Grazia Deledda: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "Cittadino delle Repubblica dei Poeti" con "Cittadino della Repubblica dei Poeti"
Nessun oggetto della modifica
m (Sostituzione testo - "Cittadino delle Repubblica dei Poeti" con "Cittadino della Repubblica dei Poeti")
 
(4 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 1: Riga 1:
'''Grazia Deledda''' o, in lingua sarda, '''Gràssia''' o '''Gràtzia Deledda''' (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), '''Grazia Maria Cosima Damiana Deledda''', è stata una scrittrice italiana vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 1926. È ricordata come la seconda donna, dopo la svedese Selma Lagerlöf, a ricevere questo riconoscimento, e la prima italiana.<ref>Grazia Deledda. (20 novembre 2021). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 28 novembre 2021, 12:49 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grazia_Deledda&oldid=124132204. Licenza 3.0</ref>
'''Grazia Deledda''' o, in lingua sarda, '''Gràssia''' o '''Gràtzia Deledda''' (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), '''Grazia Maria Cosima Damiana Deledda''', è stata una scrittrice italiana vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 1926. È ricordata come la seconda donna, dopo la svedese Selma Lagerlöf, a ricevere questo riconoscimento, e la prima italiana.<ref>Grazia Deledda. (20 novembre 2021). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 28 novembre 2021, 12:49 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grazia_Deledda&oldid=124132204. Licenza 3.0</ref>
Nel 2022 la [[Repubblica dei Poeti]] su proposta del Presidente del Comitato Nazionale per i 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, le conferisce la cittadinanza onoraria con il certificato numero 100.


==Biografia==
==Biografia==
Riga 19: Riga 21:
[[File:Grazia Deledda.jpg|thumb|Grazia Deledda ritratta con il marito e il figlio]]Il 22 ottobre 1899 si trasferì a Cagliari<ref>{{Cita libro|autore=Maria Elvira Ciusa|titolo=Grazia Deledda. Una vita per il Nobel|annooriginale=2016|editore=Carlo Delfino|p=43}}</ref>, dove conobbe Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero dell'economia e delle finanze<ref>{{Cita news|url=http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|titolo=L'eros tenuto segreto di Grazia Deledda - La Donna Sarda|accesso=17 ottobre 2016|urlmorto=sì|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161019011726/http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|dataarchivio=19 ottobre 2016}}</ref>, che sposò a Nuoro l'11 gennaio 1900<ref>{{Cita web|url=https://www.familysearch.org/search/collection/results?count=20&query=%2Bgivenname%3AGrazia~%20%2Bsurname%3ADeledda~%20%2Bmarriage_place%3ANuoro~%20%2Bmarriage_year%3A1900-1900~&collection_id=1946873|titolo="Italia, Nuoro, Nuoro, Stato Civile (Tribunale), 1866-1915," database with images, FamilySearch (https://familysearch.org/ark:/61903/1:1:Q2YC-Z7LZ : 13 February 2017), Palmerino Madesani and Grazia Deledda, 11 Jan 1900; citing Marriage, Nuoro, Nuoro, Sardinia, Italy, Tribunale di Nuoro (Court Nuoro); FHL microfilm 1,962,088.}}</ref>. Madesani era originario di Cicognara di Viadana, in provincia di Mantova, dove anche Grazia Deledda visse per un periodo. Dopo il matrimonio, Madesani lasciò il lavoro di funzionario statale per dedicarsi all'attività di agente letterario della moglie. La coppia si trasferì a Roma nel 1900, dove condusse una vita appartata. Ebbero due figli, Franz e Sardus.<ref name="zago" />
[[File:Grazia Deledda.jpg|thumb|Grazia Deledda ritratta con il marito e il figlio]]Il 22 ottobre 1899 si trasferì a Cagliari<ref>{{Cita libro|autore=Maria Elvira Ciusa|titolo=Grazia Deledda. Una vita per il Nobel|annooriginale=2016|editore=Carlo Delfino|p=43}}</ref>, dove conobbe Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero dell'economia e delle finanze<ref>{{Cita news|url=http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|titolo=L'eros tenuto segreto di Grazia Deledda - La Donna Sarda|accesso=17 ottobre 2016|urlmorto=sì|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161019011726/http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|dataarchivio=19 ottobre 2016}}</ref>, che sposò a Nuoro l'11 gennaio 1900<ref>{{Cita web|url=https://www.familysearch.org/search/collection/results?count=20&query=%2Bgivenname%3AGrazia~%20%2Bsurname%3ADeledda~%20%2Bmarriage_place%3ANuoro~%20%2Bmarriage_year%3A1900-1900~&collection_id=1946873|titolo="Italia, Nuoro, Nuoro, Stato Civile (Tribunale), 1866-1915," database with images, FamilySearch (https://familysearch.org/ark:/61903/1:1:Q2YC-Z7LZ : 13 February 2017), Palmerino Madesani and Grazia Deledda, 11 Jan 1900; citing Marriage, Nuoro, Nuoro, Sardinia, Italy, Tribunale di Nuoro (Court Nuoro); FHL microfilm 1,962,088.}}</ref>. Madesani era originario di Cicognara di Viadana, in provincia di Mantova, dove anche Grazia Deledda visse per un periodo. Dopo il matrimonio, Madesani lasciò il lavoro di funzionario statale per dedicarsi all'attività di agente letterario della moglie. La coppia si trasferì a Roma nel 1900, dove condusse una vita appartata. Ebbero due figli, Franz e Sardus.<ref name="zago" />


Nel 1903 la pubblicazione di ''Elias Portolu'' la confermò come scrittrice e l'avviò a una fortunata serie di romanzi e opere teatrali: ''Cenere'' (1904), ''L'edera'' (1908), ''Sino al confine'' (1910), ''Colombi e sparvieri'' ([[1912]]), ''[[Canne al vento]]'' ([[1913]]), ''L'incendio nell'oliveto'' ([[1918]]), ''Il Dio dei venti'' ([[1922]]). Da ''Cenere'' fu tratto un [[film]] interpretato da [[Eleonora Duse]].
Nel 1903 la pubblicazione di ''Elias Portolu'' la confermò come scrittrice e l'avviò a una fortunata serie di romanzi e opere teatrali: ''Cenere'' (1904), ''L'edera'' (1908), ''Sino al confine'' (1910), ''Colombi e sparvieri'' (1912), ''Canne al vento'' (1913), ''L'incendio nell'oliveto'' (1918), ''Il Dio dei venti'' (1922). Da ''Cenere'' fu tratto un film interpretato da Eleonora Duse.


