Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali

Da WikiPoesia.
Jump to navigation Jump to search

Introduzione

Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.

Vi ringraziamo ancora una volta per le vostre Poesie!

Vincenzo De Lucia

WikiPoesia


Stella della Solidarietà Poetica

Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Lodi

INVISIBILI EROI

Di Flavio Provini


Quelli vestiti come dei marziani

quelli che hanno il destino tra le mani


quelli che masticano la paura

quelli che vivono come in clausura


quelli che non dormono mai la notte

quelli dalle pantofole decotte


quelli che hanno un sudore di sei ore

quelli che rischiano per solo amore


quelli tirano sul capo un velo

quelli che ti salvano per un pelo


quelli che corrono per le corsie

e pregano poi nelle retrovie


quelli che ci mettono fiato e cuore

quelli per cui il camice è un onore


quelli che a fine turno son stremati

l’ansia cupa negli occhi allucinati

il dolore tatuato sulla schiena

un trancio di focaccia come cena


quelli che a casa non parlano mai

cercando un senso a tutti questi guai

ma il senso ammicca col loro sorriso

di umanità, di fratellanza intriso.


Anestesisti, dottori e infermieri

voci delle Croci, dell’emergenza:

da sempre esistono ma fino ad ieri

in pochi a celebrarne l’esistenza.


Date loro un trofeo, una medaglia!

Nominateli eroi di questa Italia.



LA  PAROLA  CONTAMINATA

Di Maria Benedetta Cerro

         

Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –

Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.

Il male / in marcia col suo grido /

con la sua coda di devastazione

ha piantato radici nella nostra carne.  

Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.

La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –

Il tutto che pareva importante / è insignificante.

Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.

Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.

Eppure dice al mandorlo – fiorisci –

e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.

Ora la parola è fatta scorza.

Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.


A PIU' DI UN METRO

Di Gianpaolo Bellucci


Io me ne sto qui chiuso

In casa

Con il mio cane

Lo accarezzo

Bevo birra

Mangio torta

Con salame

E riapprezzo

Il calore del

Focolare domestico

Quell'atmosfera familiare

Mentre bevo e mastico

Musica di sottofondo

Mi fa dimenticare

Per un attimo

Quello che accade

Ora

In questo mondo

Deturpato nel

Suo profondo

Sicuramente

Anche tu

Sarai sola

Chiusa nel tuo di mondo

E anche se

Ci potessimo

Vedere

Almeno distanti

Un metro

Ci dovremmo

Sedere

Non ci potremmo

Toccare

Non ci potremmo

Annusare

Solo il nostro sguardo

Ci mostrerebbe l’amore

Uno sguardo forte

Uno sguardo intenso

Che illumina

La mia notte

Quando non ci

Sei

Ed io ti penso

E quanto vorrei …

Vorreiii …

Avresti mai potuto

Immaginare

Che accadesse tutto ciò?

Io no

Anche se sono

Un convinto sostenitore

Che la realtà

Sia di gran lunga

Della fantasia

Superiore

E questa epidemia

Si è allargata

A dismisura

E si è trasformata

In una pandemia

Gonfia di paura

Ma io sono

Sicuro

Che ce la faremo

Che domani

Ci stringeremo

Le mani

E ci abbracceremo

E potrò toccarti

E potrò annusarti

E potrò baciarti

Non ci sarà più

Una distanza

Fatta come vetro

Che mi tiene

Chiuso

In questa stanza

lontano da te

A più di un metro …



FANFULLA DA LODI

di Emanuele Ambrosini


Il dì

che vide il noto cavaliere

unito ai suoi fratelli

vincere

su ciò che osò dubitare

del loro coraggio,

l'anima.

Passeggia nell'universo

effonde luce,

vita.

Ancora una volta oggi,

Cavaliere,

camice,

l'anima.

E' una cascata che esplode

per dipingere nel cuore

ciò che le parole incidono su carta:

Vinci, vinci, vinci.



GUARDO ED È VITA

Di Giuseppe Pascarella


Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,

un altro giorno sta passando

e porta con sé la tristezza e la rabbia

di non vedere un domani, non vedere un futuro.

E’ questa la vita che ho sognato?

O forse è quella fin troppe volte annunciata?

E in questo silenzio innaturale

si ode qualcosa.

Sono rintocchi di campane

non più coperti da rumori del traffico.

Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.

Sono i canti degli uccelli:

ci dicono che la primavera è alle porte.

La primavera che porta con sé vita.

Sono i vagiti di un bimbo.

Vita.

Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,

inspiro forte e ne sento i profumi.

Vita.

Mi accorgo che da una finestra

una bambina mi sorride. Vita.

Sì vita.

Riprendo il mio sogno e penso

che questa breve pausa

non fermerà la vita.

Non fermerà te.

Tu sei vita!



IMMORTAL SAPIENZA

Di Franco Frijio


Pulir la mente

da pregiudìzi dovrai.

Cosi

ciò che già sai

scoprìr potrai.

Allorché

nuove conoscènze

cercàr potrai...

Questo, sì !...

arricchìsce

lo Spirito che sei...



LUCE

Di Fabio Strinati


Sospeso nel vuoto un filo di luce

avvolto da un faro ai bordi della notte;

strade interrotte nel sonno

appeso a un fascio di speranza.

Eremita adagiato sopra un lume

intorcinato in una stanza; un soffio

nel vuoto, l’aria che nella morte

s’addormenta. Eterna è la vita

che nel silenzio mai s’è ostinata

al gemito: ormai, decrepito lo scroscio



AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Antonella Laviola


Turbinava intenso,

di ora in ora,

di chilometro in chilometro.

il tornado della solidarietà,

fino a coprire l'intero territorio.

Era al tempo del coronavirus.

L'eco del saluto

partito con dono di un cuore solitario

compì il miracolo dell'unione

e rimbalzò

di monte in monte

di mare in mare

fino a risuonare

nell'aria rarefatta.

Era sempre al tempo del coronavirus.

La luce

s'allargò, una sera d'inverno,

di casa in casa

fino a divenire

dall'alto uno stivale scintillante.

C'era nel buio

il canto vibrante,

la voce di un popolo,

dalle vene pulsanti vita,

generoso, passionale, creativo,

che cantava il suo inno.

Non era certo il tempo del trionfo,

era ancora e solo il tempo del coronavirus,

tempo di riflessione,

tempo di amore embrionale

privo di dolore,

tempo di speranza,

tempo della nostra creazione

di un futuro anelato.



CRISALIDI (imparare a fluire)

Di Eleonora Capomastro Orofino


Se albe e notti non si alternassero

sotto il mistero di questo cielo,

saremmo grigi esseri statici, confinati

nei limiti delle nostre rassicuranti identità,

per cui spesso barattiamo

la vera felicità.

Eterni soli ci accecherebbero,

eterne lune sfalserebbero i colori.

Nella danza del mutare

stanno chiave e insegnamento.

Fragili e imperfetti,

abbarbicati a forme preconcette,

convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità

che ci preservi dalla paura e dal dolore.

Ma non è forse nella natura di questa vita,

la più grande lezione,

nella sua alternanza e movimento,

nella sua perenne trasformazione?

E noi dovremmo imparare

a lasciar che sia cambiamento,

come il bruco che si risveglia

per danzare nel vento.

Aver fede nel fluire,

attingendo anche dalle sofferenze

per apprezzar ancor più il gioire.

Vivere il dolore

lasciando andare ciò che muore,

affrontando la rinascita

e stupirsi ancora per un nuovo

inaspettato colore.



LA PRIMAVERA DEI BALCONI

Di Franca Donà


Saranno ancora rondini a cantare

oltre i confini grigi delle case

oltre il lamento, la preghiera

il pianto dei soldati sopra i carri

le bare senza fiori e senza croci

soltanto il buio a benedirne il viaggio.

Non ci sarà un ritorno, non ci sarà

un altro treno verso il mare, mai più …

ci toccherà aspettare primavera

restare dentro il nido e dal balcone

mandarci baci  tra lenzuola stese

come se fossero bandiere al sole

senza toccarci, da lontano eppure

non siamo stati mai così vicini.



ALBERI MAESTRI

Di Riccardo Montanaro


Un varco per la speranza

quell’orizzonte lontano

Saluto mia moglie bacio mio figlio

e di notte salpo

Tanti come me

ombre lunghe e scure

alberi maestri in una sola imbarcazione

E prego l’Italia

prego le sue sponde di abbracciarmi domattina

Prego che il porto non si allontani dalla riva

Temo il varco

chiuso

avanti agli occhi

e l’orizzonte di nuovo alle spalle

Prego l’Italia che non si divida

per timore di noi

alberi maestri spaccati a metà



CITTÀ E PAESI

Di Elisa Mascia


Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,

piccoli paesi e grandi città

accomunati dalle strade déserte

e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.

È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,

in casa é d' uopo restare,

fare attenzione

seguire ogni raccomandazione.

La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso

per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare

almeno un pochino di amore e di pace al fratello.

Che sia di monito e di giusta comprensione.

Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.



ITALIA

Di Noemi Di Gaetano


L'Italia è tanti colori

le piace far festa

muove paesi, unisce culture.

