Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali: differenze tra le versioni
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della coscienza. | della coscienza. | ||
'''IL PENTAGRAMMA''' | |||
''Di Elvira Giordano'' | |||
Il mondo è popolato da tante anime, | |||
come il pentagramma è formato da tante note. | |||
Le anime, | |||
come le note, | |||
sono tutte diverse, eppur così simili. | |||
Una singola nota non crea la musica, | |||
ma tutte insieme | |||
possono dare vita | |||
a meravigliose melodie. | |||
Un singolo uomo non può | |||
cambiare il mondo, | |||
ma tutti insieme | |||
possono renderlo migliore. | |||
'''DIETRO QUEL SUONO, MIA MADRE''' | |||
''Di Simona Merlo'' | |||
La divisa camuffa i tremiti. | |||
Invisibili entità ladri d'aria minacciano senza invito. | |||
La mascherina trattiene i sorrisi. | |||
Oggi è tranquillo, scrive. | |||
Non come ieri. Chiama tu papà. | |||
La realtà è un intreccio di suoni. | |||
Poi le grida | |||
al telefono. | |||
Trambusto di voci | |||
“Non respira, emergenza”. | |||
La forza è dietro le attese. | |||
Riparte quel mezzo apripista di salvezza | |||
per noi | |||
familiare effetto ansiogeno. | |||
'''ALTA MAREA''' | |||
''Di Nicol Maria Pucci'' | |||
Mare grosso | |||
Giornata di tempesta | |||
Accolgo,curo,proteggo | |||
Salvagenti | |||
Scialuppe travolte | |||
sbatacchiate da questa inattesa alta marea | |||
Equipaggio mai stanco | |||
La sua energia contro quella delle profondita' | |||
Tornera'il sereno | |||
Mare calmo | |||
Orizzonti | |||
Calma | |||
'''CREPUSCOLO SERALE''' | |||
''Di Maria Vittoria Spinoso'' | |||
Nell’ora che il sole si scolora, | |||
seduta su una sedia a dondolare | |||
nel quadro del mio portico serale | |||
mi sembro fare pace con il mondo. | |||
Lo sguardo mio perduto all’infinito | |||
osservo quelle ombre dei cipressi, | |||
che sembrano allungarsi a dismisura, | |||
segnando più lontana ogni altra via. | |||
Nel cielo tra nuvole increspate | |||
immagino altri volti di viandanti | |||
e la distesa verde d’erba al vento | |||
si lascia ondeggiare come il mare. | |||
Profumi indefiniti mescolati | |||
alle narici lascio indovinare; | |||
non v’è rumore d’ uomo, forse stanco | |||
si è maturato il tempo al suo riposo. | |||
Una vecchia richiama il suo micino, | |||
chiude la porta e recita il suo mantra: | |||
è l’ ora ormai che volge al suo riposo, | |||
sperando nel risveglio del domani. | |||
Restano ai lati come sentinelle, | |||
due vasi con i fiori di gerani; | |||
io chiudo intanto lentamente gli occhi | |||
e sogno l’illusione del domani. | |||
'''CREDICI''' | |||
''Di Giuseppina Porro'' | |||
Di parole se ne dicono tante. | |||
Di battute se ne fanno altrettante. | |||
I media terrorizzano per fare informazione: | |||
vende più un morto che la guarigione. | |||
Ed ora, ancor prima che finisca questa maledizione, | |||
non sarà il virus la causa della vera depressione. | |||
Sarà data dall’ansia, e dal panico, | |||
che salgono, che mettono terrore, | |||
che han fermato l’economia, | |||
che han creato la confusione. | |||
Per ora | |||
bisogna isolarsi, | |||
curarsi | |||
e far prevenzione, | |||
per portare il male | |||
ad una controllata estinzione. | |||
Ma le forzate quarantene e le legali proibizioni non saranno le sole uniche soluzioni. | |||
Per debellare il male | |||
si produrranno vaccini | |||
a difese immunitarie cellulari, ma per l’uomo? | |||
Per l’essere umano. | |||
NO! | |||
Non ci sarà isolamento o medicina ad aprirti la via. | |||
Solo tu potrai, più di tutti, | |||
credere in te, | |||
amrti, sognarti | |||
e dai... | |||
Ti Rialzerai! | |||
'''COME SE FOSSE NORMALE''' | |||
''Di Carla Sautto Malfatto'' | |||
Come se fosse normale | |||
ad un metro ti dico coraggio | |||
al telefono resto a parlare | |||
che mi manca il tuo abbraccio | |||
a fare boccacce, | |||
della pazienza e del buon senso, | |||
la ricetta della pizza e del pane | |||
e mi sembra che di pensieri | |||
così accanto | |||
non li abbiamo mai avuti. | |||
Io sono qui | |||
ancora mamma e ancora bambini, | |||
la scoperta che si fa seme | |||
chissà poi se attecchirà | |||
diventerà cosa nuova | |||
o rinsecchirà | |||
nella ripresa normalità | |||
di un campo duro e non arato. | |||
Dipende da noi, | |||
dipende da me e da te | |||
sono nelle tue mani | |||
e tu nelle mie, | |||
basterebbe questo capire | |||
a smuovere la zolla | |||
lo è sempre stato | |||
dimenticato, | |||
il meglio e il peggio di noi | |||
ora sotto il sole | |||
che resta sospeso | |||
anche di notte | |||
in un afflato di domani. | |||
E le mani sono piene | |||
di baci lanciati. | |||
Già si chiede | |||
di non dimenticare. |
Versione delle 08:53, 23 mag 2020
Introduzione
Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.
Ringraziamo ancora una volta i Poeti, per i propri versi, e coloro che affrontano questa emergenza, per il loro coraggio.
Vincenzo De Lucia
WikiPoesia
Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Lodi
INVISIBILI EROI
Di Flavio Provini
Quelli vestiti come dei marziani
quelli che hanno il destino tra le mani
quelli che masticano la paura
quelli che vivono come in clausura
quelli che non dormono mai la notte
quelli dalle pantofole decotte
quelli che hanno un sudore di sei ore
quelli che rischiano per solo amore
quelli tirano sul capo un velo
quelli che ti salvano per un pelo
quelli che corrono per le corsie
e pregano poi nelle retrovie
quelli che ci mettono fiato e cuore
quelli per cui il camice è un onore
quelli che a fine turno son stremati
l’ansia cupa negli occhi allucinati
il dolore tatuato sulla schiena
un trancio di focaccia come cena
quelli che a casa non parlano mai
cercando un senso a tutti questi guai
ma il senso ammicca col loro sorriso
di umanità, di fratellanza intriso.
Anestesisti, dottori e infermieri
voci delle Croci, dell’emergenza:
da sempre esistono ma fino ad ieri
in pochi a celebrarne l’esistenza.
Date loro un trofeo, una medaglia!
Nominateli eroi di questa Italia.
LA PAROLA CONTAMINATA
Di Maria Benedetta Cerro
Ci è imposto di stare - ora siamo alberi –
Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.
Il male / in marcia col suo grido /
con la sua coda di devastazione
ha piantato radici nella nostra carne.
Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.
La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –
Il tutto che pareva importante / è insignificante.
Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.
Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.
Eppure dice al mandorlo – fiorisci –
e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.
Ora la parola è fatta scorza.
Potremo stormire – forse - quando avremo foglie.
A PIU' DI UN METRO
Di Gianpaolo Bellucci
Io me ne sto qui chiuso
In casa
Con il mio cane
Lo accarezzo
Bevo birra
Mangio torta
Con salame
E riapprezzo
Il calore del
Focolare domestico
Quell'atmosfera familiare
Mentre bevo e mastico
Musica di sottofondo
Mi fa dimenticare
Per un attimo
Quello che accade
Ora
In questo mondo
Deturpato nel
Suo profondo
Sicuramente
Anche tu
Sarai sola
Chiusa nel tuo di mondo
E anche se
Ci potessimo
Vedere
Almeno distanti
Un metro
Ci dovremmo
Sedere
Non ci potremmo
Toccare
Non ci potremmo
Annusare
Solo il nostro sguardo
Ci mostrerebbe l’amore
Uno sguardo forte
Uno sguardo intenso
Che illumina
La mia notte
Quando non ci
Sei
Ed io ti penso
E quanto vorrei …
Vorreiii …
Avresti mai potuto
Immaginare
Che accadesse tutto ciò?
Io no
Anche se sono
Un convinto sostenitore
Che la realtà
Sia di gran lunga
Della fantasia
Superiore
E questa epidemia
Si è allargata
A dismisura
E si è trasformata
In una pandemia
Gonfia di paura
Ma io sono
Sicuro
Che ce la faremo
Che domani
Ci stringeremo
Le mani
E ci abbracceremo
E potrò toccarti
E potrò annusarti
E potrò baciarti
Non ci sarà più
Una distanza
Fatta come vetro
Che mi tiene
Chiuso
In questa stanza
lontano da te
A più di un metro …
FANFULLA DA LODI
di Emanuele Ambrosini
Il dì
che vide il noto cavaliere
unito ai suoi fratelli
vincere
su ciò che osò dubitare
del loro coraggio,
l'anima.
Passeggia nell'universo
effonde luce,
vita.
Ancora una volta oggi,
Cavaliere,
camice,
l'anima.
E' una cascata che esplode
per dipingere nel cuore
ciò che le parole incidono su carta:
Vinci, vinci, vinci.
GUARDO ED È VITA
Di Giuseppe Pascarella
Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,
un altro giorno sta passando
e porta con sé la tristezza e la rabbia
di non vedere un domani, non vedere un futuro.
E’ questa la vita che ho sognato?
O forse è quella fin troppe volte annunciata?
E in questo silenzio innaturale
si ode qualcosa.
Sono rintocchi di campane
non più coperti da rumori del traffico.
Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.
Sono i canti degli uccelli:
ci dicono che la primavera è alle porte.
La primavera che porta con sé vita.
Sono i vagiti di un bimbo.
Vita.
Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,
inspiro forte e ne sento i profumi.
Vita.
Mi accorgo che da una finestra
una bambina mi sorride. Vita.
Sì vita.
Riprendo il mio sogno e penso
che questa breve pausa
non fermerà la vita.
Non fermerà te.
Tu sei vita!
IMMORTAL SAPIENZA
Di Franco Frijio
Pulir la mente
da pregiudìzi dovrai.
Cosi
ciò che già sai
scoprìr potrai.
Allorché
nuove conoscènze
cercàr potrai...
Questo, sì !...
arricchìsce
lo Spirito che sei...
LUCE
Di Fabio Strinati
Sospeso nel vuoto un filo di luce
avvolto da un faro ai bordi della notte;
strade interrotte nel sonno
appeso a un fascio di speranza.
Eremita adagiato sopra un lume
intorcinato in una stanza; un soffio
nel vuoto, l’aria che nella morte
s’addormenta. Eterna è la vita
che nel silenzio mai s’è ostinata
al gemito: ormai, decrepito lo scroscio
AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Di Antonella Laviola
Turbinava intenso,
di ora in ora,
di chilometro in chilometro.
il tornado della solidarietà,
fino a coprire l'intero territorio.
Era al tempo del coronavirus.
L'eco del saluto
partito con dono di un cuore solitario
compì il miracolo dell'unione
e rimbalzò
di monte in monte
di mare in mare
fino a risuonare
nell'aria rarefatta.
Era sempre al tempo del coronavirus.
La luce
s'allargò, una sera d'inverno,
di casa in casa
fino a divenire
dall'alto uno stivale scintillante.
C'era nel buio
il canto vibrante,
la voce di un popolo,
dalle vene pulsanti vita,
generoso, passionale, creativo,
che cantava il suo inno.
Non era certo il tempo del trionfo,
era ancora e solo il tempo del coronavirus,
tempo di riflessione,
tempo di amore embrionale
privo di dolore,
tempo di speranza,
tempo della nostra creazione
di un futuro anelato.
CRISALIDI (imparare a fluire)
Di Eleonora Capomastro Orofino
Se albe e notti non si alternassero
sotto il mistero di questo cielo,
saremmo grigi esseri statici, confinati
nei limiti delle nostre rassicuranti identità,
per cui spesso barattiamo
la vera felicità.
Eterni soli ci accecherebbero,
eterne lune sfalserebbero i colori.
Nella danza del mutare
stanno chiave e insegnamento.
Fragili e imperfetti,
abbarbicati a forme preconcette,
convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità
che ci preservi dalla paura e dal dolore.
Ma non è forse nella natura di questa vita,
la più grande lezione,
nella sua alternanza e movimento,
nella sua perenne trasformazione?
E noi dovremmo imparare
a lasciar che sia cambiamento,
come il bruco che si risveglia
per danzare nel vento.
Aver fede nel fluire,
attingendo anche dalle sofferenze
per apprezzar ancor più il gioire.
Vivere il dolore
lasciando andare ciò che muore,
affrontando la rinascita
e stupirsi ancora per un nuovo
inaspettato colore.
LA PRIMAVERA DEI BALCONI
Di Franca Donà
Saranno ancora rondini a cantare
oltre i confini grigi delle case
oltre il lamento, la preghiera
il pianto dei soldati sopra i carri
le bare senza fiori e senza croci
soltanto il buio a benedirne il viaggio.
Non ci sarà un ritorno, non ci sarà
un altro treno verso il mare, mai più …
ci toccherà aspettare primavera
restare dentro il nido e dal balcone
mandarci baci tra lenzuola stese
come se fossero bandiere al sole
senza toccarci, da lontano eppure
non siamo stati mai così vicini.
ALBERI MAESTRI
Di Riccardo Montanaro
Un varco per la speranza
quell’orizzonte lontano
Saluto mia moglie bacio mio figlio
e di notte salpo
Tanti come me
ombre lunghe e scure
alberi maestri in una sola imbarcazione
E prego l’Italia
prego le sue sponde di abbracciarmi domattina
Prego che il porto non si allontani dalla riva
Temo il varco
chiuso
avanti agli occhi
e l’orizzonte di nuovo alle spalle
Prego l’Italia che non si divida
per timore di noi
alberi maestri spaccati a metà
CITTÀ E PAESI
Di Elisa Mascia
Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,
piccoli paesi e grandi città
accomunati dalle strade déserte
e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.
È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,
in casa é d' uopo restare,
fare attenzione
seguire ogni raccomandazione.
La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso
per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare
almeno un pochino di amore e di pace al fratello.
Che sia di monito e di giusta comprensione.
Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.
ITALIA
Di Noemi Di Gaetano
L'Italia è tanti colori
le piace far festa
muove paesi, unisce culture.
Sa quando fermarsi per poi ripartire
da nord a sud, dal verde al blu
sembra divisa ma in fondo è unita
come due amici che non si vedono da molto
ma sempre disponibili nel momento del bisogno.
Tutti uguali di fronte alla guerra
e prima o poi anche davanti alla ricchezza
Madre di tutti tra sogni e speranze
grande vetrina ammirata da tanti
Vedi soldato, forza e coraggio!
Guarda il mare tra le alte montagne
continua a lottare senza mai dimenticare.
QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE
Di Alessandro Porri
Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,
come panni stesi al tempo ormai sgualciti,
come il soffio che danzanti li ha asciugati,
come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.
Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,
come otto infinito di pensieri senza uscite,
come lotte uterine tra nevrosi mal celate
e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.
Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,
presuntuosi per dogma vendevamo la faccia
ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,
della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.
Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo
o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.
L’essere mortale troppo spesso è perverso,
tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.
VITA
Di Alessandro Dall’Oglio
Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,
ora che hai lo sguardo smarrito,
come quello di chi ha perso ogni ideale,
di storie senza pietà né giustizia.
Volevi far impallidire tutti i mille colori,
fra mascherine bianche assolute.
Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,
come fenice dalle troppe ceneri.
Valore al merito
Di Riccardo Mazzamuto
Guerrieri senza armi
donano speranza vita,
ti accompagnano ti difendono
da un nemico invisibile…
in quel campo di battaglia
dove sei nato e cresciuto,
noi, noi medici senza gloria
senza uniforme, senza niente...
CORONATI DI SPERANZA
Di Roberto Lasco
Nell’etere elegante
si libra una corona di speranza. Momenti di delirio
si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto
del trionfo provvidenziale
di una fede atavica e pura
che soccorre fra le stelle
uomini solidali
nel coronare un sogno, richiamante la realtà,
per condurla tra gioie
apparenti e scomparse
nel vuoto del nulla.
SONO LORO
Di Daniela Moreschini
Grave silenzio aleggia nell’aria,
passi leggeri girano intorno
al bianco letto immacolato
e senso di impotenza che invade
Bianche figure si affannano
per fermare la nera nube che scende,
corpi stremati che lottano,
sudore misto a lacrime
che lentamente scendono
ad accompagnare
quell’ultimo alito di vita
Sono Loro… gli unici testimoni
nell’atto finale della tragedia.
ARIA INFETTA
Di Renato Fedi
In questo silenzio
che si mangia i pensieri
non ho un chiodo da appiccare
per dare un senso al quadro della vita.
Non si beve nulla
succhiando aria infetta,
a difesa una borsa di speranza
ch’adesso è piena solo d’apprensione.
S’era a prendere
restituendo la miseria
un vivere con scatti fuori d'asse
quasi un correre privato dei traguardi.
Ci sarà del nuovo
nel rivestirsi al mattino
dopo l'andare a vuoto delle ore
ci ritroveremo figli, padri, umani veri.
MAI COME ORA
Di Sante Serra
È giunto il tempo del silenzio
cimiteriale e misterioso,
della paura fuori dalla porta,
del pane fatto in casa
annidati fra le mura, odiamo
da lontano sirene d’ambulanza
mentre la TV sciorina la sterile conta
di chi ce l’ha fatta e di chi non.
Mai come ora,
il tempo resta fuori casa,
dalle finestre sprazzi di luce
irraggiano i cortili, e le notti
che non sono più le stesse
sognano un abbraccio vero
ora interdetto senza colpa alcuna.
Ci accomuna l’essere persone
uguali al cospetto dell’oscuro,
che alzano gli occhi del coraggio
con o senza mascherina, isolati
nel desiderio di vincere la paura,
destarsi all’alba d’un mondo migliore
stringersi la mano con nostalgia,
riprenderci a pieno la vita
e lasciarci accarezzare dal sole.
Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Bergamo e Brescia
ECHI LONTANI
Di Simonetta Papini
Dove la vita è un eco che si perde
e l’amore è alito di Dio
dammi la mano e accompagna la mia stanchezza
a un angolo di muro
per non ascoltare lo schianto del vento
e la pioggia violenta che batte il mio tormento.
Germogli di dolore accompagnano le ore,
il mio silenzio è ciotola di brina.
QUANDO SARÀ RICORDO
Di Maria Grazia Calí
Quando questa dolenzia sarà solo
un ricordo, ci scopriremo a danzare
sulle ali del vento, nel fluire scarlatto
che ci batte in petto e traspirare
come nuvole al sole d'inverno,
lacrime d'allegrezza sulla nostra pelle
Brividi caldi e un nuovo sogno
da colorare d'indorate stille
Quando questa dolenzia sarà solo
un ricordo, ci riscopriremo affiancati
a mirare la luna, sotto un cielo
aperto, adornato di stelle
Vendemmieremo ancora
quanto ci offre il fato, come nelle vigne
l'uva già matura, briosa...
E sarà buon vino d'annata
per brindare, mentre valichiamo
con sorrisi d'osanna, ai nuovi domani.
ER CORONAVIRUS
Di Paola Durantini
Tutt’Italia se stoppa e s’arabbatta
pe’ commàtte er virus che ci’abbàtte !
Da quanno che er Corona cià corpito
(e già se sa da dove ch’è partito),
so’ morte propio un fracco de perzone
e tante artre stanno a pennolone…
Mo’ pare che puro dall’Oriente,
che pe’ primo cià avuto tanti morti,
ce schifino… e come fosse gnénte
ce chiudeno li scali e li rapporti.
Er monno intero subbito all’istante
ce vorebbe bandì pe’ li timori…
“so’ sconsijati li viaggi e le vacanze”…
pare che semo noi l’unichi untori…
Tutt’er ggiorno dar televisore
nun senti che de morte e de terore;
so proibbiti l’abbracci e li rapporti…
però lasciamo aperti scali e porti!
LA POESIA
Di Michele Prenna
Salva e guarisce poesia
parole e silenzi per il cuore
quando annega il dolore
coi fiori d'altra serena stagione.
La casa dove rinchiude il malanno
trasforma in mare e montagne
in boschi e giardini d'amore
per baci e scambievole abbraccio.
Suonano apocalittici allarmi
in un paese prostrato
da inarrestabili morti.
Sole di primavera nel cielo
promette che saranno gli ultimi
e i versi conquisteranno l'aperto.
HO CHIESTO
Di Paola Galligani
Ho chiesto a un albero
perchè stava aiutando
Mi ha risposto:
per ossigenare il Mondo.
Ho chiesto a un fiore
perché stava vivendo:
Mi ha risposto:
per aiutare le api a fare il miele dorato
e per regalare i colori agli occhi
e agli innamorati.
Ho chiesto a un uomo
perché stava sopravvivendo
Mi ha risposto:
per aiutare gli altri
a essere migliori
ed essere felici.
La gioia della Vita
è la gioia
di aiutare
attraverso un unico filo d'Amore.
UN NUOVO CASTELLO
Di Lucia Lo Bianco
Quando ripenso al mio mare
disteso blu a toccare il cielo,
rivedo il mio cammino
e i solchi sulla sabbia
e allora so che alla fine
aspetteranno i sogni limpidi
costruiti tra le onde,
aspetteranno i nostri sguardi
che si sfiorano nel vento,
aspetteranno e voleranno
le parole di un senso tutto nuovo.
Masticheremo aria pulita
tra le genti spaurite
sotto il sole caldo che guarisce,
corpo e mente rivivranno
dentro stagioni nuove
reinventate, storie e magia
racconteremo ai nostri bimbi
in un castello che vive sulla sabbia.
GLI ANGELI BUONI
Di Sebastiano Impalà
Navigo senza sosta
percorrendo questo mare
di silenzi assurdi
nei giorni tristi della morte
disegnata sui volti scavati della gente.
Il mondo appare attonito
da notizie mai sentite,
da pandemie incomprensibili
e rimane fermo,
come lago ghiacciato
dove non spira vento
e le mani s’innalzano nel cielo
in cerca di salvezza.
Ma gli angeli ci osservano dall’alto
con ali forti ed occhi luccicanti,
scacciando con fermezza
quel fetido miasma che ci ammazza.
QUELLA PIETRA
Di Paola Alessandra Magliani
Di quella pietra solo il ricordo
E un lungo plauso nel pianto
Da lontano
Come figli della stessa madre
Che il caso ha interrotto...
Vacilla quello in cui credo
Su quella pietra tanti fiori
E il silenzio si fa canto
Per vincere la paura
Per ovviare la follia
Per ricordare la felicita'
Con quella pietra
Ti vorrei dire che staremo attenti
E il giorno più triste
Di un paese gia'deserto
Che piange i figli
E chiede aiuto...
INVETTIVA AL CORONAVIRUS
Di Maria Mariscano
Non venirci a prendere, fetente coronavirus,
noi vorremmo restare.
Al mattino vorremmo riaprire i nostri occhi,
in questo mondo, che un giorno dovremo lasciare,
però non ora, ma ognuno alla sua ora.
Il tempo non è nostro, ma nemmeno tuo.
Noi vogliamo andare secondo il tempo di Dio
Il tuo tempo è dannato,
brucia l'umanità,
Vai via subito da qua,
sia che tu sia nordista, sudista o mondiale,
figlio della rivolta della natura
o sbaglio chimico,
tu sei quei
e ancora non te ne vai.
Garibaldi fece l'unità d'Italia,
tu hai fatto l'unità mondiale.
Ti insinui negli organismi
e parecchi li conduci alla morte.
Abbiamo capito la tua lezione
di non sopraffazione.
ma anche tu non sopraffare noi.
Sparisci nel nulla,
come dal nulla sei arrivato.
Rimani pure come mistero,
nei nostri studi, nelle nostre enciclopedie,
ma non farci più del male.
Hai mietuto più vittime tu
che la seconda guerra mondiale,
facci uscire dalle " trincee "
facci riabbracciare nuovamente,
è un'esigenza umana e anche animale.
La natura non sia leopardiana,
ma ci dia una mano
con il caldo o con i suoi misteri.
Vade retro, Lucifero fetente,
che il tuo coronavirus nessuno
lo gradisce.
LA NATURA SA
Di Lolita Rinforzi
Sono ammaliata dalle meraviglie del creato
le rispetto.
Un tripudio di colori
di profumi
di suoni
un’infinità di specie
di abitudini
di comportamenti.
La nostra vita e l’evoluzione
dipendono dall’equilibrio della flora e della fauna.
Ma nello sviluppo e nel progresso
abbiamo dimenticato ogni forma di rispetto
dando per scontato tutto ciò che ci circonda.
Imminenti saranno le vacanze sulla luna
vantiamo primati in tecnologia
gli incontri si programmano
scegliendo tra soggetti identificati con un codice
o alla peggio si consultano siti per un amore solitario.
La Natura
sa da tempo tutto questo
più volte ha cercato di darci avvertimenti
ma la nostra mente
incanalata in binari sequenziali
non hai mai dedicato tempo a certe riflessioni.
Inoltre tutto ruota intorno ad un profitto
sarebbe sprecato fermarsi o rallentare.
Adesso non è più una scelta
ma questione di sopravvivenza.
Chiusi in casa
sentiamo il bisogno di socializzare
di baci
di abbracci
di parole di conforto.
Preghiamo per uscire indenni dal diluvio
avendo compreso che non avremo un’altra opzione
e la Terra in cui viviamo è l’unica arca a disposizione.
RIVELAZIONI
Di Maria Teresa Infante
Arriveranno
i giorni del coraggio
ad ammorbare carsiche adunanze
già distanziate per decreti a oltranza
arriveranno
noi saremo pronti
spossati d’anse, disperati, scalzi
in dinastie di stitiche anarchie
dove i polmoni bussano alle falde
arriveranno
tra le confluenze
del già passato
dove tutto è stato
a dir che il male non fu mai per caso
saremo
il giogo che dirige i buoi
le congiunture delle stonature
arcobaleni punti di sutura
conchiglie astrali gusci di speranze.
IL VENTO SOFFIA VELOCE
Di Antonella Bertoli
Il vento soffia veloce
Furioso
Impetuoso
Misterioso
sopra le miserie di questa specie
che si è divisa in ricchi e potenti
lasciando a terra
raminghi, poveri e perdenti.
Ma il nemico che ci ha raggiunto
non guarda in faccia le persone
colpisce ovunque, peccatore o giusto.
Ma troppo spesso sono i soliti a rimetterci.
Non più nelle case i nostri nonni riposano
ma rendendo l'anima, soffocando muoiono.
Enormi serbatoi d'amore
quelle case son diventate bare senza cuore
e non possiamo nemmeno manifestar loro
il nostro dolore.
Siamo tutti a rischio,
povere anime disperse
senza più sapere dove andare
o chi pregare.
Gli unici dei sono rimasti i medici
e in loro confidiamo
perché ci aiutino a non disperderci.
Forse l'abbiamo meritato
tutti noi che il pianeta continuiamo ad inquinare.
Che la lezione ci sia di monito:
chi si salverà
dia inizio a un nuovo modo di vivere e di amare.
VIRUS CORONA
Di Cesare Lorefice
Cosmo siam
Non conosciamo
Il finito danno
Sfidando l’immensità.
Ma intanto
Il virus corona
Con l’infinito
L’imminente spiazza.
L’uomo scala il fiore
…Piegando
L’uomo scala le stelle
…Alzando
L’uomo scala l’Immenso
…Inginocchiando.
Non pesta il fiore
Non stride a stelle
Ama e riposa
Sul pensiero.
Uno sguardo un silenzio
Tessitura di anime
Tessitura di cielo
Torneremo a riveder
Brillare il sole
CAROGNA-VIRUS
Di Brunello Gentile
Quand’ero bambino c’erra la guerra,
a me piaceva giocare sui prati,
ma mi dicevano di rimanere nel rifugio
perché all’aperto bombardavano.
