Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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dove sei tu, bellezza della solitudine?
dove sei tu, bellezza della solitudine?


'''TENDO LA MANO'''
''Di Andrea Adami''
Non m’importa
del colore dei muri.
Non m’importa
se il letto è vecchio o nuovo.
Non m’importa
se si tratta di profumo
o di un odore sudicio.
Io tendo la mano.
Non m’importa
del tempo…
se va piano…
se va lento…
Io tento!
Chi se ne frega
dell’età,
se giovane o vecchio.
Io mi ci specchio!
Non m’importa
dei visi tristi
o dei visi sorridenti,
delle lacrime
o di qualsiasi emozione…
compassione…vergogna,
fallimento…vittimismo,
spacconeria…presunzione,
rabbia…collera.
Io tendo la mano!
=== Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza e Varese ===
'''A TE'''
''di Sara Galli''
Seduta nella mia camera
Imparo la chitarra
Cercando di ricordare
Come si fa a respirare
E intanto mi metto a pensare
Alla lotta che ti attanaglia
Al coraggio che ti giuda
Ogni giorno nella tua battaglia
A te, che mi hai insegnato a camminare
Insegni a respirare agli sconosciuti
Che insieme a te imparano a lottare
Anche nella distanza li aiuti
A te, che di giorno lavori
E di notte preghi
E di notte lavori
E di giorno preghi
Mi hai insegnato anche a sperare
A te
Che non vedo l’ora
Di riabbracciare
'''DENTRO STANZE, DA SOLA'''
''Di Lucia Zappalá''
Nei giorni passati con me
ho elogiato la mia presenza
più di quella di
qualunque  altro individuo
che abbia mai incontrato,
per sopportare le distanze.
Ho abituato lo sguardo
a calma e silenzio
leggendo un libro,
facendo yoga.
Ho fatto conti con paure,
pensieri inquietanti
senza nessuno
che si prendesse cura di me,
all’infuori di me.
Nei giorni nuovi
scenderò in strada,
vedrò risate abbracci
fendere il silenzio.
Farà altresì rumore
lo schiocco di un bacio
o la stretta di mano.
Entrerò in un bistrot
per un drink o un caffè.
Userò aggettivi briosi
per librerie, teatri o musei.
Rivedrò mia Madre
e l’Orizzonte.
'''CHE COS’È L’AMICIZIA?'''
''Di Nicole e Marcello Celasco''
Che cos’è l’amicizia ?
Mille persone ne han parlato
Ma solo uno ci è arrivato
Sembra qualcosa difficile da ottenere
Ma in realtà è facile come riempire un bicchiere
L’amicizia non è soldi averi o possedimenti
Ma la sicurezza di svegliarti la mattina con una persona che ti è vicina
L’amicizia è forza,
L’amicizia è gioco,
L’amicizia è aiuto,
Spero che tu possa trovare un amico
Ne hai bisogno.
'''RESILIENZA'''
''Di Paolo Delladio''
Lascio sull’acqua impronte insanguinate
sulla volta celeste scrivo parole esistenziali
sull’onda del vento rifletto e poi rimbalzo
col fumo rivelo un anello di emozioni
soffici nubi sospendono un pensiero
un lampo illumina il volo di un calabrone
ritrovo la forza nel volo di una piuma
l’eternità nei colori di un arcobaleno
resiliente è chi non muore e si rivede
chi salta indietro con un passo avanti
resilienza è termine de’ ingegno
inizio di uno scritto custodito in uno scrigno.
'''CERCA..'''
''Di Giuseppe Leonardi''
Cerca il vuoto nella donna
Non guardare sol la gonna
Sii presente con affetto
E dimostrale rispetto
Ti presenti con un fiore
Per offrire il tuo cuore
Se nel suo trovi un vuoto
Riempi ciò in ogni modo
Offri onore con rispetto
Ed intendi il suo sofferto
Porta quiete in quel vuoto
Il conforto metti in moto
Fissa bene i suoi occhi
Se sinceri o fan trucchi
Presenta la tua omertà
Con elegante umiltà
Ogni vuoto in un cuore
È delusione di amore
Non pretendere ragione
Stalle vicino in comunione
Guarda gli occhi, senti il cuore
La gonnella non pensare
Mostra fiducia e rispetto
Non pensare solo il letto
Un abbraccio vale tanto
Con sincero di intento
Non tradire la fiducia
Che nel cuore tanto brucia
Non deludere mai un sogno
Che di quello c'è bisogno
Cerca e dona in un cuore
Ciò che chiami, tu " Amore "
Cerca il vuoto nella donna
Per sentirla da Madonna
Offri gioie e non finzione
Per accettarti in convinzione
Cerca...quel vuoto
'''COME MI SENTO'''
''Di Stefania Vairelli''
Come mi sento.
Dove mi sento.
Non lo so.
Sono incerta e confusa.
Mi appare un mondo rimpicciolito in scala
un plastico senza persone.
Luoghi di assenze
Il silenzio assordante del nulla.
E’ come se le radici di un albero
prima certe e sicure
ora si stessero sfilacciando
rendendo insicura la presa dell’albero al terreno. Alcune presenze non sono più costanti
altre sono svanite.
Intorno ai miei occhi un quadro fermo.
Una natura morta.
La mancanza ferisce come una lama
il taglio è sottile e poco profondo
ma sanguina a lungo.
Poi d’improvviso mi sveglio.
La ragione è la sola arma vincente
tampono la ferita, il sangue si arresta.
Dal quadro prendono a muoversi figure compongono scene di vita.
Qualcuno rinasce dalle ceneri della fenice.
'''COVID 19'''
''Di Enrica Recalcati''
Il mio cuore
è arido
come la mia penna
madida di sudore
spento
il fumo alcolico della passione
ogni gesto vibra
desiderio di rivalsa
voglio riprendermi il mondo
desidero con ogni mia fibra
ogni muscolo che in me vive
desidero il possesso delle cose perse.
Trasporto altrove questa primavera senza fiori
voglio rialzarmi
voglio valere
almeno una briciola di pane per un pettirosso affamato. Attendo
il sorriso del filo di lana.
Aspetto
il fiato caldo
libero il demone
prendo la brezza.
'''PER NOI'''
''Di Paola Mara De Maestri''
Per noi uomini
che fino a ieri
ci prendevamo la mano
ed era cosa da sempre
sfiorare il nostro respiro
in coda ai musei
e il tocco della vita
era l’abbraccio dei nonni.
Per noi uomini
ancora alla ricerca
della nostra primavera
per i giorni che verranno
nascondendo il sorrido
sotto una mascherina,
cattureremo lo sguardo
impaurito di chi cammina
sullo stesso lato del marciapiede.
Stampiamo nella nostra mente
rammendiamo il  cuore
perché i nostri figli
e i figli a venire
dovranno di nuovo imparare
sul nostro ricordo
a fidarsi
a stringersi
a sentirsi vivi
nella novella umanità.
'''QUESTO TEMPO, NON È PIÙ NOSTRO'''
''Di Costantino Posa''
Non c'è tempo per i baci sulle labbra.
Non c'è tempo per stringere una mano.
