Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni

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===Introduzione===
 
 
Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “[[Solidarietà Poetica]]”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.
 
Ringraziamo ancora una volta i Poeti, per i propri versi, e coloro che affrontano questa emergenza, per il loro coraggio.
 
 
Vincenzo De Lucia
 
WikiPoesia
<br />[[File:COVID-19 Barnstar.png|miniatura|Stella della Solidarietà Poetica]]
===Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Lodi===
 
 
'''INVISIBILI EROI'''
 
''Di Flavio Provini''
 
 
Quelli vestiti come dei marziani
 
quelli che hanno il destino tra le mani
 
 
quelli che masticano la paura
 
quelli che vivono come in clausura
 
 
quelli che non dormono mai la notte
 
quelli dalle pantofole decotte
 
 
quelli che hanno un sudore di sei ore
 
quelli che rischiano per solo amore
 
 
quelli tirano sul capo un velo
 
quelli che ti salvano per un pelo
 
 
quelli che corrono per le corsie
 
e pregano poi nelle retrovie
 
 
quelli che ci mettono fiato e cuore
 
quelli per cui il camice è un onore
 
 
quelli che a fine turno son stremati
 
l’ansia cupa negli occhi allucinati
 
il dolore tatuato sulla schiena
 
un trancio di focaccia come cena
 
 
quelli che a casa non parlano mai
 
cercando un senso a tutti questi guai
 
ma il senso ammicca col loro sorriso
 
di umanità, di fratellanza intriso.
 
 
Anestesisti, dottori e infermieri
 
voci delle Croci, dell’emergenza:
 
da sempre esistono ma fino ad ieri
 
in pochi a celebrarne l’esistenza.
 
 
Date loro un trofeo, una medaglia!
 
Nominateli eroi di questa Italia.
 
 
 
 
'''LA  PAROLA  CONTAMINATA'''
 
''Di Maria Benedetta Cerro''
 
         
 
Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –
 
Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.
 
Il male / in marcia col suo grido /
 
con la sua coda di devastazione
 
ha piantato radici nella nostra carne.  
 
Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.
 
La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –
 
Il tutto che pareva importante / è insignificante.
 
Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.
 
Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.
 
Eppure dice al mandorlo – fiorisci –
 
e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.
 
Ora la parola è fatta scorza.
 
Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.
 
 
 
'''A PIU' DI UN METRO'''
 
''Di Gianpaolo Bellucci''
 
 
Io me ne sto qui chiuso
 
In casa
 
Con il mio cane
 
Lo accarezzo
 
Bevo birra
 
Mangio torta
 
Con salame
 
E riapprezzo
 
Il calore del
 
Focolare domestico
 
Quell'atmosfera familiare
 
Mentre bevo e mastico
 
Musica di sottofondo
 
Mi fa dimenticare
 
Per un attimo
 
Quello che accade
 
Ora
 
In questo mondo
 
Deturpato nel
 
Suo profondo
 
Sicuramente
 
Anche tu
 
Sarai sola
 
Chiusa nel tuo di mondo
 
E anche se
 
Ci potessimo
 
Vedere
 
Almeno distanti
 
Un metro
 
Ci dovremmo
 
Sedere
 
Non ci potremmo
 
Toccare
 
Non ci potremmo
 
Annusare
 
Solo il nostro sguardo
 
Ci mostrerebbe l’amore
 
Uno sguardo forte
 
Uno sguardo intenso
 
Che illumina
 
La mia notte
 
Quando non ci
 
Sei
 
Ed io ti penso
 
E quanto vorrei …
 
Vorreiii …
 
Avresti mai potuto
 
Immaginare
 
Che accadesse tutto ciò?
 
Io no
 
Anche se sono
 
Un convinto sostenitore
 
Che la realtà
 
Sia di gran lunga
 
Della fantasia
 
Superiore
 
E questa epidemia
 
Si è allargata
 
A dismisura
 
E si è trasformata
 
In una pandemia
 
Gonfia di paura
 
Ma io sono
 
Sicuro
 
Che ce la faremo
 
Che domani
 
Ci stringeremo
 
Le mani
 
E ci abbracceremo
 
E potrò toccarti
 
E potrò annusarti
 
E potrò baciarti
 
Non ci sarà più
 
Una distanza
 
Fatta come vetro
 
Che mi tiene
 
Chiuso
 
In questa stanza
 
lontano da te
 
A più di un metro …
 
 
 
 
'''FANFULLA DA LODI'''
 
''di Emanuele Ambrosini''
 
 
Il dì
 
che vide il noto cavaliere
 
unito ai suoi fratelli
 
vincere
 
su ciò che osò dubitare
 
del loro coraggio,
 
l'anima.
 
Passeggia nell'universo
 
effonde luce,
 
vita.
 
Ancora una volta oggi,
 
Cavaliere,
 
camice,
 
l'anima.
 
E' una cascata che esplode
 
per dipingere nel cuore
 
ciò che le parole incidono su carta:
 
Vinci, vinci, vinci.
 
 
 
 
'''GUARDO ED È VITA'''
 
''Di Giuseppe Pascarella''
 
 
Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,
 
un altro giorno sta passando
 
e porta con sé la tristezza e la rabbia
 
di non vedere un domani, non vedere un futuro.
 
E’ questa la vita che ho sognato?
 
O forse è quella fin troppe volte annunciata?
 
E in questo silenzio innaturale
 
si ode qualcosa.
 
Sono rintocchi di campane
 
non più coperti da rumori del traffico.
 
Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.
 
Sono i canti degli uccelli:
 
ci dicono che la primavera è alle porte.
 
La primavera che porta con sé vita.
 
Sono i vagiti di un bimbo.
 
Vita.
 
Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,
 
inspiro forte e ne sento i profumi.
 
Vita.
 
Mi accorgo che da una finestra
 
una bambina mi sorride. Vita.
 
Sì vita.
 
Riprendo il mio sogno e penso
 
che questa breve pausa
 
non fermerà la vita.
 
Non fermerà te.
 
Tu sei vita!
 
 
 
 
'''IMMORTAL SAPIENZA'''
 
''Di Franco Frijio''
 
 
Pulir la mente
 
da pregiudìzi dovrai.
 
Cosi
 
ciò che già sai
 
scoprìr potrai.
 
Allorché
 
nuove conoscènze
 
cercàr potrai...
 
Questo, sì !...
 
arricchìsce
 
lo Spirito che sei...
 
 
 
 
'''LUCE'''
 
''Di Fabio Strinati''
 
 
Sospeso nel vuoto un filo di luce
 
avvolto da un faro ai bordi della notte;
 
strade interrotte nel sonno
 
appeso a un fascio di speranza.
 
Eremita adagiato sopra un lume
 
intorcinato in una stanza; un soffio
 
nel vuoto, l’aria che nella morte
 
s’addormenta. Eterna è la vita
 
che nel silenzio mai s’è ostinata
 
al gemito: ormai, decrepito lo scroscio
 
 
 
 
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
 
''Di Antonella Laviola''
 
 
Turbinava intenso,
 
di ora in ora,
 
di chilometro in chilometro.
 
il tornado della solidarietà,
 
fino a coprire l'intero territorio.
 
Era al tempo del coronavirus.
 
L'eco del saluto
 
partito con dono di un cuore solitario
 
compì il miracolo dell'unione
 
e rimbalzò
 
di monte in monte
 
di mare in mare
 
fino a risuonare
 
nell'aria rarefatta.
 
Era sempre al tempo del coronavirus.
 
La luce
 
s'allargò, una sera d'inverno,
 
di casa in casa
 
fino a divenire
 
dall'alto uno stivale scintillante.
 
C'era nel buio
 
il canto vibrante,
 
la voce di un popolo,
 
dalle vene pulsanti vita,
 
generoso, passionale, creativo,
 
che cantava il suo inno.
 
Non era certo il tempo del trionfo,
 
era ancora e solo il tempo del coronavirus,
 
tempo di riflessione,
 
tempo di amore embrionale
 
privo di dolore,
 
tempo di speranza,
 
tempo della nostra creazione
 
di un futuro anelato.
 
 
 
 
'''CRISALIDI (imparare a fluire)'''
 
''Di Eleonora Capomastro Orofino''
 
 
Se albe e notti non si alternassero
 
sotto il mistero di questo cielo,
 
saremmo grigi esseri statici, confinati
 
nei limiti delle nostre rassicuranti identità,
 
per cui spesso barattiamo
 
la vera felicità.
 
Eterni soli ci accecherebbero,
 
eterne lune sfalserebbero i colori.
 
Nella danza del mutare
 
stanno chiave e insegnamento.
 
Fragili e imperfetti,
 
abbarbicati a forme preconcette,
 
convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità
 
che ci preservi dalla paura e dal dolore.
 
Ma non è forse nella natura di questa vita,
 
la più grande lezione,
 
nella sua alternanza e movimento,
 
nella sua perenne trasformazione?
 
E noi dovremmo imparare
 
a lasciar che sia cambiamento,
 
come il bruco che si risveglia
 
per danzare nel vento.
 
Aver fede nel fluire,
 
attingendo anche dalle sofferenze
 
per apprezzar ancor più il gioire.
 
Vivere il dolore
 
lasciando andare ciò che muore,
 
affrontando la rinascita
 
e stupirsi ancora per un nuovo
 
inaspettato colore.
 
 
 
 
'''LA PRIMAVERA DEI BALCONI'''
 
''Di Franca Donà''
 
 
Saranno ancora rondini a cantare
 
oltre i confini grigi delle case
 
oltre il lamento, la preghiera
 
il pianto dei soldati sopra i carri
 
le bare senza fiori e senza croci
 
soltanto il buio a benedirne il viaggio.
 
Non ci sarà un ritorno, non ci sarà
 
un altro treno verso il mare, mai più …
 
ci toccherà aspettare primavera
 
restare dentro il nido e dal balcone
 
mandarci baci  tra lenzuola stese
 
come se fossero bandiere al sole
 
senza toccarci, da lontano eppure
 
non siamo stati mai così vicini.
 
 
 
 
'''ALBERI MAESTRI'''
 
''Di Riccardo Montanaro''
 
 
Un varco per la speranza
 
quell’orizzonte lontano
 
Saluto mia moglie bacio mio figlio
 
e di notte salpo
 
Tanti come me
 
ombre lunghe e scure
 
alberi maestri in una sola imbarcazione
 
E prego l’Italia
 
prego le sue sponde di abbracciarmi domattina
 
Prego che il porto non si allontani dalla riva
 
Temo il varco
 
chiuso
 
avanti agli occhi
 
e l’orizzonte di nuovo alle spalle
 
Prego l’Italia che non si divida
 
per timore di noi
 
alberi maestri spaccati a metà
 
 
 
 
'''CITTÀ E PAESI'''
 
''Di Elisa Mascia''
 
 
Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,
 
piccoli paesi e grandi città
 
accomunati dalle strade déserte
 
e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.
 
È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,
 
in casa é d' uopo restare,
 
fare attenzione
 
seguire ogni raccomandazione.
 
La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso
 
per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare
 
almeno un pochino di amore e di pace al fratello.
 
Che sia di monito e di giusta comprensione.
 
Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.
 
 
 
 
'''ITALIA'''
 
''Di Noemi Di Gaetano''
 
 
L'Italia è tanti colori
 
le piace far festa
 
muove paesi, unisce culture.
 
Sa quando fermarsi per poi ripartire
 
da nord a sud, dal verde al blu
 
sembra divisa ma in fondo è unita
 
come due amici che non si vedono da molto
 
ma sempre disponibili nel momento del bisogno.
 
Tutti uguali di fronte alla guerra
 
e prima o poi anche davanti alla ricchezza
 
Madre di tutti tra sogni e speranze
 
grande vetrina ammirata da tanti
 
Vedi soldato, forza e coraggio!
 
Guarda il mare tra le alte montagne
 
continua a lottare senza mai dimenticare.
 
 
 
 
'''QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE'''
 
''Di Alessandro Porri''
 
 
Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,
 
come panni stesi al tempo ormai sgualciti,
 
come il soffio che danzanti li ha asciugati,
 
come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.
 
 
Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,
 
come otto infinito di pensieri senza uscite,
 
come lotte uterine tra nevrosi mal celate
 
e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.
 
 
Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,
 
presuntuosi per dogma vendevamo la faccia
 
ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,
 
della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.
 
 
Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo
 
o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.
 
L’essere mortale troppo spesso è perverso,
 
tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.
 
 
 
 
'''VITA'''
 
''Di Alessandro Dall’Oglio'' 
 
Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,
 
ora che hai lo sguardo smarrito,
 
come quello di chi ha perso ogni ideale,
 
di storie senza pietà né giustizia.
 
Volevi far impallidire tutti i mille colori,
 
fra mascherine bianche assolute.
 
Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,
 
come fenice dalle troppe ceneri.
 
 
 
 
'''Valore al merito'''
 
''Di Riccardo Mazzamuto''
 
 
Guerrieri senza armi
 
donano speranza vita,
 
ti accompagnano ti difendono
 
da un nemico invisibile…
 
in quel campo di battaglia
 
dove sei nato e cresciuto,
 
noi, noi medici senza gloria
 
senza uniforme, senza niente...
 
 
 
 
'''CORONATI DI SPERANZA'''
 
''Di Roberto Lasco''
 
 
Nell’etere elegante
 
si libra una corona di speranza. Momenti di delirio
 
si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto
 
del trionfo provvidenziale
 
di una fede atavica e pura
 
che soccorre fra le stelle
 
uomini solidali
 
nel coronare un sogno, richiamante la realtà,
 
per condurla tra gioie
 
apparenti e scomparse
 
nel vuoto del nulla.
 
 
 
 
'''SONO LORO'''
 
''Di Daniela Moreschini''
 
 
Grave silenzio aleggia nell’aria,
 
passi leggeri  girano intorno
 
al bianco letto immacolato
 
e senso di impotenza che invade
 
Bianche figure si affannano
 
per fermare la nera nube che scende,
 
corpi stremati che lottano,
 
sudore misto a  lacrime
 
che lentamente scendono
 
ad accompagnare
 
quell’ultimo alito di vita
 
Sono Loro… gli unici testimoni
 
nell’atto finale della tragedia.  
 
 
 
 
'''ARIA INFETTA'''
 
''Di Renato Fedi''
 
 
In questo silenzio
 
che si mangia i pensieri
 
non ho un chiodo da appiccare
 
per dare un senso al quadro della vita.
 
 
Non si beve nulla
 
succhiando aria infetta,
 
a difesa una borsa di speranza
 
ch’adesso è piena solo d’apprensione.
 
 
S’era a prendere
 
restituendo la miseria
 
un vivere con scatti fuori d'asse
 
quasi un correre privato dei traguardi.
 
Ci sarà del nuovo
 
nel rivestirsi al mattino
 
dopo l'andare a vuoto delle ore
 
ci ritroveremo figli, padri, umani veri.
 
 
 
 
'''MAI COME ORA'''
 
''Di Sante Serra''
 
 
È giunto il tempo del silenzio
 
cimiteriale e misterioso,
 
della paura fuori dalla porta,
 
del pane fatto in casa
 
annidati fra le mura, odiamo
 
da lontano sirene d’ambulanza
 
mentre la TV sciorina la sterile conta
 
di chi ce l’ha fatta e di chi non.
 
 
Mai come ora,
 
il tempo resta fuori casa,
 
dalle finestre sprazzi di luce
 
irraggiano i cortili, e le notti
 
che non sono più le stesse
 
sognano un abbraccio vero
 
ora interdetto senza colpa alcuna.
 
 
Ci accomuna l’essere persone
 
uguali al cospetto dell’oscuro,
 
che alzano gli occhi del coraggio
 
con o senza mascherina, isolati
 
nel desiderio di vincere la paura,
 
destarsi all’alba d’un mondo migliore
 
stringersi la mano con nostalgia,
 
riprenderci a pieno la vita
 
e lasciarci accarezzare dal sole.
 
<br />
 
===Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Bergamo e Brescia===
 
 
'''ECHI LONTANI'''
 
''Di Simonetta Papini''
 
 
Dove la vita è un eco che si perde
 
e l’amore è alito di Dio
 
dammi la mano e accompagna la mia stanchezza
 
a un angolo di muro
 
per non ascoltare lo schianto del vento
 
e la pioggia violenta che batte il mio tormento.
 
Germogli di dolore accompagnano le ore,
 
il mio silenzio è ciotola di brina.
 
 
 
'''QUANDO SARÀ RICORDO'''
 
''Di Maria Grazia Calí''
 
 
Quando questa dolenzia sarà solo
 
un ricordo, ci scopriremo a danzare
 
sulle ali del vento, nel fluire scarlatto
 
che ci batte in petto e traspirare
 
come  nuvole al sole d'inverno,
 
lacrime d'allegrezza sulla nostra pelle
 
Brividi caldi e un nuovo sogno
 
da colorare d'indorate stille
 
Quando questa dolenzia sarà solo
 
un ricordo, ci riscopriremo affiancati
 
a mirare la luna, sotto un cielo
 
aperto, adornato di stelle
 
Vendemmieremo ancora
 
quanto  ci offre il fato, come nelle vigne
 
l'uva già matura, briosa...
 
E sarà buon vino d'annata
 
per brindare, mentre valichiamo
 
con sorrisi d'osanna, ai nuovi domani.
 
 
 
'''ER CORONAVIRUS'''
 
''Di Paola Durantini''
 
 
Tutt’Italia se stoppa e s’arabbatta
 
pe’ commàtte er virus che ci’abbàtte !
 
 
Da quanno che er Corona cià corpito
 
(e già se sa da dove ch’è partito),
 
so’ morte propio  un fracco de perzone
 
e tante artre stanno a pennolone…
 
 
Mo’ pare che puro dall’Oriente,
 
che pe’ primo cià avuto tanti morti,
 
ce schifino… e come fosse gnénte
 
ce chiudeno li scali e li rapporti.
 
 
Er monno intero subbito all’istante
 
ce  vorebbe bandì pe’ li timori…
 
“so’ sconsijati  li viaggi e le vacanze”…
 
pare che semo noi l’unichi untori…
 
 
Tutt’er ggiorno dar televisore
 
nun senti che de morte e de terore;
 
so proibbiti l’abbracci e li rapporti…
 
però lasciamo aperti scali e porti!
 
 
 
'''LA POESIA'''
 
''Di Michele Prenna''
 
 
Salva e guarisce poesia
 
parole e silenzi per il cuore
 
quando annega il dolore
 
coi fiori d'altra serena stagione.
 
La casa dove rinchiude il malanno
 
trasforma in mare e montagne
 
in boschi e giardini d'amore
 
per baci e scambievole abbraccio.
 
Suonano apocalittici allarmi
 
in un paese prostrato
 
da inarrestabili morti.
 
Sole di primavera nel cielo
 
promette che saranno gli ultimi
 
e i versi conquisteranno l'aperto.
 
 
 
'''HO CHIESTO'''
 
''Di Paola Galligani''
 
 
Ho chiesto a un albero
 
perchè stava aiutando
 
Mi ha risposto:
 
per ossigenare il Mondo.
 
Ho chiesto a un fiore
 
perché stava vivendo:
 
Mi ha risposto:
 
per aiutare le api a fare il miele dorato
 
e per regalare i colori agli occhi
 
e agli innamorati.
 
Ho chiesto a un uomo
 
perché stava sopravvivendo
 
Mi ha risposto:
 
per aiutare gli altri
 
a essere migliori
 
ed essere felici.
 
La gioia della Vita
 
è la gioia
 
di aiutare
 
attraverso un unico filo d'Amore.
 
 
 
'''UN NUOVO CASTELLO'''
 
''Di Lucia Lo Bianco''
 
 
Quando ripenso al mio mare
 
disteso blu a toccare il cielo,
 
rivedo il mio cammino
 
e i solchi sulla sabbia
 
e allora so che alla fine
 
aspetteranno i sogni limpidi
 
costruiti tra le onde,
 
aspetteranno i nostri sguardi
 
che si sfiorano nel vento,
 
aspetteranno e voleranno
 
le parole di un senso tutto nuovo.
 
Masticheremo aria pulita
 
tra le genti spaurite
 
sotto il sole caldo che guarisce,
 
corpo e mente rivivranno
 
dentro stagioni nuove
 
reinventate, storie e magia
 
racconteremo ai nostri bimbi
 
in un castello che vive sulla sabbia.  
 
 
 
'''GLI ANGELI BUONI'''
 
''Di Sebastiano Impalà''
 
 
Navigo senza sosta
 
percorrendo questo mare
 
di silenzi assurdi
 
nei giorni tristi della morte
 
disegnata sui volti scavati della gente.
 
Il mondo appare attonito
 
da notizie mai sentite,
 
da pandemie incomprensibili
 
e rimane fermo,
 
come lago ghiacciato
 
dove non spira vento
 
e le mani s’innalzano nel cielo
 
in cerca di salvezza.
 
Ma gli angeli ci osservano dall’alto
 
con ali forti ed occhi luccicanti,
 
scacciando con fermezza
 
quel fetido miasma che ci ammazza.
 
 
 
'''QUELLA PIETRA'''
 
''Di Paola Alessandra Magliani''
 
 
Di quella pietra solo il ricordo
 
E un lungo plauso nel pianto
 
Da lontano
 
Come figli della stessa madre
 
Che il caso ha interrotto...
 
Vacilla quello in cui credo
 
Su quella pietra tanti fiori
 
E il silenzio si fa canto
 
Per vincere la paura
 
Per ovviare la follia
 
Per ricordare la felicita'
 
Con quella pietra
 
Ti vorrei dire che staremo attenti
 
E il giorno più triste
 
Di un paese gia'deserto
 
Che piange i figli
 
E chiede aiuto...
 
 
 
'''INVETTIVA AL CORONAVIRUS'''
 
''Di Maria Mariscano''
 
 
Non venirci a prendere, fetente coronavirus,
 
noi vorremmo restare.
 
Al mattino vorremmo riaprire i nostri occhi,
 
in questo mondo, che un giorno dovremo lasciare,
 
però non ora, ma ognuno alla sua ora.
 
Il tempo non è nostro, ma nemmeno tuo.
 
Noi vogliamo andare secondo il tempo di Dio
 
Il tuo tempo è dannato,
 
brucia l'umanità,
 
Vai via subito da qua,
 
sia che tu sia nordista, sudista o mondiale,
 
figlio della rivolta della natura
 
o sbaglio chimico,
 
tu sei  quei
 
e ancora non te ne vai.
 
Garibaldi fece l'unità d'Italia,
 
tu hai fatto l'unità mondiale.
 
Ti insinui negli organismi
 
e parecchi li conduci alla morte.
 
Abbiamo capito la tua lezione
 
di non sopraffazione.
 
ma anche tu non sopraffare noi.
 
Sparisci nel nulla,
 
come dal nulla sei arrivato.
 
Rimani pure come mistero,
 
nei nostri studi, nelle nostre enciclopedie,
 
ma non farci più del male.
 
Hai mietuto più vittime tu
 
che la seconda guerra mondiale,
 
facci uscire dalle " trincee "
 
facci riabbracciare nuovamente,
 
è un'esigenza umana e anche animale.
 
La natura non sia leopardiana,
 
ma ci dia una mano
 
con il caldo o con i suoi misteri.
 
Vade retro, Lucifero fetente,
 
che il tuo coronavirus nessuno
 
lo gradisce.
 
 
 
'''LA NATURA SA'''
 
''Di Lolita Rinforzi''
 
 
Sono ammaliata dalle meraviglie del creato
 
le rispetto.
 
Un tripudio di colori
 
di profumi
 
di suoni
 
un’infinità di specie
 
di abitudini
 
di comportamenti.
 
La nostra vita e l’evoluzione
 
dipendono dall’equilibrio della flora e della fauna.
 
Ma nello sviluppo e nel progresso
 
abbiamo dimenticato ogni forma di rispetto
 
dando per scontato tutto ciò che ci circonda.
 
Imminenti saranno le vacanze sulla luna
 
vantiamo primati in tecnologia
 
gli incontri si programmano
 
scegliendo tra soggetti identificati con un codice
 
o alla peggio si consultano siti per un amore solitario.
 
La Natura
 
sa da tempo tutto questo
 
più volte ha cercato di darci avvertimenti
 
ma la nostra mente
 
incanalata in binari sequenziali
 
non hai mai dedicato tempo a certe riflessioni.
 
Inoltre tutto ruota intorno ad un profitto
 
sarebbe sprecato fermarsi o rallentare.
 
Adesso non è più una scelta
 
ma questione di sopravvivenza.
 
Chiusi in casa
 
sentiamo il bisogno di socializzare
 
di baci
 
di abbracci
 
di parole di conforto.
 
Preghiamo per uscire indenni dal diluvio
 
avendo compreso che non avremo un’altra opzione
 
e la Terra in cui viviamo è l’unica arca a disposizione.
 
 
 
'''RIVELAZIONI'''
 
''Di OMISSIS''
 
 
Arriveranno
 
i giorni del coraggio
 
ad ammorbare carsiche adunanze
 
già distanziate per decreti a oltranza
 
 
arriveranno
 
noi saremo pronti
 
spossati d’anse, disperati, scalzi
 
in dinastie di stitiche anarchie
 
dove i polmoni bussano alle falde
 
 
arriveranno
 
tra le confluenze
 
del già passato
 
dove tutto è stato
 
a dir che il male non fu mai per caso
 
 
saremo
 
il giogo che dirige i buoi
 
le congiunture delle stonature
 
arcobaleni punti di sutura
 
conchiglie astrali gusci di speranze.
 
 
'''IL VENTO SOFFIA VELOCE'''
 
''Di Antonella Bertoli''
 
 
Il vento soffia veloce
 
Furioso
 
Impetuoso
 
Misterioso
 
sopra le miserie di questa specie
 
che si è divisa in ricchi e potenti
 
lasciando a terra
 
raminghi, poveri e perdenti.
 
Ma il nemico che ci ha raggiunto
 
non guarda in faccia le persone
 
colpisce ovunque, peccatore o giusto.
 
Ma troppo spesso sono i soliti a rimetterci.
 
Non più nelle case i nostri nonni riposano
 
ma rendendo l'anima, soffocando muoiono.
 
Enormi serbatoi d'amore
 
quelle case son diventate bare senza cuore
 
e non possiamo nemmeno manifestar loro
 
il nostro dolore.
 
Siamo tutti a rischio,
 
povere anime disperse
 
senza più sapere dove andare
 
o chi pregare.
 
Gli unici dei sono rimasti i medici
 
e in loro confidiamo
 
perché  ci aiutino a non disperderci.
 
Forse l'abbiamo meritato
 
tutti noi che il pianeta continuiamo ad inquinare.
 
Che la lezione ci sia di monito:
 
chi si salverà
 
dia inizio a un nuovo modo di vivere e di amare.
 
 
 
'''VIRUS CORONA'''
 
''Di Cesare Lorefice''
 
 
Cosmo siam
 
Non conosciamo
 
Il finito danno
 
Sfidando l’immensità.
 
 
Ma intanto
 
Il virus corona
 
Con l’infinito
 
L’imminente spiazza.
 
 
L’uomo scala il fiore
 
…Piegando
 
L’uomo scala le stelle
 
…Alzando
 
L’uomo scala l’Immenso
 
…Inginocchiando.
 
 
Non pesta il fiore
 
Non stride a stelle
 
Ama e riposa
 
Sul pensiero.
 
 
Uno sguardo un silenzio
 
Tessitura di anime
 
Tessitura di cielo
 
Torneremo a riveder
 
Brillare il sole
 
 
 
'''CAROGNA-VIRUS'''
 
''Di Brunello Gentile''
 
Quand’ero bambino c’erra la guerra,
 
a me piaceva giocare sui prati,
 
ma mi dicevano di rimanere nel rifugio
 
perché all’aperto bombardavano.
 
 
Quand’ero ragazzo avrei voluto
 
correre su e giù per i prati,
 
ma mi dicevano di stare in camera
 
par studiare e crearmi un avvenire.
 
 
Quand’erro diventato un uomo
 
sognavo di perdermi per il mondo,
 
ma mi dicevano di stare nella fabbrica
 
perché tutti dovevano lavorare.
 
 
Quando mi sono sposato una bella ragazza
 
pensavo di potermi divertire,
 
ma non ho potuto muovermi
 
per crescere i miei figli.  
 
 
Allora ho chiesto a un erudito
 
quando sarebbe toccato anche a me vivere,
 
mi sono sentito rispondere:
 
da vecchio, quando sarai in pensione.
 
 
Adesso ho ottant’anni e sono in pensione,
 
mi piacerebbe sgranchirmi un po’,
 
ma mi hanno imposto di chiudermi in casa
 
parchè c’è il carogna-virus.
 
 
E’ arrivato dalla Cina, mi hanno detto,
 
da una vita si parla di pericolo giallo,
 
possibile che anche gente in fondo al mondo
 
debba condizionare il mio tempo?
 
 
Sono qui da solo e non so casa fare,
 
se mi muovo mi sequestrano,
 
se mi spavento rischio un infarto,
 
nemmeno un funerale se dovessi morire.
 
 
Quando arriverò in paradiso ho già capito
 
che San Pietro mi guarderà negli occhi
 
e mi imporrà di starmene in eterno
 
in una stanzetta di due metri e venti.
 
 
 
'''CORONA DI SANGUE CORONA DI SPINE'''
 
''Di Dionisio Schiavone''
 
 
Corona di sangue corona di spine
 
corona che parte da oltre confine
 
corona di morte corona di guerra
 
corona che unisce il cielo alla terra
 
 
Lo chiamano virus
 
una sequenza di geni
 
dalle misure infinitesimali
 
un organismo quasi vitale
 
che non ha in sé
 
le strutture per vivere
 
una catena di geni
 
raccolta in un sacco
 
che sta in se stessa
 
senza alcuna sicurezza
 
di poterci essere ancora.
 
A meno che non trovi
 
un ospite che l’aiuti.
 
Ci hai pensato tu
 
uomo straripante
 
grande e grosso
 
ti sei dato in pasto al virus
 
nella tua smodata certezza
 
che una bomboletta di DDT
 
potesse liberartene
 
a tuo piacimento.
 
 
Corona di sangue corona di spine
 
corona che parte da oltre confine
 
corona di morte corona di guerra
 
corona che unisce il cielo alla terra
 
 
 
'''CORSIA 2020'''
 
''Di Fulvio Barion''
 
 
La corsia illuminata dell’ospedale,
 
il sudore ti avvolge e il respiro ti manca
 
mentre cammini tra quei letti
 
dove la sofferenza ti sfianca.
 
Cammini, Barbara, e intorno a te
 
riversi il tuo amore.
 
Vorresti fuggire
 
per non veder più soffrire
 
quella povera gente che vicina ti sente.
 
Il  tuo grande cuore
 
dona un sorriso a chi, solo,
 
in quella corsia sente la vita fuggire via.
 
Piccola  Barbara, nel reparto
 
di quell’ospedale, ormai tua casa,
 
la fatica ti piega
 
ma il cuore t’infonde la forza
 
e del tuo sacrificio ti ripaga.
 
Mentre passan le ore una lacrima scende,
 
pensi alle bimbe, all’affetto che  a casa ti attende.  
 
Poi un raggio di sole illumina il cielo,
 
e come d’incanto,
 
una carezza al malato cancella il tuo pianto.
 
 
 
'''IL GIGANTE D’ARGILLA - AI TEMPI DEL CORONAVIRUS'''
 
''Di Nuccia Venuto''
 
 
Non rema sogni, il gigante d’argilla.
 
E’ solo senza un orizzonte
 
senza scrutare un volo d’uccelli
 
a dipanare oscure profezie
 
in questa sospensione di tempo
 
che langue brividi di vento.
 
Teme ora il mare e teme il cielo,
 
rabbrividisce nel maleficio di nebbie
 
che dense avvolgono la mente.
 
Sussulta a quell’eco ostinata,
 
agonia della sua sacra terra
 
vestita a lutto dalla più subdola guerra,
 
tra l’aura opaca di sudore degli eroi
 
e il silenzio stupefatto dei vinti.
 
E’ brandello la memoria d’allodola
 
che danzava respiri d’alba
 
profumando sbadigli di gemme
 
in primavere di tenero pastello.
 
Affiorano e frantumano emozioni,
 
rifrangenze cristalline e pungenti
 
che non scalfiscono il mare,
 
quel mare ostile quando illude sete
 
tra assedi d’ombre malevole
 
che vacillano il gigante d’argilla
 
se l’oracolo, troppo a lungo, tace.
 
E’ l’ora, di gridare forte “Terra”,
 
di forgiare un’arma tagliente
 
che scintilli fiamme di preghiera
 
che fenda nebbia, commuova cielo,
 
squarci orizzonti addolcendo il mare
 
e stani nuovo vento, quello gentile,
 
che culla sogni e navigare.
 
Per non perdersi, spaventato e solo,
 
in un ultimo affanno di respiro
 
senza un abbraccio, un ultimo sguardo,
 
un rito a sigillo d’amore e di perdono.
 
