Francesco Petrarca: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Influenza culturale di Dante Alighieri#Petrarca e Boccaccio}}Dalle considerazioni fatte, emerge chiaramente la profonda differenza esistente tra Petrarca e Dante: se il primo è un uomo che supera il teocentrismo medievale incentrato sulla Scolastica in nome del recupero agostiniano e dei classici "depurati" dall'interpretazione allegorica cristiana indebitamente appostavi dai commentatori medievali, Dante mostra invece di essere un uomo totalmente medievale. Oltre alle considerazioni filosofiche, i due uomini sono antitetici anche per la scelta linguistica cui legare la propria fama, per la concezione dell'amore, per l'attaccamento alla patria. Illuminante sul sentimento che Petrarca nutrì per l'Alighieri è la ''Fam.'' XXI, 15, scritta in risposta all'amico Boccaccio, incredulo delle dicerie secondo cui Petrarca odiasse Dante. In tale lettera, Petrarca afferma che non può odiare qualcuno che egli conobbe appena e che affrontò con onore e sopportazione l'esilio, ma prende le distanze dall'ideologia dantesca, esprimendo il timore di essere "influenzato" da un così grande esempio poetico se avesse deciso di scrivere liriche in volgare, liriche che sono facilmente sottoposte allo storpiamento da parte del volgo<ref>{{Cita|Fracassetti, 4|pp. 390-411}}; {{Cita|Pulsoni|pp. 155-208}}</ref>. | {{Vedi anche|Influenza culturale di Dante Alighieri#Petrarca e Boccaccio}}Dalle considerazioni fatte, emerge chiaramente la profonda differenza esistente tra Petrarca e Dante: se il primo è un uomo che supera il teocentrismo medievale incentrato sulla Scolastica in nome del recupero agostiniano e dei classici "depurati" dall'interpretazione allegorica cristiana indebitamente appostavi dai commentatori medievali, Dante mostra invece di essere un uomo totalmente medievale. Oltre alle considerazioni filosofiche, i due uomini sono antitetici anche per la scelta linguistica cui legare la propria fama, per la concezione dell'amore, per l'attaccamento alla patria. Illuminante sul sentimento che Petrarca nutrì per l'Alighieri è la ''Fam.'' XXI, 15, scritta in risposta all'amico Boccaccio, incredulo delle dicerie secondo cui Petrarca odiasse Dante. In tale lettera, Petrarca afferma che non può odiare qualcuno che egli conobbe appena e che affrontò con onore e sopportazione l'esilio, ma prende le distanze dall'ideologia dantesca, esprimendo il timore di essere "influenzato" da un così grande esempio poetico se avesse deciso di scrivere liriche in volgare, liriche che sono facilmente sottoposte allo storpiamento da parte del volgo<ref>{{Cita|Fracassetti, 4|pp. 390-411}}; {{Cita|Pulsoni|pp. 155-208}}</ref>. | ||
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*{{Cita libro|autore = Ernest Hatch Wilkins|titolo = Vita del Petrarca|anno = 2012|editore = Feltrinelli|città = Milano|ISBN = 978-88-07-72364-3|curatore = Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani|annooriginale = 1964|cid = Wilkins}}, , edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome di {{Cita libro|titolo = Life of Petrarch|anno = 1961|editore = University of Chicago Press|città = Chicago|OCLC = 343931|lingua = En}} | *{{Cita libro|autore = Ernest Hatch Wilkins|titolo = Vita del Petrarca|anno = 2012|editore = Feltrinelli|città = Milano|ISBN = 978-88-07-72364-3|curatore = Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani|annooriginale = 1964|cid = Wilkins}}, , edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome di {{Cita libro|titolo = Life of Petrarch|anno = 1961|editore = University of Chicago Press|città = Chicago|OCLC = 343931|lingua = En}} | ||
*{{Cita libro|titolo = Musei civici di Pavia|anno = 1998|editore = Skira|città = Milano|cid = Vicini|curatore=Donata Vicini|ISBN=88-8118-353-6}} | *{{Cita libro|titolo = Musei civici di Pavia|anno = 1998|editore = Skira|città = Milano|cid = Vicini|curatore=Donata Vicini|ISBN=88-8118-353-6}} | ||