Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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PAGINA IN ALLESTIMENTO. ON LINE DA LUNEDI’ 30 MARZO
=== Introduzione ===
 
 
Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.
 
Questa settimana abbiamo deciso di dedicare i vostri versi, in modo particolare, a tutto il personale sanitario della provincia di Lodi.
 
Vi ringraziamo ancora una volta per le vostre Poesie!
 
Vincenzo De Lucia
 
WikiPoesia
<br />
 
=== Poesie selezionate ===
 
 
'''INVISIBILI EROI'''
 
''Di Flavio Provini''
 
 
Quelli vestiti come dei marziani
 
quelli che hanno il destino tra le mani
 
 
quelli che masticano la paura
 
quelli che vivono come in clausura
 
 
quelli che non dormono mai la notte
 
quelli dalle pantofole decotte
 
 
quelli che hanno un sudore di sei ore
 
quelli che rischiano per solo amore
 
 
quelli tirano sul capo un velo
 
quelli che ti salvano per un pelo
 
 
quelli che corrono per le corsie
 
e pregano poi nelle retrovie
 
 
quelli che ci mettono fiato e cuore
 
quelli per cui il camice è un onore
 
 
quelli che a fine turno son stremati
 
l’ansia cupa negli occhi allucinati
 
il dolore tatuato sulla schiena
 
un trancio di focaccia come cena
 
 
quelli che a casa non parlano mai
 
cercando un senso a tutti questi guai
 
ma il senso ammicca col loro sorriso
 
di umanità, di fratellanza intriso.
 
 
Anestesisti, dottori e infermieri
 
voci delle Croci, dell’emergenza:
 
da sempre esistono ma fino ad ieri
 
in pochi a celebrarne l’esistenza.
 
 
Date loro un trofeo, una medaglia!
 
Nominateli eroi di questa Italia.
 
 
 
 
'''LA  PAROLA  CONTAMINATA'''
 
''Di Maria Benedetta Cerro''
 
         
 
Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –
 
Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.
 
Il male / in marcia col suo grido /
 
con la sua coda di devastazione
 
ha piantato radici nella nostra carne.  
 
Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.
 
La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –
 
Il tutto che pareva importante / è insignificante.
 
Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.
 
Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.
 
Eppure dice al mandorlo – fiorisci –
 
e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.
 
Ora la parola è fatta scorza.
 
Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.
 
 
 
'''A PIU' DI UN METRO'''
 
''Di Gianpaolo Bellucci''
 
 
Io me ne sto qui chiuso
 
In casa
 
Con il mio cane
 
Lo accarezzo
 
Bevo birra
 
Mangio torta
 
Con salame
 
E riapprezzo
 
Il calore del
 
Focolare domestico
 
Quell'atmosfera familiare
 
Mentre bevo e mastico
 
Musica di sottofondo
 
Mi fa dimenticare
 
Per un attimo
 
Quello che accade
 
Ora
 
In questo mondo
 
Deturpato nel
 
Suo profondo
 
Sicuramente
 
Anche tu
 
Sarai sola
 
Chiusa nel tuo di mondo
 
E anche se
 
Ci potessimo
 
Vedere
 
Almeno distanti
 
Un metro
 
Ci dovremmo
 
Sedere
 
Non ci potremmo
 
Toccare
 
Non ci potremmo
 
Annusare
 
Solo il nostro sguardo
 
Ci mostrerebbe l’amore
 
Uno sguardo forte
 
Uno sguardo intenso
 
Che illumina
 
La mia notte
 
Quando non ci
 
Sei
 
Ed io ti penso
 
E quanto vorrei …
 
Vorreiii …
 
Avresti mai potuto
 
Immaginare
 
Che accadesse tutto ciò?
 
