Ugo Foscolo: differenze tra le versioni

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Ugo Foscolo. (30 giugno 2019). ''Wikipedia, L'enciclopedia libera''. Tratto il 25 luglio 2019, 14:09 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Ugo_Foscolo&oldid=106177971.
[[File:Ugo Foscolo.jpg|miniatura|Ritratto di Ugo Foscolo]]'''Ugo Foscolo''' (1778 - 1827) fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l'età napoleonica e la prima Restaurazione.
 
'''Ugo Foscolo''' fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l'età napoleonica e la prima Restaurazione.


Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l'isola greca di Zacinto/Zákynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l'Italia che considerò la sua madrepatria). La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (militò nelle forze armate degli Stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero, dei suoi sentimenti italiani e delle sue convinzioni repubblicane), ed egli, privo di fede religiosa ed incapace di trovare felicità nell'amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni.<ref>"E mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerrier ch'entro mi rugge" (''Alla sera'')</ref>
Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l'isola greca di Zacinto/Zákynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l'Italia che considerò la sua madrepatria). La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (militò nelle forze armate degli Stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero, dei suoi sentimenti italiani e delle sue convinzioni repubblicane), ed egli, privo di fede religiosa ed incapace di trovare felicità nell'amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni.<ref>"E mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerrier ch'entro mi rugge" (''Alla sera'')</ref>
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Come molti intellettuali della sua epoca, si sentì però attratto dalle splendide immagini dell'Ellade, simbolo di armonia e di virtù, in cui il suo razionalismo e il suo titanismo di stampo romantico si stemperano in immagini serene di compostezza neoclassica, secondo l'insegnamento del Winckelmann.<ref>[http://www.parodos.it/letteraturafoscolo.htm ''Ugo Foscolo neoclassico'']</ref>
Come molti intellettuali della sua epoca, si sentì però attratto dalle splendide immagini dell'Ellade, simbolo di armonia e di virtù, in cui il suo razionalismo e il suo titanismo di stampo romantico si stemperano in immagini serene di compostezza neoclassica, secondo l'insegnamento del Winckelmann.<ref>[http://www.parodos.it/letteraturafoscolo.htm ''Ugo Foscolo neoclassico'']</ref>


Tornato per breve tempo a vivere stabilmente in Italia e nel Lombardo-Veneto (allora ancora parte del Regno d'Italia filofrancese) nel 1813, partì presto in un nuovo volontario esilio e morì povero qualche anno dopo a Londra, nel sobborgo di Turnham Green. Dopo l'Unità, nel 1871, le sue ceneri furono riportate per decreto del governo italiano in patria e inumate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il ''Tempio dell'Itale Glorie'' da lui cantato nei ''Sepolcri'' (1807).
Tornato per breve tempo a vivere stabilmente in Italia e nel Lombardo-Veneto (allora ancora parte del Regno d'Italia filofrancese) nel 1813, partì presto in un nuovo volontario esilio e morì povero qualche anno dopo a Londra, nel sobborgo di Turnham Green. Dopo l'Unità, nel 1871, le sue ceneri furono riportate per decreto del governo italiano in patria e inumate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il ''Tempio dell'Itale Glorie'' da lui cantato nei ''Sepolcri'' (1807).<ref>Tratto il 25 luglio 2019, 14:09 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Ugo_Foscolo&oldid=106177971 - licenza CC-BY-SA 3.0</ref>


[[File:FirmaFoscolo.JPG|miniatura|Firma di Ugo Foscolo]]
==Biografia==
{{#display_map:Zante, Grecia|width=400|height=250}}Mappa dell'isola greca di Zacino (oggi Zante)


