Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni
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'''Giovanni Pascoli'''. (27 maggio 2019). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 27 maggio 2019, 21:14 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giovanni_Pascoli&oldid=105152182. | '''Giovanni Pascoli'''. (27 maggio 2019). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 27 maggio 2019, 21:14 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giovanni_Pascoli&oldid=105152182. | ||
Nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è insieme a Gabriele D'Annunzio il maggior poeta decadente italiano. [[File:Firma Giovanni Pascoli.png|thumb|Firma di Giovanni Pascoli]] | Nonostante la sua formazione eminentemente positivistica, è insieme a [[Gabriele D'Annunzio]] il maggior poeta decadente italiano. [[File:Firma Giovanni Pascoli.png|thumb|Firma di Giovanni Pascoli]] | ||
Dal ''Fanciullino'', articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D'altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia. | Dal ''Fanciullino'', articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D'altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia. |