Thank man

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di Carmelo Consoli

Thank man

L’ultimo carro ansimando si ferma.
Superba e attonita Chang’an assiste
mentre sale il silenzio sullo stridore dei cingolati,
greve e cupa, monta l’offesa alla città proibita
incredula al gesto solitario dell’uomo,
insuperabile barriera, di un esercito
in marcia contro la libertà.
Lui, piccolo dettaglio tra l’asfalto,
esile, folle, allampanato ostacolo
all’infinita colonna di morte è la sfida,
la danza a fermare giganti d’acciaio
e bocche di cannoni.
                          E l’impero celeste s’inchina all’eroe
che non arretra, non si piega, sgomento
del tempo inatteso che blocca la storia e le sue stragi.
Lui non sa del mondo che lo spia
dietro gli scatti delle foto, né della gloria
che sarà di quel porsi irriverente, nemmeno
della tortura che domani l’aspetta.
E’ solo una fragile figura, una busta nella mano,
una giacca nell’altra, il coraggio sovrumano
di arrampicarsi su una grigia torretta
e parlare d’amore al fratello chiuso nell’elmetto.
                         Thank man oggi è ancora là
sulla via della pace eterna, sbiadito nella foto,
fermo immagine sgualcito, fulgido esempio
nella memoria del tempo, ostinato, impavido
guerriero a frenare le ruote sferraglianti
della morte imposta al corpo, alla mente
di un popolo sovrano.
Nessuno sa della sua fine,
nessuno ha mai saputo chi egli fosse,
lui solo, lo sconosciuto attore
della splendida leggenda di Chang’an.





Giugno 1989-Repressione dell’esercito
contro la richiesta di libertà e democrazia
del popolo cinese
 



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2020 Premio Internazionale Letterario "Un Solo Mondo"

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