 
 
'''IL TEMPO DEL MALE'''
 
''Di Rosanna Beccari''
 
 
E venne un tempo
 
in cui il tempo si fermò.
 
In un momento
 
sono sfiorite le rose
 
prima ancora di fiorire
 
e un’umanità attonita
 
ha provato la sconfitta,
 
piegata dalla sua tronfia
 
e ottusa vanità.
 
Combattuta e vinta
 
da un nemico invisibile,
 
nuovo e misterioso,
 
la stirpe dell’uomo
 
ha tremato e temuto
 
per la sua superba sorte
 
in un mondo divenuto
 
di repente estraneo
 
e senza un perché.
 
 
Ma tu forse uomo,
 
figlio dell’uomo,
 
conosci le ragioni,
 
tu sai che non ad un Dio
 
né ad un cieco caso
 
è da attribuire la colpa.
 
Tu ben sai e conosci
 
i reconditi motivi
 
di questa pandemia
 
 
che ti ha posto in balia
 
di un male tanto potente
 
da cambiare la tua vita:
 
lontani senza abbracci
 
per paura del contatto,
 
tutti abbiamo rimpianto
 
le monotone usanze,
 
prigionieri nelle nostre case
 
in mute città spettrali.
 
 
Ma mentre la pareggiatrice
 
inesorabile conta le fosse,
 
là fuori nuovamente
 
è tornata la primavera
 
ed è esplosa dovunque,
 
ignara dei nostri mali,
 
in una florida Natura
 
ancora una volta più forte
 
e indifferente all’uomo.
 
 
Le rose son tornate a fiorire
 
nel giardino della speranza
 
insegnando la forza della vita.
 
Angeli in carne ed ossa
 
hanno vinto il male infido.
 
Tutto è andato bene:
 
è scoppiata la vivida estate
 
e siam di nuovo padroni
 
delle nostre esistenze.
 
 
Mai abbiamo amato così
 
tanto il dono della vita,
 
il calore di un bacio,
 
di un tenero abbraccio,
 
il valore delle nullità,
 
l’importanza di esistere.
 
Atomi di una comunità,
 
che si è ritrovata unita,
 
abbiamo imparato la lezione.
 
 
 
'''RICORDEREMO'''
 
''Di Tommaso Caruso''
 
 
Certo non immaginavi una guerra senza guerra.
 
 
Città prive di macerie,
 
spettrali di giorno con ombre della paura,
 
illuminate di notte con luci della speranza.
 
 
Strade deserte,
 
dove i tuoi occhi si perdono,
 
accompagnati dalla cieca solitudine del calpestio,
 
dove la tua voce si disperde,
 
abbandonata dall’eco afona nell’infinito.
 
 
Silenzio assordante,
 
che fa più rumore del baccano,
 
per disorientare identità sempre più sgomente,
 
che fa più male della confusione
 
per ingarbugliare parole sempre più disperate.
 
 
Sai che comunque tutto questo passerà
 
ed allora noi vedremo.
 
 
Vedremo nuovamente le speranze per le nostre vite,
 
come rami che rispuntano nei giorni di primavera.
 
 
Vedremo ancora le gioie per le nostre anime,
 
come gemme che riappaiono nei forzieri del cuore.
 
 
Vedremo di nuovo le felicità per le nostre emozioni,
 
come delfini che riemergono nel mare dei sentimenti.
 
 
E ricorderemo … …. …  
 
 
 
'''UN FILO DI FUMO'''
 
''Di Claudio Carbone''
 
 
Un filo di fumo
 
si alza
 
dalle nostre abitudini
 
come lascito di brace
 
nei paesi.
 
Stupore per i gatti
 
che non hanno padrone
 
è questo incedere .
 
Siamo incredibilmente
 
“specie “ nello sgomento
 
ombre corte
 
in un crepuscolo di fame.
 
 
 
'''ANCORA UNA VOLTA'''
 
''Di Arjan Kallço''
 
 
L' amara primavera
 
ha versato tutta la sua rabbia
 
su di te, come se non bastassero
 
gli scontri senza patti nei giorni scorsi.
 
La firma posata tempi fa
 
conserva ancora fresca l'inchiostro,
 
e tu senza timore la rimetti
 
dopo ogni battaglia per ora vinta.
 
Eppure sta sempre là mentre attende,
 
in minuscole lettere,
 
una pausa che tu mai l' avresti chiesto
 
in elemosina.
 
La vita t'ha inginocchiata,
 
come per ricordarci la temporaneità nostra in questo mondo, ma tu
 
nuovamente ti sei rialzata vincitrice,
 
una vera aquila,
 
fra i tuoi amici nel Paese delle Aquile.
 
I duelli si sono fermati
 
davanti al nostro dolore, in attesa
 
del momento per noi fortunato,
 
quando l' equilibrio riprenderà ad averne senso, anche se per poco.
 
La morte, insensibile e spudorata,
 
non può accettare il cambio dei suoi programmi fatali,
 
neanche una piccola revisione,
 
qualsiasi prezzo essi abbiano.
 
 
 
'''FINESTRE DI VITA'''
 
''Di Valentina Rizzo''
 
 
Carneficina d’addii,
 
ospedali di speranze
 
a licenziar il dolore
 
da un notiziario d’angosce.
 
 
Amata Italia ferita,
 
dipingeremo finestre di vita
 
sul lutto acerbo del terrore,
 
avanzi di cielo
 
guariranno fiori di ghiaccio,
 
partiture d’un pianto stanco,
 
furti di una vita ancora sconosciuta.
 
 
E ci stringeremo nello stesso battito,
 
rincaseremo in un futuro d’aurore,
 
l’anima morderà commossa
 
lo specchio del passato
 
ed il tempo tremerà per sempre
 
dinanzi a questa pagina
 
che il mondo non arrende.
 
 
 
'''NOSTALGIA'''
 
''Di Giorgio Mattei''
 
 
Il tuo ricordo mi fa compagnia
 
mi culla in questa nera notte insonne
 
come le onde del Mediterraneo:
 
gli scogli e il mare, i fari diroccati
 
l’ulivo quando brucia sembra incenso.
 
Così ti penso, sento il tuo respiro
 
ed è la stessa emozione di un tempo
 
quando temevo di poterti perdere
 
avvolto nella nebbia dei pensieri
 
dal crudele silenzio e dall’assenza
 
specchio del vuoto che mi porto dentro.
 
Lo sciabordare del Mediterraneo
 
lungo la costa di Otranto, scura
 
e poi ancora il pensiero ritorna
 
a placare il dolore, la distanza
 
che ci separa ma non ci allontana:
 
nostalgia è questa vicinanza
 
affinità di mente, corpo e cuore
 
nell’eterno rincorrersi del tempo;
 
e nella lontananza della notte
 
ora lo so che sei parte di me.
 
 
 
'''TUTTO FERMO'''
 
''Di Antonino Impellizzeri''
 
 
Enormi vuoti profondi di calme mattine dove albergano respiri soli d’immobili tronchi e di salme sull’asfalto disarmati sospiri
 
muti e miti ferme tra mura l’alme sopite indugiando incerti idrargiri con speme di non divenire colme di piressia e di catarro inspiri
 
con palpiti immersi dietro maschere un metro dall’altro umano distanti
 
e al bianco aggrappati con le viscere
 
Volte laccate da dita innocenti inermi si affacciano per spandere i loro forti versi resistenti
 
Tricolori non spenti
 
andrà tutto bene oltre questa stanza tutto è fermo tranne la speranza.
 
 
 
'''CHE TI SIA PACE IL DONO DELLA VITA'''
 
''Di Carlo Onnis''
 
 
Chi misura la sua ombra col sole
 
sopporta anche la luce delle stelle
 
chi sale i gradini del vento
 
può stare in piedi sul cielo
 
chi accende un fuoco ai desideri
 
brucia in petto il suo amore
 
chi corteggia la solitudine
 
va compagno della sua ventura
 
chi ha visto l'erba crescere nella strada non deve confonderla mai col grano:
 
prati strade giardini nascono
 
e crescono di luce e ombra
 
nei campi maestra la natura
 
depone una brezza sapiente,
 
sulle radici dolcezza, sempre... così,dunque,puoi essere mortale,
 
uomo,lo sei stato e lo sarai
 
nella grazia dei domani
 
che coglierai sorridendo.Pertanto
 
sazio entrando in quella sorte
 
ne verrai fuori con lo sguardo
 
e riconoscerai i tuoi passi
 
nel pieno e nel vuoto diffusi
 
di gioia e dolore ,e tu,
 
sorprenderai occhi di meraviglia
 
in tutto quello che hanno
 
potuto offrirti e quindi
 
ti lascerai andare tranquillo
 
nel mistero del silenzio
 
e un tetto si affermerà nel cuore
 
mentre la tua anima generosa
 
a voci darà coro ed eco
 
nel trasferirti da terra a cielo
 
coniugando il seme della tua sostanza
 
per che, dopo, dovrà nascere
 
nella carità del tuo operato
 
dentro quests vita
 
che lascerai più leggero così
 
della sua bellezza e che
 
dovrai al mondo restituire, comunque,
 
inizio e fine del dono ricevuto
 
non appena maglie più azzurre
 
Imbriglieranno il tuo essere stato
 
e tu, maturo ormai come grano a giugno,
 
mietuto sarai dall’onda grata del sole!
 
 
 
'''IL SANGUE E LA LACRIMA'''
 
''Di Mihai Merticaru''
 
 
Da quando conosci te stesso, hai aspettato all'ombra del desiderio,
 
aspetti una meraviglia, un momento astrale, un suono
 
misterioso
 
che aprirebbe alcune porte a un mondo
 
inquietante di sogno,
 
in un regno mai visto, marmoreo,
 
immerso in una luce invisibile.
 
aspetti invano.
 
di giorno in giorno, vedi sempre meglio
 
come si scatena la bufera di neve agli occhi degli uomini,
 
come appaiono i volti delle figure con gli aspetti
 
anguiformi,
 
come si allarga la giungla di zeri verso
 
lo sconfinato,
 
come i mondi si intersecano, rimanendo impigliati, le luci
 
parallele
 
e ogni (non)persona parla in una lingua
 
sconosciuta ad altri,
 
vedi il sangue e le lacrime del mondo
 
sono pronte a inondare l'Universo,
 
che il sole sta diventando più pallido,
 
sfarfallando sul labbro dell’abisso,
 
le stelle sono basse
 
e la paura rimane sempre sveglia ...
 
 
 
'''TIENIMI QUANDO PARTI'''
 
''Di Nunzio Buono''
 
 
Tienimi
 
nel socchiuso degli occhi, in quel luogo
 
dove un segreto di baci parla ancora.
 
Tienimi, tra le pagine del tempo,
 
tra le pieghe della notte, dalle fessure: dove il giorno
 
mi sorprende, in un piccolo raggio di luce assomigliare a te.
 
''- tienimi quando parti.''
 
la neve sarà solo una nota bianca
 
dove potrai scrivere parole, quelle buone
 
quelle mai dette, quelle
 
che abbiamo guardato cadere insieme.
 
Un tempo, dove la neve.
 
Si raccoglieranno profumi e le rose
 
saranno le mie stagioni che si donano a te.
 
Tienimi quando parti
 
io sarò il tuo viaggio.
 
 
 
'''I SEGNI DEGLI ANGELI'''
 
''Di Laura Barone''
 
 
Un mutante ha invaso le ore,
 
è uno strano "anticorpo" che attacca
 
organismi che alterano il sistema.
 
Un grido d'allarme
 
è andato a vuoto.
 
Non ci restano che gli angeli in maschera
 
con ali che non si arrendono
 
e occhi spossati.
 
Lividi sul viso,
 
sono la nuova Resistenza.
 
Inspira,
 
espira,
 
inspira,
 
espira
 
inspira.
 
Vivi.
 
Con armature di carta,
 
si possono  curare mille anime...
 
ma anche agli angeli
 
servono preghiere.
 
 
 
'''ANGELO VERDE'''
 
''Di Fiorenza Castaldi''
 
 
Il peccato è mortale, tanto è feroce
 
contro l’innocente
 
indifeso, aggredito.
 
Nero,  il colore dei sorci
 
livido sangue affiorante
 
é ancora sangue pulsante.
 
Respira,  respira all’infinito
 
angelo!
 
Verde, il colore delle foreste
 
bianco, incamiciato, il salvatore.
 
 
 
'''DISTANZE'''
 
''Di Alberto Cristini''
 
 
Non ci sarà’ mai un muro,
 
una distanza
 
un velo
 
a dividere due occhi che si incrociano
 
che si cercano per un viaggio che duri all’ infinito
 
 
 
'''CINQUANTA LUNE FA'''
 
''Di Angioletta Masiero''
 
 
Marciscono i giorni
 
senza il conforto di un abbraccio.
 
Anche le campane tacciono.
 
Forse è stato cinquanta lune fa
 
che potevamo uscire,
 
trovarci con gli amici,
 
prendere l’aperitivo insieme,
 
cenare al ristorante…
 
Cinquanta lune fa è stato,
 
eppure sembra ieri che ci guardavamo
 
negli occhi e stavamo vicini.
 
Ora i sogni si aggrumano sui muri
 
mentre Covid 19 ha oscurità d’eclisse
 
e ci risucchia l’aria
 
con sibili di serpe.
 
Nei ritmi del silenzio
 
fluisce un sangue d’attesa.
 
Ogni giorno i camion dell’esercito
 
portano via le bare a Lodi,
 
Bergamo, Milano…
 
Sembra non aver fine
 
il numero dei positivi.
 
In Italia e nel mondo
 
ogni giorno tuona
 
la guerra silenziosa.
 
Crollano vite ogni ora, ogni notte
 
mentre il cielo è seminato di stelle
 
e i prati di marzo
 
sono pieni di violette.
 
Come marea
 
il silenzio ci sommerge.
 
 
 
'''FILO INVISIBILE'''
 
''Di Barbara Ramazzina''
 
 
Primavera di risvegli,
 
vuota di quotidiane voci,
 
di echi lontani
 
mentre l'aria si riempie
 
d'immagini di vita oggi:
 
il dolore, in silenzio, scorre
 
superando confini
 
attraversando il nostro essere
 
profondamente
 
da togliere il fiato.
 
Spauriti e costretti alla distanza
 
un filo invisibile ci avvicina
 
e srotolandosi con dolcezza
 
genera una parola:
 
amore.
 
 
 
'''O TUTTI O NESSUNO'''
 
''Di Arnaldo Pavarin''
 
 
Arrivato dalla Cina/come non si sa/
 
da uno strano morbo/
 
siamo stati contagiati/
 
vivendo da giorni/come segregati/
 
senza capire se/ e quando finirà./
 
Previsti tempi neri,/tempi brutti:/
 
una sfida che riguarda tutti./
 
Praticamente all'insaputa/
 
sian finiti dentro/una cosa brutta./
 
Con più equilibrio e lucidità/
 
stiamo riducendo la mobilità./
 
La salute resti al primo posto/
 
sempre e comunque, ad ogni costo./
 
Dalle tante immagini/
 
si è notata un'Italia/
 
praticamente blindata:/
 
la Lombardia al centro/
 
e Bergamo epicentro./
 
Di tanti medici e volontari/
 
uno sforzo imponente/
 
per far si che viva la nostra gente/
 
sperando di vedere l'orizzonte./
 
Quando tutto passerà/
 
un modo di vivere/diverso ci sarà/:
 
ne usciremo rinati/
 
decisamente cambiati./
 
Imparato in fondo avremo/
 
che è possibile a questo mondo/
 
ammalarsi tutti e alla stessa ora./
 
Scopriremo pure/ l'essenza vera/
 
d'un fiore che sboccia a primavera/
 
l'amico vero da quello virtuale/
 
e la paura non sarà più uguale.
 
A tutti rimarrà nella memoria/
 
questa brutta storia.
 
Prima o poi, se Iddio vorrà,/
 
questa notte, la più nera passerà./
 
Nessuno dovrà  restare solo:/
 
tutti insieme,/riprenderemo il volo.
 
 
 
'''STRADE DESERTE'''
 
''Di Brunello Gentile''
 
 
Da giorni chiusi in casa,
 
strade deserte,
 
fra insegne create
 
per un traffico svanito
 
nel suo gioco d’imponenza.
 
 
Serrande abbassate
 
su negozi e locali,
 
un silenzio diffuso
 
ti porta impressione
 
d’aver perso la scena.
 
 
Temi respiro di aria
 
che sa di virale, fra
 
sconosciute trasparenze,
 
dove manca frastuono
 
per distinguere vita.
 
 
Angoscia di azzurro
 
In un cielo senza scie,
 
per scomparsi segnali,
 
che disegnano rette
 
lungo viaggi lontani.
 
 
Percepisci abbandono
 
di abitudini umane,
 
forse mai condivise,
 
ma che temi disperse,
 
ritrovandoti solo.
 
 
 
'''SPIRALE'''
 
''Di Carla Patergnani''
 
 
In figure scandite e similari
 
quasi con inganno,
 
l'uomo rincorre se stesso.
 
Acquisire coscienza
 
è accettare o negare
 
la lotta dall'esito incerto.
 
Ritratto d'uomo che va alla disgregazione
 
ma difficile è accettare la fine
 
e il moto diventa spirale.
 
E raggiunto l'abisso più nero
 
quando tutto è punta di roccia
 
che strazia e frantuma,
 
inizia di nuovo l'ascesa
 
e quando la notte è più nera
 
e l'alba si fa più vicina,
 
risorto da ceneri pure,
 
sciolte al fin le catene,
 
nuovo ciclo potrà cominciare.
 
 
 
'''31 MARZO 2020'''
 
''Di Claudio Pavarin''
 
 
Due passi oltre il vetro
 
il cielo é ovunque
 
a farsi spiare i misteri
 
di qualche azzurro.
 
Lo specchio riflette
 
quel che io non voglio essere.
 
In silenzio ascolto il silenzio:  
 
si flette sulla ninnananna di mia madre
 
e vola tra l'inospitale "chiuso"  di pareti.
 
La sento forte
 
come mai prima.
 
 
 
'''AL TEMPO DEL CORONA VIRUS'''
 
''Di Diletta Pavanati''
 
 
Il mio paese è piccolo, poco più di una
 
Borgata. Ci conosciamo tutti, vita , morte,
 
miracoli di ognuno. Le porte delle case
 
sempre aperte. Là il municipio, la piazza,
 
il bar, il medico, il farmacista,
 
la chiesa, il cimitero.
 
Si lavora e si chiacchiera, poco altro.
 
Alla fiera d’estate si suona, si canta,
 
si balla. Ci conosciamo tutti,
 
si sta insieme, si sta in allegria.
 
Ma oggi no!
 
Oggi da lontano ci si racconta di morte,
 
di paure, di affanno. Oggi
 
nelle nostre case le porte sono chiuse,
 
le finestre basse guardano la strada
 
silenziosa. Non passa nessuno,
 
ci si ritira, si teme il vicino.
 
L’amico, il parente si guardano con
 
Sospetto… e se fosse?...
 
E’ giunta una triste notizia: Ultimo,
 
il calzolaio, in fondo alla strada,
 
non è seduto davanti al suo banchetto,
 
oggi, la finestra è chiusa, ognuno ha
 
notizie, notizie diverse.
 
Ma la levatrice Benedetta, che viene
 
Dall’ospedale porta un’altra notizia:
 
sono nati un bambino e una bambina,
 
li hanno chiamati: Primo e Speranza.
 
 
 
'''VIRUS'''
 
''Di Dionisio Schiavone''
 
 
Un virus non ha ragione
 
di essere molto aggressivo
 
perché se uccide l’ospite
 
uccide se stesso
 
non potendo più contare su nessuno
 
che lo aiuti a replicarsi.
 
Un virus, quattro geni in un sacco,
 
conosce questa banale verità.
 
Un virus addestrato
 
alla suola dei cani mordaci
 
un virus formato in un laboratorio
 
di guerra non può saperlo.
 
Ma sia da monito
 
ai nuovi signori della terra
 
i grandi padroni di tutte le ricchezze
 
quando avranno oppresso
 
tutti i poveri della terra
 
resteranno da soli sterili a seccare
 
appesi a un picciolo senza linfa
 
che non ci sarà più nessuno
 
ad alimentare il loro inutile grasso
 
il loro insaziabile ventriglio.
 
 
 
'''DONNE'''
 
''Di Enzo Fuso''
 
 
Resterà qualcosa di noi?
 
Resterà qualcosa di questo tempo ?
 
Sopravvissuti saremo
 
in tutti i sensi
 
se colpiti dal male
 
e sapremo tirarci fuori
 
se immuni
 
muti testimoni di tragedie
 
consumate intorno  a noi
 
Tra cavalieri erranti
 
in cerca di gloria eterna
 
e madonne perdute
 
nell'amore del prossimo
 
su mani tese
 
e su occhi che implorano
 
protese.
 
Divine creature
 
nell'orgia del dolore
 
che tutto comprime
 
e tutto trasforma
 
sentiero di morte
 
immerso nella luce
 
di un mondo che muore
 
e che nell'amore
 
più forte risorge.
 
 
 
'''IL DRAGO D’ORIENTE'''
 
''Di Flavia Altieri''
 
 
Arriva come un tornado,
 
dalla bocca e dalle fauci
 
manda un'invisibile veleno.-
 
Come un mantello
 
sparge funesta la morte
 
senza pietà porta il silenzio
 
fra le genti del mondo
 
che si tendono  le mani
 
in un unico girotondo.-
 
Strade deserte, negozi chiusi
 
uffici, treni, servizi....
 
in forzata sosta.-
 
Il terrore nelle case chiuse
 
piene di bimbi, nonni, genitori
 
nessuno esce, nessuno entra...
 
Il sospetto, la paura
 
nascosto nell'aria
 
tiene lontani gli amici, gli affetti.-
 
E' una guerra sconosciuta
 
una storia senza trama.-
 
Come sarà quando finirà?
 
Non si sa.....
 
Ci leccheremo le ferite,
 
chi è rimasto uscirà di casa
 
e ricominceremo,  forse …
 
a sorridere al sole!
 
 
 
'''ALL’ ITALIA CHE SOFFRE'''
 
''Di Gianna Patrese''
 
 
In sogno travagliato
 
ora vivi
 
Patria Mia
 
e di speranza
 
è tuo risveglio agognato.
 
Dai monti al mare
 
con fatale falce invisibile
 
sei martoriata
 
e sollievo di respiro, lontan appare.
 
In tuo soccorso,
 
schiere d’Angeli deposte han le ali,
 
per indossar bianchi camici ed uniformi,
 
e, a sera ,
 
da lacrime e fatica i volti son segnati.
 
Italia bella,, che d’ogni flagello or piangi,
 
nell’ora più triste
 
fiero arde il tuo animo latino
 
in slancio di sacrificio e generosità,
 
e, dai balconi in fiore,
 
con canti e balli
 
paure sai esorcizzare.
 
Italia triste, che in gramaglia a Primavera vesti,
 
per onorare tanti figli persi,
 
in concento di solidarietà ti stringi,
 
e,pur il mio verso, anche se mesto,
 
al coro dei poeti
 
per Te Italia amata,
 
in preghiera silenziosa
 
oggi s’unisce.
 
 
 
'''MORTE E SPERANZA'''
 
''Di Franco Rancani''
 
 
Non restare a piangere sulla mia tomba:
 
non sono lì, non dormo.
 
Sono mille venti che soffiano,
 
sono la scintilla diamante sulla neve
 
la luce del sole sul grano dorato,
 
sono la spiaggia d’autunno,
 
la rugiada sull’erba verde dei prati.
 
Sono il fruscio di un albero
 
mosso dal vento, io sono
 
nel sorriso puro dei bambini,
 
nel tramonto di ogni giorno.
 
Sono le stelle che brillano di notte
 
o l’alba che ti sveglia il mattino.
 
Non restare a piangere sulla mia tomba.
 
Non sono lì, non dormo.
 
 
 
'''COVID 19'''
 
''Di Gabriella Legnaro''
 
 
Vento rabbioso, fughi le nubi
 
e squarci il silenzio.
 
Lassù lembi di cielo turchino
 
piangono il sole che non scalda.
 
Glaciale è l’atmosfera intorno.
 
Bollettini di guerra
 
descrivono Ospedali – Accampamento.
 
Aria di morte invade l’Universo.
 
Sfilano a passo misurato
 
i mezzi militari.
 
Rompono la quiete di strade vuote.
 
Trasportano feretri
 
verso mete ignote.
 
Sofferenza e disperazione
 
come macigni
 
colpiscono gli animi e flagellano.
 
Perchè tanto dolore?
 
COVID 19 è la risposta.
 
Subdolo nemico;
 
colpisce a bruciapelo
 
in men che non si dica.
 
Toglie la speranza di passare
 
ad altra vita con la carezza
 
di una mano amica.
 
A consolare, in siffatto strazio,
 
schiere di medici e aiutanti.
 
Volontari di ogni sorta
 
sfidano la loro vita
 
per salvare la nostra.
 
Ordunque se il silenzio cala
 
ad onorar le tante amate salme,
 
salga alta e forte
 
la preghiera a ringraziare
 
chi ci dà speranza.
 
A chi ci aiuta a tradurre
 
il dolore in amore
 
e in gesti quotidiani di solidarietà.
 
 
 
'''LA VISITA CORONAVIRUS'''
 
''Di Giovanni Papuzzi''
 
 
Quando sei arrivato Coronavirus
 
hai trovato la terra
 
in difficoltà:
 
inquinata,  senz’alberi
 
le mascherine già in uso
 
per l’ aria irrespirabile.
 
Fiumi inquinati
 
terre disseminate
 
da polveri tossiche.
 
Una umanità
 
che ha fatto guerre
 
fratricide ed altro
 
ha creato ingiustizie
 
e povertà per molti
 
benefici per pochi.
 
L’egoismo è prevalso.
 
Coronavirus
 
il tuo grido ha favorito
 
il silenzio e la paura dell’ uomo.
 
Il terrore della morte
 
ci ha fatti diventare
 
amici e fratelli.
 
E’ iniziata la primavera
 
i fiori dei giardini
 
profumano l’aria
 
e le strade desolate.
 
L’ uomo nascosto.
 
Gli angeli del soccorso
 
si sono prodigati per la salvezza
 
diventando eroi
 
nel ricordo perenne.
 
Finirà il castigo.
 
Saremo in futuro più buoni
 
Più generosi,  più amici e fratelli
 
saremo più cittadini
 
degni di abitare sulla terra madre.
 
Ci saranno meno ricchi
 
e meno poveri.
 
Ci sarà un sussulto di dignità
 
da veri uomini
 
di avere rispetto
 
ed amare
 
per l’ umanità e per la terra
 
che da millenni ci ospita
 
e ci aiuta a vivere.  
 
 
 
'''MA NOI NON ERAVAMO CON LORO'''
 
''Di Luciana Bernardinelli''
 
 
Ospedali senza giorno e senza notte
 
medici e infermieri sfiancati dalla fatica,
 
dolore, buio e solitudine
 
chiedendosi il perché di questo nostro abbandono.
 
Ci hanno molto amati
 
e ora privati di tenerezza, affetto
 
e di un ultimo sguardo d’amore nei loro occhi persi.
 
Una generazione di persone e non numeri
 
patrimonio di conoscenza memorie e abbracci
 
vite intrecciate ad altre vite.
 
Se ne vanno di nascosto questi nonni
 
trasportati lontano in colonne funebri su strade deserte
 
senza i loro cari con un segno della croce e un addio,
 
e noi impotenti rinchiusi come il mondo in una stanza.
 
Chissà com’erano i loro pensieri
 
e quante volte avranno sussurrato la parola mamma
 
che anche i vecchi invocano.
 
Avremo rimorsi che ci seguiranno nel tempo
 
per averli abbandonati al loro destino
 
in questa guerra dove hanno dato il sacrificio più grande
 
ma noi non eravamo con Loro.
 
 
 
'''INGANNEVOLI STAGIONI'''
 
''Di Laura Viaro''
 
 
Appese
 
agli sguardi affranti
 
le vite di anime mute
 
assopite nella candida distesa
 
di ansanti chimici sospiri.
 
 
Appese
 
alle mani stanche
 
di angeli discesi nell’abisso
 
rinchiusi nelle crepe di una terra
 
che ognuno ha calpestato
 
senza indugio.
 
Scorrono sbiadite
 
le oniriche sequenze,
 
inedite trame
 
d’ingannevoli stagioni.
 
 
Scambi di esistenze
 
nei matematici accordi
 
dove tutto si azzera
 
nelle affrettate vampe.
 
 
Ho nascosto il mio amore
 
nel cassetto,
 
accanto a fogli strappati
 
e colorati disegni di bambina,
 
tra le pause di sfinito dovere,
 
nel disordine composto
 
di ogni dove.
 
 
Ho lasciato il mio amore
 
in questo vuoto,
 
dentro il senso sopito
 
di ogni cosa,
 
nel domani che ancora
 
vi appartiene,
 
nella tiepida brezza che verrà.
 
 
 
'''NON POTEVAMO NASCERE IN TEMPI MIGLIORI'''
 
''Di Luana Biscaro''
 
 
Tutto è  perduto, tutti ci stiamo perdendo.
 
TRAVOLTI dai flutti tecno-finanziari, agitati.
 
Eppure oltre le figure
 
L'umanità, il cielo, la terra, l'aria, l'acqua, il fuoco, il vento
 
Gli elementi, la luce, l'uomo
 
Tutto il mondo si sta trasformando
 
Per vivere un importante salto oltre la mente.
 
Un’intima rigenerazione dell'universo e  del destino umano.
 
Le nostre vite sono come fuscelli  che danzano nel vento
 
Ora calmo ora tumultuoso, che procede nella tempesta.
 
La primavera scende nel mondo.
 
 
Io guardo attenta l’aprile senza colore fino a quando ci sarai tu, morbo
 
Come i boccioli  che si negano in attesa dell’ape
 
Sarà un ronzio a spalancarli
 
All’occasione della tua fine.
 
 
E allora gli uccelli si libreranno, le api voleranno di fiore in fiore
 
Il sole per miglia  correrà  lontano accecato dalla gioia
 
Il mattino sveglierà i prati fuori dai recinti
 
Il tempo trascorrerà è  sarà il nostro alleato e ci aiuterà a guardare senza velocità
 
Il quotidiano scorrere  del giorno.
 
 
Siamo forti aspettiamo che questo male muoia
 
Restiamo nelle case e tutti insieme aspettiamo  la pasqua del mondo
 
Il risveglio del bene, il fiorire della vita nuova
 
In ogni angolo della terra sarà l'esplosione della vita liberata e pura
 
Luminosità semplice nel silenzio che tutto rinnova e rigenera:  
 
esplosione della vita e pura felicità della liberazione del male.
 
 
 
'''LA CITTÀ RESISTE'''
 
''Di Maria Grazia Franceschetti''
 
 
Cammina solo il dolore
 
Per le strade della città
 
Nel gravitare di surreali silenzi,
 
tra negozi e palazzi imbalsamati
 
nel fiato greve della morte.
 
Solo il grido feroce delle sirene
 
Squarcia il grido dei viali.
 
E’ l’indefinibile peste che assedia
 
Le porte, affolla gli ospedali,
 
reclama il fiato delle vittime,
 
onnivoro mostro annidato
 
tra eroi dai bianchi camici.
 
Cammina solo il dolore
 
Nelle piazze, nei cortili, spegne
 
Azzurri cieli, rosate albe,
 
rosaviola tramonti.
 
Ed escono file di bare
 
Di ignoti giustiziati,
 
lunghi amari rosari
 
senza fine.
 
Ma la città resiste
 
Affacciata alle finestre,
 
canta l’ignota gioia del domani,
 
s’inventa giorni di quella vita
 
di ieri colma di stupori
 
e meraviglie, prega
 
nel terrore della notte,
 
alza muri di speranza,
 
respinge e strema
 
il furore della peste.
 
 
 
'''SOSPESI'''
 
''Di Marzia Santella''
 
 
Palpita il cuore di un mondo sospeso,
 
palpita nei corridoi dell’ospedale
 
dove impavidi combattono l’oscuro male
 
infermieri e dottori piegati dall’immane peso.
 
 
Mute conversazioni,
 
cuori empaticamente si parlano.
 
quante cose vorrebbero dire
 
le persone, annientate, tra turpi tubi e mascherine.
 
 
Non ci sono figli, amici e parenti.
 
Non ci sono calde parole a confortare,
 
solo freddi feretri senza preghiere
 
che suscitano a tutti struggenti sentimenti.
 
 
Una dura prova per il nostro mondo interconnesso
 
ora silenzioso, da una innaturale immobilità, oppresso.
 
Un tocco, una dolce carezza, saranno la vera salvezza,
 
una nuova occasione, e finalmente sul viso, sentire di nuovo la brezza.
 
 
 
'''ED È TUTTO NEL SILENZIO'''
 
''Di Nivella Paronetto''
 
 
Ed è tutto nel silenzio
 
... anche il cielo
 
non ha più lacrime
 
Ritornano
 
le albe e i tramonti
 
derubati
 
degli sguardi sognanti
 
ora avvolti
 
in bianchi sudari ...
 
