Differenze tra le versioni di "Salvatore Quasimodo"

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Salvatore Quasimodo. (25 maggio 2019).<ref>''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 31 maggio 2019, 12:48 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Salvatore_Quasimodo&oldid=105103384 - licenza CC-BY-SA 3.0</ref>
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==Biografia==
 
==Biografia==
=== I primi anni e gli studi ===
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===I primi anni e gli studi===
Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto [[1901]]<ref>Giusto estratto di nascita redatto in pari data, alle ore 10.40, presso l'ufficio anagrafico del Comune di Modica, dove il padre, e due testimoni (Giuseppe e Francesca) dichiarano che alle 4.10 antimeridiane, in una casa sita in via Posterla, è venuto alla luce un bambino, di sesso maschile, cui è stato imposto il nome di Quasimodo Salvatore Giuseppe Virgilio Francesca (dove Giuseppe e Francesca sono aggiunti in onore ai testimoni e futuri padrino e madrina). Una copia di tale estratto, insieme ad un atto di nascita redatto in tempi successivi, sono affissi ad una parete della casa natale</ref> da Gaetano Quasimodo e Clotilde Ragusa a [[Modica]]<ref>Sebbene oggi faccia parte della [[Provincia di Ragusa]], Modica fino al [[1926]] faceva parte della [[Provincia di Siracusa]] (cfr. [[Storia di Modica]]). Per questo motivo, spesso, in molte biografie, si cita Siracusa come città di nascita.</ref>, dove il padre era stato assegnato come capostazione.<ref name="Cita|Borello, 1995|pag. 25">{{Cita|Borello, 1995|pag. 25}}</ref>
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Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto 1901<ref>Giusto estratto di nascita redatto in pari data, alle ore 10.40, presso l'ufficio anagrafico del Comune di Modica, dove il padre, e due testimoni (Giuseppe e Francesca) dichiarano che alle 4.10 antimeridiane, in una casa sita in via Posterla, è venuto alla luce un bambino, di sesso maschile, cui è stato imposto il nome di Quasimodo Salvatore Giuseppe Virgilio Francesca (dove Giuseppe e Francesca sono aggiunti in onore ai testimoni e futuri padrino e madrina). Una copia di tale estratto, insieme ad un atto di nascita redatto in tempi successivi, sono affissi ad una parete della casa natale</ref> da Gaetano Quasimodo e Clotilde Ragusa a Modica<ref>Sebbene oggi faccia parte della Provincia di Ragusa, Modica fino al 1926 faceva parte della Provincia di Siracusa (cfr. Storia di Modica). Per questo motivo, spesso, in molte biografie, si cita Siracusa come città di nascita.</ref>, dove il padre era stato assegnato come capostazione.
  
A 5 giorni dalla sua nascita, la madre Clotilde, insieme al piccolo Salvatore e il primogenito Vincenzo (1899)<ref name="Cita|Borello, 1995|pag. 25" />, si trasferì dai nonni paterni, nella più sicura casa di [[Roccalumera]], luogo d’origine della famiglia Quasimodo. Purtroppo, il padre Gaetano non poté abbandonare il luogo di lavoro per seguirla<ref>{{cita web|url=http://www.fogliodisicilia.it/index.php?option=com_content&id=860:salvatore-quasimodo-una-misera-gioventu-ma-che-gia-lo-vedeva-poetare&Itemid=79|titolo=Salvatore Quasimodo: una misera gioventu', ma che già lo vedeva poetare|accesso=17 giugno 2013}}</ref>; dopo circa due mesi dalla nascita di Salvatore, venne trasferito.  
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A 5 giorni dalla sua nascita, la madre Clotilde, insieme al piccolo Salvatore e il primogenito Vincenzo (1899), si trasferì dai nonni paterni, nella più sicura casa di Roccalumera, luogo d’origine della famiglia Quasimodo. Purtroppo, il padre Gaetano non poté abbandonare il luogo di lavoro per seguirla; dopo circa due mesi dalla nascita di Salvatore, venne trasferito.  
  
 
Salvatore fu battezzato a Roccalumera, nella Chiesa della Madonna Bambina da Mons. Francesco Maria Di Francia, l'11 settembre 1901.  
 
Salvatore fu battezzato a Roccalumera, nella Chiesa della Madonna Bambina da Mons. Francesco Maria Di Francia, l'11 settembre 1901.  
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A Roccalumera il poeta trascorse tutta la sua infanzia e giovinezza e ci ritornò da adulto, per trovare i genitori e la famiglia (dopo il conferimento del Premio Nobel fece ritorno a Roccalumera per consegnare l’ambito premio al padre novantenne).  
 
A Roccalumera il poeta trascorse tutta la sua infanzia e giovinezza e ci ritornò da adulto, per trovare i genitori e la famiglia (dopo il conferimento del Premio Nobel fece ritorno a Roccalumera per consegnare l’ambito premio al padre novantenne).  
  
Nel [[1908]] a [[Gela]] iniziò a frequentare le scuole elementari<ref>{{Cita|Tondo, 1976|pag. 6}}</ref>.
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Nel 1908 a Gela iniziò a frequentare le scuole elementari.
  
Nel gennaio del [[1909]] il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella [[Stazione di Messina Centrale|stazione di Messina]] colpita da un [[Terremoto di Messina del 1908|disastroso terremoto]] e successivo maremoto, il 28 dicembre [[1908]]. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione.  
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Nel gennaio del 1909 il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella stazione di Messina colpita da un disastroso terremoto e successivo maremoto, il 28 dicembre 1908. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione.  
  
Quegli anni restarono impressi nella memoria del poeta, che li evocò nella poesia ''Al Padre'', inserita nella raccolta ''[[La terra impareggiabile]]'', scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto di [[Messina]]<ref>{{cita web|url=https://dariodepasquale.wordpress.com/2011/03/18/106/#more-106|titolo=Il treno di Quasimodo|accesso=20 giugno 2013}}</ref>:
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Quegli anni restarono impressi nella memoria del poeta, che li evocò nella poesia ''Al Padre'', inserita nella raccolta ''La terra impareggiabile'', scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto di Messina.
  
Nel [[1916]] si iscrisse all'Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina<ref name="Cita|AA.VV., 2011|pag. 165">{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 165}}</ref> nel [[1917]] e continuare gli studi presso l'Istituto [[Antonio Maria Jaci|"A. M. Jaci"]], dove conseguì il diploma nel [[1919]].  
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Nel 1916 si iscrisse all'Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina nel 1917 e continuare gli studi presso l'Istituto "A. M. Jaci", dove conseguì il diploma nel 1919.  
  
Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista [[Salvatore Pugliatti]] e il futuro [[sindaco di Firenze]] [[Giorgio La Pira]], con i quali strinse un'amicizia destinata a durare negli anni.  
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Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista Salvatore Pugliatti e il futuro sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con i quali strinse un'amicizia destinata a durare negli anni.  
  
Insieme ad essi fondò, nel [[1917]], il «''Nuovo Giornale Letterario''», mensile sul quale pubblicò le sue prime poesie<ref name="Cita|AA.VV., 2011|pag. 165" />. La tabaccheria di uno zio di La Pira, unico rivenditore della rivista, divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.
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Insieme ad essi fondò, nel 1917, il «''Nuovo Giornale Letterario''», mensile sul quale pubblicò le sue prime poesie. La tabaccheria di uno zio di La Pira, unico rivenditore della rivista, divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.
  
