Differenze tra le versioni di "Gabriele D'Annunzio"

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Gabriele D'Annunzio è nato a Pescara il 12 marzo 1863 ed è morto a Gardone Riviera il 1º marzo 1938.
Soprannominato "[[poeta vate|il Vate]]", cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella [[Storia della letteratura italiana|letteratura italiana]] dal [[1889]] al [[1910]] circa e nella vita politica dal [[1914]] al [[1924]]. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]».<ref>{{Cita|AA.VV. 2005|p. 3}}.</ref><ref>Tutt'oggi «accanto alle più neutre registrazioni delle sue gesta o alle più lusinghiere etichette della vulgata critica (massimo esponente del decadentismo italiano, straordinario sperimentatore di generi e forme, etc.) ben consolidate sono pure le formule denigratorie […] e assai diffuse le dicerie più incontrollabili, se non grottesche.» A proposito delle dicerie improbabili e grottesche, l'autore aggiunge in nota: «Si pensi alla leggenda, che continua ad essere diffusa soprattutto tra gli studenti delle scuole superiori, secondo la quale d'Annunzio si sarebbe fatto asportare una costola per poter praticare l'[[Sesso orale#Auto-fellatio|autofellatio]]» ({{Cita|Benzoni 2008|p. 258}}).</ref> Come figura politica lasciò un segno nella sua epoca e ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti; essendo stato [[mentore]] di [[Mussolini]], ebbe un importante ruolo di precursore per il [[fascismo italiano]], anche se non si iscrisse mai nel [[PNF]].<ref>{{cita libro|autore=Michael Arthur Ledeen|lingua=inglese|titolo="Preface". D'Annunzio: the First Duce|editore=Transaction Publishers|città=New Jersey|anno=2001|isbn=978-0-7658-0742-7}}</ref>
 
  
L'arte di D'Annunzio fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito appunto "[[dannunzianesimo]]".<ref>
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Scrittore, poeta, drammaturgo.
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Militare, politico, giornalista e patriota.
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Simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito del titolo di "principe di Montenevoso".
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Soprannominato "Il Vate", cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]».<ref>{{Cita|AA.VV. 2005|p. 3}}.</ref><ref>Tutt'oggi «accanto alle più neutre registrazioni delle sue gesta o alle più lusinghiere etichette della vulgata critica (massimo esponente del decadentismo italiano, straordinario sperimentatore di generi e forme, etc.) ben consolidate sono pure le formule denigratorie […] e assai diffuse le dicerie più incontrollabili, se non grottesche.» A proposito delle dicerie improbabili e grottesche, l'autore aggiunge in nota: «Si pensi alla leggenda, che continua ad essere diffusa soprattutto tra gli studenti delle scuole superiori, secondo la quale d'Annunzio si sarebbe fatto asportare una costola per poter praticare l'[[Sesso orale#Auto-fellatio|autofellatio]]» ({{Cita|Benzoni 2008|p. 258}}).</ref> Come figura politica lasciò un segno nella sua epoca e ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti; essendo stato mentore di Mussolini, ebbe un importante ruolo di precursore per il fascismo italiano, anche se non si iscrisse mai nel PNF.
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L'arte di D'Annunzio fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito appunto "dannunzianesimo".
 
==Voci correlate==
 
==Voci correlate==
  
*[[Museo “Casa Natale di Gabriele d'Annunzio”|Museo "Casa Natale di Gabriele D'Annunzio"]]<br />
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*[[Museo “Casa Natale di Gabriele d'Annunzio”|Museo "Casa Natale di Gabriele D'Annunzio"]]
  
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[[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]]
 
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Versione delle 09:59, 23 ott 2019

Gabriele D'Annunzio è nato a Pescara il 12 marzo 1863 ed è morto a Gardone Riviera il 1º marzo 1938.

Scrittore, poeta, drammaturgo.

Militare, politico, giornalista e patriota.

Simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito del titolo di "principe di Montenevoso".


Soprannominato "Il Vate", cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]».[1][2] Come figura politica lasciò un segno nella sua epoca e ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti; essendo stato mentore di Mussolini, ebbe un importante ruolo di precursore per il fascismo italiano, anche se non si iscrisse mai nel PNF.

L'arte di D'Annunzio fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito appunto "dannunzianesimo".

Voci correlate

Note

  1. AA.VV. 2005, p. 3.
  2. Tutt'oggi «accanto alle più neutre registrazioni delle sue gesta o alle più lusinghiere etichette della vulgata critica (massimo esponente del decadentismo italiano, straordinario sperimentatore di generi e forme, etc.) ben consolidate sono pure le formule denigratorie […] e assai diffuse le dicerie più incontrollabili, se non grottesche.» A proposito delle dicerie improbabili e grottesche, l'autore aggiunge in nota: «Si pensi alla leggenda, che continua ad essere diffusa soprattutto tra gli studenti delle scuole superiori, secondo la quale d'Annunzio si sarebbe fatto asportare una costola per poter praticare l'autofellatio» (Benzoni 2008, p. 258).