Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali

Da WikiPoesia.
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Introduzione

Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.

Vi ringraziamo ancora una volta per le vostre Poesie!

Vincenzo De Lucia

WikiPoesia


Stella della Solidarietà Poetica

Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Lodi

INVISIBILI EROI

Di Flavio Provini


Quelli vestiti come dei marziani

quelli che hanno il destino tra le mani


quelli che masticano la paura

quelli che vivono come in clausura


quelli che non dormono mai la notte

quelli dalle pantofole decotte


quelli che hanno un sudore di sei ore

quelli che rischiano per solo amore


quelli tirano sul capo un velo

quelli che ti salvano per un pelo


quelli che corrono per le corsie

e pregano poi nelle retrovie


quelli che ci mettono fiato e cuore

quelli per cui il camice è un onore


quelli che a fine turno son stremati

l’ansia cupa negli occhi allucinati

il dolore tatuato sulla schiena

un trancio di focaccia come cena


quelli che a casa non parlano mai

cercando un senso a tutti questi guai

ma il senso ammicca col loro sorriso

di umanità, di fratellanza intriso.


Anestesisti, dottori e infermieri

voci delle Croci, dell’emergenza:

da sempre esistono ma fino ad ieri

in pochi a celebrarne l’esistenza.


Date loro un trofeo, una medaglia!

Nominateli eroi di questa Italia.



LA  PAROLA  CONTAMINATA

Di Maria Benedetta Cerro

         

Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –

Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.

Il male / in marcia col suo grido /

con la sua coda di devastazione

ha piantato radici nella nostra carne.  

Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.

La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –

Il tutto che pareva importante / è insignificante.

Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.

Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.

Eppure dice al mandorlo – fiorisci –

e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.

Ora la parola è fatta scorza.

Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.


A PIU' DI UN METRO

Di Gianpaolo Bellucci


Io me ne sto qui chiuso

In casa

Con il mio cane

Lo accarezzo

Bevo birra

Mangio torta

Con salame

E riapprezzo

Il calore del

Focolare domestico

Quell'atmosfera familiare

Mentre bevo e mastico

Musica di sottofondo

Mi fa dimenticare

Per un attimo

Quello che accade

Ora

In questo mondo

Deturpato nel

Suo profondo

Sicuramente

Anche tu

Sarai sola

Chiusa nel tuo di mondo

E anche se

Ci potessimo

Vedere

Almeno distanti

Un metro

Ci dovremmo

Sedere

Non ci potremmo

Toccare

Non ci potremmo

Annusare

Solo il nostro sguardo

Ci mostrerebbe l’amore

Uno sguardo forte

Uno sguardo intenso

Che illumina

La mia notte

Quando non ci

Sei

Ed io ti penso

E quanto vorrei …

Vorreiii …

Avresti mai potuto

Immaginare

Che accadesse tutto ciò?

Io no

Anche se sono

Un convinto sostenitore

Che la realtà

Sia di gran lunga

Della fantasia

Superiore

E questa epidemia

Si è allargata

A dismisura

E si è trasformata

In una pandemia

Gonfia di paura

Ma io sono

Sicuro

Che ce la faremo

Che domani

Ci stringeremo

Le mani

E ci abbracceremo

E potrò toccarti

E potrò annusarti

E potrò baciarti

Non ci sarà più

Una distanza

Fatta come vetro

Che mi tiene

Chiuso

In questa stanza

lontano da te

A più di un metro …



FANFULLA DA LODI

di Emanuele Ambrosini


Il dì

che vide il noto cavaliere

unito ai suoi fratelli

vincere

su ciò che osò dubitare

del loro coraggio,

l'anima.

Passeggia nell'universo

effonde luce,

vita.

Ancora una volta oggi,

Cavaliere,

camice,

l'anima.

E' una cascata che esplode

per dipingere nel cuore

ciò che le parole incidono su carta:

Vinci, vinci, vinci.



GUARDO ED È VITA

Di Giuseppe Pascarella


Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,

un altro giorno sta passando

e porta con sé la tristezza e la rabbia

di non vedere un domani, non vedere un futuro.

E’ questa la vita che ho sognato?

O forse è quella fin troppe volte annunciata?

E in questo silenzio innaturale

si ode qualcosa.

Sono rintocchi di campane

non più coperti da rumori del traffico.

Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.

Sono i canti degli uccelli:

ci dicono che la primavera è alle porte.

La primavera che porta con sé vita.

Sono i vagiti di un bimbo.

Vita.

Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,

inspiro forte e ne sento i profumi.

Vita.

Mi accorgo che da una finestra

una bambina mi sorride. Vita.

Sì vita.

Riprendo il mio sogno e penso

che questa breve pausa

non fermerà la vita.

Non fermerà te.

Tu sei vita!



IMMORTAL SAPIENZA

Di Franco Frijio


Pulir la mente

da pregiudìzi dovrai.