Nel 1919 si trasferì a [[Roma]], dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli, per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile e, in seguito, impiegato presso un grande magazzino.  
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Nel 1919 si trasferì a Roma, dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli, per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile e, in seguito, impiegato presso un grande magazzino.  
  
Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro|Rampolla del Tindaro]], Segretario di Stato di [[Papa Leone XIII]]<ref>{{cita news|autore=Roberto Pertici|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/222q05a1.html|titolo=Quella mano tesa
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Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Papa Leone XIII.
dal Vaticano a Mosca|pubblicazione=[[L'Osservatore Romano]]|data=26 settembre 2009|accesso=28 dicembre 2013}}</ref>.
 
  
Le precarie condizioni economiche di questo periodo romano terminarono nel 1926, quando venne assunto dal [[Ministero dei lavori pubblici]] e assegnato, come geometra, al [[Genio Civile]] di [[Reggio Calabria]]<ref name="Cita|AA.VV., 2011|pag. 166">{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 166}}</ref>.  
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Le precarie condizioni economiche di questo periodo romano terminarono nel 1926, quando venne assunto dal Ministero dei lavori pubblici e assegnato, come geometra, al Genio Civile di Reggio Calabria.  
  
Qui strinse amicizia con i fratelli [[Enzo Misefari]] e [[Bruno Misefari]], entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di [[Reggio Calabria]].
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Qui strinse amicizia con i fratelli Enzo Misefari e Bruno Misefari, entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di Reggio Calabria.
  
Nello stesso anno sposò Bice Donetti, di 8 anni più anziana, con la quale aveva precedentemente convissuto e a cui dedicò una poesia, dopo la sua morte, avvenuta nel [[1946]]:
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Nello stesso anno sposò Bice Donetti, di 8 anni più anziana, con la quale aveva precedentemente convissuto e a cui dedicò una poesia, dopo la sua morte, avvenuta nel 1946:
  
{{q|Con gli occhi alla pioggia e agli elfi della notte,<br />è là, nel campo quindici a [[Cimitero Maggiore (Milano)|Musocco]],<br />la donna emiliana da me amata<br />nel tempo triste della giovinezza. …|Salvatore Quasimodo, ''Epitaffio per Bice Donetti''}}
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Nel 1948, 2 anni dopo la morte della prima moglie, si risposò con la ballerina Maria Cumani, con cui aveva avuto il figlio Alessandro Quasimodo.
  
Nel [[1941|1948]], 2 anni dopo la morte della prima moglie, si risposò con la ballerina [[Maria Cumani Quasimodo|Maria Cumani]], con cui aveva avuto il figlio [[Alessandro Quasimodo]].
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Nel periodo di Reggio Calabria nacque la nota lirica ''Vento a Tindari'', dedicata alla storica località presso Patti.
  
Nel periodo di [[Reggio Calabria]] nacque la nota lirica ''Vento a Tindari'', dedicata alla storica località presso [[Patti]]:
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Il padre andò in pensione nel 1927 e, dopo una breve permanenza a Firenze, si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera, dove visse con 2 sorelle non sposate.
  
{{q|Tindari, mite ti so<br />fra larghi colli pensile sull'acque<br />dell'isole dolci del dio,<br />oggi m'assali<br />e ti chini in cuore. …|Salvatore Quasimodo, ''Vento a Tindari''}}
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Molti anni dopo il poeta emigrato si raffigurò con questi versi:
  
Il padre andò in pensione nel [[1927]] e, dopo una breve permanenza a [[Firenze]], si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera, dove visse con 2 sorelle non sposate.
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Nel 1939 divenne il titolare del settimanale ''Omnibus''.
  
Molti anni dopo il poeta emigrato si raffigurò con questi versi:
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===Periodo dell'ermetismo (1930 - 1942)===
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Risolti i problemi economici, poté dedicarsi più assiduamente all'opera letteraria. Fu invitato a Firenze, dallo scrittore Elio Vittorini che, nel 1927, aveva sposato la sorella Rosa; egli lo introdusse nei locali ambienti letterari, permettendogli di conoscere [[Eugenio Montale]], Arturo Loria, Gianna Manzini e Alessandro Bonsanti. Bonsanti in quel tempo dirigeva la rivista ''Solaria''; pubblicò, nel 1930, 3 poesie di Quasimodo (''Albero'', ''Prima volta'', ''Angeli''), che maturò e affinò il gusto per lo stile ermetico, cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta ''Acque e terre'' che, lo stesso anno, pubblicò per le edizioni ''Solaria''.
  
{{q|… quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto<br />e alcuni versi in tasca. …|Salvatore Quasimodo, ''Lettera alla madre''}}
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Nel 1931 venne trasferito presso il Genio Civile di Imperia, in seguito presso quello di Genova. In questa città conobbe Camillo Sbarbaro e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista ''Circoli'', con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel 1932, per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta ''Oboe sommerso'' nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il 1931 e il 1932 e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all'ermetismo.
Nel [[1939]] divenne il titolare del settimanale ''Omnibus''.<ref>{{Cita web|url=http://www.italialibri.net/autori/quasimodos.html|titolo=Salvatore Quasimodo - Biografia|sito=www.italialibri.net|accesso=22 giugno 2016}}</ref>
 
  
=== Periodo dell'ermetismo (1930 - 1942) ===
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Dal marzo 1933 alla fine del 1934 lavorò come funzionario all'Ufficio del Genio Civile di Cagliari.
Risolti i problemi economici, poté dedicarsi più assiduamente all'opera letteraria. Fu invitato a Firenze, dallo scrittore [[Elio Vittorini]] che, nel [[1927]], aveva sposato la sorella Rosa<ref>{{cita news|autore=[[Matteo Collura]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/23/MORTA_ROSA_QUASIMODO_MOGLIE_VITTORINI_co_0_98092313128.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131231001937/http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/23/MORTA_ROSA_QUASIMODO_MOGLIE_VITTORINI_co_0_98092313128.shtml|titolo=Morta Rosa Quasimodo, ex moglie di Vittorini|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=23 settembre 1998|accesso=29 dicembre 2013|urlmorto=sì|dataarchivio=31 dicembre 2013}}</ref>; egli lo introdusse nei locali ambienti letterari, permettendogli di conoscere [[Eugenio Montale]], [[Arturo Loria]], [[Gianna Manzini]] e [[Alessandro Bonsanti]].<ref>{{Cita|Lovanio, 2001|pag. 49}}</ref> Bonsanti in quel tempo dirigeva la rivista ''[[Solaria]]''; pubblicò, nel [[1930]], 3 poesie di Quasimodo (''Albero'', ''Prima volta'', ''Angeli'')<ref name="Cita|AA.VV., 2011|pag. 166"/>, che maturò e affinò il gusto per lo stile [[ermetismo (letteratura)|ermetico]], cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta ''[[Acque e terre]]'' che, lo stesso anno, pubblicò per le edizioni ''Solaria''.<ref name="Cita|AA.VV., 2011|pag. 166"/>
 
  
Nel [[1931]] venne trasferito presso il Genio Civile di [[Imperia]], in seguito presso quello di [[Genova]]. In questa città conobbe [[Camillo Sbarbaro]] e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista ''[[Circoli]]'', con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel [[1932]], per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta ''[[Oboe sommerso]]'' nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il [[1931]] e il [[1932]] e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all'ermetismo.
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Ottenuto il trasferimento a Milano, venne però destinato alla sede di Sondrio.
  