Quand’ero ragazzo avrei voluto
correre su e giù per i prati,
ma mi dicevano di stare in camera
par studiare e crearmi un avvenire.
Quand’erro diventato un uomo
sognavo di perdermi per il mondo,
ma mi dicevano di stare nella fabbrica
perché tutti dovevano lavorare.
Quando mi sono sposato una bella ragazza
pensavo di potermi divertire,
ma non ho potuto muovermi
per crescere i miei figli.
Allora ho chiesto a un erudito
quando sarebbe toccato anche a me vivere,
mi sono sentito rispondere:
da vecchio, quando sarai in pensione.
Adesso ho ottant’anni e sono in pensione,
mi piacerebbe sgranchirmi un po’,
ma mi hanno imposto di chiudermi in casa
parchè c’è il carogna-virus.
E’ arrivato dalla Cina, mi hanno detto,
da una vita si parla di pericolo giallo,
possibile che anche gente in fondo al mondo
debba condizionare il mio tempo?
Sono qui da solo e non so casa fare,
se mi muovo mi sequestrano,
se mi spavento rischio un infarto,
nemmeno un funerale se dovessi morire.
Quando arriverò in paradiso ho già capito
che San Pietro mi guarderà negli occhi
e mi imporrà di starmene in eterno
in una stanzetta di due metri e venti.
CORONA DI SANGUE CORONA DI SPINE
Di Dionisio Schiavone
Corona di sangue corona di spine
corona che parte da oltre confine
corona di morte corona di guerra
corona che unisce il cielo alla terra
Lo chiamano virus
una sequenza di geni
dalle misure infinitesimali
un organismo quasi vitale
che non ha in sé
le strutture per vivere
una catena di geni
raccolta in un sacco
che sta in se stessa
senza alcuna sicurezza
di poterci essere ancora.
A meno che non trovi
un ospite che l’aiuti.
Ci hai pensato tu
uomo straripante
grande e grosso
ti sei dato in pasto al virus
nella tua smodata certezza
che una bomboletta di DDT
potesse liberartene
a tuo piacimento.
Corona di sangue corona di spine
corona che parte da oltre confine
corona di morte corona di guerra
corona che unisce il cielo alla terra
CORSIA 2020
Di Fulvio Barion
La corsia illuminata dell’ospedale,
il sudore ti avvolge e il respiro ti manca
mentre cammini tra quei letti
dove la sofferenza ti sfianca.
Cammini, Barbara, e intorno a te
riversi il tuo amore.
Vorresti fuggire
per non veder più soffrire
quella povera gente che vicina ti sente.
Il tuo grande cuore
dona un sorriso a chi, solo,
in quella corsia sente la vita fuggire via.
Piccola Barbara, nel reparto
di quell’ospedale, ormai tua casa,
la fatica ti piega
ma il cuore t’infonde la forza
e del tuo sacrificio ti ripaga.
Mentre passan le ore una lacrima scende,
pensi alle bimbe, all’affetto che a casa ti attende.
Poi un raggio di sole illumina il cielo,
e come d’incanto,
una carezza al malato cancella il tuo pianto.
IL GIGANTE D’ARGILLA - AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Di Nuccia Venuto
Non rema sogni, il gigante d’argilla.
E’ solo senza un orizzonte
senza scrutare un volo d’uccelli
a dipanare oscure profezie
in questa sospensione di tempo
che langue brividi di vento.
Teme ora il mare e teme il cielo,
rabbrividisce nel maleficio di nebbie
che dense avvolgono la mente.
Sussulta a quell’eco ostinata,
agonia della sua sacra terra
vestita a lutto dalla più subdola guerra,
tra l’aura opaca di sudore degli eroi
e il silenzio stupefatto dei vinti.
E’ brandello la memoria d’allodola
che danzava respiri d’alba
profumando sbadigli di gemme
in primavere di tenero pastello.
Affiorano e frantumano emozioni,
rifrangenze cristalline e pungenti
che non scalfiscono il mare,
quel mare ostile quando illude sete
tra assedi d’ombre malevole
che vacillano il gigante d’argilla
se l’oracolo, troppo a lungo, tace.
E’ l’ora, di gridare forte “Terra”,
di forgiare un’arma tagliente
che scintilli fiamme di preghiera
che fenda nebbia, commuova cielo,
squarci orizzonti addolcendo il mare
e stani nuovo vento, quello gentile,
che culla sogni e navigare.
Per non perdersi, spaventato e solo,
in un ultimo affanno di respiro
senza un abbraccio, un ultimo sguardo,
un rito a sigillo d’amore e di perdono.
IL TEMPO DEL MALE
Di Rosanna Beccari
E venne un tempo
in cui il tempo si fermò.
In un momento
sono sfiorite le rose
prima ancora di fiorire
e un’umanità attonita
ha provato la sconfitta,
piegata dalla sua tronfia
e ottusa vanità.
Combattuta e vinta
da un nemico invisibile,
nuovo e misterioso,
la stirpe dell’uomo
ha tremato e temuto
per la sua superba sorte
in un mondo divenuto
di repente estraneo
e senza un perché.
Ma tu forse uomo,
figlio dell’uomo,
conosci le ragioni,
tu sai che non ad un Dio
né ad un cieco caso
è da attribuire la colpa.
Tu ben sai e conosci
i reconditi motivi
di questa pandemia
che ti ha posto in balia
di un male tanto potente
da cambiare la tua vita:
lontani senza abbracci
per paura del contatto,
tutti abbiamo rimpianto
le monotone usanze,
prigionieri nelle nostre case
in mute città spettrali.
Ma mentre la pareggiatrice
inesorabile conta le fosse,
là fuori nuovamente
è tornata la primavera
ed è esplosa dovunque,
ignara dei nostri mali,
in una florida Natura
ancora una volta più forte
e indifferente all’uomo.
Le rose son tornate a fiorire
nel giardino della speranza
insegnando la forza della vita.
Angeli in carne ed ossa
hanno vinto il male infido.
Tutto è andato bene:
è scoppiata la vivida estate
e siam di nuovo padroni
delle nostre esistenze.
Mai abbiamo amato così
tanto il dono della vita,
il calore di un bacio,
di un tenero abbraccio,
il valore delle nullità,
l’importanza di esistere.
Atomi di una comunità,
che si è ritrovata unita,
abbiamo imparato la lezione.
RICORDEREMO
Di Tommaso Caruso
Certo non immaginavi una guerra senza guerra.
Città prive di macerie,
spettrali di giorno con ombre della paura,
illuminate di notte con luci della speranza.
Strade deserte,
dove i tuoi occhi si perdono,
accompagnati dalla cieca solitudine del calpestio,
dove la tua voce si disperde,
abbandonata dall’eco afona nell’infinito.
Silenzio assordante,
che fa più rumore del baccano,
per disorientare identità sempre più sgomente,
che fa più male della confusione
per ingarbugliare parole sempre più disperate.
Sai che comunque tutto questo passerà
ed allora noi vedremo.
Vedremo nuovamente le speranze per le nostre vite,
come rami che rispuntano nei giorni di primavera.
Vedremo ancora le gioie per le nostre anime,
come gemme che riappaiono nei forzieri del cuore.
Vedremo di nuovo le felicità per le nostre emozioni,
come delfini che riemergono nel mare dei sentimenti.
E ricorderemo … …. …
UN FILO DI FUMO
Di Claudio Carbone
Un filo di fumo
si alza
dalle nostre abitudini
come lascito di brace
nei paesi.
Stupore per i gatti
che non hanno padrone
è questo incedere .
Siamo incredibilmente
“specie “ nello sgomento
ombre corte
in un crepuscolo di fame.
ANCORA UNA VOLTA
Di Arjan Kallço
L' amara primavera
ha versato tutta la sua rabbia
su di te, come se non bastassero
gli scontri senza patti nei giorni scorsi.
La firma posata tempi fa
conserva ancora fresca l'inchiostro,
e tu senza timore la rimetti
dopo ogni battaglia per ora vinta.
Eppure sta sempre là mentre attende,
in minuscole lettere,
una pausa che tu mai l' avresti chiesto
in elemosina.
La vita t'ha inginocchiata,
come per ricordarci la temporaneità nostra in questo mondo, ma tu
nuovamente ti sei rialzata vincitrice,
una vera aquila,
fra i tuoi amici nel Paese delle Aquile.
I duelli si sono fermati
davanti al nostro dolore, in attesa
del momento per noi fortunato,
quando l' equilibrio riprenderà ad averne senso, anche se per poco.
La morte, insensibile e spudorata,
non può accettare il cambio dei suoi programmi fatali,
neanche una piccola revisione,
qualsiasi prezzo essi abbiano.
FINESTRE DI VITA
Di Valentina Rizzo
Carneficina d’addii,
ospedali di speranze
a licenziar il dolore
da un notiziario d’angosce.
Amata Italia ferita,
dipingeremo finestre di vita
sul lutto acerbo del terrore,
avanzi di cielo
guariranno fiori di ghiaccio,
partiture d’un pianto stanco,
furti di una vita ancora sconosciuta.
E ci stringeremo nello stesso battito,
rincaseremo in un futuro d’aurore,
l’anima morderà commossa
lo specchio del passato
ed il tempo tremerà per sempre
dinanzi a questa pagina
che il mondo non arrende.
NOSTALGIA
Di Giorgio Mattei
Il tuo ricordo mi fa compagnia
mi culla in questa nera notte insonne
come le onde del Mediterraneo:
gli scogli e il mare, i fari diroccati
l’ulivo quando brucia sembra incenso.
Così ti penso, sento il tuo respiro
ed è la stessa emozione di un tempo
quando temevo di poterti perdere
avvolto nella nebbia dei pensieri
dal crudele silenzio e dall’assenza
specchio del vuoto che mi porto dentro.
Lo sciabordare del Mediterraneo
lungo la costa di Otranto, scura
e poi ancora il pensiero ritorna
a placare il dolore, la distanza
che ci separa ma non ci allontana:
nostalgia è questa vicinanza
affinità di mente, corpo e cuore
nell’eterno rincorrersi del tempo;
e nella lontananza della notte
ora lo so che sei parte di me.
TUTTO FERMO
Di Antonino Impellizzeri
Enormi vuoti profondi di calme mattine dove albergano respiri soli d’immobili tronchi e di salme sull’asfalto disarmati sospiri
muti e miti ferme tra mura l’alme sopite indugiando incerti idrargiri con speme di non divenire colme di piressia e di catarro inspiri
con palpiti immersi dietro maschere un metro dall’altro umano distanti
e al bianco aggrappati con le viscere
Volte laccate da dita innocenti inermi si affacciano per spandere i loro forti versi resistenti
Tricolori non spenti
andrà tutto bene oltre questa stanza tutto è fermo tranne la speranza.
CHE TI SIA PACE IL DONO DELLA VITA
Di Carlo Onnis
Chi misura la sua ombra col sole
sopporta anche la luce delle stelle
chi sale i gradini del vento
può stare in piedi sul cielo
chi accende un fuoco ai desideri
brucia in petto il suo amore
chi corteggia la solitudine
va compagno della sua ventura
chi ha visto l'erba crescere nella strada non deve confonderla mai col grano:
prati strade giardini nascono
e crescono di luce e ombra
nei campi maestra la natura
depone una brezza sapiente,
sulle radici dolcezza, sempre... così,dunque,puoi essere mortale,
uomo,lo sei stato e lo sarai
nella grazia dei domani
che coglierai sorridendo.Pertanto
sazio entrando in quella sorte
ne verrai fuori con lo sguardo
e riconoscerai i tuoi passi
nel pieno e nel vuoto diffusi
di gioia e dolore ,e tu,
sorprenderai occhi di meraviglia
in tutto quello che hanno
potuto offrirti e quindi
ti lascerai andare tranquillo
nel mistero del silenzio
e un tetto si affermerà nel cuore
mentre la tua anima generosa
a voci darà coro ed eco
nel trasferirti da terra a cielo
coniugando il seme della tua sostanza
per che, dopo, dovrà nascere
nella carità del tuo operato
dentro quests vita
che lascerai più leggero così
della sua bellezza e che
dovrai al mondo restituire, comunque,
inizio e fine del dono ricevuto
non appena maglie più azzurre
Imbriglieranno il tuo essere stato
e tu, maturo ormai come grano a giugno,
mietuto sarai dall’onda grata del sole!
IL SANGUE E LA LACRIMA
Di Mihai Merticaru
Da quando conosci te stesso, hai aspettato all'ombra del desiderio,
aspetti una meraviglia, un momento astrale, un suono
misterioso
che aprirebbe alcune porte a un mondo
inquietante di sogno,
in un regno mai visto, marmoreo,
immerso in una luce invisibile.
aspetti invano.
di giorno in giorno, vedi sempre meglio
come si scatena la bufera di neve agli occhi degli uomini,
come appaiono i volti delle figure con gli aspetti
anguiformi,
come si allarga la giungla di zeri verso
lo sconfinato,
come i mondi si intersecano, rimanendo impigliati, le luci
parallele
e ogni (non)persona parla in una lingua
sconosciuta ad altri,
vedi il sangue e le lacrime del mondo
sono pronte a inondare l'Universo,
che il sole sta diventando più pallido,
sfarfallando sul labbro dell’abisso,
le stelle sono basse
e la paura rimane sempre sveglia ...
TIENIMI QUANDO PARTI
Di Nunzio Buono
Tienimi
nel socchiuso degli occhi, in quel luogo
dove un segreto di baci parla ancora.
Tienimi, tra le pagine del tempo,
tra le pieghe della notte, dalle fessure: dove il giorno
mi sorprende, in un piccolo raggio di luce assomigliare a te.
- tienimi quando parti.
la neve sarà solo una nota bianca
dove potrai scrivere parole, quelle buone
quelle mai dette, quelle
che abbiamo guardato cadere insieme.
Un tempo, dove la neve.
Si raccoglieranno profumi e le rose
saranno le mie stagioni che si donano a te.
Tienimi quando parti
io sarò il tuo viaggio.
I SEGNI DEGLI ANGELI
Di Laura Barone
Un mutante ha invaso le ore,
è uno strano "anticorpo" che attacca
organismi che alterano il sistema.
Un grido d'allarme
è andato a vuoto.
Non ci restano che gli angeli in maschera
con ali che non si arrendono
e occhi spossati.
Lividi sul viso,
sono la nuova Resistenza.
Inspira,
espira,
inspira,
espira
inspira.
Vivi.
Con armature di carta,
si possono curare mille anime...
ma anche agli angeli
servono preghiere.
ANGELO VERDE
Di Fiorenza Castaldi
Il peccato è mortale, tanto è feroce
contro l’innocente
indifeso, aggredito.
Nero, il colore dei sorci
livido sangue affiorante
é ancora sangue pulsante.
Respira, respira all’infinito
angelo!
Verde, il colore delle foreste
bianco, incamiciato, il salvatore.
DISTANZE
Di Alberto Cristini
Non ci sarà’ mai un muro,
una distanza
un velo
a dividere due occhi che si incrociano
che si cercano per un viaggio che duri all’ infinito
CINQUANTA LUNE FA
Di Angioletta Masiero
Marciscono i giorni
senza il conforto di un abbraccio.
Anche le campane tacciono.
Forse è stato cinquanta lune fa
che potevamo uscire,
trovarci con gli amici,
prendere l’aperitivo insieme,
cenare al ristorante…
Cinquanta lune fa è stato,
eppure sembra ieri che ci guardavamo
negli occhi e stavamo vicini.
Ora i sogni si aggrumano sui muri
mentre Covid 19 ha oscurità d’eclisse
e ci risucchia l’aria
con sibili di serpe.
Nei ritmi del silenzio
fluisce un sangue d’attesa.
Ogni giorno i camion dell’esercito
portano via le bare a Lodi,
Bergamo, Milano…
Sembra non aver fine
il numero dei positivi.
In Italia e nel mondo
ogni giorno tuona
la guerra silenziosa.
Crollano vite ogni ora, ogni notte
mentre il cielo è seminato di stelle
e i prati di marzo
sono pieni di violette.
Come marea
il silenzio ci sommerge.
FILO INVISIBILE
Di Barbara Ramazzina
Primavera di risvegli,
vuota di quotidiane voci,
di echi lontani
mentre l'aria si riempie
d'immagini di vita oggi:
il dolore, in silenzio, scorre
superando confini
attraversando il nostro essere
profondamente
da togliere il fiato.
Spauriti e costretti alla distanza
un filo invisibile ci avvicina
e srotolandosi con dolcezza
genera una parola:
amore.
O TUTTI O NESSUNO
Di Arnaldo Pavarin
Arrivato dalla Cina/come non si sa/
da uno strano morbo/
siamo stati contagiati/
vivendo da giorni/come segregati/
senza capire se/ e quando finirà./
Previsti tempi neri,/tempi brutti:/
una sfida che riguarda tutti./
Praticamente all'insaputa/
sian finiti dentro/una cosa brutta./
Con più equilibrio e lucidità/
stiamo riducendo la mobilità./
La salute resti al primo posto/
sempre e comunque, ad ogni costo./
Dalle tante immagini/
si è notata un'Italia/
praticamente blindata:/
la Lombardia al centro/
e Bergamo epicentro./
Di tanti medici e volontari/
uno sforzo imponente/
per far si che viva la nostra gente/
sperando di vedere l'orizzonte./
Quando tutto passerà/
un modo di vivere/diverso ci sarà/:
ne usciremo rinati/
decisamente cambiati./
Imparato in fondo avremo/
che è possibile a questo mondo/
ammalarsi tutti e alla stessa ora./
Scopriremo pure/ l'essenza vera/
d'un fiore che sboccia a primavera/
l'amico vero da quello virtuale/
e la paura non sarà più uguale.
A tutti rimarrà nella memoria/
questa brutta storia.
Prima o poi, se Iddio vorrà,/
questa notte, la più nera passerà./
Nessuno dovrà restare solo:/
tutti insieme,/riprenderemo il volo.
STRADE DESERTE
Di Brunello Gentile
Da giorni chiusi in casa,
strade deserte,
fra insegne create
per un traffico svanito
nel suo gioco d’imponenza.
Serrande abbassate
su negozi e locali,
un silenzio diffuso
ti porta impressione
d’aver perso la scena.
Temi respiro di aria
che sa di virale, fra
sconosciute trasparenze,
dove manca frastuono
per distinguere vita.
Angoscia di azzurro
In un cielo senza scie,
per scomparsi segnali,
che disegnano rette
lungo viaggi lontani.
Percepisci abbandono
di abitudini umane,
forse mai condivise,
ma che temi disperse,
ritrovandoti solo.
SPIRALE
Di Carla Patergnani
In figure scandite e similari
quasi con inganno,
l'uomo rincorre se stesso.
Acquisire coscienza
è accettare o negare
la lotta dall'esito incerto.
Ritratto d'uomo che va alla disgregazione
ma difficile è accettare la fine
e il moto diventa spirale.
E raggiunto l'abisso più nero
quando tutto è punta di roccia
che strazia e frantuma,
inizia di nuovo l'ascesa
e quando la notte è più nera
e l'alba si fa più vicina,
risorto da ceneri pure,
sciolte al fin le catene,
nuovo ciclo potrà cominciare.
31 MARZO 2020
Di Claudio Pavarin
Due passi oltre il vetro
il cielo é ovunque
a farsi spiare i misteri
di qualche azzurro.
Lo specchio riflette
quel che io non voglio essere.
In silenzio ascolto il silenzio:
si flette sulla ninnananna di mia madre
e vola tra l'inospitale "chiuso" di pareti.
La sento forte
come mai prima.
AL TEMPO DEL CORONA VIRUS
Di Diletta Pavanati
Il mio paese è piccolo, poco più di una
Borgata. Ci conosciamo tutti, vita , morte,
miracoli di ognuno. Le porte delle case
sempre aperte. Là il municipio, la piazza,
il bar, il medico, il farmacista,
la chiesa, il cimitero.
Si lavora e si chiacchiera, poco altro.
Alla fiera d’estate si suona, si canta,
si balla. Ci conosciamo tutti,
si sta insieme, si sta in allegria.
Ma oggi no!
Oggi da lontano ci si racconta di morte,
di paure, di affanno. Oggi
nelle nostre case le porte sono chiuse,
le finestre basse guardano la strada
silenziosa. Non passa nessuno,
ci si ritira, si teme il vicino.
L’amico, il parente si guardano con
Sospetto… e se fosse?...
E’ giunta una triste notizia: Ultimo,
il calzolaio, in fondo alla strada,
non è seduto davanti al suo banchetto,
oggi, la finestra è chiusa, ognuno ha
notizie, notizie diverse.
Ma la levatrice Benedetta, che viene
Dall’ospedale porta un’altra notizia:
sono nati un bambino e una bambina,
li hanno chiamati: Primo e Speranza.
VIRUS
Di Dionisio Schiavone
Un virus non ha ragione
di essere molto aggressivo
perché se uccide l’ospite
uccide se stesso
non potendo più contare su nessuno
che lo aiuti a replicarsi.
Un virus, quattro geni in un sacco,
conosce questa banale verità.
Un virus addestrato
alla suola dei cani mordaci
un virus formato in un laboratorio
di guerra non può saperlo.
Ma sia da monito
ai nuovi signori della terra
i grandi padroni di tutte le ricchezze
quando avranno oppresso
tutti i poveri della terra
resteranno da soli sterili a seccare
appesi a un picciolo senza linfa
che non ci sarà più nessuno
ad alimentare il loro inutile grasso
il loro insaziabile ventriglio.
DONNE
Di Enzo Fuso
Resterà qualcosa di noi?
Resterà qualcosa di questo tempo ?
Sopravvissuti saremo
in tutti i sensi
se colpiti dal male
e sapremo tirarci fuori
se immuni
muti testimoni di tragedie
consumate intorno a noi
Tra cavalieri erranti
in cerca di gloria eterna
e madonne perdute
nell'amore del prossimo
su mani tese
e su occhi che implorano
protese.
Divine creature
nell'orgia del dolore
che tutto comprime
e tutto trasforma
sentiero di morte
immerso nella luce
di un mondo che muore
e che nell'amore
più forte risorge.
IL DRAGO D’ORIENTE
Di Flavia Altieri
Arriva come un tornado,
dalla bocca e dalle fauci
manda un'invisibile veleno.-
Come un mantello
sparge funesta la morte
senza pietà porta il silenzio
fra le genti del mondo
che si tendono le mani
in un unico girotondo.-
Strade deserte, negozi chiusi
uffici, treni, servizi....
in forzata sosta.-
Il terrore nelle case chiuse
piene di bimbi, nonni, genitori
nessuno esce, nessuno entra...
Il sospetto, la paura
nascosto nell'aria
tiene lontani gli amici, gli affetti.-
E' una guerra sconosciuta
una storia senza trama.-
Come sarà quando finirà?
Non si sa.....
Ci leccheremo le ferite,
chi è rimasto uscirà di casa
e ricominceremo, forse …
a sorridere al sole!
ALL’ ITALIA CHE SOFFRE
Di Gianna Patrese
In sogno travagliato
ora vivi
Patria Mia
e di speranza
è tuo risveglio agognato.
Dai monti al mare
con fatale falce invisibile
sei martoriata
e sollievo di respiro, lontan appare.
In tuo soccorso,
schiere d’Angeli deposte han le ali,
per indossar bianchi camici ed uniformi,
e, a sera ,
da lacrime e fatica i volti son segnati.
Italia bella,, che d’ogni flagello or piangi,
nell’ora più triste
fiero arde il tuo animo latino
in slancio di sacrificio e generosità,
e, dai balconi in fiore,
con canti e balli
paure sai esorcizzare.
Italia triste, che in gramaglia a Primavera vesti,
per onorare tanti figli persi,
in concento di solidarietà ti stringi,
e,pur il mio verso, anche se mesto,
al coro dei poeti
per Te Italia amata,
in preghiera silenziosa
oggi s’unisce.
MORTE E SPERANZA
Di Franco Rancani
Non restare a piangere sulla mia tomba:
non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano,
sono la scintilla diamante sulla neve
la luce del sole sul grano dorato,
sono la spiaggia d’autunno,
la rugiada sull’erba verde dei prati.
Sono il fruscio di un albero
mosso dal vento, io sono
nel sorriso puro dei bambini,
nel tramonto di ogni giorno.
Sono le stelle che brillano di notte
o l’alba che ti sveglia il mattino.
Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
COVID 19
Di Gabriella Legnaro
Vento rabbioso, fughi le nubi
e squarci il silenzio.
Lassù lembi di cielo turchino
piangono il sole che non scalda.
Glaciale è l’atmosfera intorno.
Bollettini di guerra
descrivono Ospedali – Accampamento.
Aria di morte invade l’Universo.
Sfilano a passo misurato
i mezzi militari.
Rompono la quiete di strade vuote.
Trasportano feretri
verso mete ignote.
Sofferenza e disperazione
come macigni
colpiscono gli animi e flagellano.
Perchè tanto dolore?
COVID 19 è la risposta.
Subdolo nemico;
colpisce a bruciapelo
in men che non si dica.
Toglie la speranza di passare
ad altra vita con la carezza
di una mano amica.
A consolare, in siffatto strazio,
schiere di medici e aiutanti.
Volontari di ogni sorta
sfidano la loro vita
per salvare la nostra.
Ordunque se il silenzio cala
ad onorar le tante amate salme,
salga alta e forte
la preghiera a ringraziare
chi ci dà speranza.
A chi ci aiuta a tradurre
il dolore in amore
e in gesti quotidiani di solidarietà.
LA VISITA CORONAVIRUS
Di Giovanni Papuzzi
Quando sei arrivato Coronavirus
hai trovato la terra
in difficoltà:
inquinata, senz’alberi
le mascherine già in uso
per l’ aria irrespirabile.
Fiumi inquinati
terre disseminate
da polveri tossiche.
Una umanità
che ha fatto guerre
fratricide ed altro
ha creato ingiustizie
e povertà per molti
benefici per pochi.
L’egoismo è prevalso.
Coronavirus
il tuo grido ha favorito
il silenzio e la paura dell’ uomo.
Il terrore della morte
ci ha fatti diventare
amici e fratelli.
E’ iniziata la primavera
i fiori dei giardini
profumano l’aria
e le strade desolate.
L’ uomo nascosto.
Gli angeli del soccorso
si sono prodigati per la salvezza
diventando eroi
nel ricordo perenne.
Finirà il castigo.
Saremo in futuro più buoni
Più generosi, più amici e fratelli
saremo più cittadini
degni di abitare sulla terra madre.
Ci saranno meno ricchi
e meno poveri.
Ci sarà un sussulto di dignità
da veri uomini
di avere rispetto
ed amare
per l’ umanità e per la terra
che da millenni ci ospita
e ci aiuta a vivere.
MA NOI NON ERAVAMO CON LORO
Di Luciana Bernardinelli
Ospedali senza giorno e senza notte
medici e infermieri sfiancati dalla fatica,
dolore, buio e solitudine
chiedendosi il perché di questo nostro abbandono.
Ci hanno molto amati
e ora privati di tenerezza, affetto
e di un ultimo sguardo d’amore nei loro occhi persi.
Una generazione di persone e non numeri
patrimonio di conoscenza memorie e abbracci
vite intrecciate ad altre vite.
Se ne vanno di nascosto questi nonni
trasportati lontano in colonne funebri su strade deserte
senza i loro cari con un segno della croce e un addio,
e noi impotenti rinchiusi come il mondo in una stanza.
Chissà com’erano i loro pensieri
e quante volte avranno sussurrato la parola mamma
che anche i vecchi invocano.
Avremo rimorsi che ci seguiranno nel tempo
per averli abbandonati al loro destino
in questa guerra dove hanno dato il sacrificio più grande
ma noi non eravamo con Loro.
INGANNEVOLI STAGIONI
Di Laura Viaro
Appese
agli sguardi affranti
le vite di anime mute
assopite nella candida distesa
di ansanti chimici sospiri.
Appese
alle mani stanche
di angeli discesi nell’abisso
rinchiusi nelle crepe di una terra
che ognuno ha calpestato
senza indugio.
