Dante Alighieri: differenze tra le versioni

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Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il "Sommo Poeta" o, per antonomasia, il "Poeta"<ref name="Dur1">{{Cita web|titolo=Dante Alighieri|url=http://www.letteratura.it/dantealighieri/|accesso=3 giugno 2015|curatore=Sara Marchesi e Maria Grazia Vasta|data=maggio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150613143511/http://www.letteratura.it/dantealighieri/#|dataarchivio=13 giugno 2015|urlmorto=sì}}</ref>. Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell'Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri<ref>{{Cita web|titolo=Società Dante Alighieri – il Mondo in Italiano|url=http://ladante.it/|accesso=3 giugno 2015|editore=Società Dante Alighieri}}</ref>, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.  
Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il "Sommo Poeta" o, per antonomasia, il "Poeta"<ref name="Dur1">{{Cita web|titolo=Dante Alighieri|url=http://www.letteratura.it/dantealighieri/|accesso=3 giugno 2015|curatore=Sara Marchesi e Maria Grazia Vasta|data=maggio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150613143511/http://www.letteratura.it/dantealighieri/#|dataarchivio=13 giugno 2015|urlmorto=sì}}</ref>. Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell'Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri<ref>{{Cita web|titolo=Società Dante Alighieri – il Mondo in Italiano|url=http://ladante.it/|accesso=3 giugno 2015|editore=Società Dante Alighieri}}</ref>, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.  


A partire dal XX secolo e nei primi anni del XXI, Dante è entrato a far parte della cultura di massa, mentre la sua opera e la sua figura hanno ispirato il mondo dei fumetti, dei manga, dei videogiochi e della letteratura.


==Biografia==
==Biografia==
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Gli ultimi tre anni di vita trascorsero relativamente tranquilli nella città romagnola, durante i quali Dante creò un [[Salotto letterario|cenacolo letterario]] frequentato dai figli [[Pietro Alighieri|Pietro]] e [[Jacopo Alighieri|Jacopo]]<ref>Come sottolineato da {{Cita |Petrocchi|pp. 198-199}}, Dante fu raggiunto dal resto della famiglia, compresa (forse) la moglie Gemma.</ref> e da alcuni giovani letterati locali, tra i quali [[Pieraccio Tedaldi]] e Giovanni Quirini<ref name="Pet198">{{Cita|Petrocchi|p. 198}}.</ref>. Per conto del signore di Ravenna svolse occasionali ambascerie politiche<ref>«... si può dedurre che il signore di Ravenna volle impegnarlo, e forse più volte, in ambascerie e relazioni cancelleresche, mai in un servizio continuo e ufficiale di segretario...» ({{Cita |Petrocchi|p. 198}}).</ref>, come quella che lo condusse a [[Repubblica di Venezia|Venezia]]. All'epoca, la città lagunare era in attrito con Guido Novello a causa di attacchi continui alle sue navi da parte delle [[Galea|galee]] ravennati<ref name="P221">{{Cita|Petrocchi|p. 221}}.</ref> e il [[Doge (Venezia)|doge]], infuriato, si alleò con [[Forlì]] per muovere guerra a Guido Novello; questi, ben sapendo di non disporre dei mezzi necessari per fronteggiare tale invasione, chiese a Dante di intercedere per lui davanti al [[Consiglio dei Pregadi|Senato veneziano]]. Gli studiosi si sono domandati perché Guido Novello avesse pensato proprio all'ultracinquantenne poeta come suo rappresentante: alcuni ritengono che sia stato scelto Dante per quella missione in quanto amico degli [[Ordelaffi]], signori di Forlì, e quindi in grado di trovare più facilmente una via per comporre le divergenze in campo<ref>{{Cita|Dall'Onda|p. 158}}{{citazione|Tale fu la cagione dell'andata di Dante a Venezia che allora parve tanto più opportuna trattandosi di quistioni con gli Ordelaffi, giacché Dante era stato ''notario'' o segretario di Scarpetta Ordelaffi Signore di Forlì circa il 1307.}}