Dal marzo 1933 alla fine del 1934 lavorò come funzionario all'Ufficio del Genio Civile di [[Cagliari]].
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Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per Cesare Zavattini in un'impresa di editoria e, soprattutto, si dedicò alla collaborazione con ''Letteratura'', una rivista vicina all'ermetismo.
  
Ottenuto il trasferimento a Milano, venne però destinato alla sede di [[Sondrio]].
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Nel 1938 pubblicò, a Milano, una raccolta antologica intitolata ''Poesie''; nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci.
  
Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per [[Cesare Zavattini]] in un'impresa di editoria e, soprattutto, si dedicò alla collaborazione con ''[[Letteratura (rivista)|Letteratura]]'', una rivista vicina all'ermetismo.
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Nel 1941 venne nominato professore di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano, incarico che mantenne fino alla fine del 1968.
  
Nel [[1938]] pubblicò, a Milano, una raccolta antologica intitolata ''Poesie''; nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci.
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===Seconda guerra mondiale===
  
Nel [[1941]] venne nominato professore di [[Letteratura italiana]] presso il [[Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi"]] di [[Milano]], incarico che mantenne fino alla fine del [[1968]].
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Nel 1942 entrò nella collana ''Lo specchio'', della Arnoldo Mondadori Editore, l'opera ''Ed è subito sera'', che inglobava anche le ''Nuove poesie'' scritte tra il 1936 e il 1942.
  
=== Seconda guerra mondiale ===
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====Rapporti con il fascismo====
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Nel 1940, a guerra iniziata, collaborò con la rivista ''Primato. Lettere e arti d'Italia'' dove il ministro Giuseppe Bottai<ref>Storia Illustrata, gennaio 1980</ref> raccolse intellettuali di varia estrazione e orientamento, anche lontani dal regime.
  
Nel [[1942]] entrò nella collana ''Lo specchio'', della [[Arnoldo Mondadori Editore]], l'opera ''[[Ed è subito sera]]'', che inglobava anche le ''[[Nuove poesie]]'' scritte tra il [[1936]] e il [[1942]].
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Gli venne rimproverato, in anni più recenti, di aver sostenuto l'uso del ''voi'', con un intervento su un numero monografico del 1939 della rivista ''Antieuropa''<ref>[http://books.google.it/books?id=KNkscy5Sv6QC&pg=PA200&lpg=PA200&dq=rivista+Antieuropa+quasimodo&source=bl&ots=Hua2jACTRG&sig=iCOEeq9rEEG8Ng-wkKCB_-TcMjs&hl=it&sa=X&ei=qpvWUp_OMOnQ0QXY9YCoDQ&ved=0CFQQ6AEwBA#v=onepage&q=rivista%20Antieuropa%20quasimodo&f=false Il cacodemone neoilluminista, pag. 200]</ref>, e di aver inoltrato una supplica a Mussolini, affinché gli venisse assegnato un contributo, per potere proseguire l'attività di scrittore.  
  
==== Rapporti con il fascismo ====
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Pur professando chiare idee antifasciste, non partecipò attivamente alla Resistenza; in quegli anni si diede alla traduzione del ''Vangelo secondo Giovanni'', di alcuni ''Canti'' di Catullo e di episodi dell'Odissea (pubblicati solo dopo la Liberazione).
Nel [[1940]], a [[Seconda guerra mondiale|guerra]] iniziata, collaborò con la rivista ''Primato. Lettere e arti d'Italia'' dove il ministro [[Giuseppe Bottai]]<ref>Storia Illustrata, gennaio 1980</ref> raccolse intellettuali di varia estrazione e orientamento, anche lontani dal regime.
 
  
Gli venne rimproverato, in anni più recenti, di aver sostenuto l'uso del ''voi''<ref>{{Cita|Iannaccone, 1999|pag. 188, 201}}</ref>, con un intervento su un numero monografico del [[1939]] della rivista ''Antieuropa''<ref>[http://books.google.it/books?id=KNkscy5Sv6QC&pg=PA200&lpg=PA200&dq=rivista+Antieuropa+quasimodo&source=bl&ots=Hua2jACTRG&sig=iCOEeq9rEEG8Ng-wkKCB_-TcMjs&hl=it&sa=X&ei=qpvWUp_OMOnQ0QXY9YCoDQ&ved=0CFQQ6AEwBA#v=onepage&q=rivista%20Antieuropa%20quasimodo&f=false Il cacodemone neoilluminista, pag. 200]</ref>, e di aver inoltrato una supplica a [[Benito Mussolini|Mussolini]], affinché gli venisse assegnato un contributo, per potere proseguire l'attività di scrittore.<ref>{{Cita|Ainis, 2008|pag. 54}}</ref>
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===Periodo della poesia impegnata (1945 - 1966)===
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[[File:Salvatore Quasimodo 1958.jpg|miniatura|260x260px|Salvatore Quasimodo nel 1958]]
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Nel 1945 si iscrisse al PCI; l'anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo ''Con il piede straniero sopra il cuore'',&nbsp;ristampata nel 1947, con il nuovo titolo ''Giorno dopo giorno'', testimonianza dell'impegno morale e sociale dell'autore che continuò, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte, composte fra il 1949 e il 1958, come ''La vita non è sogno'', ''Il falso e il vero verde'' e ''La terra impareggiabile'', che si posero, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.
  
Pur professando chiare idee antifasciste, non partecipò attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]; in quegli anni si diede alla traduzione del ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', di alcuni ''Canti'' di [[Catullo]] e di episodi dell'[[Odissea]] (pubblicati solo dopo la [[Resistenza italiana|Liberazione]]).
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Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi, con passione, all'opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per periodici e quotidiani, dando il suo contributo soprattutto con articoli di critica teatrale.  
  
=== Periodo della poesia impegnata (1945 - 1966) ===
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Nel 1950 ottenne il [[Premio San Babila]]; nel 1953 condivise il [[Premio Etna-Taormina]] con il poeta gallese Dylan Thomas<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=CswD4rwGkdI La settimana Incom 28 febbraio 1953 n°01036 - Archivio Istituto Luce]</ref>; nel 1958 ebbe il [[premio Viareggio]]; nel 1959 gli fu assegnato il premio [[Nobel per la letteratura]] «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi»<ref>https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/</ref> che gli fece raggiungere una definitiva fama. A esso seguirono le lauree honoris causa dalla Università di Messina nel 1960 e da quella di Oxford nel 1967.
[[File:Salvatore Quasimodo 1958.jpg|miniatura|260x260px|Salvatore Quasimodo nel 1958]]
 
Nel [[1945]] si iscrisse al [[Partito Comunista Italiano|PCI]]; l'anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo ''Con il piede straniero sopra il cuore'',&nbsp;ristampata nel [[1947]], con il nuovo titolo ''[[Giorno dopo giorno (Quasimodo)|Giorno dopo giorno]]'', testimonianza dell'impegno morale e sociale dell'autore che continuò, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte, composte fra il [[1949]] e il [[1958]], come ''[[La vita non è sogno]]'', ''[[Il falso e il vero verde]]'' e ''[[La terra impareggiabile]]'', che si posero, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.
 