La sua opera fu apprezzata da [[Giovanni Verga]], oltre che da scrittori più giovani come [[Enrico Thovez]], [[Emilio Cecchi]], [[Pietro Pancrazi]], [[Antonio Baldini]].<ref>Mario Miccinesi, ''Notizie biografiche'', in ''Grazia Deledda'', Edizioni Il Castoro, 1975, p. 118.</ref> Fu riconosciuta e stimata anche all'estero: David Herbert Lawrence scrisse la prefazione della traduzione in inglese de ''La madre''. La Deledda fu anche traduttrice: è sua infatti una versione in lingua italiana di [[Eugenia Grandet (romanzo)|''Eugénie Grandet'']] di [[Honoré de Balzac]].
La sua opera fu apprezzata da Giovanni Verga, oltre che da scrittori più giovani come Enrico Thovez, Emilio Cecchi, Pietro Pancrazi, Antonio Baldini.<ref>Mario Miccinesi, ''Notizie biografiche'', in ''Grazia Deledda'', Edizioni Il Castoro, 1975, p. 118.</ref> Fu riconosciuta e stimata anche all'estero: David Herbert Lawrence scrisse la prefazione della traduzione in inglese de ''La madre''. La Deledda fu anche traduttrice: è sua infatti una versione in lingua italiana di ''Eugénie Grandet'' di Honoré de Balzac.


Grazia Deledda, fuori dall'isola, era solita stringere amicizia e confrontarsi con personaggi internazionali, anche di piccolo calibro, che solevano frequentare il suo salotto.<ref name=":2">{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/11/04/SN8PO_SN803.html|titolo=Il libro della saggista Angela Guiso riscopre una Deledda internazionale - La Nuova Sardegna|sito=Archivio - La Nuova Sardegna|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref name=":0">{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Agosto|titolo=I temi, i luoghi e i personaggi di Grazia Deledda.  Un Saggio di Angela Guiso per riconsiderare il ruolo della scrittrice nella letteratura italiana e Mondiale|rivista=Il Messaggero Sardo|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_agosto_19.pdf}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore=Angela Guiso|titolo=Grazia Deledda. Temi, Luoghi, Personaggi|anno=2005|editore=IRIS|città=[[Oliena]]}}</ref>
Grazia Deledda, fuori dall'isola, era solita stringere amicizia e confrontarsi con personaggi internazionali, anche di piccolo calibro, che solevano frequentare il suo salotto.<ref name=":2">{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/11/04/SN8PO_SN803.html|titolo=Il libro della saggista Angela Guiso riscopre una Deledda internazionale - La Nuova Sardegna|sito=Archivio - La Nuova Sardegna|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref name=":0">{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Agosto|titolo=I temi, i luoghi e i personaggi di Grazia Deledda.  Un Saggio di Angela Guiso per riconsiderare il ruolo della scrittrice nella letteratura italiana e Mondiale|rivista=Il Messaggero Sardo|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_agosto_19.pdf}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore=Angela Guiso|titolo=Grazia Deledda. Temi, Luoghi, Personaggi|anno=2005|editore=IRIS|città=Oliena}}</ref>
===Il premio Nobel e la morte===
===Il premio Nobel e la morte===
[[File:GraziaDeledda.ogg|thumb|Grazia Deledda, Discorso in occasione del premio Nobel (1926)]][[File:Tomba di Grazia Deledda.JPG|thumb|La tomba di Grazia Deledda nella [[Chiesa della Madonna della Solitudine|chiesa della Solitudine]] a [[Nuoro]]]]Il 10 dicembre [[1927]]<ref>{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1926/|titolo=The Nobel Prize in Literature 1926}}</ref> le venne conferito il [[premio Nobel per la letteratura]] [[1926]] (non vinto da alcun candidato l'anno precedente, per mancanza di requisiti), «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano». La Deledda è stata la prima donna italiana a vincere il premio Nobel<ref name=":3">{{Cita web|url=http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2016/11/23/la-strada-per-il-nobel-la-soluzione-vincente-di-grazia-deledda/|titolo=La strada per il Nobel, la soluzione vincente di Grazia Deledda|autore=Angela Guiso|sito=La Nuova Sardegna|accesso=14 aprile 2021}}</ref>.
[[File:GraziaDeledda.ogg|thumb|Grazia Deledda, Discorso in occasione del premio Nobel (1926)]][[File:Tomba di Grazia Deledda.JPG|thumb|La tomba di Grazia Deledda nella chiesa della Solitudine a Nuoro]]Il 10 dicembre 1927<ref>{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1926/|titolo=The Nobel Prize in Literature 1926}}</ref> le venne conferito il [[Premio Nobel per la letteratura|premio Nobel per la letteratura]] 1926 (non vinto da alcun candidato l'anno precedente, per mancanza di requisiti), «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano». La Deledda è stata la prima donna italiana a vincere il premio Nobel<ref name=":3">{{Cita web|url=http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2016/11/23/la-strada-per-il-nobel-la-soluzione-vincente-di-grazia-deledda/|titolo=La strada per il Nobel, la soluzione vincente di Grazia Deledda|autore=Angela Guiso|sito=La Nuova Sardegna|accesso=14 aprile 2021}}</ref>.