Sa quando fermarsi per poi ripartire

da nord a sud, dal verde al blu

sembra divisa ma in fondo è unita

come due amici che non si vedono da molto

ma sempre disponibili nel momento del bisogno.

Tutti uguali di fronte alla guerra

e prima o poi anche davanti alla ricchezza

Madre di tutti tra sogni e speranze

grande vetrina ammirata da tanti

Vedi soldato, forza e coraggio!

Guarda il mare tra le alte montagne

continua a lottare senza mai dimenticare.



QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE

Di Alessandro Porri


Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,

come panni stesi al tempo ormai sgualciti,

come il soffio che danzanti li ha asciugati,

come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.


Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,

come otto infinito di pensieri senza uscite,

come lotte uterine tra nevrosi mal celate

e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.


Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,

presuntuosi per dogma vendevamo la faccia

ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,

della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.


Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo

o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.

L’essere mortale troppo spesso è perverso,

tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.



VITA

Di Alessandro Dall’Oglio

Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,

ora che hai lo sguardo smarrito,

come quello di chi ha perso ogni ideale,

di storie senza pietà né giustizia.

Volevi far impallidire tutti i mille colori,

fra mascherine bianche assolute.

Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,

come fenice dalle troppe ceneri.



Valore al merito

Di Riccardo Mazzamuto


Guerrieri senza armi

donano speranza vita,

ti accompagnano ti difendono

da un nemico invisibile…

in quel campo di battaglia

dove sei nato e cresciuto,

noi, noi medici senza gloria

senza uniforme, senza niente...



CORONATI DI SPERANZA

Di Roberto Lasco


Nell’etere elegante

si libra una corona di speranza. Momenti di delirio

si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto

del trionfo provvidenziale

di una fede atavica e pura

che soccorre fra le stelle

uomini solidali

nel coronare un sogno, richiamante la realtà,

per condurla tra gioie

apparenti e scomparse

nel vuoto del nulla.



SONO LORO

Di Daniela Moreschini


Grave silenzio aleggia nell’aria,

passi leggeri  girano intorno

al bianco letto immacolato

e senso di impotenza che invade

Bianche figure si affannano

per fermare la nera nube che scende,

corpi stremati che lottano,

sudore misto a  lacrime

che lentamente scendono

ad accompagnare

quell’ultimo alito di vita

Sono Loro… gli unici testimoni

nell’atto finale della tragedia.  



ARIA INFETTA

Di Renato Fedi


In questo silenzio

che si mangia i pensieri

non ho un chiodo da appiccare

per dare un senso al quadro della vita.


Non si beve nulla

succhiando aria infetta,

a difesa una borsa di speranza

ch’adesso è piena solo d’apprensione.


S’era a prendere

restituendo la miseria

un vivere con scatti fuori d'asse

quasi un correre privato dei traguardi.

Ci sarà del nuovo

nel rivestirsi al mattino

dopo l'andare a vuoto delle ore

ci ritroveremo figli, padri, umani veri.



MAI COME ORA

Di Sante Serra


È giunto il tempo del silenzio

cimiteriale e misterioso,

della paura fuori dalla porta,

del pane fatto in casa

annidati fra le mura, odiamo

da lontano sirene d’ambulanza

mentre la TV sciorina la sterile conta

di chi ce l’ha fatta e di chi non.


Mai come ora,

il tempo resta fuori casa,

dalle finestre sprazzi di luce

irraggiano i cortili, e le notti

che non sono più le stesse

sognano un abbraccio vero

ora interdetto senza colpa alcuna.


Ci accomuna l’essere persone

uguali al cospetto dell’oscuro,

che alzano gli occhi del coraggio

con o senza mascherina, isolati

nel desiderio di vincere la paura,

destarsi all’alba d’un mondo migliore

stringersi la mano con nostalgia,

riprenderci a pieno la vita

e lasciarci accarezzare dal sole.


Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Bergamo e Brescia

ECHI LONTANI

Di Simonetta Papini


Dove la vita è un eco che si perde

e l’amore è alito di Dio

dammi la mano e accompagna la mia stanchezza

a un angolo di muro

per non ascoltare lo schianto del vento

e la pioggia violenta che batte il mio tormento.

Germogli di dolore accompagnano le ore,

il mio silenzio è ciotola di brina.


QUANDO SARÀ RICORDO

Di Maria Grazia Calí


Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci scopriremo a danzare

sulle ali del vento, nel fluire scarlatto

che ci batte in petto e traspirare

come  nuvole al sole d'inverno,

lacrime d'allegrezza sulla nostra pelle

Brividi caldi e un nuovo sogno

da colorare d'indorate stille

Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci riscopriremo affiancati

a mirare la luna, sotto un cielo

aperto, adornato di stelle

Vendemmieremo ancora

quanto  ci offre il fato, come nelle vigne

l'uva già matura, briosa...

E sarà buon vino d'annata

per brindare, mentre valichiamo

con sorrisi d'osanna, ai nuovi domani.


ER CORONAVIRUS

Di Paola Durantini


Tutt’Italia se stoppa e s’arabbatta

pe’ commàtte er virus che ci’abbàtte !


Da quanno che er Corona cià corpito

(e già se sa da dove ch’è partito),

so’ morte propio  un fracco de perzone

e tante artre stanno a pennolone…


Mo’ pare che puro dall’Oriente,

che pe’ primo cià avuto tanti morti,

ce schifino… e come fosse gnénte

ce chiudeno li scali e li rapporti.


Er monno intero subbito all’istante

ce  vorebbe bandì pe’ li timori…

“so’ sconsijati  li viaggi e le vacanze”…

pare che semo noi l’unichi untori…


Tutt’er ggiorno dar televisore

nun senti che de morte e de terore;

so proibbiti l’abbracci e li rapporti…

però lasciamo aperti scali e porti!


LA POESIA

Di Michele Prenna


Salva e guarisce poesia

parole e silenzi per il cuore

quando annega il dolore

coi fiori d'altra serena stagione.

La casa dove rinchiude il malanno

trasforma in mare e montagne

in boschi e giardini d'amore

per baci e scambievole abbraccio.

Suonano apocalittici allarmi

in un paese prostrato

da inarrestabili morti.

Sole di primavera nel cielo

promette che saranno gli ultimi

e i versi conquisteranno l'aperto.


HO CHIESTO

Di Paola Galligani


Ho chiesto a un albero

perchè stava aiutando

Mi ha risposto:

per ossigenare il Mondo.

Ho chiesto a un fiore

perché stava vivendo:

Mi ha risposto:

per aiutare le api a fare il miele dorato

e per regalare i colori agli occhi

e agli innamorati.

Ho chiesto a un uomo

perché stava sopravvivendo

Mi ha risposto:

per aiutare gli altri

a essere migliori

ed essere felici.

La gioia della Vita

è la gioia

di aiutare

attraverso un unico filo d'Amore.


UN NUOVO CASTELLO

Di Lucia Lo Bianco


Quando ripenso al mio mare

disteso blu a toccare il cielo,

rivedo il mio cammino

e i solchi sulla sabbia

e allora so che alla fine

aspetteranno i sogni limpidi

costruiti tra le onde,

aspetteranno i nostri sguardi

che si sfiorano nel vento,

aspetteranno e voleranno

le parole di un senso tutto nuovo.

Masticheremo aria pulita

tra le genti spaurite

sotto il sole caldo che guarisce,

corpo e mente rivivranno

dentro stagioni nuove

reinventate, storie e magia

racconteremo ai nostri bimbi

in un castello che vive sulla sabbia.  


GLI ANGELI BUONI

Di Sebastiano Impalà


Navigo senza sosta

percorrendo questo mare

di silenzi assurdi

nei giorni tristi della morte

disegnata sui volti scavati della gente.

Il mondo appare attonito

da notizie mai sentite,

da pandemie incomprensibili

e rimane fermo,

come lago ghiacciato

dove non spira vento

e le mani s’innalzano nel cielo

in cerca di salvezza.

Ma gli angeli ci osservano dall’alto

con ali forti ed occhi luccicanti,

scacciando con fermezza

quel fetido miasma che ci ammazza.


QUELLA PIETRA

Di Paola Alessandra Magliani


Di quella pietra solo il ricordo

E un lungo plauso nel pianto

Da lontano

Come figli della stessa madre

Che il caso ha interrotto...

Vacilla quello in cui credo

Su quella pietra tanti fiori

E il silenzio si fa canto

Per vincere la paura

Per ovviare la follia

Per ricordare la felicita'

Con quella pietra

Ti vorrei dire che staremo attenti

E il giorno più triste

Di un paese gia'deserto

Che piange i figli

E chiede aiuto...


INVETTIVA AL CORONAVIRUS

Di Maria Mariscano


Non venirci a prendere, fetente coronavirus,

noi vorremmo restare.

Al mattino vorremmo riaprire i nostri occhi,

in questo mondo, che un giorno dovremo lasciare,

però non ora, ma ognuno alla sua ora.

Il tempo non è nostro, ma nemmeno tuo.

Noi vogliamo andare secondo il tempo di Dio

Il tuo tempo è dannato,

brucia l'umanità,

Vai via subito da qua,

sia che tu sia nordista, sudista o mondiale,

figlio della rivolta della natura

o sbaglio chimico,

tu sei  quei

e ancora non te ne vai.