Cosi

ciò che già sai

scoprìr potrai.

Allorché

nuove conoscènze

cercàr potrai...

Questo, sì !...

arricchìsce

lo Spirito che sei...



LUCE

Di Fabio Strinati


Sospeso nel vuoto un filo di luce

avvolto da un faro ai bordi della notte;

strade interrotte nel sonno

appeso a un fascio di speranza.

Eremita adagiato sopra un lume

intorcinato in una stanza; un soffio

nel vuoto, l’aria che nella morte

s’addormenta. Eterna è la vita

che nel silenzio mai s’è ostinata

al gemito: ormai, decrepito lo scroscio



AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Antonella Laviola


Turbinava intenso,

di ora in ora,

di chilometro in chilometro.

il tornado della solidarietà,

fino a coprire l'intero territorio.

Era al tempo del coronavirus.

L'eco del saluto

partito con dono di un cuore solitario

compì il miracolo dell'unione

e rimbalzò

di monte in monte

di mare in mare

fino a risuonare

nell'aria rarefatta.

Era sempre al tempo del coronavirus.

La luce

s'allargò, una sera d'inverno,

di casa in casa

fino a divenire

dall'alto uno stivale scintillante.

C'era nel buio

il canto vibrante,

la voce di un popolo,

dalle vene pulsanti vita,

generoso, passionale, creativo,

che cantava il suo inno.

Non era certo il tempo del trionfo,

era ancora e solo il tempo del coronavirus,

tempo di riflessione,

tempo di amore embrionale

privo di dolore,

tempo di speranza,

tempo della nostra creazione

di un futuro anelato.



CRISALIDI (imparare a fluire)

Di Eleonora Capomastro Orofino


Se albe e notti non si alternassero

sotto il mistero di questo cielo,

saremmo grigi esseri statici, confinati

nei limiti delle nostre rassicuranti identità,

per cui spesso barattiamo

la vera felicità.

Eterni soli ci accecherebbero,

eterne lune sfalserebbero i colori.

Nella danza del mutare

stanno chiave e insegnamento.

Fragili e imperfetti,

abbarbicati a forme preconcette,

convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità

che ci preservi dalla paura e dal dolore.

Ma non è forse nella natura di questa vita,

la più grande lezione,

nella sua alternanza e movimento,

nella sua perenne trasformazione?

E noi dovremmo imparare

a lasciar che sia cambiamento,

come il bruco che si risveglia

per danzare nel vento.

Aver fede nel fluire,

attingendo anche dalle sofferenze

per apprezzar ancor più il gioire.

Vivere il dolore

lasciando andare ciò che muore,

affrontando la rinascita

e stupirsi ancora per un nuovo

inaspettato colore.



LA PRIMAVERA DEI BALCONI

Di Franca Donà


Saranno ancora rondini a cantare

oltre i confini grigi delle case

oltre il lamento, la preghiera

il pianto dei soldati sopra i carri

le bare senza fiori e senza croci

soltanto il buio a benedirne il viaggio.

Non ci sarà un ritorno, non ci sarà

un altro treno verso il mare, mai più …

ci toccherà aspettare primavera

restare dentro il nido e dal balcone

mandarci baci  tra lenzuola stese

come se fossero bandiere al sole

senza toccarci, da lontano eppure

non siamo stati mai così vicini.



ALBERI MAESTRI

Di Riccardo Montanaro


Un varco per la speranza

quell’orizzonte lontano

Saluto mia moglie bacio mio figlio

e di notte salpo

Tanti come me

ombre lunghe e scure

alberi maestri in una sola imbarcazione

E prego l’Italia

prego le sue sponde di abbracciarmi domattina

Prego che il porto non si allontani dalla riva

Temo il varco

chiuso

avanti agli occhi

e l’orizzonte di nuovo alle spalle

Prego l’Italia che non si divida

per timore di noi

alberi maestri spaccati a metà



CITTÀ E PAESI

Di Elisa Mascia


Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,

piccoli paesi e grandi città

accomunati dalle strade déserte

e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.

È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,

in casa é d' uopo restare,

fare attenzione

seguire ogni raccomandazione.

La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare almeno un pochino di amore e di pace al fratello.

Che sia di monito e di giusta comprensione.

Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.



ITALIA

Di Noemi Di Gaetano


L'Italia è tanti colori

le piace far festa

muove paesi, unisce culture.

Sa quando fermarsi per poi ripartire

da nord a sud, dal verde al blu

sembra divisa ma in fondo è unita

come due amici che non si vedono da molto

ma sempre disponibili nel momento del bisogno.

Tutti uguali di fronte alla guerra

e prima o poi anche davanti alla ricchezza

Madre di tutti tra sogni e speranze

grande vetrina ammirata da tanti

Vedi soldato, forza e coraggio!