Un tumore al seno di cui soffriva da tempo la portò alla morte nel [[1936]], quasi dieci anni dopo la vittoria del premio. Sulla data del giorno di morte c'è controversia: alcune fonti riportano il 15 agosto<ref>*{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=63716&v=2&c=4264|titolo=Museo Deleddiano}}
Un tumore al seno di cui soffriva da tempo la portò alla morte nel 1936, quasi dieci anni dopo la vittoria del premio. Sulla data del giorno di morte c'è controversia: alcune fonti riportano il 15 agosto<ref>*{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=63716&v=2&c=4264|titolo=Museo Deleddiano}}
*Maria Tettamanzi,''Deledda'', Editrice La Scola, Brescia 1969,
*Maria Tettamanzi,''Deledda'', Editrice La Scola, Brescia 1969,
*{{cita|M. Giacobbe|p.7 }}.
*{{cita|M. Giacobbe|p.7 }}.
*Vittorio Spinazzola, ''Cronologia'', in Grazia Deledda, ''Romanzi Sardi'', Mondadori, Milano 1981,
*Vittorio Spinazzola, ''Cronologia'', in Grazia Deledda, ''Romanzi Sardi'', Mondadori, Milano 1981,
*Anna Dolfi, ''Nota Biobibliografica'' in {{cita testo |autore= Grazia Deledda |titolo=Dieci Romanzi |data=1994 |editore=Newton Compton |città=Roma|SBN=IT\ICCU\BVE\0069091}}
*{{cita|A. Bocelli| Enciclopedia italiana}}.
*{{cita|A. Bocelli| Enciclopedia italiana}}.
*{{cita|Zago|p. 19}}.</ref>, altre il 16<ref>*{{cita|Sapegno|p. XXVIII}}
*{{cita|Zago|p. 19}}.</ref>, altre il 16<ref>*{{cita|Sapegno|p. XXVIII}}
Riga 38: Riga 39:
*{{cita|A. Pellegrino,Dizionario Biografico degli Italiani}}.</ref>.
*{{cita|A. Pellegrino,Dizionario Biografico degli Italiani}}.</ref>.


Le spoglie della Deledda trovarono sepoltura nel [[cimitero del Verano]] a [[Roma]], dove rimasero fino al [[1959]] quando, su richiesta dei familiari della scrittrice, furono traslate nella sua città natale. Da allora sono custodite in un sarcofago di granito nero levigato nella [[Chiesa della Madonna della Solitudine|chiesetta della Madonna della Solitudine]], ai piedi del [[monte Ortobene]], che tanto aveva decantato in uno dei suoi ultimi lavori.
Le spoglie della Deledda trovarono sepoltura nel cimitero del Verano a Roma, dove rimasero fino al 1959 quando, su richiesta dei familiari della scrittrice, furono traslate nella sua città natale. Da allora sono custodite in un sarcofago di granito nero levigato nella chiesetta della Madonna della Solitudine, ai piedi del monte Ortobene, che tanto aveva decantato in uno dei suoi ultimi lavori.


Lasciò incompiuta la sua ultima opera, ''Cosima, quasi Grazia'', autobiografica, che apparirà in settembre di quello stesso anno sulla rivista ''Nuova Antologia'', a cura di Antonio Baldini, e che poi verrà edita col titolo ''Cosima''.
Lasciò incompiuta la sua ultima opera, ''Cosima, quasi Grazia'', autobiografica, che apparirà in settembre di quello stesso anno sulla rivista ''Nuova Antologia'', a cura di Antonio Baldini, e che poi verrà edita col titolo ''Cosima''.


La sua [[casa natale di Grazia Deledda|casa natale]], nel centro storico di Nuoro (nel rione ''Santu Predu''), è adibita a museo.<ref>{{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=19511&v=2&c=2487&c1=2124&t=1|titolo=Museo Deleddiano}}</ref>
La sua casa natale, nel centro storico di Nuoro (nel rione ''Santu Predu''), è adibita a museo.<ref>{{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=19511&v=2&c=2487&c1=2124&t=1|titolo=Museo Deleddiano}}</ref>
==Critica==
==Critica==
La critica in generale tende a incasellare la sua opera di volta in volta in questo o in quell'''-ismo'': regionalismo, verismo, decadentismo, oltre che nella [[letteratura della Sardegna]]. Altri [[Critica letteraria|critici]] invece preferiscono riconoscerle l'originalità della sua poetica.
La critica in generale tende a incasellare la sua opera di volta in volta in questo o in quell'''-ismo'': regionalismo, verismo, decadentismo, oltre che nella letteratura della Sardegna. Altri critici invece preferiscono riconoscerle l'originalità della sua poetica.


Il primo a dedicare a Grazia Deledda una monografia critica a metà degli [[Anni 1930|anni trenta]] fu [[Francesco Bruno (critico letterario)|Francesco Bruno]].<ref>Francesco Bruno, ''Grazia Deledda'', Di Giacomo, Salerno 1935.</ref> Negli [[Anni 1940|anni quaranta]]-[[Anni 1950|cinquanta]], [[Anni 1960|sessanta]], nelle storie e nelle antologie scolastiche della [[letteratura italiana]], la presenza di Deledda ha rilievo critico e numerose pagine antologizzate, specialmente dalle novelle.
Il primo a dedicare a Grazia Deledda una monografia critica a metà degli anni trenta fu Francesco Bruno.<ref>Francesco Bruno, ''Grazia Deledda'', Di Giacomo, Salerno 1935.</ref> Negli anni quaranta-cinquanta, sessanta, nelle storie e nelle antologie scolastiche della letteratura italiana, la presenza di Deledda ha rilievo critico e numerose pagine antologizzate, specialmente dalle novelle.


Tuttavia parecchi critici italiani avanzavano riserve sul valore delle sue opere. I primi a non comprendere Deledda furono i suoi stessi conterranei. Gli intellettuali sardi del suo tempo si sentirono traditi e non accettarono la sua operazione letteraria, con l'eccezione di alcuni: [[Enrico Costa (scrittore)|Costa]], [[Salvator Ruju|Ruju]], [[Giuseppe Biasi|Biasi]]. Le sue opere le procurarono le antipatie degli abitanti di Nuoro, in cui le storie erano ambientate. I suoi concittadini erano infatti dell'opinione che descrivesse la Sardegna come terra rude, rustica e quindi arretrata.<ref>{{cita|Turchi|p. 15}}.</ref>
Tuttavia parecchi critici italiani avanzavano riserve sul valore delle sue opere. I primi a non comprendere Deledda furono i suoi stessi conterranei. Gli intellettuali sardi del suo tempo si sentirono traditi e non accettarono la sua operazione letteraria, con l'eccezione di alcuni: Costa, Ruju, Biasi. Le sue opere le procurarono le antipatie degli abitanti di Nuoro, in cui le storie erano ambientate. I suoi concittadini erano infatti dell'opinione che descrivesse la Sardegna come terra rude, rustica e quindi arretrata.<ref>{{cita|Turchi|p. 15}}.</ref>