Ed è tutto silenzio
 
fuori
 
ma il rumore della solitudine
 
sconquassa l’anima ...
 
Quando sentiremo
 
il fiore che sboccia
 
il sorriso di un bimbo
 
e il bacio dolce sulle labbra
 
allora
 
solo allora
 
il bianco che imprigiona
 
libererà i colori
 
e sarà l’arcobaleno
 
dove si rifugerà il dolore
 
per ritrovare
 
la vita
 
 
 
'''NO EGOISMO, MA UN GRAZIE'''
 
''Di Romana Bonvento''
 
 
“Nessuno può impormi di stare in casa”
 
“Io posso uscire…vivo in uno stato libero”
 
ecco frasi che sento, frasi che fanno male.
 
IL Covid-19, non perdona, ti aspetta,
 
ha bisogno del tuo corpo per vivere,
 
svilupparsi  e contagiare altre persone.
 
Tu non lo vuoi capire, tu sei egoista,
 
non pensi ai tanti medici, infermieri
 
e operatori sanitari che negli ospedali
 
assistono, confortano e affiancano
 
contagiati fino anche al loro ultimo respiro,
 
dai quali invece, tu e noi dobbiamo star lontano.
 
Medici ed infermieri lavorano senza tregua,
 
mettono a rischio la loro vita
 
e tanti purtroppo sono stati annientati
 
da questo subdolo, invisibile virus
 
tu, invece “ non puoi rinunciare alla tua corsa ”.
 
A tutti piace uscire di casa,
 
assaporare l’aria fresca
 
ed il profumo di primavera,
 
ma in questo momento non si può,
 
le regole vanno rispettate
 
e l’egoismo  messo da parte.
 
Ai tanti operatori sanitari  
 
che in questi momenti di grande pericolo,
 
rischiano la vita per aiutare chi soffre
 
deve andare invece tutta la nostra riconoscenza
 
ed un grazie di cuore.
 
 
 
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
 
''Di Maurizia Braga''
 
 
Arrivò
 
senza farsi annunciare.
 
Arrivò
 
a nostra insaputa
 
invadendo,invisibile ,
 
le nostre strade
 
le nostre case
 
i nostri ospedali
 
il nostro corpo !
 
Noi
 
abituati al tutto e subito.
 
Noi
 
sorretti dalla illusione
 
di trovare  comunque
 
soluzioni.
 
Noi
 
lontani dall'altro
 
ma vicinissimi
 
per scelte comuni
 
non sempre adeguate.
 
Noi
 
superficiali
 
ospiti della Terra .
 
Noi
 
impreparati di
 
fronte all'incerto,
 
vulnerabili e stolti
 
manichini in preda alla paura .
 
Noi
 
diseducati
 
ai richiami del cuore ...
 
Ora
 
il tam tam della morte
 
scandisce  il tempo
 
ed evidenzia la nostra fragilità .
 
Ora
 
l'incapacità di affrontare l'ignoto
 
per non averlo  ritenuto possibile
 
evidenzia i limiti
 
frutto di ignoranza e presunzione .
 
Ora
 
quel Cuore che
 
tanti hanno ignorato
 
risorge e vuole rivivere
 
imponendo la sua ragione di esistere
 
in quegli uomini e donne
 
che lo hanno protetto ,
 
coccolato ,nutrito in silenzio !
 
Ora
 
la Sua resurrezione ,
 
nei luoghi di sofferenza
 
è Vita per l'altro ..
 
è energia ,sostegno
 
sorriso ,conforto ...
 
È il tempo della
 
ritrovata Umanità ,
 
è il tempo in cui
 
anche il Cuore deve
 
gridare i suoi bisogni
 
e indicare una strada ...
 
Un nuovo cammino
 
che ci porti a riconoscere
 
quelle parti di noi
 
sconosciute o
 
solo dimenticate ..
 
L'impossibile , ora,
 
potrà diventare
 
la unica ,vera ,
 
reale possibilità di salvezza !
 
 
 
'''LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE'''
 
''Di Stefania Schiesaro''
 
 
Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.
 
Forse non te ne sei accorto,
 
ma sono la tua terza guerra mondiale.
 
Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,
 
questa volta ho costretto tutti a partecipare.
 
Questa volta gli eroi sono diversi.
 
Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte
 
e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia
 
ed alla manutenzione degli ospedali.
 
Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.
 
Qui si contano i morti ed i contagiati.
 
Qui si festeggia per i guariti.
 
Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.
 
Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,
 
autotrasportatori e farmacisti.
 
Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili
 
e le cose alle quali potete rinunciare.
 
Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,
 
la più importante, è la salute
 
(spero non trascurerete più questo dono).
 
La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici
 
ed alla solidarietà tra le persone
 
(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).
 
La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,
 
il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,
 
l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case
 
senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,
 
per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).
 
La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro
 
e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).
 
L'ultima è che rinunciare a certe cose si può
 
(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,
 
possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,
 
possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).
 
Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno
 
sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza
 
… in tutte le loro forme.
 
 
 
'''IL TEMPO SOSPESO'''
 
''Di Stefano Caranti''
 
 
Erano giorni di marzo,
 
camminavo con Penelope,
 
“Penny” per gli amici,
 
il nostro cane,
 
scodinzolando lei fiutava l’aria,
 
profumi di nuova stagione,
 
immobile osservava
 
il tappeto di margherite nel prato,
 
quella vista mi portava sollievo
 
alla mia anima inquieta
 
in una domenica surreale,
 
Penny non sapeva di noi…
 
prigionieri in casa,
 
detenuti da un nemico invisibile.
 
Immobile ascoltava
 
con le orecchie tese…
 
nessun rumore,
 
solo folate di vento,
 
forse intuiva che mancava “qualcosa”
 
a quello che noi chiamiamo “normalità”
 
o forse abitudine.
 
Tra strade vuote,
 
tirava al guinzaglio
 
come volesse cercare quelle parte
 
di mondo che adesso non c’era,
 
davanti a me correva
 
con la freschezza degli anni
 
a fianco dei parchi dal profumo di fiori,
 
negozi chiusi,
 
silenzio, un’assordante silenzio
 
e il tempo si faceva sospeso,
 
la gente non correva più come prima,
 
la stessa terra l’aveva fermata,
 
forse un monito all’onnipotenza dell’uomo ?
 
Era arrivato il tempo di pensare
 
solo all’istante presente
 
che d’un tratto diventava prezioso.
 
come la corsa per salvare una vita.
 
C’era bisogno di unità,
 
sostegno, speranza,
 
responsabilità per onorare
 
i gesti quotidiani
 
di decine, centinaia, migliaia
 
di persone in prima linea
 
per sconfiggere il male,
 
e noi con il fiato sospeso
 
a guardare scorrere numeri,
 
strateghi della nostra coscienza.
 
La vita stava sbocciando la fuori,
 
la gente reclusa trovò nuove armonie,
 
ispirazioni, parole, coraggio,
 
trovò perdono, preghiera,
 
e un nuovo risveglio interiore,
 
consapevolezza,
 
e ritrovò anche il pianto,
 
per dissetare la terra arsa d’umanità.
 
Giorno dopo giorno
 
ritrovò condivisione, affetti veri,
 
mentre la primavera regalava colori
 
e faceva sbocciare la vita,
 
la gente imparò a regalare
 
una parte di sè,  
 
nuova rinascita del mondo.
 
Grazie a tutte le persone
 
che hanno perso la vita,
 
che hanno rischiato la vita,
 
che hanno salvato la vita.
 
 
 
'''RINASCITA'''
 
''Di Rosetta Menarello''
 
 
E le parole divennero silenzio.
 
Le bocche serrate esalarono passione e tenerezza.
 
“Polvere sei, uomo…
 
alla polvere tornerai…”
 
Babele di ordini,
 
esaltazione di poteri,
 
ricerca affannosa di verità
 
sacrificata sugli altari nuove certezze.
 
Gridò il Pianeta stridendo i denti.
 
E l’uomo tornò alla casa,
 
rifugio primordiale: grotta, capanna, castello, grattacielo.
 
Le madri cercarono i figli.
 
Li cullarono cantando perdute ninne nanne.
 
I padri ebbero terrore e chiusero ogni fessura.
 
L’INVISIBILE era in attesa.
 
Si acquattò nell’umido tepore della saliva.
 
S’impadronì dell’alito della vita
 
e colpì, senza tregua.
 
“Polvere tornerai…”
 
Anche le chiese furono vietate.
 
Forse anche Dio voleva stare solo
 
aspettando uomini migliori.
 
Molti divennero Angeli e furono presto nuvole: evocazioni di stragi bestiali.
 
Ancora una volta l’anima era stata dimenticata,
 
rinsecchita tra pagine di ricordi.
 
La storia si ripeteva.
 
Allora il tempo perse le sue ore,
 
mutò i suoi giorni.
 
Andò e tornò molte volte la luna.
 
Le lacrime divennero maree sugli occhi
 
e le mani  pregarono perché Dio tornasse.
 
Lui venne ancora ad accarezzare i figli
 
e li cullò come una madre.
 
Mandò la primavera con i suoi doni
 
e i bambini li riconobbero dai vetri delle finestre ancora serrate.
 
E fu un grido di gioia a squarciare l’aria.
 
Fu la sua acuta potenza a uccidere l’INVISIBILE.
 
Nulla potè più contro l’uomo tornato germoglio,
 
pianta nuova di un Pianeta rinato.
 
 
 
'''BUON COMPLEANNO ITALIA'''
 
''Di [[Fabio Salvatore Pascale]]''
 
 
che mi prendi per mano accompagnandomi negli ospedali tra le ferite della gente.
 
Buon compleanno Italia che mi parli della forza
 
e del coraggio di quei camici, legionari della vita
 
che donano con ardore quel Sì al nostro Tricolore!
 
Buon compleanno Italia che mi mostri in questo silenzio le palette del coraggio,
 
per difenderti dall’oltraggio di questo contagio!
 
Buon compleanno Italia che sorvoli tra le lacrime della gente nell’incertezza dei potenti, nella fede dei credenti,
 
risplendi raggiante negli abbracci della Patria Unita e splendente.
 
 
 
'''UN GIOCO'''
 
''Di Franco Frijio''
 
 
Lo scorrere
 
naturale del tempo
 
che
 
inesorabile sfugge
 
come aria
 
che pur respiriamo...
 
Vento
 
pioggia
 
nuvole tormentose
 
sembran essere
 
tutori dell'anima.
 
Peró  in fondo...
 
Ma in fondo...
 
Ma in fondo...
 
Lo schioccàr delle dita
 
della mano tua,
 
ferma
 
quell' implacabile
 
moto del tempo
 
e
 
sorridi...
 
sorridi...
 
sorridi...
 
 
 
'''TENEBRE'''
 
''Di Tina Ferreri Tiberio''
 
 
Un grido implora:
 
il mio, il tuo.
 
Affonda l’Umanità
 
travolta, fugge, fugge
 
dalla morte
 
che avvinghia, ghermisce
 
e avvolge nelle sue spire
 
la paura, la rabbia, il dolore.
 
 
Pandemia, Covid –19.
 
L’esistenza si scopre sospesa
 
nella quotidianità
 
di occhi stralunati
 
e pensieri contorti.
 
Freddo nell’aria
 
e freddo nel cuore.
 
 
L’ Umanità pensosa,
 
disorientata
 
sente una morsa che stringe
 
e tu hai paura
 
di guardare il cielo,
 
sembra così strano
 
che le rondini ostinate
 
continuino a volare, che la luna
 
occhieggi con Venere, che il sole
 
continui a tingere
 
di multicolori il cielo.
 
 
Ed io nell’infinito
 
mondo della natura cerco:
 
l’aria che si muove,
 
le piccole gocce di rugiada,
 
le formiche che scavano nel terreno,
 
l’erba inumidita.
 
 
Dove sei  Bellezza
 
sprofondata nel buio
 
delle tenebre ?
 
 
 
'''ANGELI TERRENI'''
 
''Di Antonio Torino''
 
 
Tutti siamo nella stessa barca
 
siamo oppressi dalla paura che questo virus
 
infido, invisibile e traditore
 
possa annientarci all’istante,
 
senza alcuna distinzione tra
 
il giusto e il più crudele dei peccatori!
 
 
Ognuno ha bisogno dell’altro…
 
da soli non si parte… e non si arriva
 
da nessuna parte!
 
 
Chiusi in casa… tutti… per provare a
 
non contagiarci l’un con l’altro!
 
 
Ma… il male dilaga ancora…
 
ospedali strapieni… che fine faremo?
 
 
Appaiono loro: medici, infermieri,
 
portantini che senza sosta
 
e solo per qualche quattrino,
 
restano lì… in prima fila… a soccorrere,
 
curare, sostenere, e tante volte…
 
persino ad accompagnare
 
coloro che da soli e senza unzione…
 
vanno al creatore… si chiamano operatori,
 
ma sono “Angeli terreni” mandati dal Signore,
 
che con immensa vocazione…
 
e dettati dall’amore per il prossimo…
 
invoca aiuto in questa situazione!
 
 
Chi è in casa si lamenta…
 
è stanco di non far niente…
 
ma loro senza un lamento salvano
 
vite incessantemente!…
 
non hanno orari per riposare,
 
annullano la propria vita personale
 
e spesso si ammalano proprio
 
lì dove lottano per curare!
 
 
Tanti di essi muoiono,
 
addirittura lontani e senza un
 
ultimo saluto da un famigliare!
 
 
Angeli… angeli speciali…
 
che spesso sottovalutiamo!
 
Cos’è l’amore vero, puro tra la gente?
 
Direi proprio quello di questi angeli della terra
 
che donano il loro sapere, il loro tempo,
 
e la loro vita a tutti i bisognosi indistintamente!
 
 
 
'''COME VUOLE IL CIELO'''
 
''Di Michele Aprile''
 
 
Non siamo onnipotenti,
 
nessun s’offenda.
 
Tutti uguali,
 
precari e mortali.
 
All’unisono colpire,
 
la grave malattia.
 
Nord e Sud affratellati,
 
poveri e ricchi, alleati.
 
Lontani, ma vicini,
 
nei recinti senza spine.
 
Siam davvero,
 
alfine italiani.
 
Quel metro... ancora manca,
 
per la completa aggregazione.
 
E... due muri da abbattere:
 
angoscia e pandemia.
 
E faremo il carosello,
 
con la bandiera.
 
Verde, bianco e rosso,
 
riscoprirci più vicini.
 
Il tricolore avanza!
 
Col verde di speranza,
 
il bianco camice, d’un medico
 
il rosso, del nostro cuore.
 
Tutti, mano nella mano,
 
da Palermo a Milano.
 
Cantando col cuore,
 
l’Italia è tanto bella.
 
Dalle lacrime amare,
 
del Sindaco di Bari,
 
per la città “spenta”,
 
spunteranno fiori.
 
Ma per cantar vittoria,
 
ci vuole tempo.
 
Ci vuole pazienza
 
e fiducia nella scienza.
 
Guardo il cielo,
 
sì, come vuole il cielo.
 
Ma finché vivremo,
 
‘sto strazio, non scorderemo.
 
 
 
'''CONTINUO A CHIEDERMELO'''
 
''Di Gianluigi Redaelli''
 
 
Arriva in silenzio
 
in punta di piedi
 
senza chiedere permesso
 
s'insinua come una serpe
 
in molti di noi...
 
Vile cerca i più deboli
 
dove restarci per sempre
 
o chi più s'impegna
 
in bianche corsie
 
nuovo martire eroe...
 
Ma anche chi è più forte
 
lo deve subire
 
con terrore e rabbia
 
e sperare...
 
E’ un nuovo veleno
 
che impesta il pianeta
 
il suo nome impera
 
è il Coronavirus 19...
 
Ma non è arrivato
 
dal cielo o da Marte
 
no è un nostro prodotto
 
di una umanità beota...
 
Di chi avvelena la natura
 
e non la sa rispettare
 
di coloro che non vivono
 
in armonia con il creato...
 
Quegli stessi inesorabili
 
che anche durante il dramma
 
cercano il profitto
 
speculano sul dolore...
 
E c'è pure chi adombra il sospetto
 
che sia una nuova arma
 
micidiale e inesorabile
 
partorita dal cinismo
 
di chi vive di potere
 
e che teme di perderlo...
 
Ma messi di fronte
 
a questa nuova pestilenza
 
se poi se ne usciremo
 
cosa ne trarremo?
 
Sì, oggi riscopriamo
 
i valori dell'empatia
 
del cercare gli altri
 
cantando dai balconi...
 
Ma domani?
 
Troppo spesso l’umanità
 
non ha saputo apprendere
 
dalla storia del suo passato
 
e continua ebete nell’errare
 
 
 
'''GLI APPLAUSI PER UNA VITA'''
 
''Di Bruno Centomo''
 
 
La mia terra promessa, a ben guardarla
 
è un po' ripetitiva: ci assaliranno indiani
 
e magi incappati in questo sogno
 
che fa l'addormentato lettore,
 
l’attore che recita, in pensoso silenzio,
 
la parola che non sa scegliersi.
 
Ed io? Guardingo, ho voce per la luna,
 
ho titolo per ciascun infinito si prospetti,
 
ho nome per tutte le soluzioni,
 
e i sorrisi, e le speranze, i domani.
 
I cani che scodinzolano, i baci che schioccano,
 
il tempo che scorre, sì, ma per raccontare
 
la notte che insegue il giorno senza mai
 
raggiungerlo, il frastuono impagabile
 
che fanno sempre i sogni.
 
Come non dare aggettivi entusiastici
 
all’esistenza che ci aspetta,
 
tormentata e avara, magari, ma che sulla pelle
 
si ferma come una carezza, si apostrofa
 
come fa l’attimo cui si pensa e già tace.
 
 
 
'''A PIÈ PARI'''
 
''Di Fadi Nasr''
 
 
Papà,
 
ma da piccolo ti sei fatto male, questo segno di cosa è pregno? ti confido ogni pensiero emale se ricambi senza alcun ritegno
 
Figliolo,
 
è la riconoscenza di un dovere codesto segno è solo un pegno di amore e dolore, non temere di dare il meglio, te lo insegno
 
Papà,
 
ossia a quanto tempo fa risale, i nonni non ti sono stati vicino? asserraglia ogni sorriso liliale che regali a me se mi avvicino
 
Figliolo,
 
è per far sì che possa stringerti e le storie dell’aria a te donare è per far sì che possa effingerti d’olimpicità ogni sonno lunare
 
Papà,
 
cioè è l’epilogo di un sacrificio in balia di qualche ieri avverso? se ormai sarà di buon auspicio, che fine lieta quieta all’inverso?
 
Figliolo,
 
ogni luce è una poesia del buio una salita è una discesa fiorita il fratello di qualche bello fuio non del tutto è brutto, mia vita
 
Papà,
 
a seguirti ancora ora riesco no non è recente, però ancora c’è pur i grafemi col tempo escono fuori dagli scritti senza perché
 
Figliolo,
 
esiste, però il sorriso l’indossa ed i segni di ieri sono noi oggi il tempo cavalca alla disdossa memorie che con l’oblio foggi
 
Papà,
 
tutto solingo sei stato a lottare corpo a corpo colla mancanza? tutto solo hai potuto rispettare la tua alleanza colla speranza?
 
Figliolo,
 
del nemico che vuoi che ti dica: occulto fu, un’esigua polverina lo conquisi grazie ad un’amica pura e di nome fa ‘Mascherina’
 
Papà,
 
tasteggio le scie delle sue orme, dal tuo apologo vedo il passato, l’amicizia che è stata d’enorme tributo al nocumento sgrossato
 
Figliolo,
 
nella vita non si cresce errando a volte è utile restare a piè pari l’abile bruco le ali va serrando dentro attese pria dei voli alari
 
Papà,
 
e ‘Mascherina’ non ti serve più?
 
Figliolo,
 
mi bastano ‘sti segni, l’aria e tu.
 
 
 
'''ANDRÀ TUTTO BENE'''
 
''Di Rossella Parrini''
 
 
Dove il buio del tunnel chiude il portone
 
alla luce della speranza immerso nel silenzio
 
del suo universale dolore, ecco, che giunge il respiro cantato e profumato
 
di un uccellino lontano anche lui forse smarrito e disorientato che inneggia
 
fragoroso di cinguettio,
 
la musica del suo
 
nuovo risveglio
 
di un mondo a noi
 
sconosciuto e diverso,
 
che la strada giusta ha ritrovato.
 
Andrà tutto bene perché tutti assieme il buio del tunnel abbiamo lasciato
 
 
'''IN CORSIA ...'''
 
''Di Simonetta Vacca''
 
 
DISSENTO!
 
CON OGNI MUSCOLO DEL MIO CORPO MARTORIATO DALLA STANCHEZZA.
 
CON IL FEGATO INGROSSATO E I NERVI A PEZZI
 
CON GLI OCCHI CHE SI RIFIUTANO DI VEDERE ANCORA E ANCORA L'INFERNO QUOTIDIANO.
 
DISSENTO..
 
DA TUTTO CIÒ CHE ANNUNCIA MORTE IN MODO ATROCE.
 
SGUARDI PERSI DIETRO AGLI OBLÒ..
 
AL DI LÀ DEL QUALE SI INTRAVEDE UN MARE TEMPESTOSO
 
ANELLO CHE CONGIUNGE CHI: A CASA NON PUÒ TENDERE UNA MANO PER UN ULTIMO ADDIO, 
 
A CHI CON LA SPERANZA NEGLI OCCHI MI CONSEGNA UN ULTIMO SORRISO.
 
IL PENSIERO A VOLTE È SMARRITO
 
C'È UNA FORZA IN ME COME MAI PRIMA D'ORA
 
È LA VITA CHE PREVALE SU OGNI COSA.
 
ECCO!
 
È IL MIO RIFIUTO PER TUTTO QUESTO MALE.
 
È  TUTTO QUESTO CHE MI HA RESO UN IMMORTALE.
 
UN GRAZIE DAL PIÙ PROFONDO DEL CUORE.
 
 
 
'''COVID-19'''
 
''Di Antonino D’accorso Li Destri''
 
 
Isolamento forzato
 
cordone sanitario
 
contro un nemico invisibile;
 
la solitudine è compagna
 
della notte.
 
Quaresima di passione
 
quarantena di preghiera,
 
il balsamo dell’anima,
 
lenisce le ferite
 
e rimargina il distacco,
 
un’occasione per stare vicino
 
a Dio e agli uomini
 
con il cuore e il pensiero.
 
Ritroveremo la nostra Primavera
 
ritorneremo a sognare
 
ad ammirare le stelle
 
in questo cielo senza Sole.
 
Riscopriremo il valore
 
della libertà, dell’amicizia
 
e della solidarietà.
 
Questi momenti difficili
 
mettono a dura prova
 
le nostre granitiche abitudini.
 
I nostri sogni
 
I nostri progetti
 
sono andati in fumo.
 
Dalla cenere della devastazione,
 
come la Fenice, risorgeremo,
 
determinati e più forti di prima.
 
 
 
'''SPUNTANO TIMIDE GEMME'''
 
''Di [[Fabio Salvatore Pascale]]''
 
 
Spuntano timide gemme
 
Spuntano timide gemme
 
da un ciliegio nella
 
solitaria quiete.
 
L'aria intorno brulica
 
d'un cinguettio primaverile
 
che rimbalza sulle corde
 
della vita.
 
La selva trema al soffio
 
del vento,
 
in questo rapire
 
senza confine.
 
Penso alle anime
 
avvolte nel sudario,
 
incenerite dal terribile
 
silenzio.
 
La natura s'abbella
 
nel profumo della pazzia;
 
io aspetto questo crepuscolo
 
chiamato Poesia.
 
 
 
'''SCAMPOLI DI UN NUOVO FUTURO'''
 
''Di Daniela Zarriello''
 
 
E pensavamo
 
di essere sani in un mondo malato
 
invece eravamo malati.
 
E non ci siamo fermati
 
di fronte alle ferite inferte al nostro pianeta,
 
ai fratelli più deboli, ai popoli sfruttati.
 
E ora dobbiamo cercare
 
la cura che ci salvi dal nemico globale
 
raccogliendo scampoli di un nuovo futuro,
 
tessendo insieme una nuova esistenza.
 
E la vita non sarà più come prima
 
ma meravigliosa sboccerà fiorendo
 
nel crepuscolo di questa pandemia.
 
E passerà, passerà
 
questo tempo senza tempo
 
dopo averci insegnato
 
nuovi linguaggi e nuove priorità.
 
E passeranno i cieli insieme alle nazioni
 
ma l’amore no,
 
più forte della morte mai passerà.
 
 
 
'''FERMATE IL TEMPO'''
 
''Di Simonetta Papini''
 
 
Non seguo più l’ordine delle lancette
 
Oggi, non posso incrociare sguardi che cercano risposte
 
perché non ho maschere per i miei occhi.
 
Nessuna parola di conforto
 
perché non ho più voce,
 
chiusa dal nodo che soffoca il pianto.
 
Vorrei un interruttore per spegnere il tempo
 
e dare respiro al cuore,
 
mentre il buio avvolge vite
 
e braccia tese ricadono sconfitte.
 
Non c’è mano che possa sorreggere l’ultimo battito
 
che assordante risuona nelle orecchie
 
come il rintocco di un attimo
 
che si allontana
 
Fermati tempo e dammi respiro
 
ho bisogno di battere pugni sul cuore per rianimarlo,
 
per ritornare ad essere guerriera
 
nella terra delle possibilità
 
dove altre braccia tese
 
attendono di essere sollevate
 
per tornare a vivere
 
 
 
'''QUARANTENA'''
 
''Di Alvaro Proserpio''
 
 
Questa lè la storia cari i mè fiöö
 
De la guera növa del dì d’incöö
 
‘na malatia strana propi tant scura
 
Cativa, razenta e senza ‘na cura
 
L’è rivada fina chi d’an paes luntan
 
A ruvinach la vita cunt sto trantran
 
L’è rivada inscì de travers tra i rich
 
E l’a ma cunsciaa cumè ‘na pel de fich
 
Sem chi presunee dent in di cà
 
Senza pudè möves senza caminà
 
Ghem el “coprifuoco” cunt i militar
 
Sem tucc ai arresti dumiciliar
 
Ma qui che sta pesc chi sé malaa
 
J è tucc regundüü in di uspedaa
 
Urmai impiendüü in tucc i bööcc
 
E anca ai dutur ghe se sara i ööcc
 
Se sà pu cusè fà se gà pagura
 
Ma tegnum dur lè la nosa natura
 
Anca se a Derf j me ciama pancott
 
Sta völta ghem de reagi in quatru e quatrott
 
Stem chi amò in cà cunt i nos gent
 
‘na scapadina feu de cà dent per dent
 
Vedarem che pian pian paserà anca questa
 
E se trüvarem tucc a fa ‘na gran festa
 
 
 
'''COVID-19'''
 
''Di Evelina Lunardi''
 
 
E d'improvviso
 
anche la paura.
 
Una schiera di camici bianchi
 
combatte un nemico crudele,
 
mentre il ronzio dei respiratori
 
spezza il silenzio.
 
Il paesaggio è irreale:
 
affollati gli ospedali
 
deserte le vie, le piazze,
 
vuoti gli esercizi.
 
Un gelido soffio
 
avvolge
 
silenti simboli d'arte.
 
Manca
 
la tenerezza di un abbraccio
 
il calore di una stretta di mano.
 
Vorrei
 
che l'arcobaleno
 
segnasse
 
un nuovo giorno
 
e la paura...
 
un cumulo di cenere.
 
 
 
'''TEMPI DIFFICILI'''
 
''Di Aldo Marchetto''
 
 
Che momento!
 
Una cappa limpida,
 
azzurra, il cielo;
 
il clima,
 
una giornata mite,
 
mentre il sole
 
piomba
 
sui tetti, sulle fronde,
 
sulle poche anime
 
che si avventurano
 
per le strade
 
a far la spesa,
 
il rifornimento medicine,
 
o altre necessità;
 
e sulla strada
 
la voce
 
di un figlio,
 
da giorni
 
difficilmente
 
avvicinabile,
 
che davanti casa
 
passa a lanciare proclami:
 
“Non uscite di casa!”.
 
Si sente sulla pelle
 
“venti di guerra”
 
dove le voci care,
 
le voci amiche
 
potrebbero non avere
 
il tempo di scambiarsi
 
l'ultimo saluto.
 
 
 
'''AI RESPIRI CORAGGIOSI'''
 
''Di Giorgio Mazzieri''
 
 
Lo sventolio di bandiere colora brividi di paura
 
melodie musicali avvolgono sorprendenti emozioni
 
le parole svaniscono rinchiuse in maschere di speranza
 
lentamente le mani si allontanano
 
si uniscono in preghiera per non arrendersi al calare di una notte silenziosa.
 
 
Una fatica forestiera ci sferza come un vento gelido
 
gli occhi si stringono per calmare rantolii di dolore
 
una voce flebile cerca parole che non escono
 
lentamente si abbandona al freddo delle tenebre
 
la mente vaga alla ricerca di un appiglio.
 
 
Le sofferenze vengono accolte da mani instancabili
 
i monitor velocemente si accendono
 
le macchine diventano polmoni
 
nel cuore un vuoto inaspettato, sorrisi avvolti di blu lo riempiono
 
il tempo è prezioso per regalarlo alla stanchezza.
 
 
Occhi madidi si aprono leggermente
 
nella voce non c’è forza
 
le mani improvvisamente si alzano
 
leggere carezze, la tenerezza tanto attesa
 
il dolore si è arreso al respiro tornato a vivere.
 
 
Pianti di gioia alimentano occhi coraggiosi
 
i respiri si mescolano alle lacrime
 
gli abbracci scaldano anime affaticate
 
stelle e luna sono tornate a brillare nella notte
 
l’oscurità ha lasciato spazio alla luminosità della felicità, grazie.
 
 
 
'''CAMPANE DI PASQUA'''
 
''Di Daniela Moreschini''
 
 
Suonano a festa
 
le campane di Pasqua
 
per ricordar al mondo
 
che Cristo è risorto
 
Ma il silenzio della notte
 
mi ha portato con la voce del vento,
 
il suono di altre campane.
 
Battevano a morte
 
insieme al pianto di madri accorate,
 
figlie distrutte, mariti sfiniti,
 
isolati da tutti.
 
Intubati, sofferenti e malati
 
in quei letti immacolati
 
da tutti lontani
 
dove soldati senza corazze,
 
lottano contro la morte,
 
sperando che Cristo
 
non sia morto per sempre.
 
Per loro è ancora...
 
Via Crucis!
 
 
 
'''A GOLA SPIEGATA'''
 
''Di Elisabetta Sancino''
 
 
Non abbiamo bisogno di simboli
 
vogliamo tastare il crudo dei guard rail
 
nei mattini di tutti i lunedì
 
vedere la pianura popolarsi di cose mortali
 
in punta di piedi  camminavamo
 
a bocca chiusa
 
ora con la gola spiegata
 
ora con la clorofilla che sgorga
 
dalle mani illese degli alberi
 
a migliaia ce ne sono e nemmeno  lo sapevamo
 
- ''a migliaia se ne sono andati''
 
''lasciando le bocciofile vuote''  -
 
non cerchiamo un senso
 
''- giocavano a carte e le loro mani''
 
''non tremavano ancora''
 
''a migliaia con le trecce raccolte''
 
''e una bambola tra le braccia -''
 
ora a gola spiegata
 
con la clorofilla che sgorga
 
come sangue come un canto
 
che nessuno ferma
 
 
 
'''LA FINESTRA SUL GIARDINO'''
 
''Di Claudio Pavarin''
 
 
S'infiammano
 
Grappoli di glicine
 
E danzano un dondolío :
 
Altalena
 
Che forte spingevo                      
 
a graffiare il cielo
 
 
Brivido disabitato
 
Come aquilone
 
Dal filo interrotto
 
Ad inseguire comete
 
 
E rimango chiuso
 
Nello scrigno di questi giorni
 
Ruggìni di pensieri...
 
Galleggianti
 
Nell'immenso dell'anima
 
 
 
'''PADRE NOSTRO TU STAI NEL CIELO'''
 
''Di Antonella Bertoli''
 
 
Padre nostro tu stai nel cielo
 
e qui si muore senza alcun pietoso velo.
 
Nessun fiore per i defunti
 
solo le cure di chi spera che qualcuno la spunti.
 
Nessun conforto dai parenti
 
tenuti lontano con preghiere pur ferventi.
 
Isolati e tremanti
 
speriamo che il virus ci risparmi
 
mentre guardiamo i numeri alla tivù
 
sperando che diminuiscano ogni giorno di più.
 
Ma dietro il numero c'è una persona
 
che ahimè muore sempre sola.
 
Padre nostro dice il Papa,
 
da solo per le strade,
 
se preghiamo tutti insieme
 
non si potrà che fare del bene.
 
Ma il tempo passa
 
e i camion con le salme formano catene.
 
