo scopo di smuovere le coscienze riabilitando il valore civile delle arti, e in particolare della poesia, per conformarla alla funzione di denuncia sociale delle nuove e vecchie forme di discriminazione ed esprimendo valori di solidarietà e convivenza civile, esaltati da una poetica che non sia solo bella ma anche socialmente utile.

Il Festival celebrerà ogni anno un  poeta impegnato del panorama mondiale.

Madrina letteraria prima edizione: Grazia Deledda

Tema Prima edizione: Donne e localismi, violenza di genere e pari opportunità

Presentazione

Testo integrale del "Manifesto Ufficiale della Poesia Sociale" redatto dalla poetessa Milena Cicatiello.

“Interagire con le vite degli altri: è questo il senso dell’esserci. Lo stare al mondo richiede una continua attenzione verso tutto ciò che ci circonda, uno slancio d’amore universale funzionale al benessere del proprio Io. Quando il miglioramento delle condizioni di vita del singolo viene perseguito attraverso lo scambio della cura e della condivisione; quando, nel distogliersi dal proprio ego, ci si riscopre vivi nell’altro; allora l’altruismo può dirsi una forma d’amore per se stessi, e il termine egoismo assume un’accezione positiva. Noi, artisti o appassionati d’arte socialmente impegnati e operatori della cultura produttiva, fondatori di questo nuovo movimento culturale, malgrado le distanze generazionali  e la diversità di esperienze e provenienze, siamo legati da un comune sentire che si traduce nell’affermazione di una socialità in cui ciascuno è parte integrante di un insieme, l’aggregazione umana, vitalizzata da affinità artistiche, che si pone al centro dell’Universo, non per sostituirsi alle individualità ma per renderle parimenti protagoniste, curate, ascoltate, valorizzate e non compresse nelle nuove solitudini esistenziali, incrementate dalla socialità apparente, mediatica, tecnologica, che dev’essere colta come opportunità e non subita come un confinamento. È un Umanesimo contemporaneo, incentivato dalla funzione etica della poesia, forma d’arte che, più di tutte, ci mette in contatto diretto e immediato con le emozioni, per farne anche uno strumento di riflessione, di impegno civile e di denuncia delle nuove e vecchie forme di emarginazione  e di disagio sociale.Per noi l’etica e l’estetica non sono due concetti disgiunti, sicchè il poeta ha il dovere morale di prospettarci, attraverso l’arduo e appassionato lavoro di ricerca del gusto estetico e di affinamento  del verso,  la  visione possibilistica di una bellezza che sia socialmente utile. Coltivare uno sguardo fiducioso e umano, per riabilitare, nei versi, l’amore, quando tutto intorno è guerra e distruzione. I muri non fermano il vento, è questo il nostro credo, noi affermiamo l’inconsistenza e la vacuità di ogni barriera, materiale e culturale, e ciò può essere compreso solo accettando la diversità come una ricchezza, senza cedere alla tentazione di ricorrere all’unicità per giustificarne l’esistenza. Perché essere “diversi” è di gran lunga migliore che essere “unici”, significa porre le basi di una convivenza civile sana ed equilibrata, in cui ognuno viene contaminato senza perdere i suoi tratti identitari. Significa proteggere la società dal rischio della omologazione, senza escludere nessuno. I nostri versi cantano il nostro essere tutti magnificamente di-versi, nessuno solo, relegato nella sua unicità, che dev’essere preservata appena nel suo significato filosifico-universale e non diventare una prigione o una forma di esilio concettuale. E nella misura in cui non è possibile per il vivere, a maggior ragione non può esserlo per lo scrivere. Non si scrive solo per sè stessi. La vera poesia deve smuovere coscienze, cambiare la vita delle persone, muovere gli animi,  interpretare la realtà che ci circonda, liberare la parola dalle maglie degli slogan del potere, che ne fanno oggetto di strumentalizzazione,  e da quelle del provincialismo degli intellettuali di quartiere, che inficiano la produzione letteraria contemporanea con scritti e atteggiamenti sempre più autoreferenziali o autocelebrativi, e restituire la dignità della libera espressione artistica a una comunità  di anime sensibili che avrebbero molto di più da dare e da dire, se non venissero demotivate da  chi ha tradito la cultura, facendone un bene suscettibile di appropriazione in via esclusiva. Noi, poeti sociali, tra Marsia e Apollo inneggiamo al satiro. Al suo essere fallibile, sensibile, terreno. La sua siringa risveglia le primavere e sulle sue note le ninfe e le oreadi danzano vorticosamente, fondendosi alla natura. E una volta punito per aver osato, scarnificato, le sue membra diventano humus per altri canti che saranno spinti, ancora più forti, da zefiri e maestrali. Perché la bellezza utile della poesia sociale non sopisce mai e innamora l’eterno”.[2]