Guarda il mare tra le alte montagne

continua a lottare senza mai dimenticare.



QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE

Di Alessandro Porri


Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,

come panni stesi al tempo ormai sgualciti,

come il soffio che danzanti li ha asciugati,

come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.


Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,

come otto infinito di pensieri senza uscite,

come lotte uterine tra nevrosi mal celate

e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.


Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,

presuntuosi per dogma vendevamo la faccia

ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,

della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.


Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo

o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.

L’essere mortale troppo spesso è perverso,

tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.



VITA

Di Alessandro Dall’Oglio

Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,

ora che hai lo sguardo smarrito,

come quello di chi ha perso ogni ideale,

di storie senza pietà né giustizia.

Volevi far impallidire tutti i mille colori,

fra mascherine bianche assolute.

Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,

come fenice dalle troppe ceneri.



Valore al merito

Di Riccardo Mazzamuto


Guerrieri senza armi

donano speranza vita,

ti accompagnano ti difendono

da un nemico invisibile…

in quel campo di battaglia

dove sei nato e cresciuto,

noi, noi medici senza gloria

senza uniforme, senza niente...



CORONATI DI SPERANZA

Di Roberto Lasco


Nell’etere elegante

si libra una corona di speranza. Momenti di delirio

si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto

del trionfo provvidenziale

di una fede atavica e pura

che soccorre fra le stelle

uomini solidali

nel coronare un sogno, richiamante la realtà,

per condurla tra gioie

apparenti e scomparse

nel vuoto del nulla.



SONO LORO

Di Daniela Moreschini


Grave silenzio aleggia nell’aria,

passi leggeri  girano intorno

al bianco letto immacolato

e senso di impotenza che invade

Bianche figure si affannano

per fermare la nera nube che scende,

corpi stremati che lottano,

sudore misto a  lacrime

che lentamente scendono

ad accompagnare

quell’ultimo alito di vita

Sono Loro… gli unici testimoni

nell’atto finale della tragedia.  



ARIA INFETTA

Di Renato Fedi


In questo silenzio

che si mangia i pensieri

non ho un chiodo da appiccare

per dare un senso al quadro della vita.


Non si beve nulla

succhiando aria infetta,

a difesa una borsa di speranza

ch’adesso è piena solo d’apprensione.


S’era a prendere

restituendo la miseria

un vivere con scatti fuori d'asse

quasi un correre privato dei traguardi.

Ci sarà del nuovo

nel rivestirsi al mattino

dopo l'andare a vuoto delle ore

ci ritroveremo figli, padri, umani veri.



MAI COME ORA

Di Sante Serra


È giunto il tempo del silenzio

cimiteriale e misterioso,

della paura fuori dalla porta,

del pane fatto in casa

annidati fra le mura, odiamo

da lontano sirene d’ambulanza

mentre la TV sciorina la sterile conta

di chi ce l’ha fatta e di chi non.


Mai come ora,

il tempo resta fuori casa,

dalle finestre sprazzi di luce

irraggiano i cortili, e le notti

che non sono più le stesse

sognano un abbraccio vero

ora interdetto senza colpa alcuna.


Ci accomuna l’essere persone

uguali al cospetto dell’oscuro,

che alzano gli occhi del coraggio

con o senza mascherina, isolati

nel desiderio di vincere la paura,

destarsi all’alba d’un mondo migliore

stringersi la mano con nostalgia,

riprenderci a pieno la vita

e lasciarci accarezzare dal sole.


Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Bergamo e Brescia

ECHI LONTANI

Di Simonetta Papini


Dove la vita è un eco che si perde

e l’amore è alito di Dio

dammi la mano e accompagna la mia stanchezza

a un angolo di muro

per non ascoltare lo schianto del vento

e la pioggia violenta che batte il mio tormento.

Germogli di dolore accompagnano le ore,

il mio silenzio è ciotola di brina.


QUANDO SARÀ RICORDO

Di Maria Grazia Calí


Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci scopriremo a danzare

sulle ali del vento, nel fluire scarlatto

che ci batte in petto e traspirare

come  nuvole al sole d'inverno,

lacrime d'allegrezza sulla nostra pelle

Brividi caldi e un nuovo sogno

da colorare d'indorate stille

Quando questa dolenzia sarà solo

un ricordo, ci riscopriremo affiancati

a mirare la luna, sotto un cielo

aperto, adornato di stelle

Vendemmieremo ancora

quanto  ci offre il fato, come nelle vigne

l'uva già matura, briosa...

E sarà buon vino d'annata

per brindare, mentre valichiamo

con sorrisi d'osanna, ai nuovi domani.


ER CORONAVIRUS

Di Paola Durantini


Tutt’Italia se stoppa e s’arabbatta

pe’ commàtte er virus che ci’abbàtte !