Scorrono sbiadite
le oniriche sequenze,
inedite trame
d’ingannevoli stagioni.
Scambi di esistenze
nei matematici accordi
dove tutto si azzera
nelle affrettate vampe.
Ho nascosto il mio amore
nel cassetto,
accanto a fogli strappati
e colorati disegni di bambina,
tra le pause di sfinito dovere,
nel disordine composto
di ogni dove.
Ho lasciato il mio amore
in questo vuoto,
dentro il senso sopito
di ogni cosa,
nel domani che ancora
vi appartiene,
nella tiepida brezza che verrà.
NON POTEVAMO NASCERE IN TEMPI MIGLIORI
Di Luana Biscaro
Tutto è perduto, tutti ci stiamo perdendo.
TRAVOLTI dai flutti tecno-finanziari, agitati.
Eppure oltre le figure
L'umanità, il cielo, la terra, l'aria, l'acqua, il fuoco, il vento
Gli elementi, la luce, l'uomo
Tutto il mondo si sta trasformando
Per vivere un importante salto oltre la mente.
Un’intima rigenerazione dell'universo e del destino umano.
Le nostre vite sono come fuscelli che danzano nel vento
Ora calmo ora tumultuoso, che procede nella tempesta.
La primavera scende nel mondo.
Io guardo attenta l’aprile senza colore fino a quando ci sarai tu, morbo
Come i boccioli che si negano in attesa dell’ape
Sarà un ronzio a spalancarli
All’occasione della tua fine.
E allora gli uccelli si libreranno, le api voleranno di fiore in fiore
Il sole per miglia correrà lontano accecato dalla gioia
Il mattino sveglierà i prati fuori dai recinti
Il tempo trascorrerà è sarà il nostro alleato e ci aiuterà a guardare senza velocità
Il quotidiano scorrere del giorno.
Siamo forti aspettiamo che questo male muoia
Restiamo nelle case e tutti insieme aspettiamo la pasqua del mondo
Il risveglio del bene, il fiorire della vita nuova
In ogni angolo della terra sarà l'esplosione della vita liberata e pura
Luminosità semplice nel silenzio che tutto rinnova e rigenera:
esplosione della vita e pura felicità della liberazione del male.
LA CITTÀ RESISTE
Di Maria Grazia Franceschetti
Cammina solo il dolore
Per le strade della città
Nel gravitare di surreali silenzi,
tra negozi e palazzi imbalsamati
nel fiato greve della morte.
Solo il grido feroce delle sirene
Squarcia il grido dei viali.
E’ l’indefinibile peste che assedia
Le porte, affolla gli ospedali,
reclama il fiato delle vittime,
onnivoro mostro annidato
tra eroi dai bianchi camici.
Cammina solo il dolore
Nelle piazze, nei cortili, spegne
Azzurri cieli, rosate albe,
rosaviola tramonti.
Ed escono file di bare
Di ignoti giustiziati,
lunghi amari rosari
senza fine.
Ma la città resiste
Affacciata alle finestre,
canta l’ignota gioia del domani,
s’inventa giorni di quella vita
di ieri colma di stupori
e meraviglie, prega
nel terrore della notte,
alza muri di speranza,
respinge e strema
il furore della peste.
SOSPESI
Di Marzia Santella
Palpita il cuore di un mondo sospeso,
palpita nei corridoi dell’ospedale
dove impavidi combattono l’oscuro male
infermieri e dottori piegati dall’immane peso.
Mute conversazioni,
cuori empaticamente si parlano.
quante cose vorrebbero dire
le persone, annientate, tra turpi tubi e mascherine.
Non ci sono figli, amici e parenti.
Non ci sono calde parole a confortare,
solo freddi feretri senza preghiere
che suscitano a tutti struggenti sentimenti.
Una dura prova per il nostro mondo interconnesso
ora silenzioso, da una innaturale immobilità, oppresso.
Un tocco, una dolce carezza, saranno la vera salvezza,
una nuova occasione, e finalmente sul viso, sentire di nuovo la brezza.
ED È TUTTO NEL SILENZIO
Di Nivella Paronetto
Ed è tutto nel silenzio
... anche il cielo
non ha più lacrime
Ritornano
le albe e i tramonti
derubati
degli sguardi sognanti
ora avvolti
in bianchi sudari ...
Ed è tutto silenzio
fuori
ma il rumore della solitudine
sconquassa l’anima ...
Quando sentiremo
il fiore che sboccia
il sorriso di un bimbo
e il bacio dolce sulle labbra
allora
solo allora
il bianco che imprigiona
libererà i colori
e sarà l’arcobaleno
dove si rifugerà il dolore
per ritrovare
la vita
NO EGOISMO, MA UN GRAZIE
Di Romana Bonvento
“Nessuno può impormi di stare in casa”
“Io posso uscire…vivo in uno stato libero”
ecco frasi che sento, frasi che fanno male.
IL Covid-19, non perdona, ti aspetta,
ha bisogno del tuo corpo per vivere,
svilupparsi e contagiare altre persone.
Tu non lo vuoi capire, tu sei egoista,
non pensi ai tanti medici, infermieri
e operatori sanitari che negli ospedali
assistono, confortano e affiancano
contagiati fino anche al loro ultimo respiro,
dai quali invece, tu e noi dobbiamo star lontano.
Medici ed infermieri lavorano senza tregua,
mettono a rischio la loro vita
e tanti purtroppo sono stati annientati
da questo subdolo, invisibile virus
tu, invece “ non puoi rinunciare alla tua corsa ”.
A tutti piace uscire di casa,
assaporare l’aria fresca
ed il profumo di primavera,
ma in questo momento non si può,
le regole vanno rispettate
e l’egoismo messo da parte.
Ai tanti operatori sanitari
che in questi momenti di grande pericolo,
rischiano la vita per aiutare chi soffre
deve andare invece tutta la nostra riconoscenza
ed un grazie di cuore.
AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Di Maurizia Braga
Arrivò
senza farsi annunciare.
Arrivò
a nostra insaputa
invadendo,invisibile ,
le nostre strade
le nostre case
i nostri ospedali
il nostro corpo !
Noi
abituati al tutto e subito.
Noi
sorretti dalla illusione
di trovare comunque
soluzioni.
Noi
lontani dall'altro
ma vicinissimi
per scelte comuni
non sempre adeguate.
Noi
superficiali
ospiti della Terra .
Noi
impreparati di
fronte all'incerto,
vulnerabili e stolti
manichini in preda alla paura .
Noi
diseducati
ai richiami del cuore ...
Ora
il tam tam della morte
scandisce il tempo
ed evidenzia la nostra fragilità .
Ora
l'incapacità di affrontare l'ignoto
per non averlo ritenuto possibile
evidenzia i limiti
frutto di ignoranza e presunzione .
Ora
quel Cuore che
tanti hanno ignorato
risorge e vuole rivivere
imponendo la sua ragione di esistere
in quegli uomini e donne
che lo hanno protetto ,
coccolato ,nutrito in silenzio !
Ora
la Sua resurrezione ,
nei luoghi di sofferenza
è Vita per l'altro ..
è energia ,sostegno
sorriso ,conforto ...
È il tempo della
ritrovata Umanità ,
è il tempo in cui
anche il Cuore deve
gridare i suoi bisogni
e indicare una strada ...
Un nuovo cammino
che ci porti a riconoscere
quelle parti di noi
sconosciute o
solo dimenticate ..
L'impossibile , ora,
potrà diventare
la unica ,vera ,
reale possibilità di salvezza !
LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE
Di Stefania Schiesaro
Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.
Forse non te ne sei accorto,
ma sono la tua terza guerra mondiale.
Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,
questa volta ho costretto tutti a partecipare.
Questa volta gli eroi sono diversi.
Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte
e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia
ed alla manutenzione degli ospedali.
Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.
Qui si contano i morti ed i contagiati.
Qui si festeggia per i guariti.
Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.
Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,
autotrasportatori e farmacisti.
Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili
e le cose alle quali potete rinunciare.
Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,
la più importante, è la salute
(spero non trascurerete più questo dono).
La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici
ed alla solidarietà tra le persone
(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).
La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,
il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,
l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case
senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,
per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).
La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro
e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).
L'ultima è che rinunciare a certe cose si può
(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,
possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,
possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).
Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno
sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza
… in tutte le loro forme.
IL TEMPO SOSPESO
Di Stefano Caranti
Erano giorni di marzo,
camminavo con Penelope,
“Penny” per gli amici,
il nostro cane,
scodinzolando lei fiutava l’aria,
profumi di nuova stagione,
immobile osservava
il tappeto di margherite nel prato,
quella vista mi portava sollievo
alla mia anima inquieta
in una domenica surreale,
Penny non sapeva di noi…
prigionieri in casa,
detenuti da un nemico invisibile.
Immobile ascoltava
con le orecchie tese…
nessun rumore,
solo folate di vento,
forse intuiva che mancava “qualcosa”
a quello che noi chiamiamo “normalità”
o forse abitudine.
Tra strade vuote,
tirava al guinzaglio
come volesse cercare quelle parte
di mondo che adesso non c’era,
davanti a me correva
con la freschezza degli anni
a fianco dei parchi dal profumo di fiori,
negozi chiusi,
silenzio, un’assordante silenzio
e il tempo si faceva sospeso,
la gente non correva più come prima,
la stessa terra l’aveva fermata,
forse un monito all’onnipotenza dell’uomo ?
Era arrivato il tempo di pensare
solo all’istante presente
che d’un tratto diventava prezioso.
come la corsa per salvare una vita.
C’era bisogno di unità,
sostegno, speranza,
responsabilità per onorare
i gesti quotidiani
di decine, centinaia, migliaia
di persone in prima linea
per sconfiggere il male,
e noi con il fiato sospeso
a guardare scorrere numeri,
strateghi della nostra coscienza.
La vita stava sbocciando la fuori,
la gente reclusa trovò nuove armonie,
ispirazioni, parole, coraggio,
trovò perdono, preghiera,
e un nuovo risveglio interiore,
consapevolezza,
e ritrovò anche il pianto,
per dissetare la terra arsa d’umanità.
Giorno dopo giorno
ritrovò condivisione, affetti veri,
mentre la primavera regalava colori
e faceva sbocciare la vita,
la gente imparò a regalare
una parte di sè,
nuova rinascita del mondo.
Grazie a tutte le persone
che hanno perso la vita,
che hanno rischiato la vita,
che hanno salvato la vita.
RINASCITA
Di Rosetta Menarello
E le parole divennero silenzio.
Le bocche serrate esalarono passione e tenerezza.
“Polvere sei, uomo…
alla polvere tornerai…”
Babele di ordini,
esaltazione di poteri,
ricerca affannosa di verità
sacrificata sugli altari nuove certezze.
Gridò il Pianeta stridendo i denti.
E l’uomo tornò alla casa,
rifugio primordiale: grotta, capanna, castello, grattacielo.
Le madri cercarono i figli.
Li cullarono cantando perdute ninne nanne.
I padri ebbero terrore e chiusero ogni fessura.
L’INVISIBILE era in attesa.
Si acquattò nell’umido tepore della saliva.
S’impadronì dell’alito della vita
e colpì, senza tregua.
“Polvere tornerai…”
Anche le chiese furono vietate.
Forse anche Dio voleva stare solo
aspettando uomini migliori.
Molti divennero Angeli e furono presto nuvole: evocazioni di stragi bestiali.
Ancora una volta l’anima era stata dimenticata,
rinsecchita tra pagine di ricordi.
La storia si ripeteva.
Allora il tempo perse le sue ore,
mutò i suoi giorni.
Andò e tornò molte volte la luna.
Le lacrime divennero maree sugli occhi
e le mani pregarono perché Dio tornasse.
Lui venne ancora ad accarezzare i figli
e li cullò come una madre.
Mandò la primavera con i suoi doni
e i bambini li riconobbero dai vetri delle finestre ancora serrate.
E fu un grido di gioia a squarciare l’aria.
Fu la sua acuta potenza a uccidere l’INVISIBILE.
Nulla potè più contro l’uomo tornato germoglio,
pianta nuova di un Pianeta rinato.
BUON COMPLEANNO ITALIA
Di Fabio Salvatore Pascale
che mi prendi per mano accompagnandomi negli ospedali tra le ferite della gente.
Buon compleanno Italia che mi parli della forza
e del coraggio di quei camici, legionari della vita
che donano con ardore quel Sì al nostro Tricolore!
Buon compleanno Italia che mi mostri in questo silenzio le palette del coraggio,
per difenderti dall’oltraggio di questo contagio!
Buon compleanno Italia che sorvoli tra le lacrime della gente nell’incertezza dei potenti, nella fede dei credenti,
risplendi raggiante negli abbracci della Patria Unita e splendente.
UN GIOCO
Di Franco Frijio
Lo scorrere
naturale del tempo
che
inesorabile sfugge
come aria
che pur respiriamo...
Vento
pioggia
nuvole tormentose
sembran essere
tutori dell'anima.
Peró in fondo...
Ma in fondo...
Ma in fondo...
Lo schioccàr delle dita
della mano tua,
ferma
quell' implacabile
moto del tempo
e
sorridi...
sorridi...
sorridi...
TENEBRE
Di Tina Ferreri Tiberio
Un grido implora:
il mio, il tuo.
Affonda l’Umanità
travolta, fugge, fugge
dalla morte
che avvinghia, ghermisce
e avvolge nelle sue spire
la paura, la rabbia, il dolore.
Pandemia, Covid –19.
L’esistenza si scopre sospesa
nella quotidianità
di occhi stralunati
e pensieri contorti.
Freddo nell’aria
e freddo nel cuore.
L’ Umanità pensosa,
disorientata
sente una morsa che stringe
e tu hai paura
di guardare il cielo,
sembra così strano
che le rondini ostinate
continuino a volare, che la luna
occhieggi con Venere, che il sole
continui a tingere
di multicolori il cielo.
Ed io nell’infinito
mondo della natura cerco:
l’aria che si muove,
le piccole gocce di rugiada,
le formiche che scavano nel terreno,
l’erba inumidita.
Dove sei Bellezza
sprofondata nel buio
delle tenebre ?
ANGELI TERRENI
Di Antonio Torino
Tutti siamo nella stessa barca
siamo oppressi dalla paura che questo virus
infido, invisibile e traditore
possa annientarci all’istante,
senza alcuna distinzione tra
il giusto e il più crudele dei peccatori!
Ognuno ha bisogno dell’altro…
da soli non si parte… e non si arriva
da nessuna parte!
Chiusi in casa… tutti… per provare a
non contagiarci l’un con l’altro!
Ma… il male dilaga ancora…
ospedali strapieni… che fine faremo?
Appaiono loro: medici, infermieri,
portantini che senza sosta
e solo per qualche quattrino,
restano lì… in prima fila… a soccorrere,
curare, sostenere, e tante volte…
persino ad accompagnare
coloro che da soli e senza unzione…
vanno al creatore… si chiamano operatori,
ma sono “Angeli terreni” mandati dal Signore,
che con immensa vocazione…
e dettati dall’amore per il prossimo…
invoca aiuto in questa situazione!
Chi è in casa si lamenta…
è stanco di non far niente…
ma loro senza un lamento salvano
vite incessantemente!…
non hanno orari per riposare,
annullano la propria vita personale
e spesso si ammalano proprio
lì dove lottano per curare!
Tanti di essi muoiono,
addirittura lontani e senza un
ultimo saluto da un famigliare!
Angeli… angeli speciali…
che spesso sottovalutiamo!
Cos’è l’amore vero, puro tra la gente?
Direi proprio quello di questi angeli della terra
che donano il loro sapere, il loro tempo,
e la loro vita a tutti i bisognosi indistintamente!
COME VUOLE IL CIELO
Di Michele Aprile
Non siamo onnipotenti,
nessun s’offenda.
Tutti uguali,
precari e mortali.
All’unisono colpire,
la grave malattia.
Nord e Sud affratellati,
poveri e ricchi, alleati.
Lontani, ma vicini,
nei recinti senza spine.
Siam davvero,
alfine italiani.
Quel metro... ancora manca,
per la completa aggregazione.
E... due muri da abbattere:
angoscia e pandemia.
E faremo il carosello,
con la bandiera.
Verde, bianco e rosso,
riscoprirci più vicini.
Il tricolore avanza!
Col verde di speranza,
il bianco camice, d’un medico
il rosso, del nostro cuore.
Tutti, mano nella mano,
da Palermo a Milano.
Cantando col cuore,
l’Italia è tanto bella.
Dalle lacrime amare,
del Sindaco di Bari,
per la città “spenta”,
spunteranno fiori.
Ma per cantar vittoria,
ci vuole tempo.
Ci vuole pazienza
e fiducia nella scienza.
Guardo il cielo,
sì, come vuole il cielo.
Ma finché vivremo,
‘sto strazio, non scorderemo.
CONTINUO A CHIEDERMELO
Di Gianluigi Redaelli
Arriva in silenzio
in punta di piedi
senza chiedere permesso
s'insinua come una serpe
in molti di noi...
Vile cerca i più deboli
dove restarci per sempre
o chi più s'impegna
in bianche corsie
nuovo martire eroe...
Ma anche chi è più forte
lo deve subire
con terrore e rabbia
e sperare...
E’ un nuovo veleno
che impesta il pianeta
il suo nome impera
è il Coronavirus 19...
Ma non è arrivato
dal cielo o da Marte
no è un nostro prodotto
di una umanità beota...
Di chi avvelena la natura
e non la sa rispettare
di coloro che non vivono
in armonia con il creato...
Quegli stessi inesorabili
che anche durante il dramma
cercano il profitto
speculano sul dolore...
E c'è pure chi adombra il sospetto
che sia una nuova arma
micidiale e inesorabile
partorita dal cinismo
di chi vive di potere
e che teme di perderlo...
Ma messi di fronte
a questa nuova pestilenza
se poi se ne usciremo
cosa ne trarremo?
Sì, oggi riscopriamo
i valori dell'empatia
del cercare gli altri
cantando dai balconi...
Ma domani?
Troppo spesso l’umanità
non ha saputo apprendere
dalla storia del suo passato
e continua ebete nell’errare
GLI APPLAUSI PER UNA VITA
Di Bruno Centomo
La mia terra promessa, a ben guardarla
è un po' ripetitiva: ci assaliranno indiani
e magi incappati in questo sogno
che fa l'addormentato lettore,
l’attore che recita, in pensoso silenzio,
la parola che non sa scegliersi.
Ed io? Guardingo, ho voce per la luna,
ho titolo per ciascun infinito si prospetti,
ho nome per tutte le soluzioni,
e i sorrisi, e le speranze, i domani.
I cani che scodinzolano, i baci che schioccano,
il tempo che scorre, sì, ma per raccontare
la notte che insegue il giorno senza mai
raggiungerlo, il frastuono impagabile
che fanno sempre i sogni.
Come non dare aggettivi entusiastici
all’esistenza che ci aspetta,
tormentata e avara, magari, ma che sulla pelle
si ferma come una carezza, si apostrofa
come fa l’attimo cui si pensa e già tace.
A PIÈ PARI
Di Fadi Nasr
Papà,
ma da piccolo ti sei fatto male, questo segno di cosa è pregno? ti confido ogni pensiero emale se ricambi senza alcun ritegno
Figliolo,
è la riconoscenza di un dovere codesto segno è solo un pegno di amore e dolore, non temere di dare il meglio, te lo insegno
Papà,
ossia a quanto tempo fa risale, i nonni non ti sono stati vicino? asserraglia ogni sorriso liliale che regali a me se mi avvicino
Figliolo,
è per far sì che possa stringerti e le storie dell’aria a te donare è per far sì che possa effingerti d’olimpicità ogni sonno lunare
Papà,
cioè è l’epilogo di un sacrificio in balia di qualche ieri avverso? se ormai sarà di buon auspicio, che fine lieta quieta all’inverso?
Figliolo,
ogni luce è una poesia del buio una salita è una discesa fiorita il fratello di qualche bello fuio non del tutto è brutto, mia vita
Papà,
a seguirti ancora ora riesco no non è recente, però ancora c’è pur i grafemi col tempo escono fuori dagli scritti senza perché
Figliolo,
esiste, però il sorriso l’indossa ed i segni di ieri sono noi oggi il tempo cavalca alla disdossa memorie che con l’oblio foggi
Papà,
tutto solingo sei stato a lottare corpo a corpo colla mancanza? tutto solo hai potuto rispettare la tua alleanza colla speranza?
Figliolo,
del nemico che vuoi che ti dica: occulto fu, un’esigua polverina lo conquisi grazie ad un’amica pura e di nome fa ‘Mascherina’
Papà,
tasteggio le scie delle sue orme, dal tuo apologo vedo il passato, l’amicizia che è stata d’enorme tributo al nocumento sgrossato
Figliolo,
nella vita non si cresce errando a volte è utile restare a piè pari l’abile bruco le ali va serrando dentro attese pria dei voli alari
Papà,
e ‘Mascherina’ non ti serve più?
Figliolo,
mi bastano ‘sti segni, l’aria e tu.
ANDRÀ TUTTO BENE
Di Rossella Parrini
Dove il buio del tunnel chiude il portone
alla luce della speranza immerso nel silenzio
del suo universale dolore, ecco, che giunge il respiro cantato e profumato
di un uccellino lontano anche lui forse smarrito e disorientato che inneggia
fragoroso di cinguettio,
la musica del suo
nuovo risveglio
di un mondo a noi
sconosciuto e diverso,
che la strada giusta ha ritrovato.
Andrà tutto bene perché tutti assieme il buio del tunnel abbiamo lasciato
IN CORSIA ...
Di Simonetta Vacca
DISSENTO!
CON OGNI MUSCOLO DEL MIO CORPO MARTORIATO DALLA STANCHEZZA.
CON IL FEGATO INGROSSATO E I NERVI A PEZZI
CON GLI OCCHI CHE SI RIFIUTANO DI VEDERE ANCORA E ANCORA L'INFERNO QUOTIDIANO.
DISSENTO..
DA TUTTO CIÒ CHE ANNUNCIA MORTE IN MODO ATROCE.
SGUARDI PERSI DIETRO AGLI OBLÒ..
AL DI LÀ DEL QUALE SI INTRAVEDE UN MARE TEMPESTOSO
ANELLO CHE CONGIUNGE CHI: A CASA NON PUÒ TENDERE UNA MANO PER UN ULTIMO ADDIO,
A CHI CON LA SPERANZA NEGLI OCCHI MI CONSEGNA UN ULTIMO SORRISO.
IL PENSIERO A VOLTE È SMARRITO
C'È UNA FORZA IN ME COME MAI PRIMA D'ORA
È LA VITA CHE PREVALE SU OGNI COSA.
ECCO!
È IL MIO RIFIUTO PER TUTTO QUESTO MALE.
È TUTTO QUESTO CHE MI HA RESO UN IMMORTALE.
UN GRAZIE DAL PIÙ PROFONDO DEL CUORE.
COVID-19
Di Antonino D’accorso Li Destri
Isolamento forzato
cordone sanitario
contro un nemico invisibile;
la solitudine è compagna
della notte.
Quaresima di passione
quarantena di preghiera,
il balsamo dell’anima,
lenisce le ferite
e rimargina il distacco,
un’occasione per stare vicino
a Dio e agli uomini
con il cuore e il pensiero.
Ritroveremo la nostra Primavera
ritorneremo a sognare
ad ammirare le stelle
in questo cielo senza Sole.
Riscopriremo il valore
della libertà, dell’amicizia
e della solidarietà.
Questi momenti difficili
mettono a dura prova
le nostre granitiche abitudini.
I nostri sogni
I nostri progetti
sono andati in fumo.
Dalla cenere della devastazione,
come la Fenice, risorgeremo,
determinati e più forti di prima.
SPUNTANO TIMIDE GEMME
Di Fabio Salvatore Pascale
Spuntano timide gemme
Spuntano timide gemme
da un ciliegio nella
solitaria quiete.
L'aria intorno brulica
d'un cinguettio primaverile
che rimbalza sulle corde
della vita.
La selva trema al soffio
del vento,
in questo rapire
senza confine.
Penso alle anime
avvolte nel sudario,
incenerite dal terribile
silenzio.
La natura s'abbella
nel profumo della pazzia;
io aspetto questo crepuscolo
chiamato Poesia.
SCAMPOLI DI UN NUOVO FUTURO
Di Daniela Zarriello
E pensavamo
di essere sani in un mondo malato
invece eravamo malati.
E non ci siamo fermati
di fronte alle ferite inferte al nostro pianeta,
ai fratelli più deboli, ai popoli sfruttati.
E ora dobbiamo cercare
la cura che ci salvi dal nemico globale
raccogliendo scampoli di un nuovo futuro,
tessendo insieme una nuova esistenza.
E la vita non sarà più come prima
ma meravigliosa sboccerà fiorendo
nel crepuscolo di questa pandemia.
E passerà, passerà
questo tempo senza tempo
dopo averci insegnato
nuovi linguaggi e nuove priorità.
E passeranno i cieli insieme alle nazioni
ma l’amore no,
più forte della morte mai passerà.
FERMATE IL TEMPO
Di Simonetta Papini
Non seguo più l’ordine delle lancette
Oggi, non posso incrociare sguardi che cercano risposte
perché non ho maschere per i miei occhi.
Nessuna parola di conforto
perché non ho più voce,
chiusa dal nodo che soffoca il pianto.
Vorrei un interruttore per spegnere il tempo
e dare respiro al cuore,
mentre il buio avvolge vite
e braccia tese ricadono sconfitte.
Non c’è mano che possa sorreggere l’ultimo battito
che assordante risuona nelle orecchie
come il rintocco di un attimo
che si allontana
Fermati tempo e dammi respiro
ho bisogno di battere pugni sul cuore per rianimarlo,
per ritornare ad essere guerriera
nella terra delle possibilità
dove altre braccia tese
attendono di essere sollevate
per tornare a vivere
QUARANTENA
Di Alvaro Proserpio
Questa lè la storia cari i mè fiöö
De la guera növa del dì d’incöö
‘na malatia strana propi tant scura
Cativa, razenta e senza ‘na cura
L’è rivada fina chi d’an paes luntan
A ruvinach la vita cunt sto trantran
L’è rivada inscì de travers tra i rich
E l’a ma cunsciaa cumè ‘na pel de fich
Sem chi presunee dent in di cà
Senza pudè möves senza caminà
Ghem el “coprifuoco” cunt i militar
Sem tucc ai arresti dumiciliar
Ma qui che sta pesc chi sé malaa
J è tucc regundüü in di uspedaa
Urmai impiendüü in tucc i bööcc
E anca ai dutur ghe se sara i ööcc
Se sà pu cusè fà se gà pagura
Ma tegnum dur lè la nosa natura
Anca se a Derf j me ciama pancott
Sta völta ghem de reagi in quatru e quatrott
Stem chi amò in cà cunt i nos gent
‘na scapadina feu de cà dent per dent
Vedarem che pian pian paserà anca questa
E se trüvarem tucc a fa ‘na gran festa
COVID-19
Di Evelina Lunardi
E d'improvviso
anche la paura.
Una schiera di camici bianchi
combatte un nemico crudele,
mentre il ronzio dei respiratori
spezza il silenzio.
Il paesaggio è irreale:
affollati gli ospedali
deserte le vie, le piazze,
vuoti gli esercizi.
Un gelido soffio
avvolge
silenti simboli d'arte.
Manca
la tenerezza di un abbraccio
il calore di una stretta di mano.
Vorrei
che l'arcobaleno
segnasse
un nuovo giorno
e la paura...
un cumulo di cenere.
TEMPI DIFFICILI
Di Aldo Marchetto
Che momento!
Una cappa limpida,
azzurra, il cielo;
il clima,
una giornata mite,
mentre il sole
piomba
sui tetti, sulle fronde,
sulle poche anime
che si avventurano
per le strade
a far la spesa,
il rifornimento medicine,
o altre necessità;
e sulla strada
la voce
di un figlio,
da giorni
difficilmente
avvicinabile,
che davanti casa
passa a lanciare proclami:
“Non uscite di casa!”.