Catene di morti,
 
catene di salme,
 
catene pesanti
 
e i numeri sono sempre più importanti.
 
È vero che al mondo siamo in tanti
 
ma di sicuro non credevamo
 
che la Nera Signora calasse la sua falce scura
 
senza guardare in faccia la nostra paura.
 
Padre Nostro perchè stai su nel cielo?
 
Scendi a vedere ciò che sta succedendo,
 
l'umanità che dicono hai creato
 
ad ogni respiro sta cedendo.
 
Sarà forse giusto
 
guerre, armi, soldi, fame, stragi, sete, poveri, raminghi, perdenti,
 
poco solidali
 
con chi muore
 
da sempre abbandonato
 
senza che i potenti
 
lo sguardo abbiano mai voltato.
 
Questo è ciò che abbiamo saputo fare.
 
E neanche tu potrai perdonare.
 
 
 
'''ERO UN UOMO'''
 
''Di Dionisio Schiavone''
 
 
Ero un uomo
 
che mangiava la frutta
 
raccolta dai rami
 
degli alberi amici,
 
che chinava la bocca
 
sul ruscello fluente
 
per prendere l’acqua
 
fresca e sicura,
 
che impastava il suo corpo
 
con il fango
 
nella terra fiorita
 
e lasciava un bacio
 
su ogni farfalla.
 
Poi vi ho seguiti
 
nelle case pulite
 
odorose di volatili aromi
 
libere della polvere fine
 
addobbate con fiori dipinti.
 
Ora un virus
 
mi chiude in quella casa
 
e gli aromi diventano veleni
 
e la polvere diventa virale
 
e i fiori schiacciati sbiadiscono
 
e come topo brancolo
 
tra un letto e un divano
 
a ricordare che
 
ero un uomo.
 
 
 
'''SOLIDARIETÀ'''
 
''Di Gianna Patrese''
 
 
Misera è la vita
 
se la tua scelta
 
in sterili silenzi di egoismo
 
desidera
 
ogni giorno il rifugio.
 
Con i tuoi demoni
 
in solitudine
 
dovrai lottare,
 
e nell’amaro calice dell’oblio
 
meschina sorte
 
affogherà.
 
Non esitare d’uscir dal guscio
 
e le tue mani e la tua voce
 
in Solidarietà
 
con altre sconosciute unisci
 
e da triste monodia
 
in gioiosa polifonia di coro
 
la tua voce vibrerà.
 
Le piume di remoti demoni
 
in gran falò vedrai bruciare
 
e di Trionfo
 
sarà il soffio
 
che la cenere
 
dissolverà.            
 
 
 
'''LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE'''
 
''Di Stefania Schiesaro''
 
 
Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.
 
Forse non te ne sei accorto,
 
ma sono la tua terza guerra mondiale.
 
Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,
 
questa volta ho costretto tutti a partecipare.
 
Questa volta gli eroi sono diversi.
 
Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte
 
e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia
 
ed alla manutenzione degli ospedali.
 
Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.
 
Qui si contano i morti ed i contagiati.
 
Qui si festeggia per i guariti.
 
Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.
 
Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,
 
autotrasportatori e farmacisti.
 
Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili
 
e le cose alle quali potete rinunciare.
 
Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,
 
la più importante, è la salute
 
(spero non trascurerete più questo dono).
 
La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici
 
ed alla solidarietà tra le persone
 
(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).
 
La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,
 
il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,
 
l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case
 
senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,
 
per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).
 
La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro
 
e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).
 
L'ultima è che rinunciare a certe cose si può
 
(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,
 
possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,
 
possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).
 
Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno
 
sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza
 
… in tutte le loro forme.
 
 
 
'''PAESE DI NESSUNO'''
 
''Di Mihai Merticaru''
 
 
L'ho scoperto con stupore
 
in me – paese di nessuno - vive
 
ancora un altro,
 
uno straniero strano e accigliato,
 
generoso e malvagio, schietto e perverso,
 
naturale e miracoloso, ordinario e insolito,
 
gentile e retrattile.
 
io gioco con lui il nascondino,
 
ma non lo prendo mai.
 
cambia sempre il loro aspetto.
 
quando penso di non possa sfuggire,
 
poi mi chiama da un’altro angolo,
 
con un'altra maschera sul viso.
 
porta con sé incredibili segreti
 
strappati dall'eco di milioni di anni
 
e nessuno lo supera in furbizia e immaginazione.
 
mi accompagna ovunque, anche nel sonno,
 
intralciando e strappando i miei sogni.
 
rimango con la certezza di non essere mai
 
da solo.
 
dove sei tu, bellezza della solitudine?
 
 
 
'''TENDO LA MANO'''
 
''Di Andrea Adami''
 
 
Non m’importa
 
del colore dei muri.
 
Non m’importa
 
se il letto è vecchio o nuovo.
 
Non m’importa
 
se si tratta di profumo
 
o di un odore sudicio.
 
Io tendo la mano.
 
 
Non m’importa
 
del tempo…
 
se va piano…
 
se va lento…
 
Io tento!
 
 
Chi se ne frega
 
dell’età,
 
se giovane o vecchio.
 
Io mi ci specchio!
 
 
Non m’importa
 
dei visi tristi
 
o dei visi sorridenti,
 
delle lacrime
 
o di qualsiasi emozione…
 
compassione…vergogna,
 
fallimento…vittimismo,
 
spacconeria…presunzione,
 
rabbia…collera.
 
Io tendo la mano!
 
 
 
'''BATTONO LIBERE L’ONDE'''
 
''Di Anna Maria Lombardi''
 
 
S’odono
 
allegre le cincie
 
e cori e sinfonie
 
dalle finestre stese
 
su questa strana primavera
 
e i sensi s’ammutoliscono
 
al muto rimbombo
 
del richiamo dentro
 
sue di noi deserte stanze
 
E battono libere l’onde
 
sulle battibe di spiagge
 
nude del vociare d’altri tempi
 
speranzose d’incontri
 
e di giochi d'acqua con
 
caviglie e braccia nostre
 
stese al sole.
 
<br />
===Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza, Lecco e Varese===
 
 
'''A TE'''
 
''di Sara Galli''
 
 
Seduta nella mia camera
 
Imparo la chitarra
 
Cercando di ricordare
 
Come si fa a respirare
 
E intanto mi metto a pensare
 
Alla lotta che ti attanaglia
 
Al coraggio che ti giuda
 
Ogni giorno nella tua battaglia
 
A te, che mi hai insegnato a camminare
 
Insegni a respirare agli sconosciuti
 
Che insieme a te imparano a lottare
 
Anche nella distanza li aiuti
 
A te, che di giorno lavori
 
E di notte preghi
 
E di notte lavori
 
E di giorno preghi
 
Mi hai insegnato anche a sperare
 
A te
 
Che non vedo l’ora
 
Di riabbracciare
 
 
 
'''DENTRO STANZE, DA SOLA'''
 
''Di Lucia Zappalá''
 
 
Nei giorni passati con me
 
ho elogiato la mia presenza
 
più di quella di
 
qualunque  altro individuo
 
che abbia mai incontrato,
 
per sopportare le distanze.
 
Ho abituato lo sguardo
 
a calma e silenzio
 
leggendo un libro,
 
facendo yoga.
 
Ho fatto conti con paure,
 
pensieri inquietanti
 
senza nessuno
 
che si prendesse cura di me,
 
all’infuori di me.
 
Nei giorni nuovi
 
scenderò in strada,
 
vedrò risate abbracci
 
fendere il silenzio.
 
Farà altresì rumore
 
lo schiocco di un bacio
 
o la stretta di mano.
 
Entrerò in un bistrot
 
per un drink o un caffè.
 
Userò aggettivi briosi
 
per librerie, teatri o musei.
 
Rivedrò mia Madre
 
e l’Orizzonte.
 
 
 
'''CHE COS’È L’AMICIZIA?'''
 
''Di Nicole e Marcello Celasco''
 
 
Che cos’è l’amicizia ?
 
Mille persone ne han parlato
 
Ma solo uno ci è arrivato
 
Sembra qualcosa difficile da ottenere
 
Ma in realtà è facile come riempire un bicchiere
 
L’amicizia non è soldi averi o possedimenti
 
Ma la sicurezza di svegliarti la mattina con una persona che ti è vicina
 
L’amicizia è forza,
 
L’amicizia è gioco,
 
L’amicizia è aiuto,
 
Spero che tu possa trovare un amico
 
Ne hai bisogno.
 
 
 
'''RESILIENZA'''
 
''Di Paolo Delladio''
 
 
Lascio sull’acqua impronte insanguinate
 
sulla volta celeste scrivo parole esistenziali
 
sull’onda del vento rifletto e poi rimbalzo
 
col fumo rivelo un anello di emozioni
 
soffici nubi sospendono un pensiero
 
un lampo illumina il volo di un calabrone
 
ritrovo la forza nel volo di una piuma
 
l’eternità nei colori di un arcobaleno
 
resiliente è chi non muore e si rivede
 
chi salta indietro con un passo avanti
 
resilienza è termine de’ ingegno
 
inizio di uno scritto custodito in uno scrigno.
 
 
 
'''CERCA..'''
 
''Di Giuseppe Leonardi''
 
 
Cerca il vuoto nella donna
 
Non guardare sol la gonna
 
Sii presente con affetto
 
E dimostrale rispetto
 
Ti presenti con un fiore
 
Per offrire il tuo cuore
 
Se nel suo trovi un vuoto
 
Riempi ciò in ogni modo
 
Offri onore con rispetto
 
Ed intendi il suo sofferto
 
Porta quiete in quel vuoto
 
Il conforto metti in moto
 
Fissa bene i suoi occhi
 
Se sinceri o fan trucchi
 
Presenta la tua omertà
 
Con elegante umiltà
 
Ogni vuoto in un cuore
 
È delusione di amore
 
Non pretendere ragione
 
Stalle vicino in comunione
 
Guarda gli occhi, senti il cuore
 
La gonnella non pensare
 
Mostra fiducia e rispetto
 
Non pensare solo il letto
 
Un abbraccio vale tanto
 
Con sincero di intento
 
Non tradire la fiducia
 
Che nel cuore tanto brucia
 
Non deludere mai un sogno
 
Che di quello c'è bisogno
 
Cerca e dona in un cuore
 
Ciò che chiami, tu " Amore "
 
Cerca il vuoto nella donna
 
Per sentirla da Madonna
 
Offri gioie e non finzione
 
Per accettarti in convinzione
 
Cerca...quel vuoto
 
 
 
'''COME MI SENTO'''
 
''Di Stefania Vairelli''
 
 
Come mi sento.
 
Dove mi sento.
 
Non lo so.
 
Sono incerta e confusa.
 
Mi appare un mondo rimpicciolito in scala
 
un plastico senza persone.
 
Luoghi di assenze
 
Il silenzio assordante del nulla.
 
E’ come se le radici di un albero
 
prima certe e sicure
 
ora si stessero sfilacciando
 
rendendo insicura la presa dell’albero al terreno. Alcune presenze non sono più costanti
 
altre sono svanite.
 
Intorno ai miei occhi un quadro fermo.
 
Una natura morta.
 
La mancanza ferisce come una lama
 
il taglio è sottile e poco profondo
 
ma sanguina a lungo.
 
Poi d’improvviso mi sveglio.
 
La ragione è la sola arma vincente
 
tampono la ferita, il sangue si arresta.
 
Dal quadro prendono a muoversi figure compongono scene di vita.
 
Qualcuno rinasce dalle ceneri della fenice.
 
 
 
'''COVID 19'''
 
''Di Enrica Recalcati''
 
 
Il mio cuore
 
è arido
 
come la mia penna
 
madida di sudore
 
spento
 
il fumo alcolico della passione
 
ogni gesto vibra
 
desiderio di rivalsa
 
voglio riprendermi il mondo
 
desidero con ogni mia fibra
 
ogni muscolo che in me vive
 
desidero il possesso delle cose perse.
 
Trasporto altrove questa primavera senza fiori
 
voglio rialzarmi
 
voglio valere
 
almeno una briciola di pane per un pettirosso affamato. Attendo
 
il sorriso del filo di lana.
 
Aspetto
 
il fiato caldo
 
libero il demone
 
prendo la brezza.
 
 
 
'''PER NOI'''
 
''Di Paola Mara De Maestri''
 
 
Per noi uomini
 
che fino a ieri
 
ci prendevamo la mano
 
ed era cosa da sempre
 
sfiorare il nostro respiro
 
in coda ai musei
 
e il tocco della vita
 
era l’abbraccio dei nonni.
 
Per noi uomini
 
ancora alla ricerca
 
della nostra primavera
 
per i giorni che verranno
 
nascondendo il sorrido
 
sotto una mascherina,
 
cattureremo lo sguardo
 
impaurito di chi cammina
 
sullo stesso lato del marciapiede.
 
Stampiamo nella nostra mente
 
rammendiamo il  cuore
 
perché i nostri figli
 
e i figli a venire
 
dovranno di nuovo imparare
 
sul nostro ricordo
 
a fidarsi
 
a stringersi
 
a sentirsi vivi
 
nella novella umanità.
 
 
 
'''QUESTO TEMPO, NON È PIÙ NOSTRO'''
 
''Di Costantino Posa''
 
 
Non c'è tempo per i baci sulle labbra.
 
Non c'è tempo per stringere una mano.
 
Non c'è tempo per accarezzarsi
 
e ritrovarsi altrove.
 
Ora che è sera, aspettiamo il mattino.
 
Non c'è tempo, anche se è primavera.
 
Le pareti delle case
 
sono le nostre vetrine nel mondo.
 
Non c'è tempo
 
per sorridere a squarciagola.
 
Ora che la vita ci ha divisi
 
possiamo solo guardarci negli occhi.
 
Fissarci al di sopra di una mascherina
 
e sorridere dentro.
 
Non c'è tempo per correre
 
tra fili d'erba e fiori abbandonati.
 
Non c'è tempo per ascoltare il vento
 
e aspettare il via
 
per riprendere il cammino.
 
E' tempo di mostrare il petto,
 
le croci e ringraziare chi per noi
 
ha preso il nostro posto.
 
 
 
'''CAPOLINEA'''
 
''Di Antonio Capolongo''
 
 
Di certo un punto nero, non previsto
 
quando il tempo era stretto in un palmo
 
parole, sguardi flessi in piano calmo,
 
non esisteva altro che il non visto.
 
Eppure ha avuto una durata
 
tanti anni indotti a domandare,
 
chiamare gente solo per parlare
 
o riempire, sì, vuoti di una data.
 
Di colpo mi ha dato smarrimento
 
viandante nelle pieghe dell’incerto
 
sentivo sgretolarsi la bellezza
 
che, tuttavia, restava nell’ebbrezza
 
di un canto resistente all’inferto
 
colpo, inerme verso il sentimento.
 
 
 
'''MOURIR SEUL'''
 
''Di Marco Perna''
 
 
Je n'ai pas couru,
 
je suis resté chez moi.
 
Je préfère rester seul à la maison,
 
ne voir personne, ne pas échanger un mot.
 
C'est dur, je sais,
 
je n'y suis pas habitué,
 
mais je vois les gens tomber malades,
 
je les vois partir, sans pouvoir dire au revoir, … adieu.
 
Je sens le poids de cette douleur écraser le poids de mes petites renonces,
 
je me vois impuissant devant les médecins épuisés,
 
héros d'une guerre jamais déclarée,
 
jamais prise au sérieux, toujours sous estimée,
 
même devant les morts, amenés par l'armée,
 
dans leurs dernier, macabre défilé.
 
Personne à leur coté,
 
personne pour les pleurer,
 
personne qui se questionne sur comment on y est arrivés.
 
Personne, enfin, qui montre de la pitié.
 
Mourir seul c'est le châtiment
 
de la peste du moment
 
contre l’égoïsme de l’homme actuel
 
et sa solidarité, seulement, virtuelle.
<br />
===Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile ed al Personale Sanitario nazionale===
 
 
'''MI CHIAMO ITALIA'''
 
''Di Angela Arbia''
 
 
Mi chiamo Italia e sono una nazione
 
sono in ginocchio,sembro in punizione.
 
Un virus invisibile all’ occhio umano
 
ha rovinato il mio aspetto ,venuto da lontano.
 
Coronavirus l’hann battezzato
 
e anche il mio popolo ha accidentato.
 
Molti son morti, mi duole il cuore!
 
Altri sono in casa… nel loro tepore.
 
La gente che in strada prima si affollava
 
ora ha paura e le mani si lava.
 
Si teme il peggio, certo lo so!
 
Ma sono sicura che ce la farò.
 
Anche se i vicini mi hann chiuso le porte,
 
io resisto…ho mille scorte.
 
Ho fatto del bene al mondo intero
 
mi sono distinta e questo è vero.
 
Ho aiutato e accolto chi dal dolore scappava
 
dato ristoro a chi per vedermi viaggiava.
 
Perciò mi rivolgo alla terra intera
 
per dirle che del mio popolo io sono fiera.
 
Posseggo dei medici che mi fanno onore,
 
che nel lavoro ci mettono il cuore
 
e sono sicura che le mie “grandi menti”
 
faranno presto tutti contenti:
 
con grande sacrificio e competenza
 
al virus maligno daran dissolvenza.
 
Così il mio popolo che mai non demorde
 
unito  con zelo e sempre  concorde
 
da nord a sud fedele alla mia bandiera
 
mi farà rinascere a vita austera.
 
 
 
'''AL TEMPO DEL CORONAVIRUS'''
 
''Di Francesca Calasso''
 
 
Anime sparute
 
cogli occhi un po’ stretti
 
dalla paura  e l’incredulità commiste,
 
come spettri senza identità
 
s’anfanano lente e circospette
 
nelle città morte
 
e silenziate dalla virulenza che incetta
 
nell’ etra morbido e odoroso
 
del  Paese bello.
 
 
E, nel crepuscolo  
 
per le vie deserte
 
traluce la notturna lampa
 
e  le finestre chiuse
 
s’irraggiano di luce -
 
Chissà al di là delle mura quale amore !
 
 
Frattanto,  in lontananza
 
il batacchio commemora
 
e  l’Inno echeggia  -
 
alla schiava di Roma
 
ne reclama la chioma.
 
 
 
'''NUMERI SENZA VOLTO'''
 
''Di Marina Doria''
 
 
Siamo numeri,
 
senza nome,
 
senza volto
 
con una solitudine
 
senza lacrime.
 
Refoli di vento accompagnano
 
l' ultimo viaggio
 
in un silenzio
 
che pare spettrale..
 
Soli,
 
soli in una rispettosa lontananza
 
senza un abbraccio
 
senza un saluto
 
senza sapere
 
dove andremo.
 
Un giorno,
 
forse,
 
canteremo
 
o ,forse, non avremo
 
più voce.
 
Cercheremo risposte
 
a domande
 
mai domandate :
 
saremo ancora noi?
 
Forse sì
 
ma con il cuore spezzato
 
da tanti numeri...
 
Senza nome, senza volto..
 
 
 
'''DANZO, DANZI, DANZIAMO'''
 
''Di Laura Montana Lampo''
 
 
La mia mente viaggia
 
Mentre chiudo gli occhi,
 
la luce è vicina,
 
ma non abbastanza da poterla vedere
 
La mia anima è in fiamme,
 
ma brucia lentamente
 
e le ore sono quasi terminate
 
Sono sull’orlo del precipizio,
 
continuo a ballare con un piede
 
pronta a volare
 
sopra il cielo aperto
 
I miei occhi poi si riaprono,
 
così scendo e inizio a correre
 
Non so dove ma vado senza direzione
 
Là da qualche parte
 
Forse c’è,
 
forse ci sei e ci sono
 
 
 
'''CANTO ALLA VITA'''
 
''Di Marcello Caccialanza''
 
 
Angelo silenzioso
 
Nella difficoltà
 
Tu appari assai meraviglioso
 
 
Angelo suadente
 
Tu con dedizione
 
Supporti la salute
 
Della gente
 
 
Figura illuminata
 
Che fatica la giornata
 
Lotti e combatti
 
Stai pur certo
 
Non ti abbatti
 
 
Nel silenzio della sera
 
Un miracolo lui spera
 
non sia solo una chimera
 
 
 
angelo sorridente
 
tu non ti aspetti niente
 
tutto è cuore
 
affinché nulla muore
 
 
io con la mia
 
piccolezza
 
ti ringrazio per la tua
 
bellezza
 
bellezza d’intento
 
che illumina il firmamento
 
 
 
'''QUESTA LUNGA INNATURALE NOTTE'''
 
''Di Giuseppina Giudice''
 
 
Questa lunga innaturale notte invernale,
 
con le sue paure ,l’angoscia,la sofferenza,
 
con la morte,la disperazione,il pianto di tanti, finirà!
 
La luce già filtra dai vetri.
 
L’aria sa di una insolita primavera,
 
gli uccelli volano inconsapevoli.
 
Forse, si chiedono  perché le strade sono quasi deserte ,
 
perché ogni rumore si è attenuato.
 
Il loro volo gioioso è speranza di vita per noi,
 
che li osserviamo dai vetri con i nostri bambini.
 
Il loro canto ha preso il posto
 
del vocio dei bambini nelle strade,
 
delle urla dei ragazzi ,
 
dei clacson assordanti,
 
del chiacchiericcio della gente.
 
Ma il cielo ,a guardarlo meglio ,è già più azzurro,
 
l’aria è più tiepida,i fiori sbocciano  come sempre…
 
Il nemico è in ritirata.
 
La vita è fuori ,
 
e ci aspetta .
 
Tra poco saremo lì ad abbracciarci ,
 
a raccontarci ciò che abbiamo fatto,
 
pensato  e compreso ,nei giorni dell’attesa.
 
Ci diremo che è stata dura ,
 
ma che abbiamo  riscoperto l’amore ,
 
la tenerezza,la comprensione ,l’altruismo,
 
che ci siamo sentiti un tutt’uno
 
da nord a sud ,
 
da est ad ovest.
 
Diremo che abbiamo pregato ,pianto ,sofferto
 
per i fratelli che non ce l’hanno fatta.
 
Ringrazieremo coloro che  hanno sfidato
 
il nemico invisibile per noi.
 
Confesseremo che abbiamo compreso,
 
consapevolmente il senso della vita ,
 
del rispetto che merita
 
e che l’ameremo di più!
 
 
 
'''COS’È L’AMORE'''
 
''Di Elvira Giordano''
 
 
Quante cose di fanno,
 
si dicono,
 
si sono dette e fatte
 
in nome di questo strano sentimento.
 
Amore usato
 
come giustificazione,
 
come scopo,
 
come desiderio.
 
Amore per sé stessi,
 
amore per l’amore.
 
Questo impulso insito nell’uomo è unico o ha varie forme?
 
Cos’è veramente l’amore,
 
questo concetto astratto che fa girare il mondo?
 
L’amore è la più sottile,
 
inspiegabile,
 
contorta forma di altruismo.
 
È vero solo quando si dona senza aspettare nulla in cambio,
 
solo quando si onora.
 
L’amore è rispetto per noi stessi,
 
per la natura,
 
per gli animali,
 
per il prossimo,
 
per la libertà.
 
Tutte forme di amore che si fondono all’unisono e
 
donano speranza per un mondo migliore.
 
 
 
'''IN PRINCIPIO ERA IL NULLA'''
 
''Di Valentina Simona Bufano''
 
 
In principio era il nulla, il tutto
 
era piccolo così
 
Camminavo veloce e non vedevo niente
 
Facevo il mio lavoro e prendevo lo stipendio.
 
Ma esistevo, io, prima di questo?
 
Poi, un senso di pressione sul mio petto:
 
la paura di me prende possesso.
 
"Lui" è cresciuto; ha ucciso il mio vicino
 
quello che picchiavo quand'ero ragazzino.
 
Ho avvisato io la moglie.
 
Ho sorriso al suo bambino.
 
Siamo usciti per strada
 
e l'abbiamo pagata.
 
Ora stiamo in casa, in casa
 
mentre là fuori
 
nascono i frutti e ridono i fiori.
 
Un mio amico è caduto
 
ha respirato polvere di strada
 
sua madre si è ammalata.
 
Il mio respiro è corto.
 
Il Signore, dicono, è risorto
 
e se cerco il cielo con uno sguardo diritto
 
lo vedo bianco e duro,
 
gelido come un soffitto.
 
Sgretolo il biscotto dentro la mia tazza.
 
Dovrò lavorare anche a Pasqua?
 
Entro preparato, ricevo due notizie,
 
sospiro senza fiato.
 
No, non ero preparato...
 
Ho ancora sulla lingua sapore di biscotto.
 
Mi scappa la pipì, quasi me la faccio addosso.
 
Io che la vita amo
 
(nel mio cuore arde una fiamma!)
 
prima chiamo il mio amico
 
poi chiamo la mia mamma.
 
 
 
'''PADIGLIONE 18'''
 
''Di Tiziana Monari''
 
 
Ed in queste sere lunghe
 
le vedo le gole chiare nel fiore della notte
 
i seni vergini, gli occhi d’ombra
 
la disordinata stagione del dolore
 
 
duole la vita
 
in giorni di vento e di tempesta
 
dove l’ultimo assedio della rosa tace
 
ed il soffio della sera accarezza il lento germogliare dell’inverno
 
i fuochi fatui di notti senza stelle.
 
 
Le sento le mani calde dell’insonnia
 
gli occhi che brillano pieni di pioggia
 
il rullo dei tamburi della morte
 
al padiglione diciotto
 
 
in queste stanze spoglie dove le illusioni perdono i contorni
 
dove tutto sta precipitando nell’oblio
 
dove ci sono sorrisi che non hanno labbra
 
ed il dolce vizio di postura della morte
 
ci siede accanto
 
senza permesso, senza alcuna tregua.
 
 
Combatto in prima linea
 
generale senza fucile e senza stella
 
adagiandomi nelle piccole malie del cuore
 
contando  un cielo che ha capovolto la deriva
 
 
gli orologi  non hanno più ore
 
ed è quasi bella la morte nella sciarpa azzurra
 
che trattiene una carezza sul collo
 
 
ed intanto la neve scende sui viali
 
rossa, come papaveri che accarezzano il vento
 
in attesa del peso del sole, di un bagliore acceso d’azzurro.
 
 
L’ultimo sogno di primavera.
 
 
 
'''NOTTI BIANCHE'''
 
''Di Sebastiano Mario Fiori''
 
 
Notti bianche
 
in corsia,
 
senza paura,
 
per combattere
 
un virus,
 
salvare altre vite,
 
sfidando la morte,
 
eroi silenziosi.
 
Notti bianche
 
in corsia,
 
nel tempo sospeso,
 
tra caschi e tubi,
 
respiri interrotti,
 
risvegli improvvisi,
 
sempre di corsa,
 
eroi silenziosi.
 
Notti bianche
 
in corsia,
 
lontano da casa,
 
vicino a chi soffre,
 
combattono la guerra
 
con tutte le forze,
 
aspettano l’alba,
 
eroi silenziosi.
 
 
 
'''AVRÒ FIATO'''
 
''Di Cinzia Manetti''
 
 
Per redimere il silenzio
 
di notti insonni,
 
di tenerezza di mani giunte
 
di  creature malate.
 
Prostrate
 
come fiori recisi,
 
Schiave del dolore.
 
Prigioniere della solitudine,
 
di lacrime salate,
 
di mani legate,
 
di fragili pareti desolate.
 
Avrò fiato per oltrepassare
 
i recinti del pianto,
 
le malinconie del nostro tempo,
 
i baratri di dolore.
 
Pioggia per lavare le ferite,
 
piedi, mani da slegare,
 
Medici ed infermieri da ringraziare
 
Armonia e speranza nel Cuore da svelare.
 
Avrò voce e nuova Luce,
 
ed un mondo senza nuvole,
 
Sorrisi che accarezzano la pelle
 
senza più maschere.
 
Avrò Anime e danze,
 
di mani issate al Cielo a benedire,
 
in nuove albe e  tramonti,  
 
e giorni di Vita e Libertà da inventare
 
Fiori nati ai bordi delle strade,
 
dove i semi con coraggio
 
spaccano zolle,
 
offrendo al cielo dolcezze d'Amore.
 
''Il tuo sorriso di ieri e di oggi''
 
''e' la più bella carezza d'Amore.''
 
''Grazie a te per avermi insegnato''
 
''che incontrare la Vita''
 
''e' Abbracciare''
 
''tutto questo Amore.''
 
 
 
'''UNA DIVISA'''
 
''Di Caterina Muccitelli''
 
 
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
 
Se a volte abbiamo pensato ‘quanta arroganza questo medico!’
 
non avevamo considerato i decenni di studio e l’abnegazione per il suo lavoro.
 
Se a volte abbiamo detto ‘questo infermiere sembra capire tutto lui!’
 
non supponevamo la sua indispensabilità in circostanze estreme.
 
Se a volte abbiamo inveito contro le forze dell’ordine ‘sembrano dei padri eterni!’
 
non credevamo di doverli ringraziare per i posti di blocco a nostra tutela.
 
Abbiamo dato per scontato molte cose nella nostra vita
 
bypassando dei comportamenti essenziali rimandandoli al dopo.
 
Per moltissimi non c’è più un dopo.
 
Ringraziamo quel medico che ha permesso di respirare
 
quell’infermiere che ha concesso l’ultimo saluto ad una madre
 
quel poliziotto che ha portato la spesa all’anziano
 
quell’inserviente che sanifica ogni giorno gli ambienti
 
quell’operatore ecologico che mantiene la città pulita…
 
tutti coloro, i servizi essenziali, che continuano a lavorare per garantirci una vita futura.
 
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
 
 
 
'''TU!'''
 
''Di Franco Frijio''
 
 
Quando ci si sente soli
 
Quando ci si sente inutili
 
Quando ci si sente incapaci
 
Quando ci si sente....
 
Questo
 
dir  voglio a Te!
 
Si !
 
proprio a Te !
 
Tu
 
che stai dando potere
 
a ciò che potere non ha.
 
Tu
 
che hai creato ogni cosa
 
fin
 
dal più
 
remoto passato...
 
Tu che sei
 
Tu che sai
 
Tu che hai.
 
Tu
 
che per errori del passato
 
ti sei punito,
 
ritirato
 
e hai non più creato...
 
Ammira
 
un cielo stellato...
 
Sei Tu
 
ad averlo creato.
 
Il sorriso d'un bambino
 
ti ringrazia
 
perché Tu lo tenga
 
a te vicino.
 
Non c'è nulla
 
che in te non va!
 
paura,
 
odio,
 
rancore,
 
potere non hanno,
 
perché
 
Tu  sei
 
Tu  sai
 
Tu  hai
 
Tu  puoi
 
Tu........
 
 
 
'''INSEGUENDO LA FELICITÀ'''
 
''Di Alessandro Amalfitano''
 
 
Dove trovi giovamento
 
In un meriggio di isolamento?
 
Nel profumo delle aiuole
 
In una bella giornata di sole
 
Un gatto passa miagolando
 
Ed un cane abbaia di rimando
 
Il garrito di un pappagallo
 
La purezza di quel fiore giallo
 
Nato da un seme che non hai piantato
 
Che il munifico vento ti ha regalato
 
Il vicino ti saluta sorridente
 
Lo conosci appena ma ora non fa niente
 
Siete entrambi nella stessa situazione
 
Inseguendo la felicità affacciati ad un balcone
 
 
 
'''VIRUS REMIX'''
 
''Di Alessandro Lanucara''
 
 
Dice che stavan bene i due vecchietti
 
ma questa non è mica un’influenza!
 
e se ne sono andati via a braccetto
 
senza potergli dire addio ''PAZIENZA!''
 
 
''I MUSI GIALLI SONO UN’ALTRA COSA!''
 
''SI GIOCHI PURE A PORTE SPALANCATE!''
 
e adesso che siam barricati in casa
 
chi inventa mascherine colorate
 
 
chi dagli scranni dell’unionimato
 
ci tende un dito in similitaliota
 
chi porta a spasso fiaccole olimpiote
 
 
chi porta a casa pacchi a carrellate
 
chi sfodera un’allegra scampagnata
 
chi gioca a ''il dottore è l’ammalato''
 
 
''e quest’è la ballata''
 
''dei nuovi contagiati del cordoglio''
 
''dell’umana idiozia e del portafoglio''
 
 
 
'''MASCHERINA AZZURRA'''
 
''Di Elena Maneo''
 
 
C’è paura dentro di me,
 
nella gola lucida di febbre
 
la fitta vergognosa che dissesta
 
la mia voce
 
striata come lacrime sul volto.
 
Ricordo parole dolci
 
del mio amore, quando
 
a Natale, mi promise mille abbracci
 
dal sapore antico.
 
La solitudine, guardiana che muta
 
perennemente
 
nel mio intimo innocente,
 
che spinge a lottare
 
per mantenere il respiro
 
che agita la vita,
 
nell’oscurità del pozzo che avvolge
 
la diafana anima guerriera.
 