Più recentemente, le opere e i saggi della Deledda sono stati reinterpretati e ristudiati da altri corregionali<ref name=":2" />. Tra questi si possono citare [[Neria De Giovanni]]<ref>{{cita news|url=https://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2019/05/26/premio-susanna-agnelli-a-neria-de-giovanni-8-884894.html|titolo=Il Premio Susanna Agnelli a Neria De Giovanni|pubblicazione=[[L'Unione Sarda]]|data=26 maggio 2019|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita video|url=https://www.raiplay.it/video/2017/11/Gli-Speciali-di-Rai-Scuola---Come-il-vento-che-forgia-le-cose-adb85031-4f51-4b19-910f-1731ddd06c11.html|titolo=Come il vento che forgia le cose|editore=[[Rai]]|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/11/23/a-neria-de-giovanni-premio-italia-donna_2262fcc3-d0e1-4ae9-929d-ff696b13f055.html|titolo=A Neria De Giovanni Premio Italia Donna|pubblicazione=[[ANSA]].it|data=23 novembre 2017|accesso=14 aprile 2021}}</ref> (che pur marcando le radici sarde della Deledda le riconosce una dimensione che va oltre l'ambito geoculturale isolano<ref>{{cita web|url=http://www.tottusinpari.it/2015/07/10/intervista-a-neria-de-giovanni-presidente-dellassociazione-internazionale-dei-critici-letterari-e-tra-le-massime-esperte-del-premio-nobel-grazia-deledda-a-cui-ha-dedicato-dodici-vo/|titolo=
Più recentemente, le opere e i saggi della Deledda sono stati reinterpretati e ristudiati da altri corregionali<ref name=":2" />. Tra questi si possono citare Neria De Giovanni<ref>{{cita news|url=https://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2019/05/26/premio-susanna-agnelli-a-neria-de-giovanni-8-884894.html|titolo=Il Premio Susanna Agnelli a Neria De Giovanni|pubblicazione=L'Unione Sarda|data=26 maggio 2019|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/11/23/a-neria-de-giovanni-premio-italia-donna_2262fcc3-d0e1-4ae9-929d-ff696b13f055.html|titolo=A Neria De Giovanni Premio Italia Donna|pubblicazione=ANSA.it|data=23 novembre 2017|accesso=14 aprile 2021}}</ref> (che pur marcando le radici sarde della Deledda le riconosce una dimensione che va oltre l'ambito geoculturale isolano<ref>{{cita web|url=http://www.tottusinpari.it/2015/07/10/intervista-a-neria-de-giovanni-presidente-dellassociazione-internazionale-dei-critici-letterari-e-tra-le-massime-esperte-del-premio-nobel-grazia-deledda-a-cui-ha-dedicato-dodici-vo/|titolo=
Intervista a Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari|data=10 luglio 2015|accesso=14 aprile 2021}}</ref>), Angela Guiso<ref>) {{Cita web|url=http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2013/10/07/italica-oltre-ogni-mare/|titolo=Italica, oltre ogni mare|autore=Luciano Piras|sito=@ddurudduru|accesso=14 aprile 2021}}</ref> (con una critica lontana dalle precedenti<ref name=":2" /><ref name=":3" /><ref>{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Ottobre|titolo=A Magenta una mostra e un convegno su Grazia Deledda|rivista=[[Il Messaggero Sardo]]|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_ottobre_25.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/11/16/news/grazia-deledda-liberata-dalla-gabbia-del-naturalismo-1.6039044|titolo=Grazia Deledda liberata dalla gabbia del naturalismo|sito=La Nuova Sardegna|data=16 novembre 2012|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref name=":02">{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Agosto|titolo=I temi, i luoghi e i personaggi di Grazia Deledda.  Un Saggio di Angela Guiso per riconsiderare il ruolo della scrittrice nella letteratura italiana e Mondiale|rivista=Il Messaggero Sardo|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_agosto_19.pdf}}</ref>, più internazionale<ref name=":2" />) e Dino Manca<ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2019/12/10/deledda-e-pamuk-2-nobel-allo-specchio_f9fadab5-f832-4597-b0e6-07937a7602bb.html|titolo=Deledda e Pamuk, 2 Nobel allo specchio|data=10 dicembre 2019|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref>Dino Manca, ''Grazia Deledda'', Grandangolo Letteratura/[[Corriere della Sera]], vol. 17, Milano, 2018.</ref>.
Intervista a Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari|data=10 luglio 2015|accesso=14 aprile 2021}}</ref>), Angela Guiso<ref>) {{Cita web|url=http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2013/10/07/italica-oltre-ogni-mare/|titolo=Italica, oltre ogni mare|autore=Luciano Piras|sito=@ddurudduru|accesso=14 aprile 2021}}</ref> (con una critica lontana dalle precedenti<ref name=":2" /><ref name=":3" /><ref>{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Ottobre|titolo=A Magenta una mostra e un convegno su Grazia Deledda|rivista=Il Messaggero Sardo|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_ottobre_25.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/11/16/news/grazia-deledda-liberata-dalla-gabbia-del-naturalismo-1.6039044|titolo=Grazia Deledda liberata dalla gabbia del naturalismo|sito=La Nuova Sardegna|data=16 novembre 2012|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref name=":02">{{Cita pubblicazione|anno=2006|mese=Agosto|titolo=I temi, i luoghi e i personaggi di Grazia Deledda.  Un Saggio di Angela Guiso per riconsiderare il ruolo della scrittrice nella letteratura italiana e Mondiale|rivista=Il Messaggero Sardo|url=http://www.regione.sardegna.it/messaggero/2006_agosto_19.pdf}}</ref>, più internazionale<ref name=":2" />) e Dino Manca<ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2019/12/10/deledda-e-pamuk-2-nobel-allo-specchio_f9fadab5-f832-4597-b0e6-07937a7602bb.html|titolo=Deledda e Pamuk, 2 Nobel allo specchio|data=10 dicembre 2019|accesso=14 aprile 2021}}</ref><ref>Dino Manca, ''Grazia Deledda'', Grandangolo Letteratura/Corriere della Sera, vol. 17, Milano, 2018.</ref>.
===Verismo===
===Verismo===
Ai primi lettori dei romanzi di Deledda era naturale inquadrarla nell'ambito della scuola [[verismo|verista]].
Ai primi lettori dei romanzi di Deledda era naturale inquadrarla nell'ambito della scuola verista.


