Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali

Da WikiPoesia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Introduzione

Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.

Ringraziamo ancora una volta i Poeti, per i propri versi, e coloro che affrontano questa emergenza, per il loro coraggio.


Vincenzo De Lucia

WikiPoesia


Stella della Solidarietà Poetica

Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Lodi

INVISIBILI EROI

Di Flavio Provini


Quelli vestiti come dei marziani

quelli che hanno il destino tra le mani


quelli che masticano la paura

quelli che vivono come in clausura


quelli che non dormono mai la notte

quelli dalle pantofole decotte


quelli che hanno un sudore di sei ore

quelli che rischiano per solo amore


quelli tirano sul capo un velo

quelli che ti salvano per un pelo


quelli che corrono per le corsie

e pregano poi nelle retrovie


quelli che ci mettono fiato e cuore

quelli per cui il camice è un onore


quelli che a fine turno son stremati

l’ansia cupa negli occhi allucinati

il dolore tatuato sulla schiena

un trancio di focaccia come cena


quelli che a casa non parlano mai

cercando un senso a tutti questi guai

ma il senso ammicca col loro sorriso

di umanità, di fratellanza intriso.


Anestesisti, dottori e infermieri

voci delle Croci, dell’emergenza:

da sempre esistono ma fino ad ieri

in pochi a celebrarne l’esistenza.


Date loro un trofeo, una medaglia!

Nominateli eroi di questa Italia.



LA  PAROLA  CONTAMINATA

Di Maria Benedetta Cerro

         

Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –

Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.

Il male / in marcia col suo grido /

con la sua coda di devastazione

ha piantato radici nella nostra carne.  

Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.

La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –

Il tutto che pareva importante / è insignificante.

Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.

Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.

Eppure dice al mandorlo – fiorisci –

e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.

Ora la parola è fatta scorza.

Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.


A PIU' DI UN METRO

Di Gianpaolo Bellucci


Io me ne sto qui chiuso

In casa

Con il mio cane

Lo accarezzo

Bevo birra

Mangio torta

Con salame

E riapprezzo

Il calore del

Focolare domestico

Quell'atmosfera familiare

Mentre bevo e mastico

Musica di sottofondo

Mi fa dimenticare

Per un attimo

Quello che accade

Ora

In questo mondo

Deturpato nel

Suo profondo

Sicuramente

Anche tu

Sarai sola

Chiusa nel tuo di mondo

E anche se

Ci potessimo

Vedere

Almeno distanti

Un metro

Ci dovremmo

Sedere

Non ci potremmo

Toccare

Non ci potremmo

Annusare

Solo il nostro sguardo

Ci mostrerebbe l’amore

Uno sguardo forte

Uno sguardo intenso

Che illumina

La mia notte

Quando non ci

Sei

Ed io ti penso

E quanto vorrei …

Vorreiii …

Avresti mai potuto

Immaginare

Che accadesse tutto ciò?

Io no

Anche se sono

Un convinto sostenitore

Che la realtà

Sia di gran lunga

Della fantasia

Superiore

E questa epidemia

Si è allargata

A dismisura

E si è trasformata

In una pandemia

Gonfia di paura

Ma io sono

Sicuro

Che ce la faremo

Che domani

Ci stringeremo

Le mani

E ci abbracceremo

E potrò toccarti

E potrò annusarti

E potrò baciarti

Non ci sarà più

Una distanza

Fatta come vetro

Che mi tiene

Chiuso

In questa stanza

lontano da te

A più di un metro …



FANFULLA DA LODI

di Emanuele Ambrosini


Il dì

che vide il noto cavaliere

unito ai suoi fratelli

vincere

su ciò che osò dubitare

del loro coraggio,

l'anima.

Passeggia nell'universo

effonde luce,

vita.

Ancora una volta oggi,

Cavaliere,

camice,

l'anima.

E' una cascata che esplode

per dipingere nel cuore

ciò che le parole incidono su carta:

Vinci, vinci, vinci.



GUARDO ED È VITA

Di Giuseppe Pascarella


Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,

un altro giorno sta passando

e porta con sé la tristezza e la rabbia

di non vedere un domani, non vedere un futuro.

E’ questa la vita che ho sognato?

O forse è quella fin troppe volte annunciata?

E in questo silenzio innaturale

si ode qualcosa.

Sono rintocchi di campane

non più coperti da rumori del traffico.

Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.

Sono i canti degli uccelli:

ci dicono che la primavera è alle porte.

La primavera che porta con sé vita.

Sono i vagiti di un bimbo.

Vita.

Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,

inspiro forte e ne sento i profumi.

Vita.

Mi accorgo che da una finestra

una bambina mi sorride. Vita.

Sì vita.

Riprendo il mio sogno e penso

che questa breve pausa

non fermerà la vita.

Non fermerà te.

Tu sei vita!



IMMORTAL SAPIENZA

Di Franco Frijio


Pulir la mente

da pregiudìzi dovrai.

Cosi

ciò che già sai

scoprìr potrai.

Allorché

nuove conoscènze

cercàr potrai...

Questo, sì !...

arricchìsce

lo Spirito che sei...



LUCE

Di Fabio Strinati


Sospeso nel vuoto un filo di luce

avvolto da un faro ai bordi della notte;

strade interrotte nel sonno

appeso a un fascio di speranza.

Eremita adagiato sopra un lume

intorcinato in una stanza; un soffio

nel vuoto, l’aria che nella morte

s’addormenta. Eterna è la vita

che nel silenzio mai s’è ostinata

al gemito: ormai, decrepito lo scroscio



AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Antonella Laviola


Turbinava intenso,

di ora in ora,

di chilometro in chilometro.

il tornado della solidarietà,

fino a coprire l'intero territorio.

Era al tempo del coronavirus.

L'eco del saluto

partito con dono di un cuore solitario

compì il miracolo dell'unione

e rimbalzò

di monte in monte

di mare in mare

fino a risuonare

nell'aria rarefatta.

Era sempre al tempo del coronavirus.

La luce

s'allargò, una sera d'inverno,

di casa in casa

fino a divenire

dall'alto uno stivale scintillante.

C'era nel buio

il canto vibrante,

la voce di un popolo,

dalle vene pulsanti vita,

generoso, passionale, creativo,

che cantava il suo inno.

Non era certo il tempo del trionfo,

era ancora e solo il tempo del coronavirus,

tempo di riflessione,

tempo di amore embrionale

privo di dolore,

tempo di speranza,

tempo della nostra creazione

di un futuro anelato.



CRISALIDI (imparare a fluire)

Di Eleonora Capomastro Orofino


Se albe e notti non si alternassero

sotto il mistero di questo cielo,

saremmo grigi esseri statici, confinati

nei limiti delle nostre rassicuranti identità,

per cui spesso barattiamo

la vera felicità.

Eterni soli ci accecherebbero,

eterne lune sfalserebbero i colori.

Nella danza del mutare

stanno chiave e insegnamento.

Fragili e imperfetti,

abbarbicati a forme preconcette,

convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità

che ci preservi dalla paura e dal dolore.

Ma non è forse nella natura di questa vita,

la più grande lezione,

nella sua alternanza e movimento,

nella sua perenne trasformazione?

E noi dovremmo imparare

a lasciar che sia cambiamento,

come il bruco che si risveglia

per danzare nel vento.

Aver fede nel fluire,

attingendo anche dalle sofferenze

per apprezzar ancor più il gioire.

Vivere il dolore

lasciando andare ciò che muore,

affrontando la rinascita

e stupirsi ancora per un nuovo

inaspettato colore.



LA PRIMAVERA DEI BALCONI

Di Franca Donà


Saranno ancora rondini a cantare

oltre i confini grigi delle case

oltre il lamento, la preghiera

il pianto dei soldati sopra i carri

le bare senza fiori e senza croci

soltanto il buio a benedirne il viaggio.

Non ci sarà un ritorno, non ci sarà

un altro treno verso il mare, mai più …

ci toccherà aspettare primavera

restare dentro il nido e dal balcone

mandarci baci  tra lenzuola stese

come se fossero bandiere al sole

senza toccarci, da lontano eppure

non siamo stati mai così vicini.



ALBERI MAESTRI

Di Riccardo Montanaro


Un varco per la speranza

quell’orizzonte lontano

Saluto mia moglie bacio mio figlio

e di notte salpo

Tanti come me

ombre lunghe e scure

alberi maestri in una sola imbarcazione

E prego l’Italia

prego le sue sponde di abbracciarmi domattina

Prego che il porto non si allontani dalla riva

Temo il varco

chiuso

avanti agli occhi

e l’orizzonte di nuovo alle spalle

Prego l’Italia che non si divida

per timore di noi

alberi maestri spaccati a metà



CITTÀ E PAESI

Di Elisa Mascia


Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,

piccoli paesi e grandi città

accomunati dalle strade déserte

e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.

È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,

in casa é d' uopo restare,

fare attenzione

seguire ogni raccomandazione.

La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso

per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare

almeno un pochino di amore e di pace al fratello.

Che sia di monito e di giusta comprensione.

Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.



ITALIA

Di Noemi Di Gaetano


L'Italia è tanti colori

le piace far festa

muove paesi, unisce culture.

Sa quando fermarsi per poi ripartire

da nord a sud, dal verde al blu

sembra divisa ma in fondo è unita

come due amici che non si vedono da molto

ma sempre disponibili nel momento del bisogno.

Tutti uguali di fronte alla guerra

e prima o poi anche davanti alla ricchezza

Madre di tutti tra sogni e speranze

grande vetrina ammirata da tanti

Vedi soldato, forza e coraggio!

Guarda il mare tra le alte montagne

continua a lottare senza mai dimenticare.



QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE

Di Alessandro Porri


Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,

come panni stesi al tempo ormai sgualciti,

come il soffio che danzanti li ha asciugati,

come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.


Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,

come otto infinito di pensieri senza uscite,

come lotte uterine tra nevrosi mal celate

e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.


Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,

presuntuosi per dogma vendevamo la faccia

ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,

della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.


Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo

o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.

L’essere mortale troppo spesso è perverso,

tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.



VITA

Di Alessandro Dall’Oglio

Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,

ora che hai lo sguardo smarrito,

come quello di chi ha perso ogni ideale,

di storie senza pietà né giustizia.

Volevi far impallidire tutti i mille colori,

fra mascherine bianche assolute.

Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,

come fenice dalle troppe ceneri.



Valore al merito

Di Riccardo Mazzamuto


Guerrieri senza armi

donano speranza vita,

ti accompagnano ti difendono

da un nemico invisibile…

in quel campo di battaglia

dove sei nato e cresciuto,

noi, noi medici senza gloria

senza uniforme, senza niente...



CORONATI DI SPERANZA

Di Roberto Lasco


Nell’etere elegante

si libra una corona di speranza. Momenti di delirio

si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto

del trionfo provvidenziale

di una fede atavica e pura

che soccorre fra le stelle

uomini solidali

nel coronare un sogno, richiamante la realtà,

per condurla tra gioie

apparenti e scomparse

nel vuoto del nulla.



SONO LORO

Di Daniela Moreschini


Grave silenzio aleggia nell’aria,

passi leggeri  girano intorno

al bianco letto immacolato

e senso di impotenza che invade

Bianche figure si affannano

per fermare la nera nube che scende,

corpi stremati che lottano,

sudore misto a  lacrime

che lentamente scendono

ad accompagnare

quell’ultimo alito di vita

Sono Loro… gli unici testimoni

nell’atto finale della tragedia.  



ARIA INFETTA

Di Renato Fedi


In questo silenzio

che si mangia i pensieri

non ho un chiodo da appiccare

per dare un senso al quadro della vita.


Non si beve nulla

succhiando aria infetta,

a difesa una borsa di speranza

ch’adesso è piena solo d’apprensione.


S’era a prendere

restituendo la miseria

un vivere con scatti fuori d'asse

quasi un correre privato dei traguardi.

Ci sarà del nuovo

nel rivestirsi al mattino

dopo l'andare a vuoto delle ore

ci ritroveremo figli, padri, umani veri.



MAI COME ORA

Di Sante Serra


È giunto il tempo del silenzio

cimiteriale e misterioso,

della paura fuori dalla porta,

del pane fatto in casa

annidati fra le mura, odiamo

da lontano sirene d’ambulanza

mentre la TV sciorina la sterile conta

di chi ce l’ha fatta e di chi non.


Mai come ora,

il tempo resta fuori casa,

dalle finestre sprazzi di luce

irraggiano i cortili, e le notti

che non sono più le stesse

sognano un abbraccio vero

ora interdetto senza colpa alcuna.


Ci accomuna l’essere persone

uguali al cospetto dell’oscuro,

che alzano gli occhi del coraggio

con o senza mascherina, isolati

nel desiderio di vincere la paura,

destarsi all’alba d’un mondo migliore

stringersi la mano con nostalgia,

riprenderci a pieno la vita

e lasciarci accarezzare dal sole.


Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Bergamo e Brescia

ECHI LONTANI

Di Simonetta Papini


Dove la vita è un eco che si perde

e l’amore è alito di Dio

dammi la mano e accompagna la mia stanchezza

a un angolo di muro

per non ascoltare lo schianto del vento

e la pioggia violenta che batte il mio tormento.

Germogli di dolore accompagnano le ore,

il mio silenzio è ciotola di brina.


QUANDO SARÀ RICORDO

Di Maria Grazia Calí


Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci scopriremo a danzare

sulle ali del vento, nel fluire scarlatto

che ci batte in petto e traspirare

come  nuvole al sole d'inverno,

lacrime d'allegrezza sulla nostra pelle

Brividi caldi e un nuovo sogno

da colorare d'indorate stille

Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci riscopriremo affiancati

a mirare la luna, sotto un cielo

aperto, adornato di stelle

Vendemmieremo ancora

quanto  ci offre il fato, come nelle vigne

l'uva già matura, briosa...

E sarà buon vino d'annata

per brindare, mentre valichiamo

con sorrisi d'osanna, ai nuovi domani.


ER CORONAVIRUS

Di Paola Durantini


Tutt’Italia se stoppa e s’arabbatta

pe’ commàtte er virus che ci’abbàtte !


Da quanno che er Corona cià corpito

(e già se sa da dove ch’è partito),

so’ morte propio  un fracco de perzone

e tante artre stanno a pennolone…


Mo’ pare che puro dall’Oriente,

che pe’ primo cià avuto tanti morti,

ce schifino… e come fosse gnénte

ce chiudeno li scali e li rapporti.


Er monno intero subbito all’istante

ce  vorebbe bandì pe’ li timori…

“so’ sconsijati  li viaggi e le vacanze”…

pare che semo noi l’unichi untori…


Tutt’er ggiorno dar televisore

nun senti che de morte e de terore;

so proibbiti l’abbracci e li rapporti…

però lasciamo aperti scali e porti!


LA POESIA

Di Michele Prenna


Salva e guarisce poesia

parole e silenzi per il cuore

quando annega il dolore

coi fiori d'altra serena stagione.

La casa dove rinchiude il malanno

trasforma in mare e montagne

in boschi e giardini d'amore

per baci e scambievole abbraccio.

Suonano apocalittici allarmi

in un paese prostrato

da inarrestabili morti.

Sole di primavera nel cielo

promette che saranno gli ultimi

e i versi conquisteranno l'aperto.


HO CHIESTO

Di Paola Galligani


Ho chiesto a un albero

perchè stava aiutando

Mi ha risposto:

per ossigenare il Mondo.

Ho chiesto a un fiore

perché stava vivendo:

Mi ha risposto:

per aiutare le api a fare il miele dorato

e per regalare i colori agli occhi

e agli innamorati.

Ho chiesto a un uomo

perché stava sopravvivendo

Mi ha risposto:

per aiutare gli altri

a essere migliori

ed essere felici.

La gioia della Vita

è la gioia

di aiutare

attraverso un unico filo d'Amore.


UN NUOVO CASTELLO

Di Lucia Lo Bianco


Quando ripenso al mio mare

disteso blu a toccare il cielo,

rivedo il mio cammino

e i solchi sulla sabbia

e allora so che alla fine

aspetteranno i sogni limpidi

costruiti tra le onde,

aspetteranno i nostri sguardi

che si sfiorano nel vento,

aspetteranno e voleranno

le parole di un senso tutto nuovo.

Masticheremo aria pulita

tra le genti spaurite

sotto il sole caldo che guarisce,

corpo e mente rivivranno

dentro stagioni nuove

reinventate, storie e magia

racconteremo ai nostri bimbi

in un castello che vive sulla sabbia.  


GLI ANGELI BUONI

Di Sebastiano Impalà


Navigo senza sosta

percorrendo questo mare

di silenzi assurdi

nei giorni tristi della morte

disegnata sui volti scavati della gente.

Il mondo appare attonito

da notizie mai sentite,

da pandemie incomprensibili

e rimane fermo,

come lago ghiacciato

dove non spira vento

e le mani s’innalzano nel cielo

in cerca di salvezza.

Ma gli angeli ci osservano dall’alto

con ali forti ed occhi luccicanti,

scacciando con fermezza

quel fetido miasma che ci ammazza.


QUELLA PIETRA

Di Paola Alessandra Magliani


Di quella pietra solo il ricordo

E un lungo plauso nel pianto

Da lontano

Come figli della stessa madre

Che il caso ha interrotto...

Vacilla quello in cui credo

Su quella pietra tanti fiori

E il silenzio si fa canto

Per vincere la paura

Per ovviare la follia

Per ricordare la felicita'

Con quella pietra

Ti vorrei dire che staremo attenti

E il giorno più triste

Di un paese gia'deserto

Che piange i figli

E chiede aiuto...


INVETTIVA AL CORONAVIRUS

Di Maria Mariscano


Non venirci a prendere, fetente coronavirus,

noi vorremmo restare.

Al mattino vorremmo riaprire i nostri occhi,

in questo mondo, che un giorno dovremo lasciare,

però non ora, ma ognuno alla sua ora.

Il tempo non è nostro, ma nemmeno tuo.

Noi vogliamo andare secondo il tempo di Dio

Il tuo tempo è dannato,

brucia l'umanità,

Vai via subito da qua,

sia che tu sia nordista, sudista o mondiale,

figlio della rivolta della natura

o sbaglio chimico,

tu sei  quei

e ancora non te ne vai.

Garibaldi fece l'unità d'Italia,

tu hai fatto l'unità mondiale.

Ti insinui negli organismi

e parecchi li conduci alla morte.

Abbiamo capito la tua lezione

di non sopraffazione.

ma anche tu non sopraffare noi.

Sparisci nel nulla,

come dal nulla sei arrivato.

Rimani pure come mistero,

nei nostri studi, nelle nostre enciclopedie,

ma non farci più del male.

Hai mietuto più vittime tu

che la seconda guerra mondiale,

facci uscire dalle " trincee "

facci riabbracciare nuovamente,

è un'esigenza umana e anche animale.

La natura non sia leopardiana,

ma ci dia una mano

con il caldo o con i suoi misteri.

Vade retro, Lucifero fetente,

che il tuo coronavirus nessuno

lo gradisce.


LA NATURA SA

Di Lolita Rinforzi


Sono ammaliata dalle meraviglie del creato

le rispetto.

Un tripudio di colori

di profumi

di suoni

un’infinità di specie

di abitudini

di comportamenti.

La nostra vita e l’evoluzione

dipendono dall’equilibrio della flora e della fauna.

Ma nello sviluppo e nel progresso

abbiamo dimenticato ogni forma di rispetto

dando per scontato tutto ciò che ci circonda.

Imminenti saranno le vacanze sulla luna

vantiamo primati in tecnologia

gli incontri si programmano

scegliendo tra soggetti identificati con un codice

o alla peggio si consultano siti per un amore solitario.

La Natura

sa da tempo tutto questo

più volte ha cercato di darci avvertimenti

ma la nostra mente

incanalata in binari sequenziali

non hai mai dedicato tempo a certe riflessioni.

Inoltre tutto ruota intorno ad un profitto

sarebbe sprecato fermarsi o rallentare.

Adesso non è più una scelta

ma questione di sopravvivenza.

Chiusi in casa

sentiamo il bisogno di socializzare

di baci

di abbracci

di parole di conforto.

Preghiamo per uscire indenni dal diluvio

avendo compreso che non avremo un’altra opzione

e la Terra in cui viviamo è l’unica arca a disposizione.


RIVELAZIONI

Di Maria Teresa Infante


Arriveranno

i giorni del coraggio

ad ammorbare carsiche adunanze

già distanziate per decreti a oltranza


arriveranno

noi saremo pronti

spossati d’anse, disperati, scalzi

in dinastie di stitiche anarchie

dove i polmoni bussano alle falde


arriveranno

tra le confluenze

del già passato

dove tutto è stato

a dir che il male non fu mai per caso


saremo

il giogo che dirige i buoi

le congiunture delle stonature

arcobaleni punti di sutura

conchiglie astrali gusci di speranze.


IL VENTO SOFFIA VELOCE

Di Antonella Bertoli


Il vento soffia veloce

Furioso

Impetuoso

Misterioso

sopra le miserie di questa specie

che si è divisa in ricchi e potenti

lasciando a terra

raminghi, poveri e perdenti.

Ma il nemico che ci ha raggiunto

non guarda in faccia le persone

colpisce ovunque, peccatore o giusto.

Ma troppo spesso sono i soliti a rimetterci.

Non più nelle case i nostri nonni riposano

ma rendendo l'anima, soffocando muoiono.

Enormi serbatoi d'amore

quelle case son diventate bare senza cuore

e non possiamo nemmeno manifestar loro

il nostro dolore.

Siamo tutti a rischio,

povere anime disperse

senza più sapere dove andare

o chi pregare.

Gli unici dei sono rimasti i medici

e in loro confidiamo

perché  ci aiutino a non disperderci.

Forse l'abbiamo meritato

tutti noi che il pianeta continuiamo ad inquinare.

Che la lezione ci sia di monito:

chi si salverà

dia inizio a un nuovo modo di vivere e di amare.


VIRUS CORONA

Di Cesare Lorefice


Cosmo siam

Non conosciamo

Il finito danno

Sfidando l’immensità.


Ma intanto

Il virus corona

Con l’infinito

L’imminente spiazza.


L’uomo scala il fiore

…Piegando

L’uomo scala le stelle

…Alzando

L’uomo scala l’Immenso

…Inginocchiando.


Non pesta il fiore

Non stride a stelle

Ama e riposa

Sul pensiero.


Uno sguardo un silenzio

Tessitura di anime

Tessitura di cielo

Torneremo a riveder

Brillare il sole


CAROGNA-VIRUS

Di Brunello Gentile

Quand’ero bambino c’erra la guerra,

a me piaceva giocare sui prati,

ma mi dicevano di rimanere nel rifugio

perché all’aperto bombardavano.


Quand’ero ragazzo avrei voluto

correre su e giù per i prati,

ma mi dicevano di stare in camera

par studiare e crearmi un avvenire.


Quand’erro diventato un uomo

sognavo di perdermi per il mondo,

ma mi dicevano di stare nella fabbrica

perché tutti dovevano lavorare.


Quando mi sono sposato una bella ragazza

pensavo di potermi divertire,

ma non ho potuto muovermi

per crescere i miei figli.  


Allora ho chiesto a un erudito

quando sarebbe toccato anche a me vivere,

mi sono sentito rispondere:

da vecchio, quando sarai in pensione.


Adesso ho ottant’anni e sono in pensione,

mi piacerebbe sgranchirmi un po’,

ma mi hanno imposto di chiudermi in casa

parchè c’è il carogna-virus.


E’ arrivato dalla Cina, mi hanno detto,

da una vita si parla di pericolo giallo,

possibile che anche gente in fondo al mondo

debba condizionare il mio tempo?


Sono qui da solo e non so casa fare,

se mi muovo mi sequestrano,

se mi spavento rischio un infarto,

nemmeno un funerale se dovessi morire.


Quando arriverò in paradiso ho già capito

che San Pietro mi guarderà negli occhi

e mi imporrà di starmene in eterno

in una stanzetta di due metri e venti.


CORONA DI SANGUE CORONA DI SPINE

Di Dionisio Schiavone


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


Lo chiamano virus

una sequenza di geni

dalle misure infinitesimali

un organismo quasi vitale

che non ha in sé

le strutture per vivere

una catena di geni

raccolta in un sacco

che sta in se stessa

senza alcuna sicurezza

di poterci essere ancora.

A meno che non trovi

un ospite che l’aiuti.

Ci hai pensato tu

uomo straripante

grande e grosso

ti sei dato in pasto al virus

nella tua smodata certezza

che una bomboletta di DDT

potesse liberartene

a tuo piacimento.


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


CORSIA 2020

Di Fulvio Barion


La corsia illuminata dell’ospedale,

il sudore ti avvolge e il respiro ti manca

mentre cammini tra quei letti

dove la sofferenza ti sfianca.

Cammini, Barbara, e intorno a te

riversi il tuo amore.

Vorresti fuggire

per non veder più soffrire

quella povera gente che vicina ti sente.

Il  tuo grande cuore

dona un sorriso a chi, solo,

in quella corsia sente la vita fuggire via.

Piccola  Barbara, nel reparto

di quell’ospedale, ormai tua casa,

la fatica ti piega

ma il cuore t’infonde la forza

e del tuo sacrificio ti ripaga.

Mentre passan le ore una lacrima scende,

pensi alle bimbe, all’affetto che  a casa ti attende.  

Poi un raggio di sole illumina il cielo,

e come d’incanto,

una carezza al malato cancella il tuo pianto.


IL GIGANTE D’ARGILLA - AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Di Nuccia Venuto


Non rema sogni, il gigante d’argilla.

E’ solo senza un orizzonte

senza scrutare un volo d’uccelli

a dipanare oscure profezie

in questa sospensione di tempo

che langue brividi di vento.

Teme ora il mare e teme il cielo,

rabbrividisce nel maleficio di nebbie

che dense avvolgono la mente.

Sussulta a quell’eco ostinata,

agonia della sua sacra terra

vestita a lutto dalla più subdola guerra,

tra l’aura opaca di sudore degli eroi

e il silenzio stupefatto dei vinti.

E’ brandello la memoria d’allodola

che danzava respiri d’alba

profumando sbadigli di gemme

in primavere di tenero pastello.

Affiorano e frantumano emozioni,

rifrangenze cristalline e pungenti

che non scalfiscono il mare,

quel mare ostile quando illude sete

tra assedi d’ombre malevole

che vacillano il gigante d’argilla

se l’oracolo, troppo a lungo, tace.

E’ l’ora, di gridare forte “Terra”,

di forgiare un’arma tagliente

che scintilli fiamme di preghiera

che fenda nebbia, commuova cielo,

squarci orizzonti addolcendo il mare

e stani nuovo vento, quello gentile,

che culla sogni e navigare.

Per non perdersi, spaventato e solo,

in un ultimo affanno di respiro

senza un abbraccio, un ultimo sguardo,

un rito a sigillo d’amore e di perdono.


IL TEMPO DEL MALE

Di Rosanna Beccari


E venne un tempo

in cui il tempo si fermò.

