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Versione delle 21:26, 10 dic 2020
Sulla funzione dei premi di poesia
(a cura di Renato Ongania)
A cosa servono i premi di poesia?
La tesi di questo articolo è che i premi di poesia abbiano una funzione ben precisa e che non sempre sia una funzione messa a fuoco dagli operatori culturali, dagli organizzatori. Il risultato spesso è di avere poeti e poesie non realmente valorizzati mediante il premio a cui hanno partecipato. Poiché nemmeno i poeti hanno piena coscienza della funzione dei premi di poesia, non sempre vi è una delusione e non sempre le aspettative vengono tradite dalla partecipazione al premio di poesia.
Bene, ma allora, a cosa servono i premi di poesia?
Iniziamo con il dire che i poeti che pubblicano già poesie con case editrici non a pagamento, non partecipano ai premi di poesia. Non lo fanno perché corrono il rischio di non vincerli o di prendere un secondo o un terzo posto vedendosi così superati da poeti non ancora affermati. C'è una sorta di calcolo di convenienza in base al quale non è conveniente prendere parte ai premi di poesia se si è un poeta già affermato nel mercato della poesia professionale (ammesso che se ne possa individuare ancora uno).
La tesi di questo articolo è che i premi di poesia abbiano una funzione, occorre ripeterlo più volte.
Ecco alcuni esempi che hanno una funzione argomentativa:
Una gara podistica viene organizzata per far correre i podisti.
Un torneo di scacchi per stabilire il giocatore più abile.
Una regata per la vela più veloce.
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Un premio di poesia viene organizzato per far partecipare i poeti con delle poesie.
Tutto qua?
No. Così come non è vero che una gara podistica viene organizzata per far correre i podisti... è una visione molto riduttiva della funzione della gara.