E questa mascherina azzurra
 
copre le rosee parole
 
impresse nella memoria,
 
in una ferrea giornata di sole,
 
con il mondo che indossa
 
una veste che sconvolge.
 
 
 
'''A NOI'''
 
''Di Anna Polin''
 
 
Siamo stati toccati
 
ora si cade
 
uno a uno
 
ora si muore.
 
Non temere, è sempre stato così
 
ora lo puoi vedere.
 
Lo so, temi quell'attimo
 
senza alcuna mano
 
l'ultimo vedere
 
senza apparente calore.
 
Ma sei sempre stato solo
 
nessuno ti segue nel morire
 
è un varco
 
è un non sapere.
 
Io prego che ci svegli ora
 
quell'ultimo terrore
 
che sia un chiarore grande
 
che ci riporta a casa.
 
Apparteniamo a un unico palpito.
 
Tu appartieni.
 
Credevi che marito, figlio,
 
amante, lavoro,                              
 
madre, fratello, amico,
 
fossero altro da te
 
ma eri sempre tu,
 
anche quando li hai
 
visti morire.
 
Ma stai attento
 
non è un “tu”
 
che ha solo  nome e cognome
 
è il bene di tutti, un unico andare
 
scanzonato a volte
 
altre doloroso.
 
Resta sul crinale.
 
Non temere, non temere.
 
 
 
'''AFFACCIATA ALLA FINESTRA'''
 
''Di Patrizia Pierandrei''
 
 
Affacciata alla finestra guardo ammutolita
 
la strada vuota e silenziosa,
 
solo qualche  raro passante con la mascherina
 
cammina frettoloso e timoroso,
 
lasciandomi  un senso nostalgico.
 
La primavera quest’anno è solitaria,
 
non ha il movimento di quelle passate,
 
con i ragazzi che facevano le passeggiate,
 
per incontrarsi con le amiche a fare chiacchierate.
 
Quest’anno la città è in silenzio
 
e ci viene la paura di restare da soli,
 
nelle nostre case  in isolamento,
 
soltanto con il lavoro a distanza,
 
aspettando con la speranza,
 
di ritornare di nuovo insieme.
 
Forse presto la rivincita ci sarà
 
e questo periodo d’angoscia finirà,
 
potremo allora rivederci
 
e come sempre abbracciarci.
 
Il ricordo di questa lunga esperienza
 
ci serva  a darci una lezione,
 
per imparare una nuova esistenza,
 
che ci darà una più vera costanza,
 
per riflettere meglio che bisogna cambiare,
 
per un mondo più pulito organizzare.
 
Conto i giorni del calendario,
 
per sapere quanto dura la quarantena,
 
così mi passa un po’ la pena
 
ed aspetto con trepidazione
 
la nuova buona notizia della liberazione
 
dalla stretta via di questa costrizione,
 
sognando di ritornare alla vita in comunione.
 
 
 
'''PRESIDIO POETICO'''
 
''Di Iannarone Marianna''
 
 
Psicosi dei nostri giorni
 
che sai d’affanno e d’ipotesi, imponi l’assedio a
 
questo presidio poetico
 
come ripiego del giorno buio sulla notte insonne
 
varcando la zona rossa:
 
in prima linea la vita
 
uno scudo umano
 
che resta nell’ombra – nonostante il rischio costante e la fatica estenuante –
 
nella battaglia epidemiologica, campo minato di
 
terrore e angoscia.
 
Assolvi dal dolore la speranza che nitida possa uscire
 
da questa trappola.
 
 
 
'''ASPETTANDO L’ALBA'''
 
''Di Gherardo Pozzi''
 
 
Il bacio della sera arrivata
 
ad abbracciare anime sole
 
nella piccola stanza del cuore
 
Il saluto del mattino nuovo
 
che con fatica sboccia sereno
 
superando forse un attimo di paura
 
Paura di non poter ritrovare
 
gli stessi lampi di gioia
 
che l’infanzia ci ha donato
 
La serenita’ che voi regalate a noi
 
col sudore di una fatica immane
 
contro un cielo livido che sembra
 
non ascoltare il battito del cuore
 
Cuore grande come un aquilone
 
che vola alto senza il timore
 
di poter incontrare il sole
 
Voi lo incontrate e lo abbracciate
 
donando a tutti noi quel calore
 
forse dimenticato - temuto
 
Paura d’amare - gioia dell’amore
 
Lo stesso enorme che mettete in tutto
 
il bene che fate aspettando
 
la nuova alba - i nuovi occhi
 
che dovrete incrociare
 
in un lampo eterno di fiducia
 
Accogliendo l’ eco di domande
 
Accogliendo l’ eco di baci donati
 
Voi madri
 
Voi padri
 
Voi figli
 
In un unico abbraccio senza tempo
 
Gratitudine
 
Amore
 
Fratellanza
 
Nel cielo inazzurrito
 
Grazie
 
 
 
'''IL SERENO TORNERÀ'''
 
''Di Agostina Spagnuolo''
 
 
Usciremo ancora a farci carezzare
 
dal sole che mai è impallidito
 
mentre noi si cadeva nel baratro
 
che ci trovò impotenti ognuno
 
nella solitudine del pianto.
 
Risucchiati nell’ingorgo, improvviso,
 
ci siamo dimenati per emergere.
 
Abbiamo misurato il limite,
 
noi che ci eravamo ritenuti dèi.
 
Ci siamo scontrati faccia a faccia
 
col muro della superbia antica.
 
Abbiamo conosciuto la paura.
 
E abbiamo maturato una promessa,
 
quella di realizzare il sogno,
 
sempre maltrattato, della fratellanza
 
da coltivare come una rosa a maggio.
 
E siamo crisalidi sempre pronte
 
a orizzonti dove poter volare,
 
e delfini a contorcersi nel mare
 
come bambini che giocano a chi
 
salta più in alto. Il sereno tornerà
 
con la nuova alba, nella foresta
 
degli equilibri infine ritrovati.
 
 
 
'''ALLUNGO LA MANO'''
 
''Di Chiara Marinoni''
 
 
Allungo la mano
 
sfiorando  i petali
 
di un sogno spezzato.
 
Attendo il vento
 
per consegnare quel seme
 
di sorriso, di bacio o di abbraccio
 
come corolla di un grazie.
 
Non so quando sarò libera
 
il velo ricopre il mio dire
 
il nostro viverci
 
l’acqua corrente dell’amore
 
guarda con affanno
 
questo ultimo viaggio
 
gli occhi che parlano alle lacrime
 
di un addio stanco e ferito.
 
Il muto silenzio pervade
 
e la preghiera accompagna
 
il fiore oltre la corrente.
 
Respiro vivendo dei tuoi baci
 
senza labbra, solo cuore.
 
 
 
'''ANGELI SENZ’ALI'''
 
''Di Stefania Siani''
 
 
Cosi si fondono
 
sospiri e lacrime,
 
negli occhi colmi di paura,
 
mentre un’altra barella
 
carica di umano dolore
 
attraversa i frenetici corridoi.
 
Barlume timido
 
di una paventata serenità,
 
speranza si culla
 
tra acerbe promesse di vita,
 
timore imprigionato
 
dentro bianche mascherine .
 
E cala la notte
 
sui corridoi asettici e silenti,
 
mentre un grido si contrae
 
per ogni respiro mancato,
 
sul tempo tiranno,
 
su ogni vita spezzata
 
da un nemico invisibile,
 
da angeli senza ali combattuto.
 
 
 
'''LA SPERANZA'''
 
''Di Mauro Lo Sole''
 
 
Ciao; sono la speranza...
 
dammi la mano e ci conosceremo;
 
dammi la mano ci  saluteremo;
 
dammi la mano ci sfioreremo;
 
dammi la mano ci accarezzeremo;
 
dammi la mano ci ameremo;
 
dammi la mano ci abbracceremo;
 
dammi la mano cammineremo;
 
dammi la mano danzeremo;
 
dammi la mano vivremo...
 
Sono la speranza,
 
la voglia di stringere te.
 
 
 
'''ANGELI'''
 
''Di Iannotta Alessandra''
 
 
Dicono che abitate tra le stelle
 
che giocate a nascondino tra le nuvole.
 
Io ne ho visti qui in terra.
 
Sono donne, uomini, come noi.
 
Hanno luce dentro.
 
Nei loro occhi brilla la fiamma
 
di chi Sa.
 
Quella di chi non Teme,
 
di chi Ascolta  e Fa.
 
Angeli in terra
 
Grazie di esserci.
 
 
 
'''NEL TUO SGUARDO'''
 
''Di Massimo Gallazzi''
 
 
Nel tuo sguardo
 
si specchiano i miei occhi di paura,
 
E sento poesia
 
mentre i tuoi sorridono
 
sussurrando "andrà tutto bene ".
 
Nel tuo sguardo
 
si cela l'angoscia di essere al fronte,
 
a sparare al nemico,
 
Armati di scudo da capo a piedi,
 
persino nelle notti
 
a vegliare con le lampare,
 
sul respiro silente
 
di chi è coperto
 
da macchine artificiali.
 
Le bombe mi faranno guarire,
 
e tu, sorridendo, applaudirai,
 
per una Vittoria preannunciata
 
In una calda stretta di mano.
 
"C'è ancora tempo per andare lontano ".
 
Nel tuo sguardo,
 
osservo silente e fiero
 
un timido eroe di umiltà vestito.
 
Nel mio sguardo
 
Vedrai il mio grazie,
 
distante ma pur sempre vicino.
 
 
 
'''COVID-DICIAMONO'''
 
''Di Emilio Bifronte''
 
 
Vaghi per il mondo col tuo invisibile destriero,
 
percuoti prima del petto l'autenticità del vero,
 
pronta a confonder la gente se appestata
 
o non di meno incazzata per un sentiero non percorso.
 
Siamo pronti a lottare, a oppugnarti:
 
se ci minacci, noi staremo a casa a mostrarti superiorità;
 
se ci separi negli affetti e negli abbracci,
 
ancor più forte urleremo
 
cosicché le orecchie traghettino al cuore la nostra unione;
 
se ci distruggi il presente penseremo al passato,
 
a ciò che è stato e che riavremo nel futuro conquistato;
 
se Dio ci avesse voluto abbandonare,
 
più sigilli avrebbe spezzato,
 
dando all'apocalisse il via
 
ma fermata da angeli in camice in corsia;
 
se il tuo passo invisibile e vigliacco strisciasse fino ai polmoni,
 
cercheremo di intonare poesie e canzoni di autori del Paese,
 
del Bel Paese che sto ad abitare,
 
dello Stivale che è già pronto a schiacciare col suo tacco il virus orientale;
 
se ci sarà la caccia alle streghe spegneremo le torce
 
e spezzeremo i forconi con gesti solidali e gentili,
 
perché per una volta abbiamo ben compreso
 
che non siamo invincibili, immortali,
 
non siamo i padroni dell'oggi ma i costruttori del domani.
 
E se, per caso, tu volessi presentarci la signora morte,
 
noi scortesemente diremo "aspetta, la scelgo io la mia sorte!"
 
 
 
'''UN LUNGO INVERNO'''
 
''Di Lolita Rinforzi''
 
 
Le ultime sere d’ inverno
 
sembrano riportarci indietro
 
in una stagione
 
che mai abbandonerà i nostri ricordi.
 
Viviamo nella paura del giorno da trascorrere
 
e nell’ansia di un domani
 
avvolto dalle difficoltà del vivere.
 
Non possiamo uscire.
 
La nostra vita
 
somiglia ad un film di fantascienza
 
racchiusa nelle notizie dei telegiornali.
 
Si rispecchia
 
in numeri che non vorremmo più sentire
 
e in volti segnati dalla fatica e dal dolore.
 
Ma quando accendo il fuoco nel camino
 
la mente si distrae
 
lo sguardo
 
attratto dalla fiamma viva
 
inganna la paura.
 
Il corpo si riscalda
 
immaginandosi avvolto in un abbraccio.
 
Il cuore si placa
 
per dare spazio a un’immancabile speranza…
 
 
 
'''QUARANTENA, DOMENICA DELLE PALME'''
 
''Di Fabio Mattiuzzo''
 
 
Tutte le case
 
ascoltano ll
 
Il vento
 
ne distribuisce il suono
 
come chi,
 
con le mani, distribuisce il pane
 
perché non manchi a nessuno;
 
un po’ qua,
 
un po’ là,
 
poi girando,
 
nel paese
 
altrove.
 
 
(campane)
 
In una pausa
 
le saluta
 
coi rami la mimosa.
 
 
Gli uccellini, come
 
Bambini,
 
non smettono di giocare;
 
non hanno tempo
 
loro:
 
devono cantare.
 
Non lo sanno loro
 
 
Di commuoversi
 
 
eh…
 
 
 
'''IL POETA'''
 
''Di Maria Pizzuoli''
 
 
Poeta, dal greco poieo
 
che vuol dire “io creo”.
 
Poeta è chi crea.
 
Io non posso creare,
 
è il vento a mancare
 
che squarci la nebbia
 
d’un futuro sfocato.
 
Io fuggo i pensieri
 
dentro casa mia.
 
Ci sentivamo onnipotenti,
 
urlavamo:”Viva gl’ignoranti”,
 
ora chiamiamo i sapienti.
 
Ciò che accade
 
via non va,
 
dentro ci resterà.
 
Eppure in me vedo
 
soffiare l’energia
 
che dell’immaginazione è la via
 
che sogna un futuro migliore.
 
 
 
'''NEMICO INVISIBILE'''
 
''Di Giuseppe Leccardi''
 
 
Il destino è nelle nostre mani
 
nella coscienza che impone l’osservanza
 
di leggi, norme, regole e divieti
 
per la nostra e l’altrui sopravvivenza.
 
 
E’ necessaria l’unità d’intenti,
 
la coesione per vincere la guerra
 
contro un nemico invisibile, crudele
 
subdolo ladro di vite e respiro.
 
 
Plaudo ai medici, infermieri e volontari
 
che in prima linea rischiano del loro,
 
eroi senza medaglie né diplomi,
 
senza il nome scritto sui giornali
 
né un vate come Omero che li onori.
 
 
 
'''A TE, COVID 19'''
 
''Di Teresa Cacciatore''
 
 
Non togli l'aria dietro una mascherina:
 
respiro la vita al primo vagito,
 
scalda il sorriso degli occhi:
 
guardano dentro
 
in un  tesoro nascosto
 
- nell'acqua il principio della vita.
 
Non tolgono carezze le mani protette
 
sfregate senza colpa su mondo impuro
 
e quand'è che sono fuori dalla soglia
 
un manto celeste invade
 
d'un cielo fedele su di noi.
 
 
 
'''ONORARE L’ISTANTE'''
 
''Di Nunzia Dimarsico''
 
 
Celebreremo il giorno
 
dopo la morte di questo tempo
 
e leveremo le mani al cielo
 
per onorare l’istante,
 
lo faremo come presago di un dono
 
e con i brividi nella memoria.
 
Celebreremo quel giorno
 
con la concretezza nello spazio
 
e con il silenzio che premerà sulle labbra.
 
Celebreremo ogni giorno… poi
 
con la preghiera ripassata nelle albe,
 
e non lo dimenticheremo questo tempo
 
e la sua furia terrestre!
 
 
'''COVID 19'''
 
''Di Mario Berto''
 
 
Lo sanno i fiori del campo?
 
Lo sanno gli uccelli dell'aria?
 
Lo sa la Primavera imminente
 
dell'uomo appestato e morente?
 
Del morbo che uccide,
 
ancora latente?
 
Dei nostri spiriti fiacchi,
 
pronti a rimpallarci le colpe?
 
Il pensiero più cupo,
 
nella brezza si perde,
 
e triste viene la sera.
 
Nel vento a noi giunge
 
la notte più nera
 
ed i sogni s'involano in cielo,
 
magari i più belli,
 
lasciandoci a terra.
 
Solo il male
 
che l'uomo divora
 
in una stretta di mano tradisce.
 
Poter parlare, un saluto,
 
all'amico morente
 
donare un sorriso,
 
una carezza, un abbracio
 
o l'ultimo bacio all'amata
 
dal morbo tiranno
 
ogni gesto d'affetto
 
oggi è bandito.
 
 
 
'''VIA PERFETTA'''
 
''Di Alessandro Corsi''
 
 
Getta le ombre
 
là dove le trovi,
 
per non portarle con te
 
nel tuo cammino
 
fatto di luce
 
e di speranze belle.
 
 
Le ombre sono sassi,
 
sono zavorre dure
 
per qualunque esistenza
 
che voglia crescere
 
come un fiore al sole.
 
 
Poi, quando le ombre
 
saranno un mucchio
 
alle tue spalle,
 
la tua strada
 
sarà una via perfetta
 
senza pozzanghere
 
a sporcarti i piedi:
 
a mormorarti pianti,
 
o altre sofferenze,
 
che fanno umidore
 
o palude dei tuoi occhi.
 
 
Essere vivi così,
 
con le ombre alle spalle,
 
è il sogno più bello
 
da vivere nei giorni.
 
 
'''RITORNERÀ L’AURORA'''
 
''Di Pietro Lapiana''
 
 
Le piazze son deserte,
 
nelle vie s’ode il silenzio,
 
fitte tenebre addensate
 
tra il chiarore della luna
 
che lentamente si consuma.
 
Divampa il covid brutale
 
come d’agosto nel bosco,
 
un denso fumo alza la bruma,
 
la morte è tanta e dura,
 
incombe un’ombra spettrale,
 
occorre stare in casa
 
chiuso tra quattro mura.
 
Prigioniero della fatalità,
 
la solitudine mi fa compagnia,
 
timore, angoscia e dolore
 
creano vuoti e sensi d’inferiorità
 
che ognor  spezzano l’anima mia.
 
Il tempo passa silenzioso,
 
le voci, gli abbracci, i sorrisi
 
sembrano di lontani anni,
 
parole taciute e lacrime celate
 
danno soltanto continui affanni.
 
Ma sogno ancora un’alba chiara
 
che gli occhi miei mai videro,
 
una via luminosa e rara
 
di bene e di speranza desidero.
 
La vita perenne cammina,
 
la notte se ne va poco ancora,
 
la gente alla luce si avvicina
 
e presto ritornerà l’aurora.
 
Sui balconi sventola il tricolore,
 
vecchi e giovani cantano l’inno,
 
ai medici e al paese fanno onore
 
distanti ma virtualmente uniti,
 
sorridenti e senza alcun tremore.
 
Come le rondini i giorni saranno,
 
annunciano la beltà della primavera,
 
morte e paura invano non passeranno,
 
tutti scopriremo il senso della vita vera.
 
Dall’abisso di sicuro usciremo ,
 
alzeremo lo sguardo al cielo
 
dove risplende il fulgido sole,
 
ci stringeremo l’un l’altro al cuore
 
per ricostruire un mondo migliore.
 
 
 
'''PREZIOSE STRANEZZE'''
 
''Di Giulia Baldassarri''
 
 
L’uomo è una stranezza.
 
Qualcuno riesce a vederci
 
Del prezioso
 
Al punto da porsi in prima linea
 
Nella battaglia contro l’ignoto
 
Iniziata a Febbraio d’un anno
 
Eterno.
 
Il dialogo fra il suono
 
Bellico dell’acciaio
 
Ed i tenaci sospiri
 
Scalda le gocce di resilienza
 
Che evaporano in stille di miracoli:
 
Rinascono migliaia di stranezze.
 
 
 
'''TULIPANO'''
 
''Di Alessandro Canfora''
 
 
Nel fiore del mondo nasci come cristallo d'amore
 
e nel sogno di rosso campo di brillante mare,
 
sgorgano essenze e flussi di fiori illuminati
 
che di estasi della tua nascita dal volto di diamante,
 
sono rozzi smeraldi d'amore,
 
nel sogno del tulipano di tuo forte ardore.
 
Nel blu delle meraviglie nasci imperitura
 
e come scultura del fondo, negli abissi dei rossi fiori nel mare,
 
sbocci brillando di profondo amare.
 
I tuoi occhi delle perle,
 
accendono vive acque nascoste del tuo cuore
 
e tuo amore incendiato di gigli fragorosi,
 
accende immagine di vasti campi cocenti
 
che si perdono nel ruscello del mare
 
e nelle acque temerarie vive di fulgente abisso del sole.
 
Significato nasce tra i tuoi occhi che risorgono
 
e brilla il mare che parla,
 
ma nel silenzio scrive parole di intimo lucente,
 
nel sogno che sgorga di rude colore di tuo animo splendente.
 
Nel giorno della vita di spessore d'albore,
 
brillano e nascono fiori focosi di oro d'amore,
 
figli del tuo animo pieno di gioia e fulgore.
 
Sei  nata come smeraldo che danza
 
e nel ballo e nel sogno cubano,
 
nella rossa terra scolpisci parole
 
che splendenti solcano mondi del cuore.
 
Rossa rosa del tuo splendore, parla degli albori
 
e nel segno e nella linea d'oro nasci oggi brillante,
 
nelle terre e negli animi cocenti
 
che son rare perle dei tuoi occhi ardenti ed essenti.
 
 
 
'''LE VOCI DELL’AMORE'''
 
''Di Elvira Giordano''
 
 
Il gorgoglio dei ruscelli,
 
il bisbiglio delle foglie,
 
il soffio dei venti,
 
il fragore delle maree,
 
il rombo della terra,
 
il guaire dei cani,
 
il sussurro dell’anima,
 
il mormorio dei senza nome,
 
il pianto degli indifesi.
 
Voci, solo voci
 
che si perdono nel silenzio dell’avidità,
 
dell’indifferenza,
 
della stupidità.
 
Avidità che corrode l’animo,
 
indifferenza che rende ciechi,  
 
stupidità che rende ottusi,
 
Senza comprendere che
 
Amore significa ascoltare queste voci
 
e solo l’amore dona la felicità.
 
 
 
'''POESIA PER LA VITA'''
 
''Di De Vita Luisa''
 
 
Ti guardavo
 
ma non sapevo vederti
 
mentrerà a meno di un metro mi apparivi
 
solo una donna o un uomo fra tanti.
 
 
Poi quel lui improvviso e
 
invisibile dietro il velo di lacrime
 
amare o commosse
 
È riuscito a schiarirmi la vista
 
 
Dal tuo viso a metà
 
''Vedo'' oggi
 
la profondità dei tuoi occhi
 
Da lontano sei di colpo
 
un gigante
 
 
E scopro uomini e donne
 
 
E sento nel silenzio
 
di città vuote
 
della solidarietà
 
la carezza
 
E del coraggio
 
il calore
 
E lungo strade
 
Tra insegne spente
 
luce di speranza rincuora
 
 
Per la prima volta
 
non sento
 
ma ascolto
 
la tua voce filtrata da
 
un confine che unisce...
 
 
Da un reparto un grido
 
poi un pianto
 
 
"È sano"
 
 
È nuova vita
 
È ancora giorno
 
È ancora gioia
 
 
Che ti giunga
 
o mio Ippocrate
 
il mio plauso
 
 
Che ti giunga
 
mio scudo e mia spada
 
il mio grazie
 
 
 
'''LACRIME'''
 
''Di Riccardo Avanzi''
 
 
I mè lacrim,
 
i lacrim da tanta gent,
 
veglià i mè ben.
 
Un fiùrell,
 
una mam,
 
un nonno
 
campan ca sonan a mort.
 
Altra nòcc sota i stel,
 
che fregg!
 
La lùna, un fulett,
 
una nivula,
 
tanti mort.
 
Stamatina,
 
altar fracass.
 
Aria da mort,
 
in meza i sass.
 
 
 
'''PRIMAVERA'''
 
''Di Marinella Giuni''
 
 
Smettila
 
Di cinguettare su quel ramo
 
Abbassa il tuo capo
 
E piangi
 
Con me
 
Piccole lacrime
 
Perché non è vero
 
Non è vero
 
Che è Primavera
 
 
 
'''TI RACCONTERÒ'''
 
''Di Massimiliano Bartolozzi''
 
 
E ti racconterò di quel marzo 2020,
 
di quando la libertà ci fu tolta,
 
di quando restammo a casa,
 
finche’ le nostre barbe e capelli non furono lunghe,
 
mente fuori si moriva,
 
sembrava un film.
 
Moristi anche tu Luigi,
 
attore e maestro di vita,
 
si dice che fosti contagiato a teatro,
 
il destino beffardo.
 
E ti racconterò delle assenze,
 
di chi ti mancava,
 
o di chi non i sarebbe più mancato.
 
Di quanto sono stato felice della presenza di mia madre tutto il giorno,
 
dei suoi sorrisi nel vedermi sempre con lei.
 
Di mia zia, lontana, dei nostri ti voglio bene su WhatsApp,
 
e delle videochiamate, delle sue mancanze,
 
aver perso il marito dopo 53 anni di matrimonio da solo qualche mese,
 
e ritrovarsi sola, senza nessuno che può andarla a trovare.
 
E ti racconterò della mia compagna lontana,
 
che ogni domenica andavamo fuori ed eravamo liberi,
 
e ora siamo distanti, ma l’ amore è oltre i chilometri.
 
Dei miei amici che sento spesso e mi mancano i loro abbracci,
 
le cene con le tante bottiglie di vino.
 
Degli eroi in camice bianco negli ospedali, e di quelli nei supermercati,
 
o che ti consegnano un pacco.
 
Delle mie albe e tramonti dalla terrazza.
 
E vorrei raccontarti di me, di come sto,
 
di quante lacrime versate per questo,
 
della mia asocialità,
 
di chi mi manca veramente,
 
di chi amo , ho amato e amerò,
 
della mia non paura della morte,
 
nemmeno ora, lo farò sorridendo ,
 
quando tutto sarà finito, piccolo mio.
 
 
 
'''TORNERÀ IL SOLE IN QUARANTENA'''
 
''Di Margherita Tomei''
 
 
Tornerà il sole,
 
già lo vedo tra le serrande,
 
che piano piano fa capolino,
 
che cerca di rassicurarci.
 
Non si può uscire
 
piove
 
fa freddo.
 
 
E tornerà a splendere più forte di prima,
 
quando con il caldo usciremo
 
con i vestiti più corti
 
e andremo al mare.
 
Lo sento già il suo odore,
 
è dentro me.
 
Il sole tornerà
 
quando apriremo le porte
 
e torneremo a guardarci,
 
a toccarci.
 
 
Tornerà
 
perché è più forte l'amore,
 
di tutto,
 
di qualsiasi malattia
 
che prova ad affossarci.
 
Tornerà il sole
 
e sarà splendido.
 
Facciamoci trovare pronti!
 
 
 
'''LA NUOVA CORONA'''
 
''Di Gianpiera Sironi''
 
 
La corona di spine
 
che trafigge la carne di Cristo
 
gronda sangue innocente.
 
Dovevo morire
 
Gesù dice alla gente
 
per risorgere dopo tre giorni
 
affinchè ognuno ritorni salvato
 
e redento dal peccato.
 
La nuova corona
 
che cinge il capo del mondo
 
entra nel profondo, fa male,
 
toglie il respiro e la vita.
 
Ma si doveva morire
 
per capire quel che conta davvero,
 
per guarire dal nostro egoismo,
 
per vedere il vero eroismo
 
accanto a chi geme.
 
Rialzeremo la testa domani,
 
torneremo a far festa
 
e mai più saremo lontani
 
perché l’Amore ci vuole tutti insieme.
 
 
 
'''L’AMBULANZA'''
 
''Di Francesco Amadelli''
 
 
''Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante''
 
''Corri, fai sentire la tua voce straziante''
 
''Porta la tua opera a compimento''
 
''Prima che venga elargito l’ultimo sacramento''
 
''Di questa strana lotteria della vita''
 
''A cui tutti partecipiamo, tanto  amata e  ambita''
 
''La nostra vita che riteniamo fortunata''
 
''Fino a che dalla morte non viene sorteggiata''
 
''Odo la sirena che suona con tono di burla''
 
''Mentre la mia anima si contorce, urla''
 
''Il mio corpo  giace a terra inerte''
 
''Aspettando quietamente la morte''
 
''Solo ora dopo una vita di indifferenza''
 
''Penso di Dio la grande incombenza''
 
''Solo ora capisco che anch’io partecipo a quel Suo sorteggio''
 
''Che per tanti anni mi apparve come un miraggio''
 
''Un miraggio lontano e vicino''
 
''Posto in fondo al nostro cammino''
 
''Un miraggio vicino e lontano''
 
''Quasi a portata di mano''
 
''Ora anche me han sorteggiato''
 
''Dopo una breve vita che ho tanto amato''
 
''Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante''
 
''Corri, fai sentire di Dio la voce indulgente.''
 
''Su di noi imponi le tue mani''
 
''Amiamoci oggi, perchè forse non ci sarà domani.''
 
 
 
'''DIETRO LE MASCHERE'''
 
''Di Bianchi Massimiliano''
 
 
Freneticamente si muovono
 
nei lunghi corridoi o nelle sterili sale
 
sussurrano
 
a volte si agitano
 
a volte si fermano, storditi
 
attoniti nei loro pensieri, nei loro timori.
 
 
Dietro le maschere
 
nascondono sorrisi e tristezze
 
che gli sguardi non possono tradire,
 
forme di corpi dalle curve indefinite
 
nei mantelli colorati
 
le mani avvolte da gelidi guanti
 
freddi
 
all’ultima carezza disperata,implorata
 
dagli ultimi sguardi
 
di corpi sfiniti alla vita che fugge.
 
 
Al dono impossibile di un bacio
 
per esserti grato
 
perché mi hai salvato.
 
Poi la corsa continua,
 
dietro le maschere
 
nascondono sorrisi e tristezze
 
che gli sguardi non possono tradire.
 
 
 
'''STRANI GIORNI'''
 
''Di Lorella Del Gesso''
 
 
Stiamo vivendo strani giorni
 
dagli ambigui, indefiniti contorni
 
giorni di ristrettezze e privazioni
 
e prigionia nelle proprie abitazioni
 
giorni in cui ci manca indubbiamente
 
la libertà di uscire, frequentare gente
 
Non che a casa  poi si stia così  male
 
ma l'uomo è di per sé una creatura sociale
 
Ha bisogno dell' altrui contatto
 
per non morire di noia o diventare matto
 
Ha bisogno spesso di un corposo abbraccio
 
per non sentirsi inservibile al pari d'uno straccio
 
Stiamo vivendo giorni davvero sballottanti
 
e ciononostante lottiamo e andiamo avanti
 
con i volti tirati e il cuore prostrato
 
ma rialzeremo la testa e riprenderemo fiato
 
ben sapendo che questa è una prova soltanto
 
immane, dura, che ci costa pianto
 
ma che presto ci vedrà nuovamente
 
tornare a vivere con gioia piena, soddisfacente.
 
 
 
'''BALCONI'''
 
''Di Dario Marelli''
 
 
Rosse le valve del cuore, ferite,
 
verde l’urlo degli ulivi verso il cielo,
 
bianco sporco il camice dei medici.
 
 
E’ tricolore il bordo liso del balcone,
 
l’ultimo spazio di confine che rimane,
 
il filo tenue che tiene ancora appesi
 
aggrappati all’idea di questa vita,
 
a quelle mani in prima fila.
 
 
In alto un canto digiuno, sincero
 
- mentre accorrono e svampano sirene -
 
un applauso lungo, d’incoraggiamento
 
per infondere forza, far riaffiorare dal fondo
 
uomini veri, più belli di prima.
 
 
E non si smorzi l’abbraccio degli sguardi,
 
la luce dei colori sul balcone,
 
la radice che dal deserto fiorisce
 
tra le valve ferite del cuore
 
il vagito di una nuova nazione.
 
 
 
'''ANGELI O EROI'''
 
''Di Marco Galli''
 
 
Angeli o eroi
 
col camice o senza
 
vi fa dono la vostra
 
umana pazienza
 
per chi la speranza
 
è passare la notte
 
e vedere la luce
 
del sole che sorge
 
Si da per scontata
 
la vita che gioca
 
a mischiare le carte
 
insieme al destino
 
a voi va l'applauso
 
e il ringraziamento
 
per il vostro mestiere
 
che fa soffrire un po meno.
 
 
 
'''IL MALEFICO CORONA VIRUS'''
 
''Di Renzo Brandalise''
 
 
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
 
rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.
 
Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,
 
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
 
 
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,
 
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
 
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
 
e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
 
 
Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,
 
e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.
 
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
 
e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.
 
 
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
 
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
 
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
 
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
 
 
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
 
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
 
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
 
e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.
 
 
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
 
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
 
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
 
E tra un macero di cose     da anni    disuse.
 
 
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
 
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
 
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
 
perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.
 
 
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
 
che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .
 
Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto
 
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
 
 
'''IL MALEFICO CORONA VIRUS'''
 
''Di Renzo Brandalise''
 
 
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
 
rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.
 
Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,
 
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
 
 
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,
 
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
 
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
 
e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
 
 
Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,
 
e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.
 
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
 
e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.
 
 
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
 
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
 
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
 
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
 
 
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
 
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
 
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
 
e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.
 
 
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
 
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
 
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
 
E tra un macero di cose     da anni    disuse.
 