Luigi Capuana la esortava a proseguire nell'esplorazione del mondo sardo, «una miniera» dove aveva «già trovato un elemento di forte originalità».<ref>Luigi Capuana, ''Gli 'ismi' contemporanei'', Giannotta, Catania 1898; Nuova Edizione a cura di G.Luti, Milano, Fabbri Editori 1973, pp. 96-97.</ref>
Luigi Capuana la esortava a proseguire nell'esplorazione del mondo sardo, «una miniera» dove aveva «già trovato un elemento di forte originalità».<ref>Luigi Capuana, ''Gli 'ismi' contemporanei'', Giannotta, Catania 1898; Nuova Edizione a cura di G.Luti, Milano, Fabbri Editori 1973, pp. 96-97.</ref>


Anche Borgese la definisce "degna scolara di [[Giovanni Verga]]".<ref>Giuseppe Antonio Borgese, ''Grazia Deledda'', in ''La vita e il libro'', Torino 1911, pp. 104, 97.</ref> Lei stessa scrive nel 1891 al direttore della rivista romana ''La Nuova Antologia'', [[Maggiorino Ferraris]]: «L'indole di questo mio libro a me pare sia tanto drammatica quanto sentimentale e anche un pochino veristica se per 'verismo' intendiamo il ritrarre la vita e gli uomini come sono, o meglio come li conosco io».
Anche Borgese la definisce "degna scolara di Giovanni Verga".<ref>Giuseppe Antonio Borgese, ''Grazia Deledda'', in ''La vita e il libro'', Torino 1911, pp. 104, 97.</ref> Lei stessa scrive nel 1891 al direttore della rivista romana ''La Nuova Antologia'', Maggiorino Ferraris: «L'indole di questo mio libro a me pare sia tanto drammatica quanto sentimentale e anche un pochino veristica se per 'verismo' intendiamo il ritrarre la vita e gli uomini come sono, o meglio come li conosco io».
===Differenze rispetto al Verismo===
===Differenze rispetto al Verismo===
Ruggero Bonghi, manzoniano, per primo si sforza di sottrarre la scrittrice sarda al clima delle poetiche naturalistiche.<ref>Ruggero Bonghi, ''Prefazione'', in ''Anime oneste'', Milano 1895.</ref> Tuttavia, recentemente, altri critici la ritengono invece completamente estranea al naturalismo<ref>{{Cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/11/16/news/grazia-deledda-liberata-dalla-gabbia-del-naturalismo-1.6039044|titolo=Grazia Deledda liberata dalla gabbia del naturalismo|sito=La Nuova Sardegna|data=16 novembre 2012|accesso=19 aprile 2021}}</ref>.
Ruggero Bonghi, manzoniano, per primo si sforza di sottrarre la scrittrice sarda al clima delle poetiche naturalistiche.<ref>Ruggero Bonghi, ''Prefazione'', in ''Anime oneste'', Milano 1895.</ref> Tuttavia, recentemente, altri critici la ritengono invece completamente estranea al naturalismo<ref>{{Cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/11/16/news/grazia-deledda-liberata-dalla-gabbia-del-naturalismo-1.6039044|titolo=Grazia Deledda liberata dalla gabbia del naturalismo|sito=La Nuova Sardegna|data=16 novembre 2012|accesso=19 aprile 2021}}</ref>.
Riga 63: Riga 64:
Emilio Cecchi nel 1941 scrive: «Ciò che la Deledda poté trarre dalla vita della provincia sarda, non s'improntò in lei di naturalismo e di verismo... Sia i motivi e gli intrecci, sia il materiale linguistico, in lei presero subito di lirico e di fiabesco...».<ref>Emilio Cecchi, ''Introduzione'' in Grazia Deledda, ''Romanzi e novelle'' , 4 volumi, Milano, Mondadori 1941.</ref>
Emilio Cecchi nel 1941 scrive: «Ciò che la Deledda poté trarre dalla vita della provincia sarda, non s'improntò in lei di naturalismo e di verismo... Sia i motivi e gli intrecci, sia il materiale linguistico, in lei presero subito di lirico e di fiabesco...».<ref>Emilio Cecchi, ''Introduzione'' in Grazia Deledda, ''Romanzi e novelle'' , 4 volumi, Milano, Mondadori 1941.</ref>


Il critico letterario [[Natalino Sapegno]] definisce i motivi che distolgono Deledda dai canoni del [[Verismo]]: «Da un'adesione profonda ai canoni del verismo troppe cose la distolgono, a iniziare dalla natura intimamente lirica e autobiografica dell'ispirazione, per cui le rappresentazioni ambientali diventano trasfigurazioni di un'assorta memoria e le vicende e i personaggi proiezioni di una vita sognata. A dare alle cose e alle persone un risalto fermo e lucido, un'illusione perentoria di oggettività, le manca proprio quell'atteggiamento di stacco iniziale che è nel [[Giovanni Verga|Verga]], ma anche nel Capuana, nel De Roberto, nel Pratesi e nello Zena.»<ref>{{cita|Sapegno|p. XIV}}.</ref>
Il critico letterario Natalino Sapegno definisce i motivi che distolgono Deledda dai canoni del Verismo: «Da un'adesione profonda ai canoni del verismo troppe cose la distolgono, a iniziare dalla natura intimamente lirica e autobiografica dell'ispirazione, per cui le rappresentazioni ambientali diventano trasfigurazioni di un'assorta memoria e le vicende e i personaggi proiezioni di una vita sognata. A dare alle cose e alle persone un risalto fermo e lucido, un'illusione perentoria di oggettività, le manca proprio quell'atteggiamento di stacco iniziale che è nel Verga, ma anche nel Capuana, nel De Roberto, nel Pratesi e nello Zena.»<ref>{{cita|Sapegno|p. XIV}}.</ref>
===Decadentismo===
===Decadentismo===
[[Vittorio Spinazzola (critico letterario)|Vittorio Spinazzola]] scrive: «Tutta la miglior narrativa deleddiana ha per oggetto la crisi dell'esistenza. Storicamente, tale crisi risulta dalla fine dell'unità culturale ottocentesca, con la sua fiducia nel progresso storico, nelle scienze laiche, nelle garanzie giuridiche poste a difesa delle libertà civili. Per questo aspetto la scrittrice pare pienamente partecipe del clima [[decadentismo|decadentistico]]. I suoi personaggi rappresentano lo smarrimento delle coscienze perplesse e ottenebrate, assalite dall'insorgenza di opposti istinti, disponibili a tutte le esperienze di cui la vita offre occasione e stimolo».<ref>[[Vittorio Spinazzola (critico letterario)|Vittorio Spinazzola]], ''Introduzione'', in Grazia Deledda, ''La madre'', Mondadori, Milano 1980, p. 17.</ref>
Vittorio Spinazzola scrive: «Tutta la miglior narrativa deleddiana ha per oggetto la crisi dell'esistenza. Storicamente, tale crisi risulta dalla fine dell'unità culturale ottocentesca, con la sua fiducia nel progresso storico, nelle scienze laiche, nelle garanzie giuridiche poste a difesa delle libertà civili. Per questo aspetto la scrittrice pare pienamente partecipe del clima decadentistico. I suoi personaggi rappresentano lo smarrimento delle coscienze perplesse e ottenebrate, assalite dall'insorgenza di opposti istinti, disponibili a tutte le esperienze di cui la vita offre occasione e stimolo».<ref>Vittorio Spinazzola, ''Introduzione'', in Grazia Deledda, ''La madre'', Mondadori, Milano 1980, p. 17.</ref>
===Grazia Deledda e i narratori russi===
===Grazia Deledda e i narratori russi===
È noto che la giovanissima Grazia Deledda, quando ancora collaborava alle [[Rivista|riviste]] di [[Fashion design|moda]], si rese conto della distanza che esisteva tra la stucchevole prosa in lingua italiana di quei giornali e la sua esigenza di impiegare un registro più vicino alla realtà e alla società dalla quale proveniva.
È noto che la giovanissima Grazia Deledda, quando ancora collaborava alle riviste di moda, si rese conto della distanza che esisteva tra la stucchevole prosa in lingua italiana di quei giornali e la sua esigenza di impiegare un registro più vicino alla realtà e alla società dalla quale proveniva.