Da quanno che er Corona cià corpito

(e già se sa da dove ch’è partito),

so’ morte propio  un fracco de perzone

e tante artre stanno a pennolone…


Mo’ pare che puro dall’Oriente,

che pe’ primo cià avuto tanti morti,

ce schifino… e come fosse gnénte

ce chiudeno li scali e li rapporti.


Er monno intero subbito all’istante

ce  vorebbe bandì pe’ li timori…

“so’ sconsijati  li viaggi e le vacanze”…

pare che semo noi l’unichi untori…


Tutt’er ggiorno dar televisore

nun senti che de morte e de terore;

so proibbiti l’abbracci e li rapporti…

però lasciamo aperti scali e porti!


LA POESIA

Di Michele Prenna


Salva e guarisce poesia

parole e silenzi per il cuore

quando annega il dolore

coi fiori d'altra serena stagione.

La casa dove rinchiude il malanno

trasforma in mare e montagne

in boschi e giardini d'amore

per baci e scambievole abbraccio.

Suonano apocalittici allarmi

in un paese prostrato

da inarrestabili morti.

Sole di primavera nel cielo

promette che saranno gli ultimi

e i versi conquisteranno l'aperto.


HO CHIESTO

Di Paola Galligani


Ho chiesto a un albero

perchè stava aiutando

Mi ha risposto:

per ossigenare il Mondo.

Ho chiesto a un fiore

perché stava vivendo:

Mi ha risposto:

per aiutare le api a fare il miele dorato

e per regalare i colori agli occhi

e agli innamorati.

Ho chiesto a un uomo

perché stava sopravvivendo

Mi ha risposto:

per aiutare gli altri

a essere migliori

ed essere felici.

La gioia della Vita

è la gioia

di aiutare

attraverso un unico filo d'Amore.


UN NUOVO CASTELLO

Di Lucia Lo Bianco


Quando ripenso al mio mare

disteso blu a toccare il cielo,

rivedo il mio cammino

e i solchi sulla sabbia

e allora so che alla fine

aspetteranno i sogni limpidi

costruiti tra le onde,

aspetteranno i nostri sguardi

che si sfiorano nel vento,

aspetteranno e voleranno

le parole di un senso tutto nuovo.

Masticheremo aria pulita

tra le genti spaurite

sotto il sole caldo che guarisce,

corpo e mente rivivranno

dentro stagioni nuove

reinventate, storie e magia

racconteremo ai nostri bimbi

in un castello che vive sulla sabbia.  


GLI ANGELI BUONI

Di Sebastiano Impalà


Navigo senza sosta

percorrendo questo mare

di silenzi assurdi

nei giorni tristi della morte

disegnata sui volti scavati della gente.

Il mondo appare attonito

da notizie mai sentite,

da pandemie incomprensibili

e rimane fermo,

come lago ghiacciato

dove non spira vento

e le mani s’innalzano nel cielo

in cerca di salvezza.

Ma gli angeli ci osservano dall’alto

con ali forti ed occhi luccicanti,

scacciando con fermezza

quel fetido miasma che ci ammazza.


QUELLA PIETRA

Di Paola Alessandra Magliani


Di quella pietra solo il ricordo

E un lungo plauso nel pianto

Da lontano

Come figli della stessa madre

Che il caso ha interrotto...

Vacilla quello in cui credo

Su quella pietra tanti fiori

E il silenzio si fa canto

Per vincere la paura

Per ovviare la follia

Per ricordare la felicita'

Con quella pietra

Ti vorrei dire che staremo attenti

E il giorno più triste

Di un paese gia'deserto

Che piange i figli

E chiede aiuto...


INVETTIVA AL CORONAVIRUS

Di Maria Mariscano


Non venirci a prendere, fetente coronavirus,

noi vorremmo restare.

Al mattino vorremmo riaprire i nostri occhi,

in questo mondo, che un giorno dovremo lasciare,

però non ora, ma ognuno alla sua ora.

Il tempo non è nostro, ma nemmeno tuo.

Noi vogliamo andare secondo il tempo di Dio

Il tuo tempo è dannato,

brucia l'umanità,

Vai via subito da qua,

sia che tu sia nordista, sudista o mondiale,

figlio della rivolta della natura

o sbaglio chimico,

tu sei  quei

e ancora non te ne vai.

Garibaldi fece l'unità d'Italia,

tu hai fatto l'unità mondiale.

Ti insinui negli organismi

e parecchi li conduci alla morte.

Abbiamo capito la tua lezione

di non sopraffazione.

ma anche tu non sopraffare noi.

Sparisci nel nulla,

come dal nulla sei arrivato.

Rimani pure come mistero,

nei nostri studi, nelle nostre enciclopedie,

ma non farci più del male.

Hai mietuto più vittime tu

che la seconda guerra mondiale,

facci uscire dalle " trincee "

facci riabbracciare nuovamente,

è un'esigenza umana e anche animale.