Non c'è tempo per accarezzarsi
e ritrovarsi altrove.
Ora che è sera, aspettiamo il mattino.
Non c'è tempo, anche se è primavera.
Le pareti delle case
sono le nostre vetrine nel mondo.
Non c'è tempo
per sorridere a squarciagola.
Ora che la vita ci ha divisi
possiamo solo guardarci negli occhi.
Fissarci al di sopra di una mascherina
e sorridere dentro.
Non c'è tempo per correre
tra fili d'erba e fiori abbandonati.
Non c'è tempo per ascoltare il vento
e aspettare il via
per riprendere il cammino.
E' tempo di mostrare il petto,
le croci e ringraziare chi per noi
ha preso il nostro posto.
'''CAPOLINEA'''
''Di Antonio Capolongo''
Di certo un punto nero, non previsto
quando il tempo era stretto in un palmo
parole, sguardi flessi in piano calmo,
non esisteva altro che il non visto.
Eppure ha avuto una durata
tanti anni indotti a domandare,
chiamare gente solo per parlare
o riempire, sì, vuoti di una data.
Di colpo mi ha dato smarrimento
viandante nelle pieghe dell’incerto
sentivo sgretolarsi la bellezza
che, tuttavia, restava nell’ebbrezza
di un canto resistente all’inferto
colpo, inerme verso il sentimento.
'''MOURIR SEUL'''
''Di Marco Perna''
Je n'ai pas couru,
je suis resté chez moi.
Je préfère rester seul à la maison,
ne voir personne, ne pas échanger un mot.
C'est dur, je sais,
je n'y suis pas habitué,
mais je vois les gens tomber malades,
je les vois partir, sans pouvoir dire au revoir, … adieu.
Je sens le poids de cette douleur écraser le poids de mes petites renonces,
je me vois impuissant devant les médecins épuisés,
héros d'une guerre jamais déclarée,
jamais prise au sérieux, toujours sous estimée,
même devant les morts, amenés par l'armée,
dans leurs dernier, macabre défilé.
Personne à leur coté,
personne pour les pleurer,
personne qui se questionne sur comment on y est arrivés.
Personne, enfin, qui montre de la pitié.
Mourir seul c'est le châtiment
de la peste du moment
contre l’égoïsme de l’homme actuel
et sa solidarité, seulement, virtuelle.
<br />
<br />
===Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile===
'''MI CHIAMO ITALIA'''
''Di Angela Arbia''
Mi chiamo Italia e sono una nazione
sono in ginocchio,sembro in punizione.
Un virus invisibile all’ occhio umano
ha rovinato il mio aspetto ,venuto da lontano.
Coronavirus l’hann battezzato
e anche il mio popolo ha accidentato.
Molti son morti, mi duole il cuore!
Altri sono in casa… nel loro tepore.
La gente che in strada prima si affollava
ora ha paura e le mani si lava.
Si teme il peggio, certo lo so!
Ma sono sicura che ce la farò.
Anche se i vicini mi hann chiuso le porte,
io resisto…ho mille scorte.
Ho fatto del bene al mondo intero
mi sono distinta e questo è vero.
Ho aiutato e accolto chi dal dolore scappava
dato ristoro a chi per vedermi viaggiava.
Perciò mi rivolgo alla terra intera
per dirle che del mio popolo io sono fiera.
Posseggo dei medici che mi fanno onore,
che nel lavoro ci mettono il cuore
e sono sicura che le mie “grandi menti”
faranno presto tutti contenti:
con grande sacrificio e competenza
al virus maligno daran dissolvenza.
Così il mio popolo che mai non demorde
unito  con zelo e sempre  concorde
da nord a sud fedele alla mia bandiera
mi farà rinascere a vita austera.
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
''Di Francesca Calasso''
Anime sparute
cogli occhi un po’ stretti
dalla paura  e l’incredulità commiste,
come spettri senza identità
s’anfanano lente e circospette
nelle città morte
e silenziate dalla virulenza che incetta
nell’ etra morbido e odoroso
del  Paese bello.
E, nel crepuscolo  
per le vie deserte
traluce la notturna lampa
e  le finestre chiuse
s’irraggiano di luce -
Chissà al di là delle mura quale amore !
Frattanto,  in lontananza
il batacchio commemora
e  l’Inno echeggia  -
alla schiava di Roma
ne reclama la chioma.
'''NUMERI SENZA VOLTO'''
''Di Marina Doria''
Siamo numeri,
senza nome,
senza volto
con una solitudine
senza lacrime.
Refoli di vento accompagnano
l' ultimo viaggio
in un silenzio
che pare spettrale..
Soli,
soli in una rispettosa lontananza
senza un abbraccio
senza un saluto
senza sapere
dove andremo.
Un giorno,
forse,
canteremo
o ,forse, non avremo
più voce.
Cercheremo risposte
a domande
mai domandate :
saremo ancora noi?
Forse sì
ma con il cuore spezzato
da tanti numeri...
Senza nome, senza volto..
'''DANZO, DANZI, DANZIAMO'''
''Di Laura Montana Lampo''
La mia mente viaggia
Mentre chiudo gli occhi,
la luce è vicina,
ma non abbastanza da poterla vedere
La mia anima è in fiamme,
ma brucia lentamente
e le ore sono quasi terminate
Sono sull’orlo del precipizio,
continuo a ballare con un piede
pronta a volare
sopra il cielo aperto
I miei occhi poi si riaprono,
così scendo e inizio a correre
Non so dove ma vado senza direzione
Là da qualche parte
Forse c’è,
forse ci sei e ci sono
'''CANTO ALLA VITA'''
''Di Marcello Caccialanza''
Angelo silenzioso
Nella difficoltà
Tu appari assai meraviglioso
Angelo suadente
Tu con dedizione
Supporti la salute
Della gente
Figura illuminata
Che fatica la giornata
Lotti e combatti
Stai pur certo
Non ti abbatti
Nel silenzio della sera
Un miracolo lui spera
non sia solo una chimera
angelo sorridente
tu non ti aspetti niente
tutto è cuore
affinché nulla muore
io con la mia
piccolezza
ti ringrazio per la tua
bellezza
bellezza d’intento
che illumina il firmamento
'''QUESTA LUNGA INNATURALE NOTTE'''
''Di Giuseppina Giudice''
Questa lunga innaturale notte invernale,
con le sue paure ,l’angoscia,la sofferenza,
con la morte,la disperazione,il pianto di tanti, finirà!
La luce già filtra dai vetri.
L’aria sa di una insolita primavera,
gli uccelli volano inconsapevoli.
Forse, si chiedono  perché le strade sono quasi deserte ,
perché ogni rumore si è attenuato.
Il loro volo gioioso è speranza di vita per noi,
che li osserviamo dai vetri con i nostri bambini.
Il loro canto ha preso il posto
del vocio dei bambini nelle strade,
delle urla dei ragazzi ,
dei clacson assordanti,
del chiacchiericcio della gente.