Garibaldi fece l'unità d'Italia,

tu hai fatto l'unità mondiale.

Ti insinui negli organismi

e parecchi li conduci alla morte.

Abbiamo capito la tua lezione

di non sopraffazione.

ma anche tu non sopraffare noi.

Sparisci nel nulla,

come dal nulla sei arrivato.

Rimani pure come mistero,

nei nostri studi, nelle nostre enciclopedie,

ma non farci più del male.

Hai mietuto più vittime tu

che la seconda guerra mondiale,

facci uscire dalle " trincee "

facci riabbracciare nuovamente,

è un'esigenza umana e anche animale.

La natura non sia leopardiana,

ma ci dia una mano

con il caldo o con i suoi misteri.

Vade retro, Lucifero fetente,

che il tuo coronavirus nessuno

lo gradisce.


LA NATURA SA

Di Lolita Rinforzi


Sono ammaliata dalle meraviglie del creato

le rispetto.

Un tripudio di colori

di profumi

di suoni

un’infinità di specie

di abitudini

di comportamenti.

La nostra vita e l’evoluzione

dipendono dall’equilibrio della flora e della fauna.

Ma nello sviluppo e nel progresso

abbiamo dimenticato ogni forma di rispetto

dando per scontato tutto ciò che ci circonda.

Imminenti saranno le vacanze sulla luna

vantiamo primati in tecnologia

gli incontri si programmano

scegliendo tra soggetti identificati con un codice

o alla peggio si consultano siti per un amore solitario.

La Natura

sa da tempo tutto questo

più volte ha cercato di darci avvertimenti

ma la nostra mente

incanalata in binari sequenziali

non hai mai dedicato tempo a certe riflessioni.

Inoltre tutto ruota intorno ad un profitto

sarebbe sprecato fermarsi o rallentare.

Adesso non è più una scelta

ma questione di sopravvivenza.

Chiusi in casa

sentiamo il bisogno di socializzare

di baci

di abbracci

di parole di conforto.

Preghiamo per uscire indenni dal diluvio

avendo compreso che non avremo un’altra opzione

e la Terra in cui viviamo è l’unica arca a disposizione.


RIVELAZIONI

Di Maria Teresa Infante


Arriveranno

i giorni del coraggio

ad ammorbare carsiche adunanze

già distanziate per decreti a oltranza


arriveranno

noi saremo pronti

spossati d’anse, disperati, scalzi

in dinastie di stitiche anarchie

dove i polmoni bussano alle falde


arriveranno

tra le confluenze

del già passato

dove tutto è stato

a dir che il male non fu mai per caso


saremo

il giogo che dirige i buoi

le congiunture delle stonature

arcobaleni punti di sutura

conchiglie astrali gusci di speranze.


IL VENTO SOFFIA VELOCE

Di Antonella Bertoli


Il vento soffia veloce

Furioso

Impetuoso

Misterioso

sopra le miserie di questa specie

che si è divisa in ricchi e potenti

lasciando a terra

raminghi, poveri e perdenti.

Ma il nemico che ci ha raggiunto

non guarda in faccia le persone

colpisce ovunque, peccatore o giusto.

Ma troppo spesso sono i soliti a rimetterci.

Non più nelle case i nostri nonni riposano

ma rendendo l'anima, soffocando muoiono.

Enormi serbatoi d'amore

quelle case son diventate bare senza cuore

e non possiamo nemmeno manifestar loro

il nostro dolore.

Siamo tutti a rischio,

povere anime disperse

senza più sapere dove andare

o chi pregare.

Gli unici dei sono rimasti i medici

e in loro confidiamo

perché  ci aiutino a non disperderci.

Forse l'abbiamo meritato

tutti noi che il pianeta continuiamo ad inquinare.

Che la lezione ci sia di monito:

chi si salverà

dia inizio a un nuovo modo di vivere e di amare.


VIRUS CORONA

Di Cesare Lorefice


Cosmo siam

Non conosciamo

Il finito danno

Sfidando l’immensità.


Ma intanto

Il virus corona

Con l’infinito

L’imminente spiazza.


L’uomo scala il fiore

…Piegando

L’uomo scala le stelle

…Alzando

L’uomo scala l’Immenso

…Inginocchiando.


Non pesta il fiore

Non stride a stelle

Ama e riposa

Sul pensiero.


Uno sguardo un silenzio

Tessitura di anime

Tessitura di cielo

Torneremo a riveder

Brillare il sole


CAROGNA-VIRUS

Di Brunello Gentile

Quand’ero bambino c’erra la guerra,

a me piaceva giocare sui prati,

ma mi dicevano di rimanere nel rifugio

perché all’aperto bombardavano.


Quand’ero ragazzo avrei voluto

correre su e giù per i prati,

ma mi dicevano di stare in camera

par studiare e crearmi un avvenire.


Quand’erro diventato un uomo

sognavo di perdermi per il mondo,

ma mi dicevano di stare nella fabbrica

perché tutti dovevano lavorare.


Quando mi sono sposato una bella ragazza

pensavo di potermi divertire,

ma non ho potuto muovermi

per crescere i miei figli.  


Allora ho chiesto a un erudito

quando sarebbe toccato anche a me vivere,

mi sono sentito rispondere:

da vecchio, quando sarai in pensione.


Adesso ho ottant’anni e sono in pensione,

mi piacerebbe sgranchirmi un po’,

ma mi hanno imposto di chiudermi in casa

parchè c’è il carogna-virus.


E’ arrivato dalla Cina, mi hanno detto,

da una vita si parla di pericolo giallo,

possibile che anche gente in fondo al mondo

debba condizionare il mio tempo?


Sono qui da solo e non so casa fare,

se mi muovo mi sequestrano,

se mi spavento rischio un infarto,

nemmeno un funerale se dovessi morire.


Quando arriverò in paradiso ho già capito

che San Pietro mi guarderà negli occhi

e mi imporrà di starmene in eterno

in una stanzetta di due metri e venti.


CORONA DI SANGUE CORONA DI SPINE

Di Dionisio Schiavone


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


Lo chiamano virus

una sequenza di geni

dalle misure infinitesimali

un organismo quasi vitale

che non ha in sé

le strutture per vivere

una catena di geni

raccolta in un sacco

che sta in se stessa

senza alcuna sicurezza

di poterci essere ancora.

A meno che non trovi

un ospite che l’aiuti.

Ci hai pensato tu

uomo straripante

grande e grosso

ti sei dato in pasto al virus

nella tua smodata certezza

che una bomboletta di DDT

potesse liberartene

a tuo piacimento.


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


CORSIA 2020

Di Fulvio Barion


La corsia illuminata dell’ospedale,

il sudore ti avvolge e il respiro ti manca

mentre cammini tra quei letti

dove la sofferenza ti sfianca.

Cammini, Barbara, e intorno a te

riversi il tuo amore.

Vorresti fuggire

per non veder più soffrire

quella povera gente che vicina ti sente.

Il  tuo grande cuore

dona un sorriso a chi, solo,

in quella corsia sente la vita fuggire via.

Piccola  Barbara, nel reparto

di quell’ospedale, ormai tua casa,

la fatica ti piega

ma il cuore t’infonde la forza

e del tuo sacrificio ti ripaga.

Mentre passan le ore una lacrima scende,

pensi alle bimbe, all’affetto che  a casa ti attende.  

Poi un raggio di sole illumina il cielo,

e come d’incanto,

una carezza al malato cancella il tuo pianto.


IL GIGANTE D’ARGILLA - AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Di Nuccia Venuto


Non rema sogni, il gigante d’argilla.

E’ solo senza un orizzonte

senza scrutare un volo d’uccelli

a dipanare oscure profezie

in questa sospensione di tempo

che langue brividi di vento.

Teme ora il mare e teme il cielo,

rabbrividisce nel maleficio di nebbie

che dense avvolgono la mente.

Sussulta a quell’eco ostinata,

agonia della sua sacra terra

vestita a lutto dalla più subdola guerra,

tra l’aura opaca di sudore degli eroi

e il silenzio stupefatto dei vinti.

E’ brandello la memoria d’allodola

che danzava respiri d’alba

profumando sbadigli di gemme

in primavere di tenero pastello.

Affiorano e frantumano emozioni,

rifrangenze cristalline e pungenti

che non scalfiscono il mare,

quel mare ostile quando illude sete

tra assedi d’ombre malevole

che vacillano il gigante d’argilla

se l’oracolo, troppo a lungo, tace.

E’ l’ora, di gridare forte “Terra”,

di forgiare un’arma tagliente

che scintilli fiamme di preghiera

che fenda nebbia, commuova cielo,

squarci orizzonti addolcendo il mare

e stani nuovo vento, quello gentile,

che culla sogni e navigare.

Per non perdersi, spaventato e solo,

in un ultimo affanno di respiro

senza un abbraccio, un ultimo sguardo,

un rito a sigillo d’amore e di perdono.


IL TEMPO DEL MALE

Di Rosanna Beccari


E venne un tempo

in cui il tempo si fermò.

In un momento

sono sfiorite le rose

prima ancora di fiorire

e un’umanità attonita

ha provato la sconfitta,

piegata dalla sua tronfia

e ottusa vanità.