La Sardegna, tra la fine dell'[[Secolo XIX|Ottocento]] e il primo Novecento, tenta come l'[[Irlanda]] di [[Oscar Wilde]], di [[James Joyce|Joyce]], di [[William Butler Yeats|Yeats]] o la [[Polonia]] di [[Joseph Conrad|Conrad]], un dialogo alla pari con le grandi letterature europee e soprattutto con la grande [[letteratura russa]].
La Sardegna, tra la fine dell'Ottocento e il primo Novecento, tenta come l'Irlanda di Oscar Wilde, di Joyce, di Yeats o la Polonia di Conrad, un dialogo alla pari con le grandi letterature europee e soprattutto con la grande letteratura russa.


[[Nicola Tanda]] nel saggio ''La Sardegna di [[Canne al vento]]'' <ref>N. Tanda, La Sardegna di Canne al vento di Grazia Deledda, in Quale Sardegna? Pagine di vita letteraria e civile, Sassari, Delfino, 2008, pp. 15-16).</ref>scrive che, in quell'opera di Deledda, le parole evocano memorie tolstojane e dostoevskiane, parole che possono essere estese a tutta l'opera narrativa deleddiana: «L'intero romanzo è una celebrazione del libero arbitrio. Della libertà di compiere il male, ma anche di realizzare il bene, soprattutto quando si ha esperienza della grande capacità che il male ha di comunicare angoscia. Il protagonista che ha commesso il male non consente col male, compie un viaggio, doloroso, mortificante, ma anche pieno di gioia nella speranza di realizzare il bene, che resta la sola ragione in grado di rendere accettabile la vita».
Nicola Tanda nel saggio ''La Sardegna di Canne al vento'' <ref>N. Tanda, La Sardegna di Canne al vento di Grazia Deledda, in Quale Sardegna? Pagine di vita letteraria e civile, Sassari, Delfino, 2008, pp. 15-16).</ref>scrive che, in quell'opera di Deledda, le parole evocano memorie tolstojane e dostoevskiane, parole che possono essere estese a tutta l'opera narrativa deleddiana: «L'intero romanzo è una celebrazione del libero arbitrio. Della libertà di compiere il male, ma anche di realizzare il bene, soprattutto quando si ha esperienza della grande capacità che il male ha di comunicare angoscia. Il protagonista che ha commesso il male non consente col male, compie un viaggio, doloroso, mortificante, ma anche pieno di gioia nella speranza di realizzare il bene, che resta la sola ragione in grado di rendere accettabile la vita».


Negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quelli in cui la scrittrice si dedica alla ricerca di un proprio stile, concentra la sua attenzione, sull'opera e sul pensiero di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]]. Ed è questo incontro che sembra aiutarla a precisare sempre meglio le sue predilezioni letterarie. In una lettera in cui comunicava il progetto di pubblicare una raccolta di novelle da dedicare a Tolstoj, Deledda scriveva: «Ai primi del 1899 uscirà La giustizia: e poi ho combinato con la casa Cogliati di Milano per un volume di novelle che dedicherò a [[Lev Tolstoj|Leone Tolstoi]]: avranno una prefazione scritta in francese da un illustre scrittore russo, che farà un breve studio di comparazione fra i costumi sardi e i costumi russi, così stranamente rassomiglianti». La relazione tra Deledda e i russi è ricca e profonda, e non è legata solo a Tolstoj ma si inoltra nel mondo complesso degli altri contemporanei: [[Maksim Gor'kij|Gor'kij]], [[Anton Čechov]] e quelli del passato più recente, [[Nikolaj Vasil'evič Gogol'|Gogol']], [[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] e [[Ivan Sergeevič Turgenev|Turgenev]].<ref>Grazia Deledda. Lettere ad Angelo De Gubernatis (1892-1909) a cura di Roberta Massini. CUEC Cagliari 2007</ref>
Negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quelli in cui la scrittrice si dedica alla ricerca di un proprio stile, concentra la sua attenzione, sull'opera e sul pensiero di Tolstoj. Ed è questo incontro che sembra aiutarla a precisare sempre meglio le sue predilezioni letterarie. In una lettera in cui comunicava il progetto di pubblicare una raccolta di novelle da dedicare a Tolstoj, Deledda scriveva: «Ai primi del 1899 uscirà La giustizia: e poi ho combinato con la casa Cogliati di Milano per un volume di novelle che dedicherò a Leone Tolstoi: avranno una prefazione scritta in francese da un illustre scrittore russo, che farà un breve studio di comparazione fra i costumi sardi e i costumi russi, così stranamente rassomiglianti». La relazione tra Deledda e i russi è ricca e profonda, e non è legata solo a Tolstoj ma si inoltra nel mondo complesso degli altri contemporanei: Gor'kij, Anton Čechov e quelli del passato più recente, Gogol', Dostoevskij e Turgenev.<ref>Grazia Deledda. Lettere ad Angelo De Gubernatis (1892-1909) a cura di Roberta Massini. CUEC Cagliari 2007</ref>
===Altre voci di critici===
===Altre voci di critici===
[[Attilio Momigliano]] in più scritti<ref>Attilio Momigliano, ''Grazia Deledda'' in Storia della letteratura italiana, Principato, Milano-Messina 1936.</ref><ref>Attilio Momigliano,''Storia della Letteratura Italiana dalle origini ai nostri giorni'', Principato, Milano-Messina 1948.</ref> sostiene la tesi che Deledda sia "un grande poeta del travaglio morale" da paragonare a [[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]].
Attilio Momigliano in più scritti<ref>Attilio Momigliano, ''Grazia Deledda'' in Storia della letteratura italiana, Principato, Milano-Messina 1936.</ref><ref>Attilio Momigliano,''Storia della Letteratura Italiana dalle origini ai nostri giorni'', Principato, Milano-Messina 1948.</ref> sostiene la tesi che Deledda sia "un grande poeta del travaglio morale" da paragonare a Dostoevskij.


