Solidarietà Poetica, Dediche Settimanali

Da WikiPoesia.
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Introduzione

Di seguito una selezione delle Poesie (in ordine casuale) aderenti al Progetto “Solidarietà Poetica”, promosso da WikiPoesia a sostegno di coloro che sono in prima linea durante questo difficile e delicato momento per l’Italia.

Questa settimana abbiamo deciso di dedicare i vostri versi, in modo particolare, a tutto il personale sanitario della provincia di Lodi.

Vi ringraziamo ancora una volta per le vostre Poesie!

Vincenzo De Lucia

WikiPoesia


Stella della Solidarietà Poetica

Poesie selezionate

INVISIBILI EROI

Di Flavio Provini


Quelli vestiti come dei marziani

quelli che hanno il destino tra le mani


quelli che masticano la paura

quelli che vivono come in clausura


quelli che non dormono mai la notte

quelli dalle pantofole decotte


quelli che hanno un sudore di sei ore

quelli che rischiano per solo amore


quelli tirano sul capo un velo

quelli che ti salvano per un pelo


quelli che corrono per le corsie

e pregano poi nelle retrovie


quelli che ci mettono fiato e cuore

quelli per cui il camice è un onore


quelli che a fine turno son stremati

l’ansia cupa negli occhi allucinati

il dolore tatuato sulla schiena

un trancio di focaccia come cena


quelli che a casa non parlano mai

cercando un senso a tutti questi guai

ma il senso ammicca col loro sorriso

di umanità, di fratellanza intriso.


Anestesisti, dottori e infermieri

voci delle Croci, dell’emergenza:

da sempre esistono ma fino ad ieri

in pochi a celebrarne l’esistenza.


Date loro un trofeo, una medaglia!

Nominateli eroi di questa Italia.



LA  PAROLA  CONTAMINATA

Di Maria Benedetta Cerro

         

Ci è imposto di stare  - ora siamo alberi –

Ci tocca l’imprevisto / l’impotenza / la trasformazione.

Il male / in marcia col suo grido /

con la sua coda di devastazione

ha piantato radici nella nostra carne.  

Ci è impedito l’abbraccio / ora sappiamo il valore dell’abbraccio.

La morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima –

Il tutto che pareva importante / è insignificante.

Il male ci riconosce / lui sa / e contamina le nostre ore.

Ci chiama con diritto – anima mia – Ci precipita nella sua notte.

Eppure dice al mandorlo – fiorisci –

e i passeri accorrono alla messa cantata dell’albero maggiore.

Ora la parola è fatta scorza.

Potremo stormire – forse -  quando avremo foglie.


A PIU' DI UN METRO

Di Gianpaolo Bellucci


Io me ne sto qui chiuso

In casa

Con il mio cane

Lo accarezzo

Bevo birra

Mangio torta

Con salame

E riapprezzo

Il calore del

Focolare domestico

Quell'atmosfera familiare

Mentre bevo e mastico

Musica di sottofondo

Mi fa dimenticare

Per un attimo

Quello che accade

Ora

In questo mondo

Deturpato nel

Suo profondo

Sicuramente

Anche tu

Sarai sola

Chiusa nel tuo di mondo

E anche se

Ci potessimo

Vedere

Almeno distanti

Un metro

Ci dovremmo

Sedere

Non ci potremmo

Toccare

Non ci potremmo

Annusare

Solo il nostro sguardo

Ci mostrerebbe l’amore

Uno sguardo forte

Uno sguardo intenso

Che illumina

La mia notte

Quando non ci

Sei

Ed io ti penso

E quanto vorrei …

Vorreiii …

Avresti mai potuto

Immaginare

Che accadesse tutto ciò?

Io no

Anche se sono

Un convinto sostenitore

Che la realtà

Sia di gran lunga

Della fantasia

Superiore

E questa epidemia

Si è allargata

A dismisura

E si è trasformata

In una pandemia

Gonfia di paura

Ma io sono

Sicuro

Che ce la faremo

Che domani

Ci stringeremo

Le mani

E ci abbracceremo

E potrò toccarti

E potrò annusarti

E potrò baciarti

Non ci sarà più

Una distanza

Fatta come vetro

Che mi tiene

Chiuso

In questa stanza

lontano da te

A più di un metro …



FANFULLA DA LODI

di Emanuele Ambrosini


Il dì

che vide il noto cavaliere

unito ai suoi fratelli

vincere

su ciò che osò dubitare

del loro coraggio,

l'anima.

Passeggia nell'universo

effonde luce,

vita.

Ancora una volta oggi,

Cavaliere,

camice,

l'anima.

E' una cascata che esplode

per dipingere nel cuore

ciò che le parole incidono su carta:

Vinci, vinci, vinci.



GUARDO ED È VITA

Di Giuseppe Pascarella


Guardo il tramonto in questo silenzio innaturale,

un altro giorno sta passando

e porta con sé la tristezza e la rabbia

di non vedere un domani, non vedere un futuro.

E’ questa la vita che ho sognato?

O forse è quella fin troppe volte annunciata?