In un momento

sono sfiorite le rose

prima ancora di fiorire

e un’umanità attonita

ha provato la sconfitta,

piegata dalla sua tronfia

e ottusa vanità.

Combattuta e vinta

da un nemico invisibile,

nuovo e misterioso,

la stirpe dell’uomo

ha tremato e temuto

per la sua superba sorte

in un mondo divenuto

di repente estraneo

e senza un perché.


Ma tu forse uomo,

figlio dell’uomo,

conosci le ragioni,

tu sai che non ad un Dio

né ad un cieco caso

è da attribuire la colpa.

Tu ben sai e conosci

i reconditi motivi

di questa pandemia


che ti ha posto in balia

di un male tanto potente

da cambiare la tua vita:

lontani senza abbracci

per paura del contatto,

tutti abbiamo rimpianto

le monotone usanze,

prigionieri nelle nostre case

in mute città spettrali.


Ma mentre la pareggiatrice

inesorabile conta le fosse,

là fuori nuovamente

è tornata la primavera

ed è esplosa dovunque,

ignara dei nostri mali,

in una florida Natura

ancora una volta più forte

e indifferente all’uomo.


Le rose son tornate a fiorire

nel giardino della speranza

insegnando la forza della vita.

Angeli in carne ed ossa

hanno vinto il male infido.

Tutto è andato bene:

è scoppiata la vivida estate

e siam di nuovo padroni

delle nostre esistenze.


Mai abbiamo amato così

tanto il dono della vita,

il calore di un bacio,

di un tenero abbraccio,

il valore delle nullità,

l’importanza di esistere.

Atomi di una comunità,

che si è ritrovata unita,

abbiamo imparato la lezione.


RICORDEREMO

Di Tommaso Caruso


Certo non immaginavi una guerra senza guerra.


Città prive di macerie,

spettrali di giorno con ombre della paura,

illuminate di notte con luci della speranza.


Strade deserte,

dove i tuoi occhi si perdono,

accompagnati dalla cieca solitudine del calpestio,

dove la tua voce si disperde,

abbandonata dall’eco afona nell’infinito.


Silenzio assordante,

che fa più rumore del baccano,

per disorientare identità sempre più sgomente,

che fa più male della confusione

per ingarbugliare parole sempre più disperate.


Sai che comunque tutto questo passerà

ed allora noi vedremo.


Vedremo nuovamente le speranze per le nostre vite,

come rami che rispuntano nei giorni di primavera.


Vedremo ancora le gioie per le nostre anime,

come gemme che riappaiono nei forzieri del cuore.


Vedremo di nuovo le felicità per le nostre emozioni,

come delfini che riemergono nel mare dei sentimenti.


E ricorderemo … …. …  


UN FILO DI FUMO

Di Claudio Carbone


Un filo di fumo

si alza

dalle nostre abitudini

come lascito di brace

nei paesi.

Stupore per i gatti

che non hanno padrone

è questo incedere .

Siamo incredibilmente

“specie “ nello sgomento

ombre corte

in un crepuscolo di fame.


ANCORA UNA VOLTA

Di Arjan Kallço


L' amara primavera

ha versato tutta la sua rabbia

su di te, come se non bastassero

gli scontri senza patti nei giorni scorsi.

La firma posata tempi fa

conserva ancora fresca l'inchiostro,

e tu senza timore la rimetti

dopo ogni battaglia per ora vinta.

Eppure sta sempre là mentre attende,

in minuscole lettere,

una pausa che tu mai l' avresti chiesto

in elemosina.

La vita t'ha inginocchiata,

come per ricordarci la temporaneità nostra in questo mondo, ma tu

nuovamente ti sei rialzata vincitrice,

una vera aquila,

fra i tuoi amici nel Paese delle Aquile.

I duelli si sono fermati

davanti al nostro dolore, in attesa

del momento per noi fortunato,

quando l' equilibrio riprenderà ad averne senso, anche se per poco.

La morte, insensibile e spudorata,

non può accettare il cambio dei suoi programmi fatali,

neanche una piccola revisione,

qualsiasi prezzo essi abbiano.


FINESTRE DI VITA

Di Valentina Rizzo


Carneficina d’addii,

ospedali di speranze

a licenziar il dolore

da un notiziario d’angosce.


Amata Italia ferita,

dipingeremo finestre di vita

sul lutto acerbo del terrore,

avanzi di cielo

guariranno fiori di ghiaccio,

partiture d’un pianto stanco,

furti di una vita ancora sconosciuta.


E ci stringeremo nello stesso battito,

rincaseremo in un futuro d’aurore,

l’anima morderà commossa

lo specchio del passato

ed il tempo tremerà per sempre

dinanzi a questa pagina

che il mondo non arrende.


NOSTALGIA

Di Giorgio Mattei


Il tuo ricordo mi fa compagnia

mi culla in questa nera notte insonne

come le onde del Mediterraneo:

gli scogli e il mare, i fari diroccati

l’ulivo quando brucia sembra incenso.

Così ti penso, sento il tuo respiro

ed è la stessa emozione di un tempo

quando temevo di poterti perdere

avvolto nella nebbia dei pensieri

dal crudele silenzio e dall’assenza

specchio del vuoto che mi porto dentro.

Lo sciabordare del Mediterraneo

lungo la costa di Otranto, scura

e poi ancora il pensiero ritorna

a placare il dolore, la distanza

che ci separa ma non ci allontana:

nostalgia è questa vicinanza

affinità di mente, corpo e cuore

nell’eterno rincorrersi del tempo;

e nella lontananza della notte

ora lo so che sei parte di me.


TUTTO FERMO

Di Antonino Impellizzeri


Enormi vuoti profondi di calme mattine dove albergano respiri soli d’immobili tronchi e di salme sull’asfalto disarmati sospiri

muti e miti ferme tra mura l’alme sopite indugiando incerti idrargiri con speme di non divenire colme di piressia e di catarro inspiri

con palpiti immersi dietro maschere un metro dall’altro umano distanti

e al bianco aggrappati con le viscere

Volte laccate da dita innocenti inermi si affacciano per spandere i loro forti versi resistenti

Tricolori non spenti

andrà tutto bene oltre questa stanza tutto è fermo tranne la speranza.


CHE TI SIA PACE IL DONO DELLA VITA

Di Carlo Onnis


Chi misura la sua ombra col sole

sopporta anche la luce delle stelle

chi sale i gradini del vento

può stare in piedi sul cielo

chi accende un fuoco ai desideri

brucia in petto il suo amore

chi corteggia la solitudine

va compagno della sua ventura

chi ha visto l'erba crescere nella strada non deve confonderla mai col grano:

prati strade giardini nascono

e crescono di luce e ombra

nei campi maestra la natura

depone una brezza sapiente,

sulle radici dolcezza, sempre... così,dunque,puoi essere mortale,

uomo,lo sei stato e lo sarai

nella grazia dei domani

che coglierai sorridendo.Pertanto

sazio entrando in quella sorte

ne verrai fuori con lo sguardo

e riconoscerai i tuoi passi

nel pieno e nel vuoto diffusi

di gioia e dolore ,e tu,

sorprenderai occhi di meraviglia

in tutto quello che hanno

potuto offrirti e quindi

ti lascerai andare tranquillo

nel mistero del silenzio

e un tetto si affermerà nel cuore

mentre la tua anima generosa

a voci darà coro ed eco

nel trasferirti da terra a cielo

coniugando il seme della tua sostanza

per che, dopo, dovrà nascere

nella carità del tuo operato

dentro quests vita

che lascerai più leggero così

della sua bellezza e che

dovrai al mondo restituire, comunque,

inizio e fine del dono ricevuto

non appena maglie più azzurre

Imbriglieranno il tuo essere stato

e tu, maturo ormai come grano a giugno,

mietuto sarai dall’onda grata del sole!


IL SANGUE E LA LACRIMA

Di Mihai Merticaru


Da quando conosci te stesso, hai aspettato all'ombra del desiderio,

aspetti una meraviglia, un momento astrale, un suono

misterioso

che aprirebbe alcune porte a un mondo

inquietante di sogno,

in un regno mai visto, marmoreo,

immerso in una luce invisibile.

aspetti invano.

di giorno in giorno, vedi sempre meglio

come si scatena la bufera di neve agli occhi degli uomini,

come appaiono i volti delle figure con gli aspetti

anguiformi,

come si allarga la giungla di zeri verso

lo sconfinato,

come i mondi si intersecano, rimanendo impigliati, le luci

parallele

e ogni (non)persona parla in una lingua

sconosciuta ad altri,

vedi il sangue e le lacrime del mondo

sono pronte a inondare l'Universo,

che il sole sta diventando più pallido,

sfarfallando sul labbro dell’abisso,

le stelle sono basse

e la paura rimane sempre sveglia ...


TIENIMI QUANDO PARTI

Di Nunzio Buono


Tienimi

nel socchiuso degli occhi, in quel luogo

dove un segreto di baci parla ancora.

Tienimi, tra le pagine del tempo,

tra le pieghe della notte, dalle fessure: dove il giorno

mi sorprende, in un piccolo raggio di luce assomigliare a te.

- tienimi quando parti.

la neve sarà solo una nota bianca

dove potrai scrivere parole, quelle buone

quelle mai dette, quelle

che abbiamo guardato cadere insieme.

Un tempo, dove la neve.

Si raccoglieranno profumi e le rose

saranno le mie stagioni che si donano a te.

Tienimi quando parti

io sarò il tuo viaggio.


I SEGNI DEGLI ANGELI

Di Laura Barone


Un mutante ha invaso le ore,

è uno strano "anticorpo" che attacca

organismi che alterano il sistema.

Un grido d'allarme

è andato a vuoto.

Non ci restano che gli angeli in maschera

con ali che non si arrendono

e occhi spossati.

Lividi sul viso,

sono la nuova Resistenza.

Inspira,

espira,

inspira,

espira

inspira.

Vivi.

Con armature di carta,

si possono  curare mille anime...

ma anche agli angeli

servono preghiere.


ANGELO VERDE

Di Fiorenza Castaldi


Il peccato è mortale, tanto è feroce

contro l’innocente

indifeso, aggredito.

Nero,  il colore dei sorci

livido sangue affiorante

é ancora sangue pulsante.

Respira,  respira all’infinito

angelo!

Verde, il colore delle foreste

bianco, incamiciato, il salvatore.


DISTANZE

Di Alberto Cristini


Non ci sarà’ mai un muro,

una distanza

un velo

a dividere due occhi che si incrociano

che si cercano per un viaggio che duri all’ infinito


CINQUANTA LUNE FA

Di Angioletta Masiero


Marciscono i giorni

senza il conforto di un abbraccio.

Anche le campane tacciono.

Forse è stato cinquanta lune fa

che potevamo uscire,

trovarci con gli amici,

prendere l’aperitivo insieme,

cenare al ristorante…

Cinquanta lune fa è stato,

eppure sembra ieri che ci guardavamo

negli occhi e stavamo vicini.

Ora i sogni si aggrumano sui muri

mentre Covid 19 ha oscurità d’eclisse

e ci risucchia l’aria

con sibili di serpe.

Nei ritmi del silenzio

fluisce un sangue d’attesa.

Ogni giorno i camion dell’esercito

portano via le bare a Lodi,

Bergamo, Milano…

Sembra non aver fine

il numero dei positivi.

In Italia e nel mondo

ogni giorno tuona

la guerra silenziosa.

Crollano vite ogni ora, ogni notte

mentre il cielo è seminato di stelle

e i prati di marzo

sono pieni di violette.

Come marea

il silenzio ci sommerge.


FILO INVISIBILE

Di Barbara Ramazzina


Primavera di risvegli,

vuota di quotidiane voci,

di echi lontani

mentre l'aria si riempie

d'immagini di vita oggi:

il dolore, in silenzio, scorre

superando confini

attraversando il nostro essere

profondamente

da togliere il fiato.

Spauriti e costretti alla distanza

un filo invisibile ci avvicina

e srotolandosi con dolcezza

genera una parola:

amore.


O TUTTI O NESSUNO

Di Arnaldo Pavarin


Arrivato dalla Cina/come non si sa/

da uno strano morbo/

siamo stati contagiati/

vivendo da giorni/come segregati/

senza capire se/ e quando finirà./

Previsti tempi neri,/tempi brutti:/

una sfida che riguarda tutti./

Praticamente all'insaputa/

sian finiti dentro/una cosa brutta./

Con più equilibrio e lucidità/

stiamo riducendo la mobilità./

La salute resti al primo posto/

sempre e comunque, ad ogni costo./

Dalle tante immagini/

si è notata un'Italia/

praticamente blindata:/

la Lombardia al centro/

e Bergamo epicentro./

Di tanti medici e volontari/

uno sforzo imponente/

per far si che viva la nostra gente/

sperando di vedere l'orizzonte./

Quando tutto passerà/

un modo di vivere/diverso ci sarà/:

ne usciremo rinati/

decisamente cambiati./

Imparato in fondo avremo/

che è possibile a questo mondo/

ammalarsi tutti e alla stessa ora./

Scopriremo pure/ l'essenza vera/

d'un fiore che sboccia a primavera/

l'amico vero da quello virtuale/

e la paura non sarà più uguale.

A tutti rimarrà nella memoria/

questa brutta storia.

Prima o poi, se Iddio vorrà,/

questa notte, la più nera passerà./

Nessuno dovrà  restare solo:/

tutti insieme,/riprenderemo il volo.


STRADE DESERTE

Di Brunello Gentile


Da giorni chiusi in casa,

strade deserte,

fra insegne create

per un traffico svanito

nel suo gioco d’imponenza.


Serrande abbassate

su negozi e locali,

un silenzio diffuso

ti porta impressione

d’aver perso la scena.


Temi respiro di aria

che sa di virale, fra

sconosciute trasparenze,

dove manca frastuono

per distinguere vita.


Angoscia di azzurro

In un cielo senza scie,

per scomparsi segnali,

che disegnano rette

lungo viaggi lontani.


Percepisci abbandono

di abitudini umane,

forse mai condivise,

ma che temi disperse,

ritrovandoti solo.


SPIRALE

Di Carla Patergnani


In figure scandite e similari

quasi con inganno,

l'uomo rincorre se stesso.

Acquisire coscienza

è accettare o negare

la lotta dall'esito incerto.

Ritratto d'uomo che va alla disgregazione

ma difficile è accettare la fine

e il moto diventa spirale.

E raggiunto l'abisso più nero

quando tutto è punta di roccia

che strazia e frantuma,

inizia di nuovo l'ascesa

e quando la notte è più nera

e l'alba si fa più vicina,

risorto da ceneri pure,

sciolte al fin le catene,

nuovo ciclo potrà cominciare.


31 MARZO 2020

Di Claudio Pavarin


Due passi oltre il vetro

il cielo é ovunque

a farsi spiare i misteri

di qualche azzurro.

Lo specchio riflette

quel che io non voglio essere.

In silenzio ascolto il silenzio:  

si flette sulla ninnananna di mia madre

e vola tra l'inospitale "chiuso"  di pareti.

La sento forte

come mai prima.


AL TEMPO DEL CORONA VIRUS

Di Diletta Pavanati


Il mio paese è piccolo, poco più di una

Borgata. Ci conosciamo tutti, vita , morte,

miracoli di ognuno. Le porte delle case

sempre aperte. Là il municipio, la piazza,

il bar, il medico, il farmacista,

la chiesa, il cimitero.

Si lavora e si chiacchiera, poco altro.

Alla fiera d’estate si suona, si canta,

si balla. Ci conosciamo tutti,

si sta insieme, si sta in allegria.

Ma oggi no!

Oggi da lontano ci si racconta di morte,

di paure, di affanno. Oggi

nelle nostre case le porte sono chiuse,

le finestre basse guardano la strada

silenziosa. Non passa nessuno,

ci si ritira, si teme il vicino.

L’amico, il parente si guardano con

Sospetto… e se fosse?...

E’ giunta una triste notizia: Ultimo,

il calzolaio, in fondo alla strada,

non è seduto davanti al suo banchetto,

oggi, la finestra è chiusa, ognuno ha

notizie, notizie diverse.

Ma la levatrice Benedetta, che viene

Dall’ospedale porta un’altra notizia:

sono nati un bambino e una bambina,

li hanno chiamati: Primo e Speranza.


VIRUS

Di Dionisio Schiavone


Un virus non ha ragione

di essere molto aggressivo

perché se uccide l’ospite

uccide se stesso

non potendo più contare su nessuno

che lo aiuti a replicarsi.

Un virus, quattro geni in un sacco,

conosce questa banale verità.

Un virus addestrato

alla suola dei cani mordaci

un virus formato in un laboratorio

di guerra non può saperlo.

Ma sia da monito

ai nuovi signori della terra

i grandi padroni di tutte le ricchezze

quando avranno oppresso

tutti i poveri della terra

resteranno da soli sterili a seccare

appesi a un picciolo senza linfa

che non ci sarà più nessuno

ad alimentare il loro inutile grasso

il loro insaziabile ventriglio.


DONNE

Di Enzo Fuso


Resterà qualcosa di noi?

Resterà qualcosa di questo tempo ?

Sopravvissuti saremo

in tutti i sensi

se colpiti dal male

e sapremo tirarci fuori

se immuni

muti testimoni di tragedie

consumate intorno  a noi

Tra cavalieri erranti

in cerca di gloria eterna

e madonne perdute

nell'amore del prossimo

su mani tese

e su occhi che implorano

protese.

Divine creature

nell'orgia del dolore

che tutto comprime

e tutto trasforma

sentiero di morte

immerso nella luce

di un mondo che muore

e che nell'amore

più forte risorge.


IL DRAGO D’ORIENTE

Di Flavia Altieri


Arriva come un tornado,

dalla bocca e dalle fauci

manda un'invisibile veleno.-

Come un mantello

sparge funesta la morte

senza pietà porta il silenzio

fra le genti del mondo

che si tendono  le mani

in un unico girotondo.-

Strade deserte, negozi chiusi

uffici, treni, servizi....

in forzata sosta.-

Il terrore nelle case chiuse

piene di bimbi, nonni, genitori

nessuno esce, nessuno entra...

Il sospetto, la paura

nascosto nell'aria

tiene lontani gli amici, gli affetti.-

E' una guerra sconosciuta

una storia senza trama.-

Come sarà quando finirà?

Non si sa.....

Ci leccheremo le ferite,

chi è rimasto uscirà di casa

e ricominceremo,  forse …

a sorridere al sole!


ALL’ ITALIA CHE SOFFRE

Di Gianna Patrese


In sogno travagliato

ora vivi

Patria Mia

e di speranza

è tuo risveglio agognato.

Dai monti al mare

con fatale falce invisibile

sei martoriata

e sollievo di respiro, lontan appare.

In tuo soccorso,

schiere d’Angeli deposte han le ali,

per indossar bianchi camici ed uniformi,

e, a sera ,

da lacrime e fatica i volti son segnati.

Italia bella,, che d’ogni flagello or piangi,

nell’ora più triste

fiero arde il tuo animo latino

in slancio di sacrificio e generosità,

e, dai balconi in fiore,

con canti e balli

paure sai esorcizzare.

Italia triste, che in gramaglia a Primavera vesti,

per onorare tanti figli persi,

in concento di solidarietà ti stringi,

e,pur il mio verso, anche se mesto,

al coro dei poeti

per Te Italia amata,

in preghiera silenziosa

oggi s’unisce.


MORTE E SPERANZA

Di Franco Rancani


Non restare a piangere sulla mia tomba:

non sono lì, non dormo.

Sono mille venti che soffiano,

sono la scintilla diamante sulla neve

la luce del sole sul grano dorato,

sono la spiaggia d’autunno,

la rugiada sull’erba verde dei prati.

Sono il fruscio di un albero

mosso dal vento, io sono

nel sorriso puro dei bambini,

nel tramonto di ogni giorno.

Sono le stelle che brillano di notte

o l’alba che ti sveglia il mattino.

Non restare a piangere sulla mia tomba.

Non sono lì, non dormo.


COVID 19

Di Gabriella Legnaro


Vento rabbioso, fughi le nubi

e squarci il silenzio.

Lassù lembi di cielo turchino

piangono il sole che non scalda.

Glaciale è l’atmosfera intorno.

Bollettini di guerra

descrivono Ospedali – Accampamento.

Aria di morte invade l’Universo.

Sfilano a passo misurato

i mezzi militari.

Rompono la quiete di strade vuote.

Trasportano feretri

verso mete ignote.

Sofferenza e disperazione

come macigni

colpiscono gli animi e flagellano.

Perchè tanto dolore?

COVID 19 è la risposta.

Subdolo nemico;

colpisce a bruciapelo

in men che non si dica.

Toglie la speranza di passare

ad altra vita con la carezza

di una mano amica.

A consolare, in siffatto strazio,

schiere di medici e aiutanti.

Volontari di ogni sorta

sfidano la loro vita

per salvare la nostra.

Ordunque se il silenzio cala

ad onorar le tante amate salme,

salga alta e forte

la preghiera a ringraziare

chi ci dà speranza.

A chi ci aiuta a tradurre

il dolore in amore

e in gesti quotidiani di solidarietà.


LA VISITA CORONAVIRUS

Di Giovanni Papuzzi


Quando sei arrivato Coronavirus

hai trovato la terra

in difficoltà:

inquinata,  senz’alberi

le mascherine già in uso

per l’ aria irrespirabile.

Fiumi inquinati

terre disseminate

da polveri tossiche.

Una umanità

che ha fatto guerre

fratricide ed altro

ha creato ingiustizie

e povertà per molti

benefici per pochi.

L’egoismo è prevalso.

Coronavirus

il tuo grido ha favorito

il silenzio e la paura dell’ uomo.

Il terrore della morte

ci ha fatti diventare

amici e fratelli.

E’ iniziata la primavera

i fiori dei giardini

profumano l’aria

e le strade desolate.

L’ uomo nascosto.

Gli angeli del soccorso

si sono prodigati per la salvezza

diventando eroi

nel ricordo perenne.

Finirà il castigo.

Saremo in futuro più buoni

Più generosi,  più amici e fratelli

saremo più cittadini

degni di abitare sulla terra madre.

Ci saranno meno ricchi

e meno poveri.

Ci sarà un sussulto di dignità

da veri uomini

di avere rispetto

ed amare

per l’ umanità e per la terra

che da millenni ci ospita

e ci aiuta a vivere.  


MA NOI NON ERAVAMO CON LORO

Di Luciana Bernardinelli


Ospedali senza giorno e senza notte

medici e infermieri sfiancati dalla fatica,

dolore, buio e solitudine

chiedendosi il perché di questo nostro abbandono.

Ci hanno molto amati

e ora privati di tenerezza, affetto

e di un ultimo sguardo d’amore nei loro occhi persi.

Una generazione di persone e non numeri

patrimonio di conoscenza memorie e abbracci

vite intrecciate ad altre vite.

Se ne vanno di nascosto questi nonni

trasportati lontano in colonne funebri su strade deserte

senza i loro cari con un segno della croce e un addio,

e noi impotenti rinchiusi come il mondo in una stanza.

Chissà com’erano i loro pensieri

e quante volte avranno sussurrato la parola mamma

che anche i vecchi invocano.

Avremo rimorsi che ci seguiranno nel tempo

per averli abbandonati al loro destino

in questa guerra dove hanno dato il sacrificio più grande

ma noi non eravamo con Loro.


INGANNEVOLI STAGIONI

Di Laura Viaro


Appese

agli sguardi affranti

le vite di anime mute

assopite nella candida distesa

di ansanti chimici sospiri.


Appese

alle mani stanche

di angeli discesi nell’abisso

rinchiusi nelle crepe di una terra

che ognuno ha calpestato

senza indugio.

Scorrono sbiadite

le oniriche sequenze,

inedite trame

d’ingannevoli stagioni.


Scambi di esistenze

nei matematici accordi

dove tutto si azzera

nelle affrettate vampe.


Ho nascosto il mio amore

nel cassetto,

accanto a fogli strappati

e colorati disegni di bambina,

tra le pause di sfinito dovere,

nel disordine composto

di ogni dove.


Ho lasciato il mio amore

in questo vuoto,

dentro il senso sopito

di ogni cosa,

nel domani che ancora

vi appartiene,

nella tiepida brezza che verrà.


NON POTEVAMO NASCERE IN TEMPI MIGLIORI

Di Luana Biscaro


Tutto è  perduto, tutti ci stiamo perdendo.

TRAVOLTI dai flutti tecno-finanziari, agitati.

Eppure oltre le figure

L'umanità, il cielo, la terra, l'aria, l'acqua, il fuoco, il vento

Gli elementi, la luce, l'uomo

Tutto il mondo si sta trasformando

Per vivere un importante salto oltre la mente.

Un’intima rigenerazione dell'universo e  del destino umano.

Le nostre vite sono come fuscelli  che danzano nel vento

Ora calmo ora tumultuoso, che procede nella tempesta.

La primavera scende nel mondo.


Io guardo attenta l’aprile senza colore fino a quando ci sarai tu, morbo

Come i boccioli  che si negano in attesa dell’ape

Sarà un ronzio a spalancarli

All’occasione della tua fine.


E allora gli uccelli si libreranno, le api voleranno di fiore in fiore

Il sole per miglia  correrà  lontano accecato dalla gioia

Il mattino sveglierà i prati fuori dai recinti

Il tempo trascorrerà è  sarà il nostro alleato e ci aiuterà a guardare senza velocità

Il quotidiano scorrere  del giorno.


Siamo forti aspettiamo che questo male muoia

Restiamo nelle case e tutti insieme aspettiamo  la pasqua del mondo

Il risveglio del bene, il fiorire della vita nuova

In ogni angolo della terra sarà l'esplosione della vita liberata e pura

Luminosità semplice nel silenzio che tutto rinnova e rigenera:  

esplosione della vita e pura felicità della liberazione del male.


LA CITTÀ RESISTE

Di Maria Grazia Franceschetti


Cammina solo il dolore

Per le strade della città

Nel gravitare di surreali silenzi,

tra negozi e palazzi imbalsamati

nel fiato greve della morte.

Solo il grido feroce delle sirene

Squarcia il grido dei viali.

E’ l’indefinibile peste che assedia

Le porte, affolla gli ospedali,

reclama il fiato delle vittime,

onnivoro mostro annidato

tra eroi dai bianchi camici.

Cammina solo il dolore

Nelle piazze, nei cortili, spegne

Azzurri cieli, rosate albe,

rosaviola tramonti.

Ed escono file di bare

Di ignoti giustiziati,

lunghi amari rosari

senza fine.

Ma la città resiste

Affacciata alle finestre,

canta l’ignota gioia del domani,

s’inventa giorni di quella vita

di ieri colma di stupori

e meraviglie, prega

nel terrore della notte,

alza muri di speranza,

respinge e strema

il furore della peste.


SOSPESI

Di Marzia Santella


Palpita il cuore di un mondo sospeso,

palpita nei corridoi dell’ospedale

dove impavidi combattono l’oscuro male

infermieri e dottori piegati dall’immane peso.


Mute conversazioni,

cuori empaticamente si parlano.

quante cose vorrebbero dire

le persone, annientate, tra turpi tubi e mascherine.


