Wisława Szymborska

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Wisława_Szymborska

Maria Wisława Anna Szymborska è nata a Kórnik il 2 luglio 1923 ed è morta il 1º febbraio 2012.

Poetessa e saggista polacca

Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni, e una delle poetesse più amate dal pubblico della poesia e non solo di tutto il mondo d'oggi. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita (500.000 copie vendute - come un bestseller) che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante Szymborska abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata Ad alcuni piace la poesia (Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille.[1]

Biografia

Nel 1931 Szymborska si trasferì con la famiglia a Cracovia, città alla quale è stata sempre legata: vi ha studiato, vi ha lavorato e vi ha sempre soggiornato, da allora fino alla morte. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939, continuò gli studi liceali sotto l'occupazione tedesca, seguendo corsi clandestini e conseguendo il diploma nel 1941. A partire dal 1943, lavorò come dipendente delle ferrovie e riuscì a evitare la deportazione in Germania come lavoratrice forzata. In questo periodo cominciò la sua carriera di artista, con delle illustrazioni per un libro di testo in lingua inglese. Cominciò inoltre a scrivere storie e, occasionalmente, poesie.

Sempre a Cracovia, Szymborska cominciò nel 1945 a seguire in un primo momento i corsi di letteratura polacca, per poi passare a quelli di sociologia, presso l'Università Jagellonica, senza però riuscire a terminare gli studi: nel 1948 fu costretta ad abbandonarli a causa delle sue scarse possibilità economiche. Ben presto venne coinvolta nel locale ambiente letterario, dove incontrò Czesław Miłosz, che la influenzò profondamente.

Nel 1948 sposò Adam Włodek, dal quale divorziò nel 1954. In quel periodo, lavorava come segretaria per una rivista didattica bisettimanale e come illustratrice di libri. Nel 1969 si sposò con lo scrittore e poeta Kornel Filipowicz, che morì nel 1990.

La sua prima poesia, Szukam słowa (Cerco una parola), fu pubblicata nel marzo 1945 sul quotidiano «Dziennik Polski». Le sue poesie furono pubblicate con continuità su vari giornali e periodici per parecchi anni; la prima raccolta Dlatego żyjemy (Per questo viviamo) venne pubblicata molto più tardi, nel 1952, quando la poetessa aveva 29 anni.

In effetti, negli anni quaranta la pubblicazione di un suo primo volume venne rifiutata per motivi ideologici: il libro, che avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1949, non superò la censura in quanto «non possedeva i requisiti socialisti». Ciò nonostante, come molti altri intellettuali della Polonia post-bellica, nella prima fase della sua carriera Szymborska rimase fedele all'ideologia ufficiale della PRL: sottoscrisse petizioni politiche ed elogiò Stalin, Lenin e il realismo socialista. Anche la poetessa-Szymborska cercò in seguito di adattarsi al realismo socialista: il primo volume di poesie del 1952 contiene infatti testi dai titoli come Lenin oppure Młodzieży budującej Nową Hutę (Per i giovani che costruiscono Nowa Huta), che parla della costruzione di una città industriale stalinista nei pressi di Cracovia. Aderì anche al PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza, «partito operaio unito polacco»), del quale fu membro fino al 1960.

Tuttavia, in seguito la poetessa prese nettamente le distanze da questo «peccato di gioventù», come da lei stesso definito, al quale è da ascrivere anche la seguente raccolta Pytania zadawane sobie (Domande poste a me stessa) del 1954. Anche se non si distaccò dal partito fino al 1960, cominciò ben prima a instaurare contatti con dissidenti. Successivamente Szymborska ha preso le distanze dai suoi primi due volumi di poesie.

Dal 1953 al 1966 fu redattrice del settimanale letterario di Cracovia «Życie Literackie» («Vita letteraria»), al quale ha collaborato come esterna fino al 1981. Sulle pagine di questa pubblicazione è apparsa la serie di saggi Lektury nadobowiązkowe (Letture facoltative), che sono state successivamente pubblicate, a più riprese, in volume.