Si sente sulla pelle
“venti di guerra”
dove le voci care,
le voci amiche
potrebbero non avere
il tempo di scambiarsi
l'ultimo saluto.
AI RESPIRI CORAGGIOSI
Di Giorgio Mazzieri
Lo sventolio di bandiere colora brividi di paura
melodie musicali avvolgono sorprendenti emozioni
le parole svaniscono rinchiuse in maschere di speranza
lentamente le mani si allontanano
si uniscono in preghiera per non arrendersi al calare di una notte silenziosa.
Una fatica forestiera ci sferza come un vento gelido
gli occhi si stringono per calmare rantolii di dolore
una voce flebile cerca parole che non escono
lentamente si abbandona al freddo delle tenebre
la mente vaga alla ricerca di un appiglio.
Le sofferenze vengono accolte da mani instancabili
i monitor velocemente si accendono
le macchine diventano polmoni
nel cuore un vuoto inaspettato, sorrisi avvolti di blu lo riempiono
il tempo è prezioso per regalarlo alla stanchezza.
Occhi madidi si aprono leggermente
nella voce non c’è forza
le mani improvvisamente si alzano
leggere carezze, la tenerezza tanto attesa
il dolore si è arreso al respiro tornato a vivere.
Pianti di gioia alimentano occhi coraggiosi
i respiri si mescolano alle lacrime
gli abbracci scaldano anime affaticate
stelle e luna sono tornate a brillare nella notte
l’oscurità ha lasciato spazio alla luminosità della felicità, grazie.
CAMPANE DI PASQUA
Di Daniela Moreschini
Suonano a festa
le campane di Pasqua
per ricordar al mondo
che Cristo è risorto
Ma il silenzio della notte
mi ha portato con la voce del vento,
il suono di altre campane.
Battevano a morte
insieme al pianto di madri accorate,
figlie distrutte, mariti sfiniti,
isolati da tutti.
Intubati, sofferenti e malati
in quei letti immacolati
da tutti lontani
dove soldati senza corazze,
lottano contro la morte,
sperando che Cristo
non sia morto per sempre.
Per loro è ancora...
Via Crucis!
A GOLA SPIEGATA
Di Elisabetta Sancino
Non abbiamo bisogno di simboli
vogliamo tastare il crudo dei guard rail
nei mattini di tutti i lunedì
vedere la pianura popolarsi di cose mortali
in punta di piedi camminavamo
a bocca chiusa
ora con la gola spiegata
ora con la clorofilla che sgorga
dalle mani illese degli alberi
a migliaia ce ne sono e nemmeno lo sapevamo
- a migliaia se ne sono andati
lasciando le bocciofile vuote -
non cerchiamo un senso
- giocavano a carte e le loro mani
non tremavano ancora
a migliaia con le trecce raccolte
e una bambola tra le braccia -
ora a gola spiegata
con la clorofilla che sgorga
come sangue come un canto
che nessuno ferma
LA FINESTRA SUL GIARDINO
Di Claudio Pavarin
S'infiammano
Grappoli di glicine
E danzano un dondolío :
Altalena
Che forte spingevo
a graffiare il cielo
Brivido disabitato
Come aquilone
Dal filo interrotto
Ad inseguire comete
E rimango chiuso
Nello scrigno di questi giorni
Ruggìni di pensieri...
Galleggianti
Nell'immenso dell'anima
PADRE NOSTRO TU STAI NEL CIELO
Di Antonella Bertoli
Padre nostro tu stai nel cielo
e qui si muore senza alcun pietoso velo.
Nessun fiore per i defunti
solo le cure di chi spera che qualcuno la spunti.
Nessun conforto dai parenti
tenuti lontano con preghiere pur ferventi.
Isolati e tremanti
speriamo che il virus ci risparmi
mentre guardiamo i numeri alla tivù
sperando che diminuiscano ogni giorno di più.
Ma dietro il numero c'è una persona
che ahimè muore sempre sola.
Padre nostro dice il Papa,
da solo per le strade,
se preghiamo tutti insieme
non si potrà che fare del bene.
Ma il tempo passa
e i camion con le salme formano catene.
Catene di morti,
catene di salme,
catene pesanti
e i numeri sono sempre più importanti.
È vero che al mondo siamo in tanti
ma di sicuro non credevamo
che la Nera Signora calasse la sua falce scura
senza guardare in faccia la nostra paura.
Padre Nostro perchè stai su nel cielo?
Scendi a vedere ciò che sta succedendo,
l'umanità che dicono hai creato
ad ogni respiro sta cedendo.
Sarà forse giusto
guerre, armi, soldi, fame, stragi, sete, poveri, raminghi, perdenti,
poco solidali
con chi muore
da sempre abbandonato
senza che i potenti
lo sguardo abbiano mai voltato.
Questo è ciò che abbiamo saputo fare.
E neanche tu potrai perdonare.
ERO UN UOMO
Di Dionisio Schiavone
Ero un uomo
che mangiava la frutta
raccolta dai rami
degli alberi amici,
che chinava la bocca
sul ruscello fluente
per prendere l’acqua
fresca e sicura,
che impastava il suo corpo
con il fango
nella terra fiorita
e lasciava un bacio
su ogni farfalla.
Poi vi ho seguiti
nelle case pulite
odorose di volatili aromi
libere della polvere fine
addobbate con fiori dipinti.
Ora un virus
mi chiude in quella casa
e gli aromi diventano veleni
e la polvere diventa virale
e i fiori schiacciati sbiadiscono
e come topo brancolo
tra un letto e un divano
a ricordare che
ero un uomo.
SOLIDARIETÀ
Di Gianna Patrese
Misera è la vita
se la tua scelta
in sterili silenzi di egoismo
desidera
ogni giorno il rifugio.
Con i tuoi demoni
in solitudine
dovrai lottare,
e nell’amaro calice dell’oblio
meschina sorte
affogherà.
Non esitare d’uscir dal guscio
e le tue mani e la tua voce
in Solidarietà
con altre sconosciute unisci
e da triste monodia
in gioiosa polifonia di coro
la tua voce vibrerà.
Le piume di remoti demoni
in gran falò vedrai bruciare
e di Trionfo
sarà il soffio
che la cenere
dissolverà.
LA NOSTRA TERZA GUERRA MONDIALE
Di Stefania Schiesaro
Ciao, sono COVID-19, per gli amici Corona.
Forse non te ne sei accorto,
ma sono la tua terza guerra mondiale.
Solo che questa volta non vanno al fronte i giovani ragazzi,
questa volta ho costretto tutti a partecipare.
Questa volta gli eroi sono diversi.
Sono sopratutto i medici, in prima linea sul fronte
e con loro infermieri, OSS e tutto il personale addetto alla pulizia
ed alla manutenzione degli ospedali.
Ed è proprio qui, negli ospedali, che la guerra si vede cruda e dura.
Qui si contano i morti ed i contagiati.
Qui si festeggia per i guariti.
Ma, in questa terza guerra, ho chiamato con me anche altri eroi.
Ho voluto cassieri e addetti dei supermercati,
autotrasportatori e farmacisti.
Ho voluto farvi capire quali sono le cose che vi sono indispensabili
e le cose alle quali potete rinunciare.
Alla fine di questa guerra, spero avrete capito che la prima cosa,
la più importante, è la salute
(spero non trascurerete più questo dono).
La seconda sono gli affetti più cari, assieme ai veri amici
ed alla solidarietà tra le persone
(nel dopoguerra vi auguro di non ricadere nell'egoismo).
La terza è la nostra casa, la sua cura, le sue comodità,
il cibo genuino e casalingo, i giochi da tavolo, le letture di qualità,
l'ascolto della musica (vi auguro di saper vivere le vostre case
senza voler fuggire da esse, vi auguro di trovare serenità in voi stessi,
per poi saper apprezzare anche il mondo esterno).
La quarta è il lavoro (vi auguro di saper apprezzare di più il vostro lavoro
e di essere riconoscenti per quello degli altri, qualsiasi esso sia).
L'ultima è che rinunciare a certe cose si può
(possiamo rinunciare un po' di più alle auto,
possiamo rinunciare a lussi e oggetti all'ultima moda,
possiamo anche rinunciare agli abbracci ed alle strette di mano).
Ma alla fine, ciò di cui non possiamo davvero fare a meno
sono la speranza e l'amore, la solidarietà e la riconoscenza
… in tutte le loro forme.
PAESE DI NESSUNO
Di Mihai Merticaru
L'ho scoperto con stupore
in me – paese di nessuno - vive
ancora un altro,
uno straniero strano e accigliato,
generoso e malvagio, schietto e perverso,
naturale e miracoloso, ordinario e insolito,
gentile e retrattile.
io gioco con lui il nascondino,
ma non lo prendo mai.
cambia sempre il loro aspetto.
quando penso di non possa sfuggire,
poi mi chiama da un’altro angolo,
con un'altra maschera sul viso.
porta con sé incredibili segreti
strappati dall'eco di milioni di anni
e nessuno lo supera in furbizia e immaginazione.
mi accompagna ovunque, anche nel sonno,
intralciando e strappando i miei sogni.
rimango con la certezza di non essere mai
da solo.
dove sei tu, bellezza della solitudine?
TENDO LA MANO
Di Andrea Adami
Non m’importa
del colore dei muri.
Non m’importa
se il letto è vecchio o nuovo.
Non m’importa
se si tratta di profumo
o di un odore sudicio.
Io tendo la mano.
Non m’importa
del tempo…
se va piano…
se va lento…
Io tento!
Chi se ne frega
dell’età,
se giovane o vecchio.
Io mi ci specchio!
Non m’importa
dei visi tristi
o dei visi sorridenti,
delle lacrime
o di qualsiasi emozione…
compassione…vergogna,
fallimento…vittimismo,
spacconeria…presunzione,
rabbia…collera.
Io tendo la mano!
Dediche Poetiche al Personale Sanitario di Milano, Monza, Lecco e Varese
A TE
di Sara Galli
Seduta nella mia camera
Imparo la chitarra
Cercando di ricordare
Come si fa a respirare
E intanto mi metto a pensare
Alla lotta che ti attanaglia
Al coraggio che ti giuda
Ogni giorno nella tua battaglia
A te, che mi hai insegnato a camminare
Insegni a respirare agli sconosciuti
Che insieme a te imparano a lottare
Anche nella distanza li aiuti
A te, che di giorno lavori
E di notte preghi
E di notte lavori
E di giorno preghi
Mi hai insegnato anche a sperare
A te
Che non vedo l’ora
Di riabbracciare
DENTRO STANZE, DA SOLA
Di Lucia Zappalá
Nei giorni passati con me
ho elogiato la mia presenza
più di quella di
qualunque altro individuo
che abbia mai incontrato,
per sopportare le distanze.
Ho abituato lo sguardo
a calma e silenzio
leggendo un libro,
facendo yoga.
Ho fatto conti con paure,
pensieri inquietanti
senza nessuno
che si prendesse cura di me,
all’infuori di me.
Nei giorni nuovi
scenderò in strada,
vedrò risate abbracci
fendere il silenzio.
Farà altresì rumore
lo schiocco di un bacio
o la stretta di mano.
Entrerò in un bistrot
per un drink o un caffè.
Userò aggettivi briosi
per librerie, teatri o musei.
Rivedrò mia Madre
e l’Orizzonte.
CHE COS’È L’AMICIZIA?
Di Nicole e Marcello Celasco
Che cos’è l’amicizia ?
Mille persone ne han parlato
Ma solo uno ci è arrivato
Sembra qualcosa difficile da ottenere
Ma in realtà è facile come riempire un bicchiere
L’amicizia non è soldi averi o possedimenti
Ma la sicurezza di svegliarti la mattina con una persona che ti è vicina
L’amicizia è forza,
L’amicizia è gioco,
L’amicizia è aiuto,
Spero che tu possa trovare un amico
Ne hai bisogno.
RESILIENZA
Di Paolo Delladio
Lascio sull’acqua impronte insanguinate
sulla volta celeste scrivo parole esistenziali
sull’onda del vento rifletto e poi rimbalzo
col fumo rivelo un anello di emozioni
soffici nubi sospendono un pensiero
un lampo illumina il volo di un calabrone
ritrovo la forza nel volo di una piuma
l’eternità nei colori di un arcobaleno
resiliente è chi non muore e si rivede
chi salta indietro con un passo avanti
resilienza è termine de’ ingegno
inizio di uno scritto custodito in uno scrigno.
CERCA..
Di Giuseppe Leonardi
Cerca il vuoto nella donna
Non guardare sol la gonna
Sii presente con affetto
E dimostrale rispetto
Ti presenti con un fiore
Per offrire il tuo cuore
Se nel suo trovi un vuoto
Riempi ciò in ogni modo
Offri onore con rispetto
Ed intendi il suo sofferto
Porta quiete in quel vuoto
Il conforto metti in moto
Fissa bene i suoi occhi
Se sinceri o fan trucchi
Presenta la tua omertà
Con elegante umiltà
Ogni vuoto in un cuore
È delusione di amore
Non pretendere ragione
Stalle vicino in comunione
Guarda gli occhi, senti il cuore
La gonnella non pensare
Mostra fiducia e rispetto
Non pensare solo il letto
Un abbraccio vale tanto
Con sincero di intento
Non tradire la fiducia
Che nel cuore tanto brucia
Non deludere mai un sogno
Che di quello c'è bisogno
Cerca e dona in un cuore
Ciò che chiami, tu " Amore "
Cerca il vuoto nella donna
Per sentirla da Madonna
Offri gioie e non finzione
Per accettarti in convinzione
Cerca...quel vuoto
COME MI SENTO
Di Stefania Vairelli
Come mi sento.
Dove mi sento.
Non lo so.
Sono incerta e confusa.
Mi appare un mondo rimpicciolito in scala
un plastico senza persone.
Luoghi di assenze
Il silenzio assordante del nulla.
E’ come se le radici di un albero
prima certe e sicure
ora si stessero sfilacciando
rendendo insicura la presa dell’albero al terreno. Alcune presenze non sono più costanti
altre sono svanite.
Intorno ai miei occhi un quadro fermo.
Una natura morta.
La mancanza ferisce come una lama
il taglio è sottile e poco profondo
ma sanguina a lungo.
Poi d’improvviso mi sveglio.
La ragione è la sola arma vincente
tampono la ferita, il sangue si arresta.
Dal quadro prendono a muoversi figure compongono scene di vita.
Qualcuno rinasce dalle ceneri della fenice.
COVID 19
Di Enrica Recalcati
Il mio cuore
è arido
come la mia penna
madida di sudore
spento
il fumo alcolico della passione
ogni gesto vibra
desiderio di rivalsa
voglio riprendermi il mondo
desidero con ogni mia fibra
ogni muscolo che in me vive
desidero il possesso delle cose perse.
Trasporto altrove questa primavera senza fiori
voglio rialzarmi
voglio valere
almeno una briciola di pane per un pettirosso affamato. Attendo
il sorriso del filo di lana.
Aspetto
il fiato caldo
libero il demone
prendo la brezza.
PER NOI
Di Paola Mara De Maestri
Per noi uomini
che fino a ieri
ci prendevamo la mano
ed era cosa da sempre
sfiorare il nostro respiro
in coda ai musei
e il tocco della vita
era l’abbraccio dei nonni.
Per noi uomini
ancora alla ricerca
della nostra primavera
per i giorni che verranno
nascondendo il sorrido
sotto una mascherina,
cattureremo lo sguardo
impaurito di chi cammina
sullo stesso lato del marciapiede.
Stampiamo nella nostra mente
rammendiamo il cuore
perché i nostri figli
e i figli a venire
dovranno di nuovo imparare
sul nostro ricordo
a fidarsi
a stringersi
a sentirsi vivi
nella novella umanità.
QUESTO TEMPO, NON È PIÙ NOSTRO
Di Costantino Posa
Non c'è tempo per i baci sulle labbra.
Non c'è tempo per stringere una mano.
Non c'è tempo per accarezzarsi
e ritrovarsi altrove.
Ora che è sera, aspettiamo il mattino.
Non c'è tempo, anche se è primavera.
Le pareti delle case
sono le nostre vetrine nel mondo.
Non c'è tempo
per sorridere a squarciagola.
Ora che la vita ci ha divisi
possiamo solo guardarci negli occhi.
Fissarci al di sopra di una mascherina
e sorridere dentro.
Non c'è tempo per correre
tra fili d'erba e fiori abbandonati.
Non c'è tempo per ascoltare il vento
e aspettare il via
per riprendere il cammino.
E' tempo di mostrare il petto,
le croci e ringraziare chi per noi
ha preso il nostro posto.
CAPOLINEA
Di Antonio Capolongo
Di certo un punto nero, non previsto
quando il tempo era stretto in un palmo
parole, sguardi flessi in piano calmo,
non esisteva altro che il non visto.
Eppure ha avuto una durata
tanti anni indotti a domandare,
chiamare gente solo per parlare
o riempire, sì, vuoti di una data.
Di colpo mi ha dato smarrimento
viandante nelle pieghe dell’incerto
sentivo sgretolarsi la bellezza
che, tuttavia, restava nell’ebbrezza
di un canto resistente all’inferto
colpo, inerme verso il sentimento.
MOURIR SEUL
Di Marco Perna
Je n'ai pas couru,
je suis resté chez moi.
Je préfère rester seul à la maison,
ne voir personne, ne pas échanger un mot.
C'est dur, je sais,
je n'y suis pas habitué,
mais je vois les gens tomber malades,
je les vois partir, sans pouvoir dire au revoir, … adieu.
Je sens le poids de cette douleur écraser le poids de mes petites renonces,
je me vois impuissant devant les médecins épuisés,
héros d'une guerre jamais déclarée,
jamais prise au sérieux, toujours sous estimée,
même devant les morts, amenés par l'armée,
dans leurs dernier, macabre défilé.
Personne à leur coté,
personne pour les pleurer,
personne qui se questionne sur comment on y est arrivés.
Personne, enfin, qui montre de la pitié.
Mourir seul c'est le châtiment
de la peste du moment
contre l’égoïsme de l’homme actuel
et sa solidarité, seulement, virtuelle.
Dediche Poetiche ai volontari della Protezione Civile ed al Personale Sanitario nazionale
MI CHIAMO ITALIA
Di Angela Arbia
Mi chiamo Italia e sono una nazione
sono in ginocchio,sembro in punizione.
Un virus invisibile all’ occhio umano
ha rovinato il mio aspetto ,venuto da lontano.
Coronavirus l’hann battezzato
e anche il mio popolo ha accidentato.
Molti son morti, mi duole il cuore!
Altri sono in casa… nel loro tepore.
La gente che in strada prima si affollava
ora ha paura e le mani si lava.
Si teme il peggio, certo lo so!
Ma sono sicura che ce la farò.
Anche se i vicini mi hann chiuso le porte,
io resisto…ho mille scorte.
Ho fatto del bene al mondo intero
mi sono distinta e questo è vero.
Ho aiutato e accolto chi dal dolore scappava
dato ristoro a chi per vedermi viaggiava.
Perciò mi rivolgo alla terra intera
per dirle che del mio popolo io sono fiera.
Posseggo dei medici che mi fanno onore,
che nel lavoro ci mettono il cuore
e sono sicura che le mie “grandi menti”
faranno presto tutti contenti:
con grande sacrificio e competenza
al virus maligno daran dissolvenza.
Così il mio popolo che mai non demorde
unito con zelo e sempre concorde
da nord a sud fedele alla mia bandiera
mi farà rinascere a vita austera.
AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Di Francesca Calasso
Anime sparute
cogli occhi un po’ stretti
dalla paura e l’incredulità commiste,
come spettri senza identità
s’anfanano lente e circospette
nelle città morte
e silenziate dalla virulenza che incetta
nell’ etra morbido e odoroso
del Paese bello.
E, nel crepuscolo
per le vie deserte
traluce la notturna lampa
e le finestre chiuse
s’irraggiano di luce -
Chissà al di là delle mura quale amore !
Frattanto, in lontananza
il batacchio commemora
e l’Inno echeggia -
alla schiava di Roma
ne reclama la chioma.
NUMERI SENZA VOLTO
Di Marina Doria
Siamo numeri,
senza nome,
senza volto
con una solitudine
senza lacrime.
Refoli di vento accompagnano
l' ultimo viaggio
in un silenzio
che pare spettrale..
Soli,
soli in una rispettosa lontananza
senza un abbraccio
senza un saluto
senza sapere
dove andremo.
Un giorno,
forse,
canteremo
o ,forse, non avremo
più voce.
Cercheremo risposte
a domande
mai domandate :
saremo ancora noi?
Forse sì
ma con il cuore spezzato
da tanti numeri...
Senza nome, senza volto..
DANZO, DANZI, DANZIAMO
Di Laura Montana Lampo
La mia mente viaggia
Mentre chiudo gli occhi,
la luce è vicina,
ma non abbastanza da poterla vedere
La mia anima è in fiamme,
ma brucia lentamente
e le ore sono quasi terminate
Sono sull’orlo del precipizio,
continuo a ballare con un piede
pronta a volare
sopra il cielo aperto
I miei occhi poi si riaprono,
così scendo e inizio a correre
Non so dove ma vado senza direzione
Là da qualche parte
Forse c’è,
forse ci sei e ci sono
CANTO ALLA VITA
Di Marcello Caccialanza
Angelo silenzioso
Nella difficoltà
Tu appari assai meraviglioso
Angelo suadente
Tu con dedizione
Supporti la salute
Della gente
Figura illuminata
Che fatica la giornata
Lotti e combatti
Stai pur certo
Non ti abbatti
Nel silenzio della sera
Un miracolo lui spera
non sia solo una chimera
angelo sorridente
tu non ti aspetti niente
tutto è cuore
affinché nulla muore
io con la mia
piccolezza
ti ringrazio per la tua
bellezza
bellezza d’intento
che illumina il firmamento
QUESTA LUNGA INNATURALE NOTTE
Di Giuseppina Giudice
Questa lunga innaturale notte invernale,
con le sue paure ,l’angoscia,la sofferenza,
con la morte,la disperazione,il pianto di tanti, finirà!
La luce già filtra dai vetri.
L’aria sa di una insolita primavera,
gli uccelli volano inconsapevoli.
Forse, si chiedono perché le strade sono quasi deserte ,
perché ogni rumore si è attenuato.
Il loro volo gioioso è speranza di vita per noi,
che li osserviamo dai vetri con i nostri bambini.
Il loro canto ha preso il posto
del vocio dei bambini nelle strade,
delle urla dei ragazzi ,
dei clacson assordanti,
del chiacchiericcio della gente.
Ma il cielo ,a guardarlo meglio ,è già più azzurro,
l’aria è più tiepida,i fiori sbocciano come sempre…
Il nemico è in ritirata.
La vita è fuori ,
e ci aspetta .
Tra poco saremo lì ad abbracciarci ,
a raccontarci ciò che abbiamo fatto,
pensato e compreso ,nei giorni dell’attesa.
Ci diremo che è stata dura ,
ma che abbiamo riscoperto l’amore ,
la tenerezza,la comprensione ,l’altruismo,
che ci siamo sentiti un tutt’uno
da nord a sud ,
da est ad ovest.
Diremo che abbiamo pregato ,pianto ,sofferto
per i fratelli che non ce l’hanno fatta.
Ringrazieremo coloro che hanno sfidato
il nemico invisibile per noi.
Confesseremo che abbiamo compreso,
consapevolmente il senso della vita ,
del rispetto che merita
e che l’ameremo di più!
COS’È L’AMORE
Di Elvira Giordano
Quante cose di fanno,
si dicono,
si sono dette e fatte
in nome di questo strano sentimento.
Amore usato
come giustificazione,
come scopo,
come desiderio.
Amore per sé stessi,
amore per l’amore.
Questo impulso insito nell’uomo è unico o ha varie forme?
Cos’è veramente l’amore,
questo concetto astratto che fa girare il mondo?
L’amore è la più sottile,
inspiegabile,
contorta forma di altruismo.
È vero solo quando si dona senza aspettare nulla in cambio,
solo quando si onora.
L’amore è rispetto per noi stessi,
per la natura,
per gli animali,
per il prossimo,
per la libertà.
Tutte forme di amore che si fondono all’unisono e
donano speranza per un mondo migliore.
IN PRINCIPIO ERA IL NULLA
Di Valentina Simona Bufano
In principio era il nulla, il tutto
era piccolo così
Camminavo veloce e non vedevo niente
Facevo il mio lavoro e prendevo lo stipendio.
Ma esistevo, io, prima di questo?
Poi, un senso di pressione sul mio petto:
la paura di me prende possesso.
"Lui" è cresciuto; ha ucciso il mio vicino
quello che picchiavo quand'ero ragazzino.
Ho avvisato io la moglie.
Ho sorriso al suo bambino.
Siamo usciti per strada
e l'abbiamo pagata.
Ora stiamo in casa, in casa
mentre là fuori
nascono i frutti e ridono i fiori.
Un mio amico è caduto
ha respirato polvere di strada
sua madre si è ammalata.
Il mio respiro è corto.
Il Signore, dicono, è risorto
e se cerco il cielo con uno sguardo diritto
lo vedo bianco e duro,
gelido come un soffitto.
Sgretolo il biscotto dentro la mia tazza.
Dovrò lavorare anche a Pasqua?
Entro preparato, ricevo due notizie,
sospiro senza fiato.
No, non ero preparato...
Ho ancora sulla lingua sapore di biscotto.
Mi scappa la pipì, quasi me la faccio addosso.
Io che la vita amo
(nel mio cuore arde una fiamma!)
prima chiamo il mio amico
poi chiamo la mia mamma.
PADIGLIONE 18
Di Tiziana Monari
Ed in queste sere lunghe
le vedo le gole chiare nel fiore della notte
i seni vergini, gli occhi d’ombra
la disordinata stagione del dolore
duole la vita
in giorni di vento e di tempesta
dove l’ultimo assedio della rosa tace
ed il soffio della sera accarezza il lento germogliare dell’inverno
i fuochi fatui di notti senza stelle.
Le sento le mani calde dell’insonnia
gli occhi che brillano pieni di pioggia
il rullo dei tamburi della morte
al padiglione diciotto
in queste stanze spoglie dove le illusioni perdono i contorni
dove tutto sta precipitando nell’oblio
dove ci sono sorrisi che non hanno labbra
ed il dolce vizio di postura della morte
ci siede accanto
senza permesso, senza alcuna tregua.
Combatto in prima linea
generale senza fucile e senza stella
adagiandomi nelle piccole malie del cuore
contando un cielo che ha capovolto la deriva
gli orologi non hanno più ore
ed è quasi bella la morte nella sciarpa azzurra
che trattiene una carezza sul collo
ed intanto la neve scende sui viali
rossa, come papaveri che accarezzano il vento
in attesa del peso del sole, di un bagliore acceso d’azzurro.
L’ultimo sogno di primavera.
NOTTI BIANCHE
Di Sebastiano Mario Fiori
Notti bianche
in corsia,
senza paura,
per combattere
un virus,
salvare altre vite,
sfidando la morte,
eroi silenziosi.
Notti bianche
in corsia,
nel tempo sospeso,
tra caschi e tubi,
respiri interrotti,
risvegli improvvisi,
sempre di corsa,
eroi silenziosi.
Notti bianche
in corsia,
lontano da casa,
vicino a chi soffre,
combattono la guerra
con tutte le forze,
aspettano l’alba,
eroi silenziosi.
AVRÒ FIATO
Di Cinzia Manetti
Per redimere il silenzio
di notti insonni,
di tenerezza di mani giunte
di creature malate.
Prostrate
come fiori recisi,
Schiave del dolore.
Prigioniere della solitudine,
di lacrime salate,
di mani legate,
di fragili pareti desolate.
Avrò fiato per oltrepassare
i recinti del pianto,
le malinconie del nostro tempo,
i baratri di dolore.
Pioggia per lavare le ferite,
piedi, mani da slegare,
Medici ed infermieri da ringraziare
Armonia e speranza nel Cuore da svelare.
Avrò voce e nuova Luce,
ed un mondo senza nuvole,
Sorrisi che accarezzano la pelle
senza più maschere.