Non ci sono figli, amici e parenti.

Non ci sono calde parole a confortare,

solo freddi feretri senza preghiere

che suscitano a tutti struggenti sentimenti.


Una dura prova per il nostro mondo interconnesso

ora silenzioso, da una innaturale immobilità, oppresso.

Un tocco, una dolce carezza, saranno la vera salvezza,

una nuova occasione, e finalmente sul viso, sentire di nuovo la brezza.


ED È TUTTO NEL SILENZIO

Di Nivella Paronetto


Ed è tutto nel silenzio

... anche il cielo

non ha più lacrime

Ritornano

le albe e i tramonti

derubati

degli sguardi sognanti

ora avvolti

in bianchi sudari ...

Ed è tutto silenzio

fuori

ma il rumore della solitudine

sconquassa l’anima ...

Quando sentiremo

il fiore che sboccia

il sorriso di un bimbo

e il bacio dolce sulle labbra

allora

solo allora

il bianco che imprigiona

libererà i colori

e sarà l’arcobaleno

dove si rifugerà il dolore

per ritrovare

la vita


NO EGOISMO, MA UN GRAZIE

Di Romana Bonvento


“Nessuno può impormi di stare in casa”

“Io posso uscire…vivo in uno stato libero”

ecco frasi che sento, frasi che fanno male.

IL Covid-19, non perdona, ti aspetta,

ha bisogno del tuo corpo per vivere,

svilupparsi  e contagiare altre persone.

Tu non lo vuoi capire, tu sei egoista,

non pensi ai tanti medici, infermieri

e operatori sanitari che negli ospedali

assistono, confortano e affiancano

contagiati fino anche al loro ultimo respiro,

dai quali invece, tu e noi dobbiamo star lontano.

Medici ed infermieri lavorano senza tregua,

mettono a rischio la loro vita

e tanti purtroppo sono stati annientati

da questo subdolo, invisibile virus

tu, invece “ non puoi rinunciare alla tua corsa ”.

A tutti piace uscire di casa,

assaporare l’aria fresca

ed il profumo di primavera,

ma in questo momento non si può,

le regole vanno rispettate

e l’egoismo  messo da parte.

Ai tanti operatori sanitari  

che in questi momenti di grande pericolo,

rischiano la vita per aiutare chi soffre

deve andare invece tutta la nostra riconoscenza

ed un grazie di cuore.


AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Maurizia Braga


Arrivò

senza farsi annunciare.

Arrivò

a nostra insaputa

invadendo,invisibile ,

le nostre strade

le nostre case

i nostri ospedali

il nostro corpo !

Noi

abituati al tutto e subito.

Noi

sorretti dalla illusione

di trovare  comunque

soluzioni.

Noi

lontani dall'altro

ma vicinissimi

per scelte comuni

non sempre adeguate.

Noi

superficiali

ospiti della Terra .

Noi

impreparati di

fronte all'incerto,

vulnerabili e stolti

manichini in preda alla paura .

Noi

diseducati

ai richiami del cuore ...

Ora

il tam tam della morte

scandisce  il tempo

ed evidenzia la nostra fragilità .

Ora

l'incapacità di affrontare l'ignoto

per non averlo  ritenuto possibile

evidenzia i limiti

frutto di ignoranza e presunzione .

Ora

quel Cuore che

tanti hanno ignorato

risorge e vuole rivivere

imponendo la sua ragione di esistere

in quegli uomini e donne

che lo hanno protetto ,

coccolato ,nutrito in silenzio !

Ora

la Sua resurrezione ,

nei luoghi di sofferenza

è Vita per l'altro ..

è energia ,sostegno

sorriso ,conforto ...

È il tempo della

ritrovata Umanità ,

è il tempo in cui

anche il Cuore deve

gridare i suoi bisogni

e indicare una strada ...

Un nuovo cammino

che ci porti a riconoscere

quelle parti di noi

sconosciute o

solo dimenticate ..

L'impossibile , ora,

potrà diventare

la unica ,vera ,

reale possibilità di salvezza !


LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE

Di Stefania Schiesaro


Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.

Forse non te ne sei accorto,

ma sono la tua terza guerra mondiale.

Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,

questa volta ho costretto tutti a partecipare.

Questa volta gli eroi sono diversi.

Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte

e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia

ed alla manutenzione degli ospedali.

Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.

Qui si contano i morti ed i contagiati.

Qui si festeggia per i guariti.

Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.

Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,

autotrasportatori e farmacisti.

Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili

e le cose alle quali potete rinunciare.

Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,

la più importante, è la salute

(spero non trascurerete più questo dono).

La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici

ed alla solidarietà tra le persone

(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).

La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,

il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,

l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case

senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,

per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).

La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro

e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).

L'ultima è che rinunciare a certe cose si può

(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,

possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,

possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).

Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno

sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza

… in tutte le loro forme.


IL TEMPO SOSPESO

Di Stefano Caranti


Erano giorni di marzo,

camminavo con Penelope,

“Penny” per gli amici,

il nostro cane,

scodinzolando lei fiutava l’aria,

profumi di nuova stagione,

immobile osservava

il tappeto di margherite nel prato,

quella vista mi portava sollievo

alla mia anima inquieta

in una domenica surreale,

Penny non sapeva di noi…

prigionieri in casa,

detenuti da un nemico invisibile.

Immobile ascoltava

con le orecchie tese…

nessun rumore,

solo folate di vento,

forse intuiva che mancava “qualcosa”

a quello che noi chiamiamo “normalità”

o forse abitudine.

Tra strade vuote,

tirava al guinzaglio

come volesse cercare quelle parte

di mondo che adesso non c’era,

davanti a me correva

con la freschezza degli anni

a fianco dei parchi dal profumo di fiori,

negozi chiusi,

silenzio, un’assordante silenzio

e il tempo si faceva sospeso,

la gente non correva più come prima,

la stessa terra l’aveva fermata,

forse un monito all’onnipotenza dell’uomo ?

Era arrivato il tempo di pensare

solo all’istante presente

che d’un tratto diventava prezioso.

come la corsa per salvare una vita.

C’era bisogno di unità,

sostegno, speranza,

responsabilità per onorare

i gesti quotidiani

di decine, centinaia, migliaia

di persone in prima linea

per sconfiggere il male,

e noi con il fiato sospeso

a guardare scorrere numeri,

strateghi della nostra coscienza.

La vita stava sbocciando la fuori,

la gente reclusa trovò nuove armonie,

ispirazioni, parole, coraggio,

trovò perdono, preghiera,

e un nuovo risveglio interiore,

consapevolezza,

e ritrovò anche il pianto,

per dissetare la terra arsa d’umanità.

Giorno dopo giorno

ritrovò condivisione, affetti veri,

mentre la primavera regalava colori

e faceva sbocciare la vita,

la gente imparò a regalare

una parte di sè,  

nuova rinascita del mondo.

Grazie a tutte le persone

che hanno perso la vita,

che hanno rischiato la vita,

che hanno salvato la vita.


RINASCITA

Di Rosetta Menarello


E le parole divennero silenzio.

Le bocche serrate esalarono passione e tenerezza.

“Polvere sei, uomo…

alla polvere tornerai…”

Babele di ordini,

esaltazione di poteri,

ricerca affannosa di verità

sacrificata sugli altari nuove certezze.

Gridò il Pianeta stridendo i denti.

E l’uomo tornò alla casa,

rifugio primordiale: grotta, capanna, castello, grattacielo.

Le madri cercarono i figli.

Li cullarono cantando perdute ninne nanne.

I padri ebbero terrore e chiusero ogni fessura.

L’INVISIBILE era in attesa.

Si acquattò nell’umido tepore della saliva.

S’impadronì dell’alito della vita

e colpì, senza tregua.

“Polvere tornerai…”

Anche le chiese furono vietate.

Forse anche Dio voleva stare solo

aspettando uomini migliori.

Molti divennero Angeli e furono presto nuvole: evocazioni di stragi bestiali.

Ancora una volta l’anima era stata dimenticata,

rinsecchita tra pagine di ricordi.

La storia si ripeteva.

Allora il tempo perse le sue ore,

mutò i suoi giorni.

Andò e tornò molte volte la luna.

Le lacrime divennero maree sugli occhi

e le mani  pregarono perché Dio tornasse.

Lui venne ancora ad accarezzare i figli

e li cullò come una madre.

Mandò la primavera con i suoi doni

e i bambini li riconobbero dai vetri delle finestre ancora serrate.

E fu un grido di gioia a squarciare l’aria.

Fu la sua acuta potenza a uccidere l’INVISIBILE.

Nulla potè più contro l’uomo tornato germoglio,

pianta nuova di un Pianeta rinato.


BUON COMPLEANNO ITALIA

Di Fabio Salvatore Pascale


che mi prendi per mano accompagnandomi negli ospedali tra le ferite della gente.

Buon compleanno Italia che mi parli della forza

e del coraggio di quei camici, legionari della vita

che donano con ardore quel Sì al nostro Tricolore!

Buon compleanno Italia che mi mostri in questo silenzio le palette del coraggio,

per difenderti dall’oltraggio di questo contagio!

Buon compleanno Italia che sorvoli tra le lacrime della gente nell’incertezza dei potenti, nella fede dei credenti,

risplendi raggiante negli abbracci della Patria Unita e splendente.


UN GIOCO

Di Franco Frijio


Lo scorrere

naturale del tempo

che

inesorabile sfugge

come aria

che pur respiriamo...

Vento

pioggia

nuvole tormentose

sembran essere

tutori dell'anima.

Peró  in fondo...

Ma in fondo...

Ma in fondo...

Lo schioccàr delle dita

della mano tua,

ferma

quell' implacabile

moto del tempo

e

sorridi...

sorridi...

sorridi...


TENEBRE

Di Tina Ferreri Tiberio


Un grido implora:

il mio, il tuo.

Affonda l’Umanità

travolta, fugge, fugge

dalla morte

che avvinghia, ghermisce

e avvolge nelle sue spire

la paura, la rabbia, il dolore.


Pandemia, Covid –19.

L’esistenza si scopre sospesa

nella quotidianità

di occhi stralunati

e pensieri contorti.

Freddo nell’aria

e freddo nel cuore.


L’ Umanità pensosa,

disorientata

sente una morsa che stringe

e tu hai paura

di guardare il cielo,

sembra così strano

che le rondini ostinate

continuino a volare, che la luna

occhieggi con Venere, che il sole

continui a tingere

di multicolori il cielo.


Ed io nell’infinito

mondo della natura cerco:

l’aria che si muove,

le piccole gocce di rugiada,

le formiche che scavano nel terreno,

l’erba inumidita.


Dove sei  Bellezza

sprofondata nel buio

delle tenebre ?


ANGELI TERRENI

Di Antonio Torino


Tutti siamo nella stessa barca

siamo oppressi dalla paura che questo virus

infido, invisibile e traditore

possa annientarci all’istante,

senza alcuna distinzione tra

il giusto e il più crudele dei peccatori!


Ognuno ha bisogno dell’altro…

da soli non si parte… e non si arriva

da nessuna parte!


Chiusi in casa… tutti… per provare a

non contagiarci l’un con l’altro!


Ma… il male dilaga ancora…

ospedali strapieni… che fine faremo?


Appaiono loro: medici, infermieri,

portantini che senza sosta

e solo per qualche quattrino,

restano lì… in prima fila… a soccorrere,

curare, sostenere, e tante volte…

persino ad accompagnare

coloro che da soli e senza unzione…

vanno al creatore… si chiamano operatori,

ma sono “Angeli terreni” mandati dal Signore,

che con immensa vocazione…

e dettati dall’amore per il prossimo…

invoca aiuto in questa situazione!


Chi è in casa si lamenta…

è stanco di non far niente…

ma loro senza un lamento salvano

vite incessantemente!…

non hanno orari per riposare,

annullano la propria vita personale

e spesso si ammalano proprio

lì dove lottano per curare!


Tanti di essi muoiono,

addirittura lontani e senza un

ultimo saluto da un famigliare!


Angeli… angeli speciali…

che spesso sottovalutiamo!

Cos’è l’amore vero, puro tra la gente?

Direi proprio quello di questi angeli della terra

che donano il loro sapere, il loro tempo,

e la loro vita a tutti i bisognosi indistintamente!


COME VUOLE IL CIELO

Di Michele Aprile


Non siamo onnipotenti,

nessun s’offenda.

Tutti uguali,

precari e mortali.

All’unisono colpire,

la grave malattia.

Nord e Sud affratellati,

poveri e ricchi, alleati.

Lontani, ma vicini,

nei recinti senza spine.

Siam davvero,

alfine italiani.

Quel metro... ancora manca,

per la completa aggregazione.

E... due muri da abbattere:

angoscia e pandemia.

E faremo il carosello,

con la bandiera.

Verde, bianco e rosso,

riscoprirci più vicini.

Il tricolore avanza!

Col verde di speranza,

il bianco camice, d’un medico

il rosso, del nostro cuore.

Tutti, mano nella mano,

da Palermo a Milano.

Cantando col cuore,

l’Italia è tanto bella.

Dalle lacrime amare,

del Sindaco di Bari,

per la città “spenta”,

spunteranno fiori.

Ma per cantar vittoria,

ci vuole tempo.

Ci vuole pazienza

e fiducia nella scienza.

Guardo il cielo,

sì, come vuole il cielo.

Ma finché vivremo,

‘sto strazio, non scorderemo.


CONTINUO A CHIEDERMELO

Di Gianluigi Redaelli


Arriva in silenzio

in punta di piedi

senza chiedere permesso

s'insinua come una serpe

in molti di noi...

Vile cerca i più deboli

dove restarci per sempre

o chi più s'impegna

in bianche corsie

nuovo martire eroe...

Ma anche chi è più forte

lo deve subire

con terrore e rabbia

e sperare...

E’ un nuovo veleno

che impesta il pianeta

il suo nome impera

è il Coronavirus 19...

Ma non è arrivato

dal cielo o da Marte

no è un nostro prodotto

di una umanità beota...

Di chi avvelena la natura

e non la sa rispettare

di coloro che non vivono

in armonia con il creato...

Quegli stessi inesorabili

che anche durante il dramma

cercano il profitto

speculano sul dolore...

E c'è pure chi adombra il sospetto

che sia una nuova arma

micidiale e inesorabile

partorita dal cinismo

di chi vive di potere

e che teme di perderlo...

Ma messi di fronte

a questa nuova pestilenza

se poi se ne usciremo

cosa ne trarremo?

Sì, oggi riscopriamo

i valori dell'empatia

del cercare gli altri

cantando dai balconi...

Ma domani?

Troppo spesso l’umanità

non ha saputo apprendere

dalla storia del suo passato

e continua ebete nell’errare


GLI APPLAUSI PER UNA VITA

Di Bruno Centomo


La mia terra promessa, a ben guardarla

è un po' ripetitiva: ci assaliranno indiani

e magi incappati in questo sogno

che fa l'addormentato lettore,

l’attore che recita, in pensoso silenzio,

la parola che non sa scegliersi.

Ed io? Guardingo, ho voce per la luna,

ho titolo per ciascun infinito si prospetti,

ho nome per tutte le soluzioni,

e i sorrisi, e le speranze, i domani.

I cani che scodinzolano, i baci che schioccano,

il tempo che scorre, sì, ma per raccontare

la notte che insegue il giorno senza mai

raggiungerlo, il frastuono impagabile

che fanno sempre i sogni.

Come non dare aggettivi entusiastici

all’esistenza che ci aspetta,

tormentata e avara, magari, ma che sulla pelle

si ferma come una carezza, si apostrofa

come fa l’attimo cui si pensa e già tace.


A PIÈ PARI

Di Fadi Nasr


Papà,

ma da piccolo ti sei fatto male, questo segno di cosa è pregno? ti confido ogni pensiero emale se ricambi senza alcun ritegno

Figliolo,

è la riconoscenza di un dovere codesto segno è solo un pegno di amore e dolore, non temere di dare il meglio, te lo insegno

Papà,

ossia a quanto tempo fa risale, i nonni non ti sono stati vicino? asserraglia ogni sorriso liliale che regali a me se mi avvicino

Figliolo,

è per far sì che possa stringerti e le storie dell’aria a te donare è per far sì che possa effingerti d’olimpicità ogni sonno lunare

Papà,

cioè è l’epilogo di un sacrificio in balia di qualche ieri avverso? se ormai sarà di buon auspicio, che fine lieta quieta all’inverso?

Figliolo,

ogni luce è una poesia del buio una salita è una discesa fiorita il fratello di qualche bello fuio non del tutto è brutto, mia vita

Papà,

a seguirti ancora ora riesco no non è recente, però ancora c’è pur i grafemi col tempo escono fuori dagli scritti senza perché

Figliolo,

esiste, però il sorriso l’indossa ed i segni di ieri sono noi oggi il tempo cavalca alla disdossa memorie che con l’oblio foggi

Papà,

tutto solingo sei stato a lottare corpo a corpo colla mancanza? tutto solo hai potuto rispettare la tua alleanza colla speranza?

Figliolo,

del nemico che vuoi che ti dica: occulto fu, un’esigua polverina lo conquisi grazie ad un’amica pura e di nome fa ‘Mascherina’

Papà,

tasteggio le scie delle sue orme, dal tuo apologo vedo il passato, l’amicizia che è stata d’enorme tributo al nocumento sgrossato

Figliolo,

nella vita non si cresce errando a volte è utile restare a piè pari l’abile bruco le ali va serrando dentro attese pria dei voli alari

Papà,

e ‘Mascherina’ non ti serve più?

Figliolo,

mi bastano ‘sti segni, l’aria e tu.


ANDRÀ TUTTO BENE

Di Rossella Parrini


Dove il buio del tunnel chiude il portone

alla luce della speranza immerso nel silenzio

del suo universale dolore, ecco, che giunge il respiro cantato e profumato

di un uccellino lontano anche lui forse smarrito e disorientato che inneggia

fragoroso di cinguettio,

la musica del suo

nuovo risveglio

di un mondo a noi

sconosciuto e diverso,

che la strada giusta ha ritrovato.

Andrà tutto bene perché tutti assieme il buio del tunnel abbiamo lasciato


IN CORSIA ...

Di Simonetta Vacca


DISSENTO!

CON OGNI MUSCOLO DEL MIO CORPO MARTORIATO DALLA STANCHEZZA.

CON IL FEGATO INGROSSATO E I NERVI A PEZZI

CON GLI OCCHI CHE SI RIFIUTANO DI VEDERE ANCORA E ANCORA L'INFERNO QUOTIDIANO.

DISSENTO..

DA TUTTO CIÒ CHE ANNUNCIA MORTE IN MODO ATROCE.

SGUARDI PERSI DIETRO AGLI OBLÒ..

AL DI LÀ DEL QUALE SI INTRAVEDE UN MARE TEMPESTOSO

ANELLO CHE CONGIUNGE CHI: A CASA NON PUÒ TENDERE UNA MANO PER UN ULTIMO ADDIO,

A CHI CON LA SPERANZA NEGLI OCCHI MI CONSEGNA UN ULTIMO SORRISO.

IL PENSIERO A VOLTE È SMARRITO

C'È UNA FORZA IN ME COME MAI PRIMA D'ORA

È LA VITA CHE PREVALE SU OGNI COSA.

ECCO!

È IL MIO RIFIUTO PER TUTTO QUESTO MALE.

È  TUTTO QUESTO CHE MI HA RESO UN IMMORTALE.

UN GRAZIE DAL PIÙ PROFONDO DEL CUORE.


COVID-19

Di Antonino D’accorso Li Destri


Isolamento forzato

cordone sanitario

contro un nemico invisibile;

la solitudine è compagna

della notte.

Quaresima di passione

quarantena di preghiera,

il balsamo dell’anima,

lenisce le ferite

e rimargina il distacco,

un’occasione per stare vicino

a Dio e agli uomini

con il cuore e il pensiero.

Ritroveremo la nostra Primavera

ritorneremo a sognare

ad ammirare le stelle

in questo cielo senza Sole.

Riscopriremo il valore

della libertà, dell’amicizia

e della solidarietà.

Questi momenti difficili

mettono a dura prova

le nostre granitiche abitudini.

I nostri sogni

I nostri progetti

sono andati in fumo.

Dalla cenere della devastazione,

come la Fenice, risorgeremo,

determinati e più forti di prima.


SPUNTANO TIMIDE GEMME

Di Fabio Salvatore Pascale


Spuntano timide gemme

Spuntano timide gemme

da un ciliegio nella

solitaria quiete.

L'aria intorno brulica

d'un cinguettio primaverile

che rimbalza sulle corde

della vita.

La selva trema al soffio

del vento,

in questo rapire

senza confine.

Penso alle anime

avvolte nel sudario,

incenerite dal terribile

silenzio.

La natura s'abbella

nel profumo della pazzia;

io aspetto questo crepuscolo

chiamato Poesia.


SCAMPOLI DI UN NUOVO FUTURO

Di Daniela Zarriello


E pensavamo

di essere sani in un mondo malato

invece eravamo malati.

E non ci siamo fermati

di fronte alle ferite inferte al nostro pianeta,

ai fratelli più deboli, ai popoli sfruttati.

E ora dobbiamo cercare

la cura che ci salvi dal nemico globale

raccogliendo scampoli di un nuovo futuro,

tessendo insieme una nuova esistenza.

E la vita non sarà più come prima

ma meravigliosa sboccerà fiorendo

nel crepuscolo di questa pandemia.

E passerà, passerà

questo tempo senza tempo

dopo averci insegnato

nuovi linguaggi e nuove priorità.

E passeranno i cieli insieme alle nazioni

ma l’amore no,

più forte della morte mai passerà.


FERMATE IL TEMPO

Di Simonetta Papini


Non seguo più l’ordine delle lancette

Oggi, non posso incrociare sguardi che cercano risposte

perché non ho maschere per i miei occhi.

Nessuna parola di conforto

perché non ho più voce,

chiusa dal nodo che soffoca il pianto.

Vorrei un interruttore per spegnere il tempo

e dare respiro al cuore,

mentre il buio avvolge vite

e braccia tese ricadono sconfitte.

Non c’è mano che possa sorreggere l’ultimo battito

che assordante risuona nelle orecchie

come il rintocco di un attimo

che si allontana

Fermati tempo e dammi respiro

ho bisogno di battere pugni sul cuore per rianimarlo,

per ritornare ad essere guerriera

nella terra delle possibilità

dove altre braccia tese

attendono di essere sollevate

per tornare a vivere


QUARANTENA

Di Alvaro Proserpio


Questa lè la storia cari i mè fiöö

De la guera növa del dì d’incöö

‘na malatia strana propi tant scura

Cativa, razenta e senza ‘na cura

L’è rivada fina chi d’an paes luntan

A ruvinach la vita cunt sto trantran

L’è rivada inscì de travers tra i rich

E l’a ma cunsciaa cumè ‘na pel de fich

Sem chi presunee dent in di cà

Senza pudè möves senza caminà

Ghem el “coprifuoco” cunt i militar

Sem tucc ai arresti dumiciliar

Ma qui che sta pesc chi sé malaa

J è tucc regundüü in di uspedaa

Urmai impiendüü in tucc i bööcc

E anca ai dutur ghe se sara i ööcc

Se sà pu cusè fà se gà pagura

Ma tegnum dur lè la nosa natura

Anca se a Derf j me ciama pancott

Sta völta ghem de reagi in quatru e quatrott

Stem chi amò in cà cunt i nos gent

‘na scapadina feu de cà dent per dent

Vedarem che pian pian paserà anca questa

E se trüvarem tucc a fa ‘na gran festa


COVID-19

Di Evelina Lunardi


E d'improvviso

anche la paura.

Una schiera di camici bianchi

combatte un nemico crudele,

mentre il ronzio dei respiratori

spezza il silenzio.

Il paesaggio è irreale:

affollati gli ospedali

deserte le vie, le piazze,

vuoti gli esercizi.

Un gelido soffio

avvolge

silenti simboli d'arte.

Manca

la tenerezza di un abbraccio

il calore di una stretta di mano.

Vorrei

che l'arcobaleno

segnasse

un nuovo giorno

e la paura...

un cumulo di cenere.


TEMPI DIFFICILI

Di Aldo Marchetto


Che momento!

Una cappa limpida,

azzurra, il cielo;

il clima,

una giornata mite,

mentre il sole

piomba

sui tetti, sulle fronde,

sulle poche anime

che si avventurano

per le strade

a far la spesa,

il rifornimento medicine,

o altre necessità;

e sulla strada

la voce

di un figlio,

da giorni

difficilmente

avvicinabile,

che davanti casa

passa a lanciare proclami:

“Non uscite di casa!”.

Si sente sulla pelle

“venti di guerra”

dove le voci care,

le voci amiche

potrebbero non avere

il tempo di scambiarsi

l'ultimo saluto.


AI RESPIRI CORAGGIOSI

Di Giorgio Mazzieri


Lo sventolio di bandiere colora brividi di paura

melodie musicali avvolgono sorprendenti emozioni

le parole svaniscono rinchiuse in maschere di speranza

lentamente le mani si allontanano

si uniscono in preghiera per non arrendersi al calare di una notte silenziosa.


Una fatica forestiera ci sferza come un vento gelido

gli occhi si stringono per calmare rantolii di dolore

una voce flebile cerca parole che non escono

lentamente si abbandona al freddo delle tenebre

la mente vaga alla ricerca di un appiglio.


Le sofferenze vengono accolte da mani instancabili

i monitor velocemente si accendono

le macchine diventano polmoni

nel cuore un vuoto inaspettato, sorrisi avvolti di blu lo riempiono

il tempo è prezioso per regalarlo alla stanchezza.


Occhi madidi si aprono leggermente

nella voce non c’è forza

le mani improvvisamente si alzano

leggere carezze, la tenerezza tanto attesa

il dolore si è arreso al respiro tornato a vivere.


Pianti di gioia alimentano occhi coraggiosi

i respiri si mescolano alle lacrime

gli abbracci scaldano anime affaticate

stelle e luna sono tornate a brillare nella notte

l’oscurità ha lasciato spazio alla luminosità della felicità, grazie.


CAMPANE DI PASQUA

Di Daniela Moreschini


Suonano a festa

le campane di Pasqua

per ricordar al mondo

che Cristo è risorto

Ma il silenzio della notte

mi ha portato con la voce del vento,

il suono di altre campane.

Battevano a morte

insieme al pianto di madri accorate,

figlie distrutte, mariti sfiniti,

isolati da tutti.

Intubati, sofferenti e malati

in quei letti immacolati

da tutti lontani

dove soldati senza corazze,

lottano contro la morte,

sperando che Cristo

non sia morto per sempre.

Per loro è ancora...

Via Crucis!