 
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
 
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
 
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
 
perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.
 
 
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
 
che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .
 
Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto
 
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
 
 
 
'''LA BATTAGLIA'''
 
''Di Enrico Chiastra''
 
 
È arrivata,
 
Ed in modo molto inaspettato,
 
Ha preso in un'attimo il sopravvento
 
Al nostro ragionamento,
 
E, per il momento, siam molto impreparati,
 
Chissà se avremo dei buoni risultati.
 
Nonostante il lungo andamento
 
Ci stiamo prodigando a tempo pieno,
 
Non c'è tempo per pensare
 
E nemmeno per dormire,
 
E sempre all'erta bisogna stare
 
Perché questo è un nemico invisibile,
 
Che ti aggredisce
 
Quando meno te lo aspetti,
 
Anche se hai addosso le protezioni
 
E stai attento alle occasioni
 
E non ti scopri mai,
 
Ma il pericolo che corri è alto,
 
Molti altri colleghi lo han provato,
 
A loro insaputa, è penetrato,
 
Ed hanno dovuto lottar per la vita.
 
Noi agli altri bisogna dar supporto,
 
Mettendoci anche lo spirito
 
E il cuore nel nostro lavoro,
 
Che è quello di aiutare il prossimo
 
Che è in difficoltà, a guarir da questo,
 
Poi siam felici, quando almeno una persona,
 
Che si è fidata della nostra esperienza
 
E ci ha donato la sua anima,
 
Guarisce, allora sprigiona gioia,
 
Festeggiando per la Vittoria
 
Che abbiam ottenuto contro l'impossibile,
 
Però dobbiamo far molta attenzione,
 
Perché se è finita una battaglia
 
La guerra è sempre aperta,
 
Ma forse un giorno finirà, e saremo contenti,
 
Abbiam lavorato sodo, ma con i risultati
 
Siam vincitori assoluti,
 
Nonostante i morti
 
 
 
'''RISVEGLIO'''
 
''Di Vittorio Brancatelli''
 
 
Senti profumo
 
di primavera nell’aria
 
le verdi foglioline
 
sui rami, i germogli
 
le margherite nei prati.
 
Il letargo invernale
 
è finito.
 
Riprende tenace
 
e prepotente la vita,
 
si svegliano gli animi
 
a nuovo vigore,
 
nuovi slanci
 
nuove passioni,
 
l’amore fiorisce.
 
Ritorna la gioia
 
nei cuori
 
 
 
'''PANDEMIA'''
 
''Di Giovanni Minio''
 
 
Crisantemi impazzano,
 
Su camion militari
 
Che trasportano salme in quantità.
 
Liberano centri urbani che non ne contengono più.
 
Muoiono come mosche, ogni giorno, Genti.
 
Noi, inermi, attoniti,
 
Stiamo a sentire numeri,
 
Macabre migliaia di numeri
 
Che sfilano sotto i nostri occhi umidi,
 
Attraverso le immagini televisive.
 
Sillabe più non fuoriescono,
 
Dalle bocche impietrite,
 
Ne i cuori riescono più a capire la realtà.
 
Non è una catastrofe bellica,
 
Dove alla fine il nemico s’arrenderà,
 
Ne una guerra lampo,
 
Dove presto, tutto finirà.
 
E’ qualcosa di più infimo e subdolo
 
Che colpisce tutta l’Umanità.
 
E’ la Pandemia Universale,
 
Arrivata quest’anno qua!
 
Ma ugualmente  vinceremo
 
e supereremo  questa calamità!
 
La vita, grazie a tutti, trionferà!
 
 
 
'''EROI SENZA GLORIA'''
 
''Di Marina Rigolizzo''
 
 
Ragazzi, giovani.
 
I più diligenti. I migliori.
 
Non vi si vede per strada.
 
Timorosi e spaventati.
 
Chiusi nelle vostre case,
 
vi aggirate come fantasmi.
 
Visi abbattuti, sguardi spenti.
 
A volte nervosi, spesso irritati.
 
Alcuni ribelli, altri rassegnati.
 
Come degli animali selvaggi in gabbia.
 
Nel pieno del vostro viaggio di libertà.
 
Non chiedete niente.
 
Nessuno vi chiede niente.
 
Alcun parere, né un coinvolgimento.
 
Restate lì, senza percepire alcuna gratificazione.
 
Non è questa una “prima linea”?
 
I vostri occhi vorrebbero risposte
 
ma ricevono solo regole da dover seguire.
 
Vittime di un sistema costretti ad accettare,
 
colpevolizzati perché non si riesce a cambiarlo.
 
Come pretesto la vostra mancanza di impegno.
 
Sempre giudicati.
 
Sopportate tutte le nostre frustrazioni.
 
Come sapete fare,
 
come potete fare.
 
A voi, quante richieste,
 
una follia!
 
Ma siete luce di speranza
 
Che possiate capire.
 
Che possiate ricordare.
 
Che possiate ritrovare il giusto percorso da noi perduto.
 
Eroi senza gloria.
 
 
'''ORA CHE CI TROVIAMO NEL LATO OSCURO DELLA VITA'''
 
''Di Gennaro Saccone''
 
 
Questa non è una guerra,
 
combatto contro un esercito di ombre
 
e la paura  risveglia il coraggio.
 
Il mattino si alza e dà luce
 
a un sole malato,
 
e c’ç un nemico nell’aria che ruba il respiro
 
e fa della morte un luogo abitato.
 
Mai conoscemmo primavera come questa,
 
e la vita che langue e va via.
 
 
Guardami non scappo,
 
l’inferno vero è per pochi eletti.
 
Guardami sono un angelo  dalle mani stanche
 
e dal cuore forte,
 
soldato che non cerca gloria,
 
richiamato per una guerra di trincea,
 
Gli altari sono cambiati:
 
divinità malvagie tra noi.
 
Riuscirò a fermare
 
la volta celeste che sta scivolando?
 
 
C’è silenzio, c’è assenza,
 
persino i morti non hanno linguaggio
 
e così facilmente, ancora una volta,
 
intreccio la mia mano alla tua
 
per celebrare un vago frammento d’amore
 
e un corpo d’argilla riprende fiato.
 
Fragile e confuso, candido vessillo.
 
custode della tua vita,
 
ora è tempo di giocarmi la mia:
 
sono un Camice Bianco in corsia.
 
 
 
'''ANGELI IN CORSIA'''
 
''Di Giovanna Iacovone''
 
 
Non saranno mai famosi
 
i loro nomi ,
 
ma offrono loro stessi
 
fino allo stremo
 
nelle corsie di ospedale ,
 
sempre in prima linea ,
 
sacrificando la propria vita
 
per salvare quella altrui …
 
 
Sono gli angeli di corsia ,
 
che, con le loro ali ,
 
con il loro sorriso ,
 
cercano di rendere
 
meno doloroso
 
il calvario di un virus
 
subdolo , invisibile ,
 
che distrugge vite
 
a catena ;
 
perciò, non mettiamo in quarantena
 
il nostro amore per la vita ,
 
restiamo a casa ,
 
distanti ,
 
sempre attenti
 
ai decreti,
 
ai gesti concreti
 
che potrebbero salvare l’umanità
 
dal vortice letale :
 
ecco quanto vale
 
una vita, lo avevamo dimenticato,
 
ce lo hanno ricordato
 
quegli angeli in corsia
 
quel valore inestimabile
 
in un mondo psicolabile.
 
 
 
'''I TEMPI DEL CUORE'''
 
''Di Elisa Mariotti''
 
 
Un velo sterile,
 
una bocca contratta
 
nasconde.
 
Occhi stanchi,
 
dietro pese palpebre
 
ciò che impossibile sembrava,
 
ora vedono.
 
Tutto.
 
Troppo.
 
Il cuore batte
 
a due ritmi.
 
Un adagio
 
per chi è andato.
 
Un rapido
 
per chi lotta ancora.
 
 
 
'''MEMORIA CORTA'''
 
''Di Emanuele Pisanell''o
 
 
Pure la Lupa piange, silenziosa,
 
rinchiusa in gabbia coercitivamente,                                             
 
perché rifugga il morso del serpente,                       
 
insinuato in maniera misteriosa.
 
Fa rievocare, serpe sì insidiosa,                   
 
procedendo a ritroso con la mente,                                                         
 
la bestia del centennio precedente,                                   
 
svelatasi oltremodo perniciosa
 
proprio sul volger della grande guerra;                                                         
 
che operò con simile furore                                                               
 
da decimare allor l'intera Terra.
 
E nonostante il morbo vessatore,                 
 
tra incuria e trasgressioni d'ogni sorta,             
 
palesiamo oggidì memoria corta.         
 
 
 
'''PANDEMIA 2020'''
 
''Di Davide Caputa''
 
 
Malinconia
 
Mascherine accarezzano
 
Volti stanchi
 
Camici e divise
 
Oscillano tra buio e luce
 
Giorni di cristallo
 
Si diffonde il virus
 
La vita scivola via
 
Il cielo impallidisce
 
Primavera in quarantena
 
Città deserte
 
 
 
'''NUOVI OCCHI'''
 
''Di Vespina Fortuna''
 
 
Chiusa nella mia gabbia dorata
 
guardo il merlo volare libero sul ramo
 
la città è vuota
 
gli alberi rifioriscono di novella primavera.
 
Riconquistati i miei antichi pensieri
 
li ascolto andare
 
al ritmo lento del tamburo africano.
 
Non ho alcun piano per oggi
 
né per domani
 
nessun desiderio
 
se non riabbracciare chi non posso
 
e rifiorire
 
con nuovi occhi
 
e vecchi amori
 
 
 
'''LABORATORIO'''
 
''Di Andrea Giuseppe Graziano''
 
 
Subornato da luci
 
Squillanti nel bianco
 
Asettico ripassa a memoria
 
Periziali processi di Tékhne
 
Cercatore e cacciatore
 
solo Nei pistilli di un fiore Mortale
 
Delle radici del male
 
Senza il sorriso grato
 
Degli infermati
 
La compagnia d’Infermieri Stremati.
 
Nutre in segreto l’agone Come missione
 
Claustrofobica ipossia Ricerca inesausta Senza gloria
 
Sublime dono di una Superna Consumazione
 
 
 
'''ISOLAMENTO'''
 
''Di Antonio D’Auria''
 
 
Questa luce scroscia
 
e sorprende stamani,
 
indugiante già nei socchiusi fumi
 
intorno a un’emicrania.
 
Se poi sei ad un passo dal mare,
 
destarsi prende forma dal suo umore.
 
Dunque sole d’aprile,
 
aria meno affilata di ieri.
 
Facile sconfiggere le coltri
 
più difficile immaginare
 
quando le pareti torneranno
 
ad avere un varco.
 
Ancora
 
confettura di ciliege e caffè amaro?
 
Ti spiazza palpabile
 
il disagio che scivola verso la rabbia
 
per la morte del tuo frigorifero,
 
per l’acquitrino nel freezer,
 
per il perché proprio ora.
 
Ma l’affanno presto rallenta
 
perché indietreggi in penombra
 
e respiri sincrono
 
sul risveglio delle sue labbra.
 
Lei è con te.
 
L’angoscia di chi annega da solo
 
zavorrato da morbo,
 
non per dolce naufragio,
 
è ora lontana?
 
 
 
'''ATTESA'''
 
''Di Maria Gabriella Conti''
 
 
Tramonta il sole sui tetti
 
rosso nella sera
 
e per quanti pensieri metti
 
bel tempo si spera,
 
un aereo lascia la bianca scia
 
finisce il giorno e sarà domani,
 
qualcosa ancora si porta via,
 
penso al lavoro di buone mani
 
che ci fa ben sperare,
 
non c’è nessuna resa
 
bisogna solo aspettare
 
e che sia una breve attesa.
 
 
 
'''FIAMMELLE'''
 
''Di Luciano Delucchi''
 
 
I vecchi, sospirando
 
soffiano via la vita,
 
bevendo l’ultimo respiro
 
piegano con dolcezza
 
le fiammelle delle candele
 
infilzate sui candelabri,
 
gocce di cera  
 
alate di preghiera
 
cadono sui pavimenti
 
luccicanti di dolore.
 
E’ il tempo che ci raggiunge
 
con le sue dita grifagne spegne
 
quello che eravamo, il mistero
 
che non saremo mai,
 
srotolano ombre nei corridoi
 
avviluppandosi come lenzuola
 
fasciano nascite e morti.
 
Il tempo fa bene il suo lavoro
 
ha l’eternità per imparare
 
fiorisce mute nostalgie
 
colonizza terre di rimpianto
 
senza mai ammorbidirsi,
 
si culla al ritmo degli estremi
 
- vita – morte -
 
 
 
'''SPERANZA DI VITA'''
 
''Di Pasquale Laurenza''
 
 
Nell’assordante silenzio
 
di questi giorni senza vita,
 
orizzonti sereni l’anima brama.
 
Anela il cuore spazi immensi,
 
giochi di bimbi,
 
abbracci e baci di donna.
 
Ci allontana,
 
questo vuoto da noi stessi,
 
spegne l’anima e ne cancella i sogni
 
lasciandoci morire dentro.
 
Ma la speranza non muore,
 
rimane viva e selvaggia.
 
Speranza di vita.
 
 
 
'''PASQUA CORONATA'''
 
''Di Roberto Lasco''
 
 
Cristo di Passione
 
hai voluto che anche noi
 
portassimo sul capo chino,
 
il sacrificio eterno,
 
della tua Corona di spine.
 
Attraverso un Virus invisibile,
 
dalla chiara similitudine,
 
hai deciso di fermare
 
il Mondo globale
 
e di fargli abbracciare
 
la Tua stessa Croce.
 
Pasqua giunta
 
in un anno speciale,
 
coronata e in attesa
 
del Tuo giudizio,
 
annuncerà la Risurrezione,
 
che ci giungerà propizia
 
nell’ora in cui vorrai
 
per redimerci dal peccato
 
e condurci per mano
 
verso la strada
 
della gloriosa salvezza.
 
 
 
'''FORZA ITALIANI'''
 
''Di Francesco Capozza''
 
 
Le città son tutte deserte
 
colpite da una infame sorte
 
con animo inerte
 
siam tutti in disparte
 
con il pensier rivolto alla morte
 
 
Seduti sui divani
 
ad ascoltar le notizie immani
 
noi poveri e fragili umani
 
nel cor siam tutti Italiani
 
 
Siam duri e non molliamo
 
e di speranza noi ardiamo
 
perché la vita noi amiamo
 
 
 
'''SIAMO NOI'''
 
''Di Sergio Santoro''
 
 
Le notti angosciose
 
vissute nel tormento dell’impotenza
 
le membra stanche
 
ma sempre pronte alla chiamata
 
i volti disfatti
 
ma sempre sorridenti nel cuore dell’altro
 
mute presenze
 
che parlano con i gesti dell’amore
 
vite dedicate
 
perché la vita abbia sempre a vincere
 
attese sfibranti
 
per un verdetto che sa di speranza.
 
Non siamo gli eroi
 
di una obsoleta retorica
 
siamo le mani
 
di chi non può afferrare
 
siamo gli occhi
 
di chi non può piangere
 
siamo il respiro
 
di chi ha fame di esistenza
 
siamo noi
 
che soffriamo con chi lotta col dolore
 
che amiamo chi non ha affetti da dare
 
che stringiamo le membra silenziose
 
che lottiamo col nemico più subdolo
 
che crolliamo quando il corpo ha dato tutto.
 
E il ricordo
 
di questo tempo di ansie e di paure
 
scolpito nel cuore di chi non si è nascosto
 
è il nostro compenso
 
per un lavoro che mai rinnegheremo.
 
 
 
'''GRAZIE A VOI TUTTI'''
 
''Di Patrizia Albanesi''
 
 
E’ grazie a voi che lottate col nemico
 
ne conoscete forza e pericolo
 
e lo sfidate con coraggio umano
 
che non mi sento sola
 
non ci sentiamo soli
 
Voi medici ed infermieri e di altre mansioni
 
avete la nostra stima
 
il nostro affetto
 
il nostro pensiero costante
 
Un immenso grazie a tutti voi che ci date speranza
 
a voi che date un traguardo a questo improvviso e tragico momento
 
a voi che con forza non cedete pur tra molte difficoltà
 
a voi che sapete affrontare con un cuore di squisita bontà
 
gli occhi di chi ha paura, di chi ha capito
 
di chi è stato più sfortunato di altri
 
Dal profondo del cuore
 
vorrei abbracciarvi uno ad uno
 
ma non so dire altro che
 
GRAZIE INFINITE A TUTTI VOI
 
 
 
'''TRABALLANTI MA IN PIEDI'''
 
''Di Martina Rita Villani''
 
 
Io vi vedo, sapete?
 
Vedo la stanchezza,
 
la preoccupazione,
 
negli occhi.
 
I vostri lineamenti
 
tesi e non più dolc.
 
Io vi vedo, sapete?
 
Determinati e forti
 
a far fronte all’emergenza.
 
Non vi dico solo
 
“Ce la faremo”,
 
ma aggiungo:
 
“Grazie a voi”.
 
È solo così
 
che siamo in piedi,
 
traballanti,
 
ma in piedi.
 
 
 
'''NAUFRAGHI D’AMORE'''
 
''Di Marco Astegiano''
 
 
Silente,
 
asciugo questi rimorsi di pioggia.
 
Mi dolgo  
 
di questa esistenza beffarda:
 
non v’è porto alcuno
 
per la mia anima raminga,
 
solitaria, ma duale.
 
Nemmeno ricordo quante vite annegai in te,
 
tempeste di folle amore,
 
che troppo impetuoso mi travolse
 
da attraversare secoli di marosi,
 
ere di oceani profondi,
 
e infine approdare ancora a te:
 
la baia più sinuosa;
 
e, sfibrato, giacere tra le tue sabbie
 
di bianco corallo …
 
 
 
'''UNO SPECCHIO RIFLESSO'''
 
''Di Giuseppe Milella''
 
 
Mi guardo riflesso
 
in quel vetro appannato
 
una finestra socchiusa
 
realtà cruda e angusta,
 
guardo nel vuoto
 
un silenzio irreale
 
e penso perplesso:
 
ormai è la fine.
 
Oltre quell’improvvisato
 
ed impalabile specchio,
 
scorgo un ombra
 
rarefatta e sfumata,
 
è la mia immagine
 
opaca e sbiadita
 
stantia come il tempo,
 
che scorre e passa;
 
l’ieri è già vecchio
 
superato e dimenticato,
 
tutto sembra lontano
 
così inutile e frivolo,
 
solo un ricordo sgualcito,
 
perché adesso
 
di tutto quel che già stato
 
nulla più ha alcun senso
 
e nessuna importanza.
 
 
 
'''UNA ROSA GENTILE'''
 
''Di Mattia Cattaneo''
 
 
Scrivo
 
righe che non leggo
 
ma costruisco
 
una casa di parole.
 
Non conosco la mia mano
 
ma di notte apro un libro.
 
In questo padiglione tremante
 
di una terra addolorata
 
cade il freddo
 
sulle zagare abbandonate.
 
Una luna sottile,
 
non insanguinata,
 
ci raggiungerà
 
sul grande fuoco
 
e lo saprà spegnere con una rosa gentile.
 
 
 
'''ED È SERA'''
 
''Di Dino Rodighiero''
 
 
Ed è sera
 
Qui il tempo
 
fugge
 
Distratto non si ferma
 
Mescola vite
 
con quella dose d'incertezza
 
di spavaldo coraggio
 
di pietosa codardia
 
E non fa sconti
 
o regali
 
ma solo
 
come un baro
 
ruba sorrisi e sogni
 
Ed è sera
 
Il sole domani
 
forse
 
avrà un nuovo colore
 
per un cammino
 
tutto da scoprire
 
tutto da inventare
 
 
 
'''CORONA 2'''
 
''Di Marisa Monesi''
 
 
La primavera è silenziosa
 
quest’anno,
 
di occhi e cuore sopiti
 
macilenti d’animo e attesi.
 
Una volta la chimera compose
 
una via acuminata ed aspra e divenne
 
paura di volare alto in sogno.
 
Stando alle attese affiora malinconia,
 
seduta qui nella mia stanza blu,
 
oramai ho timore anche del respiro.
 
Nonostante  lontani arrivederci
 
implorerò una vita attenta
 
e sentirò tutti gli esseri gioire,
 
noi sempre vivendo forte,
 
ma non immagini quanto sia grande
 
l’universo mondo coronato di gloria.
 
 
 
'''EROI DI CORSIA'''
 
''Di Claudio Bizzi''
 
 
Impotenti sembrano divenir
 
le mani esperte
 
che s’adoperan a curarei
 
i tremolanti corpi,
 
le lacrime s’appropriano
 
dell’altrui destino.
 
Uomini e donne
 
nascondono l’ansimante fiato
 
protetti da mascherine,
 
si prestano a dar vigore
 
alle grida d’aiuto,
 
non trattengono l’ardore
 
facendosi coraggio,
 
con indomito cuore ripristinano
 
la speranza ai fiduciosi.
 
Eroi di corsia senza distinzione
 
di sesso,
 
votati a dar tutto di se stessi,
 
mettendo su di un piatto
 
d’argento la lor sorte,
 
pur di sottrar chi soffre
 
all’infausta morte.
 
Non ha età la vita al cospetto
 
dell’invisibil mostro
 
che la fa divenir come foglie
 
rinsecchite
 
accartocciate tra lenzuola
 
d’un letto.
 
 
 
'''MARZO 2020'''
 
''Di Giampiero Fenu''
 
 
E’ Marzo…
 
Guardo dalla finestra
 
Vedo il sole che illumina il cielo
 
i suoi raggi riscaldano la terra
 
e nuova vita sboccia
 
Vedo la neve cadere lentamente
 
ricopre tetti, strade, alberi e fiori
 
confondendosi col silenzio surreale
 
Vedo la pioggia cadere
 
col  ticchettio bagna i vetri
 
scorre in rivoli
 
e spazza via le foglie oramai cadute
 
Guardo dalla finestra
 
Vedo questo Marzo
 
inconsueto
 
con l’incredulità e le paure
 
che tutto questo possa a breve finire
 
Guardo dalla finestra
 
e sogno un arcobaleno
 
che possa presto risplendere in cielo
 
coi colori
 
di quella stessa vita che
 
un tempo a me stringevo
 
 
 
'''MOLTO PIU’ DI UN GRAZIE'''
 
''Di Paola Verga''
 
 
Scrivo a te
 
Per ringraziarti
 
Di quello che stai facendo.
 
Scrivo a te
 
Che metti al primo posto la vita degli altri
 
Anche se non puoi riposarti ormai da giorni.
 
Scrivo a te
 
Che sei lontano dai tuoi cari
 
Perché sei volato in soccorso dei più bisognosi.
 
Scrivo a te
 
Che sei una persona qualunque
 
Perché come tutti hai un cuore
 
Ed una vita privata,
 
Ma che in merito al tuo importantissimo aiuto
 
Ti meriteresti molto più di un semplice ringraziamento.
 
Scrivo a te
 
Che sei un vero eroe
 
Che al posto di un’armatura
 
Indossa un camice o una divisa fluorescente.
 
Scrivo a te
 
Che stringi i denti
 
Sotto una mascherina,
 
Ma che cerchi un modo
 
Per rassicurare gli altri anche solo attraverso il tuo sguardo.
 
Scrivo a te
 
Perché stai aiutando il paese
 
Che senza il tuo prezioso contributo
 
Farebbe molta più fatica a rialzarsi.
 
Scrivo a te
 
Per dirti
 
Il mio GRAZIE!
 
 
 
'''A TUTTI  I SILENZIOSI IN PRIMA LINEA'''
 
''Di Osvaldo Cai''
 
 
Sento voci e vedo facce già viste
 
Odo parole vecchie, altre incerte
 
E forse mendaci
 
Voi invece non dite le parole
 
Che non servono a nulla. Voi agite
 
Rischiando la vita
 
I vostri volti non li conosciamo
 
Così come ci sono ignoti i nomi
 
Ma salvate vite.
 
Vedete morire e soffrite in silenzio
 
E silente è la gioia dei vostri successi
 
Che pur sono tanti.
 
Io sono vecchio,ho sofferto la guerra
 
Ho visto morti,macerie... ed eroi,
 
Eroi come voi
 
Il cui nemico era il soffrire altrui
 
Erano armi competenza, cuore
 
E grande coraggio.
 
Chiamarvi tutti “Eroi” non costa niente:
 
soltanto parole. Meglio sarebbe
 
Che fossero fatti.
 
Come fate in corsia,per strada e ovunque
 
Occorra agire e non solo parlare
 
Per dire parole.
 
Io non vi chiamo Eroi, pur se lo siete
 
Per me siete donne e uomini veri!
 
Oggi tanto raro!
 
 
 
'''QUALCUNO'''
 
''Di BennyC''
 
 
Qualcuno
 
mi
 
ha
 
raccontato che.
 
Ti ricordi di tutti i tuoi amori?
 
Ogni storia è una storia d’amore
 
Ti ricordi delle sue labbra?
 
E del tuo cuore.
 
Io non mi ricordo.
 
Non c’ero.
 
Che il niente basta a stare caldi.
 
Ti ricordi?
 
Io non mi ricordo.
 
Non c’ero.
 
E la brezza?
 
Il mare e la sua brezza
 
e il sole
 
anche il sole
 
e la paura del buio
 
anche quella io non mi ricordo
 
non c’ero.
 
Respira!
 
Più forte!
 
Ancora.
 
Sono.
 
Parole.
 
Sussurrate.
 
Alla felicità.
 
La
 
Rrrabbia
 
Scri
 
Scri
 
Ve
 
Ve
 
Ve
 
Scrive il
 
fu
 
fu futo
 
Uro uro
 
Futuro
 
Più dolce.
 
 
 
'''GRAZIE A TE'''
 
''Di Valentina Simione''
 
 
Tu come stai? Te l’hanno chiesto mai?
 
Non c’è tempo per una parola, se non per una sola, grazie.
 
Grazie perché eri presente lì vicino a me.
 
Io ti sentivo, anche se sembrava che dormivo.
 
Ero stanca e il dolore era così forte al petto,
 
facevo fatica a respirare, ma avrei voluto dirti grazie,
 
non fa più male, quando eri con me.
 
Avrei voluto leggerti una poesia e raccontarti della vita mia,
 
ma non c’è stato il tempo di presentarci, io arrivai già intubata.
 
La tua voce m’ha spesso rincuorata senza farmi sentire sola.
 
Mi ricordi tanto mia nipote, sai? Sei giovane.
 
Sentivo che ti tremavano le mani, perché in fondo io e te eravamo uguali.
 
Ci separava un camice bianco, guanti che impedivano il calore
 
e mascherine forgiate a protezione, ma comunque sia io sentivo il tuo cuore.
 
Ti dico grazie anche se non lo sai e forse non lo saprai mai.
 
Grazie a tutti quelli come te che m’hanno accompagnata, senza saperlo verso la luce del sole.
 
Mentre tu piangevi, io dall’alto finalmente ti vidi, ringraziandoti.
 
Ma tu ora come stai? Nessuno te lo chiede mai.
 
Forza mio camice bianco. Io ti abbraccio forte anche se non lo potrai sentire,
 
ho lasciato un letto vuoto e so che ogni volta quando lo guarderai non dimenticherai mai.
 
Te lo dico da chi ha vissuto tanto, non fartene mai una colpa, dove c’è cuore c’è amore.
 
Grazie camice bianco per avermi amata come una nipote sa amare la propria nonna.
 
 
 
'''FIORDALISI'''
 
''Di Maria Grazia Vai''
 
 
S'accende così
 
come fosse finestra d'altri
 
lo sguardo triste di settembre
 
Non un giorno si muove
 
mentre tutto apparentemente
 
resta appeso al cielo
 
insieme al tuo cappello
 
 
Un balcone rimasto chiuso
 
delimita i contorni della pioggia
 
e di vecchie strade ancora assorte
 
a contemplare il mare
 
Quelle stesse dove tu
 
-eri e sei- l'odore inconfondibile del mosto
 
ed io la neve sopra il melograno
 
 
È là che ascolto i tuoi passi,
 
tra filari di nulla
 
che non sanno tacere
 
Laggiù, dove la musica piove dai vetri
 
mentre ascolto l'estate sciogliersi
 
dietro una pozza d'occhi
 
 
A tratti il vento, a tratti le risa lontane
 
e un silenzio che ondeggia ancora
 
e ti porta via.
 
 
 
'''INSONNIA'''
 
''Di Mariapia L. Crisafulli''
 
 
È tardi,
 
molto tardi.
 
È quasi presto.
 
La luna sta voltando faccia
 
e io dovrei già dormire,
 
sognare,
 
aver chiuso le porte e le finestre.
 
Ma sono sveglia,
 
vigile;
 
inseguo stelle e perdo passi.
 
Mi piace fare a pugni con la vita.
 
 
 
'''MANI'''
 
''Di Giovanna Alfano''
 
 
Solo queste mani
 
sanno il dolore
 
e l'amore dell'uomo.
 
Grumo di parole e di sangue
 
è l'uomo avvinghiato
 
sul lembo di terra,
 
martoriato ogni momento.
 
 
 
'''SOLI'''
 
''Di Aldo Palmas''
 
 
Era inverno, sembrava primavera. Alla sera,
 
li caricavano sui camion avvolti
 
nel sudario; soli.
 
C'era la luna, silenzio intorno, deserta
 
la città.
 
Ho visto
 
un Angelo prenderli
 
per mano
 
e, camminare insieme.
 
Era marzo, fioriva
 
la mimosa, volavano
 
le rondini.
 
 
 
'''FRATELLANZA UNIVERSALE'''
 
(a Walt Whitman)
 
''Di Annelisa Addolorato''
 
 
(Albert Camus)
 
“Fu nel pieno dell’inverno
 
che ho scoperto dentro di me
 
un’estate che non si da per vinta.”
 
 
Una fretta militare marca il passo – che vuoi fare?!
 
Sulla scia di un mezzo busto,
 
giorni calmi, o mi offusco.
 
Sensazioni cicliche e permanenze diafane:
 
alla porta.
 
Una serie infinita di scale, armoniche,
 
resetta i nostri giorni.
 
Le saliamo e scendiamo, fraternamente
 
unite, uniti.
 
Senza sgomitare, sgominiamo insieme la noia,
 
una naja priva di etichette di genere, o ceto,
 
caselle e casette prestampate.
 
Senza armi: solo evoluzioni.
 
Una marcia che è una danza.
 
Tango, circolo circasso, sull’attenti oppure al passo,
 
di fronte al rispetto dei sogni di tutti quelli che,
 
morbidi, accarezzano un universo in pace.
 
Un girotondo di dimensioni galattiche,
 
tra frattali e opinioni di sé da teletrasportare ad libitum.
 
Incontrandoci di nuovo accanto a chi è come noi.
 
Ammettendo questa sincera
 
voglia di conversare a pochi metri di distanza,
 
di incrociare sguardi, abbracci e umori stagionali.
 
Il boomerang della fratellanza universale
 
sta proiettando le sue nuove sfolgoranti luci da ''estrenar'',
 
sfoderare come lo step di un’era senza tormenti,
 
nella tormenta di emozioni spinte verso i nostri sorrisi.
 
Moltiplicatori di felicità. I mistici
 
della galassia incontrano le mistiche di tutti gli oceani.
 
Solo gesti gentili sbocciano. Potenziali
 
perfezioni incarnate, in.cesellati attimi veri.
 
Di incontro, di vite umane
 
che cercano il conforto e il confronto.
 
Non far incrinare la gioia. Perpetua stanza sé-movente.
 
Tutte queste persone specializzate
 
nel non far andare in mille pezzi
 
le relazioni, le amicizie, i matrimoni,
 
i vetrai dell’anima (psicologi, counselor, terapeuti vari)
 
riempiono la rete di speranza.
 
Guru. Personal trainer. Istruttori.
 
Praticanti. Condividono un volo.
 
Una pista di decollo lunghissima. Senza fine.
 
Ci si saluta. Badando alla salute.
 
 
 
'''MEDICI EROI'''
 
''Di Piera Angela Cabras''
 
 
Medici eroi,
 
sempre instancabili,
 
tra paure
 
e fragili speranze,
 
sospese nel ritmo
 
di disperati lamenti,
 
rantoli di morte.
 
Medici eroi,
 
sussurrano parole
 
di conforto,
 
spezzate da grumi
 
di lacrime,
 
pianti muti,
 
celati da amari sorrisi.
 
Medici eroi,
 
morti lottando
 
contro un terribile virus,
 
nell’intento sublime
 
di salvare vite.
 
 
 
'''CAMICI AL FRONTE'''
 
Di Claudio Croce
 
 
Il vento li ha portati via con se
 
lontano dai ricordi e dai sogni
 
senza lasciare il tempo di un caffè
 
di dire loro ciao, a domani.
 
I camici sono rimasti appesi
 
sul filo spinato della vita
 
che presto ha lasciato il tempo
 
ma non di certo la speranza.
 