Combattuta e vinta

da un nemico invisibile,

nuovo e misterioso,

la stirpe dell’uomo

ha tremato e temuto

per la sua superba sorte

in un mondo divenuto

di repente estraneo

e senza un perché.


Ma tu forse uomo,

figlio dell’uomo,

conosci le ragioni,

tu sai che non ad un Dio

né ad un cieco caso

è da attribuire la colpa.

Tu ben sai e conosci

i reconditi motivi

di questa pandemia


che ti ha posto in balia

di un male tanto potente

da cambiare la tua vita:

lontani senza abbracci

per paura del contatto,

tutti abbiamo rimpianto

le monotone usanze,

prigionieri nelle nostre case

in mute città spettrali.


Ma mentre la pareggiatrice

inesorabile conta le fosse,

là fuori nuovamente

è tornata la primavera

ed è esplosa dovunque,

ignara dei nostri mali,

in una florida Natura

ancora una volta più forte

e indifferente all’uomo.


Le rose son tornate a fiorire

nel giardino della speranza

insegnando la forza della vita.

Angeli in carne ed ossa

hanno vinto il male infido.

Tutto è andato bene:

è scoppiata la vivida estate

e siam di nuovo padroni

delle nostre esistenze.


Mai abbiamo amato così

tanto il dono della vita,

il calore di un bacio,

di un tenero abbraccio,

il valore delle nullità,

l’importanza di esistere.

Atomi di una comunità,

che si è ritrovata unita,

abbiamo imparato la lezione.


RICORDEREMO

Di Tommaso Caruso


Certo non immaginavi una guerra senza guerra.


Città prive di macerie,

spettrali di giorno con ombre della paura,

illuminate di notte con luci della speranza.


Strade deserte,

dove i tuoi occhi si perdono,

accompagnati dalla cieca solitudine del calpestio,

dove la tua voce si disperde,

abbandonata dall’eco afona nell’infinito.


Silenzio assordante,

che fa più rumore del baccano,

per disorientare identità sempre più sgomente,

che fa più male della confusione

per ingarbugliare parole sempre più disperate.


Sai che comunque tutto questo passerà

ed allora noi vedremo.


Vedremo nuovamente le speranze per le nostre vite,

come rami che rispuntano nei giorni di primavera.


Vedremo ancora le gioie per le nostre anime,

come gemme che riappaiono nei forzieri del cuore.


Vedremo di nuovo le felicità per le nostre emozioni,

come delfini che riemergono nel mare dei sentimenti.


E ricorderemo … …. …  


UN FILO DI FUMO

Di Claudio Carbone


Un filo di fumo

si alza

dalle nostre abitudini

come lascito di brace

nei paesi.

Stupore per i gatti

che non hanno padrone

è questo incedere .

Siamo incredibilmente

“specie “ nello sgomento

ombre corte

in un crepuscolo di fame.


ANCORA UNA VOLTA

Di Arjan Kallço


L' amara primavera

ha versato tutta la sua rabbia

su di te, come se non bastassero

gli scontri senza patti nei giorni scorsi.

La firma posata tempi fa

conserva ancora fresca l'inchiostro,

e tu senza timore la rimetti

dopo ogni battaglia per ora vinta.

Eppure sta sempre là mentre attende,

in minuscole lettere,

una pausa che tu mai l' avresti chiesto

in elemosina.

La vita t'ha inginocchiata,

come per ricordarci la temporaneità nostra in questo mondo, ma tu

nuovamente ti sei rialzata vincitrice,

una vera aquila,

fra i tuoi amici nel Paese delle Aquile.

I duelli si sono fermati

davanti al nostro dolore, in attesa

del momento per noi fortunato,

quando l' equilibrio riprenderà ad averne senso, anche se per poco.

La morte, insensibile e spudorata,

non può accettare il cambio dei suoi programmi fatali,

neanche una piccola revisione,

qualsiasi prezzo essi abbiano.


FINESTRE DI VITA

Di Valentina Rizzo


Carneficina d’addii,

ospedali di speranze

a licenziar il dolore

da un notiziario d’angosce.


Amata Italia ferita,

dipingeremo finestre di vita

sul lutto acerbo del terrore,

avanzi di cielo

guariranno fiori di ghiaccio,

partiture d’un pianto stanco,

furti di una vita ancora sconosciuta.


E ci stringeremo nello stesso battito,

rincaseremo in un futuro d’aurore,

l’anima morderà commossa

lo specchio del passato

ed il tempo tremerà per sempre

dinanzi a questa pagina

che il mondo non arrende.


NOSTALGIA

Di Giorgio Mattei


Il tuo ricordo mi fa compagnia

mi culla in questa nera notte insonne

come le onde del Mediterraneo:

gli scogli e il mare, i fari diroccati

l’ulivo quando brucia sembra incenso.

Così ti penso, sento il tuo respiro

ed è la stessa emozione di un tempo

quando temevo di poterti perdere

avvolto nella nebbia dei pensieri

dal crudele silenzio e dall’assenza

specchio del vuoto che mi porto dentro.

Lo sciabordare del Mediterraneo

lungo la costa di Otranto, scura

e poi ancora il pensiero ritorna

a placare il dolore, la distanza

che ci separa ma non ci allontana:

nostalgia è questa vicinanza

affinità di mente, corpo e cuore

nell’eterno rincorrersi del tempo;

e nella lontananza della notte

ora lo so che sei parte di me.


TUTTO FERMO

Di Antonino Impellizzeri


Enormi vuoti profondi di calme mattine dove albergano respiri soli d’immobili tronchi e di salme sull’asfalto disarmati sospiri

muti e miti ferme tra mura l’alme sopite indugiando incerti idrargiri con speme di non divenire colme di piressia e di catarro inspiri

con palpiti immersi dietro maschere un metro dall’altro umano distanti

e al bianco aggrappati con le viscere

Volte laccate da dita innocenti inermi si affacciano per spandere i loro forti versi resistenti

Tricolori non spenti

andrà tutto bene oltre questa stanza tutto è fermo tranne la speranza.


CHE TI SIA PACE IL DONO DELLA VITA

Di Carlo Onnis


Chi misura la sua ombra col sole

sopporta anche la luce delle stelle

chi sale i gradini del vento

può stare in piedi sul cielo

chi accende un fuoco ai desideri

brucia in petto il suo amore

chi corteggia la solitudine

va compagno della sua ventura

chi ha visto l'erba crescere nella strada non deve confonderla mai col grano:

prati strade giardini nascono

e crescono di luce e ombra

nei campi maestra la natura

depone una brezza sapiente,

sulle radici dolcezza, sempre... così,dunque,puoi essere mortale,

uomo,lo sei stato e lo sarai

nella grazia dei domani

che coglierai sorridendo.Pertanto

sazio entrando in quella sorte

ne verrai fuori con lo sguardo

e riconoscerai i tuoi passi

nel pieno e nel vuoto diffusi

di gioia e dolore ,e tu,

sorprenderai occhi di meraviglia

in tutto quello che hanno

potuto offrirti e quindi

ti lascerai andare tranquillo

nel mistero del silenzio

e un tetto si affermerà nel cuore

mentre la tua anima generosa

a voci darà coro ed eco

nel trasferirti da terra a cielo

coniugando il seme della tua sostanza

per che, dopo, dovrà nascere

nella carità del tuo operato

dentro quests vita

che lascerai più leggero così

della sua bellezza e che

dovrai al mondo restituire, comunque,

inizio e fine del dono ricevuto

non appena maglie più azzurre

Imbriglieranno il tuo essere stato

e tu, maturo ormai come grano a giugno,

mietuto sarai dall’onda grata del sole!


IL SANGUE E LA LACRIMA

Di Mihai Merticaru


Da quando conosci te stesso, hai aspettato all'ombra del desiderio,

aspetti una meraviglia, un momento astrale, un suono

misterioso

che aprirebbe alcune porte a un mondo

inquietante di sogno,

in un regno mai visto, marmoreo,

immerso in una luce invisibile.

aspetti invano.

di giorno in giorno, vedi sempre meglio

come si scatena la bufera di neve agli occhi degli uomini,

come appaiono i volti delle figure con gli aspetti

anguiformi,

come si allarga la giungla di zeri verso

lo sconfinato,

come i mondi si intersecano, rimanendo impigliati, le luci

parallele

e ogni (non)persona parla in una lingua

sconosciuta ad altri,

vedi il sangue e le lacrime del mondo

sono pronte a inondare l'Universo,

che il sole sta diventando più pallido,

sfarfallando sul labbro dell’abisso,

le stelle sono basse

e la paura rimane sempre sveglia ...


TIENIMI QUANDO PARTI

Di Nunzio Buono


Tienimi

nel socchiuso degli occhi, in quel luogo

dove un segreto di baci parla ancora.

Tienimi, tra le pagine del tempo,

tra le pieghe della notte, dalle fessure: dove il giorno

mi sorprende, in un piccolo raggio di luce assomigliare a te.

- tienimi quando parti.

la neve sarà solo una nota bianca

dove potrai scrivere parole, quelle buone

quelle mai dette, quelle

che abbiamo guardato cadere insieme.