La natura non sia leopardiana,

ma ci dia una mano

con il caldo o con i suoi misteri.

Vade retro, Lucifero fetente,

che il tuo coronavirus nessuno

lo gradisce.


LA NATURA SA

Di Lolita Rinforzi


Sono ammaliata dalle meraviglie del creato

le rispetto.

Un tripudio di colori

di profumi

di suoni

un’infinità di specie

di abitudini

di comportamenti.

La nostra vita e l’evoluzione

dipendono dall’equilibrio della flora e della fauna.

Ma nello sviluppo e nel progresso

abbiamo dimenticato ogni forma di rispetto

dando per scontato tutto ciò che ci circonda.

Imminenti saranno le vacanze sulla luna

vantiamo primati in tecnologia

gli incontri si programmano

scegliendo tra soggetti identificati con un codice

o alla peggio si consultano siti per un amore solitario.

La Natura

sa da tempo tutto questo

più volte ha cercato di darci avvertimenti

ma la nostra mente

incanalata in binari sequenziali

non hai mai dedicato tempo a certe riflessioni.

Inoltre tutto ruota intorno ad un profitto

sarebbe sprecato fermarsi o rallentare.

Adesso non è più una scelta

ma questione di sopravvivenza.

Chiusi in casa

sentiamo il bisogno di socializzare

di baci

di abbracci

di parole di conforto.

Preghiamo per uscire indenni dal diluvio

avendo compreso che non avremo un’altra opzione

e la Terra in cui viviamo è l’unica arca a disposizione.


RIVELAZIONI

Di Maria Teresa Infante


Arriveranno

i giorni del coraggio

ad ammorbare carsiche adunanze

già distanziate per decreti a oltranza


arriveranno

noi saremo pronti

spossati d’anse, disperati, scalzi

in dinastie di stitiche anarchie

dove i polmoni bussano alle falde


arriveranno

tra le confluenze

del già passato

dove tutto è stato

a dir che il male non fu mai per caso


saremo

il giogo che dirige i buoi

le congiunture delle stonature

arcobaleni punti di sutura

conchiglie astrali gusci di speranze.


IL VENTO SOFFIA VELOCE

Di Antonella Bertoli


Il vento soffia veloce

Furioso

Impetuoso

Misterioso

sopra le miserie di questa specie

che si è divisa in ricchi e potenti

lasciando a terra

raminghi, poveri e perdenti.

Ma il nemico che ci ha raggiunto

non guarda in faccia le persone

colpisce ovunque, peccatore o giusto.

Ma troppo spesso sono i soliti a rimetterci.

Non più nelle case i nostri nonni riposano

ma rendendo l'anima, soffocando muoiono.

Enormi serbatoi d'amore

quelle case son diventate bare senza cuore

e non possiamo nemmeno manifestar loro

il nostro dolore.

Siamo tutti a rischio,

povere anime disperse

senza più sapere dove andare

o chi pregare.

Gli unici dei sono rimasti i medici

e in loro confidiamo

perché  ci aiutino a non disperderci.

Forse l'abbiamo meritato

tutti noi che il pianeta continuiamo ad inquinare.

Che la lezione ci sia di monito:

chi si salverà

dia inizio a un nuovo modo di vivere e di amare.


VIRUS CORONA

Di Cesare Lorefice


Cosmo siam

Non conosciamo

Il finito danno

Sfidando l’immensità.


Ma intanto

Il virus corona

Con l’infinito

L’imminente spiazza.


L’uomo scala il fiore

…Piegando

L’uomo scala le stelle

…Alzando

L’uomo scala l’Immenso

…Inginocchiando.


Non pesta il fiore

Non stride a stelle

Ama e riposa

Sul pensiero.


Uno sguardo un silenzio

Tessitura di anime

Tessitura di cielo

Torneremo a riveder

Brillare il sole


CAROGNA-VIRUS

Di Brunello Gentile

Quand’ero bambino c’erra la guerra,

a me piaceva giocare sui prati,

ma mi dicevano di rimanere nel rifugio

perché all’aperto bombardavano.


Quand’ero ragazzo avrei voluto

correre su e giù per i prati,

ma mi dicevano di stare in camera

par studiare e crearmi un avvenire.


Quand’erro diventato un uomo

sognavo di perdermi per il mondo,

ma mi dicevano di stare nella fabbrica

perché tutti dovevano lavorare.


Quando mi sono sposato una bella ragazza

pensavo di potermi divertire,

ma non ho potuto muovermi

per crescere i miei figli.  


Allora ho chiesto a un erudito

quando sarebbe toccato anche a me vivere,

mi sono sentito rispondere:

da vecchio, quando sarai in pensione.