A GOLA SPIEGATA

Di Elisabetta Sancino


Non abbiamo bisogno di simboli

vogliamo tastare il crudo dei guard rail

nei mattini di tutti i lunedì

vedere la pianura popolarsi di cose mortali

in punta di piedi  camminavamo

a bocca chiusa

ora con la gola spiegata

ora con la clorofilla che sgorga

dalle mani illese degli alberi

a migliaia ce ne sono e nemmeno  lo sapevamo

- a migliaia se ne sono andati

lasciando le bocciofile vuote  -

non cerchiamo un senso

- giocavano a carte e le loro mani

non tremavano ancora

a migliaia con le trecce raccolte

e una bambola tra le braccia -

ora a gola spiegata

con la clorofilla che sgorga

come sangue come un canto

che nessuno ferma


LA FINESTRA SUL GIARDINO

Di Claudio Pavarin


S'infiammano

Grappoli di glicine

E danzano un dondolío :

Altalena

Che forte spingevo                      

a graffiare il cielo


Brivido disabitato

Come aquilone

Dal filo interrotto

Ad inseguire comete


E rimango chiuso

Nello scrigno di questi giorni

Ruggìni di pensieri...

Galleggianti

Nell'immenso dell'anima


PADRE NOSTRO TU STAI NEL CIELO

Di Antonella Bertoli


Padre nostro tu stai nel cielo

e qui si muore senza alcun pietoso velo.

Nessun fiore per i defunti

solo le cure di chi spera che qualcuno la spunti.

Nessun conforto dai parenti

tenuti lontano con preghiere pur ferventi.

Isolati e tremanti

speriamo che il virus ci risparmi

mentre guardiamo i numeri alla tivù

sperando che diminuiscano ogni giorno di più.

Ma dietro il numero c'è una persona

che ahimè muore sempre sola.

Padre nostro dice il Papa,

da solo per le strade,

se preghiamo tutti insieme

non si potrà che fare del bene.

Ma il tempo passa

e i camion con le salme formano catene.

Catene di morti,

catene di salme,

catene pesanti

e i numeri sono sempre più importanti.

È vero che al mondo siamo in tanti

ma di sicuro non credevamo

che la Nera Signora calasse la sua falce scura

senza guardare in faccia la nostra paura.

Padre Nostro perchè stai su nel cielo?

Scendi a vedere ciò che sta succedendo,

l'umanità che dicono hai creato

ad ogni respiro sta cedendo.

Sarà forse giusto

guerre, armi, soldi, fame, stragi, sete, poveri, raminghi, perdenti,

poco solidali

con chi muore

da sempre abbandonato

senza che i potenti

lo sguardo abbiano mai voltato.

Questo è ciò che abbiamo saputo fare.

E neanche tu potrai perdonare.


ERO UN UOMO

Di Dionisio Schiavone


Ero un uomo

che mangiava la frutta

raccolta dai rami

degli alberi amici,

che chinava la bocca

sul ruscello fluente

per prendere l’acqua

fresca e sicura,

che impastava il suo corpo

con il fango

nella terra fiorita

e lasciava un bacio

su ogni farfalla.

Poi vi ho seguiti

nelle case pulite

odorose di volatili aromi

libere della polvere fine

addobbate con fiori dipinti.

Ora un virus

mi chiude in quella casa

e gli aromi diventano veleni

e la polvere diventa virale

e i fiori schiacciati sbiadiscono

e come topo brancolo

tra un letto e un divano

a ricordare che

ero un uomo.


SOLIDARIETÀ

Di Gianna Patrese


Misera è la vita

se la tua scelta

in sterili silenzi di egoismo

desidera

ogni giorno il rifugio.

Con i tuoi demoni

in solitudine

dovrai lottare,

e nell’amaro calice dell’oblio

meschina sorte

affogherà.

Non esitare d’uscir dal guscio

e le tue mani e la tua voce

in Solidarietà

con altre sconosciute unisci

e da triste monodia

in gioiosa polifonia di coro

la tua voce vibrerà.

Le piume di remoti demoni

in gran falò vedrai bruciare

e di Trionfo

sarà il soffio

che la cenere

dissolverà.            


LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE

Di Stefania Schiesaro


Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.

Forse non te ne sei accorto,

ma sono la tua terza guerra mondiale.

Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,

questa volta ho costretto tutti a partecipare.

Questa volta gli eroi sono diversi.

Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte

e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia

ed alla manutenzione degli ospedali.

Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.

Qui si contano i morti ed i contagiati.

Qui si festeggia per i guariti.

Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.

Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,

autotrasportatori e farmacisti.

Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili

e le cose alle quali potete rinunciare.

Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,

la più importante, è la salute

(spero non trascurerete più questo dono).

La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici

ed alla solidarietà tra le persone

(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).

La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,

il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,

l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case

senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,

per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).

La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro

e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).

L'ultima è che rinunciare a certe cose si può

(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,

possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,

possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).

Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno

sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza

… in tutte le loro forme.


PAESE DI NESSUNO

Di Mihai Merticaru


L'ho scoperto con stupore

in me – paese di nessuno - vive

ancora un altro,

uno straniero strano e accigliato,

generoso e malvagio, schietto e perverso,

naturale e miracoloso, ordinario e insolito,

gentile e retrattile.

io gioco con lui il nascondino,

ma non lo prendo mai.

cambia sempre il loro aspetto.

quando penso di non possa sfuggire,

poi mi chiama da un’altro angolo,

con un'altra maschera sul viso.

porta con sé incredibili segreti

strappati dall'eco di milioni di anni

e nessuno lo supera in furbizia e immaginazione.

mi accompagna ovunque, anche nel sonno,

intralciando e strappando i miei sogni.

rimango con la certezza di non essere mai

da solo.

dove sei tu, bellezza della solitudine?


TENDO LA MANO

Di Andrea Adami


Non m’importa

del colore dei muri.

Non m’importa

se il letto è vecchio o nuovo.

Non m’importa

se si tratta di profumo

o di un odore sudicio.

Io tendo la mano.


Non m’importa

del tempo…

se va piano…

se va lento…

Io tento!


Chi se ne frega

dell’età,

se giovane o vecchio.

Io mi ci specchio!


Non m’importa

dei visi tristi

o dei visi sorridenti,

delle lacrime

o di qualsiasi emozione…

compassione…vergogna,

fallimento…vittimismo,

spacconeria…presunzione,

rabbia…collera.

Io tendo la mano!

Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza, Lecco e Varese

A TE

di Sara Galli


Seduta nella mia camera

Imparo la chitarra

Cercando di ricordare

Come si fa a respirare

E intanto mi metto a pensare

Alla lotta che ti attanaglia

Al coraggio che ti giuda

Ogni giorno nella tua battaglia

A te, che mi hai insegnato a camminare

Insegni a respirare agli sconosciuti

Che insieme a te imparano a lottare

Anche nella distanza li aiuti

A te, che di giorno lavori

E di notte preghi

E di notte lavori

E di giorno preghi

Mi hai insegnato anche a sperare

A te

Che non vedo l’ora

Di riabbracciare


DENTRO STANZE, DA SOLA

Di Lucia Zappalá


Nei giorni passati con me

ho elogiato la mia presenza

più di quella di

qualunque  altro individuo

che abbia mai incontrato,

per sopportare le distanze.

Ho abituato lo sguardo

a calma e silenzio

leggendo un libro,

facendo yoga.

Ho fatto conti con paure,

pensieri inquietanti

senza nessuno

che si prendesse cura di me,

all’infuori di me.

Nei giorni nuovi

scenderò in strada,

vedrò risate abbracci

fendere il silenzio.

Farà altresì rumore

lo schiocco di un bacio

o la stretta di mano.

Entrerò in un bistrot

per un drink o un caffè.

Userò aggettivi briosi

per librerie, teatri o musei.

Rivedrò mia Madre

e l’Orizzonte.


CHE COS’È L’AMICIZIA?

Di Nicole e Marcello Celasco


Che cos’è l’amicizia ?

Mille persone ne han parlato

Ma solo uno ci è arrivato

Sembra qualcosa difficile da ottenere

Ma in realtà è facile come riempire un bicchiere

L’amicizia non è soldi averi o possedimenti

Ma la sicurezza di svegliarti la mattina con una persona che ti è vicina

L’amicizia è forza,

L’amicizia è gioco,

L’amicizia è aiuto,

Spero che tu possa trovare un amico

Ne hai bisogno.


RESILIENZA

Di Paolo Delladio


Lascio sull’acqua impronte insanguinate

sulla volta celeste scrivo parole esistenziali

sull’onda del vento rifletto e poi rimbalzo

col fumo rivelo un anello di emozioni

soffici nubi sospendono un pensiero

un lampo illumina il volo di un calabrone

ritrovo la forza nel volo di una piuma

l’eternità nei colori di un arcobaleno

resiliente è chi non muore e si rivede

chi salta indietro con un passo avanti

resilienza è termine de’ ingegno

inizio di uno scritto custodito in uno scrigno.


CERCA..

Di Giuseppe Leonardi


Cerca il vuoto nella donna

Non guardare sol la gonna

Sii presente con affetto

E dimostrale rispetto

Ti presenti con un fiore

Per offrire il tuo cuore

Se nel suo trovi un vuoto

Riempi ciò in ogni modo

Offri onore con rispetto

Ed intendi il suo sofferto

Porta quiete in quel vuoto

Il conforto metti in moto

Fissa bene i suoi occhi

Se sinceri o fan trucchi

Presenta la tua omertà

Con elegante umiltà

Ogni vuoto in un cuore

È delusione di amore

Non pretendere ragione

Stalle vicino in comunione

Guarda gli occhi, senti il cuore

La gonnella non pensare

Mostra fiducia e rispetto

Non pensare solo il letto

Un abbraccio vale tanto

Con sincero di intento

Non tradire la fiducia

Che nel cuore tanto brucia

Non deludere mai un sogno

Che di quello c'è bisogno

Cerca e dona in un cuore

Ciò che chiami, tu " Amore "

Cerca il vuoto nella donna

Per sentirla da Madonna

Offri gioie e non finzione

Per accettarti in convinzione

Cerca...quel vuoto


COME MI SENTO

Di Stefania Vairelli


Come mi sento.

Dove mi sento.

Non lo so.

Sono incerta e confusa.

Mi appare un mondo rimpicciolito in scala

un plastico senza persone.

Luoghi di assenze

Il silenzio assordante del nulla.

E’ come se le radici di un albero

prima certe e sicure

ora si stessero sfilacciando

rendendo insicura la presa dell’albero al terreno. Alcune presenze non sono più costanti

altre sono svanite.

Intorno ai miei occhi un quadro fermo.

Una natura morta.

La mancanza ferisce come una lama

il taglio è sottile e poco profondo

ma sanguina a lungo.

Poi d’improvviso mi sveglio.

La ragione è la sola arma vincente

tampono la ferita, il sangue si arresta.

Dal quadro prendono a muoversi figure compongono scene di vita.

Qualcuno rinasce dalle ceneri della fenice.


COVID 19

Di Enrica Recalcati


Il mio cuore

è arido

come la mia penna

madida di sudore

spento

il fumo alcolico della passione

ogni gesto vibra

desiderio di rivalsa

voglio riprendermi il mondo

desidero con ogni mia fibra

ogni muscolo che in me vive

desidero il possesso delle cose perse.

Trasporto altrove questa primavera senza fiori

voglio rialzarmi

voglio valere

almeno una briciola di pane per un pettirosso affamato. Attendo

il sorriso del filo di lana.

Aspetto

il fiato caldo

libero il demone

prendo la brezza.


PER NOI

Di Paola Mara De Maestri


Per noi uomini

che fino a ieri

ci prendevamo la mano

ed era cosa da sempre

sfiorare il nostro respiro

in coda ai musei

e il tocco della vita

era l’abbraccio dei nonni.

Per noi uomini

ancora alla ricerca

della nostra primavera

per i giorni che verranno

nascondendo il sorrido

sotto una mascherina,

cattureremo lo sguardo

impaurito di chi cammina

sullo stesso lato del marciapiede.

Stampiamo nella nostra mente

rammendiamo il  cuore

perché i nostri figli

e i figli a venire

dovranno di nuovo imparare

sul nostro ricordo

a fidarsi

a stringersi

a sentirsi vivi

nella novella umanità.


QUESTO TEMPO, NON È PIÙ NOSTRO

Di Costantino Posa


Non c'è tempo per i baci sulle labbra.

Non c'è tempo per stringere una mano.

Non c'è tempo per accarezzarsi

e ritrovarsi altrove.

Ora che è sera, aspettiamo il mattino.

Non c'è tempo, anche se è primavera.

Le pareti delle case

sono le nostre vetrine nel mondo.

Non c'è tempo

per sorridere a squarciagola.

Ora che la vita ci ha divisi

possiamo solo guardarci negli occhi.

Fissarci al di sopra di una mascherina

e sorridere dentro.

Non c'è tempo per correre

tra fili d'erba e fiori abbandonati.

Non c'è tempo per ascoltare il vento

e aspettare il via

per riprendere il cammino.

E' tempo di mostrare il petto,

le croci e ringraziare chi per noi

ha preso il nostro posto.


CAPOLINEA

Di Antonio Capolongo


Di certo un punto nero, non previsto

quando il tempo era stretto in un palmo

parole, sguardi flessi in piano calmo,

non esisteva altro che il non visto.

Eppure ha avuto una durata

tanti anni indotti a domandare,

chiamare gente solo per parlare

o riempire, sì, vuoti di una data.

Di colpo mi ha dato smarrimento

viandante nelle pieghe dell’incerto

sentivo sgretolarsi la bellezza

che, tuttavia, restava nell’ebbrezza

di un canto resistente all’inferto

colpo, inerme verso il sentimento.


MOURIR SEUL

Di Marco Perna


Je n'ai pas couru,

je suis resté chez moi.

Je préfère rester seul à la maison,

ne voir personne, ne pas échanger un mot.

C'est dur, je sais,

je n'y suis pas habitué,

mais je vois les gens tomber malades,

je les vois partir, sans pouvoir dire au revoir, … adieu.

Je sens le poids de cette douleur écraser le poids de mes petites renonces,

je me vois impuissant devant les médecins épuisés,

héros d'une guerre jamais déclarée,

jamais prise au sérieux, toujours sous estimée,

même devant les morts, amenés par l'armée,

dans leurs dernier, macabre défilé.

Personne à leur coté,

personne pour les pleurer,

personne qui se questionne sur comment on y est arrivés.

Personne, enfin, qui montre de la pitié.

Mourir seul c'est le châtiment

de la peste du moment

contre l’égoïsme de l’homme actuel

et sa solidarité, seulement, virtuelle.

Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile ed al Personale Sanitario nazionale

MI CHIAMO ITALIA

Di Angela Arbia


Mi chiamo Italia e sono una nazione

sono in ginocchio,sembro in punizione.

Un virus invisibile all’ occhio umano

ha rovinato il mio aspetto ,venuto da lontano.

Coronavirus l’hann battezzato

e anche il mio popolo ha accidentato.

Molti son morti, mi duole il cuore!

Altri sono in casa… nel loro tepore.

La gente che in strada prima si affollava

ora ha paura e le mani si lava.

Si teme il peggio, certo lo so!

Ma sono sicura che ce la farò.

Anche se i vicini mi hann chiuso le porte,

io resisto…ho mille scorte.

Ho fatto del bene al mondo intero

mi sono distinta e questo è vero.

Ho aiutato e accolto chi dal dolore scappava

dato ristoro a chi per vedermi viaggiava.

Perciò mi rivolgo alla terra intera

per dirle che del mio popolo io sono fiera.

Posseggo dei medici che mi fanno onore,

che nel lavoro ci mettono il cuore

e sono sicura che le mie “grandi menti”

faranno presto tutti contenti:

con grande sacrificio e competenza

al virus maligno daran dissolvenza.

Così il mio popolo che mai non demorde

unito  con zelo e sempre  concorde

da nord a sud fedele alla mia bandiera

mi farà rinascere a vita austera.


AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Francesca Calasso


Anime sparute

cogli occhi un po’ stretti

dalla paura  e l’incredulità commiste,

come spettri senza identità

s’anfanano lente e circospette

nelle città morte

e silenziate dalla virulenza che incetta

nell’ etra morbido e odoroso

del  Paese bello.


E, nel crepuscolo  

per le vie deserte

traluce la notturna lampa

e  le finestre chiuse

s’irraggiano di luce -

Chissà al di là delle mura quale amore !


Frattanto,  in lontananza

il batacchio commemora

e  l’Inno echeggia  -

alla schiava di Roma

ne reclama la chioma.


NUMERI SENZA VOLTO

Di Marina Doria


Siamo numeri,

senza nome,

senza volto

con una solitudine

senza lacrime.

Refoli di vento accompagnano

l' ultimo viaggio

in un silenzio

che pare spettrale..

Soli,

soli in una rispettosa lontananza

senza un abbraccio

senza un saluto

senza sapere

dove andremo.

Un giorno,

forse,

canteremo

o ,forse, non avremo

più voce.

Cercheremo risposte

a domande

mai domandate :

saremo ancora noi?

Forse sì

ma con il cuore spezzato

da tanti numeri...

Senza nome, senza volto..


DANZO, DANZI, DANZIAMO

Di Laura Montana Lampo


La mia mente viaggia

Mentre chiudo gli occhi,

la luce è vicina,

ma non abbastanza da poterla vedere

La mia anima è in fiamme,

ma brucia lentamente

e le ore sono quasi terminate

Sono sull’orlo del precipizio,

continuo a ballare con un piede

pronta a volare

sopra il cielo aperto

I miei occhi poi si riaprono,

così scendo e inizio a correre

Non so dove ma vado senza direzione

Là da qualche parte

Forse c’è,

forse ci sei e ci sono


CANTO ALLA VITA

Di Marcello Caccialanza


Angelo silenzioso

Nella difficoltà

Tu appari assai meraviglioso


Angelo suadente

Tu con dedizione

Supporti la salute

Della gente


Figura illuminata

Che fatica la giornata

Lotti e combatti

Stai pur certo

Non ti abbatti


Nel silenzio della sera

Un miracolo lui spera

non sia solo una chimera


angelo sorridente

tu non ti aspetti niente

tutto è cuore

affinché nulla muore


io con la mia

piccolezza

ti ringrazio per la tua

bellezza

bellezza d’intento

che illumina il firmamento


QUESTA LUNGA INNATURALE NOTTE

Di Giuseppina Giudice


Questa lunga innaturale notte invernale,

con le sue paure ,l’angoscia,la sofferenza,

con la morte,la disperazione,il pianto di tanti, finirà!

La luce già filtra dai vetri.

L’aria sa di una insolita primavera,

gli uccelli volano inconsapevoli.

Forse, si chiedono  perché le strade sono quasi deserte ,

perché ogni rumore si è attenuato.

Il loro volo gioioso è speranza di vita per noi,

che li osserviamo dai vetri con i nostri bambini.

Il loro canto ha preso il posto

del vocio dei bambini nelle strade,

delle urla dei ragazzi ,

dei clacson assordanti,

del chiacchiericcio della gente.

Ma il cielo ,a guardarlo meglio ,è già più azzurro,

l’aria è più tiepida,i fiori sbocciano  come sempre…

Il nemico è in ritirata.

La vita è fuori ,

e ci aspetta .

Tra poco saremo lì ad abbracciarci ,

a raccontarci ciò che abbiamo fatto,

pensato  e compreso ,nei giorni dell’attesa.

Ci diremo che è stata dura ,

ma che abbiamo  riscoperto l’amore ,

la tenerezza,la comprensione ,l’altruismo,

che ci siamo sentiti un tutt’uno

da nord a sud ,

da est ad ovest.

Diremo che abbiamo pregato ,pianto ,sofferto

per i fratelli che non ce l’hanno fatta.

Ringrazieremo coloro che  hanno sfidato

il nemico invisibile per noi.

Confesseremo che abbiamo compreso,

consapevolmente il senso della vita ,

del rispetto che merita

e che l’ameremo di più!


COS’È L’AMORE

Di Elvira Giordano


Quante cose di fanno,

si dicono,

si sono dette e fatte

in nome di questo strano sentimento.

Amore usato

come giustificazione,

come scopo,

come desiderio.

Amore per sé stessi,

amore per l’amore.

Questo impulso insito nell’uomo è unico o ha varie forme?

Cos’è veramente l’amore,

questo concetto astratto che fa girare il mondo?

L’amore è la più sottile,

inspiegabile,

contorta forma di altruismo.

È vero solo quando si dona senza aspettare nulla in cambio,

solo quando si onora.

L’amore è rispetto per noi stessi,

per la natura,

per gli animali,

per il prossimo,

per la libertà.

Tutte forme di amore che si fondono all’unisono e

donano speranza per un mondo migliore.


IN PRINCIPIO ERA IL NULLA

Di Valentina Simona Bufano


In principio era il nulla, il tutto

era piccolo così

Camminavo veloce e non vedevo niente

Facevo il mio lavoro e prendevo lo stipendio.

Ma esistevo, io, prima di questo?

Poi, un senso di pressione sul mio petto:

la paura di me prende possesso.

"Lui" è cresciuto; ha ucciso il mio vicino

quello che picchiavo quand'ero ragazzino.

Ho avvisato io la moglie.

Ho sorriso al suo bambino.

Siamo usciti per strada

e l'abbiamo pagata.

Ora stiamo in casa, in casa

mentre là fuori

nascono i frutti e ridono i fiori.

Un mio amico è caduto

ha respirato polvere di strada

sua madre si è ammalata.

Il mio respiro è corto.

Il Signore, dicono, è risorto

e se cerco il cielo con uno sguardo diritto

lo vedo bianco e duro,

gelido come un soffitto.

Sgretolo il biscotto dentro la mia tazza.

Dovrò lavorare anche a Pasqua?

Entro preparato, ricevo due notizie,

sospiro senza fiato.

No, non ero preparato...

Ho ancora sulla lingua sapore di biscotto.

Mi scappa la pipì, quasi me la faccio addosso.

Io che la vita amo

(nel mio cuore arde una fiamma!)

prima chiamo il mio amico

poi chiamo la mia mamma.


PADIGLIONE 18

Di Tiziana Monari


Ed in queste sere lunghe

le vedo le gole chiare nel fiore della notte

i seni vergini, gli occhi d’ombra

la disordinata stagione del dolore


duole la vita

in giorni di vento e di tempesta

dove l’ultimo assedio della rosa tace

ed il soffio della sera accarezza il lento germogliare dell’inverno

i fuochi fatui di notti senza stelle.


Le sento le mani calde dell’insonnia

gli occhi che brillano pieni di pioggia

il rullo dei tamburi della morte

al padiglione diciotto


in queste stanze spoglie dove le illusioni perdono i contorni

dove tutto sta precipitando nell’oblio

dove ci sono sorrisi che non hanno labbra

ed il dolce vizio di postura della morte

ci siede accanto

senza permesso, senza alcuna tregua.


Combatto in prima linea

generale senza fucile e senza stella

adagiandomi nelle piccole malie del cuore

contando  un cielo che ha capovolto la deriva


gli orologi  non hanno più ore

ed è quasi bella la morte nella sciarpa azzurra

che trattiene una carezza sul collo


ed intanto la neve scende sui viali

rossa, come papaveri che accarezzano il vento

in attesa del peso del sole, di un bagliore acceso d’azzurro.


L’ultimo sogno di primavera.


NOTTI BIANCHE

Di Sebastiano Mario Fiori


Notti bianche

in corsia,

senza paura,

per combattere

un virus,

salvare altre vite,

sfidando la morte,

eroi silenziosi.

Notti bianche

in corsia,

nel tempo sospeso,

tra caschi e tubi,

respiri interrotti,

risvegli improvvisi,

sempre di corsa,

eroi silenziosi.

Notti bianche

in corsia,

lontano da casa,

vicino a chi soffre,

combattono la guerra

con tutte le forze,

aspettano l’alba,

eroi silenziosi.


AVRÒ FIATO

Di Cinzia Manetti


Per redimere il silenzio

di notti insonni,

di tenerezza di mani giunte

di  creature malate.

Prostrate

come fiori recisi,

Schiave del dolore.

Prigioniere della solitudine,

di lacrime salate,

di mani legate,

di fragili pareti desolate.

Avrò fiato per oltrepassare

i recinti del pianto,

le malinconie del nostro tempo,

i baratri di dolore.

Pioggia per lavare le ferite,

piedi, mani da slegare,

Medici ed infermieri da ringraziare

Armonia e speranza nel Cuore da svelare.

Avrò voce e nuova Luce,

ed un mondo senza nuvole,

Sorrisi che accarezzano la pelle

senza più maschere.

Avrò Anime e danze,

di mani issate al Cielo a benedire,

in nuove albe e  tramonti,  

e giorni di Vita e Libertà da inventare

Fiori nati ai bordi delle strade,

dove i semi con coraggio

spaccano zolle,

offrendo al cielo dolcezze d'Amore.

Il tuo sorriso di ieri e di oggi

e' la più bella carezza d'Amore.

Grazie a te per avermi insegnato

che incontrare la Vita

e' Abbracciare

tutto questo Amore.


UNA DIVISA

Di Caterina Muccitelli


Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.

Se a volte abbiamo pensato ‘quanta arroganza questo medico!’

non avevamo considerato i decenni di studio e l’abnegazione per il suo lavoro.

Se a volte abbiamo detto ‘questo infermiere sembra capire tutto lui!’

non supponevamo la sua indispensabilità in circostanze estreme.

Se a volte abbiamo inveito contro le forze dell’ordine ‘sembrano dei padri eterni!’

non credevamo di doverli ringraziare per i posti di blocco a nostra tutela.

Abbiamo dato per scontato molte cose nella nostra vita

bypassando dei comportamenti essenziali rimandandoli al dopo.

Per moltissimi non c’è più un dopo.

Ringraziamo quel medico che ha permesso di respirare

quell’infermiere che ha concesso l’ultimo saluto ad una madre

quel poliziotto che ha portato la spesa all’anziano

quell’inserviente che sanifica ogni giorno gli ambienti

quell’operatore ecologico che mantiene la città pulita…

tutti coloro, i servizi essenziali, che continuano a lavorare per garantirci una vita futura.

Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.


TU!

Di Franco Frijio


Quando ci si sente soli

Quando ci si sente inutili

Quando ci si sente incapaci

Quando ci si sente....

Questo

dir  voglio a Te!

Si !

proprio a Te !

Tu

che stai dando potere

a ciò che potere non ha.

Tu

che hai creato ogni cosa

fin

dal più

remoto passato...

Tu che sei

Tu che sai

Tu che hai.

Tu

che per errori del passato

ti sei punito,

ritirato

e hai non più creato...

Ammira

un cielo stellato...

Sei Tu

ad averlo creato.

Il sorriso d'un bambino

ti ringrazia

perché Tu lo tenga

a te vicino.

Non c'è nulla

che in te non va!

paura,

odio,

rancore,

potere non hanno,

perché

Tu  sei

Tu  sai

Tu  hai

Tu  puoi

Tu........


INSEGUENDO LA FELICITÀ

Di Alessandro Amalfitano


Dove trovi giovamento

In un meriggio di isolamento?