Bando

-Preambolo

Da dove nascono i versi? Dove vogliono condurci? Possono esserci una o più mete per questi vettori di anima, di pensato, di sognato, di vissuto? Di quali, quanti versi, dunque, è fatta una poesia? E non certo intendendo quelli che ne formulano il testo, quanto, appunto, le svariate direzioni che ne segnano il significato. Perché, se è vero che alcuni versi possono attraversare infinite e spesse pareti e arrivare a un cuore, anche al più inaridito, e restituirgli linfa, altri, "diversi versi", possono superare ostacoli ancora più grandi, raggiungendo anche le menti e infondendo riflessione, consapevolezza, libertà. Eppure, la direzione di un verso non è per forza di cose tracciata dal tema trattato, quanto dalla motivazione che muove dal vissuto e dal sentire del poeta, per cui egli comporrà la sua opera inserendovi, più o meno consciamente, precisi indirizzi che la poesia seguirà bussando alle porte del lettore e, talvolta, utilizzando chiavi capaci di spalancare porte nascoste, segrete e varcare soglie sconosciute. Diversi versi, dunque, come diverse direzioni, come scoperta di altri punti di partenza e di arrivo, di cui la poesia si fa filo conduttore, tenendo saldi tutti i suoi ingredienti, l'eros e il pathos, senza trascurare l'ethos, che ne suggella il legame. Diversi versi perché portatori di una diversa capacità contaminante. Polline che si sedimenta, provocando nuove sfumature sulla superficie delle zolle e che, a volte, riesce a fecondarle fino a farle germogliare. Poesia, forza misteriosa che può aprire orizzonti, ampliare i punti di vista e, addirittura, salvare il mondo con la sua "utile bellezza", lontana dagli stereotipi, immune dall'omologazione.

-Da Rocco Scotellaro a John Fante: il Sud di chi resta e il Sud di chi parte.

"Ho perduto la schiavitù contadina, non mi farò più un bicchiere contento, ho perduto la mia libertà."

Sono versi di Rocco Scotellaro, Un poeta un po' tralasciato dalla nostra "letteratura istituzionale", di cui quest'anno (2023) ricorre il centenario della nascita. Nei suoi versi, dedicati al mondo contadino e alla sua emancipazione, il dramma di un Sud che anela al cambiamento e che soffre nelle storie di chi va e in quelle di chi resta, dal cui racconto affiora la consapevolezza che nessuna delle due decisioni sia realmente frutto di una libera scelta, ma che entrambe possono rivelarsi riscatto o fallimento e che, ciascuna delle due, implica coraggio e sacrificio. La grandezza e l'universalità di Scotellaro emergono grazie ai tanti apprezzamenti ricevuti all'estero, anche in Nord America e in Nord Europa, forse perché la profondità di pensiero del poeta, intellettuale e politico socialista Lucano, proiettano il lettore, più che mai, in un sentire ben espresso da Ugo Ojetti, ovvero, che "si è sempre meridionali di qualcuno". E se, grazie a questa suggestione, il Sud lo eleviamo a concetto, allora, specie oggi, a un secolo dalla nascita di Scotellaro, possiamo tranquillamente affermare che le sue poesie sono ancora attualissime, e non per un solo Sud, il Meridione d’Italia, ma per un'infinità di altri Sud, non per forza geografici. Quel Sud di cui si scoprono tutti originari, indipendentemente dalla regione di provenienza, gl'italiani emigrati fino all'altra parte del mondo, l'America, e in cui si ritrovano ultimi, insieme ad altre comunità, altri particolari Sud che sfuggono alla bussola, neri, polacchi, irlandesi. Scotellaro ci ha calato nelle vite di chi rimane e soffre, oltre che per sé, anche per coloro che sono andati via. E’ come se il loro spaesamento e la malinconia, che mettono a dura prova i già flebili entusiasmi delle drammatiche partenze, assottigliassero pian piano le speranze convertendole in alienazione e in un fallimento che avvilisce, ancora di più, il mito della fuga. È come se tra i versi di Scotellaro s’intravvedesse il riflesso di quella desolante America che rimane fuori dal “sogno” e che più tardi sarà descritta da un pregevole e interessante filone letterario. E’ come se Scotellaro avesse compreso per primo che, in fondo, nessuna nave ci porta via dal Sud, se non da quello riportato sulle carte geografiche. Sulla scia di Scotellaro, la produzione letteraria di John Fante (straordinaria coincidenza: quest’anno ricorre anche il quarantesimo anniversario della morte dello scrittore italo-americano), ricalca la stessa ricerca di un Nord come terra promessa, che aleggerà, per sempre, in una speranza che prescinde da ogni partenza. Chi intraprende quel viaggio, fisico o metaforico, potrà farcela, ma non è scontato. E potrebbe trovarsi a vagare tra gli sbandati, quelli che, quel Nord, non lo cercheranno nemmeno più. Quelli rimasti incagliati tra la disperata andata e l'impossibile ritorno. E, comunque, in fondo, per quanto sia paradossale, molto simili a coloro che ce la faranno, quei pochi che il "sogno americano" lo realizzeranno, restando o partendo. Perché in quella riuscita echeggerà sempre il rantolio di coloro che restano indietro, e saranno consapevoli che la loro amara riuscita, oltre alla fatica, sarà in parte dovuta dall'essere stati baciati dalla fortuna e, in altra parte, dall'avere in qualche modo tradito la loro storia, dall'aver avuto come sgabello le mani insanguinate di amici e fratelli rimasti negli abissi. ​ Storie vissute indistintamente da chi va e da chi resta, ma, sul cui cuore, poggiando un ago a freccia, anche senza magnete, la punta indicherà sempre Sud. Questo Premio, grazie a una lettura non dogmatica di Scotellaro e di Fante e del loro lavoro, intende incentivare una riflessione sull'attuale concetto di Sud, superandone il significato di mero luogo geografico per inquadrarlo come una condizione e, dunque, domandarci, non dove, ma cosa e quali possano essere anche gli attuali Nord.