Avrò Anime e danze,
di mani issate al Cielo a benedire,
in nuove albe e tramonti,
e giorni di Vita e Libertà da inventare
Fiori nati ai bordi delle strade,
dove i semi con coraggio
spaccano zolle,
offrendo al cielo dolcezze d'Amore.
Il tuo sorriso di ieri e di oggi
e' la più bella carezza d'Amore.
Grazie a te per avermi insegnato
che incontrare la Vita
e' Abbracciare
tutto questo Amore.
UNA DIVISA
Di Caterina Muccitelli
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
Se a volte abbiamo pensato ‘quanta arroganza questo medico!’
non avevamo considerato i decenni di studio e l’abnegazione per il suo lavoro.
Se a volte abbiamo detto ‘questo infermiere sembra capire tutto lui!’
non supponevamo la sua indispensabilità in circostanze estreme.
Se a volte abbiamo inveito contro le forze dell’ordine ‘sembrano dei padri eterni!’
non credevamo di doverli ringraziare per i posti di blocco a nostra tutela.
Abbiamo dato per scontato molte cose nella nostra vita
bypassando dei comportamenti essenziali rimandandoli al dopo.
Per moltissimi non c’è più un dopo.
Ringraziamo quel medico che ha permesso di respirare
quell’infermiere che ha concesso l’ultimo saluto ad una madre
quel poliziotto che ha portato la spesa all’anziano
quell’inserviente che sanifica ogni giorno gli ambienti
quell’operatore ecologico che mantiene la città pulita…
tutti coloro, i servizi essenziali, che continuano a lavorare per garantirci una vita futura.
Una divisa, qualsiasi colore o ruolo abbia, è ragione di vita.
TU!
Di Franco Frijio
Quando ci si sente soli
Quando ci si sente inutili
Quando ci si sente incapaci
Quando ci si sente....
Questo
dir voglio a Te!
Si !
proprio a Te !
Tu
che stai dando potere
a ciò che potere non ha.
Tu
che hai creato ogni cosa
fin
dal più
remoto passato...
Tu che sei
Tu che sai
Tu che hai.
Tu
che per errori del passato
ti sei punito,
ritirato
e hai non più creato...
Ammira
un cielo stellato...
Sei Tu
ad averlo creato.
Il sorriso d'un bambino
ti ringrazia
perché Tu lo tenga
a te vicino.
Non c'è nulla
che in te non va!
paura,
odio,
rancore,
potere non hanno,
perché
Tu sei
Tu sai
Tu hai
Tu puoi
Tu........
INSEGUENDO LA FELICITÀ
Di Alessandro Amalfitano
Dove trovi giovamento
In un meriggio di isolamento?
Nel profumo delle aiuole
In una bella giornata di sole
Un gatto passa miagolando
Ed un cane abbaia di rimando
Il garrito di un pappagallo
La purezza di quel fiore giallo
Nato da un seme che non hai piantato
Che il munifico vento ti ha regalato
Il vicino ti saluta sorridente
Lo conosci appena ma ora non fa niente
Siete entrambi nella stessa situazione
Inseguendo la felicità affacciati ad un balcone
VIRUS REMIX
Di Alessandro Lanucara
Dice che stavan bene i due vecchietti
ma questa non è mica un’influenza!
e se ne sono andati via a braccetto
senza potergli dire addio PAZIENZA!
I MUSI GIALLI SONO UN’ALTRA COSA!
SI GIOCHI PURE A PORTE SPALANCATE!
e adesso che siam barricati in casa
chi inventa mascherine colorate
chi dagli scranni dell’unionimato
ci tende un dito in similitaliota
chi porta a spasso fiaccole olimpiote
chi porta a casa pacchi a carrellate
chi sfodera un’allegra scampagnata
chi gioca a il dottore è l’ammalato
e quest’è la ballata
dei nuovi contagiati del cordoglio
dell’umana idiozia e del portafoglio
MASCHERINA AZZURRA
Di Elena Maneo
C’è paura dentro di me,
nella gola lucida di febbre
la fitta vergognosa che dissesta
la mia voce
striata come lacrime sul volto.
Ricordo parole dolci
del mio amore, quando
a Natale, mi promise mille abbracci
dal sapore antico.
La solitudine, guardiana che muta
perennemente
nel mio intimo innocente,
che spinge a lottare
per mantenere il respiro
che agita la vita,
nell’oscurità del pozzo che avvolge
la diafana anima guerriera.
E questa mascherina azzurra
copre le rosee parole
impresse nella memoria,
in una ferrea giornata di sole,
con il mondo che indossa
una veste che sconvolge.
A NOI
Di Anna Polin
Siamo stati toccati
ora si cade
uno a uno
ora si muore.
Non temere, è sempre stato così
ora lo puoi vedere.
Lo so, temi quell'attimo
senza alcuna mano
l'ultimo vedere
senza apparente calore.
Ma sei sempre stato solo
nessuno ti segue nel morire
è un varco
è un non sapere.
Io prego che ci svegli ora
quell'ultimo terrore
che sia un chiarore grande
che ci riporta a casa.
Apparteniamo a un unico palpito.
Tu appartieni.
Credevi che marito, figlio,
amante, lavoro,
madre, fratello, amico,
fossero altro da te
ma eri sempre tu,
anche quando li hai
visti morire.
Ma stai attento
non è un “tu”
che ha solo nome e cognome
è il bene di tutti, un unico andare
scanzonato a volte
altre doloroso.
Resta sul crinale.
Non temere, non temere.
AFFACCIATA ALLA FINESTRA
Di Patrizia Pierandrei
Affacciata alla finestra guardo ammutolita
la strada vuota e silenziosa,
solo qualche raro passante con la mascherina
cammina frettoloso e timoroso,
lasciandomi un senso nostalgico.
La primavera quest’anno è solitaria,
non ha il movimento di quelle passate,
con i ragazzi che facevano le passeggiate,
per incontrarsi con le amiche a fare chiacchierate.
Quest’anno la città è in silenzio
e ci viene la paura di restare da soli,
nelle nostre case in isolamento,
soltanto con il lavoro a distanza,
aspettando con la speranza,
di ritornare di nuovo insieme.
Forse presto la rivincita ci sarà
e questo periodo d’angoscia finirà,
potremo allora rivederci
e come sempre abbracciarci.
Il ricordo di questa lunga esperienza
ci serva a darci una lezione,
per imparare una nuova esistenza,
che ci darà una più vera costanza,
per riflettere meglio che bisogna cambiare,
per un mondo più pulito organizzare.
Conto i giorni del calendario,
per sapere quanto dura la quarantena,
così mi passa un po’ la pena
ed aspetto con trepidazione
la nuova buona notizia della liberazione
dalla stretta via di questa costrizione,
sognando di ritornare alla vita in comunione.
PRESIDIO POETICO
Di Iannarone Marianna
Psicosi dei nostri giorni
che sai d’affanno e d’ipotesi, imponi l’assedio a
questo presidio poetico
come ripiego del giorno buio sulla notte insonne
varcando la zona rossa:
in prima linea la vita
uno scudo umano
che resta nell’ombra – nonostante il rischio costante e la fatica estenuante –
nella battaglia epidemiologica, campo minato di
terrore e angoscia.
Assolvi dal dolore la speranza che nitida possa uscire
da questa trappola.
ASPETTANDO L’ALBA
Di Gherardo Pozzi
Il bacio della sera arrivata
ad abbracciare anime sole
nella piccola stanza del cuore
Il saluto del mattino nuovo
che con fatica sboccia sereno
superando forse un attimo di paura
Paura di non poter ritrovare
gli stessi lampi di gioia
che l’infanzia ci ha donato
La serenita’ che voi regalate a noi
col sudore di una fatica immane
contro un cielo livido che sembra
non ascoltare il battito del cuore
Cuore grande come un aquilone
che vola alto senza il timore
di poter incontrare il sole
Voi lo incontrate e lo abbracciate
donando a tutti noi quel calore
forse dimenticato - temuto
Paura d’amare - gioia dell’amore
Lo stesso enorme che mettete in tutto
il bene che fate aspettando
la nuova alba - i nuovi occhi
che dovrete incrociare
in un lampo eterno di fiducia
Accogliendo l’ eco di domande
Accogliendo l’ eco di baci donati
Voi madri
Voi padri
Voi figli
In un unico abbraccio senza tempo
Gratitudine
Amore
Fratellanza
Nel cielo inazzurrito
Grazie
IL SERENO TORNERÀ
Di Agostina Spagnuolo
Usciremo ancora a farci carezzare
dal sole che mai è impallidito
mentre noi si cadeva nel baratro
che ci trovò impotenti ognuno
nella solitudine del pianto.
Risucchiati nell’ingorgo, improvviso,
ci siamo dimenati per emergere.
Abbiamo misurato il limite,
noi che ci eravamo ritenuti dèi.
Ci siamo scontrati faccia a faccia
col muro della superbia antica.
Abbiamo conosciuto la paura.
E abbiamo maturato una promessa,
quella di realizzare il sogno,
sempre maltrattato, della fratellanza
da coltivare come una rosa a maggio.
E siamo crisalidi sempre pronte
a orizzonti dove poter volare,
e delfini a contorcersi nel mare
come bambini che giocano a chi
salta più in alto. Il sereno tornerà
con la nuova alba, nella foresta
degli equilibri infine ritrovati.
ALLUNGO LA MANO
Di Chiara Marinoni
Allungo la mano
sfiorando i petali
di un sogno spezzato.
Attendo il vento
per consegnare quel seme
di sorriso, di bacio o di abbraccio
come corolla di un grazie.
Non so quando sarò libera
il velo ricopre il mio dire
il nostro viverci
l’acqua corrente dell’amore
guarda con affanno
questo ultimo viaggio
gli occhi che parlano alle lacrime
di un addio stanco e ferito.
Il muto silenzio pervade
e la preghiera accompagna
il fiore oltre la corrente.
Respiro vivendo dei tuoi baci
senza labbra, solo cuore.
ANGELI SENZ’ALI
Di Stefania Siani
Cosi si fondono
sospiri e lacrime,
negli occhi colmi di paura,
mentre un’altra barella
carica di umano dolore
attraversa i frenetici corridoi.
Barlume timido
di una paventata serenità,
speranza si culla
tra acerbe promesse di vita,
timore imprigionato
dentro bianche mascherine .
E cala la notte
sui corridoi asettici e silenti,
mentre un grido si contrae
per ogni respiro mancato,
sul tempo tiranno,
su ogni vita spezzata
da un nemico invisibile,
da angeli senza ali combattuto.
LA SPERANZA
Di Mauro Lo Sole
Ciao; sono la speranza...
dammi la mano e ci conosceremo;
dammi la mano ci saluteremo;
dammi la mano ci sfioreremo;
dammi la mano ci accarezzeremo;
dammi la mano ci ameremo;
dammi la mano ci abbracceremo;
dammi la mano cammineremo;
dammi la mano danzeremo;
dammi la mano vivremo...
Sono la speranza,
la voglia di stringere te.
ANGELI
Di Iannotta Alessandra
Dicono che abitate tra le stelle
che giocate a nascondino tra le nuvole.
Io ne ho visti qui in terra.
Sono donne, uomini, come noi.
Hanno luce dentro.
Nei loro occhi brilla la fiamma
di chi Sa.
Quella di chi non Teme,
di chi Ascolta e Fa.
Angeli in terra
Grazie di esserci.
NEL TUO SGUARDO
Di Massimo Gallazzi
Nel tuo sguardo
si specchiano i miei occhi di paura,
E sento poesia
mentre i tuoi sorridono
sussurrando "andrà tutto bene ".
Nel tuo sguardo
si cela l'angoscia di essere al fronte,
a sparare al nemico,
Armati di scudo da capo a piedi,
persino nelle notti
a vegliare con le lampare,
sul respiro silente
di chi è coperto
da macchine artificiali.
Le bombe mi faranno guarire,
e tu, sorridendo, applaudirai,
per una Vittoria preannunciata
In una calda stretta di mano.
"C'è ancora tempo per andare lontano ".
Nel tuo sguardo,
osservo silente e fiero
un timido eroe di umiltà vestito.
Nel mio sguardo
Vedrai il mio grazie,
distante ma pur sempre vicino.
COVID-DICIAMONO
Di Emilio Bifronte
Vaghi per il mondo col tuo invisibile destriero,
percuoti prima del petto l'autenticità del vero,
pronta a confonder la gente se appestata
o non di meno incazzata per un sentiero non percorso.
Siamo pronti a lottare, a oppugnarti:
se ci minacci, noi staremo a casa a mostrarti superiorità;
se ci separi negli affetti e negli abbracci,
ancor più forte urleremo
cosicché le orecchie traghettino al cuore la nostra unione;
se ci distruggi il presente penseremo al passato,
a ciò che è stato e che riavremo nel futuro conquistato;
se Dio ci avesse voluto abbandonare,
più sigilli avrebbe spezzato,
dando all'apocalisse il via
ma fermata da angeli in camice in corsia;
se il tuo passo invisibile e vigliacco strisciasse fino ai polmoni,
cercheremo di intonare poesie e canzoni di autori del Paese,
del Bel Paese che sto ad abitare,
dello Stivale che è già pronto a schiacciare col suo tacco il virus orientale;
se ci sarà la caccia alle streghe spegneremo le torce
e spezzeremo i forconi con gesti solidali e gentili,
perché per una volta abbiamo ben compreso
che non siamo invincibili, immortali,
non siamo i padroni dell'oggi ma i costruttori del domani.
E se, per caso, tu volessi presentarci la signora morte,
noi scortesemente diremo "aspetta, la scelgo io la mia sorte!"
UN LUNGO INVERNO
Di Lolita Rinforzi
Le ultime sere d’ inverno
sembrano riportarci indietro
in una stagione
che mai abbandonerà i nostri ricordi.
Viviamo nella paura del giorno da trascorrere
e nell’ansia di un domani
avvolto dalle difficoltà del vivere.
Non possiamo uscire.
La nostra vita
somiglia ad un film di fantascienza
racchiusa nelle notizie dei telegiornali.
Si rispecchia
in numeri che non vorremmo più sentire
e in volti segnati dalla fatica e dal dolore.
Ma quando accendo il fuoco nel camino
la mente si distrae
lo sguardo
attratto dalla fiamma viva
inganna la paura.
Il corpo si riscalda
immaginandosi avvolto in un abbraccio.
Il cuore si placa
per dare spazio a un’immancabile speranza…
QUARANTENA, DOMENICA DELLE PALME
Di Fabio Mattiuzzo
Tutte le case
ascoltano ll
Il vento
ne distribuisce il suono
come chi,
con le mani, distribuisce il pane
perché non manchi a nessuno;
un po’ qua,
un po’ là,
poi girando,
nel paese
altrove.
(campane)
In una pausa
le saluta
coi rami la mimosa.
Gli uccellini, come
Bambini,
non smettono di giocare;
non hanno tempo
loro:
devono cantare.
Non lo sanno loro
Di commuoversi
eh…
IL POETA
Di Maria Pizzuoli
Poeta, dal greco poieo
che vuol dire “io creo”.
Poeta è chi crea.
Io non posso creare,
è il vento a mancare
che squarci la nebbia
d’un futuro sfocato.
Io fuggo i pensieri
dentro casa mia.
Ci sentivamo onnipotenti,
urlavamo:”Viva gl’ignoranti”,
ora chiamiamo i sapienti.
Ciò che accade
via non va,
dentro ci resterà.
Eppure in me vedo
soffiare l’energia
che dell’immaginazione è la via
che sogna un futuro migliore.
NEMICO INVISIBILE
Di Giuseppe Leccardi
Il destino è nelle nostre mani
nella coscienza che impone l’osservanza
di leggi, norme, regole e divieti
per la nostra e l’altrui sopravvivenza.
E’ necessaria l’unità d’intenti,
la coesione per vincere la guerra
contro un nemico invisibile, crudele
subdolo ladro di vite e respiro.
Plaudo ai medici, infermieri e volontari
che in prima linea rischiano del loro,
eroi senza medaglie né diplomi,
senza il nome scritto sui giornali
né un vate come Omero che li onori.
A TE, COVID 19
Di Teresa Cacciatore
Non togli l'aria dietro una mascherina:
respiro la vita al primo vagito,
scalda il sorriso degli occhi:
guardano dentro
in un tesoro nascosto
- nell'acqua il principio della vita.
Non tolgono carezze le mani protette
sfregate senza colpa su mondo impuro
e quand'è che sono fuori dalla soglia
un manto celeste invade
d'un cielo fedele su di noi.
ONORARE L’ISTANTE
Di Nunzia Dimarsico
Celebreremo il giorno
dopo la morte di questo tempo
e leveremo le mani al cielo
per onorare l’istante,
lo faremo come presago di un dono
e con i brividi nella memoria.
Celebreremo quel giorno
con la concretezza nello spazio
e con il silenzio che premerà sulle labbra.
Celebreremo ogni giorno… poi
con la preghiera ripassata nelle albe,
e non lo dimenticheremo questo tempo
e la sua furia terrestre!
COVID 19
Di Mario Berto
Lo sanno i fiori del campo?
Lo sanno gli uccelli dell'aria?
Lo sa la Primavera imminente
dell'uomo appestato e morente?
Del morbo che uccide,
ancora latente?
Dei nostri spiriti fiacchi,
pronti a rimpallarci le colpe?
Il pensiero più cupo,
nella brezza si perde,
e triste viene la sera.
Nel vento a noi giunge
la notte più nera
ed i sogni s'involano in cielo,
magari i più belli,
lasciandoci a terra.
Solo il male
che l'uomo divora
in una stretta di mano tradisce.
Poter parlare, un saluto,
all'amico morente
donare un sorriso,
una carezza, un abbracio
o l'ultimo bacio all'amata
dal morbo tiranno
ogni gesto d'affetto
oggi è bandito.
VIA PERFETTA
Di Alessandro Corsi
Getta le ombre
là dove le trovi,
per non portarle con te
nel tuo cammino
fatto di luce
e di speranze belle.
Le ombre sono sassi,
sono zavorre dure
per qualunque esistenza
che voglia crescere
come un fiore al sole.
Poi, quando le ombre
saranno un mucchio
alle tue spalle,
la tua strada
sarà una via perfetta
senza pozzanghere
a sporcarti i piedi:
a mormorarti pianti,
o altre sofferenze,
che fanno umidore
o palude dei tuoi occhi.
Essere vivi così,
con le ombre alle spalle,
è il sogno più bello
da vivere nei giorni.
RITORNERÀ L’AURORA
Di Pietro Lapiana
Le piazze son deserte,
nelle vie s’ode il silenzio,
fitte tenebre addensate
tra il chiarore della luna
che lentamente si consuma.
Divampa il covid brutale
come d’agosto nel bosco,
un denso fumo alza la bruma,
la morte è tanta e dura,
incombe un’ombra spettrale,
occorre stare in casa
chiuso tra quattro mura.
Prigioniero della fatalità,
la solitudine mi fa compagnia,
timore, angoscia e dolore
creano vuoti e sensi d’inferiorità
che ognor spezzano l’anima mia.
Il tempo passa silenzioso,
le voci, gli abbracci, i sorrisi
sembrano di lontani anni,
parole taciute e lacrime celate
danno soltanto continui affanni.
Ma sogno ancora un’alba chiara
che gli occhi miei mai videro,
una via luminosa e rara
di bene e di speranza desidero.
La vita perenne cammina,
la notte se ne va poco ancora,
la gente alla luce si avvicina
e presto ritornerà l’aurora.
Sui balconi sventola il tricolore,
vecchi e giovani cantano l’inno,
ai medici e al paese fanno onore
distanti ma virtualmente uniti,
sorridenti e senza alcun tremore.
Come le rondini i giorni saranno,
annunciano la beltà della primavera,
morte e paura invano non passeranno,
tutti scopriremo il senso della vita vera.
Dall’abisso di sicuro usciremo ,
alzeremo lo sguardo al cielo
dove risplende il fulgido sole,
ci stringeremo l’un l’altro al cuore
per ricostruire un mondo migliore.
PREZIOSE STRANEZZE
Di Giulia Baldassarri
L’uomo è una stranezza.
Qualcuno riesce a vederci
Del prezioso
Al punto da porsi in prima linea
Nella battaglia contro l’ignoto
Iniziata a Febbraio d’un anno
Eterno.
Il dialogo fra il suono
Bellico dell’acciaio
Ed i tenaci sospiri
Scalda le gocce di resilienza
Che evaporano in stille di miracoli:
Rinascono migliaia di stranezze.
TULIPANO
Di Alessandro Canfora
Nel fiore del mondo nasci come cristallo d'amore
e nel sogno di rosso campo di brillante mare,
sgorgano essenze e flussi di fiori illuminati
che di estasi della tua nascita dal volto di diamante,
sono rozzi smeraldi d'amore,
nel sogno del tulipano di tuo forte ardore.
Nel blu delle meraviglie nasci imperitura
e come scultura del fondo, negli abissi dei rossi fiori nel mare,
sbocci brillando di profondo amare.
I tuoi occhi delle perle,
accendono vive acque nascoste del tuo cuore
e tuo amore incendiato di gigli fragorosi,
accende immagine di vasti campi cocenti
che si perdono nel ruscello del mare
e nelle acque temerarie vive di fulgente abisso del sole.
Significato nasce tra i tuoi occhi che risorgono
e brilla il mare che parla,
ma nel silenzio scrive parole di intimo lucente,
nel sogno che sgorga di rude colore di tuo animo splendente.
Nel giorno della vita di spessore d'albore,
brillano e nascono fiori focosi di oro d'amore,
figli del tuo animo pieno di gioia e fulgore.
Sei nata come smeraldo che danza
e nel ballo e nel sogno cubano,
nella rossa terra scolpisci parole
che splendenti solcano mondi del cuore.
Rossa rosa del tuo splendore, parla degli albori
e nel segno e nella linea d'oro nasci oggi brillante,
nelle terre e negli animi cocenti
che son rare perle dei tuoi occhi ardenti ed essenti.
LE VOCI DELL’AMORE
Di Elvira Giordano
Il gorgoglio dei ruscelli,
il bisbiglio delle foglie,
il soffio dei venti,
il fragore delle maree,
il rombo della terra,
il guaire dei cani,
il sussurro dell’anima,
il mormorio dei senza nome,
il pianto degli indifesi.
Voci, solo voci
che si perdono nel silenzio dell’avidità,
dell’indifferenza,
della stupidità.
Avidità che corrode l’animo,
indifferenza che rende ciechi,
stupidità che rende ottusi,
Senza comprendere che
Amore significa ascoltare queste voci
e solo l’amore dona la felicità.
POESIA PER LA VITA
Di De Vita Luisa
Ti guardavo
ma non sapevo vederti
mentrerà a meno di un metro mi apparivi
solo una donna o un uomo fra tanti.
Poi quel lui improvviso e
invisibile dietro il velo di lacrime
amare o commosse
È riuscito a schiarirmi la vista
Dal tuo viso a metà
Vedo oggi
la profondità dei tuoi occhi
Da lontano sei di colpo
un gigante
E scopro uomini e donne
E sento nel silenzio
di città vuote
della solidarietà
la carezza
E del coraggio
il calore
E lungo strade
Tra insegne spente
luce di speranza rincuora
Per la prima volta
non sento
ma ascolto
la tua voce filtrata da
un confine che unisce...
Da un reparto un grido
poi un pianto
"È sano"
È nuova vita
È ancora giorno
È ancora gioia
Che ti giunga
o mio Ippocrate
il mio plauso
Che ti giunga
mio scudo e mia spada
il mio grazie
LACRIME
Di Riccardo Avanzi
I mè lacrim,
i lacrim da tanta gent,
veglià i mè ben.
Un fiùrell,
una mam,
un nonno
campan ca sonan a mort.
Altra nòcc sota i stel,
che fregg!
La lùna, un fulett,
una nivula,
tanti mort.
Stamatina,
altar fracass.
Aria da mort,
in meza i sass.
PRIMAVERA
Di Marinella Giuni
Smettila
Di cinguettare su quel ramo
Abbassa il tuo capo
E piangi
Con me
Piccole lacrime
Perché non è vero
Non è vero
Che è Primavera
TI RACCONTERÒ
Di Massimiliano Bartolozzi
E ti racconterò di quel marzo 2020,
di quando la libertà ci fu tolta,
di quando restammo a casa,
finche’ le nostre barbe e capelli non furono lunghe,
mente fuori si moriva,
sembrava un film.
Moristi anche tu Luigi,
attore e maestro di vita,
si dice che fosti contagiato a teatro,
il destino beffardo.
E ti racconterò delle assenze,
di chi ti mancava,
o di chi non i sarebbe più mancato.
Di quanto sono stato felice della presenza di mia madre tutto il giorno,
dei suoi sorrisi nel vedermi sempre con lei.
Di mia zia, lontana, dei nostri ti voglio bene su WhatsApp,
e delle videochiamate, delle sue mancanze,
aver perso il marito dopo 53 anni di matrimonio da solo qualche mese,
e ritrovarsi sola, senza nessuno che può andarla a trovare.
E ti racconterò della mia compagna lontana,
che ogni domenica andavamo fuori ed eravamo liberi,
e ora siamo distanti, ma l’ amore è oltre i chilometri.
Dei miei amici che sento spesso e mi mancano i loro abbracci,
le cene con le tante bottiglie di vino.
Degli eroi in camice bianco negli ospedali, e di quelli nei supermercati,
o che ti consegnano un pacco.
Delle mie albe e tramonti dalla terrazza.
E vorrei raccontarti di me, di come sto,
di quante lacrime versate per questo,
della mia asocialità,
di chi mi manca veramente,
di chi amo , ho amato e amerò,
della mia non paura della morte,
nemmeno ora, lo farò sorridendo ,
quando tutto sarà finito, piccolo mio.
TORNERÀ IL SOLE IN QUARANTENA
Di Margherita Tomei
Tornerà il sole,
già lo vedo tra le serrande,
che piano piano fa capolino,
che cerca di rassicurarci.
Non si può uscire
piove
fa freddo.
E tornerà a splendere più forte di prima,
quando con il caldo usciremo
con i vestiti più corti
e andremo al mare.
Lo sento già il suo odore,
è dentro me.
Il sole tornerà
quando apriremo le porte
e torneremo a guardarci,
a toccarci.
Tornerà
perché è più forte l'amore,
di tutto,
di qualsiasi malattia
che prova ad affossarci.
Tornerà il sole
e sarà splendido.
Facciamoci trovare pronti!
LA NUOVA CORONA
Di Gianpiera Sironi
La corona di spine
che trafigge la carne di Cristo
gronda sangue innocente.
Dovevo morire
Gesù dice alla gente
per risorgere dopo tre giorni
affinchè ognuno ritorni salvato
e redento dal peccato.
La nuova corona
che cinge il capo del mondo
entra nel profondo, fa male,
toglie il respiro e la vita.
Ma si doveva morire
per capire quel che conta davvero,
per guarire dal nostro egoismo,
per vedere il vero eroismo
accanto a chi geme.
Rialzeremo la testa domani,
torneremo a far festa
e mai più saremo lontani
perché l’Amore ci vuole tutti insieme.
L’AMBULANZA
Di Francesco Amadelli
Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante
Corri, fai sentire la tua voce straziante
Porta la tua opera a compimento
Prima che venga elargito l’ultimo sacramento
Di questa strana lotteria della vita
A cui tutti partecipiamo, tanto amata e ambita
La nostra vita che riteniamo fortunata
Fino a che dalla morte non viene sorteggiata
Odo la sirena che suona con tono di burla
Mentre la mia anima si contorce, urla
Il mio corpo giace a terra inerte
Aspettando quietamente la morte
Solo ora dopo una vita di indifferenza
Penso di Dio la grande incombenza
Solo ora capisco che anch’io partecipo a quel Suo sorteggio
Che per tanti anni mi apparve come un miraggio
Un miraggio lontano e vicino
Posto in fondo al nostro cammino
Un miraggio vicino e lontano
Quasi a portata di mano
Ora anche me han sorteggiato
Dopo una breve vita che ho tanto amato
Corri, ambulanza, corri, le vite da salvare sono tante
Corri, fai sentire di Dio la voce indulgente.