==Biografia==
===Origini familiari===
===Origini familiari===
Foscolo nacque sull'isola greca di Zante (nota anche come ''Zacinto'', cui dedicherà uno dei suoi più celebri sonetti), possesso plurisecolare della Repubblica di Venezia, il 6 febbraio del 1778, figlio di Andrea Foscolo (Corfù, 1754 - Spalato, 13 ottobre 1788), medico di vascello di origini veneziane, e della greca Diamantina Spathis (o Spathys; settembre 1747 - 28 aprile 1817), che si erano sposati a Zante il 5 maggio 1777 secondo il rito cattolico. Primogenito di quattro fratelli, lo seguivano la sorella Rubina (dal nome della nonna materna) (21 dicembre 1779 - 1867), e i due fratelli morti suicidi Gian Dionisio (detto Giovanni Dionigi o Giovanni; Zante, 27 febbraio 1781 - Venezia, 8 dicembre 1801) e Costantino Angelo (detto Giulio; Spalato, 7 dicembre 1787 - Ungheria 1838).<ref>G. Nicoletti, ''Foscolo'', Roma 2006, p. 21</ref>
Foscolo nacque sull'isola greca di Zante (nota anche come ''Zacinto'', cui dedicherà uno dei suoi più celebri sonetti), possesso plurisecolare della Repubblica di Venezia, il 6 febbraio del 1778, figlio di Andrea Foscolo (Corfù, 1754 - Spalato, 13 ottobre 1788), medico di vascello di origini veneziane, e della greca Diamantina Spathis (o Spathys; settembre 1747 - 28 aprile 1817), che si erano sposati a Zante il 5 maggio 1777 secondo il rito cattolico. Primogenito di quattro fratelli, lo seguivano la sorella Rubina (dal nome della nonna materna) (21 dicembre 1779 - 1867), e i due fratelli morti suicidi Gian Dionisio (detto Giovanni Dionigi o Giovanni; Zante, 27 febbraio 1781 - Venezia, 8 dicembre 1801) e Costantino Angelo (detto Giulio; Spalato, 7 dicembre 1787 - Ungheria 1838).<ref>G. Nicoletti, ''Foscolo'', Roma 2006, p. 21</ref>
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[[File:Foscolo - Dei sepolcri, 1809 - 6059669 TO0E070314 00003.jpg|thumb|upright=0.8|Frontespizio dei ''Sepolcri'']]
[[File:Foscolo - Dei sepolcri, 1809 - 6059669 TO0E070314 00003.jpg|thumb|upright=0.8|Frontespizio dei ''Sepolcri'']]


Tra aprile e maggio del 1806 fu a Venezia, dove rivide i familiari dopo il lungo esilio, e poi, in giugno, ritrovò Isabella Teotochi Albrizzi, da cui fu ospitato nella sua villa, nella campagna attorno a Treviso.<ref name="Granese128" /> Sempre in giugno incontrò a [[Padova]] [[Melchiorre Cesarotti|Cesarotti]] e a [[Verona]] Ippolito Pindemonte, dai colloqui con il quale nacque l'idea iniziale del carme ''[[Dei sepolcri]]''. L'epistolario foscoliano testimonia che il poeta trascorse l'estate impegnato in missioni militari: fu a questo scopo in Valtellina, a Mantova e Verona, ancora in Valtellina e nel Bergamasco.<ref name="Granese128" /> Fu in varie occasioni anche a Milano, da dove il 6 settembre così scriveva all'amica Teotochi: «Quando Franceschinis mi consegnava la vostra lettera io partiva per le montagne ed i laghi; ritornato, stava sulle mosse per il ''Terraglio'' [dove la Teotochi aveva la casa di Gardigiano]; io aveva già una ''Epistola sui sepolcri'' da stamparsi lindamente – non bella forse; non elegante, ma ch'io vi avrei certamente recitata con tutto l'ardore dell'anima mia, e che voi, donna gentile, avreste ascoltata forse lagrimando».<ref>''Epistolario'' II, pp. 142-143.</ref>  
Tra aprile e maggio del 1806 fu a Venezia, dove rivide i familiari dopo il lungo esilio, e poi, in giugno, ritrovò Isabella Teotochi Albrizzi, da cui fu ospitato nella sua villa, nella campagna attorno a Treviso.<ref name="Granese128" /> Sempre in giugno incontrò a [[Padova]] [[Melchiorre Cesarotti|Cesarotti]] e a Verona Ippolito Pindemonte, dai colloqui con il quale nacque l'idea iniziale del carme ''[[Dei sepolcri]]''. L'epistolario foscoliano testimonia che il poeta trascorse l'estate impegnato in missioni militari: fu a questo scopo in Valtellina, a Mantova e Verona, ancora in Valtellina e nel Bergamasco.<ref name="Granese128" /> Fu in varie occasioni anche a Milano, da dove il 6 settembre così scriveva all'amica Teotochi: «Quando Franceschinis mi consegnava la vostra lettera io partiva per le montagne ed i laghi; ritornato, stava sulle mosse per il ''Terraglio'' [dove la Teotochi aveva la casa di Gardigiano]; io aveva già una ''Epistola sui sepolcri'' da stamparsi lindamente – non bella forse; non elegante, ma ch'io vi avrei certamente recitata con tutto l'ardore dell'anima mia, e che voi, donna gentile, avreste ascoltata forse lagrimando».<ref>''Epistolario'' II, pp. 142-143.</ref>  