Un tempo, dove la neve.

Si raccoglieranno profumi e le rose

saranno le mie stagioni che si donano a te.

Tienimi quando parti

io sarò il tuo viaggio.


I SEGNI DEGLI ANGELI

Di Laura Barone


Un mutante ha invaso le ore,

è uno strano "anticorpo" che attacca

organismi che alterano il sistema.

Un grido d'allarme

è andato a vuoto.

Non ci restano che gli angeli in maschera

con ali che non si arrendono

e occhi spossati.

Lividi sul viso,

sono la nuova Resistenza.

Inspira,

espira,

inspira,

espira

inspira.

Vivi.

Con armature di carta,

si possono  curare mille anime...

ma anche agli angeli

servono preghiere.


ANGELO VERDE

Di Fiorenza Castaldi


Il peccato è mortale, tanto è feroce

contro l’innocente

indifeso, aggredito.

Nero,  il colore dei sorci

livido sangue affiorante

é ancora sangue pulsante.

Respira,  respira all’infinito

angelo!

Verde, il colore delle foreste

bianco, incamiciato, il salvatore.


DISTANZE

Di Alberto Cristini


Non ci sarà’ mai un muro,

una distanza

un velo

a dividere due occhi che si incrociano

che si cercano per un viaggio che duri all’ infinito


CINQUANTA LUNE FA

Di Angioletta Masiero


Marciscono i giorni

senza il conforto di un abbraccio.

Anche le campane tacciono.

Forse è stato cinquanta lune fa

che potevamo uscire,

trovarci con gli amici,

prendere l’aperitivo insieme,

cenare al ristorante…

Cinquanta lune fa è stato,

eppure sembra ieri che ci guardavamo

negli occhi e stavamo vicini.

Ora i sogni si aggrumano sui muri

mentre Covid 19 ha oscurità d’eclisse

e ci risucchia l’aria

con sibili di serpe.

Nei ritmi del silenzio

fluisce un sangue d’attesa.

Ogni giorno i camion dell’esercito

portano via le bare a Lodi,

Bergamo, Milano…

Sembra non aver fine

il numero dei positivi.

In Italia e nel mondo

ogni giorno tuona

la guerra silenziosa.

Crollano vite ogni ora, ogni notte

mentre il cielo è seminato di stelle

e i prati di marzo

sono pieni di violette.

Come marea

il silenzio ci sommerge.


FILO INVISIBILE

Di Barbara Ramazzina


Primavera di risvegli,

vuota di quotidiane voci,

di echi lontani

mentre l'aria si riempie

d'immagini di vita oggi:

il dolore, in silenzio, scorre

superando confini

attraversando il nostro essere

profondamente

da togliere il fiato.

Spauriti e costretti alla distanza

un filo invisibile ci avvicina

e srotolandosi con dolcezza

genera una parola:

amore.


O TUTTI O NESSUNO

Di Arnaldo Pavarin


Arrivato dalla Cina/come non si sa/

da uno strano morbo/

siamo stati contagiati/

vivendo da giorni/come segregati/

senza capire se/ e quando finirà./

Previsti tempi neri,/tempi brutti:/

una sfida che riguarda tutti./

Praticamente all'insaputa/

sian finiti dentro/una cosa brutta./

Con più equilibrio e lucidità/

stiamo riducendo la mobilità./

La salute resti al primo posto/

sempre e comunque, ad ogni costo./

Dalle tante immagini/

si è notata un'Italia/

praticamente blindata:/

la Lombardia al centro/

e Bergamo epicentro./

Di tanti medici e volontari/

uno sforzo imponente/

per far si che viva la nostra gente/

sperando di vedere l'orizzonte./

Quando tutto passerà/

un modo di vivere/diverso ci sarà/:

ne usciremo rinati/

decisamente cambiati./

Imparato in fondo avremo/

che è possibile a questo mondo/

ammalarsi tutti e alla stessa ora./

Scopriremo pure/ l'essenza vera/

d'un fiore che sboccia a primavera/

l'amico vero da quello virtuale/

e la paura non sarà più uguale.

A tutti rimarrà nella memoria/

questa brutta storia.

Prima o poi, se Iddio vorrà,/

questa notte, la più nera passerà./

Nessuno dovrà  restare solo:/

tutti insieme,/riprenderemo il volo.


STRADE DESERTE

Di Brunello Gentile


Da giorni chiusi in casa,

strade deserte,

fra insegne create

per un traffico svanito

nel suo gioco d’imponenza.


Serrande abbassate

su negozi e locali,

un silenzio diffuso

ti porta impressione

d’aver perso la scena.


Temi respiro di aria

che sa di virale, fra

sconosciute trasparenze,

dove manca frastuono

per distinguere vita.


Angoscia di azzurro

In un cielo senza scie,

per scomparsi segnali,

che disegnano rette

lungo viaggi lontani.


Percepisci abbandono

di abitudini umane,

forse mai condivise,

ma che temi disperse,

ritrovandoti solo.


SPIRALE

Di Carla Patergnani


In figure scandite e similari

quasi con inganno,

l'uomo rincorre se stesso.

Acquisire coscienza

è accettare o negare

la lotta dall'esito incerto.

Ritratto d'uomo che va alla disgregazione

ma difficile è accettare la fine

e il moto diventa spirale.

E raggiunto l'abisso più nero

quando tutto è punta di roccia

che strazia e frantuma,

inizia di nuovo l'ascesa

e quando la notte è più nera

e l'alba si fa più vicina,

risorto da ceneri pure,

sciolte al fin le catene,

nuovo ciclo potrà cominciare.


31 MARZO 2020

Di Claudio Pavarin


Due passi oltre il vetro

il cielo é ovunque

a farsi spiare i misteri

di qualche azzurro.

Lo specchio riflette

quel che io non voglio essere.

In silenzio ascolto il silenzio :  si flette sulla ninnananna di mia madre

e vola tra l'inospitale "chiuso"  di pareti.

La sento forte

come mai prima.


AL TEMPO DEL CORONA VIRUS

Di Diletta Pavanati


Il mio paese è piccolo, poco più di una

Borgata. Ci conosciamo tutti, vita , morte,

miracoli di ognuno. Le porte delle case

sempre aperte. Là il municipio, la piazza,

il bar, il medico, il farmacista,

la chiesa, il cimitero.

Si lavora e si chiacchiera, poco altro.

Alla fiera d’estate si suona, si canta,

si balla. Ci conosciamo tutti,

si sta insieme, si sta in allegria.

Ma oggi no!

Oggi da lontano ci si racconta di morte,

di paure, di affanno. Oggi

nelle nostre case le porte sono chiuse,

le finestre basse guardano la strada

silenziosa. Non passa nessuno,

ci si ritira, si teme il vicino.

L’amico, il parente si guardano con

Sospetto… e se fosse?...

E’ giunta una triste notizia: Ultimo,

il calzolaio, in fondo alla strada,

non è seduto davanti al suo banchetto,

oggi, la finestra è chiusa, ognuno ha

notizie, notizie diverse.

Ma la levatrice Benedetta, che viene

Dall’ospedale porta un’altra notizia:

sono nati un bambino e una bambina,

li hanno chiamati: Primo e Speranza.


VIRUS

Di Dionisio Schiavone


Un virus non ha ragione

di essere molto aggressivo

perché se uccide l’ospite

uccide se stesso

non potendo più contare su nessuno

che lo aiuti a replicarsi.

Un virus, quattro geni in un sacco,

conosce questa banale verità.

Un virus addestrato

alla suola dei cani mordaci

un virus formato in un laboratorio

di guerra non può saperlo.

Ma sia da monito

ai nuovi signori della terra

i grandi padroni di tutte le ricchezze

quando avranno oppresso

tutti i poveri della terra

resteranno da soli sterili a seccare

appesi a un picciolo senza linfa

che non ci sarà più nessuno

ad alimentare il loro inutile grasso

il loro insaziabile ventriglio.


DONNE

Di Enzo Fuso


Resterà qualcosa di noi?

Resterà qualcosa di questo tempo ?

Sopravvissuti saremo

in tutti i sensi

se colpiti dal male

e sapremo tirarci fuori

se immuni

muti testimoni di tragedie

consumate intorno  a noi

Tra cavalieri erranti

in cerca di gloria eterna

e madonne perdute

nell'amore del prossimo

su mani tese

e su occhi che implorano

protese.

Divine creature

nell'orgia del dolore

che tutto comprime

e tutto trasforma

sentiero di morte

immerso nella luce

di un mondo che muore

e che nell'amore

più forte risorge.


IL DRAGO D’ORIENTE

Di Flavia Altieri


Arriva come un tornado,

dalla bocca e dalle fauci

manda un'invisibile veleno.-

Come un mantello

sparge funesta la morte

senza pietà porta il silenzio

fra le genti del mondo

che si tendono  le mani

in un unico girotondo.-

Strade deserte, negozi chiusi

uffici, treni, servizi....

in forzata sosta.-

Il terrore nelle case chiuse

piene di bimbi, nonni, genitori

nessuno esce, nessuno entra...

Il sospetto, la paura

nascosto nell'aria

tiene lontani gli amici, gli affetti.-

E' una guerra sconosciuta

una storia senza trama.-

Come sarà quando finirà?