E in questo silenzio innaturale

si ode qualcosa.

Sono rintocchi di campane

non più coperti da rumori del traffico.

Era tanto tempo che non si sentiva questo suono.

Sono i canti degli uccelli:

ci dicono che la primavera è alle porte.

La primavera che porta con sé vita.

Sono i vagiti di un bimbo.

Vita.

Mi guardo intorno e vedo prati fioriti,

inspiro forte e ne sento i profumi.

Vita.

Mi accorgo che da una finestra

una bambina mi sorride. Vita.

Sì vita.

Riprendo il mio sogno e penso

che questa breve pausa

non fermerà la vita.

Non fermerà te.

Tu sei vita!



IMMORTAL SAPIENZA

Di Franco Frijio


Pulir la mente

da pregiudìzi dovrai.

Cosi

ciò che già sai

scoprìr potrai.

Allorché

nuove conoscènze

cercàr potrai...

Questo, sì !...

arricchìsce

lo Spirito che sei...



LUCE

Di Fabio Strinati


Sospeso nel vuoto un filo di luce

avvolto da un faro ai bordi della notte;

strade interrotte nel sonno

appeso a un fascio di speranza.

Eremita adagiato sopra un lume

intorcinato in una stanza; un soffio

nel vuoto, l’aria che nella morte

s’addormenta. Eterna è la vita

che nel silenzio mai s’è ostinata

al gemito: ormai, decrepito lo scroscio



AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Di Antonella Laviola


Turbinava intenso,

di ora in ora,

di chilometro in chilometro.

il tornado della solidarietà,

fino a coprire l'intero territorio.

Era al tempo del coronavirus.

L'eco del saluto

partito con dono di un cuore solitario

compì il miracolo dell'unione

e rimbalzò

di monte in monte

di mare in mare

fino a risuonare

nell'aria rarefatta.

Era sempre al tempo del coronavirus.

La luce

s'allargò, una sera d'inverno,

di casa in casa

fino a divenire

dall'alto uno stivale scintillante.

C'era nel buio

il canto vibrante,

la voce di un popolo,

dalle vene pulsanti vita,

generoso, passionale, creativo,

che cantava il suo inno.

Non era certo il tempo del trionfo,

era ancora e solo il tempo del coronavirus,

tempo di riflessione,

tempo di amore embrionale

privo di dolore,

tempo di speranza,

tempo della nostra creazione

di un futuro anelato.



CRISALIDI (imparare a fluire)

Di Eleonora Capomastro Orofino


Se albe e notti non si alternassero

sotto il mistero di questo cielo,

saremmo grigi esseri statici, confinati

nei limiti delle nostre rassicuranti identità,

per cui spesso barattiamo

la vera felicità.

Eterni soli ci accecherebbero,

eterne lune sfalserebbero i colori.

Nella danza del mutare

stanno chiave e insegnamento.

Fragili e imperfetti,

abbarbicati a forme preconcette,

convenzioni, perseguiamo un’utopica stabilità

che ci preservi dalla paura e dal dolore.

Ma non è forse nella natura di questa vita,

la più grande lezione,

nella sua alternanza e movimento,

nella sua perenne trasformazione?

E noi dovremmo imparare

a lasciar che sia cambiamento,

come il bruco che si risveglia

per danzare nel vento.

Aver fede nel fluire,

attingendo anche dalle sofferenze

per apprezzar ancor più il gioire.

Vivere il dolore

lasciando andare ciò che muore,

affrontando la rinascita

e stupirsi ancora per un nuovo

inaspettato colore.



LA PRIMAVERA DEI BALCONI

Di Franca Donà


Saranno ancora rondini a cantare

oltre i confini grigi delle case

oltre il lamento, la preghiera

il pianto dei soldati sopra i carri

le bare senza fiori e senza croci

soltanto il buio a benedirne il viaggio.

Non ci sarà un ritorno, non ci sarà

un altro treno verso il mare, mai più …

ci toccherà aspettare primavera

restare dentro il nido e dal balcone

mandarci baci  tra lenzuola stese

come se fossero bandiere al sole

senza toccarci, da lontano eppure

non siamo stati mai così vicini.



ALBERI MAESTRI

Di Riccardo Montanaro


Un varco per la speranza

quell’orizzonte lontano

Saluto mia moglie bacio mio figlio

e di notte salpo

Tanti come me

ombre lunghe e scure

alberi maestri in una sola imbarcazione

E prego l’Italia

prego le sue sponde di abbracciarmi domattina

Prego che il porto non si allontani dalla riva

Temo il varco

chiuso

avanti agli occhi

e l’orizzonte di nuovo alle spalle

Prego l’Italia che non si divida

per timore di noi

alberi maestri spaccati a metà



CITTÀ E PAESI

Di Elisa Mascia


Desolazione totale in ogni angolo del Pianeta,

piccoli paesi e grandi città

accomunati dalle strade déserte

e dalle abitazioni in cui trova forzato rifugio ogni persona.