Gli Eroi di una battaglia aperta
 
non hanno disertato il fronte
 
ma sono stati sempre pronti
 
fino al destino estremo.
 
Ed ora grazia a loro
 
il tunnel dell’oblio
 
si apre alla salvezza
 
che ridona luce al mondo.
 
Ci sono altri Eroi pronti
 
a ridonar la vita e i giorni
 
a chi restava poco o niente
 
se non la preghiera e il pianto.
 
 
 
'''RITORNERÀ IL SOLE'''
 
''Di Annamaria Guidi''
 
 
Respirando il disagio del momento
 
dove andremo a finire,
 
mi chiedo.
 
Finirà a breve l’isolamento?
 
Usciremo indenni dal lockdown?
 
Ritornerà il sole
 
preambolo di una nuova primavera,
 
a dissolvere il grigiore del cuore
 
a colorare le strade desolate
 
di pedalate, di chiacchiericci,
 
di scintillanti risate?
 
Mirando il cielo,
 
vola dritto il pensiero ai nonni falcidiati,
 
ai tanti camici bianchi,
 
strappati alla vita.
 
Vorremmo girare veloci il calendario
 
e, illusoriamente,
 
calare sui tanti affanni il sipario.
 
 
 
'''OMBRE DI MARZO'''
 
''Di Matteo Piergigli''
 
 
ombre di Marzo
 
guancia-guancia
 
rinchiuse nella sera
 
sotto cieli di cemento
 
e strade di freddo
 
dove tutto può morire
 
 
 
'''N’ CUMPAGNIA E NULLU'''
 
''Di Angelo Canino''
 
 
Tanti su lli mùarti e nni mùarini ugne juarnu
 
duntèanu e d’amici e dde tutti i parìanti,
 
senza sèntari nu pocu e affettu attuarnu
 
nemmeni u chjantu e di chèari e lli damìanti.
 
 
D’ùnica cumpagnia c’a ss’ànimi, cci fèani
 
su lli mìadici e lli mpermiari, stremèati;
 
na maschcara alla faccia, i guanti alli mèani,
 
soppòrtani u stràziu e ssi pòvari sbenturèati.
 
 
Mancu na cannida, ppe nnu pocu e duci,
 
mancu na preghìara cumi ùrtimu sadutu,
 
puru doppi mùarti ppe d’illi nun c’è pèaci,
 
appena carrichèatu, nu càmmiu si nn’è jutu.
 
 
Accùati e nu pajisi duvi mancu ci su nnèati,
 
cummoglièati e terra strània cu nn’è lla sua;
 
“deccussì rranni èrani i vùastri pecchèati?
 
A cchini èati fatti mèadu tutti quanti vua”?
 
 
Sbrìgati a ppassèari brutta bestia muta,
 
supra a cuscìanzia tìani tant’animi innocenti
 
tanta pòvara genti chi ppe ttia si nn’è jjuta
 
pacìanzia n’èatru pocu, e pu un si cchiù nenti.
 
 
 
'''UN INFERMIERE ...'''
 
''Di Valerio Di Paolo''
 
 
Anche ieri è tornato  a casa disfatto
 
con la gobba di un giorno passato …
 
passato a vegliare una flebo
 
mentre cadeva  anche l’ultima goccia.
 
Sullo schermo che annuncia il finale
 
è rimasto solo un puntino che tace
 
come un’eco dell’ultimo battito.
 
 
Aveva  appeso ad un chiodo
 
il suo camice bianco che ancora teneva nel grembo
 
gli sguardi appannati di un vecchio:.
 
gli avevano detto in silenzio che nei giorni finiti con l’oggi
 
dentro un sacco di plastica nero,
 
si erano posati anche loro
 
sui papaveri ardenti nei campi di grano
 
L’aveva vestito del pigiama più bello,
 
le ciabatte di tela scozzese, la maglietta in filo di scozia,
 
con ancora la targhetta del prezzo sul retro.
 
Nella mano gli è rimasto il rollio delle ruote
 
di una lettiga un po’ zoppa
 
 
Scorrerà nella memoria quel giorno finito
 
scorrerà lungo gli androni  ormai cupi
 
portandosi via il peso taciuto
 
dentro il sacco di plastica nero.
 
E’ tornato alla terra quel vecchio
 
È tornato col suo sacco di plastica nero
 
senza dare nè spazio né tempo , al pianto
 
di chi pure l’ha amato.
 
E forse   quegli occhi un po’ rossi nel camice bianco
 
erano solo per il fumo di una sigaretta fumata
 
con un po’ di vento contrario.
 
 
Ma da oggi anche il camice bianco
 
è rimasto appeso al suo chiodo,
 
resterà lì appeso per giorni
 
fino a quando sarà anch’esso un camice vuoto
 
chiuso nel sacco di plastica nera.
 
Allora tornerà nella casa di tutti
 
e quegli zoccoli bianchi racconteranno di un sogno
 
che dorme accanto ad un chiodo rimasto da solo.
 
Vicino ad una aiuola di un metro per due
 
brilleranno una lacrima e una rosa di plastica rossa.
 
 
Una  campana lontana ci dice
 
che anche oggi un altro angelo ha messo le ali,
 
uno di quelli che sanno volare,
 
volare soltanto all’altezza di un essere umano.
 
 
 
'''DALLE SPIGHE AL TESTO DI KOS'''
 
''Di Giuseppe Modica''
 
 
Era da poco finito l'anno vecchio
 
e dopo aver solcato la nera terra,
 
con gesti antichi avevo sparso
 
semi di frumento a gran manate.
 
Verdi lancette coprirono i campi
 
ammirate da sguardi sorridenti.
 
Tenere spighe oggi carezzo
 
ch'è già iniziato il quarto mese,
 
ma il viso mesto è divenuto;
 
chissà se il biondeggiar vedrò
 
e se la falce tornerà a tagliar.
 
Come Anassàgora il pensiero
 
al dolore va e ai mascherati volti,
 
a lacrime conduce e alle carezze
 
di chi è andato via senza preghiere,
 
a chi è rimasto nella prigionìa
 
d'un male senza tempo e ignoto;
 
ed a quel giorno ancora va la mente,
 
di quando vigorosi riabbracciare
 
e baciar pure chi veder potremo,
 
ed osannar di morir chi ha scelto
 
perchè sul testo di Kos lo giurò.
 
 
 
'''INVOCAZIONE A UNA MADRE'''
 
''Di Leonardo Biagini''
 
 
“O quieta Madre,
 
che di dolce Verità’ m’empiesti il petto
 
narra a me
 
Uomo
 
di quell’Amor
 
che nel tuo grembo porto’ alla Vita
 
‘ch’io possa far del mondo
 
cosa infinita”
 
 
 
'''LA CRISI'''
 
''Di Antonio Caterina''
 
 
La crisi arriva in tutti i sensi
 
e in tutti i campi, lotte dure,
 
difficili,complicate,qui
 
ce solo gente invidiosa, ruffiana,
 
pettegola.
 
La crisi ci aspetta nell'angolo,
 
ma ce la farò, la crisi
 
si vede sui volti, negli occhi
 
delle persone.
 
Abbiamo bisogno di svago,
 
nella vita non bisogna
 
perdersi nulla.
 
Voliamo via di qua
 
la cultura è diventata un
 
business dove vanno avanti
 
sempre e solo le solite facce,
 
persone, personaggi, lecchini,
 
raccomandati.
 
Non voglio cibarmi più
 
di questa vita senza qualità
 
stacchiamo questa spina.
 
Non bisogna discriminare nessuno
 
in tutti i sensi e in tutti i
 
campi, bisogna essere umili.
 
Mai dire parole al vento,
 
qui ci stanno rubando i nostri
 
diritti, la nostra dignità,
 
stiamo nella merda, ma a nessuno
 
frega niente.
 
Le cose bisogna dirle sempre
 
e in faccia, mai nasconderle,
 
o tenersele dentro.
 
Che senso ha questo sole
 
al tramonto?
 
 
 
'''NUOVI PAZZI'''
 
''Di Chantal Mazzacco''
 
 
Ecco lo sapevo !
 
Non ne posso più di informazioni,
 
di bollettini di morte,
 
di quella mascherina per poter uscire,
 
dei guanti, e del  terrore silenzioso
 
delle strade, senza allegria
 
schivando i possibili untori
 
tra gli scaffali di un supermercato,
 
dimenticando di guardare
 
negli occhi e leggere quello
 
che la bocca non dice,
 
non riconoscendo molte volte
 
le persone amiche…mascherate.
 
Ecco, io non resisto, dopo un mese di clausura
 
Di brutti pensieri e andare nel panico
 
completo per due linee di febbre.
 
Postiamo foto di gioventù,
 
come dovessimo scorrere la nostra vita
 
facendo presto…che non c’è più tempo.
 
E quest’ombra di morte che si allunga,
 
nel silenzio degli ubbidienti,
 
uccide più del virus….
 
Diventeremo forse dei deboli sopravvissuti
 
o dei nuovi pazzi da manicomio!
 
 
 
'''LA PANDEMIA'''
 
''Di Salvatore Mancuso''
 
 
E' colpito
 
il genere umano,
 
non
 
il cinese
 
o il coreano,
 
l'inglese
 
o l'italiano,
 
il canadese
 
o l'americano,
 
il tedesco
 
o il francese,
 
il belga
 
o l'olandese,
 
lo spagnolo
 
o il portoghese,
 
il greco
 
o l'albanese,
 
il rumeno
 
o lo svedese,
 
il russo
 
o l'indiano,
 
il turco
 
o l'afgano,
 
il giapponese
 
o l'australiano,
 
l'argentino
 
o il brasiliano,
 
l'arabo
 
o l'africano:
 
il paese vicino
 
ed il paese lontano
 
devono darsi una mano,
 
per fronteggiare
 
l'attacco letale
 
del novello leviatano.
 
 
 
'''PANDEMIA'''
 
''Di Franco Pastore''
 
 
Ritorna l’ansia degli anni di guerra?
 
dolore sparso in tutta la terra.
 
Il mostro infuria, con forza immane,
 
la crudeltà è quasi umana.
 
 
I giorni passano, fugge la vita,
 
ricerchi un senso nell’attesa infinita,
 
ti aggrappi al nulla, alle cose più strane:
 
in fondo al vicolo, abbaia un cane.
 
 
Se esco fuori, sul mio balcone,
 
mi guardo il mare della canzone:
 
è ancora bello, pur da lontano,
 
è l’infinito in un palmo di mano.
 
 
Su di una pianta vedo dei fiori,
 
son tutti bianchi, sembrano cuori,
 
penso alla vita, a cjò ch’è andato,
 
anche stanotte non ho sognato.
 
 
Come un fantasma, in una nube d’estate,
 
ritornerei in grembo a mia madre,
 
per rinascere ancora, in una nuova aurora,
 
in un mondo diverso, come quello d’allora.
 
 
 
'''C’E’ ANCORA SPERANZA'''
 
''Di Monica Baldini''
 
 
Eccoci mondo.
 
Siamo atterriti, isolati,
 
imbrattati di un tempo claustrale
 
e privati del contatto.
 
Siamo sempre noi, gli
 
umani di ieri che guardavano
 
alla luna e parlavano alle stelle.
 
Gli stessi che veloci
 
fagocitavano giornate
 
e a cui tutto era dovuto
 
e scontato.
 
Gli umani che con la tecnologia
 
arrivavano ovunque
 
e hanno abbattuto frontiere.
 
Gli stessi che ora soffrono
 
il loro progresso.
 
Evidente, c’è qualcosa che non va.
 
 
C’è.
 
C’è uno strano meccanismo
 
che l’inginocchia
 
senza scampo, dall’inizio dei giorni
 
allo scorrere delle stagioni
 
d’ora, prima d’ora.
 
Come una mantide,
 
una carestia,
 
una schiavitù da una male o l’altro.
 
2020: eccoci mondo il virus
 
declamato in Cina e poi imperversato
 
senza briglie, come un cavallo
 
per l’Europa ed è furente pandemia.
 
 
D’altronde c’è un buon profumo
 
nell’aria,
 
un dolce agreste
 
tra le vie nei passi felpati
 
di stretta necessità,
 
un cado di lode
 
che si innalza dai
 
becchi gialli dei merli,
 
sui tetti come spie
 
e guardiani a padroneggiare
 
e poi giù in picchiata
 
in meandri di volo.
 
Un azzurro che si spalanca
 
dalle finestre, aperte sulla vita
 
che scorre e insegna.
 
C’è una sagoma che nella penombra
 
della sera si scorge.
 
C’è la mascherina
 
che diviene filtro per
 
l’ossigeno puro
 
e le autocertificazioni per fare spesa.
 
La zona rossa, i decreti, i divieti, la sospensione.
 
L’esilio in casa.
 
 
C’è un pensiero, una riflessione.
 
La lista delle cose
 
avanzate da fare come
 
su un piatto non consumato.
 
C’è un Dio che chiama
 
forte, lento all’ira
 
che si compiace di mostrare
 
la Sua Misericordia.
 
C’è un Dio fuori la finestra
 
dentro di noi, nel cuore.
 
C’è la Messa da ripristinare.
 
 
C’è la bellezza che fiorisce,
 
l’Italia che si unisce,
 
l’immaginazione, la speranza,
 
i medici, gli infermieri, i volontari,
 
la gentilezza, ci sono i fiori
 
da innaffiare in un bagno di perdono
 
verso noi per un domani migliore.
 
C’è il sogno da ravvivare,
 
inverdire le parole
 
restituendoci gli accenti,
 
i colori, l’arte, la poesia
 
le matite per il viaggio
 
della vita da far continuare.
 
 
C’è chi in prima linea
 
non si è fermato,
 
chi ha dato tutto quello che poteva
 
chi ha disegnato
 
la solidarietà nella sua vita,
 
chi è stato salvezza,
 
chi si è donato
 
osservando piena fedeltà
 
alla sua missione.
 
C’è chi c’è stato
 
in pieno e completamente.
 
C’è speranza, ancora!
 
 
Sappia il domani
 
allora, che l’oggi si è imbruttito,
 
ed è stato mal menato
 
ma comprenda il suo peso e se lo
 
sollevi come le frasi fanno tra loro.
 
Si asciugano, si collegano, vanno avanti
 
le frasi, nei testi e nei versi,
 
nei racconti ad altro finale
 
e non più, indietreggiano in incavi,
 
fosse caduche
 
ed orribili, morti solitarie.
 
Sappia il domani,
 
il mondo e l’uomo
 
di domani, che alla
 
sofferenza si è contrapposta
 
la speranza per la tenacia
 
e la solidarietà.
 
Sappia ricordarselo e
 
farselo da monito e conio.
 
 
 
'''UNA QUARANTENA SENZA FINE'''
 
''Di Biagio Nardoia''
 
 
Le ali brillano d’argento
 
della rondine sospesa
 
fra cielo e sole
 
e resto incantato
 
dei suoi volteggi
 
mentre dalla finestra
 
aria di primavera
 
invade la cameretta
 
distogliendomi
 
dal martellar della televisione
 
che mi tiene compagnia
 
in una quarantena senza fine
 
 
 
'''I NOSTRI ANGELI'''
 
''Di Lara Tasillo''
 
 
A Voi dedico un grazie speciale,
 
Miei nobili eroi dal cuore leale.
 
Grande ruolo ha la Vostra missione
 
a cui vi dedicate con passione.
 
Costanza e coraggio ci son con Voi,
 
ma soli non siete, ci siam anche noi!
 
Insieme vinceremo la battaglia,
 
La speranza ogni male sbaraglia.
 
 
 
'''AI MEDICI'''
 
''Di Stefano Salvatore''
 
 
In una Guerra non ci sono mai         
 
vincitori né vinti;     
 
la libertà
 
è un'intima lite, e a combatterla
 
si porta dietro vittime...
 
e nella propria solitudine
 
ormai che tutto sia soltanto musica
 
nera avvertita come in disaccordo,
 
i medici diventano la scorta
 
o l'ultima carezza
 
o quel ricordo
 
quando dopo venga la cara morte...
 
 
 
'''PER GLI OPEROSI IN PRIMA LINEA'''
 
''Di Vincenzo Patierno''
 
 
Per gli operosi in prima linea
 
Privi di superpoteri
 
in campo sono scesi;
 
l’arma che brandiscono
 
è l’immensa dedizione
 
e sul cuor e sulla cute
 
segni di battaglia hanno inciso…
 
 
 
'''ALTRI SOGNI DI GLORIA'''
 
''di Giuseppe Gambini''
 
 
Pesante e greve fu la lunga attesa
 
trepidi aspettando le ore passare,
 
la rea sorte ubriaca se la rideva
 
vedendo l'uomo abbattuto e dolente.
 
Da altri passati arrivavano canti
 
e suoni, per accompagnare morte
 
e dolore mentre tristi andavano
 
su carri bellici all'ultimo campo.
 
Da pareti di casa trasudava
 
il muto silenzio triste e trafitto
 
da mugugni, tra dubbi ed incertezze,
 
invocando Dio e la speranza cieca.
 
Solo strade vuote e città deserte
 
attraversate dal nemico fantasma,
 
strage faceva di gente innocente
 
senza'alcun pudore, senza pietà.
 
La gente si chiedeva del domani
 
per sapere quando uscire di casa,
 
la vita s'era fermata, ma il tempo
 
correva con la solita cadenza.
 
Anche il sole al tramonto mogio andava
 
rosso di vergogna, incredulo e ignaro
 
quando avrebbe potuto dare all'uomo
 
l'atteso annuncio della rinascita.
 
Così il dolore stagnava e plagiava
 
animi colmi di paure e speranze,
 
in attesa della nuova alba chiara
 
che donasse a tutti altri sogni di gloria.
 
 
 
'''BIANCO'''
 
''Di Ilaria De Stefano''
 
 
Ad un tratto tutto e' cambiato,
 
la nostra vita ha cambiato direzione, colore, sapore,abitudini e priorità.
 
Se potessi disegnare  la vita adesso sarebbe tutta bianca,
 
bianca come i muri di un ospedale,
 
bianca come i camici di medici ed infermieri,
 
bianca come ognuno di noi che oggi indossa le mascherine,
 
bianca come le anime innocenti che sono volate via come colombe al tramonto.
 
Bianco cristallo come le lacrime che non potranno mai dimenticare e consolare abbastanza.
 
Bianco e' il colore che cancella tutto ma e' anche il colore bianco di un foglio su cui riscrivere tutto e meglio.
 
Bianco luce e' il colore di una intuizione, di una scintilla che nasce quando pensavamo fosse
 
tutto perduto.
 
Il bianco di un' energica pennellata per dire ricomincio.
 
Il bianco cancella i sapori, gli umori, le abitudini e le priorità, o almeno li sospende e cerca di reinterpretarli.
 
Il valore Sacro dello stare insieme ora viene sostituito con un altro Valore "lo stare insieme a Noi stessi".
 
Fermarci un attimo...
 
rara ritualità
 
guardarci dentro ma davvero.
 
Il  sapore della vita  non è più lo stesso, ha un retrogusto amaro,
 
siamo sospesi  come astronauti nello Spazio.
 
Le nostre   vite sono sospese come nei videogiochi,
 
come  nei film sembra che qualcuno abbia premuto sul tasto: stop!
 
I rumori della città sono ora più tenui, puliti, nitidi, meno confusi dal traffico e dalle grida quotidiane, lasciano spazio quasi al silenzio,
 
solo si ode la Natura parlare delicatamente:
 
Il fruscio degli alberi,
 
il profumo dei peschi e dei ciliegi,
 
il cinguettio dei canarini ed il vento che saluta tutti con una fresca carezza.
 
Sembra che la mascherina,questo strano simbolo del nostro tempo, ci parli e voglia dire:
 
parla di meno, ascolta di più ,
 
fai di più, parla meno,
 
nota di più e godi il silenzio.
 
Sai la Natura l' ascolto volentieri,
 
Lei suggerisce note eleganti, leggere e raffinate,
 
sussurra ma non alza mai la voce.
 
Fresca, gradevole all'udito e alla vista ci ricorda che Lei c'è.
 
Ma i nostri eroi della TV dove sono?
 
Sono a casa in pantofole, sospesi come noi.
 
E ti accorgi allora che i veri eroi non sono dei giganti,
 
non sono perfetti e blasonati,
 
non sono dei super eroi
 
ma  sono esseri umani come noi,
 
pieni di paure e  fragilità ma determinati nella loro missione,
 
imperfetti ma in prima linea non solo nelle  corsie di un ospedale.
 
Perché il tuo Angelo lo puoi incontrare ovunque, anche alla fermata del tram,
 
potrà sembrarti stanco, pensieroso, un po' sgualcito
 
ma sempre in prima linea nella vita,
 
per fare del bene come lui può e sa fare.
 
Gli Eroi sono  Angeli bianchi che profumano di Bontà, Coraggio ed Altruismo.
 
 
 
'''DITTICO SUL COVID'''
 
''Di Izabella Teresa Kostka''
 
 
l
 
La follia collettiva infetta le viscere
 
mette una maschera sulla coscienza,
 
la psicosi non può essere disinfettata
 
è come un virus che travolge la mente.
 
 
Restiamo umani,
 
non siamo burattini telecomandati.
 
 
ll
 
Il semaforo rosso per la vita
 
l’ultimo respiro
 
recintato con la corona di spine,
 
 
Virus è come le manette
 
che incatenano i polmoni,
 
ci condanna all’apnea
 
dal sapore della paura.
 
 
 
'''NON C’E’ TEMPO PER RIPOSARE'''
 
''Di Ciro Todisco''
 
 
Non poss'io riposare
 
in quest'infide paludi
 
ove il morbo
 
come di celate sabbie mobili
 
tira giù ad annegare
 
ignari passanti
 
dell’italico suolo.
 
 
Di mani protese
 
ne afferro i polsi
 
per riportare nei loro corpi
 
l'umano respiro.
 
 
Delegare ad altri non posso
 
il compito mio particolare.
 
Quante mani!!!
 
Quanti polsi ho da afferrare!!!
 
 
Intrisa è la maschera
 
dal caldo mio sudore;
 
dei guanti il lattice
 
con la mia pelle
 
già si fonde.
 
 
“ Dove sei, oh Cristo?”
 
mi vien da gridare;
 
come Dio vorrei
 
nel corpo altrui
 
vita alitare.
 
 
Ad altri ho consegnato
 
il mio riposo
 
perché
 
non poss'io fermarmi
 
in quest'infide paludi.
 
 
 
'''UNA CANZONE TRISTE'''
 
''Di Fabrizio Sani''
 
 
Mia nonna è il dipinto di mia nonna.
 
Mia nonna è l’inquilina di mia nonna.
 
Per me era il volto della domenica mattina
 
e qualche nascita e qualche morte e qualche eternità
 
che rotolavano dentro le rughe di un paese
 
senza spingersi mai oltre la vecchia chiesa.
 
Mia nonna si avvicina lentamente,
 
molto più lentamente di ogni altra volta.
 
Mia nonna è il male minore di mia nonna.
 
Mia nonna mi mette una mano sulla spalla
 
e i capelli smorzano la carezza che dona.
 
Mia nonna è quel gesto obliquo con cui le tengo la testa
 
e ci insegna che niente dà più intimità della sofferenza.
 
Si ricorda quella canzone triste,
 
dice che fa: na na-na-na-na na na.
 
Per la prima volta in una vita intera
 
le sorrido per davvero.
 
 
'''LA PRIMAVERA'''
 
''Di Patrizia Secondi''
 
 
Bussa alla mia porta la primavera.
 
Ed aspetta in silenzio.
 
E’ paziente.
 
E dolce.
 
Come le gocce di rugiada
 
che sfiorano le viole.
 
C’è l’armonia intorno delle piccole cose
 
che scaldano il mio cuore.
 
 
 
'''UNA POESIA PER CHI È IN PRIMA LINEA'''
 
''Di Antonello Vanni''
 
 
Quando incastrati in un tempo ricolmo d'incertezza e di timore
 
scrutando in fondo al tunnel alla ricerca di un timido bagliore,
 
ecco sullo sfondo quel che fa cornice.
 
Son Angeli diversi in lindo e bianco camice.
 
Non hanno ali loro, son medici e infermieri,
 
quelli che ci restituiscono i domani,
 
lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...
 
 
'''A MEDICI ED INFERMIERI'''
 
''Di Gabriella Paci''
 
 
Braccati dalla paura,restiamo nella tana
 
dell’attesa  nella sospensione della vita
 
A tanti, non è dato neppure tanto…
 
 
Sono  astronauti di terra spinti a
 
combattere su un pianeta sconosciuto:
 
hanno l’arma dell’altruismo che li rende
 
coraggiosi e forti anche se il piede cede
 
e violento è l’attacco. Non c’è tempo per
 
la  stanchezza e il timore che mordono
 
corpo e cuore ma solo per qualche lacrima
 
dietro lo schermo su mani tese a dire l’addio.
 
 
Sono angeli  di terra chiamati eroi: non
 
hanno onori e neppure medaglie ,il loro
 
nome è confuso tra tanti …
 
 
A tanti, invisibili e alati guerrieri
 
nelle corsie del dolore e della solitudine
 
va il merito di esserci stati nei giorni neri;
 
di averci donato insieme alla lotta per la vita
 
la pazienza dell’attesa e la speranza
 
insopprimibile della ripresa.
 
 
 
'''ANGELI CUSTODI'''
 
''Di Norberto Mazzucchelli''
 
 
Combattere il Corona
 
con la forza dei pensieri
 
seduto in poltrona
 
mentre medici e infermieri
 
si contagiano in trincea …
 
Che risibile idea!
 
 
Eppure vivaddio
 
voglio dare pure io
 
un esiguo contributo
 
e rivolgere un saluto
 
con i miei versi modesti
 
a individui come questi:
 
sanitari e volontari
 
stanno al fronte senza orari,
 
commercianti e farmacisti
 
vigili e carabinieri
 
anche se coi volti tristi
 
si sacrificano ai doveri
 
come autentici prodi,
 
veri angeli custodi.
 
Un esercito agguerrito
 
luminoso come un mito …
 
Mentre tutto il mondo esplode
 
per la storica infezione
 
li promuovo con la lode,
 
vinto dalla commozione.
 
 
===Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine ed al Personale della Croce Rossa===
 
 
'''BUONUMORE'''
 
''Di Giuseppina Porro''
 
 
Il buonumore m'inebria la testa.
 
Il sole ride e profuma questo dì di festa.
 
Corre su e giù per nerbi un'energia amplificata e bella allo specchio l'immagine riflessa
 
mi fa un occhiolino, le piaccio,
 
non nasconde con me la sua timidezza.
 
Vago per il vial al pari d'una principessa un amico si inchina un altro riverente mi stringe la mano, io sorrido felice
 
di ricevere così tanto calore umano
 
Nella notte mi sento una stella nel cielo che brilla accanto ad un'altra più bella la sua mano che mi sfiora leggera
 
un brivido freddo sulla mia pelle nera
 
Chiedo al tempo di bloccar l’ore,
 
mi pizzico piano per capir se è vera, questa fiaba che dolce mi inebria.
 
 
 
'''LA VITA E' OVUNQUE'''
 
''Di Leonardo Manetti''
 
 
Su un muro
 
cresce l'erba,
 
una pietra sull'altra
 
creano un mosaico
 
dall'incastro perfetto.
 
Sotto terra
 
abita un insetto,
 
esperto di architettura
 
costruisce una città
 
dalla magia geometrica.
 
Sull'asfalto
 
nasce un fiore
 
e tra i grattacieli
 
un tramonto rosso
 
colora il cielo.
 
Nel deserto
 
vive una pianta,
 
la sabbia è dipinta
 
di giallo, bianco,
 
rosso o nero.
 
Sui ghiacciai
 
un batterio respira,
 
l'acqua è blu
 
assorbe la luce
 
degli altri colori.
 
Negli abissi
 
nuota un pesce,
 
il sole non arriva
 
ma la bioluminescenza
 
fa i fuochi d'artificio.
 
 
 
'''LA MIA PREGHIERA'''
 
''Di Patrizia Cavallo''
 
 
Abbi cura di te
 
di ogni tuo singolo granello
 
sei di polvere d’oro
 
tu vali un regno.
 
Insisti nel tuo spazio
 
come mai è stato,
 
reinventalo fortezza,
 
sii soldato.
 
E, quando avrai voglia,
 
certo che ne avrai,
 
di disertare il campo,
 
apri una finestra per viaggiare
 
su una nuvola, sai, si può volare!
 
E, per ricaricare la speranza
 
cerca un ramo di gemme
 
ne coglierai tanta.
 
Abbi cura di te,
 
non trascurare!
 
Questa la mia preghiera
 
che anche tu per me
 
dovrai pregare.
 
 
 
'''CORONAEROI'''
 
''Di Cinzia Pachioli''
 
 
Gli zoccoli incalzano e la terra trema,
 
sono uno di loro ed ergerò il poema.
 
Nelle moderne gesta vedo antichi fasti,
 
una mascherina non credo basti;
 
lacrime e sangue scorron nelle vene,
 
nulla di più  vuoto  di quelle vite piene.
 
Chiamati a vincere senza vedere cosa,
 
chiude le bare in cui nessuno riposa,
 
la gendarmeria le traghetterà lontano,
 
un pugno di sabbia resterà nella mano;
 
urla disperate squarciano le stelle,
 
vite appese come cordicelle.
 
La paura negli occhi degli operatori,
 
imprigionata per giorni nei nostri cuori,
 
lontani dalle case e dalla famiglia,
 
ma duemila euro nessuno li piglia.
 
credete non sono più Ercole o Achille ,
 
gli infermieri di prove ne han superate mille.
 
I veri eroi di questa nuda guerra,
 
per accorgersi di noi han dovuto fermare la terra,
 
così il mio elogio termina in disparte,
 
a cose finite non rimaneggiate le carte;
 
del nostro lavoro cercate di carpire ,
 
la solerzia con cui usiamo agire,
 
nell'anno del signore duemilaventi ,
 
fate ammenda di tali eventi.
 
 
 
'''MANI'''
 
''Di Federica Russo''
 
 
Mani che raccolgono altre mani
 
per far inspirare la vita
 
espirano così la stanchezza che devasta l’anima.
 
Mani che credono al futuro
 
ma che abbracciano il presente
 
per respirare la vita che scorre.
 
Mani che si uniscono
 
e con il loro battito di vento caldo
 
ridonano aria alla terra che rinasce
 
a nuova vita.
 
Quelle mani che raccolgono sorrisi e lacrime
 
che si donano infinite.
 
 
 
'''IL NOSTRO FUTURO'''
 
''Di Cesare Nicoletti''
 
 
La mia vita scorre sempre uguale a prima
 
nessuna novità, nessun grande gesto
 
ma d'improvviso tutto cambia quel clima
 
tutto diventa incerto, confuso e funesto
 
 
la storia di un virus che mette paura
 
all'uomo, alla società e al mondo intero
 
e ci troviamo dentro questa sventura
 
dall'oggi al domani come un prigioniero
 
 
che cerca di capire cosa ha sbagliato
 
s'interroga, si sdegna ma non riesce
 
a farsi un'idea e sta rassegnato
 
e allora in questo stato l'ansia si accresce
 
 
Eppur tra la sfortuna di questo caso
 
il cuore grande degli italiani ama
 
soffre la reclusione ma persuaso
 
che tutto finirà come in una trama
 
 
Popolo di eroi, di santi e di poeti
 
popolo di artisti e di navigatorio
 
dimostra nobiltà e gesti concreti
 
sceglie la fratellanza senza clamori
 
 
e ogni giorno vive, soffre e spera
 
in solidarietà, senza confini
 
dal capo dello stato all'infermiera
 
tutti collaborano e sono affini
 
 
Sarebbe troppo lungo scrivere i nomi
 
di uomini e di donne, di nuovi eroi
 
c'oggi fanno l'Italia, hanno i diplomi
 
di ambasciatori dell'amore, dei suoi
 
 
tanti sacrifici per il nostro bene
 
per questa umanità che sembra aver perso
 
il senso della ragione, come un gene
 
impazzito che ammorba l'universo
 
 
Se l'uomo ha smarrito il suo divin lume
 
dobbiamo ringraziare i nostri eroi
 
e questi eventi che sono come un nume
 
per ritornare ai veri valori, a noi,
 
 
all'essenza che siamo, alla verità
 
dove l'origine, la Luce, Dio Padre
 
che abbiamo in comune, che è nostro Padre
 
ci ha reso fratelli e sorelle e sarà
 
il futuro eccelso dell'umanità
 
 
'''L’INCERTEZZA DEL DOMANI'''
 
''Di Beatrice Mihaela Vieru''
 
 
Com’è difficile colmare quel strazio d’incertezza esistenziale,
 
vedo il silenzio nell’attesa del domani
 
sento il dolore come i carboni ardenti nel focolaio
 
tocco le immagini senza sagome
 
oggi nemmeno il sole sorride come del solito
 
il cielo triste abbandona le nuvole nelle strade vuote
 
accompagnano le ceneri sottili nere nei prati aridi
 
nell’aere quel silenzio taglia le risposte lontane
 
in lontananza un stormo di uccelli vagabondano
 
nella profondità della libertà umana,
 
ora tutto ha un senso adesso
 
la paura è diventata la nostra pelle
 
lottando con l’incapacità del viver sereni
 
l’unica strada possibile è l’amore Divino 
 
che ci farà ricominciare
 
 
 
'''RISVEGLIO DEL 2020 E DOMANI'''
 
''Di Sandro Perillo''
 
 
E’ arrivata la sera,
 
tra poco l’oscurità
 
spegnerà le delusioni
 
che mi soffocano.
 