Nel profumo delle aiuole

In una bella giornata di sole

Un gatto passa miagolando

Ed un cane abbaia di rimando

Il garrito di un pappagallo

La purezza di quel fiore giallo

Nato da un seme che non hai piantato

Che il munifico vento ti ha regalato

Il vicino ti saluta sorridente

Lo conosci appena ma ora non fa niente

Siete entrambi nella stessa situazione

Inseguendo la felicità affacciati ad un balcone


VIRUS REMIX

Di Alessandro Lanucara


Dice che stavan bene i due vecchietti

ma questa non è mica un’influenza!

e se ne sono andati via a braccetto

senza potergli dire addio PAZIENZA!


I MUSI GIALLI SONO UN’ALTRA COSA!

SI GIOCHI PURE A PORTE SPALANCATE!

e adesso che siam barricati in casa

chi inventa mascherine colorate


chi dagli scranni dell’unionimato

ci tende un dito in similitaliota

chi porta a spasso fiaccole olimpiote


chi porta a casa pacchi a carrellate

chi sfodera un’allegra scampagnata

chi gioca a il dottore è l’ammalato


e quest’è la ballata

dei nuovi contagiati del cordoglio

dell’umana idiozia e del portafoglio


MASCHERINA AZZURRA

Di Elena Maneo


C’è paura dentro di me,

nella gola lucida di febbre

la fitta vergognosa che dissesta

la mia voce

striata come lacrime sul volto.

Ricordo parole dolci

del mio amore, quando

a Natale, mi promise mille abbracci

dal sapore antico.

La solitudine, guardiana che muta

perennemente

nel mio intimo innocente,

che spinge a lottare

per mantenere il respiro

che agita la vita,

nell’oscurità del pozzo che avvolge

la diafana anima guerriera.

E questa mascherina azzurra

copre le rosee parole

impresse nella memoria,

in una ferrea giornata di sole,

con il mondo che indossa

una veste che sconvolge.


A NOI

Di Anna Polin


Siamo stati toccati

ora si cade

uno a uno

ora si muore.

Non temere, è sempre stato così

ora lo puoi vedere.

Lo so, temi quell'attimo

senza alcuna mano

l'ultimo vedere

senza apparente calore.

Ma sei sempre stato solo

nessuno ti segue nel morire

è un varco

è un non sapere.

Io prego che ci svegli ora

quell'ultimo terrore

che sia un chiarore grande

che ci riporta a casa.

Apparteniamo a un unico palpito.

Tu appartieni.

Credevi che marito, figlio,

amante, lavoro,                              

madre, fratello, amico,

fossero altro da te

ma eri sempre tu,

anche quando li hai

visti morire.

Ma stai attento

non è un “tu”

che ha solo  nome e cognome

è il bene di tutti, un unico andare

scanzonato a volte

altre doloroso.

Resta sul crinale.

Non temere, non temere.


AFFACCIATA ALLA FINESTRA

Di Patrizia Pierandrei


Affacciata alla finestra guardo ammutolita

la strada vuota e silenziosa,

solo qualche  raro passante con la mascherina

cammina frettoloso e timoroso,

lasciandomi  un senso nostalgico.

La primavera quest’anno è solitaria,

non ha il movimento di quelle passate,

con i ragazzi che facevano le passeggiate,

per incontrarsi con le amiche a fare chiacchierate.

Quest’anno la città è in silenzio

e ci viene la paura di restare da soli,

nelle nostre case  in isolamento,

soltanto con il lavoro a distanza,

aspettando con la speranza,

di ritornare di nuovo insieme.

Forse presto la rivincita ci sarà

e questo periodo d’angoscia finirà,

potremo allora rivederci

e come sempre abbracciarci.

Il ricordo di questa lunga esperienza

ci serva  a darci una lezione,

per imparare una nuova esistenza,

che ci darà una più vera costanza,

per riflettere meglio che bisogna cambiare,

per un mondo più pulito organizzare.

Conto i giorni del calendario,

per sapere quanto dura la quarantena,

così mi passa un po’ la pena

ed aspetto con trepidazione

la nuova buona notizia della liberazione

dalla stretta via di questa costrizione,

sognando di ritornare alla vita in comunione.


PRESIDIO POETICO

Di Iannarone Marianna


Psicosi dei nostri giorni

che sai d’affanno e d’ipotesi, imponi l’assedio a

questo presidio poetico

come ripiego del giorno buio sulla notte insonne

varcando la zona rossa:

in prima linea la vita

uno scudo umano

che resta nell’ombra – nonostante il rischio costante e la fatica estenuante –

nella battaglia epidemiologica, campo minato di

terrore e angoscia.

Assolvi dal dolore la speranza che nitida possa uscire

da questa trappola.


ASPETTANDO L’ALBA

Di Gherardo Pozzi


Il bacio della sera arrivata

ad abbracciare anime sole

nella piccola stanza del cuore

Il saluto del mattino nuovo

che con fatica sboccia sereno

superando forse un attimo di paura

Paura di non poter ritrovare

gli stessi lampi di gioia

che l’infanzia ci ha donato

La serenita’ che voi regalate a noi

col sudore di una fatica immane

contro un cielo livido che sembra

non ascoltare il battito del cuore

Cuore grande come un aquilone

che vola alto senza il timore

di poter incontrare il sole

Voi lo incontrate e lo abbracciate

donando a tutti noi quel calore

forse dimenticato - temuto

Paura d’amare - gioia dell’amore

Lo stesso enorme che mettete in tutto

il bene che fate aspettando

la nuova alba - i nuovi occhi

che dovrete incrociare

in un lampo eterno di fiducia

Accogliendo l’ eco di domande

Accogliendo l’ eco di baci donati

Voi madri

Voi padri

Voi figli

In un unico abbraccio senza tempo

Gratitudine

Amore

Fratellanza

Nel cielo inazzurrito

Grazie


IL SERENO TORNERÀ

Di Agostina Spagnuolo


Usciremo ancora a farci carezzare

dal sole che mai è impallidito

mentre noi si cadeva nel baratro

che ci trovò impotenti ognuno

nella solitudine del pianto.

Risucchiati nell’ingorgo, improvviso,

ci siamo dimenati per emergere.

Abbiamo misurato il limite,

noi che ci eravamo ritenuti dèi.

Ci siamo scontrati faccia a faccia

col muro della superbia antica.

Abbiamo conosciuto la paura.

E abbiamo maturato una promessa,

quella di realizzare il sogno,

sempre maltrattato, della fratellanza

da coltivare come una rosa a maggio.

E siamo crisalidi sempre pronte

a orizzonti dove poter volare,

e delfini a contorcersi nel mare

come bambini che giocano a chi

salta più in alto. Il sereno tornerà

con la nuova alba, nella foresta

degli equilibri infine ritrovati.


ALLUNGO LA MANO

Di Chiara Marinoni


Allungo la mano

sfiorando  i petali

di un sogno spezzato.

Attendo il vento

per consegnare quel seme

di sorriso, di bacio o di abbraccio

come corolla di un grazie.

Non so quando sarò libera

il velo ricopre il mio dire

il nostro viverci

l’acqua corrente dell’amore

guarda con affanno

questo ultimo viaggio

gli occhi che parlano alle lacrime

di un addio stanco e ferito.

Il muto silenzio pervade

e la preghiera accompagna

il fiore oltre la corrente.

Respiro vivendo dei tuoi baci

senza labbra, solo cuore.


ANGELI SENZ’ALI

Di Stefania Siani


Cosi si fondono

sospiri e lacrime,

negli occhi colmi di paura,

mentre un’altra barella

carica di umano dolore

attraversa i frenetici corridoi.

Barlume timido

di una paventata serenità,

speranza si culla

tra acerbe promesse di vita,

timore imprigionato

dentro bianche mascherine .

E cala la notte

sui corridoi asettici e silenti,

mentre un grido si contrae

per ogni respiro mancato,

sul tempo tiranno,

su ogni vita spezzata

da un nemico invisibile,

da angeli senza ali combattuto.


LA SPERANZA

Di Mauro Lo Sole


Ciao; sono la speranza...

dammi la mano e ci conosceremo;

dammi la mano ci  saluteremo;

dammi la mano ci sfioreremo;

dammi la mano ci accarezzeremo;

dammi la mano ci ameremo;

dammi la mano ci abbracceremo;

dammi la mano cammineremo;

dammi la mano danzeremo;

dammi la mano vivremo...

Sono la speranza,

la voglia di stringere te.


ANGELI

Di Iannotta Alessandra


Dicono che abitate tra le stelle

che giocate a nascondino tra le nuvole.

Io ne ho visti qui in terra.

Sono donne, uomini, come noi.

Hanno luce dentro.

Nei loro occhi brilla la fiamma

di chi Sa.

Quella di chi non Teme,

di chi Ascolta  e Fa.

Angeli in terra

Grazie di esserci.


NEL TUO SGUARDO

Di Massimo Gallazzi


Nel tuo sguardo

si specchiano i miei occhi di paura,

E sento poesia

mentre i tuoi sorridono

sussurrando "andrà tutto bene ".

Nel tuo sguardo

si cela l'angoscia di essere al fronte,

a sparare al nemico,

Armati di scudo da capo a piedi,

persino nelle notti

a vegliare con le lampare,

sul respiro silente

di chi è coperto

da macchine artificiali.

Le bombe mi faranno guarire,

e tu, sorridendo, applaudirai,

per una Vittoria preannunciata

In una calda stretta di mano.

"C'è ancora tempo per andare lontano ".

Nel tuo sguardo,

osservo silente e fiero

un timido eroe di umiltà vestito.

Nel mio sguardo

Vedrai il mio grazie,

distante ma pur sempre vicino.


COVID-DICIAMONO

Di Emilio Bifronte


Vaghi per il mondo col tuo invisibile destriero,

percuoti prima del petto l'autenticità del vero,

pronta a confonder la gente se appestata

o non di meno incazzata per un sentiero non percorso.

Siamo pronti a lottare, a oppugnarti:

se ci minacci, noi staremo a casa a mostrarti superiorità;

se ci separi negli affetti e negli abbracci,

ancor più forte urleremo

cosicché le orecchie traghettino al cuore la nostra unione;

se ci distruggi il presente penseremo al passato,

a ciò che è stato e che riavremo nel futuro conquistato;

se Dio ci avesse voluto abbandonare,

più sigilli avrebbe spezzato,

dando all'apocalisse il via

ma fermata da angeli in camice in corsia;

se il tuo passo invisibile e vigliacco strisciasse fino ai polmoni,

cercheremo di intonare poesie e canzoni di autori del Paese,

del Bel Paese che sto ad abitare,

dello Stivale che è già pronto a schiacciare col suo tacco il virus orientale;

se ci sarà la caccia alle streghe spegneremo le torce

e spezzeremo i forconi con gesti solidali e gentili,

perché per una volta abbiamo ben compreso

che non siamo invincibili, immortali,

non siamo i padroni dell'oggi ma i costruttori del domani.

E se, per caso, tu volessi presentarci la signora morte,

noi scortesemente diremo "aspetta, la scelgo io la mia sorte!"


UN LUNGO INVERNO

Di Lolita Rinforzi


Le ultime sere d’ inverno

sembrano riportarci indietro

in una stagione

che mai abbandonerà i nostri ricordi.

Viviamo nella paura del giorno da trascorrere

e nell’ansia di un domani

avvolto dalle difficoltà del vivere.

Non possiamo uscire.

La nostra vita

somiglia ad un film di fantascienza

racchiusa nelle notizie dei telegiornali.

Si rispecchia

in numeri che non vorremmo più sentire

e in volti segnati dalla fatica e dal dolore.

Ma quando accendo il fuoco nel camino

la mente si distrae

lo sguardo

attratto dalla fiamma viva

inganna la paura.

Il corpo si riscalda

immaginandosi avvolto in un abbraccio.

Il cuore si placa

per dare spazio a un’immancabile speranza…


QUARANTENA, DOMENICA DELLE PALME

Di Fabio Mattiuzzo


Tutte le case

ascoltano ll

Il vento

ne distribuisce il suono

come chi,

con le mani, distribuisce il pane

perché non manchi a nessuno;

un po’ qua,

un po’ là,

poi girando,

nel paese

altrove.


(campane)

In una pausa

le saluta

coi rami la mimosa.


Gli uccellini, come

Bambini,

non smettono di giocare;

non hanno tempo

loro:

devono cantare.

Non lo sanno loro


Di commuoversi


eh…


IL POETA

Di Maria Pizzuoli


Poeta, dal greco poieo

che vuol dire “io creo”.

Poeta è chi crea.

Io non posso creare,

è il vento a mancare

che squarci la nebbia

d’un futuro sfocato.

Io fuggo i pensieri

dentro casa mia.

Ci sentivamo onnipotenti,

urlavamo:”Viva gl’ignoranti”,

ora chiamiamo i sapienti.

Ciò che accade

via non va,

dentro ci resterà.

Eppure in me vedo

soffiare l’energia

che dell’immaginazione è la via

che sogna un futuro migliore.


NEMICO INVISIBILE

Di Giuseppe Leccardi


Il destino è nelle nostre mani

nella coscienza che impone l’osservanza

di leggi, norme, regole e divieti

per la nostra e l’altrui sopravvivenza.


E’ necessaria l’unità d’intenti,

la coesione per vincere la guerra

contro un nemico invisibile, crudele

subdolo ladro di vite e respiro.


Plaudo ai medici, infermieri e volontari

che in prima linea rischiano del loro,

eroi senza medaglie né diplomi,

senza il nome scritto sui giornali

né un vate come Omero che li onori.


A TE, COVID 19

Di Teresa Cacciatore


Non togli l'aria dietro una mascherina:

respiro la vita al primo vagito,

scalda il sorriso degli occhi:

guardano dentro

in un  tesoro nascosto

- nell'acqua il principio della vita.

Non tolgono carezze le mani protette

sfregate senza colpa su mondo impuro

e quand'è che sono fuori dalla soglia

un manto celeste invade

d'un cielo fedele su di noi.


ONORARE L’ISTANTE

Di Nunzia Dimarsico


Celebreremo il giorno

dopo la morte di questo tempo

e leveremo le mani al cielo

per onorare l’istante,

lo faremo come presago di un dono

e con i brividi nella memoria.

Celebreremo quel giorno

con la concretezza nello spazio

e con il silenzio che premerà sulle labbra.

Celebreremo ogni giorno… poi

con la preghiera ripassata nelle albe,

e non lo dimenticheremo questo tempo

e la sua furia terrestre!


COVID 19

Di Mario Berto


Lo sanno i fiori del campo?

Lo sanno gli uccelli dell'aria?

Lo sa la Primavera imminente

dell'uomo appestato e morente?

Del morbo che uccide,

ancora latente?

Dei nostri spiriti fiacchi,

pronti a rimpallarci le colpe?

Il pensiero più cupo,

nella brezza si perde,

e triste viene la sera.

Nel vento a noi giunge

la notte più nera

ed i sogni s'involano in cielo,

magari i più belli,

lasciandoci a terra.

Solo il male

che l'uomo divora

in una stretta di mano tradisce.

Poter parlare, un saluto,

all'amico morente

donare un sorriso,

una carezza, un abbracio

o l'ultimo bacio all'amata

dal morbo tiranno

ogni gesto d'affetto

oggi è bandito.


VIA PERFETTA

Di Alessandro Corsi


Getta le ombre

là dove le trovi,

per non portarle con te

nel tuo cammino

fatto di luce

e di speranze belle.


Le ombre sono sassi,

sono zavorre dure

per qualunque esistenza

che voglia crescere

come un fiore al sole.


Poi, quando le ombre

saranno un mucchio

alle tue spalle,

la tua strada

sarà una via perfetta

senza pozzanghere

a sporcarti i piedi:

a mormorarti pianti,

o altre sofferenze,

che fanno umidore

o palude dei tuoi occhi.


Essere vivi così,

con le ombre alle spalle,

è il sogno più bello

da vivere nei giorni.


RITORNERÀ L’AURORA

Di Pietro Lapiana


Le piazze son deserte,

nelle vie s’ode il silenzio,

fitte tenebre addensate

tra il chiarore della luna

che lentamente si consuma.

Divampa il covid brutale

come d’agosto nel bosco,

un denso fumo alza la bruma,

la morte è tanta e dura,

incombe un’ombra spettrale,

occorre stare in casa

chiuso tra quattro mura.

Prigioniero della fatalità,

la solitudine mi fa compagnia,

timore, angoscia e dolore

creano vuoti e sensi d’inferiorità

che ognor  spezzano l’anima mia.

Il tempo passa silenzioso,

le voci, gli abbracci, i sorrisi

sembrano di lontani anni,

parole taciute e lacrime celate

danno soltanto continui affanni.

Ma sogno ancora un’alba chiara

che gli occhi miei mai videro,

una via luminosa e rara

di bene e di speranza desidero.

La vita perenne cammina,

la notte se ne va poco ancora,

la gente alla luce si avvicina

e presto ritornerà l’aurora.

Sui balconi sventola il tricolore,

vecchi e giovani cantano l’inno,

ai medici e al paese fanno onore

distanti ma virtualmente uniti,

sorridenti e senza alcun tremore.

Come le rondini i giorni saranno,

annunciano la beltà della primavera,

morte e paura invano non passeranno,

tutti scopriremo il senso della vita vera.

Dall’abisso di sicuro usciremo ,

alzeremo lo sguardo al cielo

dove risplende il fulgido sole,

ci stringeremo l’un l’altro al cuore

per ricostruire un mondo migliore.


PREZIOSE STRANEZZE

Di Giulia Baldassarri


L’uomo è una stranezza.

Qualcuno riesce a vederci

Del prezioso

Al punto da porsi in prima linea

Nella battaglia contro l’ignoto

Iniziata a Febbraio d’un anno

Eterno.

Il dialogo fra il suono

Bellico dell’acciaio

Ed i tenaci sospiri

Scalda le gocce di resilienza

Che evaporano in stille di miracoli:

Rinascono migliaia di stranezze.


TULIPANO

Di Alessandro Canfora


Nel fiore del mondo nasci come cristallo d'amore

e nel sogno di rosso campo di brillante mare,

sgorgano essenze e flussi di fiori illuminati

che di estasi della tua nascita dal volto di diamante,

sono rozzi smeraldi d'amore,

nel sogno del tulipano di tuo forte ardore.

Nel blu delle meraviglie nasci imperitura

e come scultura del fondo, negli abissi dei rossi fiori nel mare,

sbocci brillando di profondo amare.

I tuoi occhi delle perle,

accendono vive acque nascoste del tuo cuore

e tuo amore incendiato di gigli fragorosi,

accende immagine di vasti campi cocenti

che si perdono nel ruscello del mare

e nelle acque temerarie vive di fulgente abisso del sole.

Significato nasce tra i tuoi occhi che risorgono

e brilla il mare che parla,

ma nel silenzio scrive parole di intimo lucente,

nel sogno che sgorga di rude colore di tuo animo splendente.

Nel giorno della vita di spessore d'albore,

brillano e nascono fiori focosi di oro d'amore,

figli del tuo animo pieno di gioia e fulgore.

Sei  nata come smeraldo che danza

e nel ballo e nel sogno cubano,

nella rossa terra scolpisci parole

che splendenti solcano mondi del cuore.

Rossa rosa del tuo splendore, parla degli albori

e nel segno e nella linea d'oro nasci oggi brillante,

nelle terre e negli animi cocenti

che son rare perle dei tuoi occhi ardenti ed essenti.


LE VOCI DELL’AMORE

Di Elvira Giordano


Il gorgoglio dei ruscelli,

il bisbiglio delle foglie,

il soffio dei venti,

il fragore delle maree,

il rombo della terra,

il guaire dei cani,

il sussurro dell’anima,

il mormorio dei senza nome,

il pianto degli indifesi.

Voci, solo voci

che si perdono nel silenzio dell’avidità,

dell’indifferenza,

della stupidità.

Avidità che corrode l’animo,

indifferenza che rende ciechi,  

stupidità che rende ottusi,

Senza comprendere che

Amore significa ascoltare queste voci

e solo l’amore dona la felicità.


POESIA PER LA VITA

Di De Vita Luisa


Ti guardavo

ma non sapevo vederti

mentrerà a meno di un metro mi apparivi

solo una donna o un uomo fra tanti.


Poi quel lui improvviso e

invisibile dietro il velo di lacrime

amare o commosse

È riuscito a schiarirmi la vista


Dal tuo viso a metà

Vedo oggi

la profondità dei tuoi occhi

Da lontano sei di colpo

un gigante


E scopro uomini e donne


E sento nel silenzio

di città vuote

della solidarietà

la carezza

E del coraggio

il calore

E lungo strade

Tra insegne spente

luce di speranza rincuora


Per la prima volta

non sento

ma ascolto

la tua voce filtrata da

un confine che unisce...


Da un reparto un grido

poi un pianto


"È sano"


È nuova vita

È ancora giorno

È ancora gioia


Che ti giunga

o mio Ippocrate

il mio plauso


Che ti giunga

mio scudo e mia spada

il mio grazie


LACRIME

Di Riccardo Avanzi


I mè lacrim,

i lacrim da tanta gent,

veglià i mè ben.

Un fiùrell,

una mam,

un nonno

campan ca sonan a mort.

Altra nòcc sota i stel,

che fregg!

La lùna, un fulett,

una nivula,

tanti mort.

Stamatina,

altar fracass.

Aria da mort,

in meza i sass.


PRIMAVERA

Di Marinella Giuni


Smettila

Di cinguettare su quel ramo

Abbassa il tuo capo

E piangi

Con me

Piccole lacrime

Perché non è vero

Non è vero

Che è Primavera


TI RACCONTERÒ

Di Massimiliano Bartolozzi


E ti racconterò di quel marzo 2020,

di quando la libertà ci fu tolta,

di quando restammo a casa,

finche’ le nostre barbe e capelli non furono lunghe,

mente fuori si moriva,

sembrava un film.

Moristi anche tu Luigi,

attore e maestro di vita,

si dice che fosti contagiato a teatro,

il destino beffardo.

E ti racconterò delle assenze,

di chi ti mancava,

o di chi non i sarebbe più mancato.

Di quanto sono stato felice della presenza di mia madre tutto il giorno,

dei suoi sorrisi nel vedermi sempre con lei.

Di mia zia, lontana, dei nostri ti voglio bene su WhatsApp,

e delle videochiamate, delle sue mancanze,

aver perso il marito dopo 53 anni di matrimonio da solo qualche mese,

e ritrovarsi sola, senza nessuno che può andarla a trovare.

E ti racconterò della mia compagna lontana,

che ogni domenica andavamo fuori ed eravamo liberi,

e ora siamo distanti, ma l’ amore è oltre i chilometri.

Dei miei amici che sento spesso e mi mancano i loro abbracci,

le cene con le tante bottiglie di vino.

Degli eroi in camice bianco negli ospedali, e di quelli nei supermercati,

o che ti consegnano un pacco.

Delle mie albe e tramonti dalla terrazza.

E vorrei raccontarti di me, di come sto,

di quante lacrime versate per questo,

della mia asocialità,

di chi mi manca veramente,

di chi amo , ho amato e amerò,

della mia non paura della morte,

nemmeno ora, lo farò sorridendo ,

quando tutto sarà finito, piccolo mio.


TORNERÀ IL SOLE IN QUARANTENA

Di Margherita Tomei


Tornerà il sole,

già lo vedo tra le serrande,

che piano piano fa capolino,

che cerca di rassicurarci.

Non si può uscire

piove

fa freddo.


E tornerà a splendere più forte di prima,

quando con il caldo usciremo

con i vestiti più corti

e andremo al mare.

Lo sento già il suo odore,

è dentro me.

Il sole tornerà

quando apriremo le porte

e torneremo a guardarci,

a toccarci.


Tornerà

perché è più forte l'amore,

di tutto,

di qualsiasi malattia

che prova ad affossarci.

Tornerà il sole

e sarà splendido.

Facciamoci trovare pronti!


LA NUOVA CORONA

Di Gianpiera Sironi


La corona di spine

che trafigge la carne di Cristo

gronda sangue innocente.

Dovevo morire

Gesù dice alla gente

per risorgere dopo tre giorni

affinchè ognuno ritorni salvato

e redento dal peccato.

La nuova corona

che cinge il capo del mondo

entra nel profondo, fa male,

toglie il respiro e la vita.

Ma si doveva morire

per capire quel che conta davvero,

per guarire dal nostro egoismo,

per vedere il vero eroismo

accanto a chi geme.

Rialzeremo la testa domani,

torneremo a far festa

e mai più saremo lontani

perché l’Amore ci vuole tutti insieme.


L’AMBULANZA

Di Francesco Amadelli


Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante

Corri, fai sentire la tua voce straziante

Porta la tua opera a compimento

Prima che venga elargito l’ultimo sacramento

Di questa strana lotteria della vita

A cui tutti partecipiamo, tanto  amata e  ambita

La nostra vita che riteniamo fortunata

Fino a che dalla morte non viene sorteggiata

Odo la sirena che suona con tono di burla

Mentre la mia anima si contorce, urla

Il mio corpo  giace a terra inerte

Aspettando quietamente la morte

Solo ora dopo una vita di indifferenza

Penso di Dio la grande incombenza

Solo ora capisco che anch’io partecipo a quel Suo sorteggio

Che per tanti anni mi apparve come un miraggio

Un miraggio lontano e vicino

Posto in fondo al nostro cammino

Un miraggio vicino e lontano

Quasi a portata di mano

Ora anche me han sorteggiato

Dopo una breve vita che ho tanto amato

Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante

Corri, fai sentire di Dio la voce indulgente.

Su di noi imponi le tue mani

Amiamoci oggi, perchè forse non ci sarà domani.


DIETRO LE MASCHERE

Di Bianchi Massimiliano


Freneticamente si muovono

nei lunghi corridoi o nelle sterili sale

sussurrano

a volte si agitano

a volte si fermano, storditi

attoniti nei loro pensieri, nei loro timori.


Dietro le maschere

nascondono sorrisi e tristezze

che gli sguardi non possono tradire,

forme di corpi dalle curve indefinite

nei mantelli colorati

le mani avvolte da gelidi guanti

freddi

all’ultima carezza disperata,implorata

dagli ultimi sguardi

di corpi sfiniti alla vita che fugge.


Al dono impossibile di un bacio

per esserti grato

perché mi hai salvato.

Poi la corsa continua,

dietro le maschere

nascondono sorrisi e tristezze

che gli sguardi non possono tradire.


STRANI GIORNI

Di Lorella Del Gesso


Stiamo vivendo strani giorni

dagli ambigui, indefiniti contorni

giorni di ristrettezze e privazioni

e prigionia nelle proprie abitazioni

giorni in cui ci manca indubbiamente

la libertà di uscire, frequentare gente

Non che a casa  poi si stia così  male

ma l'uomo è di per sé una creatura sociale

Ha bisogno dell' altrui contatto

per non morire di noia o diventare matto

Ha bisogno spesso di un corposo abbraccio

per non sentirsi inservibile al pari d'uno straccio

Stiamo vivendo giorni davvero sballottanti

e ciononostante lottiamo e andiamo avanti

con i volti tirati e il cuore prostrato

ma rialzeremo la testa e riprenderemo fiato

ben sapendo che questa è una prova soltanto

immane, dura, che ci costa pianto

ma che presto ci vedrà nuovamente

tornare a vivere con gioia piena, soddisfacente.


