Lago di Varese

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di Marco Iemmi

Lago di Varese

(25 ottobre 2020)

Lo sguardo perso oltre i caldi fiati,
intrisi di rugiada e foglie morte,
sì colma del chiarore dei ghiacciai
venati da un riflesso tenue e rosa.
Un acero vetusto e desolato
si specchia sul tremore delle acque
velate dalle brume del meriggio.
Io bevo dal tuo canto dolce lago,
tra meraviglie arcane e riscoperte.
Fra fremiti di steli e terra brulla,
Io brucio nella gioia di cantare
le lodi e la bellezza di scenari
che riempiono e consolan esistenze.
Profumano dei fiori dell’autunno,
di prati fulvi e di remote albe,
di lacrime segrete in braccio al buio
versate nel silenzio delle stelle.
Mi siedo su panchine solitarie,
fissando scie di cigni biancheggianti,
pregando pace in riva a questa vita.






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