 
Amarezze mai assopite
 
per non aver saputo amare
 
e non solo dare.
 
 
Ora è tardi,
 
raccolgo gli ultimi stracci
 
di questa vita frammentata
 
in un doloroso silenzio di echi.
 
 
Domani, un ricordo, forse,
 
resterà nei pensieri distratti
 
che presto svanirà nel quotidiano.
 
 
La vita, la morte
 
un unico insieme
 
di invisibili algoritmi
 
oscuri e incomprensibili.
 
 
 
'''L’EROE, IL CAVALIERE ERRANTE'''
 
''Di Armando Maiolica''
 
 
Ho paura, ho tanta paura!
 
Nei tuoi occhi questo ho letto
 
se pur di tal patema nulla dici
 
tanto da sembrar disinvolto.
 
E’ una dolorosa e celata angoscia
 
quella che ti opprime
 
nel mentre cerchi di salvar
 
chi dal male è stato preso.
 
La paura che ti prende
 
è perché a lottar ti trovi
 
contro un male oscuro,
 
contro un essere invisibile,
 
nemico perverso e spietato,
 
che chiunque può colpire
 
come ha fatto con chi lo
 
con tanto amor stai curando.
 
Però proprio la paura,
 
il timor che anche tu
 
puoi soccombere, perire,
 
a reagir ti spinge
 
e ti dà la forza di lottare.
 
Ti invoglia ad esser presente
 
in questa trincea desolata
 
dove una metamorfosi avviene
 
che la tua paura diventa coraggio
 
e per quanti ti guardano
 
non sei più il curatore
 
ma l’eroe, il cavaliere errante.
 
 
 
'''LA QUARANTENA'''
 
''Di Antonino Biancorosso''
 
 
-Gli occhi chiusi
 
dentro la tua stanza buia
 
-L'orecchio ode
 
il silenzio del tuo cuore
 
-Fredde le mani
 
accarezzano il tuo caldo viso
 
-Il tuo odore di zagara
 
profuma nel tuo triste sorriso
 
-In un giorno di sole!
 
 
 
'''PROSERPINA'''
 
''Di Diego Baldassarre''
 
 
Una volta i vecchi giocavano
 
a carte
 
al bar: li osservavo
 
 
Sono loro che mi guardano
 
fissando
 
i punti scuri delle pupille
 
 
Parole soffocate
 
sole
 
aggrappate al camice verde
 
 
Non sapevo
 
che sarei stata io la Proserpina
 
che taglia
 
il capello fatale
 
 
 
'''MARGHERITE DORATE'''
 
''Di Maria Giovanna Bonaiuti''
 
I
 
n quel giorno di febbraio,un raggio di sole coraggioso
 
Lottava contro una nebbia neghittosa,
 
che sembrava zucchero filato,
 
per regalare una piccola carezza di calore
 
ai cuori ingrigiti dalla solitudine.
 
Camminavo irrilevante,
 
lungo la via della mia melanconia irriverente,
 
quando l’ho vista,
 
abbandonata nel suo vaso striminzito,
 
con le sue foglie rinsecchite,
 
ma con una speranzosa macchia di verde.
 
L’ho portata nel mio balcone,
 
tra le mie piante senza nome,
 
i cui semi senza nome  ,
 
sono stati trasportati dal vento
 
sfuggendo a terre inospitale.
 
Ora la sto guardando,
 
e vedo una nuvola di sorridenti margherite dorate,
 
immerse nella gioia di foglie splendenti.
 
Intorno a lei si affollano i miei amici passerotti,
 
per farle compagnia.
 
Così mi accorgo
 
Che basta una carezza ,
 
come un piccolo gesto di gioia,
 
per ridare un soffio di speranza
 
al silenzio delle anime abbandonate nell’indifferenza .
 
anche il mio cuore si accorge,
 
che quel guizzo di luce nell’inverno inospitale,
 
era anche per me.
 
 
 
'''TERRA SPACCATA'''
 
''Di Angela Ladisa''
 
 
Il dolore è un terreno arido
 
che se non viene innaffiato
 
si indurisce
 
e ti ritrovi il cuore secco.
 
E allora io ti dico:
 
piangi
 
che le lacrime non cibano il dolore
 
sono acqua che si insinua
 
tra le crepe di una terra spaccata.
 
E allora io ti dico:
 
piangi
 
che le lacrime della sofferenza sono capaci di dare la vita anche ai fiori.
 
E non ti stupire se
 
tra le crepe della tua terra spaccata
 
vedrai presto un germoglio
 
che si aggrappa con forza alla vita
 
e la inventa da capo.
 
 
 
'''E IN CERTI MOMENTI'''
 
''Di Ilaria Spes''
 
 
E in certi momenti
 
il silenzio diviene la capsula
 
che placa la paura
 
E la distrazione offerta dai fiori
 
un modo per seguire
 
un’altra linea del tempo
 
Così chiedo aiuto all’abete verde
 
ai rododendri in gemma
 
persino alla quercia australe
 
che sola migra in un tempo inverso
 
Chiedo aiuto alle radici alla linfa
 
al sangue delle piante
 
perché sia accolta la nostra pena
 
nel rifugio della loro carne
 
 
 
'''GLI ANGELI MASCHERATI'''
 
''Di Franco Calzolari''
 
 
Come travolto da folle tornado,
 
scemar ho visto la luce della vita,
 
il corpo mio sprofondar nel guado,
 
l’avventura terrestre ormai finita.
 
 
Lontano dalla casa e dagli affetti,
 
con grande amarezza dentro il cuore,
 
vedo svanire i sogni e i miei progetti,
 
mi sento soffocare dal dolore.
 
 
Ormai mi arrendo al volere del fato…
 
Con un sorriso mi porge la mano,
 
un angelo dal volto mascherato
 
che sembra giunto da un mondo lontano.
 
 
Ora che sono tornato alla vita,
 
sarà eterna la mia riconoscenza
 
a questi angeli, di bontà infinita,
 
che mai l’umanità potrà far senza.
 
 
Quando l’epidemia sarà finita,
 
ritorneremo ancora tutti insieme,
 
per prati verdi a camminar nel sole,
 
a vivere le gioie della vita.
 
 
 
'''SOFFERENZA'''
 
''Di Anna Maria Lavarini''
 
 
Si era nascosta la primavera
 
non sopportava tanta sofferenza.
 
Non portava con se la sera, tramonti dorati
 
ma solo un cielo livido e malinconico,
 
ovattato di nuvole gonfie di lacrime.
 
Silenziose e vuote le strade,
 
la grande piazza muta e sterile aspettava.
 
Avvolto da un sterminato silenzio
 
sotto la pioggia camminava solitario
 
con passo lento, il grande vecchio bianco
 
sembrava portasse sulle spalle,
 
tutta la sofferenza del mondo.
 
Quella sera dinanzi ad vuoto assoluto,
 
per la prima volta, parole e benedizioni
 
non sono state rivolte ai soli devoti
 
colorati e festanti.
 
Brillavano i raggi d’oro del santissimo,
 
per la prima volta mai benedizione,
 
ha varcato tanti confini  
 
per la prima volta
 
in questo tempo sospeso
 
all’ unisono mai così tanta gente in ascolto
 
Sotto la pioggia parole di luce
 
per alleviare tanta sofferenza
 
Suoni di campane e sirene
 
dolore e speranza
 
si confondevano con la pioggia.
 
 
 
'''IN PRIMA LINEA'''
 
''Di Simonetta Vacca''
 
 
Il passato è incerto..
 
ma il cuore infonde coraggio
 
il corpo impettito avanza oltre la linea rossa di confine.
 
La mente immagina un futuro agognato.
 
Nessuno “eletto”
 
Nessun “condannato”
 
Torneremo tutti a casa dal fronte insanguinato.
 
Nessuna medaglia a testimoniare il
 
“dovere”.
 
Nessuna corona a indicare “il potere”.
 
Solo la vita
 
Indomita
 
Battagliera
 
Sfacciata nel suo incedere
 
Baldracca nel suo perire..
 
A voi in prima linea l’onore di una magica follia!
 
In Italia, nel mondo, nell’intero universo
 
E.. così sia.
 
 
 
'''LA PRIMAVERA SENZA NOI'''
 
''Di Anna Costinela Bichis''
 
 
La procesione  quest anno l’hanno fatta solo nei cieli,
 
sono tanti i dipartiti
 
molte le lacrime versate in silenzio nella terra deserta..
 
loro abbracciati
 
noi sempre più distanti,
 
la primavera  è bella più che mai ma nessuno a guardarla,  
 
sono in letargo i monumenti,
 
le strade tacciono,
 
gli uccelli cantano,
 
gli umani piangono,
 
le stelle cadono,
 
le campane annunciano il tempo della sacra ora,
 
nei luoghi di culto non rumoreggiano preghiere,
 
si prega ai piedi del letto e si parla spesso con Dio.
 
Tra blu intenso e tiepido azzuro
 
sfumano  notte e giorno.
 
Mai guardai il cielo cosi tante volte
 
perché schiavo era lo sguardo  sui piedi nel loro cammino
 
Ora sono immobile,
 
alzo spesso gli occhi  verso l'infinito, non volano più gli aerei,
 
solo quelli di soccorso,
 
l’aria limpida e il cielo sereno sono  il regno degli uccelli,
 
finalmente liberi di rumori,
 
inquinamento.
 
Ho tempo, lo stesso tempo di prima,
 
ma ora capisco quanto ne ho sprecato.
 
Avevamo tutto il mondo ma stavamo perdendo noi stessi,
 
ora parliamo spesso con i muri delle case che ci proteggono.
 
Sai figlio,
 
in giro ci sono i supereroi, medici, poliziotti e carabinieri,
 
quelli che non ci fanno mancare il mangiare, tutti salvano le vite
 
ci proteggono dai malviventi e spesso  da noi stessi,
 
in corsia manca il tempo per fermarsi a piangere,
 
si corre come sui campi di guerra,
 
i più forti si salvano,
 
i deboli ti lasciano l’ultimo respiro
 
da raccontare a madri, padri, figli,
 
non ce modo per l’ultimo saluto,
 
le porte degli ospedali sono serrate per non far sfugire il male,
 
si gioisce per un istante quando qualcuno ce la fa tornare a casa.
 
I soldati non impugnano armi
 
ma trasportano feretri, costruiscono ospedali,
 
non ci sono messe e nemmeno funerali, non ci sono fiori d’addio
 
e nemmeno croci sotto cui riposare il sonno eterno.
 
Il mietitore  ha rotto le file  e si è portato via anche gli angeli in camice bianco,
 
gli angeli in uniforme,
 
senza pietà e senza distinzione,
 
lui prende, prende, prende
 
e non saper quando si fermerà ci logora l’animo, la mente, il corpo.
 
i preti pregano in solitaria nel chiese vuote di fedeli.
 
Ci assillano le domande,
 
ci trafigge la solitudine,
 
i pensieri in subbuglio,
 
le mani tremanti,
 
la voce incerta e fragile dietro ai copri volto.
 
Ci riconosciamo dalla voce,
 
dalle movenze,
 
salutiamo  chiunque passa
 
per paura di aver saltato il saluto ad un amico,
 
Vogliamo spesso scappare,
 
ma non ce luogo sicuro su tutta la terra, restiamo  come sassi che nessun mare si vuol portar via.
 
Sai figlio, non incolparmi anche se ho colpe,
 
l'eredità che lascio sono i miei errori e i miei ricordi.
 
Abbiamo dato troppo spesso tutto per scontato
 
ed ora, le piccole cose sono diventate bellissime.  
 
Stiamo rivalutando il concetto di libertà, di amore, di famiglia
 
e mi chiedo se la felicità avrà fiorito nel cuore di qualcuno
 
così come miliardi di fiori sono sbocciati in questa primavera di silenzio.
 
L'ego dei spregevoli ora ha un volto,
 
i cattivi sono più cattivi,
 
i buoni fanno la carità,
 
i poveri insorgono,
 
i ricchi restano ricchi,
 
i ladri e i traditori di principi e di beni
 
si vendono sempre per trenta denari. Piange la dignita dei vecchi mentre chiede da mangiare,
 
angeli in unifore accorono per aiutare.
 
Si dice grazie da lontano si saluta con un cenno di capo,
 
si mandano baci e abbracci virtuali,
 
altri invece sono indifferenti ignorano la tristezza dei vivi,
 
la
 
la fila dei morti in attesa di tombe,
 
poi ci sono i folli  non curanti del pericolo che incombe.
 
A Pasqua quest’anno c’era  il sole
 
ma i nostri sguardi sono ombreggiati dalla paura e dell’incertezza,
 
risuonano canti dai balconi,
 
gridi di speranza,
 
ora crediamo  per davvero nel futuro che ci stava sfuggendo si mano,
 
credici figlio anche tu,
 
fai meglio di me,
 
impara la storia dei tuoi avi che hanno sfiorato l’apocalisse,
 
non ripetere i nostri errori
 
e anche se fa male ricorda questo momento di tristezza
 
e accedi nel tuo cuore una luce per i dipartiti .
 
Sii felice e migliore di me .
 
 
 
'''OCCHI'''
 
''Di Elisabeth Gioia Carbone''
 
 
Non ti riconosco più,
 
dietro l'ingombro che siede sopra il tuo volto.
 
Eppure i tuoi occhi hanno imparato a sorridere,
 
il loro sorriso l'ho ben colto.
 
E che differenza fa sapere chi sei,
 
se non ci si può nemmeno abbracciare.
 
Eppure i tuoi occhi, segnati da ciò che li circonda,
 
sanno bene come continuare ad amare.
 
I pianti di chi non puoi salvare li hai stampati sulla tua veste,
 
i tuoi occhi ancora non li vedono.
 
Eppure sei qui davanti a me,
 
anche se i tuoi pensieri sparsi corrono.
 
Aspettiamo dunque, lo scorrere di questi giorni funesti.
 
Che ci sarà il tempo per poter ringraziarti,
 
anche se non sarà mai abbastanza, per tutto ciò che con i tuoi occhi sgranati, anche oggi calpesti.
 
 
 
'''GIORNI SOSPESI'''
 
''Di Gabriella Vergnano''
 
 
Faccio finta
 
che le parole
 
che escono
 
dalla mia penna
 
siano quelle
 
di poco tempo fa
 
che sembra un secolo
 
i giorni
 
erano uguali
 
con il profumo
 
di caffè
 
al mattino
 
i passi tranquilli
 
i fiori nascosti.
 
Chiudo gli occhi
 
per non vedere
 
quei corpi sfilare
 
uno dietro l’altro
 
visi amati
 
fino a ieri uomini
 
come quello
 
di mio padre
 
che non vedo
 
da un mese
 
da bambina
 
mi portava
 
a pescare
 
Sguardi sbiaditi
 
aspettano
 
di rivedere
 
i giorni di prima
 
ci inventeremo
 
nuovi altari
 
per scambiarci
 
abbracci da lontano
 
vicini avremo
 
paura
 
e gli uccelli
 
volano allegri
 
per ricordarci
 
che è già primavera
 
 
 
'''ODE ALLA TECNOLOGIA'''
 
''Di Marisa Amadio''
 
 
Lode alla tecnologia
 
che ci rende liberi nella prigionia
 
in questo loop temporale
 
in cui ogni giorno è uguale.
 
 
E il sole, obsoleto orologio, ritorna
 
a scandire il tempo del giorno
 
dal suo levare sino al suo tramonto.
 
 
Sempre in contatto
 
è la parola d'ordine del coatto
 
nella cella dorata del caso
 
che piange addosso al recluso.
 
 
Ma che benedizione e che pazzia
 
lode a te oh tecnologia
 
che ci illudi d'esser vivi per sacra egemonia
 
in questa collegiale follia.
 
 
 
'''CE LA FAREMO'''
 
''Di Anna Maria Brughitta''
 
 
Saranno attimi di vita vissuta
 
che riaffioreranno lentamente
 
nelle pagine di un libro
 
trascritte minuziosamente.
 
Fiori come segnalibro,
 
che separano quei momenti
 
racchiudendo i pensieri...
 
segnando sensazioni ed emozioni
 
che il cuore rivivrà in eterno.
 
Dove la primavera dirompe
 
con i raggi del sole
 
ed esce fuori con tutto il suo splendore!
 
Il suo calore,
 
sarà l’unica cosa che segnerà
 
dopo tutto questo terrore
 
la fine di quest’ incubo…
 
e resterà indelebile
 
nelle pagine della vita.
 
Il silenzio delle vie,
 
dove nessuno sfiora nessuno,
 
mentre le persone guardinghe
 
con mascherine e guanti
 
la distanza cercano di rispettare
 
lunghe file ovunque.
 
Il panorama è surreale.
 
Tutto è surreale.
 
Questo silenzio è surreale…
 
ma non è solo assenza di rumore
 
ma sofferenza nei cuori.
 
Ti è mancato un abbraccio…
 
un bacio…
 
una carezza…
 
una stretta di mano
 
che prima potevi dare.
 
Tutto ci è impedito…
 
finché questo ospite non gradito
 
non sarà sconfitto.
 
Negli ospedali lottano i nostri eroi…
 
Uomini dal valore
 
non sempre riconosciuto
 
ma loro un grande contributo
 
al paese hanno sempre dato.
 
Stremati per le lunghe ore ininterrotte,
 
e amareggiati per la tristezza
 
che hanno dovuto vedere,
 
nei volti delle persone che muoiono sole,
 
senza il conforto e l’ultimo saluto
 
delle persone a loro care!
 
Per loro una carezza
 
e una parola di conforto
 
mai è venuta a mancare.
 
È doveroso un grazie dover dire!
 
Assieme ce la faremo
 
Io resto a casa…
 
 
 
'''MANI INTRECCIATE'''
 
''Di Aurora Cantini''
 
 
Mani intrecciate
 
in questi giorni
 
di scura tempesta,
 
mani intrecciate
 
a creare rami e foglie
 
per un nido di sguardi,
 
mani intrecciate
 
intorno a occhi lucenti di domande,
 
smarriti,
 
spaesati.
 
 
Le mani di una mamma e di un papà
 
a far da corona e scudo
 
ai sogni di un bimbo
 
che attende la primavera
 
da dietro i vetri di una finestra.
 
 
Mani che sorreggono e scaldano,
 
accarezzano e rialzano...
 
mani che giocano, scrivono,
 
impastano, insegnano,
 
indicano.
 
 
Mani grandi come ali,
 
a cui un bimbo può afferrarsi
 
per raggiungere il cielo.
 
 
E volare alto,
 
nel cuore delle nuvole.
 
 
E volare alto,
 
senza paura di cadere.
 
 
 
'''VERRÀ ANCHE L’ALBA'''
 
''Di Rosanna Peruzzi''
 
 
È così buia la sera
 
con la luce fioca di un corridoio
 
 
e una lanterna accesa nel cuore
 
per non respirare la sconfitta.
 
 
È più forte della resa
 
il coraggio
 
di chi combatte
 
 
mentre molti cadono
 
in un sonno profondo
 
che oltrepassa la vita.
 
 
Verrà anche l'alba
 
sgombra da nubi
 
e potrai guardarti nuovamente
 
con il viso di ieri
 
 
e negli occhi il sorriso
 
della speranza
 
mai morta
 
sotto la maschera…
 
 
un sospiro
 
verde di fili d'erba
 
nati tra le mani.
 
 
 
'''DOLCE ANGELO MASCHERATO'''
 
''Di Sergio Camellini''
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Far mia
 
la tua malinconia
 
per sentire quello che senti,
 
provare
 
le tue emozioni:
 
vivere i tuoi sentimenti.
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Uscire dal tunnel
 
della paura,
 
prendere per mano
 
la vita,
 
abbracciare un sogno:
 
sì, non è finita.
 
 
Voglio,
 
dico voglio!
 
Giacché l’infinito
 
verbo dire… si tramuti
 
nel piacevole verbo fare,
 
come col tuo operato
 
a rischio
 
anche di dolore.
 
 
Dolce Angelo mascherato,
 
grazie
 
solo per amore.
 
 
 
'''PARIETARIA'''
 
''Di Domenico Fabris''
 
 
Inerpicata e immobile resiste
 
nel consumato anfratto e dentro al tufo
 
e calce, fissa di barbe la muraiola
 
che   aspersi semi   derelitti  al vento
 
strapparono   l’appiglio a quella sorte
 
e  il  solo  fato soggiunse  a favorire
 
seppur l’agreste palmo nel sito mai la pose.
 
Così codesta vita , con quell’ amara allure,
 
gretta   s’alligna  alla  materia inerme….
 
………….. sfuggevolmente viva!
 
 
 
'''IL VENTO SUSSURRA DI NOTTE'''
 
''Di Sara Acireale''
 
 
In questa città invisibile
 
l’amore diventa remoto
 
spazio lontano nel tempo
 
un forte pensiero sfiorito.
 
Il vento sussurra di notte
 
e porta ricordi lontani
 
di cene e risate tra amici
 
c’è buio e ti cerco nel tempo.
 
M’appare l’amato tuo volto
 
penso che sia probabile
 
trovare il rimedio perfetto
 
uscire fuori dall’incubo.
 
Basta soltanto un’emozione
 
per viaggiare senza una meta
 
e seduta sul mio divano
 
sento la musica delle onde.
 
Il vento della bella estate
 
porterà ancora tanti abbracci
 
e il bacio tanto aspettato
 
con l’amore, sole di vita.
 
 
 
'''HO IMPARATO LA PAZIENZA'''
 
''Di Salvatore Mancuso''
 
 
Ho imparato
 
la pazienza,
 
in questo tempo
 
di penitenza,
 
la pazienza
 
dell'operosa attesa
 
vissuta
 
nel profondo
 
della coscienza.
 
 
 
'''IL PENTAGRAMMA'''
 
''Di Elvira Giordano''
 
 
Il mondo è popolato da tante anime,
 
come il pentagramma è formato da tante note.
 
Le anime,
 
come le note,
 
sono tutte diverse, eppur così simili.
 
Una singola nota non crea la musica,
 
ma tutte insieme
 
possono dare vita
 
a meravigliose melodie.
 
Un singolo uomo non può
 
cambiare il mondo,
 
ma tutti insieme
 
possono renderlo migliore.
 
 
 
'''DIETRO QUEL SUONO, MIA MADRE'''
 
''Di Simona Merlo''
 
 
La divisa camuffa i tremiti.
 
Invisibili entità ladri d'aria minacciano senza invito.
 
La mascherina trattiene i sorrisi.
 
Oggi è tranquillo, scrive.
 
Non come ieri. Chiama tu papà.
 
La realtà è un intreccio di suoni.
 
Poi le grida
 
al telefono.
 
Trambusto di voci
 
“Non respira, emergenza”.
 
La forza è dietro le attese.
 
Riparte quel mezzo apripista di salvezza
 
per noi
 
familiare effetto ansiogeno.
 
 
 
'''ALTA MAREA'''
 
''Di Nicol Maria Pucci''
 
 
Mare grosso
 
Giornata di tempesta
 
Accolgo,curo,proteggo
 
Salvagenti
 
Scialuppe travolte
 
sbatacchiate da questa inattesa alta marea
 
Equipaggio mai stanco
 
La sua energia contro quella delle profondita'
 
Tornera'il sereno
 
Mare calmo
 
Orizzonti
 
Calma
 
 
 
'''CREPUSCOLO SERALE'''
 
''Di Maria Vittoria Spinoso''
 
 
Nell’ora che il sole si scolora,
 
seduta su una sedia a dondolare
 
nel quadro del mio portico serale
 
mi sembro fare pace con il mondo.
 
 
Lo sguardo mio perduto all’infinito
 
osservo quelle ombre dei cipressi,
 
che sembrano allungarsi a dismisura,
 
segnando più lontana ogni altra via.
 
 
Nel cielo tra nuvole increspate
 
immagino altri volti di viandanti
 
e la distesa verde d’erba al vento
 
si lascia ondeggiare come il mare.
 
 
Profumi indefiniti mescolati
 
alle narici lascio indovinare;
 
non v’è rumore d’ uomo, forse stanco
 
si è maturato il tempo al suo riposo.
 
 
Una vecchia richiama il suo micino,
 
chiude la porta e recita il suo mantra:
 
è l’ ora ormai che volge al suo riposo,
 
sperando nel risveglio del domani.
 
 
Restano ai lati come sentinelle,
 
due vasi con i fiori di gerani;
 
io chiudo intanto lentamente gli occhi
 
e sogno l’illusione del domani.
 
 
 
'''CREDICI'''
 
''Di Giuseppina Porro''
 
 
Di parole se ne dicono tante.
 
Di battute se ne fanno altrettante.
 
I media terrorizzano per fare informazione:
 
vende più un morto che la guarigione.
 
Ed ora, ancor prima che finisca questa maledizione,
 
non sarà il virus la causa della vera depressione.
 
Sarà data dall’ansia, e dal panico,
 
che salgono, che mettono terrore,
 
che han fermato l’economia,
 
che han creato la confusione.
 
Per ora
 
bisogna isolarsi,
 
curarsi
 
e far prevenzione,
 
per portare il male
 
ad una controllata estinzione.
 
Ma le forzate quarantene e le legali proibizioni non saranno le sole uniche soluzioni.
 
Per debellare il male
 
si produrranno vaccini
 
a difese immunitarie cellulari, ma per l’uomo?
 
Per l’essere umano.
 
NO!
 
Non ci sarà isolamento o medicina ad aprirti la via.
 
Solo tu potrai, più di tutti,
 
credere in te,
 
amrti, sognarti
 
e dai...
 
Ti Rialzerai!
 
 
 
'''COME SE FOSSE NORMALE'''
 
''Di Carla Sautto Malfatto''
 
 
Come se fosse normale
 
ad un metro ti dico coraggio
 
al telefono resto a parlare
 
che mi manca il tuo abbraccio
 
a fare boccacce,
 
della pazienza e del buon senso,
 
la ricetta della pizza e del pane
 
e mi sembra che di pensieri
 
così accanto
 
non li abbiamo mai avuti.
 
Io sono qui
 
ancora mamma e ancora bambini,
 
la scoperta che si fa seme
 
chissà poi se attecchirà
 
diventerà cosa nuova
 
o rinsecchirà
 
nella ripresa normalità
 
di un campo duro e non arato.
 
Dipende da noi,
 
dipende da me e da te
 
sono nelle tue mani
 
e tu nelle mie,
 
basterebbe questo capire
 
a smuovere la zolla
 
lo è sempre stato
 
dimenticato,
 
il meglio e il peggio di noi
 
ora sotto il sole
 
che resta sospeso
 
anche di notte
 
in un afflato di domani.
 
E le mani sono piene
 
di baci lanciati.
 
Già si chiede
 
di non dimenticare.
 
 
'''RIALZIAMOCI'''
 
''Di Stephan Ranallo''
 
 
Quando senti il peso sulle spalle,
 
d’un destino beffardo che il mondo scorre.
 
Mai sentii il bisogno d’ossigeno puro,
 
che lenisce in parte dolori di codesto mondo duro.
 
Le serrande si abbassano, il silenzio spettrale
 
delle città avvolte dalla coperta di solitudine e distanza, e
 
restiamo impassibili ed ansiosi sul mondo che
 
verrà in vicinanza.
 
Esser soli a combattere, su un fronte pandemico
 
che ci mette alle corde, ma non è il nostro avere che
 
mostra d’esser forte.
 
La nostra unità, è quel che definisce il nostro
 
esser forti, non vi è altra prova al quale sottoporsi la quale
 
esser umanamente colti.
 
Cadiamo, e andando a fondo verso certo baratro profondo, è lì
 
che la forza troviamo di alzarci sulle nostre gambe
 
spazzando via il disastro.
 
Il disastro delle nostre anime, la quale tortuosamente vagano
 
per il nostro paese in cerca di risposte ai nostri perché.
 
Rialzati Italia, rialziamoci italiani,
 
non permettiamo che una difficoltà ci metta di spalle al muri,
 
ma facciamo in modo di combattere col nostro animo puro.
 
Siamo dei grandi, anche se piccole persone che
 
combattono il male, ma grandi nel nostro animo, abbiamo
 
speranze aldilà più grandi di un mare.
 
Rialziamoci, questa è la volta buona, di mostrar al mondo intero
 
che essere italiani è molto più importante di ogni sperato sogno
 
europeo d’esser all’altezza, di ciò che europei sovrani ci richiedano,
 
ma noi siam diversi, nettamente superiori.
 
Rialziamoci Italia, tu che patria mia sei,
 
i nostri sogni di speranza superano di gran lunga ciò che del male ci fa,
 
rialziamoci che di tanto noi siam capaci, e quando raccontar potremo ai nostri posteri,
 
racconteremo di come abbiam lottato, lottato per un mondo migliore.
 
 
 
'''GLI ANGELI VISIBILI'''
 
''Di Veruska Vertuani''
 
 
Lasciano la schiena per ultima
 
scivolare stanca lungo le pareti di ospedale,
 
gli angeli visibili
 
 
per quel modo di camminare
 
molto prossimo all'umano
 
li distingui sempre, tra rosari e mani giunte
 
 
colorano i muri del blu che hanno imparato
 
nei giorni di nuvole più aspre del sale
 
 
e dietro la mascherina
 
c'è un lavorìo di terapie dettate
 
di fiato senza cibo
 
di ore senza un letto
 
che ti arriva fino in gola.
 
 
Gli angeli visibili
 
non lasciano fiori in camera,
 
ti accorgi che ci sono
 
dalle arance sopra al tavolo
 
e appena sotto a Cristo
 
 
così portano il sole,
 
mentre sotto le piume
 
accadono le cose più brutte del mondo.
 
 
 
'''IL MONDO SCIVOLA'''
 
''Di Luigi Golinelli''
 
 
Nel mio nulla
 
Silenzioso
 
Odo bisbigli
 
Di paura
 
E lontano
 
Urla di dolore.
 
 
Resto solo
 
Prigioniero delle
 
Mie certezze
 
Serenità
 
Violata da
 
Incubi ad
 
Occhi aperti
 
Drammi su
 
Schermi che
 
Non si spengono.
 
 
Il mondo scivola
 
Sotto i nostri piedi.
 
 
 
'''IL VIRUS DELLA MORTE LENTA'''
 
''Di Salvatore La Moglie''
 
 
Attraverso il filo spinato
 
dei pensieri,
 
oltrepasso il cerchio di
 
morte che il virus incoronato
 
sulla testa mi ha piantato,
 
e cerco una via d’uscita
 
dal tunnel nero che mi
 
opprime.
 
Sognare ad occhi aperti e
 
illudersi ancora è la sola
 
strategia che conosco contro
 
l’ignoto invisibile nemico
 
che tiene a un filo appese
 
le nostre vite sospese.
 
Solo così, con quest’arma
 
incruenta, si potrà battere
 
il virus della morte lenta.
 
 
'''UNA NOTTE STRANA'''
 
''Di Giuseppe Macrì''
 
 
Sorprende
 
Orgogliosamente
 
Il mio panorama si oscura
 
E non potrei dividere la strada
 
Da quelli
 
Che mi mi han tolto l'identità.
 
 
Zoppico e senza una gamba
 
Resuscito da una tempesta di vino
 
Solitario
 
Cerco la strada
 
Strizzo l'occhio a una donna
 
Bella e misteriosa.
 
 
 
'''RE “VIRUS”'''
 
''Di Giovanni De Simone''
 
 
abbiamo incoronato re
 
-re del dolore-
 
un killer sconosciuto
 
che ha esteso
 
- in breve tempo-
 
la sua egemonia
 
in ogni dove
 
con terrore e falce
 
senza distinzione
 
di colore - sesso – età
 
 
e non dà tregua
 
continua a martoriare
 
e decimare
 
i figli di Madre Terra
 
ha colorato di nero
 
paesi e città
 
e nell’assordante silenzio
 
si ode in sottofondo
 
lo straziante pianto
 
per i periti non salutati
 
e non accompagnati all’ultima dimora
 
 
lui è forte
 
e quelli che lo combattono
 
in prima linea
 
-il più delle volte-
 
con spade di legno
 
riescono a strappargli qualche vita
 
 
questi
 
più che gli eroi
 
sono i martiri
 
sono gli angeli
 
di quelli che
 
non devono combatterlo
 
in campo aperto
 
ma restando a casa
 
senza disattendere il loro dovere
 
 
vogliamo vincere
 
re virus?
 
combattiamolo tutti uniti
 
con le nostre armi
 
e con il nostro coraggio