-Regolamento

Il Concorso è a partecipazione gratuita e aperto a tutti, compresi autori stranieri. Si può partecipare indifferentemente con poesie edite o inedite, eventualmente anche già premiate in altri concorsi, purché siano originali e frutto del proprio ingegno. Il tema scelto per questa seconda edizione, in linea con i contenuti espressi da Rocco Scotellaro e John Fante, è “Il Sud di chi resta e il Sud di chi parte”, lì dove per Sud deve intendersi non necessariamente il dato geografico- territoriale, ma le sue innumerevoli accezioni sociologiche-culturali. La pertinenza con il tema è il primo, inderogabile parametro di valutazione. Diversamente, le poesie saranno scartate dalla giuria in quanto non attinenti, anche se giudicate qualitativamente buone.


Le sezioni del Premio sono le seguenti:


1. Poesia adulti (riservata agli autori che hanno più di 30 anni al momento della pubblicazione del bando, in lingua italiana o in vernacolo, in quest’ultimo caso è obbligatorio inviare anche la versione in italiano) 2. Poesia giovani (under 30) 3. Poesia lingua straniera (riservata ad autori provenienti da Paesi esteri). Saranno premiati i primi 3 classificati e verranno assegnate 2 menzioni d'onore per ciascuna categoria. 4. Una quarta sezione è dedicata alla memoria di Lucia Parnascì, giovane poetessa e attivista capaccese scomparsa prematuramente, della quale questo Premio intende mantenere vivo il ricordo a testimonianza del suo impegno civile. Verrà scelta una sola opera che sarà premiata a giudizio insindacabile della giuria in quanto rifletta i valori e gli ideali profusi da Lucia. Premi e riconoscimenti: I primi classificati di ciascuna categoria in gara riceveranno una targa celebrativa e un’opera in ceramica artistica, I secondi e i terzi classificati di ciascuna categoria in gara riceveranno una targa celebrativa. I menzionati e il premio della critica Lucia Parnascì riceveranno diploma di merito.

Non sono previsti rimborsi: spese di viaggio e pernottamento sono a carico dei partecipanti. I premiati e i menzionati saranno avvisati con largo anticipo. La partecipazione alla cerimonia di premiazione è condizione imprescindibile per ottenere il riconoscimento. Diversamente, la mancata presenza sarà causa di decadenza della titolarità del premio o della menzione. In caso di assenza, il vincitore ha facoltà di delegare un suo incaricato per presenziare all’evento.


La giuria tecnica è composta dai poeti Luca Di Bartolomeo, Marco Astegiano, Laura Russo, Luis Mauro, Stefano Ferrara. Presidente di giuria è lo scrittore meridionalista Pino Aprile, autore del celebre “Terrroni”.


Il bando entra in vigore alla mezzanotte del giorno 24 ottobre e scade alla mezzanotte del giorno 1 dicembre. Saranno prese in considerazione solo le opere inviate tramite email all'indirizzo Milenacicatiello1990@gmail.com , con la seguente dicitura nell’oggetto: “I diversi versi”. Si può partecipare a una sola sezione con un massimo di due componimenti per ogni partecipante. Le opere dovranno essere inviate in formato word in maniera totalmente anonima. In un diverso file word, inserire i dati anagrafici, numero di telefono, indirizzo email, breve biografia dell’autore e categoria cui si intende partecipare . I testi pervenuti non saranno in nessun caso restituiti. I risultati saranno comunicati personalmente ai premiati e ai menzionati tramite email o cellulare. Si invitano i partecipanti a seguire l'andamento del Premio sulla pagina Facebook


Milena Cicatiello | Facebook


Seguiranno ulteriori aggiornamenti sulla data della cerimonia di premiazione, che si terrà presso il NEXT Ex Tabacchificio di Capaccio Paestum.

Note