  
Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi, con passione, all'opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per [[periodico|periodici]] e [[quotidiano|quotidiani]], dando il suo contributo soprattutto con articoli di [[critica teatrale]].  
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Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in America, per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue liriche che, nel frattempo, erano state tradotte in diverse lingue.
  
Nel [[1950]] ottenne il [[Premio San Babila]]; nel [[1953]] condivise il [[Premio Etna-Taormina]] con il poeta gallese [[Dylan Thomas]]<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=CswD4rwGkdI La settimana Incom 28 febbraio 1953 n°01036 - Archivio Istituto Luce]</ref>; nel [[1958]] ebbe il [[premio Viareggio]]<ref>{{cita web |1=http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/repaci/repaci_albo.html |2=Premio Letterario Viareggio-Rèpaci: Albo d'oro |3=4 gennaio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722045203/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/repaci/repaci_albo.html# |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlmorto=sì }}</ref>; nel [[1959]] gli fu assegnato il premio [[Nobel per la letteratura]] «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi»<ref>https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/</ref> che gli fece raggiungere una definitiva fama. A esso seguirono le [[laurea honoris causa|lauree honoris causa]] dalla [[Università di Messina]] nel [[1960]] e da quella di [[Università di Oxford|Oxford]] nel [[1967]].
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Nel 1965 curò la pubblicazione di ''Calignarmata'', opera di poesia dell'autore Luigi Berti, uscita un anno dopo la morte di quest'ultimo (1964).
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Del 1966 è la pubblicazione di ''Dare e avere'', sua ultima opera.[[File:Salvatore Quasimodo grave Milan 2015.jpg|sinistra|miniatura|260x260px|Tomba di Salvatore Quasimodo nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano]]Il 14 giugno del 1968, mentre il poeta si trovava ad Amalfi, dove doveva presiedere un premio di poesia, venne colpito da un ictus (aveva avuto già un infarto mentre visitava l'Unione Sovietica), che lo condusse alla morte poche ore dopo: il cuore del poeta smise di battere sull'auto che lo stava trasportando all'ospedale di Napoli.  
  
Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in [[Americhe|America]], per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue [[Poesia lirica|liriche]] che, nel frattempo, erano state tradotte in diverse lingue.
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Il suo corpo fu trasportato a Milano e tumulato nel Famedio del Cimitero Monumentale, luogo che già ospitava le spoglie di Alessandro Manzoni.
  
Nel [[1965]] curò la pubblicazione di ''Calignarmata'', opera di poesia dell'autore [[Luigi Berti (scrittore)|Luigi Berti]], uscita un anno dopo la morte di quest'ultimo (1964).
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Quasimodo fu membro della Massoneria<ref>[http://www.granloggia.it/page/scrittori-poeti-e-letterati Scrittori, poeti e letterati massoni] sul sito della Gran Loggia d'Italia degli Alam.</ref>.
Del [[1966]] è la pubblicazione di ''[[Dare e avere]]'', sua ultima opera.[[File:Salvatore Quasimodo grave Milan 2015.jpg|sinistra|miniatura|260x260px|Tomba di Salvatore Quasimodo nel [[Famedio]] del [[Cimitero Monumentale di Milano]]]]Il 14 giugno del [[1968]], mentre il poeta si trovava ad [[Amalfi]], dove doveva presiedere un premio di poesia, venne colpito da un [[ictus]] (aveva avuto già un infarto mentre visitava l'[[Unione Sovietica]]), che lo condusse alla morte poche ore dopo: il cuore del poeta smise di battere sull'auto che lo stava trasportando all'ospedale di [[Napoli]].  
 
  
Il suo corpo fu trasportato a [[Milano]] e tumulato nel [[Famedio]] del [[Cimitero Monumentale di Milano|Cimitero Monumentale]], luogo che già ospitava le spoglie di [[Alessandro Manzoni]].
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==Il poeta e lo scrittore==
  
Quasimodo fu membro della [[Massoneria in Italia|Massoneria]]<ref>[http://www.granloggia.it/page/scrittori-poeti-e-letterati Scrittori, poeti e letterati massoni] sul sito della [[Gran Loggia d'Italia degli Alam]].</ref>.
 
  
== Il poeta e lo scrittore ==
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La prima raccolta di Quasimodo, ''Acque e terre'' (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sicilia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l'asprezza della condizione presente, dell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più celebri del libro, ''Vento a Tindari''). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un'angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore insopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia ''Antico inverno'', oppure a ritmi e motivi più antichi, di origine anche popolare.
{{F|poeti italiani|dicembre 2015}}
 
{{citazione|Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.|Salvatore Quasimodo, da ''Uomo del mio tempo''}}
 
[[File:QuasimodoGrande.jpg|thumb|Un'immagine di Quasimodo degli ultimi anni]]
 
La prima raccolta di Quasimodo, ''Acque e terre'' (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sicilia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l'asprezza della condizione presente, dell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più celebri del libro, ''[[Vento a Tindari]]''). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un'angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore insopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia ''[[Antico inverno]]'', oppure a ritmi e motivi più antichi, di origine anche popolare.
 
  
In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili (soprattutto [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in ''Oboe sommerso'' (1932) ed ''Erato e Apollion'' (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva. La ricerca della pace interiore è affidata a un rapporto con il divino che è, e resterà, tormentato; la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicò, nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebrati [[Apollo]] - il dio del sole e anche il dio cui sono legate le [[Muse (mitologia)|Muse]], quindi la stessa creazione poetica che è resa dolorosa dalla distanza fisica dell'isola - ed [[Ulisse]], l'esule per eccellenza.
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In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili (soprattutto [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in ''Oboe sommerso'' (1932) ed ''Erato e Apollion'' (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva. La ricerca della pace interiore è affidata a un rapporto con il divino che è, e resterà, tormentato; la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicò, nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebrati Apollo - il dio del sole e anche il dio cui sono legate le Muse, quindi la stessa creazione poetica che è resa dolorosa dalla distanza fisica dell'isola - ed Ulisse, l'esule per eccellenza.
  
 
È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso frequente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimandare, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione.  
 
È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso frequente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimandare, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione.  
  
Nelle ''Nuove poesie'' (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume ''[[Ed è subito sera]]'' del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasillabo o di altri versi lunghi (anche doppi<ref>[[Jean-Charles Vegliante|J.-Charles Vegliante]], ''Quasimodo (et Cielo d'Alcamo), hypothèse andalouse'', in SMI XVI, 2016 (pp. 297-323).</ref>): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poeta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.
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Nelle ''Nuove poesie'' (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume ''Ed è subito sera'' del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasillabo o di altri versi lunghi (anche doppi<ref>J.-Charles Vegliante, ''Quasimodo (et Cielo d'Alcamo), hypothèse andalouse'', in SMI XVI, 2016 (pp. 297-323).</ref>): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poeta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.
 
[[File:Salvatore Quasimodo 1962c.jpg|miniatura|Quasimodo nel 1962]]
 
[[File:Salvatore Quasimodo 1962c.jpg|miniatura|Quasimodo nel 1962]]
 
In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'Ardenno» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina).  
 
In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'Ardenno» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina).  
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L'ultima raccolta di Quasimodo, ''Dare e avere'', risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della propria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
 
L'ultima raccolta di Quasimodo, ''Dare e avere'', risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della propria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
  
== Opere ==
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==Opere==
=== Raccolte di poesie ===
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===Raccolte di poesie===
* ''[[Acque e terre]]'', Firenze, sulla rivista ''Solaria'', 1930.
 