[[Francesco Flora]]<ref>Francesco Flora, ''Dal romanticismo al futurismo'', Mondadori, Milano 1925.</ref><ref>Francesco Flora, ''Grazia Deledda'' in ''Saggi di poetica moderna''D'Anna, Messina-Firenze 1949.</ref> afferma che «La vera ispirazione della Deledda è come un fondo di ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, e nella trama di quei ricordi quasi figure che vanno e si mutano sul fermo paesaggio, si compongono i sempre nuovi racconti. Anzi, poiché i primi affetti di lei si formano essenzialmente con la sostanza di quel paesaggio che ella disegnava sulla vita della nativa Sardegna, è lecito dire, anche per questa via, che l'arte della Deledda è essenzialmente un'arte del paesaggio».
Francesco Flora<ref>Francesco Flora, ''Dal romanticismo al futurismo'', Mondadori, Milano 1925.</ref><ref>Francesco Flora, ''Grazia Deledda'' in ''Saggi di poetica moderna''D'Anna, Messina-Firenze 1949.</ref> afferma che «La vera ispirazione della Deledda è come un fondo di ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, e nella trama di quei ricordi quasi figure che vanno e si mutano sul fermo paesaggio, si compongono i sempre nuovi racconti. Anzi, poiché i primi affetti di lei si formano essenzialmente con la sostanza di quel paesaggio che ella disegnava sulla vita della nativa Sardegna, è lecito dire, anche per questa via, che l'arte della Deledda è essenzialmente un'arte del paesaggio».
===Testimonianze di scrittori stranieri===
===Testimonianze di scrittori stranieri===
Su di lei scrisse prima [[Maksim Gor'kij]] e, più tardi, [[David Herbert Lawrence|D. H. Lawrence]].
Su di lei scrisse prima Maksim Gor'kij e, più tardi, D. H. Lawrence.


[[Maksim Gor'kij]] raccomanda la lettura delle opere di Grazia Deledda a L. A. Nikiforova, una scrittrice esordiente. In una lettera del 2 giugno del 1910 le scrive: «Mi permetto di indicarle due scrittrici che non hanno rivali né nel passato, né nel presente: [[Selma Lagerlöf|Selma Lagerlof]] e Grazia Deledda. Che penne e che voci forti! In loro c'è qualcosa che può essere d'ammaestramento anche al nostro ''[[mužik]]''».
Maksim Gor'kij raccomanda la lettura delle opere di Grazia Deledda a L. A. Nikiforova, una scrittrice esordiente. In una lettera del 2 giugno del 1910 le scrive: «Mi permetto di indicarle due scrittrici che non hanno rivali né nel passato, né nel presente: Selma Lagerlof e Grazia Deledda. Che penne e che voci forti! In loro c'è qualcosa che può essere d'ammaestramento anche al nostro ''mužik''».


[[David Herbert Lawrence]], nel 1928, dopo che Deledda aveva già vinto il Premio Nobel, scrive nell'Introduzione alla traduzione inglese del romanzo ''La Madre'': «Ci vorrebbe uno scrittore veramente grande per farci superare la repulsione per le emozioni appena passate. Persino le Novelle di [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] sono al presente difficilmente leggibili: [[Matilde Serao]] lo è ancor meno. Ma noi possiamo ancora leggere Grazia Deledda, con interesse genuino». Parlando della popolazione sarda protagonista dei suoi romanzi la paragona a Hardy, e in questa comparazione singolare sottolinea che la [[Sardegna]] è proprio come per [[Thomas Hardy]] l'isolato [[Wessex]]. Solo che subito dopo aggiunge che a differenza di Hardy, «Grazia Deledda ha una isola tutta per sé, la propria isola di Sardegna, che lei ama profondamente: soprattutto la parte della Sardegna che sta più a Nord, quella montuosa». E ancora scrive: «È la Sardegna antica, quella che viene finalmente alla ribalta, che è il vero tema dei libri di Grazia Deledda. Essa sente il fascino della sua isola e della sua gente, più che essere attratta dai problemi della psiche umana. E pertanto questo libro, ''La Madre'', è forse uno dei meno tipici fra i suoi romanzi, uno dei più continentali».
David Herbert Lawrence, nel 1928, dopo che Deledda aveva già vinto il Premio Nobel, scrive nell'Introduzione alla traduzione inglese del romanzo ''La Madre'': «Ci vorrebbe uno scrittore veramente grande per farci superare la repulsione per le emozioni appena passate. Persino le Novelle di [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] sono al presente difficilmente leggibili: Matilde Serao lo è ancor meno. Ma noi possiamo ancora leggere Grazia Deledda, con interesse genuino». Parlando della popolazione sarda protagonista dei suoi romanzi la paragona a Hardy, e in questa comparazione singolare sottolinea che la Sardegna è proprio come per Thomas Hardy l'isolato Wessex. Solo che subito dopo aggiunge che a differenza di Hardy, «Grazia Deledda ha una isola tutta per sé, la propria isola di Sardegna, che lei ama profondamente: soprattutto la parte della Sardegna che sta più a Nord, quella montuosa». E ancora scrive: «È la Sardegna antica, quella che viene finalmente alla ribalta, che è il vero tema dei libri di Grazia Deledda. Essa sente il fascino della sua isola e della sua gente, più che essere attratta dai problemi della psiche umana. E pertanto questo libro, ''La Madre'', è forse uno dei meno tipici fra i suoi romanzi, uno dei più continentali».


