Differenze tra le versioni di "Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea"

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A cura di Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli
 
A cura di Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli
  
“Quando abbiamo cominciato a raccogliere le nostre idee attorno a un progetto di Almanacco internazionale di poesia ci siamo posti da subito l’interrogativo, in una qual misura dirimente, sulla possibilità o meno di ‘credere nella poesia oggi’. Sulla certezza di questa condizione quarant’anni fa Marco Forti e Giuseppe Pontiggia hanno fondato il loro rilevante Almanacco dello Specchio. E noi, nonostante i profondi mutamenti intercorsi da allora a oggi, siamo ancor di più e più fermamente convinti che sia ancora possibile credere nella poesia e nella sua capacità interpretativa dell’Essere e del mondo, quanto d’altronde alla poesia non è semplicemente concesso ma richiesto. Così siamo certi che il suo linguaggio è ancora ‘inconfondibile e insostituibile’: lo è anche nell’era della poesia facile, e per buona parte mediocre, del web; lo è anche nella medesima era, deviante e assordante, del linguaggio della comunicazione; e lo è irresistibilmente più forte di ogni barriera culturale e geografica. Ma insostituibile lo è soprattutto perché la sua voce più autentica può sollevare l’uomo odierno dalla manifesta cecità verso l’orizzonte del suo stesso vivere e dall’altrettanto manifesta sordità ai richiami della Bellezza, menomazioni che sempre più l’affliggono; insostituibile lo è anche perché, per lo più incontaminata dal regime del Mercato, è voce salva da ogni degenerazione del linguaggio letterario.”
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“Quando abbiamo cominciato a raccogliere le nostre idee attorno a un progetto di Almanacco internazionale di poesia ci siamo posti da subito l’interrogativo, in una qual misura dirimente, sulla possibilità o meno di ‘credere nella poesia oggi’. Sulla certezza di questa condizione quarant’anni fa Marco Forti e [[Giuseppe Pontiggia]] hanno fondato il loro rilevante Almanacco dello Specchio. E noi, nonostante i profondi mutamenti intercorsi da allora a oggi, siamo ancor di più e più fermamente convinti che sia ancora possibile credere nella poesia e nella sua capacità interpretativa dell’Essere e del mondo, quanto d’altronde alla poesia non è semplicemente concesso ma richiesto. Così siamo certi che il suo linguaggio è ancora ‘inconfondibile e insostituibile’: lo è anche nell’era della poesia facile, e per buona parte mediocre, del web; lo è anche nella medesima era, deviante e assordante, del linguaggio della comunicazione; e lo è irresistibilmente più forte di ogni barriera culturale e geografica. Ma insostituibile lo è soprattutto perché la sua voce più autentica può sollevare l’uomo odierno dalla manifesta cecità verso l’orizzonte del suo stesso vivere e dall’altrettanto manifesta sordità ai richiami della Bellezza, menomazioni che sempre più l’affliggono; insostituibile lo è anche perché, per lo più incontaminata dal regime del Mercato, è voce salva da ogni degenerazione del linguaggio letterario.”
 
(dall’introduzione dei curatori)
 
(dall’introduzione dei curatori)

Versione delle 18:33, 5 giu 2019

A cura di Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli

“Quando abbiamo cominciato a raccogliere le nostre idee attorno a un progetto di Almanacco internazionale di poesia ci siamo posti da subito l’interrogativo, in una qual misura dirimente, sulla possibilità o meno di ‘credere nella poesia oggi’. Sulla certezza di questa condizione quarant’anni fa Marco Forti e Giuseppe Pontiggia hanno fondato il loro rilevante Almanacco dello Specchio. E noi, nonostante i profondi mutamenti intercorsi da allora a oggi, siamo ancor di più e più fermamente convinti che sia ancora possibile credere nella poesia e nella sua capacità interpretativa dell’Essere e del mondo, quanto d’altronde alla poesia non è semplicemente concesso ma richiesto. Così siamo certi che il suo linguaggio è ancora ‘inconfondibile e insostituibile’: lo è anche nell’era della poesia facile, e per buona parte mediocre, del web; lo è anche nella medesima era, deviante e assordante, del linguaggio della comunicazione; e lo è irresistibilmente più forte di ogni barriera culturale e geografica. Ma insostituibile lo è soprattutto perché la sua voce più autentica può sollevare l’uomo odierno dalla manifesta cecità verso l’orizzonte del suo stesso vivere e dall’altrettanto manifesta sordità ai richiami della Bellezza, menomazioni che sempre più l’affliggono; insostituibile lo è anche perché, per lo più incontaminata dal regime del Mercato, è voce salva da ogni degenerazione del linguaggio letterario.” (dall’introduzione dei curatori)