Ma il cielo ,a guardarlo meglio ,è già più azzurro,
l’aria è più tiepida,i fiori sbocciano  come sempre…
Il nemico è in ritirata.
La vita è fuori ,
e ci aspetta .
Tra poco saremo lì ad abbracciarci ,
a raccontarci ciò che abbiamo fatto,
pensato  e compreso ,nei giorni dell’attesa.
Ci diremo che è stata dura ,
ma che abbiamo  riscoperto l’amore ,
la tenerezza,la comprensione ,l’altruismo,
che ci siamo sentiti un tutt’uno
da nord a sud ,
da est ad ovest.
Diremo che abbiamo pregato ,pianto ,sofferto
per i fratelli che non ce l’hanno fatta.
Ringrazieremo coloro che  hanno sfidato
il nemico invisibile per noi.
Confesseremo che abbiamo compreso,
consapevolmente il senso della vita ,
del rispetto che merita
e che l’ameremo di più!
'''COS’È L’AMORE'''
''Di Elvira Giordano''
Quante cose di fanno,
si dicono,
si sono dette e fatte
in nome di questo strano sentimento.
Amore usato
come giustificazione,
come scopo,
come desiderio.
Amore per sé stessi,
amore per l’amore.
Questo impulso insito nell’uomo è unico o ha varie forme?
Cos’è veramente l’amore,
questo concetto astratto che fa girare il mondo?
L’amore è la più sottile,
inspiegabile,
contorta forma di altruismo.
È vero solo quando si dona senza aspettare nulla in cambio,
solo quando si onora.
L’amore è rispetto per noi stessi,
per la natura,
per gli animali,
per il prossimo,
per la libertà.
Tutte forme di amore che si fondono all’unisono e
donano speranza per un mondo migliore.
'''IN PRINCIPIO ERA IL NULLA'''
''Di Valentina Simona Bufano''
In principio era il nulla, il tutto
era piccolo così
Camminavo veloce e non vedevo niente
Facevo il mio lavoro e prendevo lo stipendio.
Ma esistevo, io, prima di questo?
Poi, un senso di pressione sul mio petto:
la paura di me prende possesso.
"Lui" è cresciuto; ha ucciso il mio vicino
quello che picchiavo quand'ero ragazzino.
Ho avvisato io la moglie.
Ho sorriso al suo bambino.
Siamo usciti per strada
e l'abbiamo pagata.
Ora stiamo in casa, in casa
mentre là fuori
nascono i frutti e ridono i fiori.
Un mio amico è caduto
ha respirato polvere di strada
sua madre si è ammalata.
Il mio respiro è corto.
Il Signore, dicono, è risorto
e se cerco il cielo con uno sguardo diritto
lo vedo bianco e duro,
gelido come un soffitto.
Sgretolo il biscotto dentro la mia tazza.
Dovrò lavorare anche a Pasqua?
Entro preparato, ricevo due notizie,
sospiro senza fiato.
No, non ero preparato...
Ho ancora sulla lingua sapore di biscotto.
Mi scappa la pipì, quasi me la faccio addosso.
Io che la vita amo
(nel mio cuore arde una fiamma!)
prima chiamo il mio amico
poi chiamo la mia mamma.
'''PADIGLIONE 18'''
''Di Tiziana Monari''
Ed in queste sere lunghe
le vedo le gole chiare nel fiore della notte
i seni vergini, gli occhi d’ombra
la disordinata stagione del dolore
duole la vita
in giorni di vento e di tempesta
dove l’ultimo assedio della rosa tace
ed il soffio della sera accarezza il lento germogliare dell’inverno
i fuochi fatui di notti senza stelle.
Le sento le mani calde dell’insonnia
gli occhi che brillano pieni di pioggia
il rullo dei tamburi della morte
al padiglione diciotto
in queste stanze spoglie dove le illusioni perdono i contorni
dove tutto sta precipitando nell’oblio
dove ci sono sorrisi che non hanno labbra
ed il dolce vizio di postura della morte
ci siede accanto
senza permesso, senza alcuna tregua.
Combatto in prima linea
generale senza fucile e senza stella
adagiandomi nelle piccole malie del cuore
contando  un cielo che ha capovolto la deriva
gli orologi  non hanno più ore
ed è quasi bella la morte nella sciarpa azzurra
che trattiene una carezza sul collo
ed intanto la neve scende sui viali
rossa, come papaveri che accarezzano il vento
in attesa del peso del sole, di un bagliore acceso d’azzurro.
L’ultimo sogno di primavera.
'''NOTTI BIANCHE'''
''Di Sebastiano Mario Fiori''
Notti bianche
in corsia,
senza paura,
per combattere
un virus,
salvare altre vite,
sfidando la morte,
eroi silenziosi.
Notti bianche
in corsia,
nel tempo sospeso,
tra caschi e tubi,
respiri interrotti,
risvegli improvvisi,
sempre di corsa,
eroi silenziosi.
Notti bianche
in corsia,
lontano da casa,
vicino a chi soffre,
combattono la guerra
con tutte le forze,
aspettano l’alba,
eroi silenziosi.
'''AVRÒ FIATO'''
''Di Cinzia Manetti''
Per redimere il silenzio
di notti insonni,
di tenerezza di mani giunte
di  creature malate.
Prostrate
come fiori recisi,
Schiave del dolore.
Prigioniere della solitudine,
di lacrime salate,
di mani legate,
di fragili pareti desolate.
Avrò fiato per oltrepassare
i recinti del pianto,
le malinconie del nostro tempo,
i baratri di dolore.
Pioggia per lavare le ferite,
piedi, mani da slegare,
Medici ed infermieri da ringraziare
Armonia e speranza nel Cuore da svelare.
Avrò voce e nuova Luce,
ed un mondo senza nuvole,
Sorrisi che accarezzano la pelle
senza più maschere.
Avrò Anime e danze,
di mani issate al Cielo a benedire,
in nuove albe e  tramonti,  
e giorni di Vita e Libertà da inventare
Fiori nati ai bordi delle strade,
dove i semi con coraggio
spaccano zolle,
offrendo al cielo dolcezze d'Amore.
''Il tuo sorriso di ieri e di oggi''
''e' la più bella carezza d'Amore.''
''Grazie a te per avermi insegnato''
''che incontrare la Vita''
''e' Abbracciare''
''tutto questo Amore.''
'''UNA DIVISA'''
''Di Caterina Muccitelli''
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
Se a volte abbiamo pensato ‘quanta arroganza questo medico!’
non avevamo considerato i decenni di studio e l’abnegazione per il suo lavoro.
Se a volte abbiamo detto ‘questo infermiere sembra capire tutto lui!’
non supponevamo la sua indispensabilità in circostanze estreme.
Se a volte abbiamo inveito contro le forze dell’ordine ‘sembrano dei padri eterni!’
non credevamo di doverli ringraziare per i posti di blocco a nostra tutela.
Abbiamo dato per scontato molte cose nella nostra vita
bypassando dei comportamenti essenziali rimandandoli al dopo.
Per moltissimi non c’è più un dopo.
Ringraziamo quel medico che ha permesso di respirare