* ''[[Oboe sommerso]]'', Genova, sulla rivista ''Circoli'', 1932.
 
* ''[[Odore di eucalyptus ed altri versi]]'', Firenze, Antico Fattore, 1933.
 
* ''[[Erato e Apòllìon]]'', Milano, Scheiwiller, 1936.
 
* ''[[Nuove Poesie]]'', Milano, Primi Piani, 1938.
 
* ''[[Ed è subito sera]]'', 1942.
 
* ''[[La vita non è sogno]]'', Milano, A. Mondadori, 1949.
 
* ''[[Il falso e vero verde]] (1949-1955)'', Milano, Schwarz, 1956.
 
* ''[[La terra impareggiabile]]'', Milano, A. Mondadori, 1958.
 
* ''[[Dare e avere]]. 1959-1965'', Milano, A. Mondadori, 1966.
 
  
=== Traduzioni ===
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*''Acque e terre'', Firenze, sulla rivista ''Solaria'', 1930.
* ''[[Lirici greci (Quasimodo)|Lirici greci]]'', Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
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*''Oboe sommerso'', Genova, sulla rivista ''Circoli'', 1932.
* {{Cita libro|autore=[[Virgilio]]|titolo=Il Fiore delle [[Georgiche]]|editore=Edizioni della Conchiglia|città=Milano|anno=1942}} - Milano, Gentile, 1944; Milano, Mondadori, 1957.
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*''Odore di eucalyptus ed altri versi'', Firenze, Antico Fattore, 1933.
* {{Cita libro|autore=[[Catullo|Catulli Veronensis]]|titolo=Carmina|editore=Edizioni di Uomo|città=Milano|anno=1945}} - Milano, Mondadori, 1955.
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*''Erato e Apòllìon'', Milano, Scheiwiller, 1936.
* [[Omero]], ''Dall'[[Odissea]]'', Milano, Rosa e Ballo, 1945.
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*''Nuove Poesie'', Milano, Primi Piani, 1938.
* [[Sofocle]], ''[[Edipo re]]'', Milano, Bompiani, 1946.
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*''Ed è subito sera'', 1942.
* {{Cita libro|titolo=Il Vangelo secondo Giovanni|editore=Gentile|città=Milano|anno=1946}}
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*''La vita non è sogno'', Milano, A. Mondadori, 1949.
* {{Cita libro|autore=[[John Ruskin]]|titolo=La Bibbia di Amiens|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1946}}
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*''Il falso e vero verde (1949-1955)'', Milano, Schwarz, 1956.
* {{Cita libro|autore=[[William Shakespeare]]|titolo=Romeo e Giulietta|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1948}}
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*''La terra impareggiabile'', Milano, A. Mondadori, 1958.
* {{Cita libro|autore=[[Eschilo]]|titolo=[[Le Coefore]]|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1949}}
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*''Dare e avere. 1959-1965'', Milano, A. Mondadori, 1966.
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Riccardo III|editore=Edizioni del Piccolo Teatro|città=Milano|anno=1950}} - Milano, Mondadori, 1952.
 
* {{Cita libro|autore=[[Pablo Neruda]]|titolo=Poesie|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1952}}
 
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Macbeth|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1952}}
 
* {{Cita libro|autore=Sofocle|titolo=Elettra|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1954}}
 
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=La Tempesta|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1956}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Molière]]|titolo=Il Tartufo|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1958}}
 
* {{Cita libro|titolo=Fiore dell'[[Antologia Palatina]]|editore=Guanda|città=Parma|anno=1958}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Edward Estlin Cummings]]|titolo=Poesie scelte|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1958}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Ovidio]]|titolo=Dalle Metamorfosi|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1959}}
 
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Otello|edizione=Collana Lo Specchio|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1959}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Euripide]]|titolo=Ecuba|editore=Armando Argalìa Editore|città=Urbino|anno=1962}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Conrad Aiken]]|titolo=Mutevoli pensieri|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1963}}
 
* {{Cita libro|autore=Euripide|titolo=Eracle|editore=Armando Argalìa Editore|città=Urbino|anno=1964}}
 
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Antonio e Cleopatra|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1966}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Tudor Arghezi]]|titolo=Poesie|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1966}}
 
* {{Cita libro|autore=[[Yves Lecomte]]|titolo=Il gioco degli astragali|editore=Edizioni Moneta|città=|anno=1968}}
 
  
=== Curatele ===
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===Traduzioni===
* {{Cita libro|titolo=Lirici minori del XIII e XIV secolo|altri=a cura di S. Quasimodo e [[Luciano Anceschi]]|editore=Edizioni della Conchiglia|città=Milano|anno=1941}}
 
* ''Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni'', 1957.
 
* ''Poesia italiana del dopoguerra'', 1958.
 
  
=== Altri scritti ===
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*''Lirici greci'', Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
* ''Petrarca e il sentimento della solitudine'', Milano, Garotto, 1945.
+
*Omero, ''Dall'Odissea'', Milano, Rosa e Ballo, 1945.
* ''Scritti sul teatro'', 1961.
+
*Sofocle, ''Edipo re'', Milano, Bompiani, 1946.
* ''L'amore di Galatea'' libretto per musica, 1964
 
* ''[[Il poeta e il politico e altri saggi]]'', Milano, Schwarz, 1967.
 
* ''[[Leonida di Taranto (libro)|Leonida di Taranto]]'', Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
 
* ''Lettere d'amore di Quasimodo'', post., 1969
 
* ''Poesie e discorsi sulla poesia'', post., 1971.
 
* ''Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo'', Giuseppe Dozza, post., 1976
 
* ''A colpo omicida e altri scritti'', post., 1977.
 
  
== Onorificenze ==
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===Curatele===
=== Onorificenze italiane ===
 
{{...}}
 
  
=== Onorificenze ===
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*''Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni'', 1957.
{{Onorificenze
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*''Poesia italiana del dopoguerra'', 1958.
|immagine = BenemeritiCultura.png
 
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte
 
|collegamento_onorificenza = Medaglia ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte
 
|motivazione =
 
|data = 2 giugno [[1968]]<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/9680]</ref>
 
}}
 
  
=== Onorificenze straniere ===
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===Altri scritti===
{{Premio|Nobel|letteratura|1959|x}}
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*''Petrarca e il sentimento della solitudine'', Milano, Garotto, 1945.
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*''Scritti sul teatro'', 1961.
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*''L'amore di Galatea'' libretto per musica, 1964
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*''Il poeta e il politico e altri saggi'', Milano, Schwarz, 1967.
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*''Leonida di Taranto'', Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
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*''Lettere d'amore di Quasimodo'', post., 1969
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*''Poesie e discorsi sulla poesia'', post., 1971.
 +
*''Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo'', Giuseppe Dozza, post., 1976
 +
*''A colpo omicida e altri scritti'', post., 1977.
  
