Temo

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di Greta Argenziano

Temo


temo che nella mia mente
il ricordo del tuo volto
possa lentamente farsi nebbia,
che poco a poco i tuoi contorni
non siano più così chiari
e che la memoria mi sia nemica
nel mostrarmi come ti vedevano questi occhi

temo che con il tempo
la sensazione che provo
nel ritrovare il tuo profumo
tra le maglie della valigia
non sia più sufficiente
a colmare il desiderio delle mie narici

temo in ogni istante
che a forza di accumulare esperienze,
non ci sia più spazio per me
nell’immenso bagaglio che porti,
poiché immenso non è infinito,
immenso ha i suoi confini
e la sua capacità di contenere

temo che silenziosamente
pensare alla parola insieme diventi difficile,
che parlare di me
e di te
sia più simile a due racconti ben definiti,
e non sia più come parlare di noi

temo tutto questo
perché di rado capita
che la distanza non spezzi il filo,
e spero, nel profondo, di poterci osservare
mentre con pazienza le nostre dita
si ritrovano a stringere nodi
laddove il filo è stato spezzato




                        

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