Su di noi imponi le tue mani
Amiamoci oggi, perchè forse non ci sarà domani.
DIETRO LE MASCHERE
Di Bianchi Massimiliano
Freneticamente si muovono
nei lunghi corridoi o nelle sterili sale
sussurrano
a volte si agitano
a volte si fermano, storditi
attoniti nei loro pensieri, nei loro timori.
Dietro le maschere
nascondono sorrisi e tristezze
che gli sguardi non possono tradire,
forme di corpi dalle curve indefinite
nei mantelli colorati
le mani avvolte da gelidi guanti
freddi
all’ultima carezza disperata,implorata
dagli ultimi sguardi
di corpi sfiniti alla vita che fugge.
Al dono impossibile di un bacio
per esserti grato
perché mi hai salvato.
Poi la corsa continua,
dietro le maschere
nascondono sorrisi e tristezze
che gli sguardi non possono tradire.
STRANI GIORNI
Di Lorella Del Gesso
Stiamo vivendo strani giorni
dagli ambigui, indefiniti contorni
giorni di ristrettezze e privazioni
e prigionia nelle proprie abitazioni
giorni in cui ci manca indubbiamente
la libertà di uscire, frequentare gente
Non che a casa poi si stia così male
ma l'uomo è di per sé una creatura sociale
Ha bisogno dell' altrui contatto
per non morire di noia o diventare matto
Ha bisogno spesso di un corposo abbraccio
per non sentirsi inservibile al pari d'uno straccio
Stiamo vivendo giorni davvero sballottanti
e ciononostante lottiamo e andiamo avanti
con i volti tirati e il cuore prostrato
ma rialzeremo la testa e riprenderemo fiato
ben sapendo che questa è una prova soltanto
immane, dura, che ci costa pianto
ma che presto ci vedrà nuovamente
tornare a vivere con gioia piena, soddisfacente.
BALCONI
Di Dario Marelli
Rosse le valve del cuore, ferite,
verde l’urlo degli ulivi verso il cielo,
bianco sporco il camice dei medici.
E’ tricolore il bordo liso del balcone,
l’ultimo spazio di confine che rimane,
il filo tenue che tiene ancora appesi
aggrappati all’idea di questa vita,
a quelle mani in prima fila.
In alto un canto digiuno, sincero
- mentre accorrono e svampano sirene -
un applauso lungo, d’incoraggiamento
per infondere forza, far riaffiorare dal fondo
uomini veri, più belli di prima.
E non si smorzi l’abbraccio degli sguardi,
la luce dei colori sul balcone,
la radice che dal deserto fiorisce
tra le valve ferite del cuore
il vagito di una nuova nazione.
ANGELI O EROI
Di Marco Galli
Angeli o eroi
col camice o senza
vi fa dono la vostra
umana pazienza
per chi la speranza
è passare la notte
e vedere la luce
del sole che sorge
Si da per scontata
la vita che gioca
a mischiare le carte
insieme al destino
a voi va l'applauso
e il ringraziamento
per il vostro mestiere
che fa soffrire un po meno.
IL MALEFICO CORONA VIRUS
Di Renzo Brandalise
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
rivolgo fuggevole sguardo al calendario, nel cucinino.
Stacco il foglietto volante , come ogni giorno,
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro , la strada,
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
e mi trastullava , ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
Cammino sulla via in compagnia di piccoli insetti,
e frettolosamente raggiungo la piazza, priva di banchetti.
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
e mi vien riposto ,che tutto lo fa apparire.
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
e io salirò in soffitta a cercare la tombola di zia Amalia.
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
E tra un macero di cose da anni disuse.
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
perché nuova linfa cercheremo e altri interessi troveremo.
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
che ci permetterà mondo di evitare il grande disagio .
Speriamo, comunque ,che questo male se ne vada presto
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
IL MALEFICO CORONA VIRUS
Di Renzo Brandalise
Mentre mi preparo il caffè, prima gioia del mattino,
rivolgo fuggevole sguardo al calendario, nel cucinino.
Stacco il foglietto volante , come ogni giorno,
e un silenzio spettrale m’avvolge tutt’attorno.
Guardo dalla finestra ,oltre il vetro , la strada,
e una forte emozione m’assale e non m’aggrada.
L’assordante rumore dei motori che m’accompagnava.
e mi trastullava , ora dopo ora, se n’era andato di buon’ora.
Cammino sulla via in compagnia di piccoli insetti,
e frettolosamente raggiungo la piazza, priva di banchetti.
Chiedo qua e là se eravamo sul suolo lunare,
e mi vien riposto ,che tutto lo fa apparire.
E’ il corona virus mi dice qualcuno che in fretta s’accasa,
il malefico virus che corre ,senza pietà, fra l’intera società.
Per combatterlo e perché non faccia troppo male,
l’autorità a disposto che ,stare in casa, è obbligo legale
Ora cosa si fa mi chiedo annaspando tra varie soluzioni,
mia nonna toglierà i ferri da lavoro nei cassettoni,
Si dedicherà ,come una volta, al lavoro a maglia
e io salirò in soffitta a cercare la tombola di zia Amalia.
Studierò come funzionano quegli aggeggi tecnologici,
che non ho mai compreso seppure con l’aiuto di amici.
In soffitta entrerò tra avvolgenti ragnatele appiccicose.
E tra un macero di cose da anni disuse.
Certo nuovi stimoli dal malefico batterio ritroveremo,
che ci faranno riscoprire cose che accantonate avevamo.
Un mondo nuovo, che certo non sarà quello di prima,
perché nuova linfa cercheremo e altri interessi troveremo.
Tutti i mali non vengono per nuocere dice un vecchio adagio,
che ci permetterà mondo di evitare il grande disagio .
Speriamo, comunque ,che questo male se ne vada presto
perché tanta gente, che ora non c’è più, non voleva questo.
LA BATTAGLIA
Di Enrico Chiastra
È arrivata,
Ed in modo molto inaspettato,
Ha preso in un'attimo il sopravvento
Al nostro ragionamento,
E, per il momento, siam molto impreparati,
Chissà se avremo dei buoni risultati.
Nonostante il lungo andamento
Ci stiamo prodigando a tempo pieno,
Non c'è tempo per pensare
E nemmeno per dormire,
E sempre all'erta bisogna stare
Perché questo è un nemico invisibile,
Che ti aggredisce
Quando meno te lo aspetti,
Anche se hai addosso le protezioni
E stai attento alle occasioni
E non ti scopri mai,
Ma il pericolo che corri è alto,
Molti altri colleghi lo han provato,
A loro insaputa, è penetrato,
Ed hanno dovuto lottar per la vita.
Noi agli altri bisogna dar supporto,
Mettendoci anche lo spirito
E il cuore nel nostro lavoro,
Che è quello di aiutare il prossimo
Che è in difficoltà, a guarir da questo,
Poi siam felici, quando almeno una persona,
Che si è fidata della nostra esperienza
E ci ha donato la sua anima,
Guarisce, allora sprigiona gioia,
Festeggiando per la Vittoria
Che abbiam ottenuto contro l'impossibile,
Però dobbiamo far molta attenzione,
Perché se è finita una battaglia
La guerra è sempre aperta,
Ma forse un giorno finirà, e saremo contenti,
Abbiam lavorato sodo, ma con i risultati
Siam vincitori assoluti,
Nonostante i morti
RISVEGLIO
Di Vittorio Brancatelli
Senti profumo
di primavera nell’aria
le verdi foglioline
sui rami, i germogli
le margherite nei prati.
Il letargo invernale
è finito.
Riprende tenace
e prepotente la vita,
si svegliano gli animi
a nuovo vigore,
nuovi slanci
nuove passioni,
l’amore fiorisce.
Ritorna la gioia
nei cuori
PANDEMIA
Di Giovanni Minio
Crisantemi impazzano,
Su camion militari
Che trasportano salme in quantità.
Liberano centri urbani che non ne contengono più.
Muoiono come mosche, ogni giorno, Genti.
Noi, inermi, attoniti,
Stiamo a sentire numeri,
Macabre migliaia di numeri
Che sfilano sotto i nostri occhi umidi,
Attraverso le immagini televisive.
Sillabe più non fuoriescono,
Dalle bocche impietrite,
Ne i cuori riescono più a capire la realtà.
Non è una catastrofe bellica,
Dove alla fine il nemico s’arrenderà,
Ne una guerra lampo,
Dove presto, tutto finirà.
E’ qualcosa di più infimo e subdolo
Che colpisce tutta l’Umanità.
E’ la Pandemia Universale,
Arrivata quest’anno qua!
Ma ugualmente vinceremo
e supereremo questa calamità!
La vita, grazie a tutti, trionferà!
EROI SENZA GLORIA
Di Marina Rigolizzo
Ragazzi, giovani.
I più diligenti. I migliori.
Non vi si vede per strada.
Timorosi e spaventati.
Chiusi nelle vostre case,
vi aggirate come fantasmi.
Visi abbattuti, sguardi spenti.
A volte nervosi, spesso irritati.
Alcuni ribelli, altri rassegnati.
Come degli animali selvaggi in gabbia.
Nel pieno del vostro viaggio di libertà.
Non chiedete niente.
Nessuno vi chiede niente.
Alcun parere, né un coinvolgimento.
Restate lì, senza percepire alcuna gratificazione.
Non è questa una “prima linea”?
I vostri occhi vorrebbero risposte
ma ricevono solo regole da dover seguire.
Vittime di un sistema costretti ad accettare,
colpevolizzati perché non si riesce a cambiarlo.
Come pretesto la vostra mancanza di impegno.
Sempre giudicati.
Sopportate tutte le nostre frustrazioni.
Come sapete fare,
come potete fare.
A voi, quante richieste,
una follia!
Ma siete luce di speranza
Che possiate capire.
Che possiate ricordare.
Che possiate ritrovare il giusto percorso da noi perduto.
Eroi senza gloria.
ORA CHE CI TROVIAMO NEL LATO OSCURO DELLA VITA
Di Gennaro Saccone
Questa non è una guerra,
combatto contro un esercito di ombre
e la paura risveglia il coraggio.
Il mattino si alza e dà luce
a un sole malato,
e c’ç un nemico nell’aria che ruba il respiro
e fa della morte un luogo abitato.
Mai conoscemmo primavera come questa,
e la vita che langue e va via.
Guardami non scappo,
l’inferno vero è per pochi eletti.
Guardami sono un angelo dalle mani stanche
e dal cuore forte,
soldato che non cerca gloria,
richiamato per una guerra di trincea,
Gli altari sono cambiati:
divinità malvagie tra noi.
Riuscirò a fermare
la volta celeste che sta scivolando?
C’è silenzio, c’è assenza,
persino i morti non hanno linguaggio
e così facilmente, ancora una volta,
intreccio la mia mano alla tua
per celebrare un vago frammento d’amore
e un corpo d’argilla riprende fiato.
Fragile e confuso, candido vessillo.
custode della tua vita,
ora è tempo di giocarmi la mia:
sono un Camice Bianco in corsia.
ANGELI IN CORSIA
Di Giovanna Iacovone
Non saranno mai famosi
i loro nomi ,
ma offrono loro stessi
fino allo stremo
nelle corsie di ospedale ,
sempre in prima linea ,
sacrificando la propria vita
per salvare quella altrui …
Sono gli angeli di corsia ,
che, con le loro ali ,
con il loro sorriso ,
cercano di rendere
meno doloroso
il calvario di un virus
subdolo , invisibile ,
che distrugge vite
a catena ;
perciò, non mettiamo in quarantena
il nostro amore per la vita ,
restiamo a casa ,
distanti ,
sempre attenti
ai decreti,
ai gesti concreti
che potrebbero salvare l’umanità
dal vortice letale :
ecco quanto vale
una vita, lo avevamo dimenticato,
ce lo hanno ricordato
quegli angeli in corsia
quel valore inestimabile
in un mondo psicolabile.
I TEMPI DEL CUORE
Di Elisa Mariotti
Un velo sterile,
una bocca contratta
nasconde.
Occhi stanchi,
dietro pese palpebre
ciò che impossibile sembrava,
ora vedono.
Tutto.
Troppo.
Il cuore batte
a due ritmi.
Un adagio
per chi è andato.
Un rapido
per chi lotta ancora.
MEMORIA CORTA
Di Emanuele Pisanello
Pure la Lupa piange, silenziosa,
rinchiusa in gabbia coercitivamente,
perché rifugga il morso del serpente,
insinuato in maniera misteriosa.
Fa rievocare, serpe sì insidiosa,
procedendo a ritroso con la mente,
la bestia del centennio precedente,
svelatasi oltremodo perniciosa
proprio sul volger della grande guerra;
che operò con simile furore
da decimare allor l'intera Terra.
E nonostante il morbo vessatore,
tra incuria e trasgressioni d'ogni sorta,
palesiamo oggidì memoria corta.
PANDEMIA 2020
Di Davide Caputa
Malinconia
Mascherine accarezzano
Volti stanchi
Camici e divise
Oscillano tra buio e luce
Giorni di cristallo
Si diffonde il virus
La vita scivola via
Il cielo impallidisce
Primavera in quarantena
Città deserte
NUOVI OCCHI
Di Vespina Fortuna
Chiusa nella mia gabbia dorata
guardo il merlo volare libero sul ramo
la città è vuota
gli alberi rifioriscono di novella primavera.
Riconquistati i miei antichi pensieri
li ascolto andare
al ritmo lento del tamburo africano.
Non ho alcun piano per oggi
né per domani
nessun desiderio
se non riabbracciare chi non posso
e rifiorire
con nuovi occhi
e vecchi amori
LABORATORIO
Di Andrea Giuseppe Graziano
Subornato da luci
Squillanti nel bianco
Asettico ripassa a memoria
Periziali processi di Tékhne
Cercatore e cacciatore
solo Nei pistilli di un fiore Mortale
Delle radici del male
Senza il sorriso grato
Degli infermati
La compagnia d’Infermieri Stremati.
Nutre in segreto l’agone Come missione
Claustrofobica ipossia Ricerca inesausta Senza gloria
Sublime dono di una Superna Consumazione
ISOLAMENTO
Di Antonio D’Auria
Questa luce scroscia
e sorprende stamani,
indugiante già nei socchiusi fumi
intorno a un’emicrania.
Se poi sei ad un passo dal mare,
destarsi prende forma dal suo umore.
Dunque sole d’aprile,
aria meno affilata di ieri.
Facile sconfiggere le coltri
più difficile immaginare
quando le pareti torneranno
ad avere un varco.
Ancora
confettura di ciliege e caffè amaro?
Ti spiazza palpabile
il disagio che scivola verso la rabbia
per la morte del tuo frigorifero,
per l’acquitrino nel freezer,
per il perché proprio ora.
Ma l’affanno presto rallenta
perché indietreggi in penombra
e respiri sincrono
sul risveglio delle sue labbra.
Lei è con te.
L’angoscia di chi annega da solo
zavorrato da morbo,
non per dolce naufragio,
è ora lontana?
ATTESA
Di Maria Gabriella Conti
Tramonta il sole sui tetti
rosso nella sera
e per quanti pensieri metti
bel tempo si spera,
un aereo lascia la bianca scia
finisce il giorno e sarà domani,
qualcosa ancora si porta via,
penso al lavoro di buone mani
che ci fa ben sperare,
non c’è nessuna resa
bisogna solo aspettare
e che sia una breve attesa.
FIAMMELLE
Di Luciano Delucchi
I vecchi, sospirando
soffiano via la vita,
bevendo l’ultimo respiro
piegano con dolcezza
le fiammelle delle candele
infilzate sui candelabri,
gocce di cera
alate di preghiera
cadono sui pavimenti
luccicanti di dolore.
E’ il tempo che ci raggiunge
con le sue dita grifagne spegne
quello che eravamo, il mistero
che non saremo mai,
srotolano ombre nei corridoi
avviluppandosi come lenzuola
fasciano nascite e morti.
Il tempo fa bene il suo lavoro
ha l’eternità per imparare
fiorisce mute nostalgie
colonizza terre di rimpianto
senza mai ammorbidirsi,
si culla al ritmo degli estremi
- vita – morte -
SPERANZA DI VITA
Di Pasquale Laurenza
Nell’assordante silenzio
di questi giorni senza vita,
orizzonti sereni l’anima brama.
Anela il cuore spazi immensi,
giochi di bimbi,
abbracci e baci di donna.
Ci allontana,
questo vuoto da noi stessi,
spegne l’anima e ne cancella i sogni
lasciandoci morire dentro.
Ma la speranza non muore,
rimane viva e selvaggia.
Speranza di vita.
PASQUA CORONATA
Di Roberto Lasco
Cristo di Passione
hai voluto che anche noi
portassimo sul capo chino,
il sacrificio eterno,
della tua Corona di spine.
Attraverso un Virus invisibile,
dalla chiara similitudine,
hai deciso di fermare
il Mondo globale
e di fargli abbracciare
la Tua stessa Croce.
Pasqua giunta
in un anno speciale,
coronata e in attesa
del Tuo giudizio,
annuncerà la Risurrezione,
che ci giungerà propizia
nell’ora in cui vorrai
per redimerci dal peccato
e condurci per mano
verso la strada
della gloriosa salvezza.
FORZA ITALIANI
Di Francesco Capozza
Le città son tutte deserte
colpite da una infame sorte
con animo inerte
siam tutti in disparte
con il pensier rivolto alla morte
Seduti sui divani
ad ascoltar le notizie immani
noi poveri e fragili umani
nel cor siam tutti Italiani
Siam duri e non molliamo
e di speranza noi ardiamo
perché la vita noi amiamo
SIAMO NOI
Di Sergio Santoro
Le notti angosciose
vissute nel tormento dell’impotenza
le membra stanche
ma sempre pronte alla chiamata
i volti disfatti
ma sempre sorridenti nel cuore dell’altro
mute presenze
che parlano con i gesti dell’amore
vite dedicate
perché la vita abbia sempre a vincere
attese sfibranti
per un verdetto che sa di speranza.
Non siamo gli eroi
di una obsoleta retorica
siamo le mani
di chi non può afferrare
siamo gli occhi
di chi non può piangere
siamo il respiro
di chi ha fame di esistenza
siamo noi
che soffriamo con chi lotta col dolore
che amiamo chi non ha affetti da dare
che stringiamo le membra silenziose
che lottiamo col nemico più subdolo
che crolliamo quando il corpo ha dato tutto.
E il ricordo
di questo tempo di ansie e di paure
scolpito nel cuore di chi non si è nascosto
è il nostro compenso
per un lavoro che mai rinnegheremo.
GRAZIE A VOI TUTTI
Di Patrizia Albanesi
E’ grazie a voi che lottate col nemico
ne conoscete forza e pericolo
e lo sfidate con coraggio umano
che non mi sento sola
non ci sentiamo soli
Voi medici ed infermieri e di altre mansioni
avete la nostra stima
il nostro affetto
il nostro pensiero costante
Un immenso grazie a tutti voi che ci date speranza
a voi che date un traguardo a questo improvviso e tragico momento
a voi che con forza non cedete pur tra molte difficoltà
a voi che sapete affrontare con un cuore di squisita bontà
gli occhi di chi ha paura, di chi ha capito
di chi è stato più sfortunato di altri
Dal profondo del cuore
vorrei abbracciarvi uno ad uno
ma non so dire altro che
GRAZIE INFINITE A TUTTI VOI
TRABALLANTI MA IN PIEDI
Di Martina Rita Villani
Io vi vedo, sapete?
Vedo la stanchezza,
la preoccupazione,
negli occhi.
I vostri lineamenti
tesi e non più dolc.
Io vi vedo, sapete?
Determinati e forti
a far fronte all’emergenza.
Non vi dico solo
“Ce la faremo”,
ma aggiungo:
“Grazie a voi”.
È solo così
che siamo in piedi,
traballanti,
ma in piedi.
NAUFRAGHI D’AMORE
Di Marco Astegiano
Silente,
asciugo questi rimorsi di pioggia.
Mi dolgo
di questa esistenza beffarda:
non v’è porto alcuno
per la mia anima raminga,
solitaria, ma duale.
Nemmeno ricordo quante vite annegai in te,
tempeste di folle amore,
che troppo impetuoso mi travolse
da attraversare secoli di marosi,
ere di oceani profondi,
e infine approdare ancora a te:
la baia più sinuosa;
e, sfibrato, giacere tra le tue sabbie
di bianco corallo …
UNO SPECCHIO RIFLESSO
Di Giuseppe Milella
Mi guardo riflesso
in quel vetro appannato
una finestra socchiusa
realtà cruda e angusta,
guardo nel vuoto
un silenzio irreale
e penso perplesso:
ormai è la fine.
Oltre quell’improvvisato
ed impalabile specchio,
scorgo un ombra
rarefatta e sfumata,
è la mia immagine
opaca e sbiadita
stantia come il tempo,
che scorre e passa;
l’ieri è già vecchio
superato e dimenticato,
tutto sembra lontano
così inutile e frivolo,
solo un ricordo sgualcito,
perché adesso
di tutto quel che già stato
nulla più ha alcun senso
e nessuna importanza.
UNA ROSA GENTILE
Di Mattia Cattaneo
Scrivo
righe che non leggo
ma costruisco
una casa di parole.
Non conosco la mia mano
ma di notte apro un libro.
In questo padiglione tremante
di una terra addolorata
cade il freddo
sulle zagare abbandonate.
Una luna sottile,
non insanguinata,
ci raggiungerà
sul grande fuoco
e lo saprà spegnere con una rosa gentile.
ED È SERA
Di Dino Rodighiero
Ed è sera
Qui il tempo
fugge
Distratto non si ferma
Mescola vite
con quella dose d'incertezza
di spavaldo coraggio
di pietosa codardia
E non fa sconti
o regali
ma solo
come un baro
ruba sorrisi e sogni
Ed è sera
Il sole domani
forse
avrà un nuovo colore
per un cammino
tutto da scoprire
tutto da inventare
CORONA 2
Di Marisa Monesi
La primavera è silenziosa
quest’anno,
di occhi e cuore sopiti
macilenti d’animo e attesi.
Una volta la chimera compose
una via acuminata ed aspra e divenne
paura di volare alto in sogno.
Stando alle attese affiora malinconia,
seduta qui nella mia stanza blu,
oramai ho timore anche del respiro.
Nonostante lontani arrivederci
implorerò una vita attenta
e sentirò tutti gli esseri gioire,
noi sempre vivendo forte,
ma non immagini quanto sia grande
l’universo mondo coronato di gloria.
EROI DI CORSIA
Di Claudio Bizzi
Impotenti sembrano divenir
le mani esperte
che s’adoperan a curarei
i tremolanti corpi,
le lacrime s’appropriano
dell’altrui destino.
Uomini e donne
nascondono l’ansimante fiato
protetti da mascherine,
si prestano a dar vigore
alle grida d’aiuto,
non trattengono l’ardore
facendosi coraggio,
con indomito cuore ripristinano
la speranza ai fiduciosi.
Eroi di corsia senza distinzione
di sesso,
votati a dar tutto di se stessi,
mettendo su di un piatto
d’argento la lor sorte,
pur di sottrar chi soffre
all’infausta morte.
Non ha età la vita al cospetto
dell’invisibil mostro
che la fa divenir come foglie
rinsecchite
accartocciate tra lenzuola
d’un letto.
MARZO 2020
Di Giampiero Fenu
E’ Marzo…
Guardo dalla finestra
Vedo il sole che illumina il cielo
i suoi raggi riscaldano la terra
e nuova vita sboccia
Vedo la neve cadere lentamente
ricopre tetti, strade, alberi e fiori
confondendosi col silenzio surreale
Vedo la pioggia cadere
col ticchettio bagna i vetri
scorre in rivoli
e spazza via le foglie oramai cadute
Guardo dalla finestra
Vedo questo Marzo
inconsueto
con l’incredulità e le paure
che tutto questo possa a breve finire
Guardo dalla finestra
e sogno un arcobaleno
che possa presto risplendere in cielo
coi colori
di quella stessa vita che
un tempo a me stringevo
MOLTO PIU’ DI UN GRAZIE
Di Paola Verga
Scrivo a te
Per ringraziarti
Di quello che stai facendo.
Scrivo a te
Che metti al primo posto la vita degli altri
Anche se non puoi riposarti ormai da giorni.
Scrivo a te
Che sei lontano dai tuoi cari
Perché sei volato in soccorso dei più bisognosi.
Scrivo a te
Che sei una persona qualunque
Perché come tutti hai un cuore
Ed una vita privata,
Ma che in merito al tuo importantissimo aiuto
Ti meriteresti molto più di un semplice ringraziamento.
Scrivo a te
Che sei un vero eroe
Che al posto di un’armatura
Indossa un camice o una divisa fluorescente.
Scrivo a te
Che stringi i denti
Sotto una mascherina,
Ma che cerchi un modo
Per rassicurare gli altri anche solo attraverso il tuo sguardo.
Scrivo a te
Perché stai aiutando il paese
Che senza il tuo prezioso contributo
Farebbe molta più fatica a rialzarsi.
Scrivo a te
Per dirti
Il mio GRAZIE!
A TUTTI I SILENZIOSI IN PRIMA LINEA
Di Osvaldo Cai
Sento voci e vedo facce già viste
Odo parole vecchie, altre incerte
E forse mendaci
Voi invece non dite le parole
Che non servono a nulla. Voi agite
Rischiando la vita
I vostri volti non li conosciamo
Così come ci sono ignoti i nomi
Ma salvate vite.
Vedete morire e soffrite in silenzio
E silente è la gioia dei vostri successi
Che pur sono tanti.
Io sono vecchio,ho sofferto la guerra
Ho visto morti,macerie... ed eroi,
Eroi come voi
Il cui nemico era il soffrire altrui
Erano armi competenza, cuore
E grande coraggio.
Chiamarvi tutti “Eroi” non costa niente:
soltanto parole. Meglio sarebbe
Che fossero fatti.
Come fate in corsia,per strada e ovunque
Occorra agire e non solo parlare
Per dire parole.
Io non vi chiamo Eroi, pur se lo siete
Per me siete donne e uomini veri!
Oggi tanto raro!
QUALCUNO
Di BennyC
Qualcuno
mi
ha
raccontato che.
Ti ricordi di tutti i tuoi amori?
Ogni storia è una storia d’amore
Ti ricordi delle sue labbra?
E del tuo cuore.
Io non mi ricordo.
Non c’ero.
Che il niente basta a stare caldi.
Ti ricordi?
Io non mi ricordo.
Non c’ero.
E la brezza?
Il mare e la sua brezza
e il sole
anche il sole
e la paura del buio
anche quella io non mi ricordo
non c’ero.
Respira!
Più forte!
Ancora.
Sono.
Parole.
Sussurrate.
Alla felicità.
La
Rrrabbia
Scri
Scri
Ve
Ve
Ve
Scrive il
fu
fu futo
Uro uro
Futuro
Più dolce.
GRAZIE A TE
Di Valentina Simione
Tu come stai? Te l’hanno chiesto mai?
Non c’è tempo per una parola, se non per una sola, grazie.
Grazie perché eri presente lì vicino a me.
Io ti sentivo, anche se sembrava che dormivo.
Ero stanca e il dolore era così forte al petto,
facevo fatica a respirare, ma avrei voluto dirti grazie,
non fa più male, quando eri con me.
Avrei voluto leggerti una poesia e raccontarti della vita mia,
ma non c’è stato il tempo di presentarci, io arrivai già intubata.
La tua voce m’ha spesso rincuorata senza farmi sentire sola.
Mi ricordi tanto mia nipote, sai? Sei giovane.
Sentivo che ti tremavano le mani, perché in fondo io e te eravamo uguali.
Ci separava un camice bianco, guanti che impedivano il calore
e mascherine forgiate a protezione, ma comunque sia io sentivo il tuo cuore.
Ti dico grazie anche se non lo sai e forse non lo saprai mai.
Grazie a tutti quelli come te che m’hanno accompagnata, senza saperlo verso la luce del sole.