 
==Curiosità==
 
==Curiosità==
{{curiosità}}
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* Appare in un piccolo cameo nel film ''[[La notte (film 1961)|La notte]]'' ([[1961]]) di [[Michelangelo Antonioni]].
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*Appare in un piccolo cameo nel film ''La notte'' (1961) di Michelangelo Antonioni.
* Quasimodo, lui stesso traduttore di classici dell'antichità, ha avuto traduzioni delle sue opere in diverse decine di lingue. Anche in sardo è stata tradotta da ultimo tutta la sua opera poetica: Salvatore Quasimodo, ''Edd est subitu sero. Tottu sas poesias'', tradotte da Gian Gavino Irde, Cagliari, Aipsa, 2007, con introduzione di Alessandro Quasimodo e prefazione di [[Giulio Angioni]], ISBN 8887636958, 9788887636956.
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*Quasimodo, lui stesso traduttore di classici dell'antichità, ha avuto traduzioni delle sue opere in diverse decine di lingue. Anche in sardo è stata tradotta da ultimo tutta la sua opera poetica: Salvatore Quasimodo, ''Edd est subitu sero. Tottu sas poesias'', tradotte da Gian Gavino Irde, Cagliari, Aipsa, 2007, con introduzione di Alessandro Quasimodo e prefazione di Giulio Angioni, ISBN 8887636958, 9788887636956.
* Il 21 gennaio 1949, grazie a Pietro Baglieri, impiegato presso l'ufficio dello Stato Civile di Modica, lo storico modicano Giovanni Modica Scala venne a sapere che Quasimodo era nato a Modica e il 6 febbraio dello stesso anno pubblicò la notizia sul giornale “La Voce di Modica”. Ancora nelle edizioni del 1977 di "Tutte le opere di Salvatore Quasimodo",&nbsp;il premio Nobel per la poesia&nbsp;veniva indicato come "nato a Siracusa, da genitori isolani".
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*Il 21 gennaio 1949, grazie a Pietro Baglieri, impiegato presso l'ufficio dello Stato Civile di Modica, lo storico modicano Giovanni Modica Scala venne a sapere che Quasimodo era nato a Modica e il 6 febbraio dello stesso anno pubblicò la notizia sul giornale “La Voce di Modica”. Ancora nelle edizioni del 1977 di "Tutte le opere di Salvatore Quasimodo",&nbsp;il premio Nobel per la poesia&nbsp;veniva indicato come "nato a Siracusa, da genitori isolani".
* Ha partecipato al soggetto del [[mondo movie]] ''[[Questo mondo proibito]]'' (1963, regia di [[Fabrizio Gabella]])<ref>{{Cita web|url = http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/questo-mondo-proibito/8577/|titolo = QUESTO MONDO PROIBITO - Cinematografo|accesso = 5 settembre 2015}}</ref>.
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*Ha partecipato al soggetto del mondo movie ''Questo mondo proibito'' (1963, regia di Fabrizio Gabella).
* Il gruppo [[Progressive death metal]] ''[[Novembre (gruppo musicale)|Novembre]]'' ha inserito il testo di ''Ed è subito sera'', tradotto in inglese, nella terza traccia dell'album ''[[Wish I Could Dream It Again...]]''.
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*Il gruppo Progressive death metal ''Novembre'' ha inserito il testo di ''Ed è subito sera'', tradotto in inglese, nella terza traccia dell'album ''Wish I Could Dream It Again...''.
* Nel 2015 è stato venduto dal figlio il premio Nobel per la letteratura del poeta (prima volta nella storia del premio) durante un'asta della [[Bolaffi]] per 100.000€.
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*Nel 2015 è stato venduto dal figlio il premio Nobel per la letteratura del poeta (prima volta nella storia del premio) durante un'asta della Bolaffi per 100.000€.
* Gli è stato dedicato un [[asteroide]], [[17438 Quasimodo]].
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*Gli è stato dedicato un asteroide, 17438 Quasimodo.
  
 
==Note==
 
==Note==
<references/>
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<references />
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==Bibliografia==
  
== Bibliografia ==
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*Jean-Charles Vegliante, ''Reprises, refontes, texte'' (S. Quasimodo), "Chroniques Italiennes", [http://chroniquesitaliennes.univ-paris3.fr/PDF/Web24/13.J.Ch.Vegliante.pdf Web 24], Paris 2012.
* {{Cita libro|nome= |cognome= AA.VV.|anno= 2011|titolo= Tutto. Poesia Italiana del Novecento |editore= De Agostini Novara|isbn=978-88-418-6921-5|cid=AA.VV., 2011}}
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*Carmelo Ciccia, ''Salvatore Quasimodo'' in ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX'', Centro di Ricerca Economica e Scientifica, Catania, 2002.
* {{Cita libro|autore= Rosalma Salina Borello|coautore= Patrizio Barbaro|anno= 1995|titolo= Salvatore Quasimodo. Biografia per immagini |editore= Gribaudo |isbn=88-8058-081-7|cid=Borello, 1995}}
 
* {{Cita libro|autore= Michele Tondo|anno= 1976|titolo= Salvatore Quasimodo|editore= Mursia|cid=Tondo, 1976}}
 
* {{Cita libro|autore= Michele Ainis|coautore= Mario Fiorillo|anno= 2008|titolo= L'ordinamento della cultura|editore= Giuffrè Editore, Milano||isbn=88-14-13877-X|cid=Ainis, 2008}}
 
* {{Cita libro|autore= Franco Musarra, Bart Van Den Bossche, Serge Vanvolsem|anno= 2001|titolo= Quasimodo e gli altri: atti del Convegno internazionale, Lovanio, 27-28 aprile 2001|editore= Leuven University Press||isbn=88-7667-146-3|cid=Lovanio, 2001}}
 
* [[Jean-Charles Vegliante]], ''Reprises, refontes, texte'' (S. Quasimodo), "Chroniques Italiennes", [http://chroniquesitaliennes.univ-paris3.fr/PDF/Web24/13.J.Ch.Vegliante.pdf Web 24], Paris 2012.
 
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Iannaccone|anno=1999|titolo=Il fascismo sintetico: letteratura e ideologia negli anni trenta|editore=Greco & Greco, Milano||isbn=88-7980-217-8|cid=Iannaccone, 1999}}
 
* [[Carmelo Ciccia]], ''Salvatore Quasimodo'' in ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX'', Centro di Ricerca Economica e Scientifica, Catania, 2002.
 
 
*Roberto Mosena, ''Quasimodo'', RCS MediaGroup, Corriere della Sera, Milano 2018.
 
*Roberto Mosena, ''Quasimodo'', RCS MediaGroup, Corriere della Sera, Milano 2018.
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[[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]]
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[[Categoria:Poeti che hanno vinto il Premio Nobel per la letteratura]]

Versione attuale delle 15:03, 19 lug 2020

Salvatore Quasimodo. (25 maggio 2019).[1]

Biografia

I primi anni e gli studi

Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto 1901[2] da Gaetano Quasimodo e Clotilde Ragusa a Modica[3], dove il padre era stato assegnato come capostazione.

A 5 giorni dalla sua nascita, la madre Clotilde, insieme al piccolo Salvatore e il primogenito Vincenzo (1899), si trasferì dai nonni paterni, nella più sicura casa di Roccalumera, luogo d’origine della famiglia Quasimodo. Purtroppo, il padre Gaetano non poté abbandonare il luogo di lavoro per seguirla; dopo circa due mesi dalla nascita di Salvatore, venne trasferito.

Salvatore fu battezzato a Roccalumera, nella Chiesa della Madonna Bambina da Mons. Francesco Maria Di Francia, l'11 settembre 1901.

A Roccalumera il poeta trascorse tutta la sua infanzia e giovinezza e ci ritornò da adulto, per trovare i genitori e la famiglia (dopo il conferimento del Premio Nobel fece ritorno a Roccalumera per consegnare l’ambito premio al padre novantenne).