Gli ultimi tre anni di vita trascorsero relativamente tranquilli nella città romagnola, durante i quali Dante creò un [[Salotto letterario|cenacolo letterario]] frequentato dai figli [[Pietro Alighieri|Pietro]] e [[Jacopo Alighieri|Jacopo]]<ref>Come sottolineato da {{Cita |Petrocchi|pp. 198-199}}, Dante fu raggiunto dal resto della famiglia, compresa (forse) la moglie Gemma.</ref> e da alcuni giovani letterati locali, tra i quali [[Pieraccio Tedaldi]] e Giovanni Quirini<ref name="Pet198">{{Cita|Petrocchi|p. 198}}.</ref>. Per conto del signore di Ravenna svolse occasionali ambascerie politiche<ref>«... si può dedurre che il signore di Ravenna volle impegnarlo, e forse più volte, in ambascerie e relazioni cancelleresche, mai in un servizio continuo e ufficiale di segretario...» ({{Cita |Petrocchi|p. 198}}).</ref>, come quella che lo condusse a [[Repubblica di Venezia|Venezia]]. All'epoca, la città lagunare era in attrito con Guido Novello a causa di attacchi continui alle sue navi da parte delle [[Galea|galee]] ravennati<ref name="P221">{{Cita|Petrocchi|p. 221}}.</ref> e il [[Doge (Venezia)|doge]], infuriato, si alleò con [[Forlì]] per muovere guerra a Guido Novello; questi, ben sapendo di non disporre dei mezzi necessari per fronteggiare tale invasione, chiese a Dante di intercedere per lui davanti al [[Consiglio dei Pregadi|Senato veneziano]]. Gli studiosi si sono domandati perché Guido Novello avesse pensato proprio all'ultracinquantenne poeta come suo rappresentante: alcuni ritengono che sia stato scelto Dante per quella missione in quanto amico degli [[Ordelaffi]], signori di Forlì, e quindi in grado di trovare più facilmente una via per comporre le divergenze in campo<ref>{{Cita|Dall'Onda|p. 158}}{{citazione|Tale fu la cagione dell'andata di Dante a Venezia che allora parve tanto più opportuna trattandosi di quistioni con gli Ordelaffi, giacché Dante era stato ''notario'' o segretario di Scarpetta Ordelaffi Signore di Forlì circa il 1307.}}
</ref>.
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===La morte e i funerali===
L'ambasceria di Dante sortì un buon effetto per la sicurezza di Ravenna, ma fu fatale al poeta che, di ritorno dalla città lagunare, contrasse la [[malaria]] mentre passava dalle paludose [[Valli di Comacchio]]. Le febbri portarono velocemente il poeta cinquantaseienne alla morte, che avvenne a [[Ravenna]] nella notte tra il 13 e il 14 settembre [[1321]]<ref>«Ma quale giorno? Il Boccaccio e i codici del cosiddetto "gruppo del Cento" non esitano al riguardo: il 14 settembre: "nel dì che la esaltazione della Santa Croce si celebra dalla Chiesa", dice il Boccaccio. Invece gli epitafi [''sic''] di Giovanni del Virgilio (''Theologus Dantes'') e di Meneghino Mezzani (''Inclita fama'') danno la data del 13 settembre». ({{Cita|Petrocchi|p. 222}}).</ref>. I funerali, in pompa magna, furono officiati nella chiesa di San Pier Maggiore (oggi [[Basilica di San Francesco (Ravenna)|San Francesco]]) a Ravenna, alla presenza delle massime autorità cittadine e dei figli<ref>{{Cita|VI centenario dantesco|p. 6}}.</ref>. La morte improvvisa di Dante suscitò ampio rammarico nel mondo letterario, come dimostrato da [[Cino da Pistoia]] nella sua [[Canzone (metrica)|canzone]] ''Su per la costa, Amor, de l'alto monte''.