Io no
 
Anche se sono
 
Un convinto sostenitore
 
Che la realtà
 
Sia di gran lunga
 
Della fantasia
 
Superiore
 
E questa epidemia
 
Si è allargata
 
A dismisura
 
E si è trasformata
 
In una pandemia
 
Gonfia di paura
 
Ma io sono
 
Sicuro
 
Che ce la faremo
 
Che domani
 
Ci stringeremo
 
Le mani
 
E ci abbracceremo
 
E potrò toccarti
 
E potrò annusarti
 
E potrò baciarti
 
Non ci sarà più
 
Una distanza
 
Fatta come vetro
 
Che mi tiene
 
Chiuso
 
In questa stanza
 
lontano da te
 
A più di un metro …
 
 
 
 
'''FANFULLA DA LODI'''
 
''di Emanuele Ambrosini''
 
 
Il dì
 
che vide il noto cavaliere
 
unito ai suoi fratelli
 
vincere
 
su ciò che osò dubitare
 
del loro coraggio,
 
l'anima.
 
Passeggia nell'universo
 
effonde luce,
 
vita.
 
Ancora una volta oggi,
 
Cavaliere,
 
camice,
 
l'anima.
 
E' una cascata che esplode
 
per dipingere nel cuore
 
ciò che le parole incidono su carta:
 
Vinci, vinci, vinci.
 
 
 
 
'''GUARDO ED È VITA'''
 
''Di Giuseppe Pascarella''
 
 
Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,
 
un altro giorno sta passando
 
e porta con sé la tristezza e la rabbia
 
di non vedere un domani, non vedere un futuro.
 
E’ questa la vita che ho sognato?
 
O forse è quella fin troppe volte annunciata?
 
E in questo silenzio innaturale
 
si ode qualcosa.
 
Sono rintocchi di campane
 
non più coperti da rumori del traffico.
 
Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.
 
Sono i canti degli uccelli:
 
ci dicono che la primavera è alle porte.
 
La primavera che porta con sé vita.
 
Sono i vagiti di un bimbo.
 
Vita.
 
Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,
 
inspiro forte e ne sento i profumi.
 
Vita.
 
Mi accorgo che da una finestra
 
una bambina mi sorride. Vita.
 
Sì vita.
 
Riprendo il mio sogno e penso
 
che questa breve pausa
 
non fermerà la vita.
 
Non fermerà te.
 
Tu sei vita!
 
 
 
 
'''IMMORTAL SAPIENZA'''
 
''Di Franco Frijio''
 
 
Pulir la mente
 
da pregiudìzi dovrai.
 
Cosi
 
ciò che già sai
 
scoprìr potrai.
 
Allorché
 
nuove conoscènze
 
cercàr potrai...
 
Questo, sì !...
 
arricchìsce
 
lo Spirito che sei...
 
 
 
 
'''LUCE'''
 
''Di Fabio Strinati''
 
 
Sospeso nel vuoto un filo di luce
 
avvolto da un faro ai bordi della notte;
 
strade interrotte nel sonno
 
appeso a un fascio di speranza.
 
Eremita adagiato sopra un lume
 
intorcinato in una stanza; un soffio
 
nel vuoto, l’aria che nella morte
 
s’addormenta. Eterna è la vita
 
che nel silenzio mai s’è ostinata
 
al gemito: ormai, decrepito lo scroscio
 
 
 
 
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
 
''Di Antonella Laviola''
 
 
Turbinava intenso,
 
di ora in ora,
 
di chilometro in chilometro.
 
il tornado della solidarietà,
 
fino a coprire l'intero territorio.
 
Era al tempo del coronavirus.
 
L'eco del saluto
 
partito con dono di un cuore solitario
 
compì il miracolo dell'unione
 
e rimbalzò
 
di monte in monte
 
di mare in mare
 
fino a risuonare
 
nell'aria rarefatta.
 
Era sempre al tempo del coronavirus.
 
La luce
 
s'allargò, una sera d'inverno,
 
di casa in casa
 
fino a divenire
 
dall'alto uno stivale scintillante.
 
C'era nel buio
 
il canto vibrante,
 
la voce di un popolo,
 
dalle vene pulsanti vita,
 
generoso, passionale, creativo,
 
che cantava il suo inno.
 
Non era certo il tempo del trionfo,
 
era ancora e solo il tempo del coronavirus,
 
tempo di riflessione,
 
tempo di amore embrionale
 
privo di dolore,
 
tempo di speranza,
 
tempo della nostra creazione
 
di un futuro anelato.
 