Nel 1908 a Gela iniziò a frequentare le scuole elementari.

Nel gennaio del 1909 il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella stazione di Messina colpita da un disastroso terremoto e successivo maremoto, il 28 dicembre 1908. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione.

Quegli anni restarono impressi nella memoria del poeta, che li evocò nella poesia Al Padre, inserita nella raccolta La terra impareggiabile, scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto di Messina.

Nel 1916 si iscrisse all'Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina nel 1917 e continuare gli studi presso l'Istituto "A. M. Jaci", dove conseguì il diploma nel 1919.

Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista Salvatore Pugliatti e il futuro sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con i quali strinse un'amicizia destinata a durare negli anni.

Insieme ad essi fondò, nel 1917, il «Nuovo Giornale Letterario», mensile sul quale pubblicò le sue prime poesie. La tabaccheria di uno zio di La Pira, unico rivenditore della rivista, divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.

Nel 1919 si trasferì a Roma, dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli, per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile e, in seguito, impiegato presso un grande magazzino.

Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Papa Leone XIII.

Le precarie condizioni economiche di questo periodo romano terminarono nel 1926, quando venne assunto dal Ministero dei lavori pubblici e assegnato, come geometra, al Genio Civile di Reggio Calabria.

Qui strinse amicizia con i fratelli Enzo Misefari e Bruno Misefari, entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di Reggio Calabria.

Nello stesso anno sposò Bice Donetti, di 8 anni più anziana, con la quale aveva precedentemente convissuto e a cui dedicò una poesia, dopo la sua morte, avvenuta nel 1946:

Nel 1948, 2 anni dopo la morte della prima moglie, si risposò con la ballerina Maria Cumani, con cui aveva avuto il figlio Alessandro Quasimodo.

Nel periodo di Reggio Calabria nacque la nota lirica Vento a Tindari, dedicata alla storica località presso Patti.

Il padre andò in pensione nel 1927 e, dopo una breve permanenza a Firenze, si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera, dove visse con 2 sorelle non sposate.

Molti anni dopo il poeta emigrato si raffigurò con questi versi:

Nel 1939 divenne il titolare del settimanale Omnibus.

Periodo dell'ermetismo (1930 - 1942)

Risolti i problemi economici, poté dedicarsi più assiduamente all'opera letteraria. Fu invitato a Firenze, dallo scrittore Elio Vittorini che, nel 1927, aveva sposato la sorella Rosa; egli lo introdusse nei locali ambienti letterari, permettendogli di conoscere Eugenio Montale, Arturo Loria, Gianna Manzini e Alessandro Bonsanti. Bonsanti in quel tempo dirigeva la rivista Solaria; pubblicò, nel 1930, 3 poesie di Quasimodo (Albero, Prima volta, Angeli), che maturò e affinò il gusto per lo stile ermetico, cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta Acque e terre che, lo stesso anno, pubblicò per le edizioni Solaria.

Nel 1931 venne trasferito presso il Genio Civile di Imperia, in seguito presso quello di Genova. In questa città conobbe Camillo Sbarbaro e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista Circoli, con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel 1932, per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta Oboe sommerso nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il 1931 e il 1932 e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all'ermetismo.

Dal marzo 1933 alla fine del 1934 lavorò come funzionario all'Ufficio del Genio Civile di Cagliari.

Ottenuto il trasferimento a Milano, venne però destinato alla sede di Sondrio.

Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per Cesare Zavattini in un'impresa di editoria e, soprattutto, si dedicò alla collaborazione con Letteratura, una rivista vicina all'ermetismo.

Nel 1938 pubblicò, a Milano, una raccolta antologica intitolata Poesie; nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci.

Nel 1941 venne nominato professore di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano, incarico che mantenne fino alla fine del 1968.

Seconda guerra mondiale

Nel 1942 entrò nella collana Lo specchio, della Arnoldo Mondadori Editore, l'opera Ed è subito sera, che inglobava anche le Nuove poesie scritte tra il 1936 e il 1942.

Rapporti con il fascismo

Nel 1940, a guerra iniziata, collaborò con la rivista Primato. Lettere e arti d'Italia dove il ministro Giuseppe Bottai[4] raccolse intellettuali di varia estrazione e orientamento, anche lontani dal regime.

Gli venne rimproverato, in anni più recenti, di aver sostenuto l'uso del voi, con un intervento su un numero monografico del 1939 della rivista Antieuropa[5], e di aver inoltrato una supplica a Mussolini, affinché gli venisse assegnato un contributo, per potere proseguire l'attività di scrittore.

Pur professando chiare idee antifasciste, non partecipò attivamente alla Resistenza; in quegli anni si diede alla traduzione del Vangelo secondo Giovanni, di alcuni Canti di Catullo e di episodi dell'Odissea (pubblicati solo dopo la Liberazione).

Periodo della poesia impegnata (1945 - 1966)

Salvatore Quasimodo nel 1958

Nel 1945 si iscrisse al PCI; l'anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo Con il piede straniero sopra il cuore, ristampata nel 1947, con il nuovo titolo Giorno dopo giorno, testimonianza dell'impegno morale e sociale dell'autore che continuò, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte, composte fra il 1949 e il 1958, come La vita non è sogno, Il falso e il vero verde e La terra impareggiabile, che si posero, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.

Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi, con passione, all'opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per periodici e quotidiani, dando il suo contributo soprattutto con articoli di critica teatrale.

Nel 1950 ottenne il Premio San Babila; nel 1953 condivise il Premio Etna-Taormina con il poeta gallese Dylan Thomas[6]; nel 1958 ebbe il premio Viareggio; nel 1959 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi»[7] che gli fece raggiungere una definitiva fama. A esso seguirono le lauree honoris causa dalla Università di Messina nel 1960 e da quella di Oxford nel 1967.

Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in America, per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue liriche che, nel frattempo, erano state tradotte in diverse lingue.

Nel 1965 curò la pubblicazione di Calignarmata, opera di poesia dell'autore Luigi Berti, uscita un anno dopo la morte di quest'ultimo (1964).

Del 1966 è la pubblicazione di Dare e avere, sua ultima opera.

Tomba di Salvatore Quasimodo nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano

Il 14 giugno del 1968, mentre il poeta si trovava ad Amalfi, dove doveva presiedere un premio di poesia, venne colpito da un ictus (aveva avuto già un infarto mentre visitava l'Unione Sovietica), che lo condusse alla morte poche ore dopo: il cuore del poeta smise di battere sull'auto che lo stava trasportando all'ospedale di Napoli.

Il suo corpo fu trasportato a Milano e tumulato nel Famedio del Cimitero Monumentale, luogo che già ospitava le spoglie di Alessandro Manzoni.

Quasimodo fu membro della Massoneria[8].

Il poeta e lo scrittore

La prima raccolta di Quasimodo, Acque e terre (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sicilia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l'asprezza della condizione presente, dell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più celebri del libro, Vento a Tindari). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un'angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore insopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia Antico inverno, oppure a ritmi e motivi più antichi, di origine anche popolare.

In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili (soprattutto D'Annunzio, del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in Oboe sommerso (1932) ed Erato e Apollion (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva. La ricerca della pace interiore è affidata a un rapporto con il divino che è, e resterà, tormentato; la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicò, nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebrati Apollo - il dio del sole e anche il dio cui sono legate le Muse, quindi la stessa creazione poetica che è resa dolorosa dalla distanza fisica dell'isola - ed Ulisse, l'esule per eccellenza.