quell’infermiere che ha concesso l’ultimo saluto ad una madre
quel poliziotto che ha portato la spesa all’anziano
quell’inserviente che sanifica ogni giorno gli ambienti
quell’operatore ecologico che mantiene la città pulita…
tutti coloro, i servizi essenziali, che continuano a lavorare per garantirci una vita futura.
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
TU!
''Di Franco Frijio''
Quando ci si sente soli
Quando ci si sente inutili
Quando ci si sente incapaci
Quando ci si sente....
Questo
dir  voglio a Te!
Si !
proprio a Te !
Tu
che stai dando potere
a ciò che potere non ha.
Tu
che hai creato ogni cosa
fin
dal più
remoto passato...
Tu che sei
Tu che sai
Tu che hai.
Tu
che per errori del passato
ti sei punito,
ritirato
e hai non più creato...
Ammira
un cielo stellato...
Sei Tu
ad averlo creato.
Il sorriso d'un bambino
ti ringrazia
perché Tu lo tenga
a te vicino.
Non c'è nulla
che in te non va!
paura,
odio,
rancore,
potere non hanno,
perché
Tu  sei
Tu  sai
Tu  hai
Tu  puoi
Tu........
'''INSEGUENDO LA FELICITÀ'''
''Di Alessandro Amalfitano''
Dove trovi giovamento
In un meriggio di isolamento?
Nel profumo delle aiuole
In una bella giornata di sole
Un gatto passa miagolando
Ed un cane abbaia di rimando
Il garrito di un pappagallo
La purezza di quel fiore giallo
Nato da un seme che non hai piantato
Che il munifico vento ti ha regalato
Il vicino ti saluta sorridente
Lo conosci appena ma ora non fa niente
Siete entrambi nella stessa situazione
Inseguendo la felicità affacciati ad un balcone
'''VIRUS REMIX'''
''Di Alessandro Lanucara''
Dice che stavan bene i due vecchietti
ma questa non è mica un’influenza!
e se ne sono andati via a braccetto
senza potergli dire addio ''PAZIENZA!''
''I MUSI GIALLI SONO UN’ALTRA COSA!''
''SI GIOCHI PURE A PORTE SPALANCATE!''
e adesso che siam barricati in casa
chi inventa mascherine colorate
chi dagli scranni dell’unionimato
ci tende un dito in similitaliota
chi porta a spasso fiaccole olimpiote
chi porta a casa pacchi a carrellate
chi sfodera un’allegra scampagnata
chi gioca a ''il dottore è l’ammalato''
''e quest’è la ballata''
''dei nuovi contagiati del cordoglio''
''dell’umana idiozia e del portafoglio''
'''MASCHERINA AZZURRA'''
''Di Elena Maneo''
C’è paura dentro di me,
nella gola lucida di febbre
la fitta vergognosa che dissesta
la mia voce
striata come lacrime sul volto.
Ricordo parole dolci
del mio amore, quando
a Natale, mi promise mille abbracci
dal sapore antico.
La solitudine, guardiana che muta
perennemente
nel mio intimo innocente,
che spinge a lottare
per mantenere il respiro
che agita la vita,
nell’oscurità del pozzo che avvolge
la diafana anima guerriera.
E questa mascherina azzurra
copre le rosee parole
impresse nella memoria,
in una ferrea giornata di sole,
con il mondo che indossa
una veste che sconvolge.
'''A NOI'''
''Di Anna Polin''
Siamo stati toccati
ora si cade
uno a uno
ora si muore.
Non temere, è sempre stato così
ora lo puoi vedere.
Lo so, temi quell'attimo
senza alcuna mano
l'ultimo vedere
senza apparente calore.
Ma sei sempre stato solo
nessuno ti segue nel morire
è un varco
è un non sapere.
Io prego che ci svegli ora
quell'ultimo terrore
che sia un chiarore grande
che ci riporta a casa.
Apparteniamo a un unico palpito.
Tu appartieni.
Credevi che marito, figlio,
amante, lavoro,                              
madre, fratello, amico,
fossero altro da te
ma eri sempre tu,
anche quando li hai
visti morire.
Ma stai attento
non è un “tu”
che ha solo  nome e cognome
è il bene di tutti, un unico andare
scanzonato a volte
altre doloroso.
Resta sul crinale.
Non temere, non temere.
'''AFFACCIATA ALLA FINESTRA'''
''Di Patrizia Pierandrei''
Affacciata alla finestra guardo ammutolita
la strada vuota e silenziosa,
solo qualche  raro passante con la mascherina
cammina frettoloso e timoroso,
lasciandomi  un senso nostalgico.
La primavera quest’anno è solitaria,
non ha il movimento di quelle passate,
con i ragazzi che facevano le passeggiate,
per incontrarsi con le amiche a fare chiacchierate.
Quest’anno la città è in silenzio
e ci viene la paura di restare da soli,
nelle nostre case  in isolamento,
soltanto con il lavoro a distanza,
aspettando con la speranza,
di ritornare di nuovo insieme.
Forse presto la rivincita ci sarà
e questo periodo d’angoscia finirà,
potremo allora rivederci
e come sempre abbracciarci.
Il ricordo di questa lunga esperienza
ci serva  a darci una lezione,
per imparare una nuova esistenza,
che ci darà una più vera costanza,
per riflettere meglio che bisogna cambiare,
per un mondo più pulito organizzare.
Conto i giorni del calendario,
per sapere quanto dura la quarantena,
così mi passa un po’ la pena
ed aspetto con trepidazione
la nuova buona notizia della liberazione
dalla stretta via di questa costrizione,
sognando di ritornare alla vita in comunione.
'''PRESIDIO POETICO'''
''Di Iannarone Marianna''
Psicosi dei nostri giorni
che sai d’affanno e d’ipotesi, imponi l’assedio a
questo presidio poetico
come ripiego del giorno buio sulla notte insonne
varcando la zona rossa:
in prima linea la vita
uno scudo umano
che resta nell’ombra – nonostante il rischio costante e la fatica estenuante –
nella battaglia epidemiologica, campo minato di
terrore e angoscia.
Assolvi dal dolore la speranza che nitida possa uscire
da questa trappola.
'''ASPETTANDO L’ALBA'''
''Di Gherardo Pozzi''
Il bacio della sera arrivata
ad abbracciare anime sole
nella piccola stanza del cuore
Il saluto del mattino nuovo
che con fatica sboccia sereno
superando forse un attimo di paura
Paura di non poter ritrovare
gli stessi lampi di gioia
che l’infanzia ci ha donato
La serenita’ che voi regalate a noi
col sudore di una fatica immane
contro un cielo livido che sembra
non ascoltare il battito del cuore
Cuore grande come un aquilone
che vola alto senza il timore
di poter incontrare il sole
Voi lo incontrate e lo abbracciate
donando a tutti noi quel calore
forse dimenticato - temuto
Paura d’amare - gioia dell’amore
Lo stesso enorme che mettete in tutto