Adesso ho ottant’anni e sono in pensione,

mi piacerebbe sgranchirmi un po’,

ma mi hanno imposto di chiudermi in casa

parchè c’è il carogna-virus.


E’ arrivato dalla Cina, mi hanno detto,

da una vita si parla di pericolo giallo,

possibile che anche gente in fondo al mondo

debba condizionare il mio tempo?


Sono qui da solo e non so casa fare,

se mi muovo mi sequestrano,

se mi spavento rischio un infarto,

nemmeno un funerale se dovessi morire.


Quando arriverò in paradiso ho già capito

che San Pietro mi guarderà negli occhi

e mi imporrà di starmene in eterno

in una stanzetta di due metri e venti.


CORONA DI SANGUE CORONA DI SPINE

Di Dionisio Schiavone


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


Lo chiamano virus

una sequenza di geni

dalle misure infinitesimali

un organismo quasi vitale

che non ha in sé

le strutture per vivere

una catena di geni

raccolta in un sacco

che sta in se stessa

senza alcuna sicurezza

di poterci essere ancora.

A meno che non trovi

un ospite che l’aiuti.

Ci hai pensato tu

uomo straripante

grande e grosso

ti sei dato in pasto al virus

nella tua smodata certezza

che una bomboletta di DDT

potesse liberartene

a tuo piacimento.


Corona di sangue corona di spine

corona che parte da oltre confine

corona di morte corona di guerra

corona che unisce il cielo alla terra


CORSIA 2020

Di Fulvio Barion


La corsia illuminata dell’ospedale,

il sudore ti avvolge e il respiro ti manca

mentre cammini tra quei letti

dove la sofferenza ti sfianca.

Cammini, Barbara, e intorno a te

riversi il tuo amore.

Vorresti fuggire

per non veder più soffrire

quella povera gente che vicina ti sente.

Il  tuo grande cuore

dona un sorriso a chi, solo,

in quella corsia sente la vita fuggire via.

Piccola  Barbara, nel reparto

di quell’ospedale, ormai tua casa,

la fatica ti piega

ma il cuore t’infonde la forza

e del tuo sacrificio ti ripaga.

Mentre passan le ore una lacrima scende,

pensi alle bimbe, all’affetto che  a casa ti attende.  

Poi un raggio di sole illumina il cielo,

e come d’incanto,

una carezza al malato cancella il tuo pianto.


IL GIGANTE D’ARGILLA - AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Di Nuccia Venuto


Non rema sogni, il gigante d’argilla.

E’ solo senza un orizzonte

senza scrutare un volo d’uccelli

a dipanare oscure profezie

in questa sospensione di tempo

che langue brividi di vento.

Teme ora il mare e teme il cielo,

rabbrividisce nel maleficio di nebbie

che dense avvolgono la mente.

Sussulta a quell’eco ostinata,

agonia della sua sacra terra

vestita a lutto dalla più subdola guerra,

tra l’aura opaca di sudore degli eroi

e il silenzio stupefatto dei vinti.

E’ brandello la memoria d’allodola

che danzava respiri d’alba

profumando sbadigli di gemme

in primavere di tenero pastello.

Affiorano e frantumano emozioni,

rifrangenze cristalline e pungenti

che non scalfiscono il mare,

quel mare ostile quando illude sete

tra assedi d’ombre malevole

che vacillano il gigante d’argilla

se l’oracolo, troppo a lungo, tace.

E’ l’ora, di gridare forte “Terra”,

di forgiare un’arma tagliente

che scintilli fiamme di preghiera

che fenda nebbia, commuova cielo,

squarci orizzonti addolcendo il mare

e stani nuovo vento, quello gentile,

che culla sogni e navigare.

Per non perdersi, spaventato e solo,

in un ultimo affanno di respiro

senza un abbraccio, un ultimo sguardo,

un rito a sigillo d’amore e di perdono.


IL TEMPO DEL MALE

Di Rosanna Beccari


E venne un tempo

in cui il tempo si fermò.

In un momento

sono sfiorite le rose

prima ancora di fiorire

e un’umanità attonita

ha provato la sconfitta,

piegata dalla sua tronfia

e ottusa vanità.

Combattuta e vinta

da un nemico invisibile,

nuovo e misterioso,

la stirpe dell’uomo

ha tremato e temuto

per la sua superba sorte

in un mondo divenuto

di repente estraneo

e senza un perché.


Ma tu forse uomo,

figlio dell’uomo,

conosci le ragioni,

tu sai che non ad un Dio

né ad un cieco caso

è da attribuire la colpa.

Tu ben sai e conosci

i reconditi motivi

di questa pandemia


che ti ha posto in balia

di un male tanto potente

da cambiare la tua vita:

lontani senza abbracci

per paura del contatto,

tutti abbiamo rimpianto

le monotone usanze,

prigionieri nelle nostre case

in mute città spettrali.