==Le spoglie mortali==
===Le "tombe" di Dante===
<br />
[[File:TombaDante.jpg|miniatura|La tomba di Dante a Ravenna, realizzata da Camillo Morigia]]
Dante trovò inizialmente sepoltura in un'urna di marmo posta nella chiesa ove si tennero i funerali. Quando la città di Ravenna passò poi sotto il controllo della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]], il podestà [[Bernardo Bembo]] (padre del ben più celebre [[Pietro Bembo|Pietro]]) ordinò all'architetto [[Pietro Lombardi (architetto)|Pietro Lombardi]], nel 1483, di realizzare un grande monumento che ornasse la tomba del poeta. Ritornata la città, al principio del [[XVI secolo]], agli [[Stato Pontificio|Stati della Chiesa]], i legati pontifici trascurarono le sorti della tomba di Dante, la quale cadde presto in rovina. Nel corso dei due secoli successivi furono compiuti solo due tentativi per porre rimedio alle disastrose condizioni in cui il sepolcro versava: il primo fu nel 1692, quando il cardinale legato per le [[Romagna|Romagne]] [[Domenico Maria Corsi]] e il prolegato Giovanni Salviati, entrambi di nobili famiglie fiorentine, provvidero a restaurarla. Nonostante fossero passati pochi decenni, il monumento funebre fu rovinato a causa del sollevamento del terreno sottostante la chiesa, cosa che spinse il cardinale legato [[Luigi Valenti Gonzaga]] a incaricare l'architetto [[Camillo Morigia]], nel 1780, di progettare il [[Tomba di Dante|tempietto neoclassico]] tuttora visibile.
===Le travagliate vicende dei resti===
I resti mortali di Dante furono oggetto di diatribe tra i ravennati e i fiorentini già dopo qualche decennio la sua morte, quando l'autore della ''Commedia'' fu "riscoperto" dai suoi concittadini grazie alla propaganda operata da Boccaccio<ref>«La diffusione della biografia di Boccaccio sortì i suoi effetti. Nel 1373 i cittadini di Firenze avanzarono istanza ai priori per l'organizzazione di una serie di pubbliche lezioni sulla ''Commedia''» ({{Cita|Reynolds|p. 430}}).</ref>. Se i fiorentini rivendicavano le spoglie in quanto concittadini dello scomparso (già nel 1429 il Comune richiese ai Da Polenta la restituzione dei resti<ref>{{Cita|Tettoni-Saladini|titolo=Allighieri}}.</ref>), i ravennati volevano che rimanessero nel luogo dove il poeta morì, ritenendo che i fiorentini non si meritassero i resti di un uomo che avevano dispregiato in vita. Per sottrarre i resti del poeta a un possibile trafugamento da parte di Firenze (rischio divenuto concreto sotto i papi [[Medici|medicei]] [[Papa Leone X|Leone X]] e [[Papa Clemente VII|Clemente VII]])<ref name=":12">{{Cita web|autore=Toni di Rossi|url=http://www.tonidirossi.it/itinerando/escursioni/Ravenna/Ravenna-p05.html|titolo=Ravenna - Tomba di Dante|accesso=18 maggio 2015}}</ref>, i frati [[Ordine francescano|francescani]]<ref>{{Cita web|url=http://www.turismo.ra.it/ita/Scopri-il-territorio/Arte-e-cultura/Chiese_-battisteri/Basilica-di-San-Francesco|titolo=Basilica di San Francesco|accesso=4 giugno 2015|editore=Ravenna. Turismo e cultura|data=3 giugno 2015|citazione=L'attuale denominazione si deve ai frati minori francescani che, tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 sino a oggi, la scelsero come loro sede.