il bene che fate aspettando
la nuova alba - i nuovi occhi
che dovrete incrociare
in un lampo eterno di fiducia
Accogliendo l’ eco di domande
Accogliendo l’ eco di baci donati
Voi madri
Voi padri
Voi figli
In un unico abbraccio senza tempo
Gratitudine
Amore
Fratellanza
Nel cielo inazzurrito
Grazie
'''IL SERENO TORNERÀ'''
''Di Agostina Spagnuolo''
Usciremo ancora a farci carezzare
dal sole che mai è impallidito
mentre noi si cadeva nel baratro
che ci trovò impotenti ognuno
nella solitudine del pianto.
Risucchiati nell’ingorgo, improvviso,
ci siamo dimenati per emergere.
Abbiamo misurato il limite,
noi che ci eravamo ritenuti dèi.
Ci siamo scontrati faccia a faccia
col muro della superbia antica.
Abbiamo conosciuto la paura.
E abbiamo maturato una promessa,
quella di realizzare il sogno,
sempre maltrattato, della fratellanza
da coltivare come una rosa a maggio.
E siamo crisalidi sempre pronte
a orizzonti dove poter volare,
e delfini a contorcersi nel mare
come bambini che giocano a chi
salta più in alto. Il sereno tornerà
con la nuova alba, nella foresta
degli equilibri infine ritrovati.
'''ALLUNGO LA MANO'''
''Di Chiara Marinoni''
Allungo la mano
sfiorando  i petali
di un sogno spezzato.
Attendo il vento
per consegnare quel seme
di sorriso, di bacio o di abbraccio
come corolla di un grazie.
Non so quando sarò libera
il velo ricopre il mio dire
il nostro viverci
l’acqua corrente dell’amore
guarda con affanno
questo ultimo viaggio
gli occhi che parlano alle lacrime
di un addio stanco e ferito.
Il muto silenzio pervade
e la preghiera accompagna
il fiore oltre la corrente.
Respiro vivendo dei tuoi baci
senza labbra, solo cuore.
'''ANGELI SENZ’ALI'''
''Di Stefania Siani''
Cosi si fondono
sospiri e lacrime,
negli occhi colmi di paura,
mentre un’altra barella
carica di umano dolore
attraversa i frenetici corridoi.
Barlume timido
di una paventata serenità,
speranza si culla
tra acerbe promesse di vita,
timore imprigionato
dentro bianche mascherine .
E cala la notte
sui corridoi asettici e silenti,
mentre un grido si contrae
per ogni respiro mancato,
sul tempo tiranno,
su ogni vita spezzata
da un nemico invisibile,
da angeli senza ali combattuto.
'''LA SPERANZA'''
''Di Mauro Lo Sole''
Ciao; sono la speranza...
dammi la mano e ci conosceremo;
dammi la mano ci  saluteremo;
dammi la mano ci sfioreremo;
dammi la mano ci accarezzeremo;
dammi la mano ci ameremo;
dammi la mano ci abbracceremo;
dammi la mano cammineremo;
dammi la mano danzeremo;
dammi la mano vivremo...
Sono la speranza,
la voglia di stringere te.
'''ANGELI'''
''Di Iannotta Alessandra''
Dicono che abitate tra le stelle
che giocate a nascondino tra le nuvole.
Io ne ho visti qui in terra.
Sono donne, uomini, come noi.
Hanno luce dentro.
Nei loro occhi brilla la fiamma
di chi Sa.
Quella di chi non Teme,
di chi Ascolta  e Fa.
Angeli in terra
Grazie di esserci.
'''NEL TUO SGUARDO'''
''Di Massimo Gallazzi''
Nel tuo sguardo
si specchiano i miei occhi di paura,
E sento poesia
mentre i tuoi sorridono
sussurrando "andrà tutto bene ".
Nel tuo sguardo
si cela l'angoscia di essere al fronte,
a sparare al nemico,
Armati di scudo da capo a piedi,
persino nelle notti
a vegliare con le lampare,
sul respiro silente
di chi è coperto
da macchine artificiali.
Le bombe mi faranno guarire,
e tu, sorridendo, applaudirai,
per una Vittoria preannunciata
In una calda stretta di mano.
"C'è ancora tempo per andare lontano ".
Nel tuo sguardo,
osservo silente e fiero
un timido eroe di umiltà vestito.
Nel mio sguardo
Vedrai il mio grazie,
distante ma pur sempre vicino.
'''COVID-DICIAMONO'''
''Di Emilio Bifronte''
Vaghi per il mondo col tuo invisibile destriero,
percuoti prima del petto l'autenticità del vero,
pronta a confonder la gente se appestata
o non di meno incazzata per un sentiero non percorso.
Siamo pronti a lottare, a oppugnarti:
se ci minacci, noi staremo a casa a mostrarti superiorità;
se ci separi negli affetti e negli abbracci,
ancor più forte urleremo
cosicché le orecchie traghettino al cuore la nostra unione;
se ci distruggi il presente penseremo al passato,
a ciò che è stato e che riavremo nel futuro conquistato;
se Dio ci avesse voluto abbandonare,
più sigilli avrebbe spezzato,
dando all'apocalisse il via
ma fermata da angeli in camice in corsia;
se il tuo passo invisibile e vigliacco strisciasse fino ai polmoni,
cercheremo di intonare poesie e canzoni di autori del Paese,
del Bel Paese che sto ad abitare,
dello Stivale che è già pronto a schiacciare col suo tacco il virus orientale;
se ci sarà la caccia alle streghe spegneremo le torce
e spezzeremo i forconi con gesti solidali e gentili,
perché per una volta abbiamo ben compreso
che non siamo invincibili, immortali,
non siamo i padroni dell'oggi ma i costruttori del domani.
E se, per caso, tu volessi presentarci la signora morte,
noi scortesemente diremo "aspetta, la scelgo io la mia sorte!"
'''UN LUNGO INVERNO'''
''Di Lolita Rinforzi''
Le ultime sere d’ inverno
sembrano riportarci indietro
in una stagione
che mai abbandonerà i nostri ricordi.
Viviamo nella paura del giorno da trascorrere
e nell’ansia di un domani
avvolto dalle difficoltà del vivere.
Non possiamo uscire.
La nostra vita
somiglia ad un film di fantascienza
racchiusa nelle notizie dei telegiornali.
Si rispecchia
in numeri che non vorremmo più sentire
e in volti segnati dalla fatica e dal dolore.
Ma quando accendo il fuoco nel camino
la mente si distrae
lo sguardo
attratto dalla fiamma viva
inganna la paura.
Il corpo si riscalda
immaginandosi avvolto in un abbraccio.
Il cuore si placa
per dare spazio a un’immancabile speranza…
'''QUARANTENA, DOMENICA DELLE PALME'''
''Di Fabio Mattiuzzo''
Tutte le case
ascoltano ll
Il vento
ne distribuisce il suono
come chi,
con le mani, distribuisce il pane
perché non manchi a nessuno;
un po’ qua,
un po’ là,
poi girando,
nel paese
altrove.
(campane)
In una pausa
le saluta
coi rami la mimosa.
Gli uccellini, come
Bambini,
non smettono di giocare;
non hanno tempo
loro:
devono cantare.