Mentre tu piangevi, io dall’alto finalmente ti vidi, ringraziandoti.
Ma tu ora come stai? Nessuno te lo chiede mai.
Forza mio camice bianco. Io ti abbraccio forte anche se non lo potrai sentire,
ho lasciato un letto vuoto e so che ogni volta quando lo guarderai non dimenticherai mai.
Te lo dico da chi ha vissuto tanto, non fartene mai una colpa, dove c’è cuore c’è amore.
Grazie camice bianco per avermi amata come una nipote sa amare la propria nonna.
FIORDALISI
Di Maria Grazia Vai
S'accende così
come fosse finestra d'altri
lo sguardo triste di settembre
Non un giorno si muove
mentre tutto apparentemente
resta appeso al cielo
insieme al tuo cappello
Un balcone rimasto chiuso
delimita i contorni della pioggia
e di vecchie strade ancora assorte
a contemplare il mare
Quelle stesse dove tu
-eri e sei- l'odore inconfondibile del mosto
ed io la neve sopra il melograno
È là che ascolto i tuoi passi,
tra filari di nulla
che non sanno tacere
Laggiù, dove la musica piove dai vetri
mentre ascolto l'estate sciogliersi
dietro una pozza d'occhi
A tratti il vento, a tratti le risa lontane
e un silenzio che ondeggia ancora
e ti porta via.
INSONNIA
Di Mariapia L. Crisafulli
È tardi,
molto tardi.
È quasi presto.
La luna sta voltando faccia
e io dovrei già dormire,
sognare,
aver chiuso le porte e le finestre.
Ma sono sveglia,
vigile;
inseguo stelle e perdo passi.
Mi piace fare a pugni con la vita.
MANI
Di Giovanna Alfano
Solo queste mani
sanno il dolore
e l'amore dell'uomo.
Grumo di parole e di sangue
è l'uomo avvinghiato
sul lembo di terra,
martoriato ogni momento.
SOLI
Di Aldo Palmas
Era inverno, sembrava primavera. Alla sera,
li caricavano sui camion avvolti
nel sudario; soli.
C'era la luna, silenzio intorno, deserta
la città.
Ho visto
un Angelo prenderli
per mano
e, camminare insieme.
Era marzo, fioriva
la mimosa, volavano
le rondini.
FRATELLANZA UNIVERSALE
(a Walt Whitman)
Di Annelisa Addolorato
(Albert Camus)
“Fu nel pieno dell’inverno
che ho scoperto dentro di me
un’estate che non si da per vinta.”
Una fretta militare marca il passo – che vuoi fare?!
Sulla scia di un mezzo busto,
giorni calmi, o mi offusco.
Sensazioni cicliche e permanenze diafane:
alla porta.
Una serie infinita di scale, armoniche,
resetta i nostri giorni.
Le saliamo e scendiamo, fraternamente
unite, uniti.
Senza sgomitare, sgominiamo insieme la noia,
una naja priva di etichette di genere, o ceto,
caselle e casette prestampate.
Senza armi: solo evoluzioni.
Una marcia che è una danza.
Tango, circolo circasso, sull’attenti oppure al passo,
di fronte al rispetto dei sogni di tutti quelli che,
morbidi, accarezzano un universo in pace.
Un girotondo di dimensioni galattiche,
tra frattali e opinioni di sé da teletrasportare ad libitum.
Incontrandoci di nuovo accanto a chi è come noi.
Ammettendo questa sincera
voglia di conversare a pochi metri di distanza,
di incrociare sguardi, abbracci e umori stagionali.
Il boomerang della fratellanza universale
sta proiettando le sue nuove sfolgoranti luci da estrenar,
sfoderare come lo step di un’era senza tormenti,
nella tormenta di emozioni spinte verso i nostri sorrisi.
Moltiplicatori di felicità. I mistici
della galassia incontrano le mistiche di tutti gli oceani.
Solo gesti gentili sbocciano. Potenziali
perfezioni incarnate, in.cesellati attimi veri.
Di incontro, di vite umane
che cercano il conforto e il confronto.
Non far incrinare la gioia. Perpetua stanza sé-movente.
Tutte queste persone specializzate
nel non far andare in mille pezzi
le relazioni, le amicizie, i matrimoni,
i vetrai dell’anima (psicologi, counselor, terapeuti vari)
riempiono la rete di speranza.
Guru. Personal trainer. Istruttori.
Praticanti. Condividono un volo.
Una pista di decollo lunghissima. Senza fine.
Ci si saluta. Badando alla salute.
MEDICI EROI
Di Piera Angela Cabras
Medici eroi,
sempre instancabili,
tra paure
e fragili speranze,
sospese nel ritmo
di disperati lamenti,
rantoli di morte.
Medici eroi,
sussurrano parole
di conforto,
spezzate da grumi
di lacrime,
pianti muti,
celati da amari sorrisi.
Medici eroi,
morti lottando
contro un terribile virus,
nell’intento sublime
di salvare vite.
CAMICI AL FRONTE
Di Claudio Croce
Il vento li ha portati via con se
lontano dai ricordi e dai sogni
senza lasciare il tempo di un caffè
di dire loro ciao, a domani.
I camici sono rimasti appesi
sul filo spinato della vita
che presto ha lasciato il tempo
ma non di certo la speranza.
Gli Eroi di una battaglia aperta
non hanno disertato il fronte
ma sono stati sempre pronti
fino al destino estremo.
Ed ora grazia a loro
il tunnel dell’oblio
si apre alla salvezza
che ridona luce al mondo.
Ci sono altri Eroi pronti
a ridonar la vita e i giorni
a chi restava poco o niente
se non la preghiera e il pianto.
RITORNERÀ IL SOLE
Di Annamaria Guidi
Respirando il disagio del momento
dove andremo a finire,
mi chiedo.
Finirà a breve l’isolamento?
Usciremo indenni dal lockdown?
Ritornerà il sole
preambolo di una nuova primavera,
a dissolvere il grigiore del cuore
a colorare le strade desolate
di pedalate, di chiacchiericci,
di scintillanti risate?
Mirando il cielo,
vola dritto il pensiero ai nonni falcidiati,
ai tanti camici bianchi,
strappati alla vita.
Vorremmo girare veloci il calendario
e, illusoriamente,
calare sui tanti affanni il sipario.
OMBRE DI MARZO
Di Matteo Piergigli
ombre di Marzo
guancia-guancia
rinchiuse nella sera
sotto cieli di cemento
e strade di freddo
dove tutto può morire
N’ CUMPAGNIA E NULLU
Di Angelo Canino
Tanti su lli mùarti e nni mùarini ugne juarnu
duntèanu e d’amici e dde tutti i parìanti,
senza sèntari nu pocu e affettu attuarnu
nemmeni u chjantu e di chèari e lli damìanti.
D’ùnica cumpagnia c’a ss’ànimi, cci fèani
su lli mìadici e lli mpermiari, stremèati;
na maschcara alla faccia, i guanti alli mèani,
soppòrtani u stràziu e ssi pòvari sbenturèati.
Mancu na cannida, ppe nnu pocu e duci,
mancu na preghìara cumi ùrtimu sadutu,
puru doppi mùarti ppe d’illi nun c’è pèaci,
appena carrichèatu, nu càmmiu si nn’è jutu.
Accùati e nu pajisi duvi mancu ci su nnèati,
cummoglièati e terra strània cu nn’è lla sua;
“deccussì rranni èrani i vùastri pecchèati?
A cchini èati fatti mèadu tutti quanti vua”?
Sbrìgati a ppassèari brutta bestia muta,
supra a cuscìanzia tìani tant’animi innocenti
tanta pòvara genti chi ppe ttia si nn’è jjuta
pacìanzia n’èatru pocu, e pu un si cchiù nenti.
UN INFERMIERE ...
Di Valerio Di Paolo
Anche ieri è tornato a casa disfatto
con la gobba di un giorno passato …
passato a vegliare una flebo
mentre cadeva anche l’ultima goccia.
Sullo schermo che annuncia il finale
è rimasto solo un puntino che tace
come un’eco dell’ultimo battito.
Aveva appeso ad un chiodo
il suo camice bianco che ancora teneva nel grembo
gli sguardi appannati di un vecchio:.
gli avevano detto in silenzio che nei giorni finiti con l’oggi
dentro un sacco di plastica nero,
si erano posati anche loro
sui papaveri ardenti nei campi di grano
L’aveva vestito del pigiama più bello,
le ciabatte di tela scozzese, la maglietta in filo di scozia,
con ancora la targhetta del prezzo sul retro.
Nella mano gli è rimasto il rollio delle ruote
di una lettiga un po’ zoppa
Scorrerà nella memoria quel giorno finito
scorrerà lungo gli androni ormai cupi
portandosi via il peso taciuto
dentro il sacco di plastica nero.
E’ tornato alla terra quel vecchio
È tornato col suo sacco di plastica nero
senza dare nè spazio né tempo , al pianto
di chi pure l’ha amato.
E forse quegli occhi un po’ rossi nel camice bianco
erano solo per il fumo di una sigaretta fumata
con un po’ di vento contrario.
Ma da oggi anche il camice bianco
è rimasto appeso al suo chiodo,
resterà lì appeso per giorni
fino a quando sarà anch’esso un camice vuoto
chiuso nel sacco di plastica nera.
Allora tornerà nella casa di tutti
e quegli zoccoli bianchi racconteranno di un sogno
che dorme accanto ad un chiodo rimasto da solo.
Vicino ad una aiuola di un metro per due
brilleranno una lacrima e una rosa di plastica rossa.
Una campana lontana ci dice
che anche oggi un altro angelo ha messo le ali,
uno di quelli che sanno volare,
volare soltanto all’altezza di un essere umano.
DALLE SPIGHE AL TESTO DI KOS
Di Giuseppe Modica
Era da poco finito l'anno vecchio
e dopo aver solcato la nera terra,
con gesti antichi avevo sparso
semi di frumento a gran manate.
Verdi lancette coprirono i campi
ammirate da sguardi sorridenti.
Tenere spighe oggi carezzo
ch'è già iniziato il quarto mese,
ma il viso mesto è divenuto;
chissà se il biondeggiar vedrò
e se la falce tornerà a tagliar.
Come Anassàgora il pensiero
al dolore va e ai mascherati volti,
a lacrime conduce e alle carezze
di chi è andato via senza preghiere,
a chi è rimasto nella prigionìa
d'un male senza tempo e ignoto;
ed a quel giorno ancora va la mente,
di quando vigorosi riabbracciare
e baciar pure chi veder potremo,
ed osannar di morir chi ha scelto
perchè sul testo di Kos lo giurò.
INVOCAZIONE A UNA MADRE
Di Leonardo Biagini
“O quieta Madre,
che di dolce Verità’ m’empiesti il petto
narra a me
Uomo
di quell’Amor
che nel tuo grembo porto’ alla Vita
‘ch’io possa far del mondo
cosa infinita”
LA CRISI
Di Antonio Caterina
La crisi arriva in tutti i sensi
e in tutti i campi, lotte dure,
difficili,complicate,qui
ce solo gente invidiosa, ruffiana,
pettegola.
La crisi ci aspetta nell'angolo,
ma ce la farò, la crisi
si vede sui volti, negli occhi
delle persone.
Abbiamo bisogno di svago,
nella vita non bisogna
perdersi nulla.
Voliamo via di qua
la cultura è diventata un
business dove vanno avanti
sempre e solo le solite facce,
persone, personaggi, lecchini,
raccomandati.
Non voglio cibarmi più
di questa vita senza qualità
stacchiamo questa spina.
Non bisogna discriminare nessuno
in tutti i sensi e in tutti i
campi, bisogna essere umili.
Mai dire parole al vento,
qui ci stanno rubando i nostri
diritti, la nostra dignità,
stiamo nella merda, ma a nessuno
frega niente.
Le cose bisogna dirle sempre
e in faccia, mai nasconderle,
o tenersele dentro.
Che senso ha questo sole
al tramonto?
NUOVI PAZZI
Di Chantal Mazzacco
Ecco lo sapevo !
Non ne posso più di informazioni,
di bollettini di morte,
di quella mascherina per poter uscire,
dei guanti, e del terrore silenzioso
delle strade, senza allegria
schivando i possibili untori
tra gli scaffali di un supermercato,
dimenticando di guardare
negli occhi e leggere quello
che la bocca non dice,
non riconoscendo molte volte
le persone amiche…mascherate.
Ecco, io non resisto, dopo un mese di clausura
Di brutti pensieri e andare nel panico
completo per due linee di febbre.
Postiamo foto di gioventù,
come dovessimo scorrere la nostra vita
facendo presto…che non c’è più tempo.
E quest’ombra di morte che si allunga,
nel silenzio degli ubbidienti,
uccide più del virus….
Diventeremo forse dei deboli sopravvissuti
o dei nuovi pazzi da manicomio!
LA PANDEMIA
Di Salvatore Mancuso
E' colpito
il genere umano,
non
il cinese
o il coreano,
l'inglese
o l'italiano,
il canadese
o l'americano,
il tedesco
o il francese,
il belga
o l'olandese,
lo spagnolo
o il portoghese,
il greco
o l'albanese,
il rumeno
o lo svedese,
il russo
o l'indiano,
il turco
o l'afgano,
il giapponese
o l'australiano,
l'argentino
o il brasiliano,
l'arabo
o l'africano:
il paese vicino
ed il paese lontano
devono darsi una mano,
per fronteggiare
l'attacco letale
del novello leviatano.
PANDEMIA
Di Franco Pastore
Ritorna l’ansia degli anni di guerra?
dolore sparso in tutta la terra.
Il mostro infuria, con forza immane,
la crudeltà è quasi umana.
I giorni passano, fugge la vita,
ricerchi un senso nell’attesa infinita,
ti aggrappi al nulla, alle cose più strane:
in fondo al vicolo, abbaia un cane.
Se esco fuori, sul mio balcone,
mi guardo il mare della canzone:
è ancora bello, pur da lontano,
è l’infinito in un palmo di mano.
Su di una pianta vedo dei fiori,
son tutti bianchi, sembrano cuori,
penso alla vita, a cjò ch’è andato,
anche stanotte non ho sognato.
Come un fantasma, in una nube d’estate,
ritornerei in grembo a mia madre,
per rinascere ancora, in una nuova aurora,
in un mondo diverso, come quello d’allora.
C’E’ ANCORA SPERANZA
Di Monica Baldini
Eccoci mondo.
Siamo atterriti, isolati,
imbrattati di un tempo claustrale
e privati del contatto.
Siamo sempre noi, gli
umani di ieri che guardavano
alla luna e parlavano alle stelle.
Gli stessi che veloci
fagocitavano giornate
e a cui tutto era dovuto
e scontato.
Gli umani che con la tecnologia
arrivavano ovunque
e hanno abbattuto frontiere.
Gli stessi che ora soffrono
il loro progresso.
Evidente, c’è qualcosa che non va.
C’è.
C’è uno strano meccanismo
che l’inginocchia
senza scampo, dall’inizio dei giorni
allo scorrere delle stagioni
d’ora, prima d’ora.
Come una mantide,
una carestia,
una schiavitù da una male o l’altro.
2020: eccoci mondo il virus
declamato in Cina e poi imperversato
senza briglie, come un cavallo
per l’Europa ed è furente pandemia.
D’altronde c’è un buon profumo
nell’aria,
un dolce agreste
tra le vie nei passi felpati
di stretta necessità,
un cado di lode
che si innalza dai
becchi gialli dei merli,
sui tetti come spie
e guardiani a padroneggiare
e poi giù in picchiata
in meandri di volo.
Un azzurro che si spalanca
dalle finestre, aperte sulla vita
che scorre e insegna.
C’è una sagoma che nella penombra
della sera si scorge.
C’è la mascherina
che diviene filtro per
l’ossigeno puro
e le autocertificazioni per fare spesa.
La zona rossa, i decreti, i divieti, la sospensione.
L’esilio in casa.
C’è un pensiero, una riflessione.
La lista delle cose
avanzate da fare come
su un piatto non consumato.
C’è un Dio che chiama
forte, lento all’ira
che si compiace di mostrare
la Sua Misericordia.
C’è un Dio fuori la finestra
dentro di noi, nel cuore.
C’è la Messa da ripristinare.
C’è la bellezza che fiorisce,
l’Italia che si unisce,
l’immaginazione, la speranza,
i medici, gli infermieri, i volontari,
la gentilezza, ci sono i fiori
da innaffiare in un bagno di perdono
verso noi per un domani migliore.
C’è il sogno da ravvivare,
inverdire le parole
restituendoci gli accenti,
i colori, l’arte, la poesia
le matite per il viaggio
della vita da far continuare.
C’è chi in prima linea
non si è fermato,
chi ha dato tutto quello che poteva
chi ha disegnato
la solidarietà nella sua vita,
chi è stato salvezza,
chi si è donato
osservando piena fedeltà
alla sua missione.
C’è chi c’è stato
in pieno e completamente.
C’è speranza, ancora!
Sappia il domani
allora, che l’oggi si è imbruttito,
ed è stato mal menato
ma comprenda il suo peso e se lo
sollevi come le frasi fanno tra loro.
Si asciugano, si collegano, vanno avanti
le frasi, nei testi e nei versi,
nei racconti ad altro finale
e non più, indietreggiano in incavi,
fosse caduche
ed orribili, morti solitarie.
Sappia il domani,
il mondo e l’uomo
di domani, che alla
sofferenza si è contrapposta
la speranza per la tenacia
e la solidarietà.
Sappia ricordarselo e
farselo da monito e conio.
UNA QUARANTENA SENZA FINE
Di Biagio Nardoia
Le ali brillano d’argento
della rondine sospesa
fra cielo e sole
e resto incantato
dei suoi volteggi
mentre dalla finestra
aria di primavera
invade la cameretta
distogliendomi
dal martellar della televisione
che mi tiene compagnia
in una quarantena senza fine
I NOSTRI ANGELI
Di Lara Tasillo
A Voi dedico un grazie speciale,
Miei nobili eroi dal cuore leale.
Grande ruolo ha la Vostra missione
a cui vi dedicate con passione.
Costanza e coraggio ci son con Voi,
ma soli non siete, ci siam anche noi!
Insieme vinceremo la battaglia,
La speranza ogni male sbaraglia.
AI MEDICI
Di Stefano Salvatore
In una Guerra non ci sono mai
vincitori né vinti;
la libertà
è un'intima lite, e a combatterla
si porta dietro vittime...
e nella propria solitudine
ormai che tutto sia soltanto musica
nera avvertita come in disaccordo,
i medici diventano la scorta
o l'ultima carezza
o quel ricordo
quando dopo venga la cara morte...
PER GLI OPEROSI IN PRIMA LINEA
Di Vincenzo Patierno
Per gli operosi in prima linea
Privi di superpoteri
in campo sono scesi;
l’arma che brandiscono
è l’immensa dedizione
e sul cuor e sulla cute
segni di battaglia hanno inciso…
ALTRI SOGNI DI GLORIA
di Giuseppe Gambini
Pesante e greve fu la lunga attesa
trepidi aspettando le ore passare,
la rea sorte ubriaca se la rideva
vedendo l'uomo abbattuto e dolente.
Da altri passati arrivavano canti
e suoni, per accompagnare morte
e dolore mentre tristi andavano
su carri bellici all'ultimo campo.
Da pareti di casa trasudava
il muto silenzio triste e trafitto
da mugugni, tra dubbi ed incertezze,
invocando Dio e la speranza cieca.
Solo strade vuote e città deserte
attraversate dal nemico fantasma,
strage faceva di gente innocente
senza'alcun pudore, senza pietà.
La gente si chiedeva del domani
per sapere quando uscire di casa,
la vita s'era fermata, ma il tempo
correva con la solita cadenza.
Anche il sole al tramonto mogio andava
rosso di vergogna, incredulo e ignaro
quando avrebbe potuto dare all'uomo
l'atteso annuncio della rinascita.
Così il dolore stagnava e plagiava
animi colmi di paure e speranze,
in attesa della nuova alba chiara
che donasse a tutti altri sogni di gloria.
BIANCO
Di Ilaria De Stefano
Ad un tratto tutto e' cambiato,
la nostra vita ha cambiato direzione, colore, sapore,abitudini e priorità.
Se potessi disegnare la vita adesso sarebbe tutta bianca,
bianca come i muri di un ospedale,
bianca come i camici di medici ed infermieri,
bianca come ognuno di noi che oggi indossa le mascherine,
bianca come le anime innocenti che sono volate via come colombe al tramonto.
Bianco cristallo come le lacrime che non potranno mai dimenticare e consolare abbastanza.
Bianco e' il colore che cancella tutto ma e' anche il colore bianco di un foglio su cui riscrivere tutto e meglio.
Bianco luce e' il colore di una intuizione, di una scintilla che nasce quando pensavamo fosse
tutto perduto.
Il bianco di un' energica pennellata per dire ricomincio.
Il bianco cancella i sapori, gli umori, le abitudini e le priorità, o almeno li sospende e cerca di reinterpretarli.
Il valore Sacro dello stare insieme ora viene sostituito con un altro Valore "lo stare insieme a Noi stessi".
Fermarci un attimo...
rara ritualità
guardarci dentro ma davvero.
Il sapore della vita non è più lo stesso, ha un retrogusto amaro,
siamo sospesi come astronauti nello Spazio.
Le nostre vite sono sospese come nei videogiochi,
come nei film sembra che qualcuno abbia premuto sul tasto: stop!
I rumori della città sono ora più tenui, puliti, nitidi, meno confusi dal traffico e dalle grida quotidiane, lasciano spazio quasi al silenzio,
solo si ode la Natura parlare delicatamente:
Il fruscio degli alberi,
il profumo dei peschi e dei ciliegi,
il cinguettio dei canarini ed il vento che saluta tutti con una fresca carezza.
Sembra che la mascherina,questo strano simbolo del nostro tempo, ci parli e voglia dire:
parla di meno, ascolta di più ,
fai di più, parla meno,
nota di più e godi il silenzio.
Sai la Natura l' ascolto volentieri,
Lei suggerisce note eleganti, leggere e raffinate,
sussurra ma non alza mai la voce.
Fresca, gradevole all'udito e alla vista ci ricorda che Lei c'è.
Ma i nostri eroi della TV dove sono?
Sono a casa in pantofole, sospesi come noi.
E ti accorgi allora che i veri eroi non sono dei giganti,
non sono perfetti e blasonati,
non sono dei super eroi
ma sono esseri umani come noi,
pieni di paure e fragilità ma determinati nella loro missione,
imperfetti ma in prima linea non solo nelle corsie di un ospedale.
Perché il tuo Angelo lo puoi incontrare ovunque, anche alla fermata del tram,
potrà sembrarti stanco, pensieroso, un po' sgualcito
ma sempre in prima linea nella vita,
per fare del bene come lui può e sa fare.
Gli Eroi sono Angeli bianchi che profumano di Bontà, Coraggio ed Altruismo.
DITTICO SUL COVID
Di Izabella Teresa Kostka
l
La follia collettiva infetta le viscere
mette una maschera sulla coscienza,
la psicosi non può essere disinfettata
è come un virus che travolge la mente.
Restiamo umani,
non siamo burattini telecomandati.
ll
Il semaforo rosso per la vita
l’ultimo respiro
recintato con la corona di spine,
Virus è come le manette
che incatenano i polmoni,
ci condanna all’apnea
dal sapore della paura.
NON C’E’ TEMPO PER RIPOSARE
Di Ciro Todisco
Non poss'io riposare
in quest'infide paludi
ove il morbo
come di celate sabbie mobili
tira giù ad annegare
ignari passanti
dell’italico suolo.
Di mani protese
ne afferro i polsi
per riportare nei loro corpi
l'umano respiro.
Delegare ad altri non posso
il compito mio particolare.
Quante mani!!!
Quanti polsi ho da afferrare!!!
Intrisa è la maschera
dal caldo mio sudore;
dei guanti il lattice
con la mia pelle
già si fonde.
“ Dove sei, oh Cristo?”
mi vien da gridare;
come Dio vorrei
nel corpo altrui
vita alitare.
Ad altri ho consegnato
il mio riposo
perché
non poss'io fermarmi
in quest'infide paludi.
UNA CANZONE TRISTE
Di Fabrizio Sani
Mia nonna è il dipinto di mia nonna.
Mia nonna è l’inquilina di mia nonna.
Per me era il volto della domenica mattina
e qualche nascita e qualche morte e qualche eternità
che rotolavano dentro le rughe di un paese
senza spingersi mai oltre la vecchia chiesa.
Mia nonna si avvicina lentamente,
molto più lentamente di ogni altra volta.
Mia nonna è il male minore di mia nonna.
Mia nonna mi mette una mano sulla spalla
e i capelli smorzano la carezza che dona.
Mia nonna è quel gesto obliquo con cui le tengo la testa
e ci insegna che niente dà più intimità della sofferenza.
Si ricorda quella canzone triste,
dice che fa: na na-na-na-na na na.
Per la prima volta in una vita intera
le sorrido per davvero.
LA PRIMAVERA
Di Patrizia Secondi
Bussa alla mia porta la primavera.
Ed aspetta in silenzio.
E’ paziente.
E dolce.
Come le gocce di rugiada
che sfiorano le viole.
C’è l’armonia intorno delle piccole cose
che scaldano il mio cuore.
UNA POESIA PER CHI È IN PRIMA LINEA
Di Antonello Vanni
Quando incastrati in un tempo ricolmo d'incertezza e di timore
scrutando in fondo al tunnel alla ricerca di un timido bagliore,
ecco sullo sfondo quel che fa cornice.
Son Angeli diversi in lindo e bianco camice.
Non hanno ali loro, son medici e infermieri,
quelli che ci restituiscono i domani,
lasciando sì alle spalle, i troppo bui ieri...
A MEDICI ED INFERMIERI
Di Gabriella Paci
Braccati dalla paura,restiamo nella tana
dell’attesa nella sospensione della vita
A tanti, non è dato neppure tanto…
Sono astronauti di terra spinti a
combattere su un pianeta sconosciuto:
hanno l’arma dell’altruismo che li rende
coraggiosi e forti anche se il piede cede
e violento è l’attacco. Non c’è tempo per
la stanchezza e il timore che mordono
corpo e cuore ma solo per qualche lacrima
dietro lo schermo su mani tese a dire l’addio.
Sono angeli di terra chiamati eroi: non
hanno onori e neppure medaglie ,il loro
nome è confuso tra tanti …
A tanti, invisibili e alati guerrieri
nelle corsie del dolore e della solitudine
va il merito di esserci stati nei giorni neri;
di averci donato insieme alla lotta per la vita
la pazienza dell’attesa e la speranza
insopprimibile della ripresa.
ANGELI CUSTODI
Di Norberto Mazzucchelli
Combattere il Corona
con la forza dei pensieri
seduto in poltrona
mentre medici e infermieri
si contagiano in trincea …
Che risibile idea!
Eppure vivaddio
voglio dare pure io
un esiguo contributo
e rivolgere un saluto
con i miei versi modesti
a individui come questi:
sanitari e volontari
stanno al fronte senza orari,
commercianti e farmacisti
vigili e carabinieri
anche se coi volti tristi
si sacrificano ai doveri
come autentici prodi,
veri angeli custodi.
Un esercito agguerrito
luminoso come un mito …
Mentre tutto il mondo esplode
per la storica infezione
li promuovo con la lode,
vinto dalla commozione.
Dediche Poetiche al Personale delle Forze dell’Ordine
BUONUMORE
Di Giuseppina Porro
Il buonumore m'inebria la testa.
Il sole ride e profuma questo dì di festa.
Corre su e giù per nerbi un'energia amplificata e bella allo specchio l'immagine riflessa
mi fa un occhiolino, le piaccio,
non nasconde con me la sua timidezza.
Vago per il vial al pari d'una principessa un amico si inchina un altro riverente mi stringe la mano, io sorrido felice
di ricevere così tanto calore umano
Nella notte mi sento una stella nel cielo che brilla accanto ad un'altra più bella la sua mano che mi sfiora leggera
un brivido freddo sulla mia pelle nera
Chiedo al tempo di bloccar l’ore,
mi pizzico piano per capir se è vera, questa fiaba che dolce mi inebria.
