Attivista culturale

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La parola “attivismo” ha appena 100 anni, almeno nel suo utilizzo corrente, e deriva dal verbo “essere attivo”. Un attivista è qualcuno che è attivo nella campagne per il cambiamento, normalmente nei problemi politici o sociali. L’attivismo è ciò che l’attivista fa, cioè, il metodo che si utilizza per portare avanti il cambiamento.

Domanda: Gli attivisti sono molto diversi dagli esseri umani “comuni”? Quali qualità degli attivisti potete identificare in voi stessi?

L’attivismo senza dubbi richiede e dipende dall’impegno per una causa o un ideale, e normalmente un impegno costante e a lungo termine. Per esempio:

Vedere quello che è giusto e non farlo è mancanza di coraggio.

  • Gli attivisti a favore dell’ambiente vincono una battaglia per fermare una centrale elettrica a carbone dall’essere costruita, e immediatamente iniziano un’altra campagna per bloccare l’estensione di una pista di un aeroporto.
  • Gli attivisti pacifisti conducono una lotta di 30 anni per sviluppare una convenzione internazionale per far proibire le mine.
  • Gli attivisti locali che combattono la chiusura di un ospedale o di un palazzetto dello sport affrontano la questione da ogni angolo, tentando un’altra strada quando la precedente non ha portato risultati.

Sebbene noi crediamo che ciascun essere umano sia un “mini-attivista”, che si impegna nelle lotte per cause diverse in tutta la sua vita, in questo manuale tendiamo a riferirci non all’attivismo, ma all’ “attivarsi”. Gli attivisti - nel loro senso più tradizionale - si “attivano” a loro volta, ma lo fanno costantemente, usando molti metodi diversi, e probabilmente non si fermano finché le loro azioni non abbiano raggiunto qualche impatto sulle problematiche che stanno cercando di affrontare. I giovani con cui lavorate sono più propensi a saltare dentro e fuori l’azione, qualche volta unendosi ad altri attivisti, e qualche volta agendo da soli per una questione che ritengono sia importante.[1]

Note