Non lo sanno loro
Di commuoversi
eh…
'''IL POETA'''
''Di Maria Pizzuoli''
Poeta, dal greco poieo
che vuol dire “io creo”.
Poeta è chi crea.
Io non posso creare,
è il vento a mancare
che squarci la nebbia
d’un futuro sfocato.
Io fuggo i pensieri
dentro casa mia.
Ci sentivamo onnipotenti,
urlavamo:”Viva gl’ignoranti”,
ora chiamiamo i sapienti.
Ciò che accade
via non va,
dentro ci resterà.
Eppure in me vedo
soffiare l’energia
che dell’immaginazione è la via
che sogna un futuro migliore.
'''NEMICO INVISIBILE'''
''Di Giuseppe Leccardi''
Il destino è nelle nostre mani
nella coscienza che impone l’osservanza
di leggi, norme, regole e divieti
per la nostra e l’altrui sopravvivenza.
E’ necessaria l’unità d’intenti,
la coesione per vincere la guerra
contro un nemico invisibile, crudele
subdolo ladro di vite e respiro.
Plaudo ai medici, infermieri e volontari
che in prima linea rischiano del loro,
eroi senza medaglie né diplomi,
senza il nome scritto sui giornali
né un vate come Omero che li onori.
'''A TE, COVID 19'''
''Di Teresa Cacciatore''
Non togli l'aria dietro una mascherina:
respiro la vita al primo vagito,
scalda il sorriso degli occhi:
guardano dentro
in un  tesoro nascosto
- nell'acqua il principio della vita.
Non tolgono carezze le mani protette
sfregate senza colpa su mondo impuro
e quand'è che sono fuori dalla soglia
un manto celeste invade
d'un cielo fedele su di noi.
'''ONORARE L’ISTANTE'''
''Di Nunzia Dimarsico''
Celebreremo il giorno
dopo la morte di questo tempo
e leveremo le mani al cielo
per onorare l’istante,
lo faremo come presago di un dono
e con i brividi nella memoria.
Celebreremo quel giorno
con la concretezza nello spazio
e con il silenzio che premerà sulle labbra.
Celebreremo ogni giorno… poi
con la preghiera ripassata nelle albe,
e non lo dimenticheremo questo tempo
e la sua furia terrestre!
'''COVID 19'''
''Di Mario Berto''
Lo sanno i fiori del campo?
Lo sanno gli uccelli dell'aria?
Lo sa la Primavera imminente
dell'uomo appestato e morente?
Del morbo che uccide,
ancora latente?
Dei nostri spiriti fiacchi,
pronti a rimpallarci le colpe?
Il pensiero più cupo,
nella brezza si perde,
e triste viene la sera.
Nel vento a noi giunge
la notte più nera
ed i sogni s'involano in cielo,
magari i più belli,
lasciandoci a terra.
Solo il male
che l'uomo divora
in una stretta di mano tradisce.
Poter parlare, un saluto,
all'amico morente
donare un sorriso,
una carezza, un abbracio
o l'ultimo bacio all'amata
dal morbo tiranno
ogni gesto d'affetto
oggi è bandito.
'''VIA PERFETTA'''
''Di Alessandro Corsi''
Getta le ombre
là dove le trovi,
per non portarle con te
nel tuo cammino
fatto di luce
e di speranze belle.
Le ombre sono sassi,
sono zavorre dure
per qualunque esistenza
che voglia crescere
come un fiore al sole.
Poi, quando le ombre
saranno un mucchio
alle tue spalle,
la tua strada
sarà una via perfetta
senza pozzanghere
a sporcarti i piedi:
a mormorarti pianti,
o altre sofferenze,
che fanno umidore
o palude dei tuoi occhi.
Essere vivi così,
con le ombre alle spalle,
è il sogno più bello
da vivere nei giorni.
'''RITORNERÀ L’AURORA'''
''Di Pietro Lapiana''
Le piazze son deserte,
nelle vie s’ode il silenzio,
fitte tenebre addensate
tra il chiarore della luna
che lentamente si consuma.
Divampa il covid brutale
come d’agosto nel bosco,
un denso fumo alza la bruma,
la morte è tanta e dura,
incombe un’ombra spettrale,
occorre stare in casa
chiuso tra quattro mura.
Prigioniero della fatalità,
la solitudine mi fa compagnia,
timore, angoscia e dolore
creano vuoti e sensi d’inferiorità
che ognor  spezzano l’anima mia.
Il tempo passa silenzioso,
le voci, gli abbracci, i sorrisi
sembrano di lontani anni,
parole taciute e lacrime celate
danno soltanto continui affanni.
Ma sogno ancora un’alba chiara
che gli occhi miei mai videro,
una via luminosa e rara
di bene e di speranza desidero.
La vita perenne cammina,
la notte se ne va poco ancora,
la gente alla luce si avvicina
e presto ritornerà l’aurora.
Sui balconi sventola il tricolore,
vecchi e giovani cantano l’inno,
ai medici e al paese fanno onore
distanti ma virtualmente uniti,
sorridenti e senza alcun tremore.
Come le rondini i giorni saranno,
annunciano la beltà della primavera,
morte e paura invano non passeranno,
tutti scopriremo il senso della vita vera.
Dall’abisso di sicuro usciremo ,
alzeremo lo sguardo al cielo
dove risplende il fulgido sole,
ci stringeremo l’un l’altro al cuore
per ricostruire un mondo migliore.
'''PREZIOSE STRANEZZE'''
''Di Giulia Baldassarri''
L’uomo è una stranezza.
Qualcuno riesce a vederci
Del prezioso
Al punto da porsi in prima linea
Nella battaglia contro l’ignoto
Iniziata a Febbraio d’un anno
Eterno.
Il dialogo fra il suono
Bellico dell’acciaio
Ed i tenaci sospiri
Scalda le gocce di resilienza
Che evaporano in stille di miracoli:
Rinascono migliaia di stranezze.
'''TULIPANO'''
''Di Alessandro Canfora''
Nel fiore del mondo nasci come cristallo d'amore
e nel sogno di rosso campo di brillante mare,
sgorgano essenze e flussi di fiori illuminati
che di estasi della tua nascita dal volto di diamante,
sono rozzi smeraldi d'amore,
nel sogno del tulipano di tuo forte ardore.
Nel blu delle meraviglie nasci imperitura
e come scultura del fondo, negli abissi dei rossi fiori nel mare,
sbocci brillando di profondo amare.
I tuoi occhi delle perle,
accendono vive acque nascoste del tuo cuore
e tuo amore incendiato di gigli fragorosi,
accende immagine di vasti campi cocenti
che si perdono nel ruscello del mare
e nelle acque temerarie vive di fulgente abisso del sole.
Significato nasce tra i tuoi occhi che risorgono
e brilla il mare che parla,
ma nel silenzio scrive parole di intimo lucente,
nel sogno che sgorga di rude colore di tuo animo splendente.
Nel giorno della vita di spessore d'albore,
brillano e nascono fiori focosi di oro d'amore,
figli del tuo animo pieno di gioia e fulgore.
Sei  nata come smeraldo che danza
e nel ballo e nel sogno cubano,
nella rossa terra scolpisci parole
che splendenti solcano mondi del cuore.