È d'obbligo rispettare le regole del nuovo vivere per la sopravvivenza,

in casa é d' uopo restare,

fare attenzione

seguire ogni raccomandazione.

La speranza invece ogni cuore deve invitare ad abitare in sé stesso per un futuro in cui sarà cambiamento radicale a generare almeno un pochino di amore e di pace al fratello.

Che sia di monito e di giusta comprensione.

Che non sia vano ogni momento di un'esperienza incisiva del Covid 19.



ITALIA

Di Noemi Di Gaetano


L'Italia è tanti colori

le piace far festa

muove paesi, unisce culture.

Sa quando fermarsi per poi ripartire

da nord a sud, dal verde al blu

sembra divisa ma in fondo è unita

come due amici che non si vedono da molto

ma sempre disponibili nel momento del bisogno.

Tutti uguali di fronte alla guerra

e prima o poi anche davanti alla ricchezza

Madre di tutti tra sogni e speranze

grande vetrina ammirata da tanti

Vedi soldato, forza e coraggio!

Guarda il mare tra le alte montagne

continua a lottare senza mai dimenticare.



QUANDO SI MISURAVANO LE STANZE

Di Alessandro Porri


Sospesi, in bilico come le foglie di “Soldati”,

come panni stesi al tempo ormai sgualciti,

come il soffio che danzanti li ha asciugati,

come il tramonto che li ha illusi e scoloriti.


Siamo gesti ripetuti nelle stanze misurate,

come otto infinito di pensieri senza uscite,

come lotte uterine tra nevrosi mal celate

e ricoloriamo sogni di speranze ripulite.


Si sbocciava saccenti nell’era senza confini,

presuntuosi per dogma vendevamo la faccia

ma bastò piccola cosa a far tornar bambini,

della rea infallibilità non rimase alcuna traccia.


Penso sia segnale, quasi un dono dell’universo

o per chi guarda in Alto un richiamo alla fede.

L’essere mortale troppo spesso è perverso,

tradisce per egoismo perfino ciò in cui crede.



VITA

Di Alessandro Dall’Oglio

Ti chiamerò con il nome di tutte le dee,

ora che hai lo sguardo smarrito,

come quello di chi ha perso ogni ideale,

di storie senza pietà né giustizia.

Volevi far impallidire tutti i mille colori,

fra mascherine bianche assolute.

Rialzati e brilla fra nuovi battiti e palpiti,

come fenice dalle troppe ceneri.



Valore al merito

Di Riccardo Mazzamuto


Guerrieri senza armi

donano speranza vita,

ti accompagnano ti difendono

da un nemico invisibile…

in quel campo di battaglia

dove sei nato e cresciuto,

noi, noi medici senza gloria

senza uniforme, senza niente...



CORONATI DI SPERANZA

Di Roberto Lasco


Nell’etere elegante

si libra una corona di speranza. Momenti di delirio

si mutano in orgoglio e saggezza, per affabulare il remoto impeto, che si flette al cospetto

del trionfo provvidenziale

di una fede atavica e pura

che soccorre fra le stelle

uomini solidali

nel coronare un sogno, richiamante la realtà,

per condurla tra gioie

apparenti e scomparse

nel vuoto del nulla.



SONO LORO

Di Daniela Moreschini


Grave silenzio aleggia nell’aria,

passi leggeri  girano intorno

al bianco letto immacolato

e senso di impotenza che invade

Bianche figure si affannano

per fermare la nera nube che scende,

corpi stremati che lottano,

sudore misto a  lacrime

che lentamente scendono

ad accompagnare

quell’ultimo alito di vita

Sono Loro… gli unici testimoni

nell’atto finale della tragedia.  



ARIA INFETTA

Di Renato Fedi


In questo silenzio

che si mangia i pensieri

non ho un chiodo da appiccare

per dare un senso al quadro della vita.


Non si beve nulla

succhiando aria infetta,

a difesa una borsa di speranza

ch’adesso è piena solo d’apprensione.


S’era a prendere

restituendo la miseria

un vivere con scatti fuori d'asse

quasi un correre privato dei traguardi.

Ci sarà del nuovo

nel rivestirsi al mattino

dopo l'andare a vuoto delle ore

ci ritroveremo figli, padri, umani veri.



MAI COME ORA

Di Sante Serra


È giunto il tempo del silenzio

cimiteriale e misterioso,

della paura fuori dalla porta,

del pane fatto in casa

annidati fra le mura, odiamo

da lontano sirene d’ambulanza

mentre la TV sciorina la sterile conta

di chi ce l’ha fatta e di chi non.


Mai come ora,

il tempo resta fuori casa,

dalle finestre sprazzi di luce

irraggiano i cortili, e le notti

che non sono più le stesse

sognano un abbraccio vero

ora interdetto senza colpa alcuna.


Ci accomuna l’essere persone

uguali al cospetto dell’oscuro,

che alzano gli occhi del coraggio

con o senza mascherina, isolati

nel desiderio di vincere la paura,

destarsi all’alba d’un mondo migliore

stringersi la mano con nostalgia,

riprenderci a pieno la vita

e lasciarci accarezzare dal sole.