BALCONI

Di Dario Marelli


Rosse le valve del cuore, ferite,

verde l’urlo degli ulivi verso il cielo,

bianco sporco il camice dei medici.


E’ tricolore il bordo liso del balcone,

l’ultimo spazio di confine che rimane,

il filo tenue che tiene ancora appesi

aggrappati all’idea di questa vita,

a quelle mani in prima fila.


In alto un canto digiuno, sincero

- mentre accorrono e svampano sirene -

un applauso lungo, d’incoraggiamento

per infondere forza, far riaffiorare dal fondo

uomini veri, più belli di prima.


E non si smorzi l’abbraccio degli sguardi,

la luce dei colori sul balcone,

la radice che dal deserto fiorisce

tra le valve ferite del cuore

il vagito di una nuova nazione.


ANGELI O EROI

Di Marco Galli


Angeli o eroi

col camice o senza

vi fa dono la vostra

umana pazienza

per chi la speranza

è passare la notte

e vedere la luce

del sole che sorge

Si da per scontata

la vita che gioca

a mischiare le carte

insieme al destino

a voi va l'applauso

e il ringraziamento

per il vostro mestiere

che fa soffrire un po meno.


IL MALEFICO CORONA VIRUS

Di Renzo Brandalise


Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,

rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.

Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,

e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.


Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,

e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.

L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.

e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.


Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,

e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.

Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,

e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.


E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,

il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.

Per combatterlo e perché non faccia troppo male,

l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale


Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,

mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,

Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia

e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.


Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,

che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.

In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.

E tra un macero di cose     da anni    disuse.


Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,

che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.

Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,

perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.


Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,

che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .

Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto

perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.


IL MALEFICO CORONA VIRUS

Di Renzo Brandalise


Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,

rivolgo fuggevole  sguardo al calendario, nel cucinino.

Stacco il foglietto volante  , come ogni giorno,

e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.


Guardo dalla finestra ,oltre il vetro  , la strada,

e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.

L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.

e mi trastullava ,  ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.


Cammino sulla  via in compagnia di piccoli insetti,

e frettolosamente  raggiungo la piazza, priva di banchetti.

Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,

e mi vien riposto  ,che tutto  lo fa  apparire.


E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,

il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.

Per combatterlo e perché non faccia troppo male,

l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale


Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,

mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,

Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia

e io salirò in soffitta a cercare  la tombola di zia Amalia.


Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,

che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.

In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.

E tra un macero di cose     da anni    disuse.


Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,

che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.

Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,

perché nuova linfa  cercheremo e altri interessi troveremo.


Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,

che ci permetterà  mondo di evitare il grande  disagio .

Speriamo, comunque ,che questo  male se ne vada presto

perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.


LA BATTAGLIA

Di Enrico Chiastra


È arrivata,

Ed in modo molto inaspettato,

Ha preso in un'attimo il sopravvento

Al nostro ragionamento,

E, per il momento, siam molto impreparati,

Chissà se avremo dei buoni risultati.

Nonostante il lungo andamento

Ci stiamo prodigando a tempo pieno,

Non c'è tempo per pensare

E nemmeno per dormire,

E sempre all'erta bisogna stare

Perché questo è un nemico invisibile,

Che ti aggredisce

Quando meno te lo aspetti,

Anche se hai addosso le protezioni

E stai attento alle occasioni

E non ti scopri mai,

Ma il pericolo che corri è alto,

Molti altri colleghi lo han provato,

A loro insaputa, è penetrato,

Ed hanno dovuto lottar per la vita.

Noi agli altri bisogna dar supporto,

Mettendoci anche lo spirito

E il cuore nel nostro lavoro,

Che è quello di aiutare il prossimo

Che è in difficoltà, a guarir da questo,

Poi siam felici, quando almeno una persona,

Che si è fidata della nostra esperienza

E ci ha donato la sua anima,

Guarisce, allora sprigiona gioia,

Festeggiando per la Vittoria

Che abbiam ottenuto contro l'impossibile,

Però dobbiamo far molta attenzione,

Perché se è finita una battaglia

La guerra è sempre aperta,

Ma forse un giorno finirà, e saremo contenti,

Abbiam lavorato sodo, ma con i risultati

Siam vincitori assoluti,

Nonostante i morti


RISVEGLIO

Di Vittorio Brancatelli


Senti profumo

di primavera nell’aria

le verdi foglioline

sui rami, i germogli

le margherite nei prati.

Il letargo invernale

è finito.

Riprende tenace

e prepotente la vita,

si svegliano gli animi

a nuovo vigore,

nuovi slanci

nuove passioni,

l’amore fiorisce.

Ritorna la gioia

nei cuori


PANDEMIA

Di Giovanni Minio


Crisantemi impazzano,

Su camion militari

Che trasportano salme in quantità.

Liberano centri urbani che non ne contengono più.

Muoiono come mosche, ogni giorno, Genti.

Noi, inermi, attoniti,

Stiamo a sentire numeri,

Macabre migliaia di numeri

Che sfilano sotto i nostri occhi umidi,

Attraverso le immagini televisive.

Sillabe più non fuoriescono,

Dalle bocche impietrite,

Ne i cuori riescono più a capire la realtà.

Non è una catastrofe bellica,

Dove alla fine il nemico s’arrenderà,

Ne una guerra lampo,

Dove presto, tutto finirà.

E’ qualcosa di più infimo e subdolo

Che colpisce tutta l’Umanità.

E’ la Pandemia Universale,

Arrivata quest’anno qua!

Ma ugualmente  vinceremo

e supereremo  questa calamità!

La vita, grazie a tutti, trionferà!


EROI SENZA GLORIA

Di Marina Rigolizzo


Ragazzi, giovani.

I più diligenti. I migliori.

Non vi si vede per strada.

Timorosi e spaventati.

Chiusi nelle vostre case,

vi aggirate come fantasmi.

Visi abbattuti, sguardi spenti.

A volte nervosi, spesso irritati.

Alcuni ribelli, altri rassegnati.

Come degli animali selvaggi in gabbia.

Nel pieno del vostro viaggio di libertà.

Non chiedete niente.

Nessuno vi chiede niente.

Alcun parere, né un coinvolgimento.

Restate lì, senza percepire alcuna gratificazione.

Non è questa una “prima linea”?

I vostri occhi vorrebbero risposte

ma ricevono solo regole da dover seguire.

Vittime di un sistema costretti ad accettare,

colpevolizzati perché non si riesce a cambiarlo.

Come pretesto la vostra mancanza di impegno.

Sempre giudicati.

Sopportate tutte le nostre frustrazioni.

Come sapete fare,

come potete fare.

A voi, quante richieste,

una follia!

Ma siete luce di speranza

Che possiate capire.

Che possiate ricordare.

Che possiate ritrovare il giusto percorso da noi perduto.

Eroi senza gloria.


ORA CHE CI TROVIAMO NEL LATO OSCURO DELLA VITA

Di Gennaro Saccone


Questa non è una guerra,

combatto contro un esercito di ombre

e la paura  risveglia il coraggio.

Il mattino si alza e dà luce

a un sole malato,

e c’ç un nemico nell’aria che ruba il respiro

e fa della morte un luogo abitato.

Mai conoscemmo primavera come questa,

e la vita che langue e va via.


Guardami non scappo,

l’inferno vero è per pochi eletti.

Guardami sono un angelo  dalle mani stanche

e dal cuore forte,

soldato che non cerca gloria,

richiamato per una guerra di trincea,

Gli altari sono cambiati:

divinità malvagie tra noi.

Riuscirò a fermare

la volta celeste che sta scivolando?


C’è silenzio, c’è assenza,

persino i morti non hanno linguaggio

e così facilmente, ancora una volta,

intreccio la mia mano alla tua

per celebrare un vago frammento d’amore

e un corpo d’argilla riprende fiato.

Fragile e confuso, candido vessillo.

custode della tua vita,

ora è tempo di giocarmi la mia:

sono un Camice Bianco in corsia.


ANGELI IN CORSIA

Di Giovanna Iacovone


Non saranno mai famosi

i loro nomi ,

ma offrono loro stessi

fino allo stremo

nelle corsie di ospedale ,

sempre in prima linea ,

sacrificando la propria vita

per salvare quella altrui …


Sono gli angeli di corsia ,

che, con le loro ali ,

con il loro sorriso ,

cercano di rendere

meno doloroso

il calvario di un virus

subdolo , invisibile ,

che distrugge vite

a catena ;

perciò, non mettiamo in quarantena

il nostro amore per la vita ,

restiamo a casa ,

distanti ,

sempre attenti

ai decreti,

ai gesti concreti

che potrebbero salvare l’umanità

dal vortice letale :

ecco quanto vale

una vita, lo avevamo dimenticato,

ce lo hanno ricordato

quegli angeli in corsia

quel valore inestimabile

in un mondo psicolabile.


I TEMPI DEL CUORE

Di Elisa Mariotti


Un velo sterile,

una bocca contratta

nasconde.

Occhi stanchi,

dietro pese palpebre

ciò che impossibile sembrava,

ora vedono.

Tutto.

Troppo.

Il cuore batte

a due ritmi.

Un adagio

per chi è andato.

Un rapido

per chi lotta ancora.


MEMORIA CORTA

Di Emanuele Pisanello


Pure la Lupa piange, silenziosa,

rinchiusa in gabbia coercitivamente,                                             

perché rifugga il morso del serpente,                       

insinuato in maniera misteriosa.

Fa rievocare, serpe sì insidiosa,                   

procedendo a ritroso con la mente,                                                         

la bestia del centennio precedente,                                   

svelatasi oltremodo perniciosa

proprio sul volger della grande guerra;                                                         

che operò con simile furore                                                               

da decimare allor l'intera Terra.

E nonostante il morbo vessatore,                 

tra incuria e trasgressioni d'ogni sorta,             

palesiamo oggidì memoria corta.         


PANDEMIA 2020

Di Davide Caputa


Malinconia

Mascherine accarezzano

Volti stanchi

Camici e divise

Oscillano tra buio e luce

Giorni di cristallo

Si diffonde il virus

La vita scivola via

Il cielo impallidisce

Primavera in quarantena

Città deserte


NUOVI OCCHI

Di Vespina Fortuna


Chiusa nella mia gabbia dorata

guardo il merlo volare libero sul ramo

la città è vuota

gli alberi rifioriscono di novella primavera.

Riconquistati i miei antichi pensieri

li ascolto andare

al ritmo lento del tamburo africano.

Non ho alcun piano per oggi

né per domani

nessun desiderio

se non riabbracciare chi non posso

e rifiorire

con nuovi occhi

e vecchi amori


LABORATORIO

Di Andrea Giuseppe Graziano


Subornato da luci

Squillanti nel bianco

Asettico ripassa a memoria

Periziali processi di Tékhne

Cercatore e cacciatore

solo Nei pistilli di un fiore Mortale

Delle radici del male

Senza il sorriso grato

Degli infermati

La compagnia d’Infermieri Stremati.

Nutre in segreto l’agone Come missione

Claustrofobica ipossia Ricerca inesausta Senza gloria

Sublime dono di una Superna Consumazione


ISOLAMENTO

Di Antonio D’Auria


Questa luce scroscia

e sorprende stamani,

indugiante già nei socchiusi fumi

intorno a un’emicrania.

Se poi sei ad un passo dal mare,

destarsi prende forma dal suo umore.

Dunque sole d’aprile,

aria meno affilata di ieri.

Facile sconfiggere le coltri

più difficile immaginare

quando le pareti torneranno

ad avere un varco.

Ancora

confettura di ciliege e caffè amaro?

Ti spiazza palpabile

il disagio che scivola verso la rabbia

per la morte del tuo frigorifero,

per l’acquitrino nel freezer,

per il perché proprio ora.

Ma l’affanno presto rallenta

perché indietreggi in penombra

e respiri sincrono

sul risveglio delle sue labbra.

Lei è con te.

L’angoscia di chi annega da solo

zavorrato da morbo,

non per dolce naufragio,

è ora lontana?


ATTESA

Di Maria Gabriella Conti


Tramonta il sole sui tetti

rosso nella sera

e per quanti pensieri metti

bel tempo si spera,

un aereo lascia la bianca scia

finisce il giorno e sarà domani,

qualcosa ancora si porta via,

penso al lavoro di buone mani

che ci fa ben sperare,

non c’è nessuna resa

bisogna solo aspettare

e che sia una breve attesa.


FIAMMELLE

Di Luciano Delucchi


I vecchi, sospirando

soffiano via la vita,

bevendo l’ultimo respiro

piegano con dolcezza

le fiammelle delle candele

infilzate sui candelabri,

gocce di cera  

alate di preghiera

cadono sui pavimenti

luccicanti di dolore.

E’ il tempo che ci raggiunge

con le sue dita grifagne spegne

quello che eravamo, il mistero

che non saremo mai,

srotolano ombre nei corridoi

avviluppandosi come lenzuola

fasciano nascite e morti.

Il tempo fa bene il suo lavoro

ha l’eternità per imparare

fiorisce mute nostalgie

colonizza terre di rimpianto

senza mai ammorbidirsi,

si culla al ritmo degli estremi

- vita – morte -


SPERANZA DI VITA

Di Pasquale Laurenza


Nell’assordante silenzio

di questi giorni senza vita,

orizzonti sereni l’anima brama.

Anela il cuore spazi immensi,

giochi di bimbi,

abbracci e baci di donna.

Ci allontana,

questo vuoto da noi stessi,

spegne l’anima e ne cancella i sogni

lasciandoci morire dentro.

Ma la speranza non muore,

rimane viva e selvaggia.

Speranza di vita.


PASQUA CORONATA

Di Roberto Lasco


Cristo di Passione

hai voluto che anche noi

portassimo sul capo chino,

il sacrificio eterno,

della tua Corona di spine.

Attraverso un Virus invisibile,

dalla chiara similitudine,

hai deciso di fermare

il Mondo globale

e di fargli abbracciare

la Tua stessa Croce.

Pasqua giunta

in un anno speciale,

coronata e in attesa

del Tuo giudizio,

annuncerà la Risurrezione,

che ci giungerà propizia

nell’ora in cui vorrai

per redimerci dal peccato

e condurci per mano

verso la strada

della gloriosa salvezza.


FORZA ITALIANI

Di Francesco Capozza


Le città son tutte deserte

colpite da una infame sorte

con animo inerte

siam tutti in disparte

con il pensier rivolto alla morte


Seduti sui divani

ad ascoltar le notizie immani

noi poveri e fragili umani

nel cor siam tutti Italiani


Siam duri e non molliamo

e di speranza noi ardiamo

perché la vita noi amiamo


SIAMO NOI

Di Sergio Santoro


Le notti angosciose

vissute nel tormento dell’impotenza

le membra stanche

ma sempre pronte alla chiamata

i volti disfatti

ma sempre sorridenti nel cuore dell’altro

mute presenze

che parlano con i gesti dell’amore

vite dedicate

perché la vita abbia sempre a vincere

attese sfibranti

per un verdetto che sa di speranza.

Non siamo gli eroi

di una obsoleta retorica

siamo le mani

di chi non può afferrare

siamo gli occhi

di chi non può piangere

siamo il respiro

di chi ha fame di esistenza

siamo noi

che soffriamo con chi lotta col dolore

che amiamo chi non ha affetti da dare

che stringiamo le membra silenziose

che lottiamo col nemico più subdolo

che crolliamo quando il corpo ha dato tutto.

E il ricordo

di questo tempo di ansie e di paure

scolpito nel cuore di chi non si è nascosto

è il nostro compenso

per un lavoro che mai rinnegheremo.


GRAZIE A VOI TUTTI

Di Patrizia Albanesi


E’ grazie a voi che lottate col nemico

ne conoscete forza e pericolo

e lo sfidate con coraggio umano

che non mi sento sola

non ci sentiamo soli

Voi medici ed infermieri e di altre mansioni

avete la nostra stima

il nostro affetto

il nostro pensiero costante

Un immenso grazie a tutti voi che ci date speranza

a voi che date un traguardo a questo improvviso e tragico momento

a voi che con forza non cedete pur tra molte difficoltà

a voi che sapete affrontare con un cuore di squisita bontà

gli occhi di chi ha paura, di chi ha capito

di chi è stato più sfortunato di altri

Dal profondo del cuore

vorrei abbracciarvi uno ad uno

ma non so dire altro che

GRAZIE INFINITE A TUTTI VOI


TRABALLANTI MA IN PIEDI

Di Martina Rita Villani


Io vi vedo, sapete?

Vedo la stanchezza,

la preoccupazione,

negli occhi.

I vostri lineamenti

tesi e non più dolc.

Io vi vedo, sapete?

Determinati e forti

a far fronte all’emergenza.

Non vi dico solo

“Ce la faremo”,

ma aggiungo:

“Grazie a voi”.

È solo così

che siamo in piedi,

traballanti,

ma in piedi.


NAUFRAGHI D’AMORE

Di Marco Astegiano


Silente,

asciugo questi rimorsi di pioggia.

Mi dolgo  

di questa esistenza beffarda:

non v’è porto alcuno

per la mia anima raminga,

solitaria, ma duale.

Nemmeno ricordo quante vite annegai in te,

tempeste di folle amore,

che troppo impetuoso mi travolse

da attraversare secoli di marosi,

ere di oceani profondi,

e infine approdare ancora a te:

la baia più sinuosa;

e, sfibrato, giacere tra le tue sabbie

di bianco corallo …


UNO SPECCHIO RIFLESSO

Di Giuseppe Milella


Mi guardo riflesso

in quel vetro appannato

una finestra socchiusa

realtà cruda e angusta,

guardo nel vuoto

un silenzio irreale

e penso perplesso:

ormai è la fine.

Oltre quell’improvvisato

ed impalabile specchio,

scorgo un ombra

rarefatta e sfumata,

è la mia immagine

opaca e sbiadita

stantia come il tempo,

che scorre e passa;

l’ieri è già vecchio

superato e dimenticato,

tutto sembra lontano

così inutile e frivolo,

solo un ricordo sgualcito,

perché adesso

di tutto quel che già stato

nulla più ha alcun senso

e nessuna importanza.


UNA ROSA GENTILE

Di Mattia Cattaneo


Scrivo

righe che non leggo

ma costruisco

una casa di parole.

Non conosco la mia mano

ma di notte apro un libro.

In questo padiglione tremante

di una terra addolorata

cade il freddo

sulle zagare abbandonate.

Una luna sottile,

non insanguinata,

ci raggiungerà

sul grande fuoco

e lo saprà spegnere con una rosa gentile.


ED È SERA

Di Dino Rodighiero


Ed è sera

Qui il tempo

fugge

Distratto non si ferma

Mescola vite

con quella dose d'incertezza

di spavaldo coraggio

di pietosa codardia

E non fa sconti

o regali

ma solo

come un baro

ruba sorrisi e sogni

Ed è sera

Il sole domani

forse

avrà un nuovo colore

per un cammino

tutto da scoprire

tutto da inventare


CORONA 2

Di Marisa Monesi


La primavera è silenziosa

quest’anno,

di occhi e cuore sopiti

macilenti d’animo e attesi.

Una volta la chimera compose

una via acuminata ed aspra e divenne

paura di volare alto in sogno.

Stando alle attese affiora malinconia,

seduta qui nella mia stanza blu,

oramai ho timore anche del respiro.

Nonostante  lontani arrivederci

implorerò una vita attenta

e sentirò tutti gli esseri gioire,

noi sempre vivendo forte,

ma non immagini quanto sia grande

l’universo mondo coronato di gloria.


EROI DI CORSIA

Di Claudio Bizzi


Impotenti sembrano divenir

le mani esperte

che s’adoperan a curarei

i tremolanti corpi,

le lacrime s’appropriano

dell’altrui destino.

Uomini e donne

nascondono l’ansimante fiato

protetti da mascherine,

si prestano a dar vigore

alle grida d’aiuto,

non trattengono l’ardore

facendosi coraggio,

con indomito cuore ripristinano

la speranza ai fiduciosi.

Eroi di corsia senza distinzione

di sesso,

votati a dar tutto di se stessi,

mettendo su di un piatto

d’argento la lor sorte,

pur di sottrar chi soffre

all’infausta morte.

Non ha età la vita al cospetto

dell’invisibil mostro

che la fa divenir come foglie

rinsecchite

accartocciate tra lenzuola

d’un letto.


MARZO 2020

Di Giampiero Fenu


E’ Marzo…

Guardo dalla finestra

Vedo il sole che illumina il cielo

i suoi raggi riscaldano la terra

e nuova vita sboccia

Vedo la neve cadere lentamente

ricopre tetti, strade, alberi e fiori

confondendosi col silenzio surreale

Vedo la pioggia cadere

col  ticchettio bagna i vetri

scorre in rivoli

e spazza via le foglie oramai cadute

Guardo dalla finestra

Vedo questo Marzo

inconsueto

con l’incredulità e le paure

che tutto questo possa a breve finire

Guardo dalla finestra

e sogno un arcobaleno

che possa presto risplendere in cielo

coi colori

di quella stessa vita che

un tempo a me stringevo


MOLTO PIU’ DI UN GRAZIE

Di Paola Verga


Scrivo a te

Per ringraziarti

Di quello che stai facendo.

Scrivo a te

Che metti al primo posto la vita degli altri

Anche se non puoi riposarti ormai da giorni.

Scrivo a te

Che sei lontano dai tuoi cari

Perché sei volato in soccorso dei più bisognosi.

Scrivo a te

Che sei una persona qualunque

Perché come tutti hai un cuore

Ed una vita privata,

Ma che in merito al tuo importantissimo aiuto

Ti meriteresti molto più di un semplice ringraziamento.

Scrivo a te

Che sei un vero eroe

Che al posto di un’armatura

Indossa un camice o una divisa fluorescente.

Scrivo a te

Che stringi i denti

Sotto una mascherina,

Ma che cerchi un modo

Per rassicurare gli altri anche solo attraverso il tuo sguardo.

Scrivo a te

Perché stai aiutando il paese

Che senza il tuo prezioso contributo

Farebbe molta più fatica a rialzarsi.

Scrivo a te

Per dirti

Il mio GRAZIE!


A TUTTI  I SILENZIOSI IN PRIMA LINEA

Di Osvaldo Cai


Sento voci e vedo facce già viste

Odo parole vecchie, altre incerte

E forse mendaci

Voi invece non dite le parole

Che non servono a nulla. Voi agite

Rischiando la vita

I vostri volti non li conosciamo

Così come ci sono ignoti i nomi

Ma salvate vite.

Vedete morire e soffrite in silenzio

E silente è la gioia dei vostri successi

Che pur sono tanti.

Io sono vecchio,ho sofferto la guerra

Ho visto morti,macerie... ed eroi,

Eroi come voi

Il cui nemico era il soffrire altrui

Erano armi competenza, cuore

E grande coraggio.

Chiamarvi tutti “Eroi” non costa niente:

soltanto parole. Meglio sarebbe

Che fossero fatti.

Come fate in corsia,per strada e ovunque

Occorra agire e non solo parlare

Per dire parole.

Io non vi chiamo Eroi, pur se lo siete

Per me siete donne e uomini veri!

Oggi tanto raro!


QUALCUNO

Di BennyC


Qualcuno

mi

ha

raccontato che.

Ti ricordi di tutti i tuoi amori?

Ogni storia è una storia d’amore

Ti ricordi delle sue labbra?

E del tuo cuore.

Io non mi ricordo.

Non c’ero.

Che il niente basta a stare caldi.

Ti ricordi?

Io non mi ricordo.

Non c’ero.

E la brezza?

Il mare e la sua brezza

e il sole

anche il sole

e la paura del buio

anche quella io non mi ricordo

non c’ero.

Respira!

Più forte!

Ancora.

Sono.

Parole.

Sussurrate.

Alla felicità.

La

Rrrabbia

Scri

Scri

Ve

Ve

Ve

Scrive il

fu

fu futo

Uro uro

Futuro

Più dolce.


GRAZIE A TE

Di Valentina Simione


Tu come stai? Te l’hanno chiesto mai?

Non c’è tempo per una parola, se non per una sola, grazie.

Grazie perché eri presente lì vicino a me.

Io ti sentivo, anche se sembrava che dormivo.

Ero stanca e il dolore era così forte al petto,

facevo fatica a respirare, ma avrei voluto dirti grazie,

non fa più male, quando eri con me.

Avrei voluto leggerti una poesia e raccontarti della vita mia,

ma non c’è stato il tempo di presentarci, io arrivai già intubata.

La tua voce m’ha spesso rincuorata senza farmi sentire sola.

Mi ricordi tanto mia nipote, sai? Sei giovane.

Sentivo che ti tremavano le mani, perché in fondo io e te eravamo uguali.

Ci separava un camice bianco, guanti che impedivano il calore

e mascherine forgiate a protezione, ma comunque sia io sentivo il tuo cuore.

Ti dico grazie anche se non lo sai e forse non lo saprai mai.

Grazie a tutti quelli come te che m’hanno accompagnata, senza saperlo verso la luce del sole.

Mentre tu piangevi, io dall’alto finalmente ti vidi, ringraziandoti.

Ma tu ora come stai? Nessuno te lo chiede mai.

Forza mio camice bianco. Io ti abbraccio forte anche se non lo potrai sentire,

ho lasciato un letto vuoto e so che ogni volta quando lo guarderai non dimenticherai mai.

Te lo dico da chi ha vissuto tanto, non fartene mai una colpa, dove c’è cuore c’è amore.

Grazie camice bianco per avermi amata come una nipote sa amare la propria nonna.


FIORDALISI

Di Maria Grazia Vai


S'accende così

come fosse finestra d'altri

lo sguardo triste di settembre

Non un giorno si muove

mentre tutto apparentemente

resta appeso al cielo

insieme al tuo cappello


Un balcone rimasto chiuso

delimita i contorni della pioggia

e di vecchie strade ancora assorte

a contemplare il mare

Quelle stesse dove tu

-eri e sei- l'odore inconfondibile del mosto

ed io la neve sopra il melograno


È là che ascolto i tuoi passi,

tra filari di nulla

che non sanno tacere

Laggiù, dove la musica piove dai vetri

mentre ascolto l'estate sciogliersi

dietro una pozza d'occhi


A tratti il vento, a tratti le risa lontane

e un silenzio che ondeggia ancora

e ti porta via.


INSONNIA

Di Mariapia L. Crisafulli


È tardi,

molto tardi.

È quasi presto.

La luna sta voltando faccia

e io dovrei già dormire,

sognare,

aver chiuso le porte e le finestre.

Ma sono sveglia,

vigile;

inseguo stelle e perdo passi.

Mi piace fare a pugni con la vita.


MANI

Di Giovanna Alfano


Solo queste mani

sanno il dolore

e l'amore dell'uomo.

Grumo di parole e di sangue

è l'uomo avvinghiato

sul lembo di terra,

martoriato ogni momento.


SOLI

Di Aldo Palmas


Era inverno, sembrava primavera. Alla sera,

li caricavano sui camion avvolti

nel sudario; soli.

C'era la luna, silenzio intorno, deserta

la città.

