L’unica cosa che non posso fare
L'unica cosa che non posso fare
L'unica cosa che non posso fare
È essere felice, Mira,
Non so perché,
Forse mi sono abituato
A non vedere mai l'alba,
A non vivere pe campa'.
Mi piace che a volte
Gli angoli del tuo volto,
Illuminati dalla luce del giorno,
Riflettano le mie rughe,
Quelle che ho per la stanchezza,
Quelle che avrò per l'età.
Poi il meriggio arriva
Fra le dita secche,
L'impatto duro
Con i pianeti che avevamo imparato
Ad apprezzare con tanta fatica,
Quanto ci siamo amati?
Dopo fu il crepuscolo poi la notte,
Avanzammo a tentoni con le mani
Ante-corpis nel più nero buio di casa,
Riponemmo gli occhiali mezzi rotti
Sulla scrivania in radica fra i lumi spenti,
Poi morimmo prima che risorgesse il sole.
Premi
- Premio “Scriptura”, sez. Poesia a tema libero - giovani, 2022