Anche il poeta, scrittore e traduttore armeno [[Hrand Nazariantz]] collaborò alla diffusione dell'opera della Deledda in lingua Armenia occidentale traducendone due racconti che furono pubblicati sulla rivista [[Masis]] nel 1907, si tratta di "վԱՆԱԿԱՆԸ" apparso sul numero 12 e "ՍԱՐՏԻՆԻՈՅ ԶԱՏԻԿԸ" pubblicato sul numero 35.<ref>{{cita web|url=https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.com/2021/01/%20D2-racconti-Grazia-Deledda-tradotti-Hrand-Nazariantz-1907.html|titolo=Due racconti di Grazia Deledda tradotti da Hrand Nazariantz nel 1907 |lingua= |data= |accesso= }}</ref> ;<ref>[https://www.newitalianbooks.it/it/grazia-deledda-in-armeno/]</ref>.
Anche il poeta, scrittore e traduttore armeno Hrand Nazariantz collaborò alla diffusione dell'opera della Deledda in lingua Armenia occidentale traducendone due racconti che furono pubblicati sulla rivista Masis nel 1907, si tratta di "վԱՆԱԿԱՆԸ" apparso sul numero 12 e "ՍԱՐՏԻՆԻՈՅ ԶԱՏԻԿԸ" pubblicato sul numero 35.<ref>{{cita web|url=https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.com/2021/01/%20D2-racconti-Grazia-Deledda-tradotti-Hrand-Nazariantz-1907.html|titolo=Due racconti di Grazia Deledda tradotti da Hrand Nazariantz nel 1907 |lingua= |data= |accesso= }}</ref> ;<ref>[https://www.newitalianbooks.it/it/grazia-deledda-in-armeno/]</ref>.
===L’avversione di Pirandello===
===L’avversione di Pirandello===
[[Luigi Pirandello]] non nascose la sua avversione per Grazia Deledda, tanto da ispirarsi a lei e al marito per la composizione del romanzo ''[[Suo marito]]'', come traspare dalla corrispondenza con [[Ugo Ojetti]] e poi dal rifiuto dell'editore [[Fratelli Treves|Treves]] di pubblicarlo<ref>[https://www.corriere.it/cronache/uomini-cambiamento/notizie/uomini-pirandello-sarcasmo-marito-moderno-grazia-deledda-ec292288-029f-11e7-b9cd-27dc874c2067.shtml]</ref><ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=ZS2bAAAAQBAJ&pg=PT34&lpg=PT34&dq=treves+pirandello+suo+marito&source=bl&ots=fPpdScZFc3&sig=ACfU3U3KDDizoCpK8OTnW26x4ke-1CaWkw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwixq5vSufToAhWFtXEKHf6eBTQQ6AEwBnoECAgQAQ#v=onepage&q=treves%20pirandello%20suo%20marito&f=false|autore=Luigi Pirandello|titolo=Suo marito - Giustino Roncella nato Boggiòlo|editore= Rizzoli|collana=Bur| curatore= Fabio Danelon|accesso=19 aprile 2020|ISBN=9788858658499}}</ref><ref>{{cita libro | url = https://books.google.it/books?id=y-jiu5XWeLIC&pg=PT26&dq=%22Giustino+Roncella+nato+Boggiolo%22+deledda&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjMnaml8ornAhXJhqQKHSG6AxgQ6AEIPzAC#v=onepage&q=%22Giustino%20Roncella%20nato%20Boggiolo%22%20deledda&f=false | titolo = Pagine scelte di Luigi Pirandello |nome = Andrea | cognome = Camilleri | wkautore = Andrea Camilleri | editore = Rizzoli | collana = Bur | anno = 2007 | accesso = 17 gennaio 2020 | ISBN = 9788858600368}}</ref>.
Luigi Pirandello non nascose la sua avversione per Grazia Deledda, tanto da ispirarsi a lei e al marito per la composizione del romanzo ''Suo marito'', come traspare dalla corrispondenza con Ugo Ojetti e poi dal rifiuto dell'editore Treves di pubblicarlo<ref>[https://www.corriere.it/cronache/uomini-cambiamento/notizie/uomini-pirandello-sarcasmo-marito-moderno-grazia-deledda-ec292288-029f-11e7-b9cd-27dc874c2067.shtml]</ref><ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=ZS2bAAAAQBAJ&pg=PT34&lpg=PT34&dq=treves+pirandello+suo+marito&source=bl&ots=fPpdScZFc3&sig=ACfU3U3KDDizoCpK8OTnW26x4ke-1CaWkw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwixq5vSufToAhWFtXEKHf6eBTQQ6AEwBnoECAgQAQ#v=onepage&q=treves%20pirandello%20suo%20marito&f=false|autore=Luigi Pirandello|titolo=Suo marito - Giustino Roncella nato Boggiòlo|editore= Rizzoli|collana=Bur| curatore= Fabio Danelon|accesso=19 aprile 2020|ISBN=9788858658499}}</ref><ref>{{cita libro | url = https://books.google.it/books?id=y-jiu5XWeLIC&pg=PT26&dq=%22Giustino+Roncella+nato+Boggiolo%22+deledda&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjMnaml8ornAhXJhqQKHSG6AxgQ6AEIPzAC#v=onepage&q=%22Giustino%20Roncella%20nato%20Boggiolo%22%20deledda&f=false | titolo = Pagine scelte di Luigi Pirandello |nome = Andrea | cognome = Camilleri | wkautore = Andrea Camilleri | editore = Rizzoli | collana = Bur | anno = 2007 | accesso = 17 gennaio 2020 | ISBN = 9788858600368}}</ref>.
==Note==
==Note==
<references /><br />
<references /><br />
Riga 98: Riga 99:


==Note==
==Note==
[[Categoria:Cittadino della Repubblica dei Poeti]]