Ho visto

un Angelo prenderli

per mano

e, camminare insieme.

Era marzo, fioriva

la mimosa, volavano

le rondini.


FRATELLANZA UNIVERSALE

(a Walt Whitman)

Di Annelisa Addolorato


(Albert Camus)

“Fu nel pieno dell’inverno

che ho scoperto dentro di me

un’estate che non si da per vinta.”


Una fretta militare marca il passo – che vuoi fare?!

Sulla scia di un mezzo busto,

giorni calmi, o mi offusco.

Sensazioni cicliche e permanenze diafane:

alla porta.

Una serie infinita di scale, armoniche,

resetta i nostri giorni.

Le saliamo e scendiamo, fraternamente

unite, uniti.

Senza sgomitare, sgominiamo insieme la noia,

una naja priva di etichette di genere, o ceto,

caselle e casette prestampate.

Senza armi: solo evoluzioni.

Una marcia che è una danza.

Tango, circolo circasso, sull’attenti oppure al passo,

di fronte al rispetto dei sogni di tutti quelli che,

morbidi, accarezzano un universo in pace.

Un girotondo di dimensioni galattiche,

tra frattali e opinioni di sé da teletrasportare ad libitum.

Incontrandoci di nuovo accanto a chi è come noi.

Ammettendo questa sincera

voglia di conversare a pochi metri di distanza,

di incrociare sguardi, abbracci e umori stagionali.

Il boomerang della fratellanza universale

sta proiettando le sue nuove sfolgoranti luci da estrenar,

sfoderare come lo step di un’era senza tormenti,

nella tormenta di emozioni spinte verso i nostri sorrisi.

Moltiplicatori di felicità. I mistici

della galassia incontrano le mistiche di tutti gli oceani.

Solo gesti gentili sbocciano. Potenziali

perfezioni incarnate, in.cesellati attimi veri.

Di incontro, di vite umane

che cercano il conforto e il confronto.

Non far incrinare la gioia. Perpetua stanza sé-movente.

Tutte queste persone specializzate

nel non far andare in mille pezzi

le relazioni, le amicizie, i matrimoni,

i vetrai dell’anima (psicologi, counselor, terapeuti vari)

riempiono la rete di speranza.

Guru. Personal trainer. Istruttori.

Praticanti. Condividono un volo.

Una pista di decollo lunghissima. Senza fine.

Ci si saluta. Badando alla salute.


MEDICI EROI

Di Piera Angela Cabras


Medici eroi,

sempre instancabili,

tra paure

e fragili speranze,

sospese nel ritmo

di disperati lamenti,

rantoli di morte.

Medici eroi,

sussurrano parole

di conforto,

spezzate da grumi

di lacrime,

pianti muti,

celati da amari sorrisi.

Medici eroi,

morti lottando

contro un terribile virus,

nell’intento sublime

di salvare vite.


CAMICI AL FRONTE

Di Claudio Croce


Il vento li ha portati via con se

lontano dai ricordi e dai sogni

senza lasciare il tempo di un caffè

di dire loro ciao, a domani.

I camici sono rimasti appesi

sul filo spinato della vita

che presto ha lasciato il tempo

ma non di certo la speranza.

Gli Eroi di una battaglia aperta

non hanno disertato il fronte

ma sono stati sempre pronti

fino al destino estremo.

Ed ora grazia a loro

il tunnel dell’oblio

si apre alla salvezza

che ridona luce al mondo.

Ci sono altri Eroi pronti

a ridonar la vita e i giorni

a chi restava poco o niente

se non la preghiera e il pianto.


RITORNERÀ IL SOLE

Di Annamaria Guidi


Respirando il disagio del momento

dove andremo a finire,

mi chiedo.

Finirà a breve l’isolamento?

Usciremo indenni dal lockdown?

Ritornerà il sole

preambolo di una nuova primavera,

a dissolvere il grigiore del cuore

a colorare le strade desolate

di pedalate, di chiacchiericci,

di scintillanti risate?

Mirando il cielo,

vola dritto il pensiero ai nonni falcidiati,

ai tanti camici bianchi,

strappati alla vita.

Vorremmo girare veloci il calendario

e, illusoriamente,

calare sui tanti affanni il sipario.


OMBRE DI MARZO

Di Matteo Piergigli


ombre di Marzo

guancia-guancia

rinchiuse nella sera

sotto cieli di cemento

e strade di freddo

dove tutto può morire


N’ CUMPAGNIA E NULLU

Di Angelo Canino


Tanti su lli mùarti e nni mùarini ugne juarnu

duntèanu e d’amici e dde tutti i parìanti,

senza sèntari nu pocu e affettu attuarnu

nemmeni u chjantu e di chèari e lli damìanti.


D’ùnica cumpagnia c’a ss’ànimi, cci fèani

su lli mìadici e lli mpermiari, stremèati;

na maschcara alla faccia, i guanti alli mèani,

soppòrtani u stràziu e ssi pòvari sbenturèati.


Mancu na cannida, ppe nnu pocu e duci,

mancu na preghìara cumi ùrtimu sadutu,

puru doppi mùarti ppe d’illi nun c’è pèaci,

appena carrichèatu, nu càmmiu si nn’è jutu.


Accùati e nu pajisi duvi mancu ci su nnèati,

cummoglièati e terra strània cu nn’è lla sua;

“deccussì rranni èrani i vùastri pecchèati?

A cchini èati fatti mèadu tutti quanti vua”?


Sbrìgati a ppassèari brutta bestia muta,

supra a cuscìanzia tìani tant’animi innocenti

tanta pòvara genti chi ppe ttia si nn’è jjuta

pacìanzia n’èatru pocu, e pu un si cchiù nenti.


UN INFERMIERE ...

Di Valerio Di Paolo


Anche ieri è tornato  a casa disfatto

con la gobba di un giorno passato …

passato a vegliare una flebo

mentre cadeva  anche l’ultima goccia.

Sullo schermo che annuncia il finale

è rimasto solo un puntino che tace

come un’eco dell’ultimo battito.


Aveva  appeso ad un chiodo

il suo camice bianco che ancora teneva nel grembo

gli sguardi appannati di un vecchio:.

gli avevano detto in silenzio che nei giorni finiti con l’oggi

dentro un sacco di plastica nero,

si erano posati anche loro

sui papaveri ardenti nei campi di grano

L’aveva vestito del pigiama più bello,

le ciabatte di tela scozzese, la maglietta in filo di scozia,

con ancora la targhetta del prezzo sul retro.

Nella mano gli è rimasto il rollio delle ruote

di una lettiga un po’ zoppa


Scorrerà nella memoria quel giorno finito

scorrerà lungo gli androni  ormai cupi

portandosi via il peso taciuto

dentro il sacco di plastica nero.

E’ tornato alla terra quel vecchio

È tornato col suo sacco di plastica nero

senza dare nè spazio né tempo , al pianto

di chi pure l’ha amato.

E forse   quegli occhi un po’ rossi nel camice bianco

erano solo per il fumo di una sigaretta fumata

con un po’ di vento contrario.


Ma da oggi anche il camice bianco

è rimasto appeso al suo chiodo,

resterà lì appeso per giorni

fino a quando sarà anch’esso un camice vuoto

chiuso nel sacco di plastica nera.

Allora tornerà nella casa di tutti

e quegli zoccoli bianchi racconteranno di un sogno

che dorme accanto ad un chiodo rimasto da solo.

Vicino ad una aiuola di un metro per due

brilleranno una lacrima e una rosa di plastica rossa.


Una  campana lontana ci dice

che anche oggi un altro angelo ha messo le ali,

uno di quelli che sanno volare,

volare soltanto all’altezza di un essere umano.


DALLE SPIGHE AL TESTO DI KOS

Di Giuseppe Modica


Era da poco finito l'anno vecchio

e dopo aver solcato la nera terra,

con gesti antichi avevo sparso

semi di frumento a gran manate.

Verdi lancette coprirono i campi

ammirate da sguardi sorridenti.

Tenere spighe oggi carezzo

ch'è già iniziato il quarto mese,

ma il viso mesto è divenuto;

chissà se il biondeggiar vedrò

e se la falce tornerà a tagliar.

Come Anassàgora il pensiero

al dolore va e ai mascherati volti,

a lacrime conduce e alle carezze

di chi è andato via senza preghiere,

a chi è rimasto nella prigionìa

d'un male senza tempo e ignoto;

ed a quel giorno ancora va la mente,

di quando vigorosi riabbracciare

e baciar pure chi veder potremo,

ed osannar di morir chi ha scelto

perchè sul testo di Kos lo giurò.


INVOCAZIONE A UNA MADRE

Di Leonardo Biagini


“O quieta Madre,

che di dolce Verità’ m’empiesti il petto

narra a me

Uomo

di quell’Amor

che nel tuo grembo porto’ alla Vita

‘ch’io possa far del mondo

cosa infinita”


LA CRISI

Di Antonio Caterina


La crisi arriva in tutti i sensi

e in tutti i campi, lotte dure,

difficili,complicate,qui

ce solo gente invidiosa, ruffiana,

pettegola.

La crisi ci aspetta nell'angolo,

ma ce la farò, la crisi

si vede sui volti, negli occhi

delle persone.

Abbiamo bisogno di svago,

nella vita non bisogna

perdersi nulla.

Voliamo via di qua

la cultura è diventata un

business dove vanno avanti

sempre e solo le solite facce,

persone, personaggi, lecchini,

raccomandati.

Non voglio cibarmi più

di questa vita senza qualità

stacchiamo questa spina.

Non bisogna discriminare nessuno

in tutti i sensi e in tutti i

campi, bisogna essere umili.

Mai dire parole al vento,

qui ci stanno rubando i nostri

diritti, la nostra dignità,

stiamo nella merda, ma a nessuno

frega niente.

Le cose bisogna dirle sempre

e in faccia, mai nasconderle,

o tenersele dentro.

Che senso ha questo sole

al tramonto?


NUOVI PAZZI

Di Chantal Mazzacco


Ecco lo sapevo !

Non ne posso più di informazioni,

di bollettini di morte,

di quella mascherina per poter uscire,

dei guanti, e del  terrore silenzioso

delle strade, senza allegria

schivando i possibili untori

tra gli scaffali di un supermercato,

dimenticando di guardare

negli occhi e leggere quello

che la bocca non dice,

non riconoscendo molte volte

le persone amiche…mascherate.

Ecco, io non resisto, dopo un mese di clausura

Di brutti pensieri e andare nel panico

completo per due linee di febbre.

Postiamo foto di gioventù,

come dovessimo scorrere la nostra vita

facendo presto…che non c’è più tempo.

E quest’ombra di morte che si allunga,

nel silenzio degli ubbidienti,

uccide più del virus….

Diventeremo forse dei deboli sopravvissuti

o dei nuovi pazzi da manicomio!


LA PANDEMIA

Di Salvatore Mancuso


E' colpito

il genere umano,

non

il cinese

o il coreano,

l'inglese

o l'italiano,

il canadese

o l'americano,

il tedesco

o il francese,

il belga

o l'olandese,

lo spagnolo

o il portoghese,

il greco

o l'albanese,

il rumeno

o lo svedese,

il russo

o l'indiano,

il turco

o l'afgano,

il giapponese

o l'australiano,

l'argentino

o il brasiliano,

l'arabo

o l'africano:

il paese vicino

ed il paese lontano

devono darsi una mano,

per fronteggiare

l'attacco letale

del novello leviatano.


PANDEMIA

Di Franco Pastore


Ritorna l’ansia degli anni di guerra?

dolore sparso in tutta la terra.

Il mostro infuria, con forza immane,

la crudeltà è quasi umana.


I giorni passano, fugge la vita,

ricerchi un senso nell’attesa infinita,

ti aggrappi al nulla, alle cose più strane:

in fondo al vicolo, abbaia un cane.


Se esco fuori, sul mio balcone,

mi guardo il mare della canzone:

è ancora bello, pur da lontano,

è l’infinito in un palmo di mano.


Su di una pianta vedo dei fiori,

son tutti bianchi, sembrano cuori,

penso alla vita, a cjò ch’è andato,

anche stanotte non ho sognato.


Come un fantasma, in una nube d’estate,

ritornerei in grembo a mia madre,

per rinascere ancora, in una nuova aurora,

in un mondo diverso, come quello d’allora.


C’E’ ANCORA SPERANZA

Di Monica Baldini


Eccoci mondo.

Siamo atterriti, isolati,

imbrattati di un tempo claustrale

e privati del contatto.

Siamo sempre noi, gli

umani di ieri che guardavano

alla luna e parlavano alle stelle.

Gli stessi che veloci

fagocitavano giornate

e a cui tutto era dovuto

e scontato.

Gli umani che con la tecnologia

arrivavano ovunque

e hanno abbattuto frontiere.

Gli stessi che ora soffrono

il loro progresso.

Evidente, c’è qualcosa che non va.


C’è.

C’è uno strano meccanismo

che l’inginocchia

senza scampo, dall’inizio dei giorni

allo scorrere delle stagioni

d’ora, prima d’ora.

Come una mantide,

una carestia,

una schiavitù da una male o l’altro.

2020: eccoci mondo il virus

declamato in Cina e poi imperversato

senza briglie, come un cavallo

per l’Europa ed è furente pandemia.


D’altronde c’è un buon profumo

nell’aria,

un dolce agreste

tra le vie nei passi felpati

di stretta necessità,

un cado di lode

che si innalza dai

becchi gialli dei merli,

sui tetti come spie

e guardiani a padroneggiare

e poi giù in picchiata

in meandri di volo.

Un azzurro che si spalanca

dalle finestre, aperte sulla vita

che scorre e insegna.

C’è una sagoma che nella penombra

della sera si scorge.

C’è la mascherina

che diviene filtro per

l’ossigeno puro

e le autocertificazioni per fare spesa.

La zona rossa, i decreti, i divieti, la sospensione.

L’esilio in casa.


C’è un pensiero, una riflessione.

La lista delle cose

avanzate da fare come

su un piatto non consumato.

C’è un Dio che chiama

forte, lento all’ira

che si compiace di mostrare

la Sua Misericordia.

C’è un Dio fuori la finestra

dentro di noi, nel cuore.

C’è la Messa da ripristinare.


C’è la bellezza che fiorisce,

l’Italia che si unisce,

l’immaginazione, la speranza,

i medici, gli infermieri, i volontari,

la gentilezza, ci sono i fiori

da innaffiare in un bagno di perdono

verso noi per un domani migliore.

C’è il sogno da ravvivare,

inverdire le parole

restituendoci gli accenti,

i colori, l’arte, la poesia

le matite per il viaggio

della vita da far continuare.


C’è chi in prima linea

non si è fermato,

chi ha dato tutto quello che poteva

chi ha disegnato

la solidarietà nella sua vita,

chi è stato salvezza,

chi si è donato

osservando piena fedeltà

alla sua missione.

C’è chi c’è stato

in pieno e completamente.

C’è speranza, ancora!


Sappia il domani

allora, che l’oggi si è imbruttito,

ed è stato mal menato

ma comprenda il suo peso e se lo

sollevi come le frasi fanno tra loro.

Si asciugano, si collegano, vanno avanti

le frasi, nei testi e nei versi,

nei racconti ad altro finale

e non più, indietreggiano in incavi,

fosse caduche

ed orribili, morti solitarie.

Sappia il domani,

il mondo e l’uomo

di domani, che alla

sofferenza si è contrapposta

la speranza per la tenacia

e la solidarietà.

Sappia ricordarselo e

farselo da monito e conio.


UNA QUARANTENA SENZA FINE

Di Biagio Nardoia


Le ali brillano d’argento

della rondine sospesa

fra cielo e sole

e resto incantato

dei suoi volteggi

mentre dalla finestra

aria di primavera

invade la cameretta

distogliendomi

dal martellar della televisione

che mi tiene compagnia

in una quarantena senza fine


I NOSTRI ANGELI

Di Lara Tasillo


A Voi dedico un grazie speciale,

Miei nobili eroi dal cuore leale.

Grande ruolo ha la Vostra missione

a cui vi dedicate con passione.

Costanza e coraggio ci son con Voi,

ma soli non siete, ci siam anche noi!

Insieme vinceremo la battaglia,

La speranza ogni male sbaraglia.


AI MEDICI

Di Stefano Salvatore


In una Guerra non ci sono mai         

vincitori né vinti;     

la libertà

è un'intima lite, e a combatterla

si porta dietro vittime...

e nella propria solitudine

ormai che tutto sia soltanto musica

nera avvertita come in disaccordo,

i medici diventano la scorta

o l'ultima carezza

o quel ricordo

quando dopo venga la cara morte...


PER GLI OPEROSI IN PRIMA LINEA

Di Vincenzo Patierno


Per gli operosi in prima linea

Privi di superpoteri

in campo sono scesi;

l’arma che brandiscono

è l’immensa dedizione

e sul cuor e sulla cute

segni di battaglia hanno inciso…


ALTRI SOGNI DI GLORIA

di Giuseppe Gambini


Pesante e greve fu la lunga attesa

trepidi aspettando le ore passare,

la rea sorte ubriaca se la rideva

vedendo l'uomo abbattuto e dolente.

Da altri passati arrivavano canti

e suoni, per accompagnare morte

e dolore mentre tristi andavano

su carri bellici all'ultimo campo.

Da pareti di casa trasudava

il muto silenzio triste e trafitto

da mugugni, tra dubbi ed incertezze,

invocando Dio e la speranza cieca.

Solo strade vuote e città deserte

attraversate dal nemico fantasma,

strage faceva di gente innocente

senza'alcun pudore, senza pietà.

La gente si chiedeva del domani

per sapere quando uscire di casa,

la vita s'era fermata, ma il tempo

correva con la solita cadenza.

Anche il sole al tramonto mogio andava

rosso di vergogna, incredulo e ignaro

quando avrebbe potuto dare all'uomo

l'atteso annuncio della rinascita.

Così il dolore stagnava e plagiava

animi colmi di paure e speranze,

in attesa della nuova alba chiara

che donasse a tutti altri sogni di gloria.


BIANCO

Di Ilaria De Stefano


Ad un tratto tutto e' cambiato,

la nostra vita ha cambiato direzione, colore, sapore,abitudini e priorità.

Se potessi disegnare  la vita adesso sarebbe tutta bianca,

bianca come i muri di un ospedale,

bianca come i camici di medici ed infermieri,

bianca come ognuno di noi che oggi indossa le mascherine,

bianca come le anime innocenti che sono volate via come colombe al tramonto.

Bianco cristallo come le lacrime che non potranno mai dimenticare e consolare abbastanza.

Bianco e' il colore che cancella tutto ma e' anche il colore bianco di un foglio su cui riscrivere tutto e meglio.

Bianco luce e' il colore di una intuizione, di una scintilla che nasce quando pensavamo fosse

tutto perduto.

Il bianco di un' energica pennellata per dire ricomincio.

Il bianco cancella i sapori, gli umori, le abitudini e le priorità, o almeno li sospende e cerca di reinterpretarli.

Il valore Sacro dello stare insieme ora viene sostituito con un altro Valore "lo stare insieme a Noi stessi".

Fermarci un attimo...

rara ritualità

guardarci dentro ma davvero.

Il  sapore della vita  non è più lo stesso, ha un retrogusto amaro,

siamo sospesi  come astronauti nello Spazio.

Le nostre   vite sono sospese come nei videogiochi,

come  nei film sembra che qualcuno abbia premuto sul tasto: stop!

I rumori della città sono ora più tenui, puliti, nitidi, meno confusi dal traffico e dalle grida quotidiane, lasciano spazio quasi al silenzio,

solo si ode la Natura parlare delicatamente:

Il fruscio degli alberi,

il profumo dei peschi e dei ciliegi,

il cinguettio dei canarini ed il vento che saluta tutti con una fresca carezza.

Sembra che la mascherina,questo strano simbolo del nostro tempo, ci parli e voglia dire:

parla di meno, ascolta di più ,

fai di più, parla meno,

nota di più e godi il silenzio.

Sai la Natura l' ascolto volentieri,

Lei suggerisce note eleganti, leggere e raffinate,

sussurra ma non alza mai la voce.

Fresca, gradevole all'udito e alla vista ci ricorda che Lei c'è.

Ma i nostri eroi della TV dove sono?

Sono a casa in pantofole, sospesi come noi.

E ti accorgi allora che i veri eroi non sono dei giganti,

non sono perfetti e blasonati,

non sono dei super eroi

ma  sono esseri umani come noi,

pieni di paure e  fragilità ma determinati nella loro missione,

imperfetti ma in prima linea non solo nelle  corsie di un ospedale.

Perché il tuo Angelo lo puoi incontrare ovunque, anche alla fermata del tram,

potrà sembrarti stanco, pensieroso, un po' sgualcito

ma sempre in prima linea nella vita,

per fare del bene come lui può e sa fare.

Gli Eroi sono  Angeli bianchi che profumano di Bontà, Coraggio ed Altruismo.


DITTICO SUL COVID

Di Izabella Teresa Kostka


l

La follia collettiva infetta le viscere

mette una maschera sulla coscienza,

la psicosi non può essere disinfettata

è come un virus che travolge la mente.


Restiamo umani,

non siamo burattini telecomandati.


ll

Il semaforo rosso per la vita

l’ultimo respiro

recintato con la corona di spine,


Virus è come le manette

che incatenano i polmoni,

ci condanna all’apnea

dal sapore della paura.


NON C’E’ TEMPO PER RIPOSARE

Di Ciro Todisco


Non poss'io riposare

in quest'infide paludi

ove il morbo

come di celate sabbie mobili

tira giù ad annegare

ignari passanti

dell’italico suolo.


Di mani protese

ne afferro i polsi

per riportare nei loro corpi

l'umano respiro.


Delegare ad altri non posso

il compito mio particolare.

Quante mani!!!

Quanti polsi ho da afferrare!!!


Intrisa è la maschera

dal caldo mio sudore;

dei guanti il lattice

con la mia pelle

già si fonde.


“ Dove sei, oh Cristo?”

mi vien da gridare;

come Dio vorrei

nel corpo altrui

vita alitare.


Ad altri ho consegnato

il mio riposo

perché

non poss'io fermarmi

in quest'infide paludi.


UNA CANZONE TRISTE

Di Fabrizio Sani


Mia nonna è il dipinto di mia nonna.

Mia nonna è l’inquilina di mia nonna.

Per me era il volto della domenica mattina

e qualche nascita e qualche morte e qualche eternità

che rotolavano dentro le rughe di un paese

senza spingersi mai oltre la vecchia chiesa.

Mia nonna si avvicina lentamente,

molto più lentamente di ogni altra volta.

Mia nonna è il male minore di mia nonna.

Mia nonna mi mette una mano sulla spalla

e i capelli smorzano la carezza che dona.

Mia nonna è quel gesto obliquo con cui le tengo la testa

e ci insegna che niente dà più intimità della sofferenza.

Si ricorda quella canzone triste,

dice che fa: na na-na-na-na na na.

Per la prima volta in una vita intera

le sorrido per davvero.


LA PRIMAVERA

Di Patrizia Secondi


Bussa alla mia porta la primavera.

Ed aspetta in silenzio.

E’ paziente.

E dolce.

Come le gocce di rugiada

che sfiorano le viole.

C’è l’armonia intorno delle piccole cose

che scaldano il mio cuore.


UNA POESIA PER CHI È IN PRIMA LINEA

Di Antonello Vanni


Quando incastrati in un tempo ricolmo d'incertezza e di timore

scrutando in fondo al tunnel alla ricerca di un timido bagliore,

ecco sullo sfondo quel che fa cornice.

Son Angeli diversi in lindo e bianco camice.

Non hanno ali loro, son medici e infermieri,

quelli che ci restituiscono i domani,

lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...


A MEDICI ED INFERMIERI

Di Gabriella Paci


Braccati dalla paura,restiamo nella tana

dell’attesa  nella sospensione della vita

A tanti, non è dato neppure tanto…


Sono  astronauti di terra spinti a

combattere su un pianeta sconosciuto:

hanno l’arma dell’altruismo che li rende

coraggiosi e forti anche se il piede cede

e violento è l’attacco. Non c’è tempo per

la  stanchezza e il timore che mordono

corpo e cuore ma solo per qualche lacrima

dietro lo schermo su mani tese a dire l’addio.


Sono angeli  di terra chiamati eroi: non

hanno onori e neppure medaglie ,il loro

nome è confuso tra tanti …


A tanti, invisibili e alati guerrieri

nelle corsie del dolore e della solitudine

va il merito di esserci stati nei giorni neri;

di averci donato insieme alla lotta per la vita

la pazienza dell’attesa e la speranza

insopprimibile della ripresa.


ANGELI CUSTODI

Di Norberto Mazzucchelli


Combattere il Corona

con la forza dei pensieri

seduto in poltrona

mentre medici e infermieri

si contagiano in trincea …

Che risibile idea!


Eppure vivaddio

voglio dare pure io

un esiguo contributo

e rivolgere un saluto

con i miei versi modesti

a individui come questi:

sanitari e volontari

stanno al fronte senza orari,

commercianti e farmacisti

vigili e carabinieri

anche se coi volti tristi

si sacrificano ai doveri

come autentici prodi,

veri angeli custodi.

Un esercito agguerrito

luminoso come un mito …

Mentre tutto il mondo esplode

per la storica infezione

li promuovo con la lode,

vinto dalla commozione.


Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine

BUONUMORE

Di Giuseppina Porro


Il buonumore m'inebria la testa.

Il sole ride e profuma questo dì di festa.

Corre su e giù per nerbi un'energia amplificata e bella allo specchio l'immagine riflessa

mi fa un occhiolino, le piaccio,

non nasconde con me la sua timidezza.

Vago per il vial al pari d'una principessa un amico si inchina un altro riverente mi stringe la mano, io sorrido felice

di ricevere così tanto calore umano

Nella notte mi sento una stella nel cielo che brilla accanto ad un'altra più bella la sua mano che mi sfiora leggera

un brivido freddo sulla mia pelle nera

Chiedo al tempo di bloccar l’ore,

mi pizzico piano per capir se è vera, questa fiaba che dolce mi inebria.


LA VITA E' OVUNQUE

Di Leonardo Manetti


Su un muro

cresce l'erba,

una pietra sull'altra

creano un mosaico

dall'incastro perfetto.

Sotto terra

abita un insetto,

esperto di architettura

costruisce una città

dalla magia geometrica.

Sull'asfalto

nasce un fiore

e tra i grattacieli

un tramonto rosso

colora il cielo.

Nel deserto

vive una pianta,

la sabbia è dipinta

di giallo, bianco,

rosso o nero.

Sui ghiacciai

un batterio respira,

l'acqua è blu

assorbe la luce

degli altri colori.

Negli abissi

nuota un pesce,

il sole non arriva

ma la bioluminescenza

fa i fuochi d'artificio.


LA MIA PREGHIERA

Di Patrizia Cavallo


Abbi cura di te

di ogni tuo singolo granello

sei di polvere d’oro

tu vali un regno.

Insisti nel tuo spazio

come mai è stato,

reinventalo fortezza,

sii soldato.

