Cavalli
Cavalli
Nel silenzio all’improvviso
esplode un’oncia di vita:
due nitriti liberati,
otto zoccoli sul colmo
del cucchiaio di sassi e terriccio.
Due criniere serafiche
anguillano languide
nei preliminari d’amore.
Intorno è passato
il nostro plotone d’esecuzione
implacabile tecnologia del disboscamento;
un filare funereo
di tronchi e rami forti giace.
Fratturata legna,
furono nomi propri e famiglie
alberi genealogici ospitali.
Il dirupo nudo
vomita terrafoglie,
singhiozza muschi morti e bave.
Quanta marcescenza tracima
a ogni passo.
Guarda i nostri artigli
azzannare la terra
vomitarle addosso
il doppio malto
del nostro nulla.
E il gallo ora canta per la sesta volta,
ma già alla prima lo abbiamo tradito.
Ogni strage ha la sua penombra,
si consuma lontano dalle fanfare.