Nel 1957 fece amicizia con Jerzy Giedroyc, editore dell'influente giornale degli emigranti polacchi «Kultura», pubblicato a Parigi, al quale contribuì anche lei.

Il successo letterario arrivò con la terza raccolta poetica, Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti), del 1957.

Dal 1981 al 1983, fu redattrice del mensile di Cracovia «Pismo». Negli anni ottanta intensificò le sue attività di opposizione, collaborando al periodico samizdat Arka con lo pseudonimo «Stanczykówna» e a «Kultura». Si impegnò per il sindacato clandestino Solidarność.

Dal 1993 pubblica recensioni sul supplemento letterario del «Gazeta Wyborcza», importante quotidiano polacco.

Nel 1996 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura «per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà».

Ha anche tradotto dal francese al polacco alcune opere del poeta barocco francese Théodore Agrippa d'Aubigné.

Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue. Pietro Marchesani ha tradotto la maggior parte delle sue raccolte poetiche in italiano; Karl Dedecius ha diffuso le sue poesie in tedesco; il Premio Nobel Czesław Miłosz ha tradotto vari testi in inglese, seguito poi da Joanna Maria Trzeciak e dalla coppia di traduttori Stanislaw Baranczak e Clare Cavanagh.

La sua più recente raccolta poetica, Dwukropek (Due punti), apparsa in Polonia il 2 novembre 2005, ha riscosso uno strepitoso successo, vendendo oltre quarantamila copie in meno di due mesi.

Dopo diversi mesi di malattia, il 1º febbraio 2012 Szymborska è morta nel sonno nella sua casa a Cracovia.

Dopo essere stata cremata è stata sepolta nella tomba di famiglia.

La poesia

Szymborska preferiva usare il verso libero nelle sue poesie. Le sue opere sono contraddistinte, dal punto di vista linguistico, da una grande semplicità. Szymborska utilizza espedienti retorici quali l'ironia, il paradosso, la contraddizione e la litote, per illustrare i temi filosofici e le ossessioni sottostanti. Szymborska è una miniaturista, le cui poesie compatte spesso evocano ampi enigmi esistenziali.

Spesso mostrano il mondo in un'ottica inusuale es. "'Vista con granello di sabbia'"

Benché molte delle sue poesie non superino la lunghezza di una pagina, esse toccano spesso argomenti di respiro etico che riflettono sulla condizione delle persone, sia come individui che come membri della società umana. Lo stile di Szymborska si caratterizza per l'introspezione intellettuale, l'arguzia e la succinta ed elegante scelta delle parole.

Il critico tedesco Marcel Reich-Ranicki ha affermato: «È la poetessa più rappresentativa della sua nazione, la cui poesia lirica, ironica e profonda, tende verso la poesia lirica filosofica». Il traduttore italiano Pietro Marchesani ha indicato nell'incanto il tratto più significativo dei suoi versi. La Szymborska stessa, è stato ricordato, individua l'origine della poesia nel silenzio.[2]