E, quando avrai voglia,

certo che ne avrai,

di disertare il campo,

apri una finestra per viaggiare

su una nuvola, sai, si può volare!

E, per ricaricare la speranza

cerca un ramo di gemme

ne coglierai tanta.

Abbi cura di te,

non trascurare!

Questa la mia preghiera

che anche tu per me

dovrai pregare.


CORONAEROI

Di Cinzia Pachioli


Gli zoccoli incalzano e la terra trema,

sono uno di loro ed ergerò il poema.

Nelle moderne gesta vedo antichi fasti,

una mascherina non credo basti;

lacrime e sangue scorron nelle vene,

nulla di più  vuoto  di quelle vite piene.

Chiamati a vincere senza vedere cosa,

chiude le bare in cui nessuno riposa,

la gendarmeria le traghetterà lontano,

un pugno di sabbia resterà nella mano;

urla disperate squarciano le stelle,

vite appese come cordicelle.

La paura negli occhi degli operatori,

imprigionata per giorni nei nostri cuori,

lontani dalle case e dalla famiglia,

ma duemila euro nessuno li piglia.

credete non sono più Ercole o Achille ,

gli infermieri di prove ne han superate mille.

I veri eroi di questa nuda guerra,

per accorgersi di noi han dovuto fermare la terra,

così il mio elogio termina in disparte,

a cose finite non rimaneggiate le carte;

del nostro lavoro cercate di carpire ,

la solerzia con cui usiamo agire,

nell'anno del signore duemilaventi ,

fate ammenda di tali eventi.


MANI

Di Federica Russo


Mani che raccolgono altre mani

per far inspirare la vita

espirano così la stanchezza che devasta l’anima.

Mani che credono al futuro

ma che abbracciano il presente

per respirare la vita che scorre.

Mani che si uniscono

e con il loro battito di vento caldo

ridonano aria alla terra che rinasce

a nuova vita.

Quelle mani che raccolgono sorrisi e lacrime

che si donano infinite.


IL NOSTRO FUTURO

Di Cesare Nicoletti


La mia vita scorre sempre uguale a prima

nessuna novità, nessun grande gesto

ma d'improvviso tutto cambia quel clima

tutto diventa incerto, confuso e funesto


la storia di un virus che mette paura

all'uomo, alla società e al mondo intero

e ci troviamo dentro questa sventura

dall'oggi al domani come un prigioniero


che cerca di capire cosa ha sbagliato

s'interroga, si sdegna ma non riesce

a farsi un'idea e sta rassegnato

e allora in questo stato l'ansia si accresce


Eppur tra la sfortuna di questo caso

il cuore grande degli italiani ama

soffre la reclusione ma persuaso

che tutto finirà come in una trama


Popolo di eroi, di santi e di poeti

popolo di artisti e di navigatorio

dimostra nobiltà e gesti concreti

sceglie la fratellanza senza clamori


e ogni giorno vive, soffre e spera

in solidarietà, senza confini

dal capo dello stato all'infermiera

tutti collaborano e sono affini


Sarebbe troppo lungo scrivere i nomi

di uomini e di donne, di nuovi eroi

c'oggi fanno l'Italia, hanno i diplomi

di ambasciatori dell'amore, dei suoi


tanti sacrifici per il nostro bene

per questa umanità che sembra aver perso

il senso della ragione, come un gene

impazzito che ammorba l'universo


Se l'uomo ha smarrito il suo divin lume

dobbiamo ringraziare i nostri eroi

e questi eventi che sono come un nume

per ritornare ai veri valori, a noi,


all'essenza che siamo, alla verità

dove l'origine, la Luce, Dio Padre

che abbiamo in comune, che è nostro Padre

ci ha reso fratelli e sorelle e sarà

il futuro eccelso dell'umanità


L’INCERTEZZA DEL DOMANI

Di Beatrice Mihaela Vieru


Com’è difficile colmare quel strazio d’incertezza esistenziale,

vedo il silenzio nell’attesa del domani

sento il dolore come i carboni ardenti nel focolaio

tocco le immagini senza sagome

oggi nemmeno il sole sorride come del solito

il cielo triste abbandona le nuvole nelle strade vuote

accompagnano le ceneri sottili nere nei prati aridi

nell’aere quel silenzio taglia le risposte lontane

in lontananza un stormo di uccelli vagabondano

nella profondità della libertà umana,

ora tutto ha un senso adesso

la paura è diventata la nostra pelle

lottando con l’incapacità del viver sereni

l’unica strada possibile è l’amore Divino

che ci farà ricominciare


RISVEGLIO DEL 2020 E DOMANI

Di Sandro Perillo


E’ arrivata la sera,

tra poco l’oscurità

spegnerà le delusioni

che mi soffocano.


Amarezze mai assopite

per non aver saputo amare

e non solo dare.


Ora è tardi,

raccolgo gli ultimi stracci

di questa vita frammentata

in un doloroso silenzio di echi.


Domani, un ricordo, forse,

resterà nei pensieri distratti

che presto svanirà nel quotidiano.


La vita, la morte

un unico insieme

di invisibili algoritmi

oscuri e incomprensibili.


L’EROE, IL CAVALIERE ERRANTE

Di Armando Maiolica


Ho paura, ho tanta paura!

Nei tuoi occhi questo ho letto

se pur di tal patema nulla dici

tanto da sembrar disinvolto.

E’ una dolorosa e celata angoscia

quella che ti opprime

nel mentre cerchi di salvar

chi dal male è stato preso.

La paura che ti prende

è perché a lottar ti trovi

contro un male oscuro,

contro un essere invisibile,

nemico perverso e spietato,

che chiunque può colpire

come ha fatto con chi lo

con tanto amor stai curando.

Però proprio la paura,

il timor che anche tu

puoi soccombere, perire,

a reagir ti spinge

e ti dà la forza di lottare.

Ti invoglia ad esser presente

in questa trincea desolata

dove una metamorfosi avviene

che la tua paura diventa coraggio

e per quanti ti guardano

non sei più il curatore

ma l’eroe, il cavaliere errante.


LA QUARANTENA

Di Antonino Biancorosso


-Gli occhi chiusi

dentro la tua stanza buia

-L'orecchio ode

il silenzio del tuo cuore

-Fredde le mani

accarezzano il tuo caldo viso

-Il tuo odore di zagara

profuma nel tuo triste sorriso

-In un giorno di sole!


PROSERPINA

Di Diego Baldassarre


Una volta i vecchi giocavano

a carte

al bar: li osservavo


Sono loro che mi guardano

fissando

i punti scuri delle pupille


Parole soffocate

sole

aggrappate al camice verde


Non sapevo

che sarei stata io la Proserpina

che taglia

il capello fatale


MARGHERITE DORATE

Di Maria Giovanna Bonaiuti

I

n quel giorno di febbraio,un raggio di sole coraggioso

Lottava contro una nebbia neghittosa,

che sembrava zucchero filato,

per regalare una piccola carezza di calore

ai cuori ingrigiti dalla solitudine.

Camminavo irrilevante,

lungo la via della mia melanconia irriverente,

quando l’ho vista,

abbandonata nel suo vaso striminzito,

con le sue foglie rinsecchite,

ma con una speranzosa macchia di verde.

L’ho portata nel mio balcone,

tra le mie piante senza nome,

i cui semi senza nome  ,

sono stati trasportati dal vento

sfuggendo a terre inospitale.

Ora la sto guardando,

e vedo una nuvola di sorridenti margherite dorate,

immerse nella gioia di foglie splendenti.

Intorno a lei si affollano i miei amici passerotti,

per farle compagnia.

Così mi accorgo

Che basta una carezza ,

come un piccolo gesto di gioia,

per ridare un soffio di speranza

al silenzio delle anime abbandonate nell’indifferenza .

anche il mio cuore si accorge,

che quel guizzo di luce nell’inverno inospitale,

era anche per me.


TERRA SPACCATA

Di Angela Ladisa


Il dolore è un terreno arido

che se non viene innaffiato

si indurisce

e ti ritrovi il cuore secco.

E allora io ti dico:

piangi

che le lacrime non cibano il dolore

sono acqua che si insinua

tra le crepe di una terra spaccata.

E allora io ti dico:

piangi

che le lacrime della sofferenza sono capaci di dare la vita anche ai fiori.

E non ti stupire se

tra le crepe della tua terra spaccata

vedrai presto un germoglio

che si aggrappa con forza alla vita

e la inventa da capo.


E IN CERTI MOMENTI

Di Ilaria Spes


E in certi momenti

il silenzio diviene la capsula

che placa la paura

E la distrazione offerta dai fiori

un modo per seguire

un’altra linea del tempo

Così chiedo aiuto all’abete verde

ai rododendri in gemma

persino alla quercia australe

che sola migra in un tempo inverso

Chiedo aiuto alle radici alla linfa

al sangue delle piante

perché sia accolta la nostra pena

nel rifugio della loro carne


GLI ANGELI MASCHERATI

Di Franco Calzolari


Come travolto da folle tornado,

scemar ho visto la luce della vita,

il corpo mio sprofondar nel guado,

l’avventura terrestre ormai finita.


Lontano dalla casa e dagli affetti,

con grande amarezza dentro il cuore,

vedo svanire i sogni e i miei progetti,

mi sento soffocare dal dolore.


Ormai mi arrendo al volere del fato…

Con un sorriso mi porge la mano,

un angelo dal volto mascherato

che sembra giunto da un mondo lontano.


Ora che sono tornato alla vita,

sarà eterna la mia riconoscenza

a questi angeli, di bontà infinita,

che mai l’umanità potrà far senza.


Quando l’epidemia sarà finita,

ritorneremo ancora tutti insieme,

per prati verdi a camminar nel sole,

a vivere le gioie della vita.


SOFFERENZA

Di Anna Maria Lavarini


Si era nascosta la primavera

non sopportava tanta sofferenza.

Non portava con se la sera, tramonti dorati

ma solo un cielo livido e malinconico,

ovattato di nuvole gonfie di lacrime.

Silenziose e vuote le strade,

la grande piazza muta e sterile aspettava.

Avvolto da un sterminato silenzio

sotto la pioggia camminava solitario

con passo lento, il grande vecchio bianco

sembrava portasse sulle spalle,

tutta la sofferenza del mondo.

Quella sera dinanzi ad vuoto assoluto,

per la prima volta, parole e benedizioni

non sono state rivolte ai soli devoti

colorati e festanti.

Brillavano i raggi d’oro del santissimo,

per la prima volta mai benedizione,

ha varcato tanti confini  

per la prima volta

in questo tempo sospeso

all’ unisono mai così tanta gente in ascolto

Sotto la pioggia parole di luce

per alleviare tanta sofferenza

Suoni di campane e sirene

dolore e speranza

si confondevano con la pioggia.


IN PRIMA LINEA

Di Simonetta Vacca


Il passato è incerto..

ma il cuore infonde coraggio

il corpo impettito avanza oltre la linea rossa di confine.

La mente immagina un futuro agognato.

Nessuno “eletto”

Nessun “condannato”

Torneremo tutti a casa dal fronte insanguinato.

Nessuna medaglia a testimoniare il

“dovere”.

Nessuna corona a indicare “il potere”.

Solo la vita

Indomita

Battagliera

Sfacciata nel suo incedere

Baldracca nel suo perire..

A voi in prima linea l’onore di una magica follia!

In Italia, nel mondo, nell’intero universo

E.. così sia.


LA PRIMAVERA SENZA NOI

Di Anna Costinela Bichis


La procesione  quest anno l’hanno fatta solo nei cieli,

sono tanti i dipartiti

molte le lacrime versate in silenzio nella terra deserta..

loro abbracciati

noi sempre più distanti,

la primavera  è bella più che mai ma nessuno a guardarla,  

sono in letargo i monumenti,

le strade tacciono,

gli uccelli cantano,

gli umani piangono,

le stelle cadono,

le campane annunciano il tempo della sacra ora,

nei luoghi di culto non rumoreggiano preghiere,

si prega ai piedi del letto e si parla spesso con Dio.

Tra blu intenso e tiepido azzuro

sfumano  notte e giorno.

Mai guardai il cielo cosi tante volte

perché schiavo era lo sguardo  sui piedi nel loro cammino

Ora sono immobile,

alzo spesso gli occhi  verso l'infinito, non volano più gli aerei,

solo quelli di soccorso,

l’aria limpida e il cielo sereno sono  il regno degli uccelli,

finalmente liberi di rumori,

inquinamento.

Ho tempo, lo stesso tempo di prima,

ma ora capisco quanto ne ho sprecato.

Avevamo tutto il mondo ma stavamo perdendo noi stessi,

ora parliamo spesso con i muri delle case che ci proteggono.

Sai figlio,

in giro ci sono i supereroi, medici, poliziotti e carabinieri,

quelli che non ci fanno mancare il mangiare, tutti salvano le vite

ci proteggono dai malviventi e spesso  da noi stessi,

in corsia manca il tempo per fermarsi a piangere,

si corre come sui campi di guerra,

i più forti si salvano,

i deboli ti lasciano l’ultimo respiro

da raccontare a madri, padri, figli,

non ce modo per l’ultimo saluto,

le porte degli ospedali sono serrate per non far sfugire il male,

si gioisce per un istante quando qualcuno ce la fa tornare a casa.

I soldati non impugnano armi

ma trasportano feretri, costruiscono ospedali,

non ci sono messe e nemmeno funerali, non ci sono fiori d’addio

e nemmeno croci sotto cui riposare il sonno eterno.

Il mietitore  ha rotto le file  e si è portato via anche gli angeli in camice bianco,

gli angeli in uniforme,

senza pietà e senza distinzione,

lui prende, prende, prende

e non saper quando si fermerà ci logora l’animo, la mente, il corpo.

i preti pregano in solitaria nel chiese vuote di fedeli.

Ci assillano le domande,

ci trafigge la solitudine,

i pensieri in subbuglio,

le mani tremanti,

la voce incerta e fragile dietro ai copri volto.

Ci riconosciamo dalla voce,

dalle movenze,

salutiamo  chiunque passa

per paura di aver saltato il saluto ad un amico,

Vogliamo spesso scappare,

ma non ce luogo sicuro su tutta la terra, restiamo  come sassi che nessun mare si vuol portar via.

Sai figlio, non incolparmi anche se ho colpe,

l'eredità che lascio sono i miei errori e i miei ricordi.

Abbiamo dato troppo spesso tutto per scontato

ed ora, le piccole cose sono diventate bellissime.  

Stiamo rivalutando il concetto di libertà, di amore, di famiglia

e mi chiedo se la felicità avrà fiorito nel cuore di qualcuno

così come miliardi di fiori sono sbocciati in questa primavera di silenzio.

L'ego dei spregevoli ora ha un volto,

i cattivi sono più cattivi,

i buoni fanno la carità,

i poveri insorgono,

i ricchi restano ricchi,

i ladri e i traditori di principi e di beni

si vendono sempre per trenta denari. Piange la dignita dei vecchi mentre chiede da mangiare,

angeli in unifore accorono per aiutare.

Si dice grazie da lontano si saluta con un cenno di capo,

si mandano baci e abbracci virtuali,

altri invece sono indifferenti ignorano la tristezza dei vivi,

la

la fila dei morti in attesa di tombe,

poi ci sono i folli  non curanti del pericolo che incombe.

A Pasqua quest’anno c’era  il sole

ma i nostri sguardi sono ombreggiati dalla paura e dell’incertezza,

risuonano canti dai balconi,

gridi di speranza,

ora crediamo  per davvero nel futuro che ci stava sfuggendo si mano,

credici figlio anche tu,

fai meglio di me,

impara la storia dei tuoi avi che hanno sfiorato l’apocalisse,

non ripetere i nostri errori

e anche se fa male ricorda questo momento di tristezza

e accedi nel tuo cuore una luce per i dipartiti .

Sii felice e migliore di me .


OCCHI

Di Elisabeth Gioia Carbone


Non ti riconosco più,

dietro l'ingombro che siede sopra il tuo volto.

Eppure i tuoi occhi hanno imparato a sorridere,

il loro sorriso l'ho ben colto.

E che differenza fa sapere chi sei,

se non ci si può nemmeno abbracciare.

Eppure i tuoi occhi, segnati da ciò che li circonda,

sanno bene come continuare ad amare.

I pianti di chi non puoi salvare li hai stampati sulla tua veste,

i tuoi occhi ancora non li vedono.

Eppure sei qui davanti a me,

anche se i tuoi pensieri sparsi corrono.

Aspettiamo dunque, lo scorrere di questi giorni funesti.

Che ci sarà il tempo per poter ringraziarti,

anche se non sarà mai abbastanza, per tutto ciò che con i tuoi occhi sgranati, anche oggi calpesti.


GIORNI SOSPESI

Di Gabriella Vergnano


Faccio finta

che le parole

che escono

dalla mia penna

siano quelle

di poco tempo fa

che sembra un secolo

i giorni

erano uguali

con il profumo

di caffè

al mattino

i passi tranquilli

i fiori nascosti.

Chiudo gli occhi

per non vedere

quei corpi sfilare

uno dietro l’altro

visi amati

fino a ieri uomini

come quello

di mio padre

che non vedo

da un mese

da bambina

mi portava

a pescare

Sguardi sbiaditi

aspettano

di rivedere

i giorni di prima

ci inventeremo

nuovi altari

per scambiarci

abbracci da lontano

vicini avremo

paura

e gli uccelli

volano allegri

per ricordarci

che è già primavera


ODE ALLA TECNOLOGIA

Di Marisa Amadio


Lode alla tecnologia

che ci rende liberi nella prigionia

in questo loop temporale

in cui ogni giorno è uguale.


E il sole, obsoleto orologio, ritorna

a scandire il tempo del giorno

dal suo levare sino al suo tramonto.


Sempre in contatto

è la parola d'ordine del coatto

nella cella dorata del caso

che piange addosso al recluso.


Ma che benedizione e che pazzia

lode a te oh tecnologia

che ci illudi d'esser vivi per sacra egemonia

in questa collegiale follia.


CE LA FAREMO

Di Anna Maria Brughitta


Saranno attimi di vita vissuta

che riaffioreranno lentamente

nelle pagine di un libro

trascritte minuziosamente.

Fiori come segnalibro,

che separano quei momenti

racchiudendo i pensieri...

segnando sensazioni ed emozioni

che il cuore rivivrà in eterno.

Dove la primavera dirompe

con i raggi del sole

ed esce fuori con tutto il suo splendore!

Il suo calore,

sarà l’unica cosa che segnerà

dopo tutto questo terrore

la fine di quest’ incubo…

e resterà indelebile

nelle pagine della vita.

Il silenzio delle vie,

dove nessuno sfiora nessuno,

mentre le persone guardinghe

con mascherine e guanti

la distanza cercano di rispettare

lunghe file ovunque.

Il panorama è surreale.

Tutto è surreale.

Questo silenzio è surreale…

ma non è solo assenza di rumore

ma sofferenza nei cuori.

Ti è mancato un abbraccio…

un bacio…

una carezza…

una stretta di mano

che prima potevi dare.

Tutto ci è impedito…

finché questo ospite non gradito

non sarà sconfitto.

Negli ospedali lottano i nostri eroi…

Uomini dal valore

non sempre riconosciuto

ma loro un grande contributo

al paese hanno sempre dato.

Stremati per le lunghe ore ininterrotte,

e amareggiati per la tristezza

che hanno dovuto vedere,

nei volti delle persone che muoiono sole,

senza il conforto e l’ultimo saluto

delle persone a loro care!

Per loro una carezza

e una parola di conforto

mai è venuta a mancare.

È doveroso un grazie dover dire!

Assieme ce la faremo

Io resto a casa…


MANI INTRECCIATE

Di Aurora Cantini


Mani intrecciate

in questi giorni

di scura tempesta,

mani intrecciate

a creare rami e foglie

per un nido di sguardi,

mani intrecciate

intorno a occhi lucenti di domande,

smarriti,

spaesati.


Le mani di una mamma e di un papà

a far da corona e scudo

ai sogni di un bimbo

che attende la primavera

da dietro i vetri di una finestra.


Mani che sorreggono e scaldano,

accarezzano e rialzano...

mani che giocano, scrivono,

impastano, insegnano,

indicano.


Mani grandi come ali,

a cui un bimbo può afferrarsi

per raggiungere il cielo.


E volare alto,

nel cuore delle nuvole.


E volare alto,

senza paura di cadere.


VERRÀ ANCHE L’ALBA

Di Rosanna Peruzzi


È così buia la sera

con la luce fioca di un corridoio


e una lanterna accesa nel cuore

per non respirare la sconfitta.


È più forte della resa

il coraggio

di chi combatte


mentre molti cadono

in un sonno profondo

che oltrepassa la vita.


Verrà anche l'alba

sgombra da nubi

e potrai guardarti nuovamente

con il viso di ieri


e negli occhi il sorriso

della speranza

mai morta

sotto la maschera…


un sospiro

verde di fili d'erba

nati tra le mani.


DOLCE ANGELO MASCHERATO

Di Sergio Camellini


Voglio,

dico voglio!

Far mia

la tua malinconia

per sentire quello che senti,

provare

le tue emozioni:

vivere i tuoi sentimenti.


Voglio,

dico voglio!

Uscire dal tunnel

della paura,

prendere per mano

la vita,

abbracciare un sogno:

sì, non è finita.


Voglio,

dico voglio!

Giacché l’infinito

verbo dire… si tramuti

nel piacevole verbo fare,

come col tuo operato

a rischio

anche di dolore.


Dolce Angelo mascherato,

grazie

solo per amore.


PARIETARIA

Di Domenico Fabris


Inerpicata e immobile resiste

nel consumato anfratto e dentro al tufo

e calce, fissa di barbe la muraiola

che   aspersi semi   derelitti  al vento

strapparono   l’appiglio a quella sorte

e  il  solo  fato soggiunse  a favorire

seppur l’agreste palmo nel sito mai la pose.

Così codesta vita , con quell’ amara allure,

gretta   s’alligna  alla  materia inerme….

………….. sfuggevolmente viva!


IL VENTO SUSSURRA DI NOTTE

Di Sara Acireale


In questa città invisibile

l’amore diventa remoto

spazio lontano nel tempo

un forte pensiero sfiorito.

Il vento sussurra di notte

e porta ricordi lontani

di cene e risate tra amici

c’è buio e ti cerco nel tempo.

M’appare l’amato tuo volto

penso che sia probabile

trovare il rimedio perfetto

uscire fuori dall’incubo.

Basta soltanto un’emozione

per viaggiare senza una meta

e seduta sul mio divano

sento la musica delle onde.

Il vento della bella estate

porterà ancora tanti abbracci

e il bacio tanto aspettato

con l’amore, sole di vita.


HO IMPARATO LA PAZIENZA

Di Salvatore Mancuso


Ho imparato

la pazienza,

in questo tempo

di penitenza,

la pazienza

dell'operosa attesa

vissuta

nel profondo

della coscienza.


IL PENTAGRAMMA

Di Elvira Giordano


Il mondo è popolato da tante anime,

come il pentagramma è formato da tante note.

Le anime,

come le note,

sono tutte diverse, eppur così simili.

Una singola nota non crea la musica,

ma tutte insieme

possono dare vita

a meravigliose melodie.

Un singolo uomo non può

cambiare il mondo,

ma tutti insieme

possono renderlo migliore.


DIETRO QUEL SUONO, MIA MADRE

Di Simona Merlo


La divisa camuffa i tremiti.

Invisibili entità ladri d'aria minacciano senza invito.

La mascherina trattiene i sorrisi.

Oggi è tranquillo, scrive.

Non come ieri. Chiama tu papà.

La realtà è un intreccio di suoni.

Poi le grida

al telefono.

Trambusto di voci

“Non respira, emergenza”.

La forza è dietro le attese.

Riparte quel mezzo apripista di salvezza

per noi

familiare effetto ansiogeno.


ALTA MAREA

Di Nicol Maria Pucci


Mare grosso

Giornata di tempesta

Accolgo,curo,proteggo

Salvagenti

Scialuppe travolte

sbatacchiate da questa inattesa alta marea

Equipaggio mai stanco

La sua energia contro quella delle profondita'

Tornera'il sereno

Mare calmo

Orizzonti

Calma


CREPUSCOLO SERALE

Di Maria Vittoria Spinoso


Nell’ora che il sole si scolora,

seduta su una sedia a dondolare

nel quadro del mio portico serale

mi sembro fare pace con il mondo.


Lo sguardo mio perduto all’infinito

osservo quelle ombre dei cipressi,

che sembrano allungarsi a dismisura,

segnando più lontana ogni altra via.


Nel cielo tra nuvole increspate

immagino altri volti di viandanti

e la distesa verde d’erba al vento

si lascia ondeggiare come il mare.


Profumi indefiniti mescolati

alle narici lascio indovinare;

non v’è rumore d’ uomo, forse stanco

si è maturato il tempo al suo riposo.


Una vecchia richiama il suo micino,

chiude la porta e recita il suo mantra:

è l’ ora ormai che volge al suo riposo,

sperando nel risveglio del domani.


Restano ai lati come sentinelle,

due vasi con i fiori di gerani;

io chiudo intanto lentamente gli occhi

e sogno l’illusione del domani.


CREDICI

Di Giuseppina Porro


Di parole se ne dicono tante.

Di battute se ne fanno altrettante.

I media terrorizzano per fare informazione:

vende più un morto che la guarigione.

Ed ora, ancor prima che finisca questa maledizione,

non sarà il virus la causa della vera depressione.

Sarà data dall’ansia, e dal panico,

che salgono, che mettono terrore,

che han fermato l’economia,

che han creato la confusione.

Per ora

bisogna isolarsi,

curarsi

e far prevenzione,

per portare il male

ad una controllata estinzione.

Ma le forzate quarantene e le legali proibizioni non saranno le sole uniche soluzioni.

Per debellare il male

si produrranno vaccini

a difese immunitarie cellulari, ma per l’uomo?

Per l’essere umano.

NO!

Non ci sarà isolamento o medicina ad aprirti la via.

Solo tu potrai, più di tutti,

credere in te,

amrti, sognarti

e dai...

Ti Rialzerai!


COME SE FOSSE NORMALE

Di Carla Sautto Malfatto


Come se fosse normale

ad un metro ti dico coraggio

al telefono resto a parlare

che mi manca il tuo abbraccio

a fare boccacce,

della pazienza e del buon senso,

la ricetta della pizza e del pane

e mi sembra che di pensieri

così accanto

non li abbiamo mai avuti.

Io sono qui

ancora mamma e ancora bambini,

la scoperta che si fa seme

chissà poi se attecchirà

diventerà cosa nuova

o rinsecchirà

nella ripresa normalità

di un campo duro e non arato.

Dipende da noi,

dipende da me e da te

sono nelle tue mani

e tu nelle mie,

basterebbe questo capire

a smuovere la zolla

lo è sempre stato

dimenticato,

il meglio e il peggio di noi

ora sotto il sole

che resta sospeso

anche di notte

in un afflato di domani.

E le mani sono piene

di baci lanciati.

Già si chiede

di non dimenticare.