Rossa rosa del tuo splendore, parla degli albori
e nel segno e nella linea d'oro nasci oggi brillante,
nelle terre e negli animi cocenti
che son rare perle dei tuoi occhi ardenti ed essenti.
'''LE VOCI DELL’AMORE'''
''Di Elvira Giordano''
Il gorgoglio dei ruscelli,
il bisbiglio delle foglie,
il soffio dei venti,
il fragore delle maree,
il rombo della terra,
il guaire dei cani,
il sussurro dell’anima,
il mormorio dei senza nome,
il pianto degli indifesi.
Voci, solo voci
che si perdono nel silenzio dell’avidità,
dell’indifferenza,
della stupidità.
Avidità che corrode l’animo,
indifferenza che rende ciechi,  
stupidità che rende ottusi,
Senza comprendere che
Amore significa ascoltare queste voci
e solo l’amore dona la felicità.
'''POESIA PER LA VITA'''
''Di De Vita Luisa''
Ti guardavo
ma non sapevo vederti
mentrerà a meno di un metro mi apparivi
solo una donna o un uomo fra tanti.
Poi quel lui improvviso e
invisibile dietro il velo di lacrime
amare o commosse
È riuscito a schiarirmi la vista
Dal tuo viso a metà
''Vedo'' oggi
la profondità dei tuoi occhi
Da lontano sei di colpo
un gigante
E scopro uomini e donne
E sento nel silenzio
di città vuote
della solidarietà
la carezza
E del coraggio
il calore
E lungo strade
Tra insegne spente
luce di speranza rincuora
Per la prima volta
non sento
ma ascolto
la tua voce filtrata da
un confine che unisce...
Da un reparto un grido
poi un pianto
"È sano"
È nuova vita
È ancora giorno
È ancora gioia
Che ti giunga
o mio Ippocrate
il mio plauso
Che ti giunga
mio scudo e mia spada
il mio grazie
'''LACRIME'''
''Di Riccardo Avanzi''
I mè lacrim,
i lacrim da tanta gent,
veglià i mè ben.
Un fiùrell,
una mam,
un nonno
campan ca sonan a mort.
Altra nòcc sota i stel,
che fregg!
La lùna, un fulett,
una nivula,
tanti mort.
Stamatina,
altar fracass.
Aria da mort,
in meza i sass.
'''PRIMAVERA'''
''Di Marinella Giuni''
Smettila
Di cinguettare su quel ramo
Abbassa il tuo capo
E piangi
Con me
Piccole lacrime
Perché non è vero
Non è vero
Che è Primavera
'''TI RACCONTERÒ'''
''Di Massimiliano Bartolozzi''
E ti racconterò di quel marzo 2020,
di quando la libertà ci fu tolta,
di quando restammo a casa,
finche’ le nostre barbe e capelli non furono lunghe,
mente fuori si moriva,
sembrava un film.
Moristi anche tu Luigi,
attore e maestro di vita,
si dice che fosti contagiato a teatro,
il destino beffardo.
E ti racconterò delle assenze,
di chi ti mancava,
o di chi non i sarebbe più mancato.
Di quanto sono stato felice della presenza di mia madre tutto il giorno,
dei suoi sorrisi nel vedermi sempre con lei.
Di mia zia, lontana, dei nostri ti voglio bene su WhatsApp,
e delle videochiamate, delle sue mancanze,
aver perso il marito dopo 53 anni di matrimonio da solo qualche mese,
e ritrovarsi sola, senza nessuno che può andarla a trovare.
E ti racconterò della mia compagna lontana,
che ogni domenica andavamo fuori ed eravamo liberi,
e ora siamo distanti, ma l’ amore è oltre i chilometri.
Dei miei amici che sento spesso e mi mancano i loro abbracci,
le cene con le tante bottiglie di vino.
Degli eroi in camice bianco negli ospedali, e di quelli nei supermercati,
o che ti consegnano un pacco.
Delle mie albe e tramonti dalla terrazza.
E vorrei raccontarti di me, di come sto,
di quante lacrime versate per questo,
della mia asocialità,
di chi mi manca veramente,
di chi amo , ho amato e amerò,
della mia non paura della morte,
nemmeno ora, lo farò sorridendo ,
quando tutto sarà finito, piccolo mio.
'''TORNERÀ IL SOLE IN QUARANTENA'''
''Di Margherita Tomei''
Tornerà il sole,
già lo vedo tra le serrande,
che piano piano fa capolino,
che cerca di rassicurarci.
Non si può uscire
piove
fa freddo.
E tornerà a splendere più forte di prima,
quando con il caldo usciremo
con i vestiti più corti
e andremo al mare.
Lo sento già il suo odore,
è dentro me.
Il sole tornerà
quando apriremo le porte
e torneremo a guardarci,
a toccarci.
Tornerà
perché è più forte l'amore,
di tutto,
di qualsiasi malattia
che prova ad affossarci.
Tornerà il sole
e sarà splendido.
Facciamoci trovare pronti!
'''LA NUOVA CORONA'''
''Di Gianpiera Sironi''
La corona di spine
che trafigge la carne di Cristo
gronda sangue innocente.
Dovevo morire
Gesù dice alla gente
per risorgere dopo tre giorni
affinchè ognuno ritorni salvato
e redento dal peccato.
La nuova corona
che cinge il capo del mondo
entra nel profondo, fa male,
toglie il respiro e la vita.
Ma si doveva morire
per capire quel che conta davvero,
per guarire dal nostro egoismo,
per vedere il vero eroismo
accanto a chi geme.
Rialzeremo la testa domani,
torneremo a far festa
e mai più saremo lontani
perché l’Amore ci vuole tutti insieme.
'''L’AMBULANZA'''
''Di Francesco Amadelli''
''Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante''
''Corri, fai sentire la tua voce straziante''
''Porta la tua opera a compimento''
''Prima che venga elargito l’ultimo sacramento''
''Di questa strana lotteria della vita''
''A cui tutti partecipiamo, tanto  amata e  ambita''
''La nostra vita che riteniamo fortunata''
''Fino a che dalla morte non viene sorteggiata''
''Odo la sirena che suona con tono di burla''
''Mentre la mia anima si contorce, urla''
''Il mio corpo  giace a terra inerte''
''Aspettando quietamente la morte''
''Solo ora dopo una vita di indifferenza''
''Penso di Dio la grande incombenza''
''Solo ora capisco che anch’io partecipo a quel Suo sorteggio''
''Che per tanti anni mi apparve come un miraggio''
''Un miraggio lontano e vicino''
''Posto in fondo al nostro cammino''
''Un miraggio vicino e lontano''
''Quasi a portata di mano''
''Ora anche me han sorteggiato''
''Dopo una breve vita che ho tanto amato''
''Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante''
''Corri, fai sentire di Dio la voce indulgente.''
''Su di noi imponi le tue mani''
''Amiamoci oggi, perchè forse non ci sarà domani.''
'''DIETRO LE MASCHERE'''
''Di Bianchi Massimiliano''
Freneticamente si muovono
nei lunghi corridoi o nelle sterili sale
sussurrano
a volte si agitano


===Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile===
a volte si fermano, storditi
(dalla prossima settimana)
 
attoniti nei loro pensieri, nei loro timori.
 
 
Dietro le maschere
 
nascondono sorrisi e tristezze
 
che gli sguardi non possono tradire,
 
forme di corpi dalle curve indefinite
 
nei mantelli colorati
 
le mani avvolte da gelidi guanti
 
freddi
 
all’ultima carezza disperata,implorata
 
dagli ultimi sguardi
 
di corpi sfiniti alla vita che fugge.
 
 
Al dono impossibile di un bacio
 
per esserti grato
 
perché mi hai salvato.
 
Poi la corsa continua,
 
dietro le maschere
 
nascondono sorrisi e tristezze
 
che gli sguardi non possono tradire.
 
 
 
'''STRANI GIORNI'''
 
''Di Lorella Del Gesso''
 
 
Stiamo vivendo strani giorni
 
dagli ambigui, indefiniti contorni
 
giorni di ristrettezze e privazioni
 
e prigionia nelle proprie abitazioni
 
giorni in cui ci manca indubbiamente
 
la libertà di uscire, frequentare gente
 
Non che a casa  poi si stia così  male
 
ma l'uomo è di per sé una creatura sociale
 
Ha bisogno dell' altrui contatto
 
per non morire di noia o diventare matto
 
Ha bisogno spesso di un corposo abbraccio
 
per non sentirsi inservibile al pari d'uno straccio
 
Stiamo vivendo giorni davvero sballottanti
 
e ciononostante lottiamo e andiamo avanti
 
con i volti tirati e il cuore prostrato
 
ma rialzeremo la testa e riprenderemo fiato
 
ben sapendo che questa è una prova soltanto
 
immane, dura, che ci costa pianto
 
ma che presto ci vedrà nuovamente
 
tornare a vivere con gioia piena, soddisfacente.
 
 
 
'''BALCONI'''
 
''Di Dario Marelli''
 
 
Rosse le valve del cuore, ferite,
 
verde l’urlo degli ulivi verso il cielo,
 
bianco sporco il camice dei medici.
 
 
E’ tricolore il bordo liso del balcone,
 
l’ultimo spazio di confine che rimane,
 
il filo tenue che tiene ancora appesi
 
aggrappati all’idea di questa vita,
 
a quelle mani in prima fila.
 
 
In alto un canto digiuno, sincero
 
- mentre accorrono e svampano sirene -
 
un applauso lungo, d’incoraggiamento
 
per infondere forza, far riaffiorare dal fondo
 
uomini veri, più belli di prima.
 
 
E non si smorzi l’abbraccio degli sguardi,
 
la luce dei colori sul balcone,
 
la radice che dal deserto fiorisce
 
tra le valve ferite del cuore
 
il vagito di una nuova nazione.
 
 
 
'''ANGELI O EROI'''
 
''Di Marco Galli''
 
 
Angeli o eroi
 
col camice o senza
 
vi fa dono la vostra
 
umana pazienza
 
per chi la speranza
 
è passare la notte
 
e vedere la luce
 
del sole che sorge
 
Si da per scontata
 
la vita che gioca
 
a mischiare le carte
 
insieme al destino
 
a voi va l'applauso
 
e il ringraziamento
 
per il vostro mestiere
 
che fa soffrire un po meno.
 
 
 
'''IL MALEFICO CORONA VIRUS'''
 
''Di Renzo Brandalise''
 
 
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
 
rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.
 
Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,
 
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
 
 
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,
 
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
 
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
 
e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
 
 
Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,
 
e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.
 
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
 
e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.
 
 
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
 
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
 
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
 
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
 
 
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
 
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
 
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
 
e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.
 
 
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
 
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
 
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
 
E tra un macero di cose     da anni    disuse.
 
 
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
 
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
 
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
 
perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.
 
 
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
 
che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .
 
Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto
 
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.