Non si sa.....

Ci leccheremo le ferite,

chi è rimasto uscirà di casa

e ricominceremo,  forse …

a sorridere al sole!


ALL’ ITALIA CHE SOFFRE

Di Gianna Patrese


In sogno travagliato

ora vivi

Patria Mia

e di speranza

è tuo risveglio agognato.

Dai monti al mare

con fatale falce invisibile

sei martoriata

e sollievo di respiro, lontan appare.

In tuo soccorso,

schiere d’Angeli deposte han le ali,

per indossar bianchi camici ed uniformi,

e, a sera ,

da lacrime e fatica i volti son segnati.

Italia bella,, che d’ogni flagello or piangi,

nell’ora più triste

fiero arde il tuo animo latino

in slancio di sacrificio e generosità,

e, dai balconi in fiore,

con canti e balli

paure sai esorcizzare.

Italia triste, che in gramaglia a Primavera vesti,

per onorare tanti figli persi,

in concento di solidarietà ti stringi,

e,pur il mio verso, anche se mesto,

al coro dei poeti

per Te Italia amata,

in preghiera silenziosa

oggi s’unisce.


MORTE E SPERANZA

Di Franco Rancani


Non restare a piangere sulla mia tomba:

non sono lì, non dormo.

Sono mille venti che soffiano,

sono la scintilla diamante sulla neve

la luce del sole sul grano dorato,

sono la spiaggia d’autunno,

la rugiada sull’erba verde dei prati.

Sono il fruscio di un albero

mosso dal vento, io sono

nel sorriso puro dei bambini,

nel tramonto di ogni giorno.

Sono le stelle che brillano di notte

o l’alba che ti sveglia il mattino.

Non restare a piangere sulla mia tomba.

Non sono lì, non dormo.


COVID 19

Di Gabriella Legnaro


Vento rabbioso, fughi le nubi

e squarci il silenzio.

Lassù lembi di cielo turchino

piangono il sole che non scalda.

Glaciale è l’atmosfera intorno.

Bollettini di guerra

descrivono Ospedali – Accampamento.

Aria di morte invade l’Universo.

Sfilano a passo misurato

i mezzi militari.

Rompono la quiete di strade vuote.

Trasportano feretri

verso mete ignote.

Sofferenza e disperazione

come macigni

colpiscono gli animi e flagellano.

Perchè tanto dolore?

COVID 19 è la risposta.

Subdolo nemico;

colpisce a bruciapelo

in men che non si dica.

Toglie la speranza di passare

ad altra vita con la carezza

di una mano amica.

A consolare, in siffatto strazio,

schiere di medici e aiutanti.

Volontari di ogni sorta

sfidano la loro vita

per salvare la nostra.

Ordunque se il silenzio cala

ad onorar le tante amate salme,

salga alta e forte

la preghiera a ringraziare

chi ci dà speranza.

A chi ci aiuta a tradurre

il dolore in amore

e in gesti quotidiani di solidarietà.


LA VISITA CORONAVIRUS

Di Giovanni Papuzzi


Quando sei arrivato Coronavirus

hai trovato la terra

in difficoltà:

inquinata,  senz’alberi

le mascherine già in uso

per l’ aria irrespirabile.

Fiumi inquinati

terre disseminate

da polveri tossiche.

Una umanità

che ha fatto guerre

fratricide ed altro

ha creato ingiustizie

e povertà per molti

benefici per pochi.

L’egoismo è prevalso.

Coronavirus

il tuo grido ha favorito

il silenzio e la paura dell’ uomo.

Il terrore della morte

ci ha fatti diventare

amici e fratelli.

E’ iniziata la primavera

i fiori dei giardini

profumano l’aria

e le strade desolate.

L’ uomo nascosto.

Gli angeli del soccorso

si sono prodigati per la salvezza

diventando eroi

nel ricordo perenne.

Finirà il castigo.

Saremo in futuro più buoni

Più generosi,  più amici e fratelli

saremo più cittadini

degni di abitare sulla terra madre.

Ci saranno meno ricchi

e meno poveri.

Ci sarà un sussulto di dignità

da veri uomini

di avere rispetto

ed amare

per l’ umanità e per la terra

che da millenni ci ospita

e ci aiuta a vivere.  


MA NOI NON ERAVAMO CON LORO

Di Luciana Bernardinelli


Ospedali senza giorno e senza notte

medici e infermieri sfiancati dalla fatica,

dolore, buio e solitudine

chiedendosi il perché di questo nostro abbandono.

Ci hanno molto amati

e ora privati di tenerezza, affetto

e di un ultimo sguardo d’amore nei loro occhi persi.

Una generazione di persone e non numeri

patrimonio di conoscenza memorie e abbracci

vite intrecciate ad altre vite.

Se ne vanno di nascosto questi nonni

trasportati lontano in colonne funebri su strade deserte

senza i loro cari con un segno della croce e un addio,

e noi impotenti rinchiusi come il mondo in una stanza.

Chissà com’erano i loro pensieri

e quante volte avranno sussurrato la parola mamma

che anche i vecchi invocano.

Avremo rimorsi che ci seguiranno nel tempo

per averli abbandonati al loro destino

in questa guerra dove hanno dato il sacrificio più grande

ma noi non eravamo con Loro.


INGANNEVOLI STAGIONI

Di Laura Viaro


Appese

agli sguardi affranti

le vite di anime mute

assopite nella candida distesa

di ansanti chimici sospiri.


Appese

alle mani stanche

di angeli discesi nell’abisso

rinchiusi nelle crepe di una terra

che ognuno ha calpestato

senza indugio.

Scorrono sbiadite

le oniriche sequenze,

inedite trame

d’ingannevoli stagioni.


Scambi di esistenze

nei matematici accordi

dove tutto si azzera

nelle affrettate vampe.


Ho nascosto il mio amore

nel cassetto,

accanto a fogli strappati

e colorati disegni di bambina,

tra le pause di sfinito dovere,

nel disordine composto

di ogni dove.


Ho lasciato il mio amore

in questo vuoto,

dentro il senso sopito

di ogni cosa,

nel domani che ancora

vi appartiene,

nella tiepida brezza che verrà.


NON POTEVAMO NASCERE IN TEMPI MIGLIORI

Di Luana Biscaro


Tutto è  perduto, tutti ci stiamo perdendo.

TRAVOLTI dai flutti tecno-finanziari, agitati.

Eppure oltre le figure

L'umanità, il cielo, la terra, l'aria, l'acqua, il fuoco, il vento

Gli elementi, la luce, l'uomo

Tutto il mondo si sta trasformando

Per vivere un importante salto oltre la mente.

Un’intima rigenerazione dell'universo e  del destino umano.

Le nostre vite sono come fuscelli  che danzano nel vento

Ora calmo ora tumultuoso, che procede nella tempesta.

La primavera scende nel mondo.


Io guardo attenta l’aprile senza colore fino a quando ci sarai tu, morbo

Come i boccioli  che si negano in attesa dell’ape

Sarà un ronzio a spalancarli

All’occasione della tua fine.


E allora gli uccelli si libreranno, le api voleranno di fiore in fiore

Il sole per miglia  correrà  lontano accecato dalla gioia

Il mattino sveglierà i prati fuori dai recinti

Il tempo trascorrerà è  sarà il nostro alleato e ci aiuterà a guardare senza velocità

Il quotidiano scorrere  del giorno.


Siamo forti aspettiamo che questo male muoia

Restiamo nelle case e tutti insieme aspettiamo  la pasqua del mondo

Il risveglio del bene, il fiorire della vita nuova

In ogni angolo della terra sarà l'esplosione della vita liberata e pura

Luminosità semplice nel silenzio che tutto rinnova e rigenera:  

esplosione della vita e pura felicità della liberazione del male.


LA CITTÀ RESISTE

Di Maria Grazia Franceschetti


Cammina solo il dolore

Per le strade della città

Nel gravitare di surreali silenzi,

tra negozi e palazzi imbalsamati

nel fiato greve della morte.

Solo il grido feroce delle sirene

Squarcia il grido dei viali.

E’ l’indefinibile peste che assedia

Le porte, affolla gli ospedali,

reclama il fiato delle vittime,

onnivoro mostro annidato

tra eroi dai bianchi camici.

Cammina solo il dolore

Nelle piazze, nei cortili, spegne

Azzurri cieli, rosate albe,

rosaviola tramonti.

Ed escono file di bare

Di ignoti giustiziati,

lunghi amari rosari

senza fine.

Ma la città resiste

Affacciata alle finestre,

canta l’ignota gioia del domani,

s’inventa giorni di quella vita

di ieri colma di stupori

e meraviglie, prega

nel terrore della notte,

alza muri di speranza,

respinge e strema

il furore della peste.


SOSPESI

Di Marzia Santella


Palpita il cuore di un mondo sospeso,

palpita nei corridoi dell’ospedale

dove impavidi combattono l’oscuro male

infermieri e dottori piegati dall’immane peso.


Mute conversazioni,

cuori empaticamente si parlano.

quante cose vorrebbero dire

le persone, annientate, tra turpi tubi e mascherine.