}}</ref> tolsero le ossa dal sepolcro realizzato da Pietro Lombardi, nascondendole in un luogo segreto<ref name=":12" /> e rendendo poi, di fatto, il monumento del Morigia un [[cenotafio]]. Quando nel 1810 [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] ordinò la soppressione degli ordini religiosi, i frati, che di generazione in generazione si erano tramandati il luogo ove si trovavano i resti, decisero di nasconderle in una porta murata dell'attiguo oratorio del quadrarco di Braccioforte<ref name=":12" />. Le spoglie rimasero in quel luogo fino al [[1865]], allorché un muratore, intento a restaurare il convento in occasione del VI centenario della nascita del poeta, scoprì casualmente sotto una porta murata una piccola cassetta di legno, recante delle iscrizioni in latino a firma di un certo frate Antonio Santi (1677)<ref name=":12" />, le quali riportavano che nella scatola erano contenute le ossa di Dante. Effettivamente, all'interno della cassetta fu ritrovato uno scheletro pressoché integro<ref>{{Cita web|url=http://www.foliamagazine.it/la-morte-di-dante-e-il-giallo-delle-sue-spoglie/|titolo=La morte di Dante e il giallo delle sue spoglie|accesso=4 giugno 2015|editore=Folia|citazione=Al suo interno si trovavano ossa “ben conservate, consistenti, non rose da tarli di colore rosso scuro, e quasi in numero da completare uno scheletro” (secondo le parole di Primo Uccellini, autore della Relazione storica sulla avventurosa scoperta delle ossa di Dante Alighieri, 1865)}}</ref>; si provvide allora a riaprire l'urna nel tempietto del Morigia, che fu trovata vuota, fatte salve tre [[Falange (anatomia)|falangi]]<ref name=":22">{{Cita web|url=http://www.foliamagazine.it/la-morte-di-dante-e-il-giallo-delle-sue-spoglie/|titolo=La morte di Dante e il giallo delle sue spoglie|accesso=4 giugno 2015|editore=Folia}}</ref>, che risultarono combaciare con i resti rinvenuti sotto la porta murata, certificandone l'effettiva autenticità<ref name=":22" />. La salma fu ricomposta, [[Esposizione pubblica della salma|esposta]] per qualche mese in un'urna di cristallo e quindi ritumulata all'interno del tempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo. Nel sepolcro di Dante, sotto un piccolo altare si trova l'[[epigrafe]] in versi latini dettati da [[Bernardo Canaccio|Bernardo da Canaccio]] per volere di Guido Novello, ma incisi soltanto nel 1357<ref>«Giovanni Boccaccio, nella vita di Dante, racconta che Guido Novello aveva bandito un concorso per l'epigrafe sulla nuova tomba di Dante che egli aveva intenzione di far erigere; in questa occasione appunto il C. avrebbe composto l'esastico "Iura monarchiae" fatto incidere da lui intorno al 1357, dopo la morte di Guido Novello, sul vecchio sepolcro».</ref>
[[File:Dante alighieri, Palazzo dei Giudici.jpg|miniatura|Il più antico ritratto documentato di Dante Alighieri conosciuto, Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai, Firenze. Databile intorno al 1336-1337, l'affresco è di scuola giottesca<ref>{{Cita news|autore=Mara Amorevoli|titolo=Ma quale naso aquilino ecco il vero viso di Dante|pubblicazione=la Repubblica.it|data=8 marzo 2005|url=http://www.artenotai.org/rassegna_stampa_repubblica_palazzo_arte_giudici_e_notai.asp|accesso=24 maggio 2015}}</ref> ed è il ritratto iconografico del poeta più vicino a quello ricostruito nel 2007]]
===Il vero volto di Dante===
Come si può ben vedere dai vari dipinti a lui dedicati, il volto del poeta era assai spigoloso, con la faccia torva e col celeberrimo naso aquilino, come figura nel dipinto di Botticelli posto nella sezione introduttiva. Fu Giovanni Boccaccio, nel suo ''Trattatello in laude di Dante'', a fornire questa descrizione fisica: {{Citazione|Fu adunque questo nostro poeta di mediocre statura [...] Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso.|''[[s:Trattatello in laude di Dante/XX|Trattatello in laude di Dante, XX]]''}}