 
 
 
'''CRISALIDI (imparare a fluire)'''
 
''Di Eleonora Capomastro Orofino''
 
 
Se albe e notti non si alternassero
 
sotto il mistero di questo cielo,
 
saremmo grigi esseri statici, confinati
 
nei limiti delle nostre rassicuranti identità,
 
per cui spesso barattiamo
 
la vera felicità.
 
Eterni soli ci accecherebbero,
 
eterne lune sfalserebbero i colori.
 
Nella danza del mutare
 
stanno chiave e insegnamento.
 
Fragili e imperfetti,
 
abbarbicati a forme preconcette,
 
convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità
 
che ci preservi dalla paura e dal dolore.
 
Ma non è forse nella natura di questa vita,
 
la più grande lezione,
 
nella sua alternanza e movimento,
 
nella sua perenne trasformazione?
 
E noi dovremmo imparare
 
a lasciar che sia cambiamento,
 
come il bruco che si risveglia
 
per danzare nel vento.
 
Aver fede nel fluire,
 
attingendo anche dalle sofferenze
 
per apprezzar ancor più il gioire.
 
Vivere il dolore
 
lasciando andare ciò che muore,
 
affrontando la rinascita
 
e stupirsi ancora per un nuovo
 
inaspettato colore.
 
 
 
 
'''LA PRIMAVERA DEI BALCONI'''
 
''Di Franca Donà''
 
 
Saranno ancora rondini a cantare
 
oltre i confini grigi delle case
 
oltre il lamento, la preghiera
 
il pianto dei soldati sopra i carri
 
le bare senza fiori e senza croci
 
soltanto il buio a benedirne il viaggio.
 
Non ci sarà un ritorno, non ci sarà
 
un altro treno verso il mare, mai più …
 
ci toccherà aspettare primavera
 
restare dentro il nido e dal balcone
 
mandarci baci  tra lenzuola stese
 
come se fossero bandiere al sole
 
senza toccarci, da lontano eppure
 
non siamo stati mai così vicini.
 
 
 
 
'''ALBERI MAESTRI'''
 
''Di Riccardo Montanaro''
 
 
Un varco per la speranza
 
quell’orizzonte lontano
 
Saluto mia moglie bacio mio figlio
 
e di notte salpo
 
Tanti come me
 
ombre lunghe e scure
 
alberi maestri in una sola imbarcazione
 
E prego l’Italia
 
prego le sue sponde di abbracciarmi domattina
 
Prego che il porto non si allontani dalla riva Temo il varco
 
chiuso
 
avanti agli occhi
 
e l’orizzonte di nuovo alle spalle
 
Prego l’Italia che non si divida
 
per timore di noi
 
alberi maestri spaccati a metà
 
 
 
 
'''CITTÀ E PAESI'''
 
''Di Elisa Mascia''
 
 
Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,
 
piccoli paesi e grandi città
 
accomunati dalle strade déserte
 
e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.
 
È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,
 
in casa é d' uopo restare,
 
fare attenzione
 
seguire ogni raccomandazione.
 
La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare almeno un pochino di amore e di pace al fratello.
 
Che sia di monito e di giusta comprensione.
 
Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.
 
 
 
 
'''ITALIA'''
 
''Di Noemi Di Gaetano''
 
 
L'Italia è tanti colori
 
le piace far festa
 
muove paesi, unisce culture.
 
Sa quando fermarsi per poi ripartire
 
da nord a sud, dal verde al blu
 
sembra divisa ma in fondo è unita
 
come due amici che non si vedono da molto
 
ma sempre disponibili nel momento del bisogno.
 
Tutti uguali di fronte alla guerra
 
e prima o poi anche davanti alla ricchezza
 
Madre di tutti tra sogni e speranze
 
grande vetrina ammirata da tanti
 
Vedi soldato, forza e coraggio!
 
Guarda il mare tra le alte montagne
 
continua a lottare senza mai dimenticare.
 