Non ci sono figli, amici e parenti.

Non ci sono calde parole a confortare,

solo freddi feretri senza preghiere

che suscitano a tutti struggenti sentimenti.


Una dura prova per il nostro mondo interconnesso

ora silenzioso, da una innaturale immobilità, oppresso.

Un tocco, una dolce carezza, saranno la vera salvezza,

una nuova occasione, e finalmente sul viso, sentire di nuovo la brezza.


ED È TUTTO NEL SILENZIO

Di Nivella Paronetto


Ed è tutto nel silenzio

... anche il cielo

non ha più lacrime

Ritornano

le albe e i tramonti

derubati

degli sguardi sognanti

ora avvolti

in bianchi sudari ...

Ed è tutto silenzio

fuori

ma il rumore della solitudine

sconquassa l’anima ...

Quando sentiremo

il fiore che sboccia

il sorriso di un bimbo

e il bacio dolce sulle labbra

allora

solo allora

il bianco che imprigiona

libererà i colori

e sarà l’arcobaleno

dove si rifugerà il dolore

per ritrovare

la vita


NO EGOISMO, MA UN GRAZIE

Di Romana Bonvento


“Nessuno può impormi di stare in casa”

“Io posso uscire…vivo in uno stato libero”

ecco frasi che sento, frasi che fanno male.

IL Covid-19, non perdona, ti aspetta,

ha bisogno del tuo corpo per vivere,

svilupparsi  e contagiare altre persone.

Tu non lo vuoi capire, tu sei egoista,

non pensi ai tanti medici, infermieri

e operatori sanitari che negli ospedali

assistono, confortano e affiancano

contagiati fino anche al loro ultimo respiro,

dai quali invece, tu e noi dobbiamo star lontano.

Medici ed infermieri lavorano senza tregua,

mettono a rischio la loro vita

e tanti purtroppo sono stati annientati

da questo subdolo, invisibile virus

tu, invece “ non puoi rinunciare alla tua corsa ”.

A tutti piace uscire di casa,

assaporare l’aria fresca

ed il profumo di primavera,

ma in questo momento non si può,

le regole vanno rispettate

e l’egoismo  messo da parte.

Ai tanti operatori sanitari  

che in questi momenti di grande pericolo,

rischiano la vita per aiutare chi soffre

deve andare invece tutta la nostra riconoscenza

ed un grazie di cuore.


AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Maurizia Braga


Arrivò

senza farsi annunciare.

Arrivò

a nostra insaputa

invadendo,invisibile ,

le nostre strade

le nostre case

i nostri ospedali

il nostro corpo !

Noi

abituati al tutto e subito.

Noi

sorretti dalla illusione

di trovare  comunque

soluzioni.

Noi

lontani dall'altro

ma vicinissimi

per scelte comuni

non sempre adeguate.

Noi

superficiali

ospiti della Terra .

Noi

impreparati di

fronte all'incerto,

vulnerabili e stolti

manichini in preda alla paura .

Noi

diseducati

ai richiami del cuore ...

Ora

il tam tam della morte

scandisce  il tempo

ed evidenzia la nostra fragilità .

Ora

l'incapacità di affrontare l'ignoto

per non averlo  ritenuto possibile

evidenzia i limiti

frutto di ignoranza e presunzione .

Ora

quel Cuore che

tanti hanno ignorato

risorge e vuole rivivere

imponendo la sua ragione di esistere

in quegli uomini e donne

che lo hanno protetto ,

coccolato ,nutrito in silenzio !

Ora

la Sua resurrezione ,

nei luoghi di sofferenza

è Vita per l'altro ..

è energia ,sostegno

sorriso ,conforto ...

È il tempo della

ritrovata Umanità ,

è il tempo in cui

anche il Cuore deve

gridare i suoi bisogni

e indicare una strada ...

Un nuovo cammino

che ci porti a riconoscere

quelle parti di noi

sconosciute o

solo dimenticate ..

L'impossibile , ora,

potrà diventare

la unica ,vera ,

reale possibilità di salvezza !


LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE

Di Stefania Schiesaro


Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.

Forse non te ne sei accorto,

ma sono la tua terza guerra mondiale.

Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,

questa volta ho costretto tutti a partecipare.

Questa volta gli eroi sono diversi.

Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte

e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia

ed alla manutenzione degli ospedali.

Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.

Qui si contano i morti ed i contagiati.

Qui si festeggia per i guariti.

Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.

Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,

autotrasportatori e farmacisti.

Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili

e le cose alle quali potete rinunciare.

Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,

la più importante, è la salute

(spero non trascurerete più questo dono).

La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici

ed alla solidarietà tra le persone

(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).

La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,

il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,

l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case

senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,

per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).

La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro

e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).

L'ultima è che rinunciare a certe cose si può

(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,

possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,

possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).

Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno

sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza

… in tutte le loro forme.


IL TEMPO SOSPESO

Di Stefano Caranti


Erano giorni di marzo,

camminavo con Penelope,

“Penny” per gli amici,

il nostro cane,

scodinzolando lei fiutava l’aria,

profumi di nuova stagione,

immobile osservava

il tappeto di margherite nel prato,

quella vista mi portava sollievo

alla mia anima inquieta

in una domenica surreale,

Penny non sapeva di noi…

prigionieri in casa,

detenuti da un nemico invisibile.

Immobile ascoltava

con le orecchie tese…

nessun rumore,

solo folate di vento,

forse intuiva che mancava “qualcosa”

a quello che noi chiamiamo “normalità”

o forse abitudine.

Tra strade vuote,

tirava al guinzaglio

come volesse cercare quelle parte

di mondo che adesso non c’era,

davanti a me correva

con la freschezza degli anni

a fianco dei parchi dal profumo di fiori,

negozi chiusi,

silenzio, un’assordante silenzio

e il tempo si faceva sospeso,

la gente non correva più come prima,

la stessa terra l’aveva fermata,

forse un monito all’onnipotenza dell’uomo ?

Era arrivato il tempo di pensare

solo all’istante presente

che d’un tratto diventava prezioso.

come la corsa per salvare una vita.

C’era bisogno di unità,

sostegno, speranza,

responsabilità per onorare

i gesti quotidiani

di decine, centinaia, migliaia

di persone in prima linea

per sconfiggere il male,

e noi con il fiato sospeso

a guardare scorrere numeri,

strateghi della nostra coscienza.

La vita stava sbocciando la fuori,

la gente reclusa trovò nuove armonie,

ispirazioni, parole, coraggio,

trovò perdono, preghiera,

e un nuovo risveglio interiore,

consapevolezza,

e ritrovò anche il pianto,

per dissetare la terra arsa d’umanità.

Giorno dopo giorno

ritrovò condivisione, affetti veri,

mentre la primavera regalava colori

e faceva sbocciare la vita,

la gente imparò a regalare

una parte di sè,  

nuova rinascita del mondo.

Grazie a tutte le persone

che hanno perso la vita,

che hanno rischiato la vita,

che hanno salvato la vita.


RINASCITA

Di Rosetta Menarello


E le parole divennero silenzio.

Le bocche serrate esalarono passione e tenerezza.

“Polvere sei, uomo…

alla polvere tornerai…”

Babele di ordini,

esaltazione di poteri,

ricerca affannosa di verità

sacrificata sugli altari nuove certezze.

Gridò il Pianeta stridendo i denti.

E l’uomo tornò alla casa,

rifugio primordiale: grotta, capanna, castello, grattacielo.

Le madri cercarono i figli.

Li cullarono cantando perdute ninne nanne.

I padri ebbero terrore e chiusero ogni fessura.

L’INVISIBILE era in attesa.

Si acquattò nell’umido tepore della saliva.

S’impadronì dell’alito della vita

e colpì, senza tregua.

“Polvere tornerai…”

Anche le chiese furono vietate.

Forse anche Dio voleva stare solo

aspettando uomini migliori.

Molti divennero Angeli e furono presto nuvole: evocazioni di stragi bestiali.

Ancora una volta l’anima era stata dimenticata,

rinsecchita tra pagine di ricordi.

La storia si ripeteva.

Allora il tempo perse le sue ore,

mutò i suoi giorni.

Andò e tornò molte volte la luna.

Le lacrime divennero maree sugli occhi

e le mani  pregarono perché Dio tornasse.

Lui venne ancora ad accarezzare i figli

e li cullò come una madre.

Mandò la primavera con i suoi doni

e i bambini li riconobbero dai vetri delle finestre ancora serrate.

E fu un grido di gioia a squarciare l’aria.

Fu la sua acuta potenza a uccidere l’INVISIBILE.

Nulla potè più contro l’uomo tornato germoglio,

pianta nuova di un Pianeta rinato.


BUON COMPLEANNO ITALIA

Di Fabio Salvatore Pascale


che mi prendi per mano accompagnandomi negli ospedali tra le ferite della gente.

Buon compleanno Italia che mi parli della forza

e del coraggio di quei camici, legionari della vita

che donano con ardore quel Sì al nostro Tricolore!

Buon compleanno Italia che mi mostri in questo silenzio le palette del coraggio,

per difenderti dall’oltraggio di questo contagio!