Il carme ''Dei sepolcri'' fu scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807 e pubblicato in quell'anno a Brescia, presso l'editore Niccolò Bettoni. Nel periodo in cui Foscolo si accingeva a dare alle stampe l'opera era ospite della contessa Marzia Martinengo, sua amante, presso Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino nel centro della città.
Il carme ''Dei sepolcri'' fu scritto tra l'agosto del 1806 e l'aprile del 1807 e pubblicato in quell'anno a Brescia, presso l'editore Niccolò Bettoni. Nel periodo in cui Foscolo si accingeva a dare alle stampe l'opera era ospite della contessa Marzia Martinengo, sua amante, presso Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino nel centro della città.
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Il capitano Ugo Foscolo, per ingraziarsi il generale Augusto Caffarelli, aiutante di campo di Napoleone e ministro della Guerra del Regno d'Italia, curò una edizione delle opere di Raimondo Montecuccoli, con una ricca premessa sull'arte della guerra. L'opera si inserisce anche in una polemica con Madame de Staël sull'attitudine militare degli italiani.<ref>[http://www.150anni.it/webi/index.php?s=25&wid=44 150 anni unità d'italia]</ref>
Il capitano Ugo Foscolo, per ingraziarsi il generale Augusto Caffarelli, aiutante di campo di Napoleone e ministro della Guerra del Regno d'Italia, curò una edizione delle opere di Raimondo Montecuccoli, con una ricca premessa sull'arte della guerra. L'opera si inserisce anche in una polemica con Madame de Staël sull'attitudine militare degli italiani.<ref>[http://www.150anni.it/webi/index.php?s=25&wid=44 150 anni unità d'italia]</ref>
[[File:Cornazzani.jpg|miniatura|[[Palazzo Cornazzani]], [[Pavia]]]]
 
Sollevato dagli incarichi militari su interessamento del Caffarelli, Foscolo si candidò alla cattedra di eloquenza dell'Università di Pavia, che si era resa vacante (la cattedra era stata tenuta in precedenza da Vincenzo Monti e da Luigi Cerretti) e la ottenne il 18 marzo [[1808]]. Qui pronunciò la sua celebre orazione inaugurale, ''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'', e tenne poche lezioni, poiché l'incarico venne a breve soppresso da Napoleone, divenuto sospettoso di ogni libero pensiero. A Pavia Foscolo abitò a Palazzo Cornazzani, dove, curiosamente, poi abitarono anche Ada Negri e Albert Einstein.  
Sollevato dagli incarichi militari su interessamento del Caffarelli, Foscolo si candidò alla cattedra di eloquenza dell'Università di Pavia, che si era resa vacante (la cattedra era stata tenuta in precedenza da Vincenzo Monti e da Luigi Cerretti) e la ottenne il 18 marzo 1808. Qui pronunciò la sua celebre orazione inaugurale, ''Dell'origine e dell'ufficio della letteratura'', e tenne poche lezioni, poiché l'incarico venne a breve soppresso da Napoleone, divenuto sospettoso di ogni libero pensiero. A Pavia Foscolo abitò a Palazzo Cornazzani, dove, curiosamente, poi abitarono anche Ada Negri e Albert Einstein.  


===Il ritorno a Milano e le difficoltà (1808-1812)===
===Il ritorno a Milano e le difficoltà (1808-1812)===
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*''[[Della nuova scuola drammatica in Italia]]'', incompiuto
*''[[Della nuova scuola drammatica in Italia]]'', incompiuto
*''Lettera apologetica'' (1825).
*''Lettera apologetica'' (1825).
==Pagine correlate==
[[Casa di Ugo Foscolo a Pavia]]


==Note==
==Note==
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*[https://web.archive.org/web/20070506113604/http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Foscolo,%20Ugo ''Prose''] (1912, 1913 e 1920), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza
*[https://web.archive.org/web/20070506113604/http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Foscolo,%20Ugo ''Prose''] (1912, 1913 e 1920), testi integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza
*[http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT561.HTM Opere di Ugo Foscolo], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
*[http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT561.HTM Opere di Ugo Foscolo], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
*[https://www.raiplay.it/video/2017/11/Cultura---I-grandi-della-letteratura-Ugo-Foscolo-175f5a51-e40e-4ff6-b88b-e5e02a9d1356.html Scheda RAI di Ugo Foscolo]


[[Categoria:Poeta Accreditato Wikipedia]]
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