 
 
 
'''QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE'''
 
''Di Alessandro Porri''
 
 
Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,
 
come panni stesi al tempo ormai sgualciti,
 
come il soffio che danzanti li ha asciugati,
 
come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.
 
 
Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,
 
come otto infinito di pensieri senza uscite,
 
come lotte uterine tra nevrosi mal celate
 
e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.
 
 
Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,
 
presuntuosi per dogma vendevamo la faccia
 
ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,
 
della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.
 
 
Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo
 
o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.
 
L’essere mortale troppo spesso è perverso,
 
tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.
 
 
 
 
'''VITA'''
 
''Di Alessandro Dall’Oglio'' 
 
Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,
 
ora che hai lo sguardo smarrito,
 
come quello di chi ha perso ogni ideale,
 
di storie senza pietà né giustizia.
 
Volevi far impallidire tutti i mille colori,
 
fra mascherine bianche assolute.
 
Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,
 
come fenice dalle troppe ceneri.
 
 
 
 
'''LA VOLPE E IL GATTO'''
 
''Di Riccardo Mazzamuto''
 
 
Guerrieri senza armi
 
donano speranza vita,
 
ti accompagnano ti difenfono
 
da un nemico invisibile…
 
in quel campo di battaglia
 
dove sei nato e cresciuto,
 
noi, noi medici senza gloria
 
 
 
 
'''CORONATI DI SPERANZA'''
 
''Di Roberto Lasco''
 
 
Nell’etere elegante
 
si libra una corona di speranza. Momenti di delirio
 
si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto
 
del trionfo provvidenziale
 
di una fede atavica e pura
 
che soccorre fra le stelle
 
uomini solidali
 
nel coronare un sogno, richiamante la realtà,
 
per condurla tra gioie
 
apparenti e scomparse
 
nel vuoto del nulla.
 
 
 
 
'''SONO LORO'''
 
''Di Daniela Moreschini''
 
 
Grave silenzio aleggia nell’aria,
 
passi leggeri  girano intorno
 
al bianco letto immacolato
 
e senso di impotenza che invade
 
Bianche figure si affannano
 
per fermare la nera nube che scende,
 
corpi stremati che lottano,
 
sudore misto a  lacrime
 
che lentamente scendono
 
ad accompagnare
 
quell’ultimo alito di vita
 
Sono Loro… gli unici testimoni
 
nell’atto finale della tragedia.  
 
 
 
 
'''ARIA INFETTA'''
 
''Di Renato Fedi''
 
 
In questo silenzio
 
che si mangia i pensieri
 
non ho un chiodo da appiccare
 
per dare un senso al quadro della vita.
 
 
Non si beve nulla
 
succhiando aria infetta,
 
a difesa una borsa di speranza
 
ch’adesso è piena solo d’apprensione.
 
 
S’era a prendere
 
restituendo la miseria
 
un vivere con scatti fuori d'asse
 
quasi un correre privato dei traguardi.
 
Ci sarà del nuovo
 
nel rivestirsi al mattino
 
dopo l'andare a vuoto delle ore
 
ci ritroveremo figli, padri, umani veri.
 
 
 
 
'''MAI COME ORA'''
 
''Di Sante Serra''
 
 
È giunto il tempo del silenzio
 
cimiteriale e misterioso,
 
della paura fuori dalla porta,
 
del pane fatto in casa
 
annidati fra le mura, odiamo
 
da lontano sirene d’ambulanza
 
mentre la TV sciorina la sterile conta
 
di chi ce l’ha fatta e di chi non.
 
 
Mai come ora,
 
il tempo resta fuori casa,
 
dalle finestre sprazzi di luce
 
irraggiano i cortili, e le notti
 
che non sono più le stesse
 
sognano un abbraccio vero
 
ora interdetto senza colpa alcuna.
 
 
Ci accomuna l’essere persone
 
uguali al cospetto dell’oscuro,
 
che alzano gli occhi del coraggio
 
con o senza mascherina, isolati
 
nel desiderio di vincere la paura,
 
destarsi all’alba d’un mondo migliore
 
stringersi la mano con nostalgia,
 
riprenderci a pieno la vita
 
e lasciarci accarezzare dal sole.