Gli studi compiuti dagli [[Antropologia|antropologi]], però, smentirono gran parte della letteratura artistica dantesca nel corso dei secoli. Nel 1921, in occasione del seicentenario della morte di Dante, l'antropologo dell'[[Università di Bologna]] Fabio Frassetto fu autorizzato dalle autorità a studiare il [[cranio]] del poeta, risultato mancante della [[mandibola]]. Nonostante i mezzi dell'epoca e un risultato di indagine non pienamente soddisfacente, Frassetto può già dedurre che il volto "psicologico" tramandatoci nel corso dei secoli non corrisponde a quello "fisico". Difatti nel 2007, grazie a una squadra guidata da Giorgio Gruppioni, antropologo sempre dell'Università di Bologna, si riuscì a realizzare un volto i cui tratti somatici corrisponderebbero al 95% a quello reale<ref name="Mas1">{{Cita news|autore=Cinzia dal Maso|titolo=Più dolce, ecco il vero volto di Dante. Via il profilo spigoloso del Sommo Poeta|pubblicazione=La Repubblica.it|data=11 gennaio 2007|url=http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/dante-volto/dante-volto/dante-volto.html|accesso=24 maggio 2015}}</ref>. Partendo dal cranio ricostruito da Frassetto, il volto reale di Dante è risultato (grazie al contributo del biologo dell'[[Università di Pisa]] Francesco Mallegni e dello scultore Gabriele Mallegni) sicuramente non bello, ma privo di quel naso aquilino così accentuato dagli artisti di [[Rinascimento italiano|età rinascimentale]] e molto più vicino a quello, risalente pochi anni dopo la morte del poeta, di [[scuola giottesca]].


==Il pensiero==
==Il pensiero==
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===Le fonti e i modelli letterari===
===Le fonti e i modelli letterari===
[[File:Rafael Flores - Dante y Virgilio visitando el Infierno.jpg|miniatura|[[Rafael Flores]], ''Dante y Virgilio visitando el Infierno'', pittura a olio, 1855, [[Museo Nacional de Arte (Messico)|Museo nacional de arte]], [[Città del Messico]]]]
[[File:Rafael Flores - Dante y Virgilio visitando el Infierno.jpg|miniatura|[[Rafael Flores]], ''Dante y Virgilio visitando el Infierno'', pittura a olio, 1855, [[Museo Nacional de Arte (Messico)|Museo nacional de arte]], [[Città del Messico]]]]
====Dante e il mondo classico====
====Dante e il mondo classico====
[[File:Gustave Dore Inferno34.jpg|miniatura|[[Gustave Doré]], ''Lucifero'', 1861-1868. L'incisione dell'artista francese riprende la descrizione fatta dal poeta in ''If'' XXXIV, la quale a sua volta era tratta da un affresco presente nel [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero di San Giovanni]]]]
[[File:Gustave Dore Inferno34.jpg|miniatura|[[Gustave Doré]], ''Lucifero'', 1861-1868. L'incisione dell'artista francese riprende la descrizione fatta dal poeta in ''If'' XXXIV, la quale a sua volta era tratta da un affresco presente nel [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero di San Giovanni]]]]
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==Note==
==Note==
<references />
<references />
==Bibliografia==
La bibliografia sulla vita e sull'opera di Dante è sterminata; normalmente, il primo strumento di ricerca è l'''Enciclopedia dantesca'', dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Roma, 1970-1978, consultabile anche on line. Si possono utilizzare anche le risorse informatiche, in primo luogo la bibliografia consultabile sul sito della Società Dantesca Italiana. Per la bibliografia cartacea si rimanda alla voce Bibliografia su Dante. In questo luogo, si segnala la bibliografia utilizzata per la redazione scientifica della voce:
*Dante Alighieri, ''Divina Commedia''
*[[Francesco Petrarca]], ''Canzoniere''
*Voltaire, ''Suite des mélanges''


[[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]]
[[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]]