Ma mentre la pareggiatrice

inesorabile conta le fosse,

là fuori nuovamente

è tornata la primavera

ed è esplosa dovunque,

ignara dei nostri mali,

in una florida Natura

ancora una volta più forte

e indifferente all’uomo.


Le rose son tornate a fiorire

nel giardino della speranza

insegnando la forza della vita.

Angeli in carne ed ossa

hanno vinto il male infido.

Tutto è andato bene:

è scoppiata la vivida estate

e siam di nuovo padroni

delle nostre esistenze.


Mai abbiamo amato così

tanto il dono della vita,

il calore di un bacio,

di un tenero abbraccio,

il valore delle nullità,

l’importanza di esistere.

Atomi di una comunità,

che si è ritrovata unita,

abbiamo imparato la lezione.


RICORDEREMO

Di Tommaso Caruso


Certo non immaginavi una guerra senza guerra.


Città prive di macerie,

spettrali di giorno con ombre della paura,

illuminate di notte con luci della speranza.


Strade deserte,

dove i tuoi occhi si perdono,

accompagnati dalla cieca solitudine del calpestio,

dove la tua voce si disperde,

abbandonata dall’eco afona nell’infinito.


Silenzio assordante,

che fa più rumore del baccano,

per disorientare identità sempre più sgomente,

che fa più male della confusione

per ingarbugliare parole sempre più disperate.


Sai che comunque tutto questo passerà

ed allora noi vedremo.


Vedremo nuovamente le speranze per le nostre vite,

come rami che rispuntano nei giorni di primavera.


Vedremo ancora le gioie per le nostre anime,

come gemme che riappaiono nei forzieri del cuore.


Vedremo di nuovo le felicità per le nostre emozioni,

come delfini che riemergono nel mare dei sentimenti.


E ricorderemo … …. …  


UN FILO DI FUMO

Di Claudio Carbone


Un filo di fumo

si alza

dalle nostre abitudini

come lascito di brace

nei paesi.

Stupore per i gatti

che non hanno padrone

è questo incedere .

Siamo incredibilmente

“specie “ nello sgomento

ombre corte

in un crepuscolo di fame.


ANCORA UNA VOLTA

Di Arjan Kallço


L' amara primavera

ha versato tutta la sua rabbia

su di te, come se non bastassero

gli scontri senza patti nei giorni scorsi.

La firma posata tempi fa

conserva ancora fresca l'inchiostro,

e tu senza timore la rimetti

dopo ogni battaglia per ora vinta.

Eppure sta sempre là mentre attende,

in minuscole lettere,

una pausa che tu mai l' avresti chiesto

in elemosina.

La vita t'ha inginocchiata,

come per ricordarci la temporaneità nostra in questo mondo, ma tu

nuovamente ti sei rialzata vincitrice,

una vera aquila,

fra i tuoi amici nel Paese delle Aquile.

I duelli si sono fermati

davanti al nostro dolore, in attesa

del momento per noi fortunato,

quando l' equilibrio riprenderà ad averne senso, anche se per poco.

La morte, insensibile e spudorata,

non può accettare il cambio dei suoi programmi fatali,

neanche una piccola revisione,

qualsiasi prezzo essi abbiano.


FINESTRE DI VITA

Di Valentina Rizzo


Carneficina d’addii,

ospedali di speranze

a licenziar il dolore

da un notiziario d’angosce.


Amata Italia ferita,

dipingeremo finestre di vita

sul lutto acerbo del terrore,

avanzi di cielo

guariranno fiori di ghiaccio,

partiture d’un pianto stanco,

furti di una vita ancora sconosciuta.


E ci stringeremo nello stesso battito,

rincaseremo in un futuro d’aurore,

l’anima morderà commossa

lo specchio del passato

ed il tempo tremerà per sempre

dinanzi a questa pagina

che il mondo non arrende.


NOSTALGIA

Di Giorgio Mattei


Il tuo ricordo mi fa compagnia

mi culla in questa nera notte insonne come le onde del Mediterraneo:

gli scogli e il mare, i fari diroccati

l’ulivo quando brucia sembra incenso. Così ti penso, sento il tuo respiro

ed è la stessa emozione di un tempo quando temevo di poterti perdere avvolto nella nebbia dei pensieri

dal crudele silenzio e dall’assenza specchio del vuoto che mi porto dentro. Lo sciabordare del Mediterraneo

lungo la costa di Otranto, scura

e poi ancora il pensiero ritorna

a placare il dolore, la distanza

che ci separa ma non ci allontana: nostalgia è questa vicinanza

affinità di mente, corpo e cuore nell’eterno rincorrersi del tempo;

e nella lontananza della notte

ora lo so che sei parte di me.