LA VITA E' OVUNQUE
Di Leonardo Manetti
Su un muro
cresce l'erba,
una pietra sull'altra
creano un mosaico
dall'incastro perfetto.
Sotto terra
abita un insetto,
esperto di architettura
costruisce una città
dalla magia geometrica.
Sull'asfalto
nasce un fiore
e tra i grattacieli
un tramonto rosso
colora il cielo.
Nel deserto
vive una pianta,
la sabbia è dipinta
di giallo, bianco,
rosso o nero.
Sui ghiacciai
un batterio respira,
l'acqua è blu
assorbe la luce
degli altri colori.
Negli abissi
nuota un pesce,
il sole non arriva
ma la bioluminescenza
fa i fuochi d'artificio.
LA MIA PREGHIERA
Di Patrizia Cavallo
Abbi cura di te
di ogni tuo singolo granello
sei di polvere d’oro
tu vali un regno.
Insisti nel tuo spazio
come mai è stato,
reinventalo fortezza,
sii soldato.
E, quando avrai voglia,
certo che ne avrai,
di disertare il campo,
apri una finestra per viaggiare
su una nuvola, sai, si può volare!
E, per ricaricare la speranza
cerca un ramo di gemme
ne coglierai tanta.
Abbi cura di te,
non trascurare!
Questa la mia preghiera
che anche tu per me
dovrai pregare.
CORONAEROI
Di Cinzia Pachioli
Gli zoccoli incalzano e la terra trema,
sono uno di loro ed ergerò il poema.
Nelle moderne gesta vedo antichi fasti,
una mascherina non credo basti;
lacrime e sangue scorron nelle vene,
nulla di più vuoto di quelle vite piene.
Chiamati a vincere senza vedere cosa,
chiude le bare in cui nessuno riposa,
la gendarmeria le traghetterà lontano,
un pugno di sabbia resterà nella mano;
urla disperate squarciano le stelle,
vite appese come cordicelle.
La paura negli occhi degli operatori,
imprigionata per giorni nei nostri cuori,
lontani dalle case e dalla famiglia,
ma duemila euro nessuno li piglia.
credete non sono più Ercole o Achille ,
gli infermieri di prove ne han superate mille.
I veri eroi di questa nuda guerra,
per accorgersi di noi han dovuto fermare la terra,
così il mio elogio termina in disparte,
a cose finite non rimaneggiate le carte;
del nostro lavoro cercate di carpire ,
la solerzia con cui usiamo agire,
nell'anno del signore duemilaventi ,
fate ammenda di tali eventi.
MANI
Di Federica Russo
Mani che raccolgono altre mani
per far inspirare la vita
espirano così la stanchezza che devasta l’anima.
Mani che credono al futuro
ma che abbracciano il presente
per respirare la vita che scorre.
Mani che si uniscono
e con il loro battito di vento caldo
ridonano aria alla terra che rinasce
a nuova vita.
Quelle mani che raccolgono sorrisi e lacrime
che si donano infinite.
IL NOSTRO FUTURO
Di Cesare Nicoletti
La mia vita scorre sempre uguale a prima
nessuna novità, nessun grande gesto
ma d'improvviso tutto cambia quel clima
tutto diventa incerto, confuso e funesto
la storia di un virus che mette paura
all'uomo, alla società e al mondo intero
e ci troviamo dentro questa sventura
dall'oggi al domani come un prigioniero
che cerca di capire cosa ha sbagliato
s'interroga, si sdegna ma non riesce
a farsi un'idea e sta rassegnato
e allora in questo stato l'ansia si accresce
Eppur tra la sfortuna di questo caso
il cuore grande degli italiani ama
soffre la reclusione ma persuaso
che tutto finirà come in una trama
Popolo di eroi, di santi e di poeti
popolo di artisti e di navigatorio
dimostra nobiltà e gesti concreti
sceglie la fratellanza senza clamori
e ogni giorno vive, soffre e spera
in solidarietà, senza confini
dal capo dello stato all'infermiera
tutti collaborano e sono affini
Sarebbe troppo lungo scrivere i nomi
di uomini e di donne, di nuovi eroi
c'oggi fanno l'Italia, hanno i diplomi
di ambasciatori dell'amore, dei suoi
tanti sacrifici per il nostro bene
per questa umanità che sembra aver perso
il senso della ragione, come un gene
impazzito che ammorba l'universo
Se l'uomo ha smarrito il suo divin lume
dobbiamo ringraziare i nostri eroi
e questi eventi che sono come un nume
per ritornare ai veri valori, a noi,
all'essenza che siamo, alla verità
dove l'origine, la Luce, Dio Padre
che abbiamo in comune, che è nostro Padre
ci ha reso fratelli e sorelle e sarà
il futuro eccelso dell'umanità
L’INCERTEZZA DEL DOMANI
Di Beatrice Mihaela Vieru
Com’è difficile colmare quel strazio d’incertezza esistenziale,
vedo il silenzio nell’attesa del domani
sento il dolore come i carboni ardenti nel focolaio
tocco le immagini senza sagome
oggi nemmeno il sole sorride come del solito
il cielo triste abbandona le nuvole nelle strade vuote
accompagnano le ceneri sottili nere nei prati aridi
nell’aere quel silenzio taglia le risposte lontane
in lontananza un stormo di uccelli vagabondano
nella profondità della libertà umana,
ora tutto ha un senso adesso
la paura è diventata la nostra pelle
lottando con l’incapacità del viver sereni
l’unica strada possibile è l’amore Divino
che ci farà ricominciare
RISVEGLIO DEL 2020 E DOMANI
Di Sandro Perillo
E’ arrivata la sera,
tra poco l’oscurità
spegnerà le delusioni
che mi soffocano.
Amarezze mai assopite
per non aver saputo amare
e non solo dare.
Ora è tardi,
raccolgo gli ultimi stracci
di questa vita frammentata
in un doloroso silenzio di echi.
Domani, un ricordo, forse,
resterà nei pensieri distratti
che presto svanirà nel quotidiano.
La vita, la morte
un unico insieme
di invisibili algoritmi
oscuri e incomprensibili.
L’EROE, IL CAVALIERE ERRANTE
Di Armando Maiolica
Ho paura, ho tanta paura!
Nei tuoi occhi questo ho letto
se pur di tal patema nulla dici
tanto da sembrar disinvolto.
E’ una dolorosa e celata angoscia
quella che ti opprime
nel mentre cerchi di salvar
chi dal male è stato preso.
La paura che ti prende
è perché a lottar ti trovi
contro un male oscuro,
contro un essere invisibile,
nemico perverso e spietato,
che chiunque può colpire
come ha fatto con chi lo
con tanto amor stai curando.
Però proprio la paura,
il timor che anche tu
puoi soccombere, perire,
a reagir ti spinge
e ti dà la forza di lottare.
Ti invoglia ad esser presente
in questa trincea desolata
dove una metamorfosi avviene
che la tua paura diventa coraggio
e per quanti ti guardano
non sei più il curatore
ma l’eroe, il cavaliere errante.
LA QUARANTENA
Di Antonino Biancorosso
-Gli occhi chiusi
dentro la tua stanza buia
-L'orecchio ode
il silenzio del tuo cuore
-Fredde le mani
accarezzano il tuo caldo viso
-Il tuo odore di zagara
profuma nel tuo triste sorriso
-In un giorno di sole!
PROSERPINA
Di Diego Baldassarre
Una volta i vecchi giocavano
a carte
al bar: li osservavo
Sono loro che mi guardano
fissando
i punti scuri delle pupille
Parole soffocate
sole
aggrappate al camice verde
Non sapevo
che sarei stata io la Proserpina
che taglia
il capello fatale
MARGHERITE DORATE
Di Maria Giovanna Bonaiuti
I
n quel giorno di febbraio,un raggio di sole coraggioso
Lottava contro una nebbia neghittosa,
che sembrava zucchero filato,
per regalare una piccola carezza di calore
ai cuori ingrigiti dalla solitudine.
Camminavo irrilevante,
lungo la via della mia melanconia irriverente,
quando l’ho vista,
abbandonata nel suo vaso striminzito,
con le sue foglie rinsecchite,
ma con una speranzosa macchia di verde.
L’ho portata nel mio balcone,
tra le mie piante senza nome,
i cui semi senza nome ,
sono stati trasportati dal vento
sfuggendo a terre inospitale.
Ora la sto guardando,
e vedo una nuvola di sorridenti margherite dorate,
immerse nella gioia di foglie splendenti.
Intorno a lei si affollano i miei amici passerotti,
per farle compagnia.
Così mi accorgo
Che basta una carezza ,
come un piccolo gesto di gioia,
per ridare un soffio di speranza
al silenzio delle anime abbandonate nell’indifferenza .
anche il mio cuore si accorge,
che quel guizzo di luce nell’inverno inospitale,
era anche per me.
TERRA SPACCATA
Di Angela Ladisa
Il dolore è un terreno arido
che se non viene innaffiato
si indurisce
e ti ritrovi il cuore secco.
E allora io ti dico:
piangi
che le lacrime non cibano il dolore
sono acqua che si insinua
tra le crepe di una terra spaccata.
E allora io ti dico:
piangi
che le lacrime della sofferenza sono capaci di dare la vita anche ai fiori.
E non ti stupire se
tra le crepe della tua terra spaccata
vedrai presto un germoglio
che si aggrappa con forza alla vita
e la inventa da capo.
E IN CERTI MOMENTI
Di Ilaria Spes
E in certi momenti
il silenzio diviene la capsula
che placa la paura
E la distrazione offerta dai fiori
un modo per seguire
un’altra linea del tempo
Così chiedo aiuto all’abete verde
ai rododendri in gemma
persino alla quercia australe
che sola migra in un tempo inverso
Chiedo aiuto alle radici alla linfa
al sangue delle piante
perché sia accolta la nostra pena
nel rifugio della loro carne
GLI ANGELI MASCHERATI
Di Franco Calzolari
Come travolto da folle tornado,
scemar ho visto la luce della vita,
il corpo mio sprofondar nel guado,
l’avventura terrestre ormai finita.
Lontano dalla casa e dagli affetti,
con grande amarezza dentro il cuore,
vedo svanire i sogni e i miei progetti,
mi sento soffocare dal dolore.
Ormai mi arrendo al volere del fato…
Con un sorriso mi porge la mano,
un angelo dal volto mascherato
che sembra giunto da un mondo lontano.
Ora che sono tornato alla vita,
sarà eterna la mia riconoscenza
a questi angeli, di bontà infinita,
che mai l’umanità potrà far senza.
Quando l’epidemia sarà finita,
ritorneremo ancora tutti insieme,
per prati verdi a camminar nel sole,
a vivere le gioie della vita.
SOFFERENZA
Di Anna Maria Lavarini
Si era nascosta la primavera
non sopportava tanta sofferenza.
Non portava con se la sera, tramonti dorati
ma solo un cielo livido e malinconico,
ovattato di nuvole gonfie di lacrime.
Silenziose e vuote le strade,
la grande piazza muta e sterile aspettava.
Avvolto da un sterminato silenzio
sotto la pioggia camminava solitario
con passo lento, il grande vecchio bianco
sembrava portasse sulle spalle,
tutta la sofferenza del mondo.
Quella sera dinanzi ad vuoto assoluto,
per la prima volta, parole e benedizioni
non sono state rivolte ai soli devoti
colorati e festanti.
Brillavano i raggi d’oro del santissimo,
per la prima volta mai benedizione,
ha varcato tanti confini
per la prima volta
in questo tempo sospeso
all’ unisono mai così tanta gente in ascolto
Sotto la pioggia parole di luce
per alleviare tanta sofferenza
Suoni di campane e sirene
dolore e speranza
si confondevano con la pioggia.
IN PRIMA LINEA
Di Simonetta Vacca
Il passato è incerto..
ma il cuore infonde coraggio
il corpo impettito avanza oltre la linea rossa di confine.
La mente immagina un futuro agognato.
Nessuno “eletto”
Nessun “condannato”
Torneremo tutti a casa dal fronte insanguinato.
Nessuna medaglia a testimoniare il
“dovere”.
Nessuna corona a indicare “il potere”.
Solo la vita
Indomita
Battagliera
Sfacciata nel suo incedere
Baldracca nel suo perire..
A voi in prima linea l’onore di una magica follia!
In Italia, nel mondo, nell’intero universo
E.. così sia.
LA PRIMAVERA SENZA NOI
Di Anna Costinela Bichis
La procesione quest anno l’hanno fatta solo nei cieli,
sono tanti i dipartiti
molte le lacrime versate in silenzio nella terra deserta..
loro abbracciati
noi sempre più distanti,
la primavera è bella più che mai ma nessuno a guardarla,
sono in letargo i monumenti,
le strade tacciono,
gli uccelli cantano,
gli umani piangono,
le stelle cadono,
le campane annunciano il tempo della sacra ora,
nei luoghi di culto non rumoreggiano preghiere,
si prega ai piedi del letto e si parla spesso con Dio.
Tra blu intenso e tiepido azzuro
sfumano notte e giorno.
Mai guardai il cielo cosi tante volte
perché schiavo era lo sguardo sui piedi nel loro cammino
Ora sono immobile,
alzo spesso gli occhi verso l'infinito, non volano più gli aerei,
solo quelli di soccorso,
l’aria limpida e il cielo sereno sono il regno degli uccelli,
finalmente liberi di rumori,
inquinamento.
Ho tempo, lo stesso tempo di prima,
ma ora capisco quanto ne ho sprecato.
Avevamo tutto il mondo ma stavamo perdendo noi stessi,
ora parliamo spesso con i muri delle case che ci proteggono.
Sai figlio,
in giro ci sono i supereroi, medici, poliziotti e carabinieri,
quelli che non ci fanno mancare il mangiare, tutti salvano le vite
ci proteggono dai malviventi e spesso da noi stessi,
in corsia manca il tempo per fermarsi a piangere,
si corre come sui campi di guerra,
i più forti si salvano,
i deboli ti lasciano l’ultimo respiro
da raccontare a madri, padri, figli,
non ce modo per l’ultimo saluto,
le porte degli ospedali sono serrate per non far sfugire il male,
si gioisce per un istante quando qualcuno ce la fa tornare a casa.
I soldati non impugnano armi
ma trasportano feretri, costruiscono ospedali,
non ci sono messe e nemmeno funerali, non ci sono fiori d’addio
e nemmeno croci sotto cui riposare il sonno eterno.
Il mietitore ha rotto le file e si è portato via anche gli angeli in camice bianco,
gli angeli in uniforme,
senza pietà e senza distinzione,
lui prende, prende, prende
e non saper quando si fermerà ci logora l’animo, la mente, il corpo.
i preti pregano in solitaria nel chiese vuote di fedeli.
Ci assillano le domande,
ci trafigge la solitudine,
i pensieri in subbuglio,
le mani tremanti,
la voce incerta e fragile dietro ai copri volto.
Ci riconosciamo dalla voce,
dalle movenze,
salutiamo chiunque passa
per paura di aver saltato il saluto ad un amico,
Vogliamo spesso scappare,
ma non ce luogo sicuro su tutta la terra, restiamo come sassi che nessun mare si vuol portar via.
Sai figlio, non incolparmi anche se ho colpe,
l'eredità che lascio sono i miei errori e i miei ricordi.
Abbiamo dato troppo spesso tutto per scontato
ed ora, le piccole cose sono diventate bellissime.
Stiamo rivalutando il concetto di libertà, di amore, di famiglia
e mi chiedo se la felicità avrà fiorito nel cuore di qualcuno
così come miliardi di fiori sono sbocciati in questa primavera di silenzio.
L'ego dei spregevoli ora ha un volto,
i cattivi sono più cattivi,
i buoni fanno la carità,
i poveri insorgono,
i ricchi restano ricchi,
i ladri e i traditori di principi e di beni
si vendono sempre per trenta denari. Piange la dignita dei vecchi mentre chiede da mangiare,
angeli in unifore accorono per aiutare.
Si dice grazie da lontano si saluta con un cenno di capo,
si mandano baci e abbracci virtuali,
altri invece sono indifferenti ignorano la tristezza dei vivi,
la
la fila dei morti in attesa di tombe,
poi ci sono i folli non curanti del pericolo che incombe.
A Pasqua quest’anno c’era il sole
ma i nostri sguardi sono ombreggiati dalla paura e dell’incertezza,
risuonano canti dai balconi,
gridi di speranza,
ora crediamo per davvero nel futuro che ci stava sfuggendo si mano,
credici figlio anche tu,
fai meglio di me,
impara la storia dei tuoi avi che hanno sfiorato l’apocalisse,
non ripetere i nostri errori
e anche se fa male ricorda questo momento di tristezza
e accedi nel tuo cuore una luce per i dipartiti .
Sii felice e migliore di me .
OCCHI
Di Elisabeth Gioia Carbone
Non ti riconosco più,
dietro l'ingombro che siede sopra il tuo volto.
Eppure i tuoi occhi hanno imparato a sorridere,
il loro sorriso l'ho ben colto.
E che differenza fa sapere chi sei,
se non ci si può nemmeno abbracciare.
Eppure i tuoi occhi, segnati da ciò che li circonda,
sanno bene come continuare ad amare.
I pianti di chi non puoi salvare li hai stampati sulla tua veste,
i tuoi occhi ancora non li vedono.
Eppure sei qui davanti a me,
anche se i tuoi pensieri sparsi corrono.
Aspettiamo dunque, lo scorrere di questi giorni funesti.
Che ci sarà il tempo per poter ringraziarti,
anche se non sarà mai abbastanza, per tutto ciò che con i tuoi occhi sgranati, anche oggi calpesti.
GIORNI SOSPESI
Di Gabriella Vergnano
Faccio finta
che le parole
che escono
dalla mia penna
siano quelle
di poco tempo fa
che sembra un secolo
i giorni
erano uguali
con il profumo
di caffè
al mattino
i passi tranquilli
i fiori nascosti.
Chiudo gli occhi
per non vedere
quei corpi sfilare
uno dietro l’altro
visi amati
fino a ieri uomini
come quello
di mio padre
che non vedo
da un mese
da bambina
mi portava
a pescare
Sguardi sbiaditi
aspettano
di rivedere
i giorni di prima
ci inventeremo
nuovi altari
per scambiarci
abbracci da lontano
vicini avremo
paura
e gli uccelli
volano allegri
per ricordarci
che è già primavera
ODE ALLA TECNOLOGIA
Di Marisa Amadio
Lode alla tecnologia
che ci rende liberi nella prigionia
in questo loop temporale
in cui ogni giorno è uguale.
E il sole, obsoleto orologio, ritorna
a scandire il tempo del giorno
dal suo levare sino al suo tramonto.
Sempre in contatto
è la parola d'ordine del coatto
nella cella dorata del caso
che piange addosso al recluso.
Ma che benedizione e che pazzia
lode a te oh tecnologia
che ci illudi d'esser vivi per sacra egemonia
in questa collegiale follia.
CE LA FAREMO
Di Anna Maria Brughitta
Saranno attimi di vita vissuta
che riaffioreranno lentamente
nelle pagine di un libro
trascritte minuziosamente.
Fiori come segnalibro,
che separano quei momenti
racchiudendo i pensieri...
segnando sensazioni ed emozioni
che il cuore rivivrà in eterno.
Dove la primavera dirompe
con i raggi del sole
ed esce fuori con tutto il suo splendore!
Il suo calore,
sarà l’unica cosa che segnerà
dopo tutto questo terrore
la fine di quest’ incubo…
e resterà indelebile
nelle pagine della vita.
Il silenzio delle vie,
dove nessuno sfiora nessuno,
mentre le persone guardinghe
con mascherine e guanti
la distanza cercano di rispettare
lunghe file ovunque.
Il panorama è surreale.
Tutto è surreale.
Questo silenzio è surreale…
ma non è solo assenza di rumore
ma sofferenza nei cuori.
Ti è mancato un abbraccio…
un bacio…
una carezza…
una stretta di mano
che prima potevi dare.
Tutto ci è impedito…
finché questo ospite non gradito
non sarà sconfitto.
Negli ospedali lottano i nostri eroi…
Uomini dal valore
non sempre riconosciuto
ma loro un grande contributo
al paese hanno sempre dato.
Stremati per le lunghe ore ininterrotte,
e amareggiati per la tristezza
che hanno dovuto vedere,
nei volti delle persone che muoiono sole,
senza il conforto e l’ultimo saluto
delle persone a loro care!
Per loro una carezza
e una parola di conforto
mai è venuta a mancare.
È doveroso un grazie dover dire!
Assieme ce la faremo
Io resto a casa…
MANI INTRECCIATE
Di Aurora Cantini
Mani intrecciate
in questi giorni
di scura tempesta,
mani intrecciate
a creare rami e foglie
per un nido di sguardi,
mani intrecciate
intorno a occhi lucenti di domande,
smarriti,
spaesati.
Le mani di una mamma e di un papà
a far da corona e scudo
ai sogni di un bimbo
che attende la primavera
da dietro i vetri di una finestra.
Mani che sorreggono e scaldano,
accarezzano e rialzano...
mani che giocano, scrivono,
impastano, insegnano,
indicano.
Mani grandi come ali,
a cui un bimbo può afferrarsi
per raggiungere il cielo.
E volare alto,
nel cuore delle nuvole.
E volare alto,
senza paura di cadere.
VERRÀ ANCHE L’ALBA
Di Rosanna Peruzzi
È così buia la sera
con la luce fioca di un corridoio
e una lanterna accesa nel cuore
per non respirare la sconfitta.
È più forte della resa
il coraggio
di chi combatte
mentre molti cadono
in un sonno profondo
che oltrepassa la vita.
Verrà anche l'alba
sgombra da nubi
e potrai guardarti nuovamente
con il viso di ieri
e negli occhi il sorriso
della speranza
mai morta
sotto la maschera…
un sospiro
verde di fili d'erba
nati tra le mani.
DOLCE ANGELO MASCHERATO
Di Sergio Camellini
Voglio,
dico voglio!
Far mia
la tua malinconia
per sentire quello che senti,
provare
le tue emozioni:
vivere i tuoi sentimenti.
Voglio,
dico voglio!
Uscire dal tunnel
della paura,
prendere per mano
la vita,
abbracciare un sogno:
sì, non è finita.
Voglio,
dico voglio!
Giacché l’infinito
verbo dire… si tramuti
nel piacevole verbo fare,
come col tuo operato
a rischio
anche di dolore.
Dolce Angelo mascherato,
grazie
solo per amore.
PARIETARIA
Di Domenico Fabris
Inerpicata e immobile resiste
nel consumato anfratto e dentro al tufo
e calce, fissa di barbe la muraiola
che aspersi semi derelitti al vento
strapparono l’appiglio a quella sorte
e il solo fato soggiunse a favorire
seppur l’agreste palmo nel sito mai la pose.
Così codesta vita , con quell’ amara allure,
gretta s’alligna alla materia inerme….
………….. sfuggevolmente viva!
IL VENTO SUSSURRA DI NOTTE
Di Sara Acireale
In questa città invisibile
l’amore diventa remoto
spazio lontano nel tempo
un forte pensiero sfiorito.
Il vento sussurra di notte
e porta ricordi lontani
di cene e risate tra amici
c’è buio e ti cerco nel tempo.
M’appare l’amato tuo volto
penso che sia probabile
trovare il rimedio perfetto
uscire fuori dall’incubo.
Basta soltanto un’emozione
per viaggiare senza una meta
e seduta sul mio divano
sento la musica delle onde.
Il vento della bella estate
porterà ancora tanti abbracci
e il bacio tanto aspettato
con l’amore, sole di vita.
HO IMPARATO LA PAZIENZA
Di Salvatore Mancuso
Ho imparato
la pazienza,
in questo tempo
di penitenza,
la pazienza
dell'operosa attesa
vissuta
nel profondo
della coscienza.
IL PENTAGRAMMA
Di Elvira Giordano
Il mondo è popolato da tante anime,
come il pentagramma è formato da tante note.
Le anime,
come le note,
sono tutte diverse, eppur così simili.
Una singola nota non crea la musica,
ma tutte insieme
possono dare vita
a meravigliose melodie.
Un singolo uomo non può
cambiare il mondo,
ma tutti insieme
possono renderlo migliore.
DIETRO QUEL SUONO, MIA MADRE
Di Simona Merlo
La divisa camuffa i tremiti.
Invisibili entità ladri d'aria minacciano senza invito.
La mascherina trattiene i sorrisi.
Oggi è tranquillo, scrive.
Non come ieri. Chiama tu papà.
La realtà è un intreccio di suoni.
Poi le grida
al telefono.
Trambusto di voci
“Non respira, emergenza”.
La forza è dietro le attese.
Riparte quel mezzo apripista di salvezza
per noi
familiare effetto ansiogeno.
ALTA MAREA
Di Nicol Maria Pucci
Mare grosso
Giornata di tempesta
Accolgo,curo,proteggo
Salvagenti
Scialuppe travolte
sbatacchiate da questa inattesa alta marea
Equipaggio mai stanco
La sua energia contro quella delle profondita'
Tornera'il sereno
Mare calmo
Orizzonti
Calma
CREPUSCOLO SERALE
Di Maria Vittoria Spinoso
Nell’ora che il sole si scolora,
seduta su una sedia a dondolare
nel quadro del mio portico serale
mi sembro fare pace con il mondo.
Lo sguardo mio perduto all’infinito
osservo quelle ombre dei cipressi,
che sembrano allungarsi a dismisura,
segnando più lontana ogni altra via.
Nel cielo tra nuvole increspate
immagino altri volti di viandanti
e la distesa verde d’erba al vento
si lascia ondeggiare come il mare.
Profumi indefiniti mescolati
alle narici lascio indovinare;
non v’è rumore d’ uomo, forse stanco
si è maturato il tempo al suo riposo.
Una vecchia richiama il suo micino,
chiude la porta e recita il suo mantra:
è l’ ora ormai che volge al suo riposo,
sperando nel risveglio del domani.
Restano ai lati come sentinelle,
due vasi con i fiori di gerani;
io chiudo intanto lentamente gli occhi
e sogno l’illusione del domani.
CREDICI
Di Giuseppina Porro
Di parole se ne dicono tante.
Di battute se ne fanno altrettante.
I media terrorizzano per fare informazione:
vende più un morto che la guarigione.
Ed ora, ancor prima che finisca questa maledizione,
non sarà il virus la causa della vera depressione.
Sarà data dall’ansia, e dal panico,
che salgono, che mettono terrore,
che han fermato l’economia,
che han creato la confusione.
Per ora
bisogna isolarsi,
curarsi
e far prevenzione,
per portare il male
ad una controllata estinzione.
Ma le forzate quarantene e le legali proibizioni non saranno le sole uniche soluzioni.
Per debellare il male
si produrranno vaccini
a difese immunitarie cellulari, ma per l’uomo?
Per l’essere umano.
NO!
Non ci sarà isolamento o medicina ad aprirti la via.
Solo tu potrai, più di tutti,
credere in te,
amrti, sognarti
e dai...
Ti Rialzerai!
COME SE FOSSE NORMALE
Di Carla Sautto Malfatto
Come se fosse normale
ad un metro ti dico coraggio
al telefono resto a parlare
che mi manca il tuo abbraccio
a fare boccacce,
della pazienza e del buon senso,
la ricetta della pizza e del pane
e mi sembra che di pensieri
così accanto
non li abbiamo mai avuti.
Io sono qui
ancora mamma e ancora bambini,
la scoperta che si fa seme
chissà poi se attecchirà
diventerà cosa nuova
o rinsecchirà
nella ripresa normalità
di un campo duro e non arato.
Dipende da noi,
dipende da me e da te
sono nelle tue mani
e tu nelle mie,
basterebbe questo capire
a smuovere la zolla
lo è sempre stato
dimenticato,
il meglio e il peggio di noi
ora sotto il sole
che resta sospeso
anche di notte
in un afflato di domani.
E le mani sono piene
di baci lanciati.
Già si chiede
di non dimenticare.