È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso frequente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimandare, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione.

Nelle Nuove poesie (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume Ed è subito sera del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasillabo o di altri versi lunghi (anche doppi[9]): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poeta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.

Quasimodo nel 1962

In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'Ardenno» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina).

Questa volontà di dialogo si fa evidente nelle raccolte successive, segnate da un forte impegno civile e politico, sollecitato dalla tragedia della guerra; la poesia rarefatta degli anni giovanili lascia il posto a un linguaggio più comprensibile, dai ritmi più ampi e distesi. Così avviene in Giorno dopo giorno (1947) dove le vicende belliche costituiscono il tema dominante. La voce del poeta, annichilita di fronte alla barbarie («anche le nostre cetre erano appese», afferma in Alle fronde dei salici), non può che contemplare la miseria della città bombardata, o soffermarsi sul dolore dei soldati impegnati al fronte, mentre affiorano alla memoria delicate figure femminili, simboli di un'armonia ormai perduta (S'ode ancora il mare). L'unica speranza di riscatto è allora costituita dalla pietà umana (Forse il cuore).

In La vita non è sogno (1949) il Sud è cantato come luogo di ingiustizia e di sofferenza, dove il sangue continua a macchiare le strade (Lamento per il Sud); il rapporto con Dio si configura come un dialogo serrato sul tema del dolore e della solitudine umana.

Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha lasciato quand'era ancora un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice, ignara dell'angoscia del figlio, ormai adulto), o con il ricordo della prima moglie Bice Donetti.

Nella raccolta Il falso e vero verde (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di un'estrema incertezza esistenziale, un'intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma nel volume trova posto anche una sofferta meditazione sui campi di concentramento che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz).

La terra impareggiabile (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato alla rappresentazione della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta a una condizione di devastante solitudine e conferma, nel poeta, la voglia di dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo mitizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici come il terremoto di Messina del 1908 (Al padre).

L'ultima raccolta di Quasimodo, Dare e avere, risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della propria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.

Opere

Raccolte di poesie

  • Acque e terre, Firenze, sulla rivista Solaria, 1930.
  • Oboe sommerso, Genova, sulla rivista Circoli, 1932.
  • Odore di eucalyptus ed altri versi, Firenze, Antico Fattore, 1933.
  • Erato e Apòllìon, Milano, Scheiwiller, 1936.
  • Nuove Poesie, Milano, Primi Piani, 1938.
  • Ed è subito sera, 1942.
  • La vita non è sogno, Milano, A. Mondadori, 1949.
  • Il falso e vero verde (1949-1955), Milano, Schwarz, 1956.
  • La terra impareggiabile, Milano, A. Mondadori, 1958.
  • Dare e avere. 1959-1965, Milano, A. Mondadori, 1966.

Traduzioni

  • Lirici greci, Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
  • Omero, Dall'Odissea, Milano, Rosa e Ballo, 1945.
  • Sofocle, Edipo re, Milano, Bompiani, 1946.

Curatele

  • Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni, 1957.
  • Poesia italiana del dopoguerra, 1958.

Altri scritti

  • Petrarca e il sentimento della solitudine, Milano, Garotto, 1945.
  • Scritti sul teatro, 1961.
  • L'amore di Galatea libretto per musica, 1964
  • Il poeta e il politico e altri saggi, Milano, Schwarz, 1967.
  • Leonida di Taranto, Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
  • Lettere d'amore di Quasimodo, post., 1969
  • Poesie e discorsi sulla poesia, post., 1971.
  • Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo, Giuseppe Dozza, post., 1976
  • A colpo omicida e altri scritti, post., 1977.

Curiosità

  • Appare in un piccolo cameo nel film La notte (1961) di Michelangelo Antonioni.
  • Quasimodo, lui stesso traduttore di classici dell'antichità, ha avuto traduzioni delle sue opere in diverse decine di lingue. Anche in sardo è stata tradotta da ultimo tutta la sua opera poetica: Salvatore Quasimodo, Edd est subitu sero. Tottu sas poesias, tradotte da Gian Gavino Irde, Cagliari, Aipsa, 2007, con introduzione di Alessandro Quasimodo e prefazione di Giulio Angioni, ISBN 8887636958, 9788887636956.
  • Il 21 gennaio 1949, grazie a Pietro Baglieri, impiegato presso l'ufficio dello Stato Civile di Modica, lo storico modicano Giovanni Modica Scala venne a sapere che Quasimodo era nato a Modica e il 6 febbraio dello stesso anno pubblicò la notizia sul giornale “La Voce di Modica”. Ancora nelle edizioni del 1977 di "Tutte le opere di Salvatore Quasimodo", il premio Nobel per la poesia veniva indicato come "nato a Siracusa, da genitori isolani".
  • Ha partecipato al soggetto del mondo movie Questo mondo proibito (1963, regia di Fabrizio Gabella).
  • Il gruppo Progressive death metal Novembre ha inserito il testo di Ed è subito sera, tradotto in inglese, nella terza traccia dell'album Wish I Could Dream It Again....
  • Nel 2015 è stato venduto dal figlio il premio Nobel per la letteratura del poeta (prima volta nella storia del premio) durante un'asta della Bolaffi per 100.000€.
  • Gli è stato dedicato un asteroide, 17438 Quasimodo.

Note

  1. Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 31 maggio 2019, 12:48 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Salvatore_Quasimodo&oldid=105103384 - licenza CC-BY-SA 3.0
  2. Giusto estratto di nascita redatto in pari data, alle ore 10.40, presso l'ufficio anagrafico del Comune di Modica, dove il padre, e due testimoni (Giuseppe e Francesca) dichiarano che alle 4.10 antimeridiane, in una casa sita in via Posterla, è venuto alla luce un bambino, di sesso maschile, cui è stato imposto il nome di Quasimodo Salvatore Giuseppe Virgilio Francesca (dove Giuseppe e Francesca sono aggiunti in onore ai testimoni e futuri padrino e madrina). Una copia di tale estratto, insieme ad un atto di nascita redatto in tempi successivi, sono affissi ad una parete della casa natale
  3. Sebbene oggi faccia parte della Provincia di Ragusa, Modica fino al 1926 faceva parte della Provincia di Siracusa (cfr. Storia di Modica). Per questo motivo, spesso, in molte biografie, si cita Siracusa come città di nascita.
  4. Storia Illustrata, gennaio 1980
  5. Il cacodemone neoilluminista, pag. 200
  6. La settimana Incom 28 febbraio 1953 n°01036 - Archivio Istituto Luce
  7. https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/
  8. Scrittori, poeti e letterati massoni sul sito della Gran Loggia d'Italia degli Alam.
  9. J.-Charles Vegliante, Quasimodo (et Cielo d'Alcamo), hypothèse andalouse, in SMI XVI, 2016 (pp. 297-323).

Bibliografia

  • Jean-Charles Vegliante, Reprises, refontes, texte (S. Quasimodo), "Chroniques Italiennes", Web 24, Paris 2012.
  • Carmelo Ciccia, Salvatore Quasimodo in Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX, Centro di Ricerca Economica e Scientifica, Catania, 2002.
  • Roberto Mosena, Quasimodo, RCS MediaGroup, Corriere della Sera, Milano 2018.