TUTTO FERMO

Di Antonino Impellizzeri


Enormi vuoti profondi di calme mattine dove albergano respiri soli d’immobili tronchi e di salme sull’asfalto disarmati sospiri

muti e miti ferme tra mura l’alme sopite indugiando incerti idrargiri con speme di non divenire colme di piressia e di catarro inspiri

con palpiti immersi dietro maschere un metro dall’altro umano distanti

e al bianco aggrappati con le viscere

Volte laccate da dita innocenti inermi si affacciano per spandere i loro forti versi resistenti

Tricolori non spenti

andrà tutto bene oltre questa stanza tutto è fermo tranne la speranza.


CHE TI SIA PACE IL DONO DELLA VITA

Di Carlo Onnis


Chi misura la sua ombra col sole

sopporta anche la luce delle stelle

chi sale i gradini del vento

può stare in piedi sul cielo

chi accende un fuoco ai desideri

brucia in petto il suo amore

chi corteggia la solitudine

va compagno della sua ventura

chi ha visto l'erba crescere nella strada non deve confonderla mai col grano:

prati strade giardini nascono

e crescono di luce e ombra

nei campi maestra la natura

depone una brezza sapiente,

sulle radici dolcezza, sempre... così,dunque,puoi essere mortale,

uomo,lo sei stato e lo sarai

nella grazia dei domani

che coglierai sorridendo.Pertanto

sazio entrando in quella sorte

ne verrai fuori con lo sguardo

e riconoscerai i tuoi passi

nel pieno e nel vuoto diffusi

di gioia e dolore ,e tu,

sorprenderai occhi di meraviglia

in tutto quello che hanno

potuto offrirti e quindi

ti lascerai andare tranquillo

nel mistero del silenzio

e un tetto si affermerà nel cuore

mentre la tua anima generosa

a voci darà coro ed eco

nel trasferirti da terra a cielo

coniugando il seme della tua sostanza

per che, dopo, dovrà nascere

nella carità del tuo operato

dentro quests vita

che lascerai più leggero così

della sua bellezza e che

dovrai al mondo restituire, comunque,

inizio e fine del dono ricevuto

non appena maglie più azzurre

Imbriglieranno il tuo essere stato

e tu, maturo ormai come grano a giugno,

mietuto sarai dall’onda grata del sole!


IL SANGUE E LA LACRIMA

Di Mihai Merticaru


Da quando conosci te stesso, hai aspettato all'ombra del desiderio,

aspetti una meraviglia, un momento astrale, un suono

misterioso

che aprirebbe alcune porte a un mondo

inquietante di sogno,

in un regno mai visto, marmoreo,

immerso in una luce invisibile.

aspetti invano.

di giorno in giorno, vedi sempre meglio

come si scatena la bufera di neve agli occhi degli uomini,

come appaiono i volti delle figure con gli aspetti

anguiformi,

come si allarga la giungla di zeri verso

lo sconfinato,

come i mondi si intersecano, rimanendo impigliati, le luci

parallele

e ogni (non)persona parla in una lingua

sconosciuta ad altri,

vedi il sangue e le lacrime del mondo

sono pronte a inondare l'Universo,

che il sole sta diventando più pallido,

sfarfallando sul labbro dell’abisso,

le stelle sono basse

e la paura rimane sempre sveglia ...


TIENIMI QUANDO PARTI

Di Nunzio Buono


Tienimi

nel socchiuso degli occhi, in quel luogo

dove un segreto di baci parla ancora.

Tienimi, tra le pagine del tempo,

tra le pieghe della notte, dalle fessure: dove il giorno

mi sorprende, in un piccolo raggio di luce assomigliare a te.

- tienimi quando parti.

la neve sarà solo una nota bianca

dove potrai scrivere parole, quelle buone

quelle mai dette, quelle

che abbiamo guardato cadere insieme.

Un tempo, dove la neve.

Si raccoglieranno profumi e le rose

saranno le mie stagioni che si donano a te.

Tienimi quando parti

io sarò il tuo viaggio.


I SEGNI DEGLI ANGELI

Di Laura Barone


Un mutante ha invaso le ore,

è uno strano "anticorpo" che attacca

organismi che alterano il sistema.

Un grido d'allarme

è andato a vuoto.

Non ci restano che gli angeli in maschera

con ali che non si arrendono

e occhi spossati.

Lividi sul viso,

sono la nuova Resistenza.

Inspira,

espira,

inspira,

espira

inspira.

Vivi.

Con armature di carta,

si possono  curare mille anime...

ma anche agli angeli

servono preghiere.


ANGELO VERDE

Di Fiorenza Castaldi


Il peccato è mortale, tanto è feroce

contro l’innocente

indifeso, aggredito.

Nero,  il colore dei sorci

livido sangue affiorante

é ancora sangue pulsante.

Respira,  respira all’infinito

angelo!

Verde, il colore delle foreste

bianco, incamiciato, il salvatore.