Opere principali

  • Dlatego żyjemy (Per questo viviamo, 1952)
  • Pytania zadawane sobie (Domande poste a me stessa, 1954)
  • Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti, 1957. Edizione italiana: Scheiwiller, 2005)
  • Sól (Sale, 1962. Edizione italiana: Scheiwiller, 2005)
  • Sto pociech (Uno spasso, 1967. Edizione italiana: Scheiwiller, 2003)
  • Wszelki wypadek (Ogni caso, 1972. Edizione italiana: Scheiwiller, 2003)
  • Wielka liczba (Grande numero, 1976. Edizione italiana: Scheiwiller, 2006)
  • Ludzie na moście (Gente sul ponte, 1986. Edizione italiana: Scheiwiller, 1996)
  • Lektury nadobowiązkowe (Letture facoltative, 1992. Edizione italiana: Adelphi, 2005)
  • Koniec i początek (La fine e l'inizio, 1993. Edizione italiana: Scheiwiller, 1997)
  • Widok z ziarnkiem piasku (Vista con granello di sabbia, 1996. Edizione italiana: Adelphi, 1998. Scelta antologica basata sul volume View with a grain of sand apparso in lingua inglese per la Harcourt Brace & Company di New York)
  • Poczta literacka (Posta letteraria, 2000. Edizione italiana: Posta letteraria, ossia come diventare (o non diventare) scrittore, Scheiwiller, 2002)
  • Chwila (L'attimo, 2002. Edizione italiana: Scheiwiller, 2004)
  • Dwukropek (Due punti, 2005. Edizione italiana: Adelphi, 2006)
  • Opere, a cura di Pietro Marchesani: Adelphi (collana La Nave Argo, 2008)
  • La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009): Adelphi, 2009 (con testo polacco a fronte)

Altre edizioni italiane

  • 25 poesie («I Miti Poesia», Mondadori, 1998)
  • Taccuino d'amore (Scheiwiller, 2002)
  • Discorso all'ufficio oggetti smarriti. Poesie 1945-2004 (Adelphi, 2004. Scelta antologica in parte basata sul volume Poems new and collected apparso in lingua inglese per la Harcourt Brace & Company di New York)[3]
  • Elogio dei sogni (Edizione speciale per il Corriere della Sera, Un secolo di poesia vol. 1. Milano, RCS 2011
  • La vita a volte è sopportabile. Ritratto ironico di Wislawa Szymborska (Casagrande 2013, collana Scrittori)

Altri volumi in lingua originale

  • 101 wierszy (101 Poesie, 1966)
  • Poezje wybrane (Poesie scelte, 1967)
  • Poezje: Poems (edizione bilingue polacco-inglese, 1989)
  • Sto wierszy - sto pociech (100 poesie - 100 gioie, 1997)
  • Rymowanki dla dużych dzieci (Rime per bambini grandi, 2003)

Premi

  • 1954 - Premio letterario della città di Cracovia
  • 1963 - Premio del Ministero della cultura polacco
  • 1990 - Siegmund-Kallenbach-Preis
  • 1991 - Premio Goethe della città di Francoforte
  • 1995 - Premio Herder
  • 1995 - Laurea honoris causa dell'Università «Adam Mickiewicz» di Poznań
  • 1996 - Premio del PEN Club polacco
  • 1996 - Samuel-Bogumil-Linde-Preis
  • 1996 - Premio Nobel per la letteratura

Bibliografia critica in italiano

  • Luca Bernardini, La poesia dei gesti quotidiani nei versi minimalisti della Szymborska, «l'Unità», 10 marzo 1997
  • Benedetta Craveri, Wislawa Szymborska: quando il gatto si offende. Intervista con il Premio Nobel, «La Repubblica», 18 dicembre 1998
  • Milena Gammaitoni, L'agire sociale del poeta. Wislawa Szymborska nella vita dei lettori, in Polonia e in Italia, Franco Angeli, 2005 ISBN 88-464-6927-5
  • Francesco Groggia, I paradossi della poesia, intervista con Wisława Szymborska «La Repubblica», 7 aprile 2008
  • Anna Bikont, Joanna sunaghshdh, Cianfrusaglie del passato; la vita di Wislawa Szymborska, Adelphi, Milano, 2015 ISBN 978-88-459-2955-7

Note

  1. Wisława Szymborska. (8 gennaio 2020). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 25 aprile 2020, 11:55 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Wis%C5%82awa_Szymborska&oldid=109900290.
  2. Addio a Szymborska, poetessa polacca da Nobel Corriere della Sera, redazione online, 2 febbraio 2012.
  3. Recensione di Alessandro Ajres di Discorso all'ufficio oggetti smarriti

Collegamenti esterni