Differenze tra le versioni di "Relazione sul Personale Volontario"

Da WikiPoesia.
Jump to navigation Jump to search
Etichetta: visualeditor
Etichetta: visualeditor
 
Riga 24: Riga 24:
 
Ora, se ci fossimo chiesti “perché un volontariato che si dedichi alla poesia”, penso che potremmo trovare valide risposte, ad avvalorare tale forma di contributo, consultando alcune opere poetiche nostrane.  
 
Ora, se ci fossimo chiesti “perché un volontariato che si dedichi alla poesia”, penso che potremmo trovare valide risposte, ad avvalorare tale forma di contributo, consultando alcune opere poetiche nostrane.  
  
Potremmo citare Giosuè Carducci, che nella poesia “congedo” definì così il Poeta:  
+
Potremmo citare [[Giosuè Carducci]], che nella poesia “congedo” definì così il Poeta:  
  
  
Riga 51: Riga 51:
 
''“La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho mai tregua.”''   
 
''“La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho mai tregua.”''   
  
Ringraziamo quindi chi, per volere divino, fortuna, karma o perché no, impegno, duro lavoro, persistenza e meritocrazia, contribuisce alla diffusione della Poesia, consci che, come disse Dante Alighieri:  
+
Ringraziamo quindi chi, per volere divino, fortuna, karma o perché no, impegno, duro lavoro, persistenza e meritocrazia, contribuisce alla diffusione della Poesia, consci che, come disse [[Dante Alighieri]]:  
  
  
Riga 63: Riga 63:
  
  
E ringraziamo i poeti per essere tali, ed i volontari di WikiPoesia per sostenerli nel loro operato, dedicando loro questa riflessione di Ugo Foscolo:  
+
E ringraziamo i poeti per essere tali, ed i volontari di WikiPoesia per sostenerli nel loro operato, dedicando loro questa riflessione di [[Ugo Foscolo]]:  
  
 
''“Una parte di uomini opera senza pensare, una parte pensa senza operare, pochi operano dopo aver pensato.”''   
 
''“Una parte di uomini opera senza pensare, una parte pensa senza operare, pochi operano dopo aver pensato.”''   

Versione attuale delle 20:48, 4 gen 2020

di Edoardo Claudio Olivieri

Domodossola, addì 3 gennaio 2020

WikiPoesia nasce e cresce grazie all’impegno profuso dai Volontari.

Come definisce l’Enciclopedia dei Ragazzi Treccani al lemma Volontariato:

“Aiutare gli altri disinteressatamente. Il volontariato è quell’insieme di attività e di servizi sociali e culturali prestati in modo spontaneo e gratuito a beneficio degli altri o della collettività.”

Scrutando fra le pagine dell’epico Vocabolario Etimologico Ottorino Pianigiani scopriamo la discendenza del termine, e risaliamo da esso prima a Volontario, poi a Volontà, quindi a Volere, e ci accorgiamo che non esiste Volontariato in assenza di alcuni ingredienti –e cito testualmente-: “scegliere, desiderio, spontaneo, volontà, voglia.”

Stranamente, l’espressione volontariato nasce in un contesto in cui la fa da padrone il suo opposto, cioè l’obbligo, in questo caso di leva, indicando la condizione di che prestava servizio militare oltre il periodo di leva obbligatorio. Solo negli anni Trenta dell’Ottocento passa a indicare il complesso di prestazioni svolte gratuitamente presso istituzioni pubbliche o private, sia civili sia religiose. Le attività di volontariato sono spontanee – cioè sono svolte per libera scelta –, disinteressate – non si fondano su considerazioni di tipo utilitaristico o economico – e altruistiche – sono cioè svolte a beneficio degli altri e costituiscono quindi una forma di solidarietà sociale –ci ricorda sempre la suddetta Enciclopedia-.

Benché nessuno possa obbligare chicchessia a prestare opera volontaria, in base al presupposto che l’imposizione stessa comporta il decadimento immediato dei fondamenti del volontariato, è pur vero che varie fonti autorevoli incitano il cittadino all’esercizio del diritto, e fors’anche del dovere, all’aiuto.

In primis l’Art. 4 della Costituzione della Repubblica Italiana ove si legge:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.


Più recentemente tale concetto è ribadito e modernizzato dalla legge-quadro sul volontariato dell'11 agosto 1991, n. 266, che nei primi articoli recita: "La Repubblica Italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell'attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l'autonomia e ne favorisce l'apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale".

Ora, se ci fossimo chiesti “perché un volontariato che si dedichi alla poesia”, penso che potremmo trovare valide risposte, ad avvalorare tale forma di contributo, consultando alcune opere poetiche nostrane.

Potremmo citare Giosuè Carducci, che nella poesia “congedo” definì così il Poeta:


“Il poeta è un grande artiere,

che al mestiere

fece i muscoli d’acciaio:

Capo ha fier, collo robusto,

nudo il busto,

duro il braccio, e l’occhio gaio.”

Così come potremmo citare un Pier Paolo Pasolini, che in tempi non sospetti preconizzò il destino del terzo millennio e la relativa “sindrome da alienazione da abuso di Smartphone” –come la chiamo io, asserendo:

“La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.”

Chiedendoci piuttosto che benefici potremmo trarre dall’esercizio della Poesia, nel nostro caso promossa disinteressatamente, accontentando così anche Leonardo Sciascia, che scrisse:

“Rispetta il prossimo tuo come te stesso, e anche qualcosa di più.”

Sì, perché come dicevamo prima, un volontario non conclude nulla senza quell’elemento che fece di Gabriele d’Annunzio ciò che fu, vale a dire:

“La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho mai tregua.”

Ringraziamo quindi chi, per volere divino, fortuna, karma o perché no, impegno, duro lavoro, persistenza e meritocrazia, contribuisce alla diffusione della Poesia, consci che, come disse Dante Alighieri:


“La stirpe non fa le singulari persone nobili,

ma le singulari persone fanno nobile la stirpe.”

Ci piace pensare che queste “singulari persone”, con il loro instancabile lavoro volontario, possano salvare il mondo e forse scongiurarne il prossimo decadimento, giacché come ci ricorda Giacomo Leopardi:

“La storia dell'uomo non presenta altro che un passaggio continuo da un grado di civiltà ad un altro, poi all'eccesso di civiltà, e finalmente alla barbarie, e poi da capo.”


E ringraziamo i poeti per essere tali, ed i volontari di WikiPoesia per sostenerli nel loro operato, dedicando loro questa riflessione di Ugo Foscolo:

“Una parte di uomini opera senza pensare, una parte pensa senza operare, pochi operano dopo aver pensato.”

Per quanto mi riguarda, m’innamorai della Poesia, nella fattispecie della Divina Commedia, a soli  otto anni, quando per grazia divini mi ritrovai ad assistere, insieme ad altre 99.999 persone, alla Lectura Dantis di Carmelo Bene, la cui dizione stentorea aggettava sugli astanti dall’alto delle Due Torri bolognesi, quale commemorazione dell’immonda strage dell’80.

Concludo quindi con un auspicio, possa WikiPoesia continuare il suo imperituro lavoro di promozione della Poesia, e possa farlo con un vigore tale, che gli italiani non abbisognino di una strage per ritrovarsi in 100.000 ad audire un Sommo Poeta magistralmente decantato, perché nell’inferno abbiamo dimorato abbastanza, e ci piace sognare un futuro in cui il Paradiso diventi, infin, Terrestre.

Edoardo Claudio Olivieri

Direttore Risorse Umane WikiPoesia