Buon compleanno Italia che sorvoli tra le lacrime della gente nell’incertezza dei potenti, nella fede dei credenti,

risplendi raggiante negli abbracci della Patria Unita e splendente.


UN GIOCO

Di Franco Frijio


Lo scorrere

naturale del tempo

che

inesorabile sfugge

come aria

che pur respiriamo...

Vento

pioggia

nuvole tormentose

sembran essere

tutori dell'anima.

Peró  in fondo...

Ma in fondo...

Ma in fondo...

Lo schioccàr delle dita

della mano tua,

ferma

quell' implacabile

moto del tempo

e

sorridi...

sorridi...

sorridi...


TENEBRE

Di Tina Ferreri Tiberio


Un grido implora:

il mio, il tuo.

Affonda l’Umanità

travolta, fugge, fugge

dalla morte

che avvinghia, ghermisce

e avvolge nelle sue spire

la paura, la rabbia, il dolore.


Pandemia, Covid –19.

L’esistenza si scopre sospesa

nella quotidianità

di occhi stralunati

e pensieri contorti.

Freddo nell’aria

e freddo nel cuore.


L’ Umanità pensosa,

disorientata

sente una morsa che stringe

e tu hai paura

di guardare il cielo,

sembra così strano

che le rondini ostinate

continuino a volare, che la luna

occhieggi con Venere, che il sole

continui a tingere

di multicolori il cielo.


Ed io nell’infinito

mondo della natura cerco:

l’aria che si muove,

le piccole gocce di rugiada,

le formiche che scavano nel terreno,

l’erba inumidita.


Dove sei  Bellezza

sprofondata nel buio

delle tenebre ?


ANGELI TERRENI

Di Antonio Torino


Tutti siamo nella stessa barca

siamo oppressi dalla paura che questo virus

infido, invisibile e traditore

possa annientarci all’istante,

senza alcuna distinzione tra

il giusto e il più crudele dei peccatori!


Ognuno ha bisogno dell’altro…

da soli non si parte… e non si arriva

da nessuna parte!


Chiusi in casa… tutti… per provare a

non contagiarci l’un con l’altro!


Ma… il male dilaga ancora…

ospedali strapieni… che fine faremo?


Appaiono loro: medici, infermieri,

portantini che senza sosta

e solo per qualche quattrino,

restano lì… in prima fila… a soccorrere,

curare, sostenere, e tante volte…

persino ad accompagnare

coloro che da soli e senza unzione…

vanno al creatore… si chiamano operatori,

ma sono “Angeli terreni” mandati dal Signore,

che con immensa vocazione…

e dettati dall’amore per il prossimo…

invoca aiuto in questa situazione!


Chi è in casa si lamenta…

è stanco di non far niente…

ma loro senza un lamento salvano

vite incessantemente!…

non hanno orari per riposare,

annullano la propria vita personale

e spesso si ammalano proprio

lì dove lottano per curare!


Tanti di essi muoiono,

addirittura lontani e senza un

ultimo saluto da un famigliare!


Angeli… angeli speciali…

che spesso sottovalutiamo!

Cos’è l’amore vero, puro tra la gente?

Direi proprio quello di questi angeli della terra

che donano il loro sapere, il loro tempo,

e la loro vita a tutti i bisognosi indistintamente!


COME VUOLE IL CIELO

Di Michele Aprile


Non siamo onnipotenti,

nessun s’offenda.

Tutti uguali,

precari e mortali.

All’unisono colpire,

la grave malattia.

Nord e Sud affratellati,

poveri e ricchi, alleati.

Lontani, ma vicini,

nei recinti senza spine.

Siam davvero,

alfine italiani.

Quel metro... ancora manca,

per la completa aggregazione.

E... due muri da abbattere:

angoscia e pandemia.

E faremo il carosello,

con la bandiera.

Verde, bianco e rosso,

riscoprirci più vicini.

Il tricolore avanza!

Col verde di speranza,

il bianco camice, d’un medico

il rosso, del nostro cuore.

Tutti, mano nella mano,

da Palermo a Milano.

Cantando col cuore,

l’Italia è tanto bella.

Dalle lacrime amare,

del Sindaco di Bari,

per la città “spenta”,

spunteranno fiori.

Ma per cantar vittoria,

ci vuole tempo.

Ci vuole pazienza

e fiducia nella scienza.

Guardo il cielo,

sì, come vuole il cielo.

Ma finché vivremo,

‘sto strazio, non scorderemo.


CONTINUO A CHIEDERMELO

Di Gianluigi Redaelli


Arriva in silenzio

in punta di piedi

senza chiedere permesso

s'insinua come una serpe

in molti di noi...

Vile cerca i più deboli

dove restarci per sempre

o chi più s'impegna

in bianche corsie

nuovo martire eroe...

Ma anche chi è più forte

lo deve subire

con terrore e rabbia

e sperare...

E’ un nuovo veleno

che impesta il pianeta

il suo nome impera

è il Coronavirus 19...

Ma non è arrivato

dal cielo o da Marte

no è un nostro prodotto

di una umanità beota...

Di chi avvelena la natura

e non la sa rispettare

di coloro che non vivono

in armonia con il creato...

Quegli stessi inesorabili

che anche durante il dramma

cercano il profitto

speculano sul dolore...

E c'è pure chi adombra il sospetto

che sia una nuova arma

micidiale e inesorabile

partorita dal cinismo

di chi vive di potere

e che teme di perderlo...

Ma messi di fronte

a questa nuova pestilenza

se poi se ne usciremo

cosa ne trarremo?

Sì, oggi riscopriamo

i valori dell'empatia

del cercare gli altri

cantando dai balconi...

Ma domani?

Troppo spesso l’umanità

non ha saputo apprendere

dalla storia del suo passato

e continua ebete nell’errare


GLI APPLAUSI PER UNA VITA

Di Bruno Centomo


La mia terra promessa, a ben guardarla

è un po' ripetitiva: ci assaliranno indiani

e magi incappati in questo sogno

che fa l'addormentato lettore,

l’attore che recita, in pensoso silenzio,

la parola che non sa scegliersi.

Ed io? Guardingo, ho voce per la luna,

ho titolo per ciascun infinito si prospetti,

ho nome per tutte le soluzioni,

e i sorrisi, e le speranze, i domani.

I cani che scodinzolano, i baci che schioccano,

il tempo che scorre, sì, ma per raccontare

la notte che insegue il giorno senza mai

raggiungerlo, il frastuono impagabile

che fanno sempre i sogni.

Come non dare aggettivi entusiastici

all’esistenza che ci aspetta,

tormentata e avara, magari, ma che sulla pelle

si ferma come una carezza, si apostrofa

come fa l’attimo cui si pensa e già tace.


A PIÈ PARI

Di Fadi Nasr


Papà,

ma da piccolo ti sei fatto male, questo segno di cosa è pregno? ti confido ogni pensiero emale se ricambi senza alcun ritegno

Figliolo,

è la riconoscenza di un dovere codesto segno è solo un pegno di amore e dolore, non temere di dare il meglio, te lo insegno

Papà,

ossia a quanto tempo fa risale, i nonni non ti sono stati vicino? asserraglia ogni sorriso liliale che regali a me se mi avvicino

Figliolo,

è per far sì che possa stringerti e le storie dell’aria a te donare è per far sì che possa effingerti d’olimpicità ogni sonno lunare

Papà,

cioè è l’epilogo di un sacrificio in balia di qualche ieri avverso? se ormai sarà di buon auspicio, che fine lieta quieta all’inverso?

Figliolo,

ogni luce è una poesia del buio una salita è una discesa fiorita il fratello di qualche bello fuio non del tutto è brutto, mia vita

Papà,

a seguirti ancora ora riesco no non è recente, però ancora c’è pur i grafemi col tempo escono fuori dagli scritti senza perché

Figliolo,

esiste, però il sorriso l’indossa ed i segni di ieri sono noi oggi il tempo cavalca alla disdossa memorie che con l’oblio foggi

Papà,

tutto solingo sei stato a lottare corpo a corpo colla mancanza? tutto solo hai potuto rispettare la tua alleanza colla speranza?

Figliolo,

del nemico che vuoi che ti dica: occulto fu, un’esigua polverina lo conquisi grazie ad un’amica pura e di nome fa ‘Mascherina’

Papà,

tasteggio le scie delle sue orme, dal tuo apologo vedo il passato, l’amicizia che è stata d’enorme tributo al nocumento sgrossato

Figliolo,

nella vita non si cresce errando a volte è utile restare a piè pari l’abile bruco le ali va serrando dentro attese pria dei voli alari

Papà,

e ‘Mascherina’ non ti serve più?

Figliolo,

mi bastano ‘sti segni, l’aria e tu.


ANDRÀ TUTTO BENE

Di Rossella Parrini


Dove il buio del tunnel chiude il portone

alla luce della speranza immerso nel silenzio

del suo universale dolore, ecco, che giunge il respiro cantato e profumato

di un uccellino lontano anche lui forse smarrito e disorientato che inneggia

fragoroso di cinguettio,

la musica del suo

nuovo risveglio

di un mondo a noi

sconosciuto e diverso,

che la strada giusta ha ritrovato.

Andrà tutto bene perché tutti assieme il buio del tunnel abbiamo lasciato